11. 28 SABATO
22 OTTOBRE 2016
IL GIORNO *
il Resto del Carlino
LA NAZIONE
Alessandro Farruggia
LA GREEN economy come arma
anticrisi.Come dimostrano i nume-
ridi GreenItaly 2016, ilsettimo rap-
porto di Fondazione Symbola e
Unioncamere, più di un’impresa
su quattro dall’inizio della crisi ha
scommesso sulla green economy.
Sono infatti oltre 385mila le azien-
de italiane – il 26,5% del totale,
dell’industria e dei servizi – che dal
2010 hanno investito, o lo faranno
quest’anno, in tecnologie green per
ridurre l’impatto ambientale, ri-
sparmiare energia e contenere le
emissioni di CO2. Una quota che
sale al 33% nel manifatturiero.
«Queste imprese – osserva il presi-
dente di Fondazione Symbola Er-
mete Realacci (foto) – dimostrano
che il nostro posto nel mondo non
è quello della competitività a bassi
prezzi e dumping ambientale e so-
ciale. Investendo green le aziende
diventano più sostenibili e soprat-
tutto più competitive e aprono un
sentiero che va verso il futuro».
«I dati del nostro rapporto – confer-
ma il presidente di Unioncamere,
Ivan Lo Bello – dimostrano una
volta di più che la scelta green pa-
ga». E non solo in termini pura-
mente ambientali. L’orientamento
green si conferma un driver strate-
gico per il made in Italy, traducen-
dosi in maggiore competitività, cre-
scita delle esportazioni, fatturati e
occupazione. Nel manifatturiero il
46% delle imprese che investono in
tecnologie verdi esporta, contro il
27,7% delle imprese non investitri-
ci; il 35,1% delle imprese green ha
aumentato il fatturato nel 2015 a
fronte del 21,8% delle altre; il
33,1% ha introdotto innovazioni,
contro il 18,7% delle altre.
I GREEN jobs in italia sono 2milio-
ni 964mila. E dalla nostra econo-
mia verde arriveranno quest’anno
249.000 assunzioni fra green jobs
in senso stretto e figure ibride con
competenze green: pari al 44,5%
della domanda di lavoro non occa-
sionale. Quota che sale fino al 66%
nel settore ricerca e sviluppo. Il
contributo dei green jobs al Pil del
Paese viene stimato per il 2015 a
190,5 miliardi, pari al 13% del tota-
le.In molti settori il green è un trat-
to caratteristico del made in Italy.
In agricoltura l’Italia è il primo Pae-
se nell’Ue per numero di produtto-
ri biologici e il 1° Paese al mondo
per prodotti distintivi, con 285
Dop/Igp nel food e 523 Docg, Doc
e IGT.
E LO stesso nell’energia. Circa il
40% dell’elettricità prodotta in Ita-
lia deriva da fonti rinnovabili. A
giugno la quota di produzione di
energia elettrica da rinnovabili ha
superato quella da fonti fossili. E
l’ad di Enel, Francesco Starace, ieri
alla presentazione del rapporto, ha
orgogliosamente rivendicato: «Noi
siamo una delle 385mila imprese».
La green economy non è quindi so-
lo una affare per piccole e medie im-
prese, ma anche per giganti. E per
tutti i comparti. Le componenti
green della meccatronica italiana
attraversano tutti i settori, dalle
macchine agricole alle giostre
all’automotive. E l’economia green
avanza anche nel tessile. È il caso,
nel distretto tessile di Prato, che ha
lanciato il progetto Cardato Recy-
cled, che consente un risparmio di
60 milioni di kilowatt di energia,
500.000 metri cubi di acqua, e 650
tonnellate di ausiliari chimici.
RAVENNA
UN PO’ pubblico ufficiale, un po’ libero profes-
sionista. Di certo, il primo supporto a disposi-
zione dei tribunali che, in carenza di organi-
co, rischiano spesso di restare soffocati da mi-
gliaia di pratiche. Il notaio (come altre figure
di professionisti), grazie ad alcune recenti di-
sposizioni legislative, è oggi delegato dai magi-
strati alle operazioni di vendita nel caso di pro-
cedure esecutive immobiliari, ovvero le aste.
Le nuove norme rendono ormai obbligatorio
e non più facoltativo, per il giudice, affidare la
gestione dell’asta ad un notaio, un avvocato o
un commercialista. I risultati, come è emerso
ieri durante il convegno svoltosi a Ravenna
sulle aste immobiliari telematiche alla luce
delle nuove disposizioni sono evidenti.
«Solo il tribunale di Ravenna – spiega il nota-
io Andrea Dello Russo, presidente dell’asso-
ciazione notai per le esecuzioni mobiliari e im-
mobiliari – se dovesse far fronte alla mole di
lavoro che richiedono le aste immobiliari a
cui siamo delegati dovrebbe procedere all’as-
sunzione di almeno dieci persone. In questo
stato di emergenza, i professionisti hanno con-
corso ad alleggerire il carico della giustizia,
contribuendo a ridurre fino al 70% i tempi re-
lativi alle operazioni di vendita, formazione
del piano di riparto e chiusura del processo
esecutivo». Le vendite giudiziali, tra l’altro,
consentono un risparmio sul prezzo d’acqui-
sto degli immobili che varia dal 15 al 40% sui
valori di mercato.
Con il sistema delle aste online (alle quali si
può partecipare esibendo la firma digitale e
operando dallo studio di un notaio accreditato
attraverso la Rete Aste Notarili) si sta amplian-
do la platea dei possibili acquirenti di immobi-
li, si tagliano i costi e i tempi di aggiudicazio-
ne. Per Michele Nastri, presidente di Notar-
tel, la società che gestisce la rete telematica dei
notai «già oggi sono impegnati nelle aste tele-
matiche 781 notai con maggiore concentrazio-
ne in Toscana, Lazio, Emila Romagna, Lom-
bardia, Friuli. Anche il fenomeno delle aggiu-
dicazioni presso notai periferici è notevole
con il 28% nel caso dell’Emilia Romagna». Il
notaiopuò garantire al contempo «sia l’interes-
se dello Stato grazie alla efficienza del sistema
delle vendite competitive che del consumato-
re, assicurando che le aste siano svolte secon-
do criteri di legalità in modo da respingere ten-
tativi di turbativa d’asta o di utilizzo come
strumento di riciclaggio», dice Valentina Ru-
bertelli, delegata al settore aste nel consiglio
nazionale notarile. La crescita delle aste aggiu-
dicate in via telematica è esponenziale: nel
2013 registrava un controvalore di appena 443
mila euro, nel 2014 il balzo a 16,2 milioni, nel
2015 ben 25,9 milioni e, fino a settembre
2016, già 36,3 milioni.
Lorenzo Tazzari
L’economiaverdescaccia lacrisi
«Quasi 3 milioni di posti di lavoro»
Unioncamere-Symbola: un’impresa su 4 punta sulle tecnologie pulite
TIM accelera il percorso
verso il 5G, sperimentando
in campo a Torino il
superamento dei 500 Mbps
su singola connessione dati
in download su rete live
LTE. Tim è infatti il primo
operatore in Italia e tra i
primi al mondo ad
introdurre la tecnologia
4.5G, che consente di
innalzare la velocità di
trasmissione e la qualità di
navigazione tramite la rete
LTE. L’azienda, dopo aver
lanciato per prima in Italia il
4G Plus (LTE Advanced) e
aver raggiunto la massima
velocità dei 300 Mbps
attualmente offerta sulla
rete LTE in otto città (Roma,
Milano, Genova, Torino,
Napoli, Prato, Verona e
Palermo), raggiunge questo
ulteriore traguardo.
Timmette il turbo
«Connessionedati
aoltre 500Mbps»
Innovazione
Innovazione
Performance di fatturato
Prospettive di occupazione
QUANTO INCIDE LA SCELTA “VERDE”
Prospettive di occupazioneProspettive di occupazione
33,2%
18,8%
46%
27,7%
Innovazione
33,1%
18,7%
Performance di fatturatoPerformance di fatturato
35,1%
21,8%
Internazionalizzazione
73,5%
26,5%
ECO-INVESTIMENTI
DELLEIMPRESEITALIANE
Fonte:
GreenItaly 2016,
Unioncamere,
Fondazione Symbola
Non hanno investito o investiranno
in prodotti/tecnologie green
Hanno investito o investiranno
in prodotti/tecnologie green
IMMOBILIARE LE NOVITÀ NELLE PROCEDURE GIUDIZIALI. IL RUOLO CHIAVE DEI NOTAI
Vendite-lampoecostibassi:boomdelleasteonline
IL RAPPORTO
«La scelta ecologica paga,
crescono fatturato ed export»
Ilmanifatturiero è strategico
La scadenza per presentare progetti per la
VII edizione del premio «Non sprecare»,
organizzato dal giornalista Antonio Galdo
insieme alla Luiss, slitta al 31 ottobre.
LENUOVESFIDE
COME CAMBIA IL PIL
Luiss, premio ‘Non sprecare’
Gara aperta fino al 31 ottobre
12. Processo ai cambiamenti
climatici a Milano
Le sorgenti di metano del
Pacifico
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In Italia 3 mln di green jobs, il
13,2% degli occupati
| ADN KRONOS
Roma, 21 ott. - (AdnKronos) - La green economy fa bene
all’occupazione: sono infatti 2milioni 964mila i green jobs, ossia
occupati che applicano competenze ‘verdi’. Una cifra che corrisponde
al 13,2% dell’occupazione complessiva nazionale, destinata a salire
ancora entro dicembre. Lo rileva GreenItaly 2016, il settimo rapporto
di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione
con il Conai e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente
In particolare, secondo il rapporto, quest'anno dalla nostra economia
‘verde’ arriveranno 249.000 assunzioni fra green jobs in senso stretto
e figure ibride con competenze green: pari al 44,5% della domanda di
lavoro non occasionale. Quota che sale fino al 66% nel settore ricerca
e sviluppo. La domanda di lavoro di green jobs si caratterizza inoltre
per una maggiore stabilità contrattuale: le assunzioni a tempo
indeterminato sono ben il 53,4% nel caso dei green jobs, quando nel
resto delle altre figure tale quota scende al 38%.
Dal punto di vista settoriale, le costruzioni sono il comparto dove la
domanda di green jobs è più intensa, coinvolgendo poco più di un
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Home / Economia / GreenItaly 2016, più economia verde per rispondere alla crisi
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GreenItaly 2016, più economia verde per
rispondere alla crisi
Roma, (askanews) - Green economy sempre più strategica e vincente per una significativa ed
efficace risposta alla crisi. Lo dimostrano i numeri di GreenItaly 2016, il settimo rapporto di
Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai e con il patrocinio del
Ministero dell'Ambiente, che misura e pesa la forza della green economy nazionale. Partendo dal
fatto che più di un'impresa su quattro dall'inizio della crisi ha scommesso sulla green economy, che
in Italia significa più innovazione, ricerca, design, qualità e bellezza. Oltre 385mila
le aziende italiane, ossia il 26,5% del totale, dell'industria e dei servizi che dal 2010 hanno investito, o
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pubblicato il 24/ott/2016 13:07
Rapporto Symbola-Unioncamere, 26,5% aziende in green economy
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GreenItaly 2016, più economia verde per rispondere alla crisi
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Anche negli anni più difficili della crisi economica, le imprese italiane non hanno rinunciato ad
investire nelle tecnologie “green”, per ridurre l'impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le
emissioni di CO2. Il tutto ovviamente a beneficio dell'ambiente, ma anche della competitività
dell'impresa stessa.
24 OTTOBRE 2016 03:00
Postidilavoroeimpresepiùcompetitive:lʼimpattodella“greeneconomy”inItalia
Dalla “green economy” è arrivato un contributo importante sul fronte occupazionale, con la
creazione di 249mila nuovi posti di lavoro nel 2016
19. Secondo GreenItaly 2016, il settimo rapporto condotto da Fondazione Symbola e Unioncamere, le
imprese italiane dell'industria e dei servizi, che dal 2010 hanno investito (o lo faranno quest'anno) in
tecnologie “green”, sono oltre 385mila. Ovvero il 26,5% del totale delle aziende presenti in Italia.
Gli investimenti (recenti e passati) hanno reso le imprese più competitive – il 35,1% delle imprese
“green” ha aumentato il fatturato nel 2015 a fronte del 21,8% delle altre – e si sono tradotti anche in
nuove assunzioni di figure professionali in possesso delle competenze necessarie: dalla “green
economy” è arrivato così un contributo importante sul fronte occupazionale – complessivamente in
Italia i professionisti “green” sono circa tre milioni, pari al 13,2% degli occupati totali – e che per di più
è destinato a crescere ulteriormente entro dicembre: il rapporto stima che nel 2016 l'economia
“green” genererà 249mila nuovi posti di lavoro, fra green job in senso stretto e figure ibride con
competenze green.
Le professioni della “green economy” si dividono infatti in due categorie: le figure cosiddette ibride,
che non sono direttamente finalizzate alla gestione dell'impatto ambientale di un'impresa-prodotto-
servizio, e i “green jobs”.
Tra le prime vanno incluse figure come il direttore sicurezza e ambiente e l'energy manager; tra le
seconde, invece, troviamo ad esempio il biologo ambientale, il geologo e il consulente energetico. Si
tratta di professionisti altamente qualificati – l'80% possiede una laurea – e che, fatta eccezione per
alcuni casi specifici, percepiscono stipendi in linea con il mercato nazionale delle retribuzioni per le
professioni ibride e superiori alla media per quelle propriamente “green”. Ecco qualche esempio.
Secondo l'Osservatorio JobPricing, che ha provato a quantificarne la Retribuzione annua lorda,
l'Energy Manager, inserito solitamente nell'impresa come quadro, viene retribuito con un salario
inferiore alla media nazionale dei quadri: 43.843 contro 53.914 euro. Mentre i biologi ambientali,
geologi e meteorologi percepiscono (rispettivamente) 7 mila, 6 mila e 5 mila euro in più rispetto alla
media degli impiegati, pari a 31.122 euro annui.