1. Estratto dal sito
www.ilfuturomigliore.org
LEOPARDIANA PER MONTI
Sergio Benassai
Monti, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando lo spread splendea
negli occhi tuoi sfuggenti e fuggitivi,
e tu, serio e pensoso, il limitare
del governo salivi?
Tacevano le quiete
stanze, e l’intero intorno,
al tuo parlar distinto,
allor che all'opra di governo intento
sedevi, assai contento
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era l’anno trascorso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi pallosi
talor lasciando ed internet chiudendo,
ove il tempo rimasto
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni della mia magione
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che scriveva decreti ed altre leggi.
2. Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Monti mio!
Quale allor ci apparia
il debito ridotto e il PIL salito !
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor ? Perché di tanto
inganni i figli tuoi?
Tu pria che inter fosse trascorso il verno,
da strano sogno avvinto e poi sedotto,
cambiavi, o bocconiano. E non vedevi
dove cacciarti andavi;
ma ti molceva il core
la dolce lode or di Casini e Fini,
or dei potenti capitali e banche;
e teco li potenti ai dì festivi
t’offrivano il potere.
Anche perìa fra poco
la speranza mia vana: agli anni miei
anche negaro i fati
il cambiamento. Ahi come,
come passato sei,
mio caro Monti, tecnico professore,
mia malrimessa speme!
Questo è il mondo? questi
i fatti, il futur, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionavi prima ?
questa la sorte delle nostre genti?
All’apparir del vero
tu, misero, cedesti: e con la mano
l’ascosta brama di un potere nuovo
mostravi di lontano.