Pur essendomi ormai quasi stancato di ripetere che gli economisti non servono, anzi, sono un danno per il mondo, non ho resistito a intervenire di nuovo su questo argomento, perché ho “scoperto” qualche fatto che a me sembra rilevante.
Se i premi Nobel per l'economia sono inaffidabili ...
1. Estratto dal sito
www.ilfuturomigliore.org
SE I PREMI NOBEL PER L’ECONOMIA
SONO INAFFIDABILI …
sergio benassai
Pur essendomi ormai quasi stancato di ripetere che gli economisti non servono, anzi, sono un danno
per il mondo, non ho resistito a intervenire di nuovo su questo argomento, perché ho “scoperto”
qualche fatto che a me sembra rilevante.
1) Il Nobel “ economicamente modificato”
Nella prima metà degli anni ’60, sulla base di un precedente lavoro di Harry Markowitz, gli
economisti Jack Trevnor, William Sharpe, John Lintner e Jan Mossin svilupparono un modello di
equilibrio dei mercati finanziari, il Capital Asset Pricing Model (CAPM), che stabiliva una
relazione tra il rendimento di un titolo e il suo livello di rischio.
Per aver sviluppato questo modello, nel 1990 William Sharpe ricevette (insieme a Merton Miller e
Harry Markowitz) il Premio Nobel per l’economia.
Nel 2004 Eugene Fama e Kenneth France contestarono il CAPM, presentando un nuovo modello
(il modello a tre fattori) che, secondo alcune valutazioni, sarebbe in grado di spiegare il 90% dei
risultati ottenuti in Borsa, mentre il CAPM si limiterebbe al 70%.
Nel 2013 Eugene Fama (insieme a Lars Hansen e Robert Shiller) riceve il Premio Nobel per
l’economia.
Quindi il Premio Nobel per l’economia va, sia a chi ha sviluppato un modello, sia a chi lo ha
contestato.
2. Naturalmente non si può non ammettere che le conoscenze, in tutti i campi, evolvono in
continuazione e quindi può non essere illogico premiare sia chi ha avuto un’idea, sia chi la ha
migliorata.
Il problema però, in questo caso, sta nel fatto che l’applicazione di questi modelli
potrebbe/dovrebbe aver avuto influenze non trascurabili sull’economi; e se i modelli non hanno
funzionato o non funzionano bene potrebbero essere (stati) in molti a piangere.
A meno che, come credo più probabile, i valori di Borsa, che si modificano per cifre stratosferiche
ogni pochi millisecondi, si modifichino senza tener alcun conto del CAPM o del modello a tre
fattori.
2) Il Nobel dialettico
Ma non basta.
Come hanno notato molti economisti, Fama e Shiller (premiati insieme nel 2013) sono agli
antipodi in termini di studi economici. Ecco alcuni dei commenti:
“Shiller è lo studioso che aveva previsto la bolla speculativa all’inizio del 2000 e
che sostiene che i mercati finanziari sono altamente inefficienti e soggetti ad una
volatilità eccessiva. Fama invece è uno di quegli studiosi che sostiene la capacità
di regolamentazione e regolarità dei mercati.”
“Il Nobel a Fama che ha spinto milioni di persone a credere nell’efficienza dei
mercati finanziari e a Shiller, che ha mostrato il contrario. Che contraddizione !”
“Fama e Shiller sono simili come l’acqua e il fuoco: l’efficienza dei mercati
finanziari contro l’esuberanza irrazionale”
“Shiller probabilmente è contento di condividere il lavoro con Fama. Senza la
teoria sull’efficienza dei mercati di Fama, Schiller non avrebbe avuto così tanto
da confutare”
Un colpo al cerchio e un colpo alla botte !
3) Il Nobel agli incapaci
Potrei anche fermarmi qui, ma forse vale la pena di ricordare un altro fatto.
Nel 1997 il Premio Nobel per l’economia fu assegnato a Robert Merton e Myron Scholes per aver
sviluppato un nuovo metodo per determinare il valore degli strumenti derivati.
La loro fama in materia di conoscenza dei meccanismi di gestione di “derivati” era del resto ben
dimostrata dal fatto che essi erano fra i gestori di un fondo speculativo (hedge fund), il Long-Term
Capital Portfolio L.P., di proprietà della Long-Term Capital Management L.P. (LTCM) fondata nel
1994.
3. All’inizio il fondo ottenne strepitosi successi: guadagni annuali fra il 20 e il 40%. Ma nel 1998 (un
anno dopo la consegna del Premio Nobel per l’economia a Merton e Scholes) perse 4,6 miliardi di
dollari in quattro mesi, tanto che, alla fine, dovettero intervenire la Federal Reserve e le principali
banche di investimento USA, con una ricapitalizzazione di 3,6 miliardi di dollari, per evitare una
crisi finanziaria internazionale.
4) E vissero tutti felici e contenti
Comunque gli inaffidabili economisti vincitori del Premio Nobel per l’economia potranno sempre
consolarsi con quel 1,2 milioni di dollari che costituisce il premio.
gli inaffidabili
William Sharpe Eugene Fama Robert Merton Myron Scholes