2. L’ “EPIDEMIOLOGIA” come disciplina autonoma si
sviluppa inizialmente nel Regno Unito.
Il primo epidemiologo moderno viene riconosciuto nel medico
inglese John Snow il quale condusse indagini epidemiologiche sul
colera quando ancora non era conosciuto l’agente eziologico
(prima del periodo d’oro della microbiologia 1879-1900).
Snow aveva già assistito agli effetti del colera, giunto sulle Isole
britanniche dalle Indie Orientali con l’epidemia del 1830 che
aveva fatto 60 mila vittime. Quando la malattia si ripresento’
nell’area metropolitana di Londra nel 1849 e nel 1854, Snow
aveva già qualche idea e con perfetto stile ipotetico deduttivo,
decise di verificarla.
3. Lavorando su una mappa della
città Snow riportò i numeri
dell’epidemia nei diversi distretti
e, poi, sovrappose allo schema
quello degli approvvigionamenti
idrici. Tutti i casi erano
distribuiti attorno ad una sola
delle numerose pompe erogatrici
di acqua potabile della City.
4. Ordinando la chiusura della Broad Street pumps si
riuscì a porre fine all’epidemia e ad identificare
l’acqua stessa come possibile veicolo di trasmissione.
Non passarono infatti molti anni dopo gli studi di
Snow che Robert Koch giunse all’isolamento, proprio
dall’acqua del Vibrio Cholerae e Pasteur dimostrò
che organismi viventi microscopici sono causa di
epidemie.
La metodologia di Snow è
tutt’ora
utilizzata per lo studio delle
epidemie e si è dimostrata
utile nello studio della SARS
(Severe Acute Respiratory
Syndrome)
5. La seconda metà del 900 segna l’inizio dell’ “epidemiologia
moderna”. Fra gli eventi importanti
nella medicina umana ricordiamo: la vaccinazione di massa
contro la poliomielite, l’eradicazione
del vaiolo il rapporto causa-effetto fra tabacco e malattie
cardiache e respiratorie, l’emergenza di
nuove malattie come l’AIDS. Compaiono nuove infezioni
degli animali (infezione da Salmonella enteritidis del
pollame, encefalite spongiforme del bovino e si assiste alla
ricomparsa di malattie che da anni erano state eradicate da
intere nazioni (es. epidemia di afta epizootica in Gran
Bretagna nel 2001).
6. Studio all’occorrenza delle malattie che utilizza “DATI”
rappresentati al
termine di ogni studio
epidemiologico.
Essa si basa sul
Comprende 3 fasi: “METODO
SCIENTIFICO”
RACCOLTA DEI DATI cioè su un processo in
ELABORAZIONE DEI DATI cui vengono generate
ipotesi che vengono
INTERPRETAZIONE DEI DATI falsificate per giungere
(CONCLUSIONI)
alla conclusione che esse
siano vere.
7. Osserva il fenomeno oggetto di studio
Descrive il fenomeno ricorrendo a misure
di esposizione e di insorgenza di malattia
Studia la distribuzione nel tempo e
nello spazio del fenomeno
Formula ipotesi sulla base di osservazioni
cliniche o di laboratorio
8. •Conduce studi appropriati formulando ipotesi e
valutando la qualità dei dati raccolti
•Analizza i dati raccolti, considerando le possibili
fonti di distorsione e giungendo a delle conclusione
•Valuta l'impatto reale sulla popolazione delle
misure adottate.
9. EPIDEMIOLOGIA EPIDEMIOLOGIA EPIDEMIOLOGIA
DESCRITTIVA ANALITICA SPERIMENTALE
Descrive gli eventi sanitari:
Analizza la relazione Valuta gli interventi
malattie, cause di morte, fattori
causa-effetto preventivi
di rischio ed utilizza la
tra i fattori di rischio (strategie vaccinali,
STATISTICA. Risponde alle
e le malattie, campagne di screening)
domande “Chi?”, “Dove?”,
Utilizza ed interventi terapeutici
“Quando?”.
QUESTIONARI e (sperimentazioni di
INTERVISTE. farmaci).
Risponde alla Risponde alla domanda
domanda “Perché?”. “Funziona?”.
11. Indica la frequenza con cui si muore in una
popolazione in un unità di tempo ed è data dal
numero dei decessi (numeratore) diviso per la
dimensione della popolazione (denominatore)
nell’unità di tempo.
Indica la frequenza con la quale ci si ammala in
una popolazione nell’unità di tempo ed è data dal
numero di nuovi casi di malattia (numeratore)
diviso per la dimensione della popolazione
(denominatore).
Indica il numero di persone ammalate in
una popolazione
in una unità di tempo espresso in anni,
mesi o giorni.
12. TASSI GREZZI Si applicano all’intera popolazione es. (tasso
grezzo di mortalità ), (incidenza cumulativa).
Si riferiscono ad alcuni sottogruppi della
TASSI SPECIFICI
popolazione (sesso, età).
13. •Identifica il gruppo di esposti e non esposti e li segue nel
tempo controllando l’insorgere della patologia.
•Identifico i malati (casi) e i non malati
(controlli) e risalgo nel tempo per
ottenere la storia di assenza o presenza
della / delle esposizioni. Valuto quindi la
frequenza di esposizione tra malati e
non malati.