3. Evoluzione tecnologica:
come e perché nasce Internet?
• 1958, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti crea ARPA (Advanced
Reaserch Projects Agency) allo scopo di mobilitare risorse di ricerca, in
particolare nel mondo universitario,
• [per la costruzione di una superiorità militare sull’Unione Sovietica subito
dopo il lancio del primo satellite della storia, lo Sputnik, nel 1957 e per
evitare, in caso di una guerra nucleare, il controllo o la distruzione da
parte sovietica delle comunicazioni americane].
• 1969, nasce ARPANET (smantellata nel 1990), network dei network.
I primi nodi del network videro collegate quattro università:
– Stanford Research Institute
– UCLA (University of California di Los Angeles),
– UCSB (Univesity of California di Santa Barbara)
– University of Utah
• [primo nodo italiano: 1985/86 (CNR/CNUCE di Pisa)]
• 1972, nasce l’email (Castells, 2001)
4. Evoluzione tecnologica:
perché nasce Internet?
«Ne risultò una struttura di rete che, come i suoi inventori
desideravano, non era possibile controllare da nessun
centro, costituita da migliaia di reti autonome di computer
dotati di innumerevoli modi di connettersi aggirando le
barriere elettroniche» (Castells, 2000, 6-7).
• MA ARPANET non fu l’unico progetto a contribuire alla
nascita di Internet
5. Bulletin Board System (BBS) e Unix
Sistema di comunicazione tra
pc (bacheche elettroniche)
nato alla fine degli anni ’70
Es. FIDONET
• Unix
• Movimento Open source
• Stallman, 1984: copyleft
• Torvalds, 1991: Linux
• Apache
6. Cos’è Internet?
«Internet si riferisce al sistema di informazione globale che :
(a) è logicamente interconnesso attraverso uno spazio di
indirizzamento (address space) unico e globale basato sul
protocollo Internet (IP) o sulle sue successive
estensioni/sviluppi;
(b) è in grado di supportare comunicazioni utilizzando la
trasmissione Control Protocol/Internet Protocol (TCP/IP) o
le sue successive estensioni/sviluppi, e/o altri protocolli IP
compatibili; e
(c) fornisce, utilizza e rende accessibili, sia pubblicamente sia
privatamente, servizi di alto livello sfruttando i differenti
livelli di comunicazione e di infrastrutture a essi correlati
[…]». (FederalNetworkingCouncil (FNC) -1995)
7. La Rete di Internet
La metafora della ‘rete’sottolinea:
(a) la possibilità per ogni nodo (inteso sia come device
terminale sia come utente) di essere sia emittente sia
destinatario di comunicazioni;
(b) l’assenza di un unico centro (autore, progetto), di una
gerarchia prestabilita tra aree più o meno importanti.
Gli elementi della rete possono essere interconnessi tra di
loro tra pari (peer-to-peer) o con una logica client/server.
8. Perché Internet ha avuto successo?
• “L’architettura aperta di Internet è stata la fonte della sua
forza principale: la capacità di svilupparsi ed evolvere
autonomamente, con gli utenti che diventano produttori della
tecnologia e modellano l’intera rete” (Castells, 2002).
• Una relativa stabilità senza governance è stata resa
possibile dai gentiluomini dell’innovazione tecnologica che si
sono adoperati (e si adoperano) per tenere aperta la rete ai
loro pari, considerandola la via per imparare e condividere.
In questo approccio comunitario alla tecnologia, la piccola
nobiltà meritocratica ha incontrato la controcultura utopista
nell’invenzione di Internet e nella difesa dello spirito di libertà
che sta alla sua fonte. Internet, è prima di tutto, una
creazione culturale (Castells, 2002).
13. Internet non è il web
• Internet e il Web non possono essere considerati sinonimi: il
World Wide Web è solo uno dei servizi supportati da Internet
• Il Web è un sistema di documenti in formato ipertestuale,
posti in relazione per mezzo di link e accessibili mediante
Internet.
• Per mezzo di un applicativo che prende il nome di web
browser, installato su una macchina client, l’utente può
scaricare dai web server e navigare interattivamente
attraverso link repertori ipertestuali organizzati in pagine web
che contengono testo, immagini, video e altri formati
multimediali.
14. Evoluzione tecnologica:
le origini del Web
• Il Web è stato concepito da Tim Berners-Lee al CERN
di Ginevra sviluppando un software che permetteva di
recuperare informazioni da/a qualunque computer
collegato via Internet: (HTTP; HTML, URI, poi URL).
• Nel 1991 il CERN rilascia il primo browser/editor
ipertestuale www (World Wide Web).
• Il 30 aprile 1993 il CERN dichiara che il World Wide
Web è un ambiente assolutamente libero e gratuito.
• Nel 1994 nasce Netscape Navigator, il primo browser
commerciale rilasciato gratuitamente per fini educativi
• Nel 1995 nasce Internet Explorer (Windows 95)
15. T. Berners-Lee,
L’architettura del nuovo Web, 1999
• “Un computer conserva le informazioni secondo gerarchie e
matrici rigide, mentre la mente umana possiede la dote
speciale di saper collegare tra loro frammenti casuali di dati.
Quando sento odore di caffè, mi rivedo in una cameretta
sopra una tavola calda a Oxford. Il mio cervello crea un
collegamento e mi riporta là all’istante.” (p. 17)
• “L’invenzione del WWW ha comportato la crescente
comprensione da parte mia del potere insito nel disporre le
idee in maniera libera, reticolare, una consapevolezza che
ho appunto acquisito tramite questo genere di procedura.”
(pp. 16-17)
16. Le fasi del Web
FASE LOGICA
Web 1.0 Web dei documenti We write, We publish
Web 2.0 Social web We publish, you write
Web 3.0 Web dei dati You write, you publish, we mix
18. Web 1.0:
il web dei documenti
• Composto prevalentemente da documenti di tipo
testuale, organizzati in pagine HTML statiche, con
qualche immagine e pochissimi suoni o video;
• Accessibile mediante connessioni dial-up, normalmente
fatturate a tempo, che supportavano non oltre 50k di
larghezza di banda.
• Elementi sfavorevoli: instabilità della tecnologia,
imprecisioni delle pagine HTML, costi orari di accesso
20. Il web 2.0
Il web 2.0 è il network come piattaforma che si estende a
comprendere tutti i servizi interconnessi: le applicazioni
web 2.0 sono quelle che traggono i maggiori benefici da
questa piattaforma: liberare il software come servizio
sempre aggiornato che rende meglio quante più persone
lo usano, consumare e rimescolare i dati da fonti
molteplici, inclusi gli utenti individuali, mentre si forniscono
propri dati e servizi in modo che ne permetta la
riappropriazione da parte degli altri, creare effetti di
network attraverso una ‘architettura della partecipazione’ e
andare oltre la metafora della pagina del web 1.0 per
rendere ricche le esperienze dell’utente (O’Reilly, 2005)
21. Verso il web 2.0
Nuovi assetti tecnologici e nuovi comportamenti sociali che
trasformano radicalmente il Web:
• La diffusione di sistemi di connettività a maggiore ampiezza
di banda (fibra ottica/ADSL);
• La pratica della condivisione di file (filesharing) tra utenti in
modalità peer-to-peer;
• L’originaria staticità delle pagine Web è superata attraverso
l’introduzione di linguaggi di scripting (come JavaScript) dal
lato dei sistemi client, e attraverso lo sviluppo di linguaggi
integrati di nuova generazione dal lato dei Web Server (PHP,
ASP). L’asse di sviluppo del Web si sposta in direzione dei
Web Service.
23. Cosa c’è di nuovo nel web 2.0?
• Tim Berners-Lee: "nobody even knows what 2.0 means”
• Nessuna tecnologia nuova: html, javascript e xml
nascono molto prima del 2004
• Il web è stato progettato sin dall’inizio orizzontale, senza
centro, basato sulla condivisione di standard
• Amazone ed Ebay esistevano nel 94-95, Google nel 98,
Wikipedia nel 2001
• Il movimento open source dall’inizio degli anni ‘90 ha
utilizzato con efficacia modelli di produzione
completamente decentrati tramite Internet
27. Il web 2.0
• Quello che muta è l’approccio filosofico alla rete che
vede l’emergere della sua dimensione sociale, di
condivisione, di produzione creativa rispetto alla mera
fruizione:
• «Comunque la differenza essenziale tra web 1.0 e web
2.0 è che i creatori di contenuto erano pochi nel web
1.0, poiché la grande maggioranza degli utenti agiva
come semplici consumatori di quel contenuto, laddove
nel web 2.0 ogni partecipante può essere un creatore di
contenuto e sono stati sviluppati diversi aiuti tecnologici
per massimizzare questo potenziale creativo»
(Cormode, Krishnamurthy, 2008)
28. Il web 2.0
• Web 2.0 significa soprattutto applicazioni facili da
usare, che non richiedono particolari e approfondite
competenze tecnologiche e di programmazione e che,
quindi, offrono la possibilità per tutti (o quasi) di gestire
una propria pagina/profilo, di prendere parola attraverso
la pubblicazione di post o l’intervento in chat e forum, di
caricare e condividere contenuti.
29. Il web 2.0:
l’autocomunicazione di massa
Questo cambiamento di prospettiva e la conseguente
proliferazione di spazi sociali sul web avrebbe consentito
l’emergere della autocomunicazione di massa:
“è comunicazione di massa perché ha la potenzialità di
raggiungere un pubblico globale, come accade quando si
posta un video su Youtube, si tiene un blog con link RSS a
varie fonti web, o si invia un messaggio a una grossa mailing
list.
Ma è contemporaneamente autocomunicazione perché la
produzione del messaggio è autogenerata, la definizione dei
potenziali destinatari è autodiretta, e il reperimento di specifici
messaggi o contenuti dal World Wide Web e dalle reti di
comunicazione elettronica è autoselezionato.”
(Castells, 2009,p.60)
33. Internet of Things
Ubiquitus computing (e Ubiquitus web)
• Integrazione progressiva nella rete di tutti gli oggetti dispersi
nell’ambiente fisico (elettrodomestici, porte, codici a barre dei
prodotti, etc.)
• La rete servirà per fruire contenuti e servizi multimediali interattivi
(attraverso più device) e, inoltre, per le comunicazioni :
(a) tra persone e persone (indirizzari e archivio dei messaggi
integrati, sistemi in sincrono per testo, voce, immagine, etc.);
(b) tra persone e “oggetti”(istruzioni rivolte a apparati tecnologici,
richieste di informazioni, ticketing, etc.);
(c) tra “oggetti”e persone (schermi e cartelloni pubblicitari che
riconoscono gli interlocutori, etc.);
(d) tra “oggetti”e “oggetti”(codici a barre che dialogano con il
carrello della spesa e la cassa, etc.). (Marinelli, 2004)
34. Il Web Semantico
• La scommessa è mettere a punto un linguaggio che
esprima sia le informazioni, sia le regole per ragionare
sulle informazioni, e che consenta di utilizzare regole
importate da ogni sistema di rappresentazione della
conoscenza (Berners-Lee, Hendler, Lassila 2001)
• La soluzione proposta dal W3C punta a una estensione
del Web in cui ogni singola informazione ha un
significato preciso e ben definito, in modo da poter
essere riconosciuta e classificata da “agenti intelligenti”,
ovvero i software (Granieri 2005).
35. Il W3C
• rendere le informazioni tracciate nel Web non solo
comprensibili agli umani - come avviene, seppur
con molte limitazioni, attraverso i motori di ricerca -
ma anche alle macchine (machine-understandable)
(Berners-Lee e il gruppo di lavoro del W3C).
• Dal 1999 il World Wide Web Consortium (W3C), il
consorzio fondato e diretto da Tim Berners-Lee allo
scopo di promuovere standard che assicurino
l'interoperabilità del Web, ha concentrato le ricerche sui
modi in cui risolvere il problema, dando vita a un
orientamento noto come Web semantico
37. Web semantico, le caratteristiche:
i metadati
a ) Metadati (“dati sui dati”): servono a descrivere o
annotare una risorsa in modo da renderla maggiormente
comprensibile agli utenti. Normalmente i metadati sono di
natura descrittiva e includono informazioni relative a un
documento tra cui ad esempio l'autore, il titolo o l'abstract,
il tipo di file, i diritti d'accesso o il numero di versione.
L'aggiunta di dati sui dati è utile per organizzare le
risorse, per l'archiviazione e per identificare l'informazione.
I metadati sono dunque una nuova forma di catalogazione
che può essere inserita nei documenti digitali (Di Donato,
2009).
38. Web semantico, le caratteristiche:
i metadati
• Tuttavia, la funzione più importante dei metadati è
promuovere l'interoperabilità, consentendo la
combinazione di risorse eterogenee tra piattaforme
diverse senza perdere informazioni rilevanti.
• Si parla dunque di “open data” per definire
un'importante caratteristica del web semantico, cioè la
disponibilità dei dati e la conseguente possibilità di
identificarli e citarli.
• In pratica, sul Web ogni “dato”, ogni pezzetto di
informazione, viene identificato da un URI. Perciò, si
usa dire che sul web semantico tutto è un URI (Di
Donato, 2009)