Una rete deve innanzitutto partire da un’idea. L’idea è fondamentale perché sarà lo spunto del programma di rete a cui si ispira. Vedremo poi come si può sviluppare questa idea e quali sono le motivazioni che la generano. L’idea si concretizza in una fase di Start up dove le imprese si parlano e trovano i punti di condivisione attorno al quale costruire un programma. In questa fase si valutano gli interessi e gli obiettivi comuni e le imprese cominciano a conoscersi nelle loro potenzialità.
Dalla fase di start up si passa a stendere un contratto che definisce le regole di aggregazione. Depositato il contratto all’ufficio del registro delle imprese la rete diventa effettiva. La rete in una rima fase può essere a contratto e non assumere quindi un forma giuridica e quindi non soggetta a tributi. La fase successiva anche se non obbligatoria può portare a creare una rete a soggetto con valenza giuridica, si parla in questo caso di rete a soggetto.
Perché aggregarsi in forma di rete? Le MPMI difficilmente hanno risorse economiche sufficienti per affrontare un cambiamento necessario a sostenere la globalizzazione dei mercati, inoltre ha dimensioni limitate per aggredire efficacemente il mercato con nuove strategie commerciali. La soluzione non può essere che quella di aggregarsi con altre aziende per superare le difficoltà insieme, dimenticando il senso di oppressione della solitudine condividendo con i partner progetti di sviluppo concreti ed efficaci.
Lo strumento ideale è quindi quello della rete.
L’evoluzione ha sempre dettato il cambiamento. In questi anni il vero problema è la velocità di cambiamento imposta dalla tecnologia come ad esempio internet e dall’evoluzione dei mercati. I cambiamenti hanno un trend esponenziale e creano un nuovo modello economico e sociale a cui ci si deve adattare
Parafrasando Darwin possiamo dire che l’azienda che sopravvive non è ne la più forte o grande, ma quella che si adatta più velocemente al cambiamento.
Per quanto detto prima la sopravvivenza deve far fronte alla crisi che impone un cambiamento e quindi un’evoluzione. La migliore risposta per adttarsi è quelo di aggregarsi, fare rete per condividere e cooperare. Tutto ciò consente di fare quell’innovazione imposta dal cambiamento.
Quando parliamo di innovazione parliamo di innovazione commerciale o di prodotto o di mercato, quest’ultima si basa su un processo di internazionalizzazione. L’innovazione è facilitata dalla condivisione di informazione e prestazioni, dalla collaborazione e da attività in comune.
L’innovazione purtroppo richiede investimenti elevati che molte volte le MPMI non possono permettersi. Cosa fare allora? L’aggregazione in rete è la soluzione che consente di fare investimenti onerosi.
Vediamo come può nascere l’idea di fare rete. Esistono dei fattori interni dove una persona o un’azienda riesce a far confluire più soggetti attorno a quell’idea, in questo caso ci si basa sulla capacità di convinzione. In altri casi un gruppo di imprese condividendo gli stessi problemi trovano strategico aggregarsi.
Esistono poi fattori esterni quali i liberi professionisti che vedono nei loro clienti le condizioni necessarie perché si aggreghino, oppure la possibilità di accedere in forma di rete a bandi e finanziamenti e infine una effetto all’informazione che spiega i vantaggi della rete. Attività che la nostra Associazione sta facendo da anni.
Una situazione molto interessante si verifica nel momento in cui parliamo con le imprese che voglio fare rete, troveremmo tra le motivazioni quelle elencate in ordine di importanza. Nel momento in cui facciamo la stessa domanda alle imprese che sono già sa tempo in rete ci accorgiamo che l’ordine di importanza è cambiato e ai primi posti troviamo vantaggi come la condivisione e la collaborazione che erano precedentemente agli ultimi posti.
Ma quali sono gli ostacoli alla creazione di una rete di imprese? Si possono suddividere in due aree. Quelli personali come l’individualismo, lo scetticismo, la diffidenza ed infine al narcisismo tipico delle MPMI. Quante volte abbiamo sentito la frase mi sono fatto da solo e non ho bisogno di altri?
Altri ostacoli sono legati a concetti imprenditoriali quali la difficoltà a condividere, ad accettare la pariteticità all’interno della rete, ad organizzarsi in processi nella rete, alle proprietà di brevetto o alla distribuzione dei costi affrontati dalla rete e quindi ai conferimenti di ciascuna impresa.
La comunicazione, cioè il relazionarsi tra le imprese e la fiducia sono due aspetti essenziali per la riuscita di una rete. Non è sufficiente l’aggregazione per raggiungere gli obiettivi, ci cuole chiarezza e condivisone che non possono esimersi da una buona comunicazione e da un rapporto fiduciario.
Il cammino dell’aggregazione richiede quindi di cambiare atteggiamento passando dall’individualismo alla collaborazione, dalla competitività alla cooperazione e dall’sotruzione alla condivisione.
Da dove cominciare? Inizialmente bisogna condividere una programma, un progetto comune per poi care un gruppo affiatato attraverso incontri che consentono di conoscersi, di creare un rapporto di fiducia e di stima reciproca. Dopo questa prima fase si finalizza l’agregazione con un contratto e si inzia il percorso di sperimentazione ed innovazione in base al programma comune.
Si tratta di seguire un processo ben articolato dove ogni passo è indispensabile. Una volta individuati i bisogni delle singole imprese, si passa a dare una rappresentazione di quella che sarà la rete per definire poi le forme di collaborazione e le modalità di condivisione. Fatto questo si inizia la collaborazione si configura la rete e la si rende operativa.
La finalizzazione dell’aggregazione avviene attraverso piccoli ma fondamentali passi che portano ai primi risultati in breve termine. Possiamo parlare di cinque fasi ognuna delle quali comrende una serie di attività. Non tutte le fasi sono obbligatorie, ma il loro insieme crea i presupposti per un successo duraturo che può portare alla costituzione di una vera e propria nuova società intesa come azienda.
Per il funzionamento ed il sostegno di un’aggregazione in rete è necessaria la figura di un professionista che prende i nome di Manager di Rete. Il Manager di rete è un facilitatore che aiuta le imprese nella fase di aggregazione nella stesura del programma di rete, nella definizione delle regole di gestione e nelle strategie con la realizzazione sia del business model che del business plan.
Il Manager di rete deve essere innanzitutto il primo partner della rete, deve instaurare un clima amichevole che consolida la stima e la fiducia. Deve poi avere doti psicologiche per gestire eventuali conflittualità e ammorbidire le posizioni dominanti. Deve individuare anticipatamente le criticità che possono emergere per renderle superabili- Infine deve essere un promotore di idee e di azioni per il raggiungimento degli obiettivi preposti.
Quali sono i suoi compiti? Controllare le singole imprese nel loro comportamento verso la rete, semplificare e ottimizzare le azioni, definire le regole interne, definire un sistema integrato di operazioni elementari che favoriscono la fludità sia decisionale che operativa ed infine impostare un sitema di misurazione delle prestazioni.
Qual è la sfida di una rete nel campo delle nuove tecnologie? Valutiamola in base agli stackeholder.
Partiamo dai clienti in questo caso la sfida è quella di dotarsi di sistemi e applicazioni quali B2B CRM e ERP.
Parlando dei mercati una rete deve affrontare i temi legati alla gestione delle informazioni come la gestione dei BIG DATA.
Nel campo della Società civile è poi interessante instaurare una buona comunicazione con l’utilizzo dei Social Network.
I rapporti con le Università e il mondo della Ricerca consentono la progettazione innovativa.
Serve poi un continuo monitoraggio dei propri prodotti con una funzione efficace di customer care gestendo dei flussi di feedback da parte dei clienti con le tecnologie web 2.0 o con programmi di manutenzione a distanza
In quanto ai fornitori si può migliorare gli acquisti con strumenti di e-procurement
Da ultimo i trasporti che attraverso sistemi di geolocalizzazione consentono di rendere più efficienti le consegne.