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22
3
Ciao! Io sono Ercole, la mascotte dei Boschi
di Mestre, che rappresentano uno dei
maggiori programmi con cui il Comune di
Venezia sta valorizzando la terraferma.
L’idea di un grande bosco periurbano era nata
già nel 1984 per volontà di un vasto movimento
ambientalista che si opponeva all’edificazione
di un nuovo ospedale in prossimità del bosco di
Carpenedo.
Da quel momento in poi l’impegno di
mantenere e rivalutare le aree verdi della
nostra zona si è sviluppato in un intervento
sistematico, con il progressivo ripristino
dei boschi planiziali, di specie arboree ed
arbustive tipiche della pianura, e con la
rinaturalizzazione dei corsi d’acqua.
Anche grazie alla recente costituzione
dell’Istituzione Bosco e Grandi Parchi
dedicata per l’appunto alla progettazione,
realizzazione e gestione dei boschi, oggi i
Boschi di Mestre fanno parte a pieno titolo del
tessuto urbano. Una realtà di ben 230 ettari, di
cui 120 aperti al pubblico.
Seguitemi,Vi faccio strada...
3
66
7
Allora, giusto per orientarci: i Boschi di
Mestre sono quattro e si trovano tutti negli
immediati dintorni della città.
Guardando la piantina a lato, li individuate
subito: c’è il Bosco del Dese, il più esteso
di tutti, lambito dal fiume omonimo; il
Bosco dell’Osellino, vicino al Parco di
San Giuliano; il Bosco di Campalto, in
prossimità della gronda lagunare un vero
gioiello di architettura di paesaggio, e infine,
il Bosco di Carpenedo sito di interesse
comunitario e di tutela delle specie in via di
estinzione.
Differenti tra loro per superfici, scenari e
ambienti, rappresentano tutti delle vere
e proprie riserve d’ossigeno. I boschi, infatti,
depurano l’aria attraverso l’assorbimento di
carbonio che viene trattenuto nel legno e nel
suolo, filtrando così le immissioni provenienti
dalla fitta rete stradale e dal vicino aeroporto.
Le aree umide assolvono una funzione
di disinquinamento dell’acqua mediante
fitodepurazione, contribuiscono alla stabilità
idraulica del territorio, funzionano come
riserva d’acque durante i periodi di siccità.
Purezza dell’aria e dell’acqua,
ma non solo! I Boschi di Mestre
rappresentano anche e soprattutto
dei piacevoli luoghi di svago e di
divertimento, da frequentare
con gli amici e la famiglia.
7
8
9
Volete vivere piacevolmente i Boschi di
Mestre? Non avete che l’imbarazzo del-
la scelta: potete passeggiare tranquillamente,
praticare jogging o nordicwalking, allenarvi
alla corsa per mantenervi in forma, oppure
girare a cavallo o in bicicletta.
Se invece non siete degli sportivi nati, potete
andare alla scoperta della fauna e della flora,
comprese quelle delle zone umide. E perché
non organizzare un picnic domenicale in fa-
miglia? O un pomeriggio tra amici, per chiac-
chierare e divertirsi all’aria aperta? O magari
preparare un esame estivo studiando all’om-
bra degli alberi?
Ricordatevi che ogni stagione presenta colori,
profumi e suoni diversi, caratterizzando ogni
area di un aspetto sempre nuovo, che merita
di essere ammirato e, perché no, fotografato.
Qualsiasi sia la vostra attività preferita, tutto
quello che vi si chiede è di attenervi alle nor-
me comportamentali del regolamento esposto
all’ingresso e riportato anche nell’ultima pagi-
na di questo opuscolo.
9
10
Il Bosco del Dese, nei pressi di Favaro
Veneto e lambito a nord dal fiume omonimo,
identifica tre aree boscate: il Bosco Ottolenghi,
il Bosco di Franca, il Bosco Zaher. Con una
superficie totale di circa 96 ettari. È il più esteso
dei quattro Boschi di Mestre.
Nel corso del 2012 sono stati realizzati due
importanti interventi di rinaturalizzazione
dei corsi d’acqua, in collaborazione con il
Consorzio di Bonifica; si sono create due zone
umide artificiali con l’obiettivo di ridurre il
carico di nutrienti veicolati dalle acque alla
Laguna.
Si tratta della Zona Umida Forte Cosenz e la
Zona Umida Ottolenghi.
Oggi, terminata l’opera, il paesaggio è
tornato ad assumere un aspetto naturale:
i corsi d’acqua di origine irrigua, artificiali e
rettilinei, sono diventati sinuosi, alternando
sponde ripide a sponde più dolci dove sono
state messe a dimora piante erbacee igrofile
idonee ad assorbire e trasformare le sostanze
ricche di fosforo e azoto, derivanti dai prodotti
utilizzati in agricoltura, che sono disciolte
nell’acqua. Sono state piantate piante erbacee
igrofile come canna palustre, tifa di Laxmann
e varie specie di carice capaci di depurare
l’acqua.
Il progetto è particolarmente importante ai
fini del miglioramento naturalistico.
Gli ambienti umidi (come ad esempio gli
stagni, le zone paludose, le torbiere, ecc.)
sono infatti l’ambito ecologico che nel secolo
scorso ha subito il maggiore deterioramento,
sia a livello qualitativo che quantitativo. Un
fenomeno legato prevalentemente al bisogno
crescente di terreni coltivabili ed edificabili, che
è stato accelerato dall’estrema vulnerabilità di
questi ecosistemi.
In Italia il problema è facilmente riscontrabile
in tutta la pianura padana, dove un
tempo l’acqua occupava ampie superfici e
contribuiva in modo determinante a preservare
un’elevata diversità ambientale e biologica.
L’impoverimento degli habitat acquatici e
umidi è quindi una delle cause che ha influito
maggiormente sulla riduzione del numero di
specie animali e vegetali presenti negli ambienti
di pianura.
Gli interventi di riqualificazione del
reticolo idrografico si sono prefissi quindi di
aumentare la capacità di invaso dell’intera
area, di estendere le superfici di contatto
acqua-vegetazione e di rallentare il deflusso
delle acque verso la Laguna di Venezia, con
l’obiettivo più generale di accrescere in modo
diffuso la diversità ambientale lungo i corsi
d’acqua e di migliorare la qualità delle acque
della Laguna di Venezia.
Fiume Dese
BOSCO DEL DESE
Forte
Cosenz
Bosco
di Franca
Favaro
Bosco
Ottolenghi
Aree
Querini
Bosco
Zaher
A
A
B
B
C
C
Area umida Ottolenghi nord
Area umida Ottolenghi sud
Area umida Cosenz
10
1111
12
Il bosco Ottolenghi misura circa 30 ettari
di superficie, di proprietà della Fondazione
Querini Stampalia ora in usufrutto al Comune
di Venezia, questa importante porzione
boschiva è stata piantata nel 1997 con fondi
dell’Unione Europea e nel 2007 era già pronta
per essere utilizzata.
La realizzazione di attrezzature - percorsi
pedonali e ciclabili, aree di sosta, passerelle,
parcheggio, segnaletica…- ne permettono una
piacevole frequentazione per più occasioni:
dallo sport al tempo libero.
Il bosco è dedicato alla memoria di Adolfo
Ottolenghi, uomo di dialogo e cultura,
Rabbino della comunità ebraica durante
la Shoah, deportato e ucciso ad Auschwitz
assieme a tanti suoi concittadini.
All’interno del bosco un luogo della Memoria
lo ricorda con un monumento disegnato
dall’architetto Guido Zordan.
Il bosco diventa così anche un’occasione di
riflessione: per mantenere vivo il valore di un
uomo di pace e per promuovere una politica
del ricordo che ha come obiettivo quello
di tramandare alle giovani generazioni la
memoria della catastrofe nazifascista.
P
verso
via Ca’Solaro
verso
via Altinia
via Forte Cosenz
legenda
percorsi
percorsi
strada c
piazzola
luogo d
corsi d’a
ippovia
entrata
100 50
metri
12
1313
16
Il bosco di Franca si affianca al bosco
Ottolenghi e rappresenta la sua estensione fino
all’ingresso di via Altinia.
È dedicato ai ragazzi desaparecidos durante la
dittatura militare argentina degli anni settanta.
Franca Jarach, uccisa a diciotto anni durante la
dittatura militare che ha colpito tanti studenti del
Liceo National di Buenos Aires, simbolicamente
li rappresenta tutti.
Nell’ambito del progetto didattico sui diritti
umani e la memoria dei Desaparacidos argentini
promosso dall’Associazione rEsistenze, con
la partecipazione di alcune scuole superiori
veneziane e delle rappresentanti delle “Madres
de Plaza de Mayo”, è stata loro dedicata una
siepe arborea.
Gli alberi si fanno così un vero e proprio
monumento vivente, efficace più della pietra,
per ricordare coloro dei quali si era voluta
distruggere anche la loro stessa memoria.
Dal punto di vista naturalistico quest’area,
che ha un’estensione di circa 22 ettari, è
particolarmente interessante in quanto vi
interagiscono tre diversi ecosistemi: il bosco, le
aree umide e il prato. Il bosco è stato realizzato
tra il 2003 e il 2006, secondo le specifiche del
Querco Carpineto Planiziale, la formazione tipica
dei boschi della pianura padana.
ainitlAaivvia Forte Cosenz
Entrata
Favaro Veneto
Dese
bosco
Franca
Forte
Cosenz
LEGENDA
bosco e radura di Franca
aree umide
percorso ciclopedonale
piazzola di sosta
entrata
ippovia
la siepe-dedica
radura
bosco
Ottolenghi
16
17
Le aree umide sono state realizzate nel 2012.
Si tratta di due grandi bacini che hanno lo
scopo di depurare l’acqua dei canali che sfociano
in Laguna grazie all’azione delle specie vegetali
igrofile piantate. Un simile ambiente attrae anfibi
e uccelli acquatici, incrementa la biodiversità e
migliora significativamente il paesaggio naturale.
Il terzo ambiente è la radura, che si estende per
circa 3 ettari ed è attraversata da un percorso
ciclo-pedonale.
Nella parte centrale dell’area è stata conservata
una siepe boscata preesistente come
testimonianza della gestione tradizionale dei
terreni agricoli: platani, robinie, olmi campestri
e pioppi venivano mantenuti, specialmente
lungo i fossi, per ricavarne legname da ardere
e per la produzione di utensili necessari alle
lavorazioni agricole. Con l’obiettivo di migliorare
il paesaggio e aumentare la biodiversità è inoltre
stato seminato un miscuglio di sementi costituito
da specie erbacee annuali (principalmente
papavero e fiordaliso) e perenni (tra cui
margherita, salvia dei prati, centaurea minore,
vulneraria) tipiche dei prati delle nostre latitudini.
Le annuali fioriranno nel primo anno vegetativo
e poi andranno progressivamente a scomparire,
mentre le perenni le sostituiranno dal secondo
anno vegetativo. (poesia di Franca Jarach)
Lugar di Franca Jarach
A la mañana paso
cerca de un sitio rodeado de muros
altos grices tristes sucios
de carteles, de vote lista azul
un día miro adentro
es una villa miseria.
Gente
más gente.
Vestida de tela barata
desnuda de felicidad.
Una chica me ofrece limones
“cien la docena, compremé”.
Tiene trece años, más o menos
mi edad.
Un almacén ruinoso,
con ratas, con suciedad
con microbios funestos.
Es un sitio rodeado de muros
sucios de crímines humanos
que son sólo nuestros.
Al mattino passo
vicino a un luogo circondato da muri
alti grigi tristi sporchi
di manifesti, di vota lista azzurra
un giorno guardo dentro
una favela.
Gente
ancora gente.
Vestita a buon prezzo
nuda di felicità.
Una ragazza mi offre dei limoni
“cento lire per una dozzina, me li compra?”.
Ha tredici anni, più o meno
la mia età.
Un magazzino rumoroso
con topi, sporcizia
con microbi funesti.
È un luogo circondato da muri
sporchi di crimini umani
che sono soltanto nostri.
17
20
P
ainitlAaiv
znesoCetrofaiv
Entrata Ca’ Colombara
verso il terminal del tram
Ca’Abbondanza
Entrata
via Altinia
Entrata
acnarFideihgnelottOihcsob
fontana
LEGENDA
piaz
percorso ciclopedonale
zola di sosta
corsi d’acqua
area umida
semaforo a chiamata
entrata
quaderno di Zaher
ippovia
bosco
di Zaher
verso Dese
verso
Favaro Veneto
Il bosco Zaher ha un’estensione di 44 ettari ed è
stato aperto al pubblico nel 2010. Per renderlo
maggiormente fruibile è stato attrezzato con arredi
e percorsi ciclopedonali. L’Istituzione tra il 2003 e il
2009 ha svolto le operazioni di impianto forestale. Al
suo interno sono evidenti le preesistenti siepi boscate di
platani, robinie, olmi campestri e salici bianchi che sono
state conservate e valorizzate per essere testimonianza
della gestione agricola tradizionale che da queste ricavava
vimini, fascine e legname. Per aumentare la diversità
ecologica sono state mantenute alcune zone a prato e
sono state creati piccoli invasi di acqua per consentire 
lo
sviluppo di comunità igrofile, creando così un ambiente
relativamente umido.
Raggiungibile anche con il bus 84 (seconda fermata
in via Altinia appena passato l’abitato di Favaro)
e con il tram, questo bosco urbano vuole essere anche
una infrastruttura per la “mobilità morbida”. Al suo
interno, infatti, passano 1,7 km dell’Ippovia Litoranea
Mestre-Jesolo e un percorso ciclopedonale di 3,2 km.
Quest’ultimo, dall’uscita di via Ca’ Colombara, prosegue
per le aree dell’Istituto Santa Maria della Pietà e per
via del Lazzaretto, collegando così il bosco al terminal
del tram di via Monte Celo: un accesso sicuro per chi
proviene dalla città e un’alternativa alla viabilità più
pericolosa.
20
21
Questi versi sono stati trovati in una
pagina del quaderno di Zaher Rezai,
un ragazzo di 13 anni fuggito dalla
guerra in Afghanistan.
Zaher si mise in viaggio da solo alla
ricerca della libertà, di una nuova vita
e di un futuro migliore di quello che
avrebbe potuto avere nel suo Paese.
Il 10 dicembre del 2008, dopo essere
sbarcato dalla nave nel porto di
Venezia, si aggrappò sotto un camion
per eludere la frontiera, ma poi cadde
stremato e concluse la sua breve vita in
Via Orlanda a Mestre.
Nel suo zainetto furono trovati il
diario e alcuni oggetti, tra cui un
leoncino di plastica.
All’interno del Bosco dedicato a lui è
stata realizzata una scultura installazione
del Maestro Luigi Gardenal che
raccoglie le parole e le immagini
del suo quaderno e il suo leoncino,
unico compagno del suo
drammatico viaggio.
Il quaderno di Zaher
Giardiniere, apri la porta del giardino;
io non sono un ladro di fiori,
io stesso mi sono fatto rosa,
non vado in cerca
di un fiore qualsiasi
21
22
Alcuni dei Boschi di Mestre si possono
attraversare anche a cavallo. Nel Bosco
del Dese, per esempio, è stata realizzata
un’ippovia che, snodandosi su un sentiero
sterrato realizzato ad hoc, rende le passeggiate
agevoli, praticabili e sicure anche per i cavalieri
meno esperti.
Un’opportunità in più per praticare un’attività
che, oltre a vivere a tu per tu con il proprio
cavallo, consente di stare a stretto contatto la
natura e di scoprirla da un’angolazione nuova.
22
Ingresso
Via Altinia
Ingresso
Cà Colombara
Ingresso
Bosco Franca
Ingresso
Canale
Scolmatore
Ingresso
Parcheggio
Ferrovia
Forte Cosenz
P
P
Ingresso
Bosco Zaher
Ingresso Bosco
Ottolenghi Nord
Fiume
Dese
P
FAVARO
M
P
Ingresso Bosco
Ottolenghi Sud
M
Bosco
Zaher
Bosco
Franca
Bosco
Ottolenghi
Ingresso
Fiume Dese
TOTALE LUNGHEZZA PERCORSI
CICLO-PEDONALI BOSCHI: Km 9,8
TOTALE LUNGHEZZA IPPOVIA
NEI BOSCHI: Km 5,2
M
BOSCO ZAHER:
Ippovia itinerario n° 2 Km 1,9
Bosco Zaher
Percorso ciclopedonale Km 3,2
Bosco Zaher
BOSCO OTTOLENGHI:
Ippovia itinerario n° 1 Km 3,3
Bosco Ottolenghi e Bosco Franca
Percorso ciclabile Km 2,3
Bosco Ottolenghi
Percorso pedonale Km 2,7
Bosco Ottolenghi
BOSCO FRANCA:
Ippovia itinerario n° 1 Km 3,3
Bosco Ottolenghi e Bosco Franca
Percorso ciclopedonale Km 1,6
Bosco Franca
Aree umide
bassure
corsi d’acqua
Semaforo
a chiamataFontana
Parcheggio
Ingresso Ippovia
Area di sosta
Monumento
Bosco
P
Ingresso
Via Forte
Cosenz
23
PERCORSO
CICLOPEDONALE E IPPOVIA
23
26
Il Bosco dell’Osellino si estende per
circa 8 ettari lungo il Canale omonimo;
l’Istituzione ne ha progettato un’estensione per
altri 11 ettari in direzione di Mestre.
La comunità vegetale del Bosco
dell’Osellino, un Querco-Carpineto
Planiziale le cui principali specie
arboree sono la farnia ed il carpino
bianco, è caratterizzata da un
elevato numero di specie arboree
e arbustive autoctone: un totale
di 13.000 piante di ben 35 specie
diverse.
Oltre a una significativa presenza
dell’ontano nero, del frassino ossifillo
e del pioppo nero, tra gli alberi
sono presenti anche il melo e il pero
selvatico, il pioppo bianco e l’olmo
campestre. Tra le piante arbustive
spiccano il prugnolo, la rosa di macchia,
il sambuco nero, il nocciolo, la frangola e
il pado.
Nel bosco sono state mantenute le siepi
e le scoline preesistenti, così come
un’area umida, in modo da garantire una
maggiore biodiversità dell’ecosistema.
26
27
entrate da via Pertini
entrata da
viale San Marco
entrata dall’argine
dell’Osellino
entrata da Rione Pertini
anfiteatro
servizi
torre
onillesOelanac
2
1
3
4
5
6
7
legenda
percorsi pedonali
percorsi ciclabili
piazzola di sosta
n° ingresso al bosco
corsi d’acqua
3
zone umide
luogo della memoria
Lungo l’intero perimetro dell’area boscata si
sviluppa un agevole sentiero, mentre percorsi
su tavolati in legno attraversano il fitto bosco
all’interno.
Una struttura in ferro, la torre di
avvistamento, lo domina dall’alto,
spaziando a 360° sulla laguna e la terraferma
veneziana.
Nel 2012 è stato realizzato a cura dell’architetto
Giovanna Mar il monumento o meglio
“luogo”, dedicato a Gaetano Zorzetto, per
ricordare il suo impegno ambientalista per dare
a Mestre un volto nuovo. L’opera rappresenta
l’indissolubile legame tra uomo e natura nel
riconoscimento, da parte dell’uomo, del valore
immenso della preservazione della natura.
Anche questo bosco urbano è facilmente
raggiungibile con i mezzi pubblici: bus 31, 32 e
24 con fermate in Viale Pertini; bus 12 e 84 con
fermata in Viale Vespucci.
27
28
Bosco di Carpenedo
Il toponimo Carpenedo indica la presenza
di boschi di carpino bianco, documentati in
questo territorio fin dal 1300. Questo bosco ne
rappresenta l’ultimo residuo arrivato fino a noi.
L’area è protetta dall’Unione Europea che
l’ha classificata come SIC (Sito d’Interesse
Comunitario), per la qualità e la rarità degli
ambienti che vi si trovano: il bosco planiziale
misto di querce insediatesi nell’ultimo post
glaciale e i prati mesofili. Inoltre, per le
caratteristiche dell’avifauna presente, l’area
è stata definita anche come ZPS (Zona a
Protezione Speciale) e fa quindi parte della
Rete Natura 2000.
Il Bosco di Carpenedo, difeso negli anni
Ottanta dal movimento ambientalista locale
che si opponeva alla costruzione nella sua area
di un nuovo ospedale, è costituito da quattro
ambienti ben distinti fra loro per un totale di
10 ettari:
• il bosco storico, residuo dell’antico Querco
Carpineto che in origine ricopriva l’entroterra
veneziano
• i nuovi impianti boschivi realizzati tra il 1990
e il 1998-99
28
29
legenda
percorsi pedonali
percorso riservato
a visite guidate
strada carrabile
piazzola di sosta
corsi d’acqua
zone umide
entrata
prato protetto
vietato calpestare
P
P
otnitledaiv
hcsobledaiv
etto
bosco storico area proprietà
Provincia di Venezia
50 25 5
metri
• i prati stabili, eredità dell’antica sistemazione
agraria dell’area
• gli ambiti umidi delle bassure presenti nei
prati e nei fossati.
Adiacente, esiste un’area di circa 3 ettari di
proprietà della Provincia di Venezia, riforestata
alla fine degli anni Novanta.
Nel 2009 sono stati eseguiti alcuni interventi
di manutenzione: un taglio selettivo
di alberi adulti (diradamento) nell’area del
“bosco storico” per favorire la crescita e
l’affermazione delle giovani piantine di farnia
ed una riduzione della densità (sfollo) degli
alberi nei giovani impianti per governarne
l’evoluzione boschiva. Per impedire il
progressivo interramento di bassure e fossati ed
aumentarne il valore ecologico, è stato anche
ripristinato il sistema idraulico dell’area.
Infine, per rendere più piacevole la fruizione
dei visitatori, sono stati realizzati più percorsi,
aree di sosta e una cartellonistica didattica.
Il bosco è aperto al pubblico con accesso
limitato (nei giorni festivi in primavera ed in
autunno); per tutelarne la fragilità ambientale,
le porzioni di prato mesofilo non sono
calpestabili e visibili da percorsi perimetrali.

29
32
Il Bosco di Campalto è un riuscito esempio di
bosco naturalistico usato come parco urbano.
Il progetto dell’arch. Andreas Kipar, realizzato nel
2007, è stato aperto al pubblico solo un anno dopo
grazie ad un’impostazione che ne ha consentito
l’immediata fruizione: la realizzazione di ampi prati,
l’uso di alberi “a pronto effetto” messi a dimora in
scenografici filari e l’impianto di macchie arbustive
dalle spiccate caratteristiche ornamentali nelle zone
perimetrali.
Nell’ambito dell’ecosistema “bosco” si sono conser-
vati alcuni spazi aperti (radure e corridoi verdi) per
garantire un migliore grado di biodiversità; è stata
realizzata un’area a prato alberato, attrezzata con
sedute di vario tipo, come elemento di dialogo e di
transizione tra il tessuto urbano e quello agricolo.
Uno degli interventi più interessanti è sicura-
mente la rinaturalizzazione delle
sponde della Fossa Pagana con l’impianto di una
fascia di vegetazione ripariale con funzioni di fitode-
purazione.
Questa esperienza dimostra che un bosco può essere
usato anche come verde di quartiere, svolgendo i
suoi benefici effetti sull’ambiente e con costi di ma-
nutenzione inferiori a quelli necessari al manteni-
mento di un parco pubblico tradizionale.
5
legenda
percorsi pedonali
percorsi ciclabili
piazzola di sosta
corsi d’acqua
fermata dell’autobus
entrata
P
Cimitero
Via Cimitero di Campalto
5
Via Orlanda
Albero di Giulia
85
Verso Forte Bazzera
lungo l’argine
32
33
L’albero di Giulia
All’interno del bosco di Campalto c’è l’albero 
di
Giulia, un tiglio che sostiene alcune formelle in
terracotta realizzate dagli studenti della scuola
media Gramsci, guidati dal prof. Sabbadin, che
ricorda Giulia Abbadir e tutte le vittime del traffico
a Campalto.
Il bosco, ancora una volta, rappresenta uno
strumento di riqualificazione urbana importante
anche per il suo alto valore simbolico, oltre che per
il suo essere un elemento di cambiamento della
gestione del territorio finalizzato all’aumento della
qualità di vita dei cittadini.
Il progetto del Bosco di Campalto sarà veramente
concluso solo quando si riuscirà a realizzare un
collegamento ciclabile sicuro fino al centro abitato
di Campalto, da cui già oggi è possibile raggiungere
il Parco S. Giuliano e quindi il centro di Mestre
percorrendo una pista ciclabile lungo la gronda
lagunare.
33
36
Il Bosco della Campagnazza: l’impianto
è stato realizzato nel 2007 si estende su
un’area di circa 25 ettari posta alla periferia
dell’abitato di Favaro Veneto, in località
Campagnazza.
È accessibile da via Ca’ Colombara, a sud, e
da via Litomarino, a nord. L’area è immersa
in un contesto prevalentemente agricolo e
si presta alla didattica agroforestale: mostra,
come in un museo all’aperto, le possibili forme
di utilizzo agro-forestale del territorio rurale.
La presenza di aree con siepi e coltivi, di
radure estese, di un arboreto dimostrativo
e di una lunga zona boscata.
(Prossima apertura al pubblico)
INGRESSO
Bosco naturaliforme
Sistemi agro-forestali
Siepi campestri
Prato arborato
Arboreto
Prato
LEGENDA
Percorso ciclo
pedonale
36
37
40
Quercus Robur - Farnia Carpinus betulus - Carpino bianco Acer campestre - Acero campestre
Tilia cordata - Tiglio selvatico Alnus glutinosa - Ontano nero Populus alba - Pioppo bianco
Malus silvestris - Melo selvatico
Prunus avium - Ciliegio
Fraxinus angustifolia - Frassino o. Ulmus minor - Olmo campestre Populus nigra - Pioppo nero Salix alba - Salice bianco
AlberideiBoschidiMestre
40
41
Prunus spinosa - Prugnolo Rosa canina – Rosa canina Viburnum opulus - Pallon di neve
Euonymus europaeus - Fusaggine
Salix cinerea - Salice cenerino Corylus avellana - Nocciolo Sambucus nigra - Sambuco nero Rubus fruticosus - Rovo turchino
Viburnum lantana - Lantana
Ligustrum vulgaris - LigustrelloCrategus monogyna - Biancospino Cornus mas - Corniolo
ArbustideiBoschidiMestre
41
42
AnimalideiBoschidiMestre
Cinciallegra
Parus major
Scricciolo
Troglodytes troglodytes Pettirosso
Erithacus rubecula
Balia nera
Ficedula hypoleuca
Passero
Passer domesticus
Cardellino
Carduelis carduelis
Gazza
Pica pica
Picchio verde
Picus viridis Picchio rosso
Dendrocopos major
Cuculo
Cuculus canorus
Gufo comune
Asio otus
Civetta
Athene noctua
Rospo smeraldino
Bufo viridis
Rana agile
Rana Dalmatina
Rospo comune
Bufo bufo
42
43
Raganella italica
Hyla intermedia
Tartaruga palustre
Emys orbicularis
Ramarro
Lacerta bilineata
Tritone crestato
Triturus carniflex
Biacco
Hierophis viridiflavus
Moscardino
Muscardinus avellanarius
Scoiattolo
Sciurus vulgaris
Lepre comune
Lepus europaeus
Tasso
Meles meles
Talpa europea
Talpa europaea
Riccio europeo
Erinaceus europaeus
Volpe
Vulpes vulpes
Faina
Martes foina
Donnola
Mustela nivalis
Pipistrello albolimbato
Pipistrellus kuhlii
disegni: Daniela Gerometta
43
44
Regolamento
Nei Boschi di Mestre si deve osservare
il Regolamento approvato dal Consiglio
Comunale con Delibera 141/2007; il soggetto
gestore è l’Istituto Bosco e Grandi Parchi.
In tutti i Boschi di Mestre è vietato:
• costruire capanne sugli alberi, appendervi
corde e inchiodarvi tavole;
• abbandonare rifiuti al di fuori degli appositi
contenitori;
• danneggiare piante o attrezzature;
• asportare piante o terriccio;
• raccogliere funghi;
• abbandonare animali;
• accendere fuochi;
• l’accesso ai mezzi motorizzati anche con
motore spento;
• entrare nei canali e negli specchi d’acqua o
farvi accedere animali;
• disturbare la quiete con attività rumorose,
intense o prolungate.
Tutti i cani devono essere condotti al
guinzaglio, i loro escrementi devono essere
rimossi dai sentieri; quelli aggressivi o di altezza
al garrese superiore ai 60 cm devono indossare
la museruola.
Le biciclette e i cavalli possono transitare
esclusivamente sui percorsi indicati e
comunque devono dare la precedenza ai
pedoni.
Chi esce dai sentieri lo fa a proprio rischio e
pericolo.
La mancata osservanza del regolamento è
punita con una sanzione amministrativa da 25
euro a 500 euro.
Eventuali danni dovranno essere risarciti.
I visitatori sono invitati a segnalare eventuali
trasgressioni.
La vigilanza è esercitata dalla polizia locale
(tel. 041 27 47 070).
È vietata la caccia.
44
4545
46
Istituzione Bosco e Grandi Parchi
V.le Garibaldi, 44/a - 30173 Mestre (VE)
T +39 041 5352224 - F +39 041 5352209
bosco.grandiparchi@comune.venezia.it
www.boscoegrandiparchi.it
Seguici su:
Immagine Ercole: G. Cavazzano
Illustrazioni: D. Gerometta
Foto di: D. Gerometta, L. Tiriticco, L. Vita
Realizzazione grafica: pallino.it
Partners
Associazione Bosco di Mestre
Museo di Storia Naturale di Venezia
LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli)
Ve.Ca.
Associazione micologica Bruno Cetto
Servizio Educazione Ambientale Comune di Venezia
F.I.A.B. (Federazione Italiana Amici della Bicicletta)
Oikos
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