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Settimana del Lavoro
Torino 24 maggio 2018
Il lavoro pubblico in Europa dopo la crisi
 
Lorenzo Bordogna
Università degli Studi di Milano
lorenzo.bordogna@unimi.it
 
L. Bordogna 2
Schema
Nelle risposte alla crisi del 2008 e del debito sovrano, il settore pubblico è
stato pressoché ovunque un oggetto privilegiato delle politiche
governative, non solo nei paesi a alta vulnerabilità finanziaria.
Si possono guardare due gruppi di effetti:
1. Effetti quantitativi sull’occupazione e total compensation
2. Effetti qualitativi sulla istituzioni delle relazioni industriali e i sistemi
di regolazione del lavoro e di determinazione delle retribuzioni
Infine ci porremo una domanda:
questi effetti, sia quantitativi che qualitativi, sono solo temporanei,
destinati a essere superati con la fine della crisi, o rappresentano
invece una «trasformazione fondamentale», strutturale, delle relazioni
di lavoro nel settore pubblico (come quella verificatasi nel settore
privato negli Stati Uniti negli anni ’80)?
L. Bordogna 3
1. Le risposte alla crisi del 2008 e del debito sovrano
a.Le risposte sono state differenziate da paese a paese, ma ovunque il
settore pubblico è stato oggetto di misure governative specifiche:
- riduzione del personale, spesso attraverso controlli sul
turnover, più raramente attraverso licenziamenti – con effetti
collaterali negativi [invecchiamento; perdita di competenze
senza sostituzione di nuove,..]
- blocco/taglio delle retribuzioni
- riduzione dei benefits e di altri trattamenti (es. trattamento di fine
servizio)
- interventi sulle pensioni (misure generali, ma talvolta con
aspetti specifici riguardanti i lavoratori pubblici)
- taglio ai trasferimenti finanziari dal governo centrale ai livelli
decentrati, con effetti indiretti sul personale e sui servizi
L. Bordogna 4
1. Le risposte alla crisi del 2008 e del debito sovrano
b. L’intensità delle risposte (delle politiche di austerità) è dipesa in genere
dal grado di vulnerabilità finanziaria di ciascun paese, ma non solo.
c. Intensità naturalmente maggiore nei paesi destinatari di programmi di
assistenza finanziaria di EU+ECB+IMF (IR, EL, PT, CY, ES), ed in quelli
a maggiore vulnerabilità finanziaria.
d. Tuttavia contano anche gli orientamenti politici dei governi e la
tradizione amministrativa di ciascun paese: v. i casi opposti di UK e
FR, il primo (governo Cameron) con una risposta ‘in eccesso’ rispetto
alla vulnerabilità finanziaria, il secondo con una risposta ‘in difetto’ e
ritardata.
e. I paesi CEE sembrano un caso a sé, sebbene con differenze al loro
interno.
  Vulnerabilità finanziaria 2007-2015
  2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015*
HIGH (8/9)   EL EU27**;  
EL; IE; FR; 
IT; PT; UK
EL; ES; 
PT
EL; ES; 
PT
IE; EL; 
ES; IT; 
PT
CY; EL; 
ES; PT; 
CY  
MEDIUM/ 
HIGH (7)
EL IE; IT; UK  DE; ES; 
HU;   SK
EU27** 
FR; IE; 
IT; UK
IE; IT; 
UK
EU28;  
CY; NL; 
UK
IE; IT IT; PT EL; FR; 
IT; PT
MEDIUM (6) IT; HU; PT  FR; HU;  
PT
CY; CZ; 
NL; 
HU EU28; 
CY; HU; 
NL; 
CZ; DK; 
HU; 
EU28; 
FR; NL; 
UK
IE; EL; 
ES; FR
CY; ES; 
UK
MEDIUM/ 
LOW (5)
FR EU27** 
DK; DE; 
ES; SE
DK; SE CY; CZ; 
DE; NL;  
SK
FR;  DE; FR; 
SE; SK
CZ; DK; 
DE; HU
EU28;  
DE; NL;  
UK
EU28;  
DE;  IE;  
NL; 
LOW (3/4) EU27** CY; 
CZ; DK; DE; 
ES; IE; NL; 
SE; SK; UK
CY; CZ; 
NL; SK
  DK; SE CZ; DK; 
DE; SE; 
SK
  SE; SK CZ; DK;  
HU; LT;   
SE; SK
CZ; DK;  
HU; SE; 
SK
Source: based on Eurostat data 
L. Bordogna 6
Variazione degli occupati 
(Pubblica Amministrazione, Difesa; Sicurezza Sociale Obbligatoria)
(fonte: Eurostat, LFS)
  
                                                                                         
               PUBLIC ADMIN., DEFENCE, 
COMPULSORY
SOCIAL SECURITY
  
          2014/2007    2009/07 2014/09
                   
Diminuzione > 10%
 
BE, EL, CY, LV, NL, RO, 
UK
 
LV
 
DK, EL, LV, NL, RO
                       
Diminuzione 5-10%
 
BG, DK, IR, IT (-8,9%), FI
 
CY
 
 
BE, BG, IR, ES, FR, IT, CY, 
SI, FI, UK
 
Diminuzione fino 5%
 
CZ, DE, FR, PT
 
BE, BG, CZ, DE, EE, EL, 
AT, FI, UK  
 
CZ, LT, PT
 
Aumento fino 5%
 
 
ES, LT, AT, SI
 
IR, FR, IT, LT, MT, NL, 
PT, RO, SE, NO
 
DE, AT, PL
 
Aumento 5-10% 
 
MT
 
HU, PL
 
 
MT, NO
 
Aumento > 10%
 
EE, LU, HU, PL, SK, SE, 
NO
 
DK, ES, LU, SI, SK
 
EE, LU, HU, SK, SE
L. Bordogna 7
Livelli occupazionali: pubblica amm., difesa, sicurezza 
sociale obbligatoria (categoria O)
•Tra il 2007 e 2014, 16 paesi su 28 hanno diminuito l’occupazione
nel settore: la maggioranza, ma non tutti.
•7 paesi hanno diminuito in maniera molto consistente (oltre 10%)
•Non pochi hanno aumentato (12 paesi), di cui alcuni (7) in misura
superiore al 10%
•Salvo rari casi, la risposta è stata ritardata nei primi anni,
(sorprende la Spagna, con un incremento superiore al 10% tra il
2007-2009)
•La diminuzione è stata particolarmente forte tra i lavoratori
temporanei e part-time (come in Italia)
L. Bordogna 8
Variazione degli occupati 2007-2014: PA e totale economia
(fonte: Eurostat, LFS)
   * Paesi in cui la diminuzione degli occupati è stata maggiore nella PA, Defence,  
     Social Security che nel complesso dell’economia
     
     PUBLIC ADMIN., DEFENCE, SOCIAL SECURITY
           Increase    Decrease
          
             Increase
 
 
ALL ACTIVITIES
 
LU, HU, MT, AT, PL, 
SK, SE, NO
 
 BE, CZ, DE, FR, UK
 
                          
           Decrease
       
ES, EE, LT, SI
              
 
 
BG, DK*, EL, IR, IT*, NL*, CY*, 
LV,* PT, RO*, FI* 
L. Bordogna 9
Livelli occupazionali: confronto PA e intera economia
•In 11 paesi l’occupazione è diminuita in entrambi i settori (PA e
intera economia)
•Tra questi 11, in 7 è diminuita più che nell’economia nel suo
complesso (tra cui IT, DK, NL e FI)
•In 8 paesi l’occupazione è cresciuta sia nella PA che nell’intera
economia (tra cui molti CEE)
•In 4 paesi è diminuita nel complesso dell’economia ma aumentata
nella PA (tra cui sorprende la Spagna)
Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti quantitativi
Fonte: OECD, Government at a Glance 2017, ch. 3
2007 2009 2015
NOR 29,0 29,3 30,0
DNK 28,3 29,4 29,1
SWE 30,3 29,4 28,6
FIN 24,6 25,0 24,9
EST 20,7 23,7 23,0
HUN 18,8 19,6 21,9
FRA 21,8 21,9 21,4
LVA 19,5 21,7 20,1
ISR 22,6 21,9 20,0
SVK 19,4 18,9 19,4
BEL 18,5 18,8 18,4
CAN 17,9 18,7 18,2
OECD 17,9 18,3 18,1
GRC 18,0 17,6 18,0
SVN 15,4 15,9 17,4
GBR 19,2 19,6 16,4
CZE 13,5 13,5 16,2
AUT 16,4 16,5 15,9
ESP 13,4 14,8 15,7
USA 15,9 16,7 15,3
PRT 14,5 15,0 15,2
IRL 14,6 15,8 15,0
ITA 14,3 14,3 13,6
NLD 13,6 13,8 12,8
TUR 13,1 13,1 12,4
LUX 12,0 12,1 12,4
DEU 11,3 11,3 10,6
Employment in general government as a percentage of total
employment, 2007, 2009 and 2015 (OECD, 2017 ch. 3)
L. Bordogna 12
Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti
quantitativi – Dati OECD
Percentuale occupati General Government sul Totale Occupati
2009 2015
IT 14,3 13,6
GR 17,6 18,0
SP 14,8 15,7
IR 15,8 15,0
FR 21,9 21,4
GER 11,3 10,4
NL 13,8 12,8
UK 19,6 16,4
DK 29,4 29,1
SWE 29,4 28,6
NOR 29,3 30,0
OECD, Government at a Glance 2017, cap. 3
13
Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti
quantitativi – Dati OECD
DIMENSIONE SETTORE PUBBLICO – OECD 2015
Percentuale occupati settore pubblico su totale occupati (OECD General Government)
Occupati Settore
Pubblico su Totale
Occupati
Paesi
Oltre 24% Finlandia, Danimarca, Svezia, Norvegia
Da 18,1 a 24%
Belgio, Slovacchia, Lettonia, Francia, Ungheria, Lituania,
Estonia
Da 14,1% a 18%
Irlanda, Portogallo, Spagna, Repubblica Ceca, UK, Austria,
Slovenia, Grecia
Fino a 14% Germania, Lussemburgo, Olanda, Italia
Fonte: OECD, Government at a Glance 2017, Ch. 3.
L. Bordogna 14
Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti
quantitativi – Dati OECD
I dati OECD (e anche quelli EUROSTAT, qui non presentati nel dettaglio)
confermano che per percentuale di dipendenti pubblici sul totale
dell’occupazione l’Italia si colloca:
 sotto la media OECD e nella parte bassa della graduatoria
 vicina all’Olanda e (con più distanza) alla Germania
 ben al di sotto di Spagna, UK e ancor più FR
 lontana anni luce dai Paesi Nordici
L. Bordogna 15
Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti
quantitativi
COMMENTO
Secondo i dati OECD, tra gli undici paesi considerati nelle slides precedenti, e
in generale in tutti i paesi OECD per i quali i dati sono disponibili, l’Italia si
colloca nel 2015 (e anche nel 2009) nella parte bassa della classifica per
peso dei dipendenti pubblici sul totale degli occupati, sopra la Germania e
l’Olanda, vicino alla Spagna, ma notevolmente sotto la FR, UK per non
parlare dei Paesi Nordici.
Secondo i dati Eurostat-LFS, che nelle categorie P e Q includono anche i
fornitori privati con dipendenti privati, tra gli stessi 11 paesi l’Italia si colloca
al posto più basso, nel 2009 con la Spagna e nel 2016 da sola. Se si
considerano tutti i Paesi UE, l’Italia è nella parte bassa, insieme a molti
paesi dell’Est Europa.
 Nel complesso, rispetto ai principali Paesi europei con i quali
generalmente ci confrontiamo, l’Italia NON ha un peso eccessivo dei
dipendenti pubblici sul totale degli occupati.
Questi dati di fonte internazionale sono confermati anche da quelli della
Ragioneria Generale dello Stato (v. oltre)
L. Bordogna 16
Compensation of Employees
•Diminuita in 8 paesi su 28 tra 2007-2014 (in 9 tra 2010-2014)
•In alcuni paesi la diminuzione è stata molto consistente (IR, EL,
PT, HU, UK)
•Anche qui, gli effetti si sono fatti sentire soprattutto dopo il 2009
(es. CY, IT)
•In vari paesi il 2014 è già un anno di ripresa
L. Bordogna 17
Variazione nell’occupazione e total pay bill 2007-2014
(fonte: Eurostat)
     Occupazione
(Public Administration, Def., Comp. Social Sec.)
 
  Aumento Diminuzione
          
              Aumento
 
Compensation
of employees
(general govern.)
ES, SK, SE,
EE, MT, LT, LU, AT,
PL, SI, NO
CZ, DK, DE, FR, NL,
BE, BG, LV, FI
 
             
           Diminuzione
 
HU EL, IT, UK, IR, CY, PT, RO
L. Bordogna 18
Occupazione e Total Pay Bill
•In 7 paesi diminuiscono entrambi (EL, IR, IT, PT, CY, RO, UK)
•In  11 paesi aumentano entrambi, tra cui vari nordici (ma non DK) 
e Centro-Est Europa, e sorprendentemente Spagna
•In 9 aumenta il Pay bill ma diminuisce l’occupazione (tra cui DE, 
FR, NL, DK, FI, BE)
L. Bordogna 19
Il lavoro pubblico in Italia: dati Ragioneria Generale 
dello Stato
Anche i dati del Conto Annuale pubblicati dalla Ragioneria Generale dello
Stato confermano:
 la riduzione in termini assoluti del totale del personale pubblico dal
2007 al 2016 (-6,3%, ancora maggiore se a parità di enti)
 la riduzione del peso percentuale sul totale degli occupati
 la riduzione in termini assoluti e in percentuale sul PIL del costo totale
del lavoro pubblico, dopo il picco del 2009
L. Bordogna 20
Totale dipendenti pubblici e costo del lavoro, 
2001-2015 (000)
(1
) Inclusi supplenti annuali, dirigenti a tempo determinato, volontari e allievi delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia.
(2
) I contratti flessibili includono: tempo determinato (il gruppo più consistente), formazione lavoro, interinali/somministrati, lavori socialmente utili. Le
ultime due categorie non hanno un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione.
NB: Nel 2011 e negli anni successivi sono rilevati enti non censiti in precedenza. Pertanto, a parità di enti, il totale degli occupati (tempo
indeterminato+flessibili) risultarebbe inferiore di circa 28-30 mila unità negli anni 2011-2013 e inferiore di circa 68-70 mila unità negli anni 2014-2016.
Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze-Ragioneria Generale dello Stato (2017), Commento ai principali dati del Conto annuale del periodo 2007-
2016, www.contoannuale.tesoro.it, Tabella 5.11; Eurostat per le ultime due righe.
   
2007
 
2008
 
2009
 
2010
 
2011
 
2012
 
2013
 
2014
 
2015
 
2016
Totale Occupati 3583,6 3579,0 3503,2 3437,9 3395,4 3343,9 3335,7 3366,3 3363,7 3356,7
A tempo indeterminato (1
) 3429,3 3436,8 3376,2 3315,7 3283,8 3239,0 3233,1 3259,6 3257,5 3247,8
Personale con contratto flessibile (2
)
154,3 142,1 127,0 122,2 111,6 104,9 102,7 106,9 106,1 108,9
% su totale forza lavoro 14,5% 14,6% 14,2% 14,0% 13,6% 13,2% 13,2% 13,2% 13,2% 13,0%
% su totale occupati 15,6% 15,6% 15,5% 15,2% 15,0% 14,9% 15,0% 15,0% 14,9% 14,7%
Costo del lavoro totale (mld euro) 157,81 167,84 169,09 166,73 165,18 160,32 158,29 159,62 159,52 159,65
% su PIL nominale 9,8% 10,3% 10,8% 10,4% 10,1% 9,9% 9,9% 9,8% 9,7% 9,5%
Occupati nella PA a tempo indeterminato per comparto, inclusi
dirigenti (2007 e 2016, Conto Annuale del Tesoro)
2007 2016
Ministeri, agenzie fiscali, PCM* 242734 203442
Scuola e AFAM* 1145841 1115409
Vigili del Fuoco 31535 33908
Enti Pubblici* 58608 42501
Regioni e AALL* 515736 446272
Regioni statuto speciale 70200 90785
Sanità* 682197 648663
Università* 116577 97206
Ricerca* 15848 20414
Forze armate e polizia 525317 487404
Magistrati 10279 10299
Carriera prefettizia 1510 1213
Carriera diplomatica 970 935
Carriera penitenziaria 494 321
Altri 11420 49009
Totale tempo indet. 3429266 3247764
Tot. a parità di enti** 3429266 3183079
Tot. inclusi flessibili 3583560 3356664
* Comparti contrattualizzati presso ARAN. Dal 2017 il numero dei comparti è stato ridotto a 4,
più 4 per la dirigenza (d.lgs. 150/2009, art. 54, che modifica art. 40, comma 2, d.lgs.
165/01).
L’Università comprende anche il personale docente (professori e ricercatori), che non è
contrattualizzato.
** Dal 2011 sono stati rilevati anche alcuni enti precedentemente esclusi.
L. Bordogna 22
Il lavoro pubblico in Europa: confronti
qualitativi
QUALI CARATTERISTICHE RISPETTO AL SETTORE PRIVATO?
Tradizionalmente, in molti paesi, l’occupazione nel settore pubblico 
rispetto al privato si caratterizza per:
 Maggiore quota di lavoro femminile (scuola, ospedali)
 Maggiore quota di lavoro part-time (soprattutto delle e tra le donne), 
anche se in Italia il part-time è meno diffuso che in altri paesi EU
 Maggiore quota di lavoro temporaneo 
 Maggiore anzianità degli occupati (meno marcata però nella UE10)
 Maggiore livello di istruzione
L. Bordogna 23
Il lavoro pubblico e in Europa: confronti
qualitativi
La maggiore anzianità dei dipendenti pubblici rispetto ai 
dipendenti del settore privato è un dato che accomuna molti 
Paesi della UE15, meno quelli della UE10.
Dato aggravato negli anni recenti anche per effetto delle politiche 
di austerità che hanno messo vincoli stringenti al turnover e, 
in vari casi, alzato l’età pensionabile dei dipendenti pubblici.
In Italia dal 2008 al 2016 la classe di età modale, ovvero quella con 
il maggiore addensamento di personale, è passata da 45-49 a 
50-54 anni, seguita a pochissima distanza da quella 55-59. 
Età media: quella di tutto il personale dal 2001 al 2016 è salita di 
quasi 7 anni, a 50,3, più tra gli uomini che tra le donne, più 
nella scuola, università, nei ministeri, nelle autonomie locali 
che nella sanità e soprattutto nelle forze armate e di polizia.    
L. Bordogna 24
Il lavoro pubblico in Europa: confronti
qualitativi
A fine 2016 nella classe 60-64 anni c’erano circa 250 mila donne e 
poco meno di 200 mila uomini. Nella classe 65 e oltre, circa 30 
mila donne e 25 mila uomini.
Significa che nei prossimi anni andranno in pensione circa 500 
mila dipendenti pubblici, poco meno di un sesto del totale: 
sicuramente una perdita di esperienza, ma anche una 
opportunità non solo per ringiovanire l’Amministrazione sul 
piano anagrafico ma anche per rinnovarla e ammodernarla sul 
piano delle competenze.
L. Bordogna 25
Effetti qualitativi sulle RI e i sistemi di
determinazione delle retribuzioni
• Ritorno all’unilateralismo: dove il sistema lo permetteva (FR, DE, parte
UK) ampiamente usato; dove non lo permetteva perché il sistema era
passato alla regolazione congiunta/contrattazione collettiva, questa è
stata sospesa con provvedimento del governo (IT).
• Ritorno alla centralizzazione, contro le spinte ‘ingenue’ in alcuni paesi
al decentramento della fase precedente
• Ridimensionamento o abbandono di alcune tendenze della fase
precedente spesso ispirate dal New Public Management (NPM), a
causa di effetti inattesi o controproducenti (decentramento,
individualizzazione dei trattamenti, PRP)
• fine della ‘separatezza’ delle RI nel settore pubblico, non più protette e
a disposizione degli attori nazionali, ma esposte a fattori internazionali
(mercati finanziari) e attori sovranazionali (EU, ECB, IMF)
Ripensamento del NPM in ambito OECD
Negli anni ‘80 e primi ‘90, vari studi OECD raccomandavano fortemente
le riforme ispirate al New Public Management: «remove any difference
between the public and the private sector» nell’organizzazione e nella
gestione del personale come via privilegiata se non esclusiva per il
miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle pubbliche
amministrazioni e della qualità dei servizi:
- Disaggregazione e decentramento degli apparati burocratici per avvicinarli
alle condizioni locali dell’economia e del mercato del lavoro
- Decentramento della contrattazione collettiva
- Variabilità e differenziazione selettiva dei trattamenti legati alla performance
(forme di performance related pay, merit pay e simili)
- Individualizzazione dei trattamenti del personale
Ripensamento del NPM in ambito OECD
Studi successivi pubblicati sempre dall’OECD sposano una posizione molto
più cauta e ‘condizionata’ sulle riforme ispirate al NPM.
In un Rapporto OECD del 2007 sul decentramento contrattuale nel settore
pubblico si legge:
“[the decentralization of pay bargaining] should be pursued only if
justified by corresponding advantages and if accompanied
by appropriate financial arrangements”.
Il decentramento può ridurre i costi di agenzia, ma aumenta certamente i costi
di transazione.
Inoltre, maggiore autonomia a livello decentrato in materia di gestione del
personale senza un corrispondente aumento della
responsabilità/accountability può portare a comportamenti collusivi tra le
parti.
Ripensamento del NPM in ambito OECD
E lo stesso Rapporto è ancora più chiaro sull’individualizzazione dei
trattamenti:
Oecd 2007
“The potential for individualization has often been overstated. It
entails higher transaction costs than uniform and collective
standards and agreements, and one should assume that a
rationally acting manager will use standard contracts,
standard conditions and collective pay structures unless there
is a clear added value to be gained from individualisation”.
Ripensamento del NPM in ambito OECD
Infine, un Rapporto OECD del 2015 sottolinea come nuove tendenze
emerse nell’ultimo decennio, accelerate dalla crisi, siano in buona
parte una risposta (che precede la crisi) alle riforme ispirate dal
NPM (p. 17).
«Current trends are to a large extent a reaction to unexpected and
problematic results of the reforms inspired by the NPM» (p. 19).
Una di queste riforme emergenti (perfino in Nuova Zelanda)
«consists in reducing or abolishing performance related pay
(bonuses) for government personnel» (OECD 2015: 224)
L. Bordogna 30
Effetti qualitativi sulle RI
TRASFORMAZIONE FONDAMENTALE?
(come settore privato USA anni ‘80)
Forse no, MA… Ciò che è certamente cambiato, e non passerà
presto, è la fine della separatezza/protezione della regolazione
del lavoro pubblico dalle forze internazionali (mercati
finanziari) e da attori sovranazionali (EU, ECB, IMF).
Le regolazione del lavoro e le relazioni sindacali nel settore
pubblico non sono più un ‘affare separato’ degli attori
domestici (governo e parti sociali), a loro completa e esclusiva
disposizione.
Il controllo della spesa pubblica, e in essa del lavoro pubblico, è e
sarà per tutti i governi un imperativo ineludibile, sotto la
stretta sorveglianza dei mercati internazionali e degli attori
sovranazionali.
L. Bordogna 31
Effetti qualitativi sulle RI
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Il lavoro pubblico in Europa dopo la crisi

  • 1. Settimana del Lavoro Torino 24 maggio 2018 Il lavoro pubblico in Europa dopo la crisi   Lorenzo Bordogna Università degli Studi di Milano lorenzo.bordogna@unimi.it  
  • 2. L. Bordogna 2 Schema Nelle risposte alla crisi del 2008 e del debito sovrano, il settore pubblico è stato pressoché ovunque un oggetto privilegiato delle politiche governative, non solo nei paesi a alta vulnerabilità finanziaria. Si possono guardare due gruppi di effetti: 1. Effetti quantitativi sull’occupazione e total compensation 2. Effetti qualitativi sulla istituzioni delle relazioni industriali e i sistemi di regolazione del lavoro e di determinazione delle retribuzioni Infine ci porremo una domanda: questi effetti, sia quantitativi che qualitativi, sono solo temporanei, destinati a essere superati con la fine della crisi, o rappresentano invece una «trasformazione fondamentale», strutturale, delle relazioni di lavoro nel settore pubblico (come quella verificatasi nel settore privato negli Stati Uniti negli anni ’80)?
  • 3. L. Bordogna 3 1. Le risposte alla crisi del 2008 e del debito sovrano a.Le risposte sono state differenziate da paese a paese, ma ovunque il settore pubblico è stato oggetto di misure governative specifiche: - riduzione del personale, spesso attraverso controlli sul turnover, più raramente attraverso licenziamenti – con effetti collaterali negativi [invecchiamento; perdita di competenze senza sostituzione di nuove,..] - blocco/taglio delle retribuzioni - riduzione dei benefits e di altri trattamenti (es. trattamento di fine servizio) - interventi sulle pensioni (misure generali, ma talvolta con aspetti specifici riguardanti i lavoratori pubblici) - taglio ai trasferimenti finanziari dal governo centrale ai livelli decentrati, con effetti indiretti sul personale e sui servizi
  • 4. L. Bordogna 4 1. Le risposte alla crisi del 2008 e del debito sovrano b. L’intensità delle risposte (delle politiche di austerità) è dipesa in genere dal grado di vulnerabilità finanziaria di ciascun paese, ma non solo. c. Intensità naturalmente maggiore nei paesi destinatari di programmi di assistenza finanziaria di EU+ECB+IMF (IR, EL, PT, CY, ES), ed in quelli a maggiore vulnerabilità finanziaria. d. Tuttavia contano anche gli orientamenti politici dei governi e la tradizione amministrativa di ciascun paese: v. i casi opposti di UK e FR, il primo (governo Cameron) con una risposta ‘in eccesso’ rispetto alla vulnerabilità finanziaria, il secondo con una risposta ‘in difetto’ e ritardata. e. I paesi CEE sembrano un caso a sé, sebbene con differenze al loro interno.
  • 5.   Vulnerabilità finanziaria 2007-2015   2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015* HIGH (8/9)   EL EU27**;   EL; IE; FR;  IT; PT; UK EL; ES;  PT EL; ES;  PT IE; EL;  ES; IT;  PT CY; EL;  ES; PT;  CY   MEDIUM/  HIGH (7) EL IE; IT; UK  DE; ES;  HU;   SK EU27**  FR; IE;  IT; UK IE; IT;  UK EU28;   CY; NL;  UK IE; IT IT; PT EL; FR;  IT; PT MEDIUM (6) IT; HU; PT  FR; HU;   PT CY; CZ;  NL;  HU EU28;  CY; HU;  NL;  CZ; DK;  HU;  EU28;  FR; NL;  UK IE; EL;  ES; FR CY; ES;  UK MEDIUM/  LOW (5) FR EU27**  DK; DE;  ES; SE DK; SE CY; CZ;  DE; NL;   SK FR;  DE; FR;  SE; SK CZ; DK;  DE; HU EU28;   DE; NL;   UK EU28;   DE;  IE;   NL;  LOW (3/4) EU27** CY;  CZ; DK; DE;  ES; IE; NL;  SE; SK; UK CY; CZ;  NL; SK   DK; SE CZ; DK;  DE; SE;  SK   SE; SK CZ; DK;   HU; LT;    SE; SK CZ; DK;   HU; SE;  SK Source: based on Eurostat data 
  • 6. L. Bordogna 6 Variazione degli occupati  (Pubblica Amministrazione, Difesa; Sicurezza Sociale Obbligatoria) (fonte: Eurostat, LFS)                                                                                                             PUBLIC ADMIN., DEFENCE,  COMPULSORY SOCIAL SECURITY              2014/2007    2009/07 2014/09                     Diminuzione > 10%   BE, EL, CY, LV, NL, RO,  UK   LV   DK, EL, LV, NL, RO                         Diminuzione 5-10%   BG, DK, IR, IT (-8,9%), FI   CY     BE, BG, IR, ES, FR, IT, CY,  SI, FI, UK   Diminuzione fino 5%   CZ, DE, FR, PT   BE, BG, CZ, DE, EE, EL,  AT, FI, UK     CZ, LT, PT   Aumento fino 5%     ES, LT, AT, SI   IR, FR, IT, LT, MT, NL,  PT, RO, SE, NO   DE, AT, PL   Aumento 5-10%    MT   HU, PL     MT, NO   Aumento > 10%   EE, LU, HU, PL, SK, SE,  NO   DK, ES, LU, SI, SK   EE, LU, HU, SK, SE
  • 7. L. Bordogna 7 Livelli occupazionali: pubblica amm., difesa, sicurezza  sociale obbligatoria (categoria O) •Tra il 2007 e 2014, 16 paesi su 28 hanno diminuito l’occupazione nel settore: la maggioranza, ma non tutti. •7 paesi hanno diminuito in maniera molto consistente (oltre 10%) •Non pochi hanno aumentato (12 paesi), di cui alcuni (7) in misura superiore al 10% •Salvo rari casi, la risposta è stata ritardata nei primi anni, (sorprende la Spagna, con un incremento superiore al 10% tra il 2007-2009) •La diminuzione è stata particolarmente forte tra i lavoratori temporanei e part-time (come in Italia)
  • 8. L. Bordogna 8 Variazione degli occupati 2007-2014: PA e totale economia (fonte: Eurostat, LFS)    * Paesi in cui la diminuzione degli occupati è stata maggiore nella PA, Defence,        Social Security che nel complesso dell’economia            PUBLIC ADMIN., DEFENCE, SOCIAL SECURITY            Increase    Decrease                         Increase     ALL ACTIVITIES   LU, HU, MT, AT, PL,  SK, SE, NO    BE, CZ, DE, FR, UK                                         Decrease         ES, EE, LT, SI                    BG, DK*, EL, IR, IT*, NL*, CY*,  LV,* PT, RO*, FI* 
  • 9. L. Bordogna 9 Livelli occupazionali: confronto PA e intera economia •In 11 paesi l’occupazione è diminuita in entrambi i settori (PA e intera economia) •Tra questi 11, in 7 è diminuita più che nell’economia nel suo complesso (tra cui IT, DK, NL e FI) •In 8 paesi l’occupazione è cresciuta sia nella PA che nell’intera economia (tra cui molti CEE) •In 4 paesi è diminuita nel complesso dell’economia ma aumentata nella PA (tra cui sorprende la Spagna)
  • 10. Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti quantitativi Fonte: OECD, Government at a Glance 2017, ch. 3
  • 11. 2007 2009 2015 NOR 29,0 29,3 30,0 DNK 28,3 29,4 29,1 SWE 30,3 29,4 28,6 FIN 24,6 25,0 24,9 EST 20,7 23,7 23,0 HUN 18,8 19,6 21,9 FRA 21,8 21,9 21,4 LVA 19,5 21,7 20,1 ISR 22,6 21,9 20,0 SVK 19,4 18,9 19,4 BEL 18,5 18,8 18,4 CAN 17,9 18,7 18,2 OECD 17,9 18,3 18,1 GRC 18,0 17,6 18,0 SVN 15,4 15,9 17,4 GBR 19,2 19,6 16,4 CZE 13,5 13,5 16,2 AUT 16,4 16,5 15,9 ESP 13,4 14,8 15,7 USA 15,9 16,7 15,3 PRT 14,5 15,0 15,2 IRL 14,6 15,8 15,0 ITA 14,3 14,3 13,6 NLD 13,6 13,8 12,8 TUR 13,1 13,1 12,4 LUX 12,0 12,1 12,4 DEU 11,3 11,3 10,6 Employment in general government as a percentage of total employment, 2007, 2009 and 2015 (OECD, 2017 ch. 3)
  • 12. L. Bordogna 12 Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti quantitativi – Dati OECD Percentuale occupati General Government sul Totale Occupati 2009 2015 IT 14,3 13,6 GR 17,6 18,0 SP 14,8 15,7 IR 15,8 15,0 FR 21,9 21,4 GER 11,3 10,4 NL 13,8 12,8 UK 19,6 16,4 DK 29,4 29,1 SWE 29,4 28,6 NOR 29,3 30,0 OECD, Government at a Glance 2017, cap. 3
  • 13. 13 Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti quantitativi – Dati OECD DIMENSIONE SETTORE PUBBLICO – OECD 2015 Percentuale occupati settore pubblico su totale occupati (OECD General Government) Occupati Settore Pubblico su Totale Occupati Paesi Oltre 24% Finlandia, Danimarca, Svezia, Norvegia Da 18,1 a 24% Belgio, Slovacchia, Lettonia, Francia, Ungheria, Lituania, Estonia Da 14,1% a 18% Irlanda, Portogallo, Spagna, Repubblica Ceca, UK, Austria, Slovenia, Grecia Fino a 14% Germania, Lussemburgo, Olanda, Italia Fonte: OECD, Government at a Glance 2017, Ch. 3.
  • 14. L. Bordogna 14 Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti quantitativi – Dati OECD I dati OECD (e anche quelli EUROSTAT, qui non presentati nel dettaglio) confermano che per percentuale di dipendenti pubblici sul totale dell’occupazione l’Italia si colloca:  sotto la media OECD e nella parte bassa della graduatoria  vicina all’Olanda e (con più distanza) alla Germania  ben al di sotto di Spagna, UK e ancor più FR  lontana anni luce dai Paesi Nordici
  • 15. L. Bordogna 15 Il lavoro pubblico in Italia e in Europa: confronti quantitativi COMMENTO Secondo i dati OECD, tra gli undici paesi considerati nelle slides precedenti, e in generale in tutti i paesi OECD per i quali i dati sono disponibili, l’Italia si colloca nel 2015 (e anche nel 2009) nella parte bassa della classifica per peso dei dipendenti pubblici sul totale degli occupati, sopra la Germania e l’Olanda, vicino alla Spagna, ma notevolmente sotto la FR, UK per non parlare dei Paesi Nordici. Secondo i dati Eurostat-LFS, che nelle categorie P e Q includono anche i fornitori privati con dipendenti privati, tra gli stessi 11 paesi l’Italia si colloca al posto più basso, nel 2009 con la Spagna e nel 2016 da sola. Se si considerano tutti i Paesi UE, l’Italia è nella parte bassa, insieme a molti paesi dell’Est Europa.  Nel complesso, rispetto ai principali Paesi europei con i quali generalmente ci confrontiamo, l’Italia NON ha un peso eccessivo dei dipendenti pubblici sul totale degli occupati. Questi dati di fonte internazionale sono confermati anche da quelli della Ragioneria Generale dello Stato (v. oltre)
  • 16. L. Bordogna 16 Compensation of Employees •Diminuita in 8 paesi su 28 tra 2007-2014 (in 9 tra 2010-2014) •In alcuni paesi la diminuzione è stata molto consistente (IR, EL, PT, HU, UK) •Anche qui, gli effetti si sono fatti sentire soprattutto dopo il 2009 (es. CY, IT) •In vari paesi il 2014 è già un anno di ripresa
  • 17. L. Bordogna 17 Variazione nell’occupazione e total pay bill 2007-2014 (fonte: Eurostat)      Occupazione (Public Administration, Def., Comp. Social Sec.)     Aumento Diminuzione                          Aumento   Compensation of employees (general govern.) ES, SK, SE, EE, MT, LT, LU, AT, PL, SI, NO CZ, DK, DE, FR, NL, BE, BG, LV, FI                            Diminuzione   HU EL, IT, UK, IR, CY, PT, RO
  • 19. L. Bordogna 19 Il lavoro pubblico in Italia: dati Ragioneria Generale  dello Stato Anche i dati del Conto Annuale pubblicati dalla Ragioneria Generale dello Stato confermano:  la riduzione in termini assoluti del totale del personale pubblico dal 2007 al 2016 (-6,3%, ancora maggiore se a parità di enti)  la riduzione del peso percentuale sul totale degli occupati  la riduzione in termini assoluti e in percentuale sul PIL del costo totale del lavoro pubblico, dopo il picco del 2009
  • 20. L. Bordogna 20 Totale dipendenti pubblici e costo del lavoro,  2001-2015 (000) (1 ) Inclusi supplenti annuali, dirigenti a tempo determinato, volontari e allievi delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia. (2 ) I contratti flessibili includono: tempo determinato (il gruppo più consistente), formazione lavoro, interinali/somministrati, lavori socialmente utili. Le ultime due categorie non hanno un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione. NB: Nel 2011 e negli anni successivi sono rilevati enti non censiti in precedenza. Pertanto, a parità di enti, il totale degli occupati (tempo indeterminato+flessibili) risultarebbe inferiore di circa 28-30 mila unità negli anni 2011-2013 e inferiore di circa 68-70 mila unità negli anni 2014-2016. Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze-Ragioneria Generale dello Stato (2017), Commento ai principali dati del Conto annuale del periodo 2007- 2016, www.contoannuale.tesoro.it, Tabella 5.11; Eurostat per le ultime due righe.     2007   2008   2009   2010   2011   2012   2013   2014   2015   2016 Totale Occupati 3583,6 3579,0 3503,2 3437,9 3395,4 3343,9 3335,7 3366,3 3363,7 3356,7 A tempo indeterminato (1 ) 3429,3 3436,8 3376,2 3315,7 3283,8 3239,0 3233,1 3259,6 3257,5 3247,8 Personale con contratto flessibile (2 ) 154,3 142,1 127,0 122,2 111,6 104,9 102,7 106,9 106,1 108,9 % su totale forza lavoro 14,5% 14,6% 14,2% 14,0% 13,6% 13,2% 13,2% 13,2% 13,2% 13,0% % su totale occupati 15,6% 15,6% 15,5% 15,2% 15,0% 14,9% 15,0% 15,0% 14,9% 14,7% Costo del lavoro totale (mld euro) 157,81 167,84 169,09 166,73 165,18 160,32 158,29 159,62 159,52 159,65 % su PIL nominale 9,8% 10,3% 10,8% 10,4% 10,1% 9,9% 9,9% 9,8% 9,7% 9,5%
  • 21. Occupati nella PA a tempo indeterminato per comparto, inclusi dirigenti (2007 e 2016, Conto Annuale del Tesoro) 2007 2016 Ministeri, agenzie fiscali, PCM* 242734 203442 Scuola e AFAM* 1145841 1115409 Vigili del Fuoco 31535 33908 Enti Pubblici* 58608 42501 Regioni e AALL* 515736 446272 Regioni statuto speciale 70200 90785 Sanità* 682197 648663 Università* 116577 97206 Ricerca* 15848 20414 Forze armate e polizia 525317 487404 Magistrati 10279 10299 Carriera prefettizia 1510 1213 Carriera diplomatica 970 935 Carriera penitenziaria 494 321 Altri 11420 49009 Totale tempo indet. 3429266 3247764 Tot. a parità di enti** 3429266 3183079 Tot. inclusi flessibili 3583560 3356664 * Comparti contrattualizzati presso ARAN. Dal 2017 il numero dei comparti è stato ridotto a 4, più 4 per la dirigenza (d.lgs. 150/2009, art. 54, che modifica art. 40, comma 2, d.lgs. 165/01). L’Università comprende anche il personale docente (professori e ricercatori), che non è contrattualizzato. ** Dal 2011 sono stati rilevati anche alcuni enti precedentemente esclusi.
  • 22. L. Bordogna 22 Il lavoro pubblico in Europa: confronti qualitativi QUALI CARATTERISTICHE RISPETTO AL SETTORE PRIVATO? Tradizionalmente, in molti paesi, l’occupazione nel settore pubblico  rispetto al privato si caratterizza per:  Maggiore quota di lavoro femminile (scuola, ospedali)  Maggiore quota di lavoro part-time (soprattutto delle e tra le donne),  anche se in Italia il part-time è meno diffuso che in altri paesi EU  Maggiore quota di lavoro temporaneo   Maggiore anzianità degli occupati (meno marcata però nella UE10)  Maggiore livello di istruzione
  • 23. L. Bordogna 23 Il lavoro pubblico e in Europa: confronti qualitativi La maggiore anzianità dei dipendenti pubblici rispetto ai  dipendenti del settore privato è un dato che accomuna molti  Paesi della UE15, meno quelli della UE10. Dato aggravato negli anni recenti anche per effetto delle politiche  di austerità che hanno messo vincoli stringenti al turnover e,  in vari casi, alzato l’età pensionabile dei dipendenti pubblici. In Italia dal 2008 al 2016 la classe di età modale, ovvero quella con  il maggiore addensamento di personale, è passata da 45-49 a  50-54 anni, seguita a pochissima distanza da quella 55-59.  Età media: quella di tutto il personale dal 2001 al 2016 è salita di  quasi 7 anni, a 50,3, più tra gli uomini che tra le donne, più  nella scuola, università, nei ministeri, nelle autonomie locali  che nella sanità e soprattutto nelle forze armate e di polizia.    
  • 24. L. Bordogna 24 Il lavoro pubblico in Europa: confronti qualitativi A fine 2016 nella classe 60-64 anni c’erano circa 250 mila donne e  poco meno di 200 mila uomini. Nella classe 65 e oltre, circa 30  mila donne e 25 mila uomini. Significa che nei prossimi anni andranno in pensione circa 500  mila dipendenti pubblici, poco meno di un sesto del totale:  sicuramente una perdita di esperienza, ma anche una  opportunità non solo per ringiovanire l’Amministrazione sul  piano anagrafico ma anche per rinnovarla e ammodernarla sul  piano delle competenze.
  • 25. L. Bordogna 25 Effetti qualitativi sulle RI e i sistemi di determinazione delle retribuzioni • Ritorno all’unilateralismo: dove il sistema lo permetteva (FR, DE, parte UK) ampiamente usato; dove non lo permetteva perché il sistema era passato alla regolazione congiunta/contrattazione collettiva, questa è stata sospesa con provvedimento del governo (IT). • Ritorno alla centralizzazione, contro le spinte ‘ingenue’ in alcuni paesi al decentramento della fase precedente • Ridimensionamento o abbandono di alcune tendenze della fase precedente spesso ispirate dal New Public Management (NPM), a causa di effetti inattesi o controproducenti (decentramento, individualizzazione dei trattamenti, PRP) • fine della ‘separatezza’ delle RI nel settore pubblico, non più protette e a disposizione degli attori nazionali, ma esposte a fattori internazionali (mercati finanziari) e attori sovranazionali (EU, ECB, IMF)
  • 26. Ripensamento del NPM in ambito OECD Negli anni ‘80 e primi ‘90, vari studi OECD raccomandavano fortemente le riforme ispirate al New Public Management: «remove any difference between the public and the private sector» nell’organizzazione e nella gestione del personale come via privilegiata se non esclusiva per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle pubbliche amministrazioni e della qualità dei servizi: - Disaggregazione e decentramento degli apparati burocratici per avvicinarli alle condizioni locali dell’economia e del mercato del lavoro - Decentramento della contrattazione collettiva - Variabilità e differenziazione selettiva dei trattamenti legati alla performance (forme di performance related pay, merit pay e simili) - Individualizzazione dei trattamenti del personale
  • 27. Ripensamento del NPM in ambito OECD Studi successivi pubblicati sempre dall’OECD sposano una posizione molto più cauta e ‘condizionata’ sulle riforme ispirate al NPM. In un Rapporto OECD del 2007 sul decentramento contrattuale nel settore pubblico si legge: “[the decentralization of pay bargaining] should be pursued only if justified by corresponding advantages and if accompanied by appropriate financial arrangements”. Il decentramento può ridurre i costi di agenzia, ma aumenta certamente i costi di transazione. Inoltre, maggiore autonomia a livello decentrato in materia di gestione del personale senza un corrispondente aumento della responsabilità/accountability può portare a comportamenti collusivi tra le parti.
  • 28. Ripensamento del NPM in ambito OECD E lo stesso Rapporto è ancora più chiaro sull’individualizzazione dei trattamenti: Oecd 2007 “The potential for individualization has often been overstated. It entails higher transaction costs than uniform and collective standards and agreements, and one should assume that a rationally acting manager will use standard contracts, standard conditions and collective pay structures unless there is a clear added value to be gained from individualisation”.
  • 29. Ripensamento del NPM in ambito OECD Infine, un Rapporto OECD del 2015 sottolinea come nuove tendenze emerse nell’ultimo decennio, accelerate dalla crisi, siano in buona parte una risposta (che precede la crisi) alle riforme ispirate dal NPM (p. 17). «Current trends are to a large extent a reaction to unexpected and problematic results of the reforms inspired by the NPM» (p. 19). Una di queste riforme emergenti (perfino in Nuova Zelanda) «consists in reducing or abolishing performance related pay (bonuses) for government personnel» (OECD 2015: 224)
  • 30. L. Bordogna 30 Effetti qualitativi sulle RI TRASFORMAZIONE FONDAMENTALE? (come settore privato USA anni ‘80) Forse no, MA… Ciò che è certamente cambiato, e non passerà presto, è la fine della separatezza/protezione della regolazione del lavoro pubblico dalle forze internazionali (mercati finanziari) e da attori sovranazionali (EU, ECB, IMF). Le regolazione del lavoro e le relazioni sindacali nel settore pubblico non sono più un ‘affare separato’ degli attori domestici (governo e parti sociali), a loro completa e esclusiva disposizione. Il controllo della spesa pubblica, e in essa del lavoro pubblico, è e sarà per tutti i governi un imperativo ineludibile, sotto la stretta sorveglianza dei mercati internazionali e degli attori sovranazionali.
  • 31. L. Bordogna 31 Effetti qualitativi sulle RI TRASFORMAZIONE FONDAMENTALE? (come settore privato USA anni ‘80) Esempio del caso danese 2013 e (quasi) 2018

Editor's Notes

  1. Servizi diretti: manutenzione strade Servizi a formula duale: polizia locale – polizia di stato Servizi indiretti: Contributi a una coop. per l’assistenza ad anziani Interventi di allocazione: ruolo della regione nella sanità