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a cura di Sara Baroni, Valentina Castrezzati e Paolo Dusi
Oxigenio per Richmond Italia srl
Una sessione guidata alla ricerca delle cause profonde dei
sintomi del ruolo del Retail Manager
FINAL REPORT
RETAIL MANAGER,
DAI SINTOMI ALLA CAUSA
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it
2
Premessa3
Il lavoro di gruppo4
Gli obiettivi e i sintomi, gruppo per gruppo5
La Nuvola di conflitto del Retail Manager7
Retail Manager8
Diamo i numeri...9
Il modello di lavoro11
Lo strumento: la Nuvola di Conflitto13
Sommario
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it
3
O1
Premessa
Il manager ogni giorno affronta imprevisti, scelte di priorità, ostacoli di ogni tipo che
rallentano nella corsa al traguardo.
Sintomi che spostano in avanti l’obiettivo con sistematicità, creando frustrazione e
consumando energie preziose. Di fronte ad essi la scelta è duplice:
Adottare uno stile manageriale votato allo spegnimento di fuochi, ovvero cer-
care di affrontare ogni sintomo trovandone soluzione puntuale in tempo reale;
Fermarsi a riflettere in cerca della logica che accomuna tutti i sintomi, per tro-
vare una soluzione definitiva e profonda.
Noi abbiamo scelto il secondo approccio. In un modello organizzativo sistemico*, dove
tutti i processi sono legati tra loro, anche i sintomi che si presentano localmente non
potranno essere isolati dal contesto di sistema. Esisterà un collegamento tra di essi in
cui trovare la risposta al problema che ne è la fonte.
Si tratta di vedere la “big picture” per capire il contesto in modo profondo. Compren-
dere il quadro complessivo è il primo passo, e allora disegnare la mappa dei sintomi
trovandone i collegamenti è un modo saggio di essere manager.
OGNI MANAGER HA UN COMPITO IMPORTANTE: PORTARE A
TERMINE PROGETTI DI VALORE PER L’ORGANIZZAZIONE NEL SUO
COMPLESSO CON ATTENZIONE AL RISULTATO LOCALE (EFFICACIA)
E ALLE RISORSE CHE UTILIZZA PER REALIZZARLI (EFFICIENZA)
1
2
*Un sistema è un insieme di elementi interdipendenti che lavorano insieme per il raggiungimento
di un obiettivo comune. (Out of the Crisis, W. Edwards Deming - 1982)
mercatofornitori ricezione produzioneapprovvigionamenti distribuzione
test
tecnologia
costi
gest. personale
assemblaggio
ricerche di mercato
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
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4
02
Il lavoro di gruppo
Abbiamo guidato i gruppi di manager in una sessione di verbalizzazione del problema a
partire dai sintomi. Tre gruppi si sono cimentati nella costruzione di nuvole di conflitto.
In questo documento vogliamo condividere i risultati con tutti i colleghi che non hanno
potuto essere presenti, ma che forse si riconosceranno nei sintomi che spesso un ruolo
aziendale impone.
La soluzione? Per ora proviamo a disegnare il problema e poi chissà che insieme non
ne nasca uno spunto per gestire un cambiamento tanto temuto quanto necessario
nelle nostre realtà aziendali.
Focus e condivisione con i colleghi, per cercare risposte nel confronto e nella consape-
volezza del più ampio sistema organizzativo in cui il ruolo si inserisce.
Supportati dalla nuvola di conflitto abbiamo verbalizzato i sintomi e le loro connessioni per
poi chiederci il “perché” alla base dei legami logici a supporto del nostro ragionamento.
Il risultato? Un passo dai sintomi percepiti alla consapevolezza della causa che li
genera tutti.
STIMOLI
RISPOSTE
METODO
WORKING
GROUP
A TUTTI I PARTECIPANTI È STATA POSTA UNA DOMANDA: CHE
COSA RENDE DIFFICILE IL MIO RUOLO IN AZIENDA? ANCHE I
COLLEGHI VIVONO I MIEI STESSI SINTOMI?
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
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5
03
Gli obiettivi e i sintomi, gruppo per
gruppo
In questo capitolo sono riportati gli obiettivi e i sintomi verbalizzati durante il confronto
con gli HR Manager. Nel capitolo successivo troverete la Nuvola di Conflitto derivata
da questo lavoro.
Gruppo 1
Obiettivo: Raggiungere obiettivi economici per la rete di punti vendita e continuità economica di
lungo periodo della stessa attraverso linee aziendali.
Sintomi:
∙∙ L’azienda non mette a disposizione gli strumenti idonei (prodotti, soldi, risorse in genere).
∙∙ Gli obiettivi dell’azienda non sono allineati con le risorse a disposizione.
∙∙ I punti vendita fanno resistenza al cambiamento e si compromette così l’efficienza.
∙∙ Abbiamo tantissime richieste trasversali.
Gruppo 2
Obiettivo: Ottimizzare i punti vendita dal punto di vista delle persone, massimizzando le vendite.
Sintomi:
∙∙ La sede non ascolta.
∙∙ Siamo in mezzo a due fuochi (cerniera).
∙∙ Ci sono due diversi linguaggi tra sede e punto vendita e noi dobbiamo fare da traduttori.
∙∙ Il mondo retail e il mondo industria (produzione) ragionano diversamente.
∙∙ Azioni (locali) e obiettivi (globali) sono discordi.
∙∙ C’è scollamento tra la teoria del corporate e la pratica del punto vendita.
∙∙ I punti vendita non si sentono parte dell’azienda e devo impiegare molte energie per moti-
varli (troppe pr, poca gestione del punto vendita).
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
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6
Gruppo 3
Obiettivo: Far vendere la rete in modo sostenibile nel tempo. Sostenibile, profittevole per singolo
punto vendita, assicurando conformità d’immagine, sapendo scegliere l’affiliato giusto, motivando il
personale, gestendo gli stock e coordinando la rete di negozi.
Sintomi:
∙∙ Siamo troppo coinvolti nell’operatività per effettuare attività strategiche.
∙∙ Non posso delegare.
∙∙ Siamo tra n fuochi con esigenze diverse.
∙∙ Si pensa in modo locale.
∙∙ C’è scollamento tra mondo punto vendita e mondo corporate.
∙∙ Dobbiamo sempre essere trascinatori/motivatori, anche di noi stessi.
∙∙ Competizione introdotta da diverse norme.
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7
Efficienza del
risultato
C
Efficacia del
risultato
B D1
Massimizzare la redditività
garantendo il rispetto della
brand identity!
L’azienda ragiona con
logiche lontane dal
mercato ed è spesso più
lenta della rete
La mia figura deve
integrare realtà che
sembrano apparte-
nere a sistemi diversi
D
Avere continuità tra
le linee strategiche
corporate e le azioni
intraprese dal punto
vendita
Come leggere la nuvola:
PER massimizzare la redditività aziendale nel il rispetto della brand identity il Re-
tail Manager DEVE ottenere efficienza E QUINDI adoperarsi per integrare realtà che
sembrano appartenere a sistemi diversi.
Allo stesso modo, PER massimizzare la redditività aziendale nel il rispetto della brand
identity DEVE ottenere efficacia E QUINDI agire per dare continuità alle linee strate-
giche corporate e alle azioni intraprese dal punto vendita.
Il conflitto tra le due posizioni (D e D’) verrà rimosso se si riesce a spezzare il legame
logico che connette le necessità alle rispettive posizioni, cosicché esse non avranno
più alcuna ragione di esistere. Chiedersi perché riteniamo validi i legami logici pre-
cedenti aiuterà a mettere in discussione i modelli mentali che li reggono e a trovare
l’injection, ovvero la soluzione, quell’idea che ancora non esiste.
04
La Nuvola di conflitto del Retail
Manager
Di seguito la rappresentazione della Nuvola di Conflitto che è derivata dal lavoro di
gruppo.
Nuvola di Conflitto del Retail Manager
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
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8
05
Retail Manager
IL RETAIL MANAGER LAVORA PER LA PROFITTABILITÀ DEI PUNTI VENDITA
NEL RISPETTO DELLA POLITICA AZIENDALE. È IL COLLEGAMENTO TRA LA
SEDE E I DIVERSI PUNTI VENDITA.
Un connettore che avvicina il corporate ai singoli store e viceversa. Ma quanto questa
distanza è solo geografica e quanto diventa ideologica e culturale?
Due linguaggi diversi, per i quali il Retail Manager fa da traduttore. Un lessico che
invece dovrebbe accomunare due mondi ma che per mancanza di autorevolezza da
parte del Retail Manager causa unidirezionalità di comunicazione. La percezione dei
partecipanti è che manchi “empowerment” ad un ruolo manageriale sostenuto da soli
strumenti operativi. Una riflessione dunque si sviluppa ai tavoli di lavoro: quanto il-
punto vendita è considerato parte dell’azienda e quanto invece è elemento scollato
e avulso dalle logiche corporate? Il punto vendita dovrebbe essere considerato parte
dell’organizzazione e come tale input di un ciclo di feedback importante per l’organiz-
zazione stessa, poiché attinge direttamente dal mercato.
Ecco cosa pensano i nostri partecipanti, ma quali sono i presupposti?
Ascolto e azioni diversificate, libere da modelli mentali secondo cui tutti gli elementi della
rete retail sono simili tra loro, per massimizzare il risultato di sistema di cui fanno parte.
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
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9
06
Diamo i numeri...
Abbiamo chiesto ai partecipanti al Forum di rispondere a delle domande con l’obiettivo
di comprendere meglio qual è la percezione del proprio ruolo in azienda. Ecco i risultati.
Quale colore rappresenta meglio il tuo ruolo?
Non è emerso un colore identificativo per la figura del Retail Manager. I colori più
votati, a parimerito, sono stati il verde, l’arancio e il rosso, ma non si distaccano in
modo rilevante dagli altri.
Skills richieste sul lavoro?
Il pensiero strategico è probabilmente la skill più importante per il Retail Manager.
Anche la responsabilità e l’autonomia sono rilevanti. Pareri discordanti invece
riguardo la creatività e il metodo.
Verde
20%
Rosso
20%
Arancio
20%
Responsabilità Autonomia
0
20
40
60
80
100
Creatività Metodo Pensiero
strategico
37,9%
37,9%
17,2%
3,4%
3,4%
13,3%
46,7%
16,7%
10%
3,3%
3,3%
6,7%
6,7%
3,3%
36,7%
16,7%
6,7%
13,3%
16,7%
16,7%
23,3%
26,7%
10%
10%
13,3%
63,3%
13,3%
16,7%
6,7%
88,6%
80,3%
66,3%
79%
92,7%
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
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10
HR Manager
CFO
CEO
Mark. Manager
Sales Manager
Rapporti in azienda
Una domanda per svelare i rapporti con le altre funzioni aziendali. Il Sales Manager è
sempre al centro dei vostri pensieri, è la figura con cui avete maggiori rapporti, il
vostro nemico, ma in segreto vorreste essere come lui. Non vorreste mai essere il CFO.
Sales Manager
Quanto credi conti essere tecnico nel tuo ruolo?
Seppure il voto medio sia risultato abbastanza elevato, i voti non sono stati univoci.
32,3%
19,4%
12,9%
9,7%
9,7% IT Manager
Mark. Manager
HR Manager
CFO
Sales Manager
Sales Manager
35,3%
17,6%
11,8%
11,8%
5,9%
CFO
HR Manager
Mark. Manager
CEO
Sales Manager
Sales Manager
36,7%
16,7%
13,3%
3,3%
3,3% Energy Manager
COO
Logistic Manager
IT Manager
CFO
CFO
30,8%
25,6%
17,9%
5,1%
5,1%
Livello di integra-
zione con le altre
funzioni aziendali
Impatto del tuo
lavoro sul sistema
azienda secondo
gli altri ruoli
Importanza della
tecnica nel tuo
ruolo
Efficacia dei
sistemi di misura
delle prestazioni
Importanza della
tecnica nel tuo
ruolo secondo
l’azienda
0
1
2
3
4
1 Con chi hai maggiori sinergie 2 Il tuo “nemico” in azienda
3 Chi vorresti essere 4 Chi non vorresti mai essere
20,7% 13,6% 16,7% 6,7%
13,3%
5,3%
21,1%
26,3%
42,1%
5,3%
33,3%
33,3%
13,3%
44,4%
16,7%
11,1%
11,1%
22,7%
27,3%
18,2%
18,2%
34,5%
24,1%
17,2%
3,4%
2,5
2
2,4
1,7 1,8
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
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11
O7
Il modello di lavoro
Abbiamo proposto questo approccio a gruppi di manager che in comune hanno la fun-
zione aziendale. Abbiamo chiesto ai gruppi di raccontare ciò che quotidianamente im-
pedisce loro di raggiungere l’obiettivo previsto dal loro ruolo, e insieme riconoscere il
legame tra questi sintomi per identificarne la causa profonda.
Tutti i sintomi negativi presenti in una organizzazione, infatti, possono essere ricondot-
ti attraverso un approccio basato sulla logica causa-effetto ad un’unica causa comune
che li genera tutti. Attraverso un lavoro di verbalizzazione è possibile disegnare e favo-
rire il processo di focalizzazione dei problemi.
La Teoria dei Vincoli, filosofia manageriale sviluppata negli anni ’80 dal fisico israe-
liano Eliyahu Moshe Goldratt, propone una metodologia completa ed efficace per la
verbalizzazione di situazioni complesse. Un set di strumenti logici guida i manager
nella gestione del cambiamento supportandone ogni fase, con l’obiettivo di superare
le naturali resistenze che le persone vivono nel percorso. In particolare, per la verbaliz-
zazione dei problemi prevede un diagramma a cinque blocchi che, nella sua semplicità,
riesce a guidare la fase iniziale: la Nuvola di conflitto.
box
I sei livelli di resistenza al cambiamento
1 Disaccordo sul problema
In ogni realtà ci sono sintomi negativi. Sebbene siano diversi, questi sintomi sono tutti
collegati l’uno all’altro. Attraverso un’analisi dei collegamenti con l’Albero della Realtà
Corrente si mette a fuoco il problema e con la Nuvola di Conflitto si investigano le cause
profonde di tutti i sintomi. Queste cause sono i modelli mentali che reggono la realtà in
oggetto.
2 Disaccordo sulla direzione della soluzione
Dopo aver raggiunto l’accordo sul problema è fondamentale ottenere il consenso collet-
tivo sull’individuazione del percorso per risolverlo. “L’injection” è la soluzione, quell’idea
che ancora non esiste ma che, nel momento in cui ci sarà eliminerà la causa di tutti i
sintomi negativi. È il punto di vista diverso che fa crollare i modelli mentali consolidati.
FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa
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12
3 Disaccordo sul fatto che la soluzione risolva il problema
In un percorso di cambiamento è necessario riuscire a proiettarsi in un futuro migliore.
L’”Albero della Realtà Futura” dimostra, con passaggi logici, come l’injection risolva il
problema ed elimini tutti i sintomi.
4 Convinzione che la soluzione porterà effetti negativi
L’applicazione dell’injection risolverà il problema ma, nello stesso tempo, potrebbe por-
tare implicazioni negative. Il “Ramo delle Implicazioni Negative” è lo strumento con cui
si individuano le conseguenze negative per poterle prevenire.
5 Sollevare gli ostacoli che bloccano l’implementazione
della soluzione
L’injection è un obiettivo ambizioso. Ci sono ostacoli pratici che separano il presente dal
futuro ed è necessario superarli tutti attraverso il raggiungimento di obiettivi intermedi,
che sono tappe verso l’obiettivo finale. L’“Albero dei Prerequisiti” è lo strumento che
delinea il piano strategico per l’implementazione della soluzione.
6 Paure non verbalizzate
L’ultima resistenza è l’inerzia. Serve un piano d’azione che concretizzi il piano strategico.
L’”Albero della Transizione” delinea la sequenza logica di azioni necessarie al raggiungi-
mento degli obiettivi intermedi.
focalizzare un conflitto ed identifi-
carne le cause profonde
fotografare la realtà in oggetto
NUVOLA DI CONFLITTO
disegnare il piano strategico di
obiettivi intermedi che portano
all’implementazione dell’injection
ALBERO DEI PREREQUISITI
delineare il piano d’azione che
segue il piano strategico
ALBERO DELLA
TRANSIZIONE
1
ALBERO DELLA REALTÀ
CORRENTE
fotografare la realtà futura che
si ottiene con l’applicazione
dell’injection
ALBERO DELLA REALTÀ
FUTURA
comprendere e prevenire le conseguenze
negative derivanti dall’applicazione dell’injection
RAMO DELLE IMPLICAZIONI
NEGATIVE
2
3
4
5
6
Thinking Process Tools
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13
O8
Lo strumento: la Nuvola di Conflitto
Un problema non è reale finché non viene verbalizzato. Vi è mai successo di avere un’i-
dea chiarissima in testa e di rendervi conto della sua fragilità soltanto nel momento
della condivisione di questa idea con un’altra persona?
La verbalizzazione di un problema è il primo passo per la comprensione profonda della
sua causa, e quindi per la sua risoluzione. Ogni problema può essere ricondotto ad un
conflitto tra due posizioni opposte ed alternative per il raggiungimento di uno stesso
obiettivo. La verbalizzazione del problema sotto forma di conflitto, infatti, aiuta a de-
scrivere la situazione in tutti i suoi aspetti attraverso la focalizzazione dell’obiettivo,
delle posizioni conflittuali e delle necessità a cui queste ultime rispondono. A guidarci
è la logica causa effetto (se – allora) attraverso l’utilizzo di uno strumento chiamato
Nuvola di Conflitto.
Si tratta di un diagramma a cinque blocchi che, nella sua semplicità, riesce a portare in
breve tempo alla consapevolezza del vero problema (la causa degli effetti).
L’analisi del problema passa attraverso l’identificazione delle necessità che ispirano tali
posizioni.Seleposizioniconflittuali(DeD’)sonoopposte,infatti,ildiscorsononvaleperle
necessità(B eC),che,alcontrario,devonoesseresoddisfattecontemporaneamenteperil
raggiungimento di un obiettivo comune (A).
L’idea è di spostare l’attenzione dal livello delle posizioni conflittuali, dove la soluzione non
necessità
1
C
ciò che
sopportiamo
D
necessità
2
B
ciò che
vorremmo
D1
A. obiettivo comune assunti
Schema logico della Nuvola di Conflitto
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può che essere un compromesso poco soddisfacente per entrambe le parti, al livello più pro-
fondo delle necessità e ancora al livello più profondo dei modelli mentali che impediscono
alle persone di eliminare i sintomi per identificare una soluzione che attacchi la causa e sod-
disfi entrambe le necessità. Da qui siamo partiti, dal conflitto dei manager, che può essere
verbalizzato come il conflitto tra la sintesi di tutti i suoi sintomi ed il suo opposto, in
altre parole il conflitto è tra “ciò che il manager sopporta ma non vorrebbe” e “ciò che
invece vorrebbe”.

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  • 2. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 2 Premessa3 Il lavoro di gruppo4 Gli obiettivi e i sintomi, gruppo per gruppo5 La Nuvola di conflitto del Retail Manager7 Retail Manager8 Diamo i numeri...9 Il modello di lavoro11 Lo strumento: la Nuvola di Conflitto13 Sommario
  • 3. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 3 O1 Premessa Il manager ogni giorno affronta imprevisti, scelte di priorità, ostacoli di ogni tipo che rallentano nella corsa al traguardo. Sintomi che spostano in avanti l’obiettivo con sistematicità, creando frustrazione e consumando energie preziose. Di fronte ad essi la scelta è duplice: Adottare uno stile manageriale votato allo spegnimento di fuochi, ovvero cer- care di affrontare ogni sintomo trovandone soluzione puntuale in tempo reale; Fermarsi a riflettere in cerca della logica che accomuna tutti i sintomi, per tro- vare una soluzione definitiva e profonda. Noi abbiamo scelto il secondo approccio. In un modello organizzativo sistemico*, dove tutti i processi sono legati tra loro, anche i sintomi che si presentano localmente non potranno essere isolati dal contesto di sistema. Esisterà un collegamento tra di essi in cui trovare la risposta al problema che ne è la fonte. Si tratta di vedere la “big picture” per capire il contesto in modo profondo. Compren- dere il quadro complessivo è il primo passo, e allora disegnare la mappa dei sintomi trovandone i collegamenti è un modo saggio di essere manager. OGNI MANAGER HA UN COMPITO IMPORTANTE: PORTARE A TERMINE PROGETTI DI VALORE PER L’ORGANIZZAZIONE NEL SUO COMPLESSO CON ATTENZIONE AL RISULTATO LOCALE (EFFICACIA) E ALLE RISORSE CHE UTILIZZA PER REALIZZARLI (EFFICIENZA) 1 2 *Un sistema è un insieme di elementi interdipendenti che lavorano insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune. (Out of the Crisis, W. Edwards Deming - 1982) mercatofornitori ricezione produzioneapprovvigionamenti distribuzione test tecnologia costi gest. personale assemblaggio ricerche di mercato
  • 4. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 4 02 Il lavoro di gruppo Abbiamo guidato i gruppi di manager in una sessione di verbalizzazione del problema a partire dai sintomi. Tre gruppi si sono cimentati nella costruzione di nuvole di conflitto. In questo documento vogliamo condividere i risultati con tutti i colleghi che non hanno potuto essere presenti, ma che forse si riconosceranno nei sintomi che spesso un ruolo aziendale impone. La soluzione? Per ora proviamo a disegnare il problema e poi chissà che insieme non ne nasca uno spunto per gestire un cambiamento tanto temuto quanto necessario nelle nostre realtà aziendali. Focus e condivisione con i colleghi, per cercare risposte nel confronto e nella consape- volezza del più ampio sistema organizzativo in cui il ruolo si inserisce. Supportati dalla nuvola di conflitto abbiamo verbalizzato i sintomi e le loro connessioni per poi chiederci il “perché” alla base dei legami logici a supporto del nostro ragionamento. Il risultato? Un passo dai sintomi percepiti alla consapevolezza della causa che li genera tutti. STIMOLI RISPOSTE METODO WORKING GROUP A TUTTI I PARTECIPANTI È STATA POSTA UNA DOMANDA: CHE COSA RENDE DIFFICILE IL MIO RUOLO IN AZIENDA? ANCHE I COLLEGHI VIVONO I MIEI STESSI SINTOMI?
  • 5. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 5 03 Gli obiettivi e i sintomi, gruppo per gruppo In questo capitolo sono riportati gli obiettivi e i sintomi verbalizzati durante il confronto con gli HR Manager. Nel capitolo successivo troverete la Nuvola di Conflitto derivata da questo lavoro. Gruppo 1 Obiettivo: Raggiungere obiettivi economici per la rete di punti vendita e continuità economica di lungo periodo della stessa attraverso linee aziendali. Sintomi: ∙∙ L’azienda non mette a disposizione gli strumenti idonei (prodotti, soldi, risorse in genere). ∙∙ Gli obiettivi dell’azienda non sono allineati con le risorse a disposizione. ∙∙ I punti vendita fanno resistenza al cambiamento e si compromette così l’efficienza. ∙∙ Abbiamo tantissime richieste trasversali. Gruppo 2 Obiettivo: Ottimizzare i punti vendita dal punto di vista delle persone, massimizzando le vendite. Sintomi: ∙∙ La sede non ascolta. ∙∙ Siamo in mezzo a due fuochi (cerniera). ∙∙ Ci sono due diversi linguaggi tra sede e punto vendita e noi dobbiamo fare da traduttori. ∙∙ Il mondo retail e il mondo industria (produzione) ragionano diversamente. ∙∙ Azioni (locali) e obiettivi (globali) sono discordi. ∙∙ C’è scollamento tra la teoria del corporate e la pratica del punto vendita. ∙∙ I punti vendita non si sentono parte dell’azienda e devo impiegare molte energie per moti- varli (troppe pr, poca gestione del punto vendita).
  • 6. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 6 Gruppo 3 Obiettivo: Far vendere la rete in modo sostenibile nel tempo. Sostenibile, profittevole per singolo punto vendita, assicurando conformità d’immagine, sapendo scegliere l’affiliato giusto, motivando il personale, gestendo gli stock e coordinando la rete di negozi. Sintomi: ∙∙ Siamo troppo coinvolti nell’operatività per effettuare attività strategiche. ∙∙ Non posso delegare. ∙∙ Siamo tra n fuochi con esigenze diverse. ∙∙ Si pensa in modo locale. ∙∙ C’è scollamento tra mondo punto vendita e mondo corporate. ∙∙ Dobbiamo sempre essere trascinatori/motivatori, anche di noi stessi. ∙∙ Competizione introdotta da diverse norme.
  • 7. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 7 Efficienza del risultato C Efficacia del risultato B D1 Massimizzare la redditività garantendo il rispetto della brand identity! L’azienda ragiona con logiche lontane dal mercato ed è spesso più lenta della rete La mia figura deve integrare realtà che sembrano apparte- nere a sistemi diversi D Avere continuità tra le linee strategiche corporate e le azioni intraprese dal punto vendita Come leggere la nuvola: PER massimizzare la redditività aziendale nel il rispetto della brand identity il Re- tail Manager DEVE ottenere efficienza E QUINDI adoperarsi per integrare realtà che sembrano appartenere a sistemi diversi. Allo stesso modo, PER massimizzare la redditività aziendale nel il rispetto della brand identity DEVE ottenere efficacia E QUINDI agire per dare continuità alle linee strate- giche corporate e alle azioni intraprese dal punto vendita. Il conflitto tra le due posizioni (D e D’) verrà rimosso se si riesce a spezzare il legame logico che connette le necessità alle rispettive posizioni, cosicché esse non avranno più alcuna ragione di esistere. Chiedersi perché riteniamo validi i legami logici pre- cedenti aiuterà a mettere in discussione i modelli mentali che li reggono e a trovare l’injection, ovvero la soluzione, quell’idea che ancora non esiste. 04 La Nuvola di conflitto del Retail Manager Di seguito la rappresentazione della Nuvola di Conflitto che è derivata dal lavoro di gruppo. Nuvola di Conflitto del Retail Manager
  • 8. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 8 05 Retail Manager IL RETAIL MANAGER LAVORA PER LA PROFITTABILITÀ DEI PUNTI VENDITA NEL RISPETTO DELLA POLITICA AZIENDALE. È IL COLLEGAMENTO TRA LA SEDE E I DIVERSI PUNTI VENDITA. Un connettore che avvicina il corporate ai singoli store e viceversa. Ma quanto questa distanza è solo geografica e quanto diventa ideologica e culturale? Due linguaggi diversi, per i quali il Retail Manager fa da traduttore. Un lessico che invece dovrebbe accomunare due mondi ma che per mancanza di autorevolezza da parte del Retail Manager causa unidirezionalità di comunicazione. La percezione dei partecipanti è che manchi “empowerment” ad un ruolo manageriale sostenuto da soli strumenti operativi. Una riflessione dunque si sviluppa ai tavoli di lavoro: quanto il- punto vendita è considerato parte dell’azienda e quanto invece è elemento scollato e avulso dalle logiche corporate? Il punto vendita dovrebbe essere considerato parte dell’organizzazione e come tale input di un ciclo di feedback importante per l’organiz- zazione stessa, poiché attinge direttamente dal mercato. Ecco cosa pensano i nostri partecipanti, ma quali sono i presupposti? Ascolto e azioni diversificate, libere da modelli mentali secondo cui tutti gli elementi della rete retail sono simili tra loro, per massimizzare il risultato di sistema di cui fanno parte.
  • 9. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 9 06 Diamo i numeri... Abbiamo chiesto ai partecipanti al Forum di rispondere a delle domande con l’obiettivo di comprendere meglio qual è la percezione del proprio ruolo in azienda. Ecco i risultati. Quale colore rappresenta meglio il tuo ruolo? Non è emerso un colore identificativo per la figura del Retail Manager. I colori più votati, a parimerito, sono stati il verde, l’arancio e il rosso, ma non si distaccano in modo rilevante dagli altri. Skills richieste sul lavoro? Il pensiero strategico è probabilmente la skill più importante per il Retail Manager. Anche la responsabilità e l’autonomia sono rilevanti. Pareri discordanti invece riguardo la creatività e il metodo. Verde 20% Rosso 20% Arancio 20% Responsabilità Autonomia 0 20 40 60 80 100 Creatività Metodo Pensiero strategico 37,9% 37,9% 17,2% 3,4% 3,4% 13,3% 46,7% 16,7% 10% 3,3% 3,3% 6,7% 6,7% 3,3% 36,7% 16,7% 6,7% 13,3% 16,7% 16,7% 23,3% 26,7% 10% 10% 13,3% 63,3% 13,3% 16,7% 6,7% 88,6% 80,3% 66,3% 79% 92,7%
  • 10. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 10 HR Manager CFO CEO Mark. Manager Sales Manager Rapporti in azienda Una domanda per svelare i rapporti con le altre funzioni aziendali. Il Sales Manager è sempre al centro dei vostri pensieri, è la figura con cui avete maggiori rapporti, il vostro nemico, ma in segreto vorreste essere come lui. Non vorreste mai essere il CFO. Sales Manager Quanto credi conti essere tecnico nel tuo ruolo? Seppure il voto medio sia risultato abbastanza elevato, i voti non sono stati univoci. 32,3% 19,4% 12,9% 9,7% 9,7% IT Manager Mark. Manager HR Manager CFO Sales Manager Sales Manager 35,3% 17,6% 11,8% 11,8% 5,9% CFO HR Manager Mark. Manager CEO Sales Manager Sales Manager 36,7% 16,7% 13,3% 3,3% 3,3% Energy Manager COO Logistic Manager IT Manager CFO CFO 30,8% 25,6% 17,9% 5,1% 5,1% Livello di integra- zione con le altre funzioni aziendali Impatto del tuo lavoro sul sistema azienda secondo gli altri ruoli Importanza della tecnica nel tuo ruolo Efficacia dei sistemi di misura delle prestazioni Importanza della tecnica nel tuo ruolo secondo l’azienda 0 1 2 3 4 1 Con chi hai maggiori sinergie 2 Il tuo “nemico” in azienda 3 Chi vorresti essere 4 Chi non vorresti mai essere 20,7% 13,6% 16,7% 6,7% 13,3% 5,3% 21,1% 26,3% 42,1% 5,3% 33,3% 33,3% 13,3% 44,4% 16,7% 11,1% 11,1% 22,7% 27,3% 18,2% 18,2% 34,5% 24,1% 17,2% 3,4% 2,5 2 2,4 1,7 1,8
  • 11. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 11 O7 Il modello di lavoro Abbiamo proposto questo approccio a gruppi di manager che in comune hanno la fun- zione aziendale. Abbiamo chiesto ai gruppi di raccontare ciò che quotidianamente im- pedisce loro di raggiungere l’obiettivo previsto dal loro ruolo, e insieme riconoscere il legame tra questi sintomi per identificarne la causa profonda. Tutti i sintomi negativi presenti in una organizzazione, infatti, possono essere ricondot- ti attraverso un approccio basato sulla logica causa-effetto ad un’unica causa comune che li genera tutti. Attraverso un lavoro di verbalizzazione è possibile disegnare e favo- rire il processo di focalizzazione dei problemi. La Teoria dei Vincoli, filosofia manageriale sviluppata negli anni ’80 dal fisico israe- liano Eliyahu Moshe Goldratt, propone una metodologia completa ed efficace per la verbalizzazione di situazioni complesse. Un set di strumenti logici guida i manager nella gestione del cambiamento supportandone ogni fase, con l’obiettivo di superare le naturali resistenze che le persone vivono nel percorso. In particolare, per la verbaliz- zazione dei problemi prevede un diagramma a cinque blocchi che, nella sua semplicità, riesce a guidare la fase iniziale: la Nuvola di conflitto. box I sei livelli di resistenza al cambiamento 1 Disaccordo sul problema In ogni realtà ci sono sintomi negativi. Sebbene siano diversi, questi sintomi sono tutti collegati l’uno all’altro. Attraverso un’analisi dei collegamenti con l’Albero della Realtà Corrente si mette a fuoco il problema e con la Nuvola di Conflitto si investigano le cause profonde di tutti i sintomi. Queste cause sono i modelli mentali che reggono la realtà in oggetto. 2 Disaccordo sulla direzione della soluzione Dopo aver raggiunto l’accordo sul problema è fondamentale ottenere il consenso collet- tivo sull’individuazione del percorso per risolverlo. “L’injection” è la soluzione, quell’idea che ancora non esiste ma che, nel momento in cui ci sarà eliminerà la causa di tutti i sintomi negativi. È il punto di vista diverso che fa crollare i modelli mentali consolidati.
  • 12. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 12 3 Disaccordo sul fatto che la soluzione risolva il problema In un percorso di cambiamento è necessario riuscire a proiettarsi in un futuro migliore. L’”Albero della Realtà Futura” dimostra, con passaggi logici, come l’injection risolva il problema ed elimini tutti i sintomi. 4 Convinzione che la soluzione porterà effetti negativi L’applicazione dell’injection risolverà il problema ma, nello stesso tempo, potrebbe por- tare implicazioni negative. Il “Ramo delle Implicazioni Negative” è lo strumento con cui si individuano le conseguenze negative per poterle prevenire. 5 Sollevare gli ostacoli che bloccano l’implementazione della soluzione L’injection è un obiettivo ambizioso. Ci sono ostacoli pratici che separano il presente dal futuro ed è necessario superarli tutti attraverso il raggiungimento di obiettivi intermedi, che sono tappe verso l’obiettivo finale. L’“Albero dei Prerequisiti” è lo strumento che delinea il piano strategico per l’implementazione della soluzione. 6 Paure non verbalizzate L’ultima resistenza è l’inerzia. Serve un piano d’azione che concretizzi il piano strategico. L’”Albero della Transizione” delinea la sequenza logica di azioni necessarie al raggiungi- mento degli obiettivi intermedi. focalizzare un conflitto ed identifi- carne le cause profonde fotografare la realtà in oggetto NUVOLA DI CONFLITTO disegnare il piano strategico di obiettivi intermedi che portano all’implementazione dell’injection ALBERO DEI PREREQUISITI delineare il piano d’azione che segue il piano strategico ALBERO DELLA TRANSIZIONE 1 ALBERO DELLA REALTÀ CORRENTE fotografare la realtà futura che si ottiene con l’applicazione dell’injection ALBERO DELLA REALTÀ FUTURA comprendere e prevenire le conseguenze negative derivanti dall’applicazione dell’injection RAMO DELLE IMPLICAZIONI NEGATIVE 2 3 4 5 6 Thinking Process Tools
  • 13. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 13 O8 Lo strumento: la Nuvola di Conflitto Un problema non è reale finché non viene verbalizzato. Vi è mai successo di avere un’i- dea chiarissima in testa e di rendervi conto della sua fragilità soltanto nel momento della condivisione di questa idea con un’altra persona? La verbalizzazione di un problema è il primo passo per la comprensione profonda della sua causa, e quindi per la sua risoluzione. Ogni problema può essere ricondotto ad un conflitto tra due posizioni opposte ed alternative per il raggiungimento di uno stesso obiettivo. La verbalizzazione del problema sotto forma di conflitto, infatti, aiuta a de- scrivere la situazione in tutti i suoi aspetti attraverso la focalizzazione dell’obiettivo, delle posizioni conflittuali e delle necessità a cui queste ultime rispondono. A guidarci è la logica causa effetto (se – allora) attraverso l’utilizzo di uno strumento chiamato Nuvola di Conflitto. Si tratta di un diagramma a cinque blocchi che, nella sua semplicità, riesce a portare in breve tempo alla consapevolezza del vero problema (la causa degli effetti). L’analisi del problema passa attraverso l’identificazione delle necessità che ispirano tali posizioni.Seleposizioniconflittuali(DeD’)sonoopposte,infatti,ildiscorsononvaleperle necessità(B eC),che,alcontrario,devonoesseresoddisfattecontemporaneamenteperil raggiungimento di un obiettivo comune (A). L’idea è di spostare l’attenzione dal livello delle posizioni conflittuali, dove la soluzione non necessità 1 C ciò che sopportiamo D necessità 2 B ciò che vorremmo D1 A. obiettivo comune assunti Schema logico della Nuvola di Conflitto
  • 14. FINAL REPORT Retail Manager, dai sintomi alla causa ©2015 Oxigenio srl for Richmond Italia srl - www.richmonditalia.it 14 può che essere un compromesso poco soddisfacente per entrambe le parti, al livello più pro- fondo delle necessità e ancora al livello più profondo dei modelli mentali che impediscono alle persone di eliminare i sintomi per identificare una soluzione che attacchi la causa e sod- disfi entrambe le necessità. Da qui siamo partiti, dal conflitto dei manager, che può essere verbalizzato come il conflitto tra la sintesi di tutti i suoi sintomi ed il suo opposto, in altre parole il conflitto è tra “ciò che il manager sopporta ma non vorrebbe” e “ciò che invece vorrebbe”.