2. PAPER 1: Il brand e la sua moda - Volkswagen - Francesco Corberi
PAPER 1:
Il brand e la sua moda
STORIA
L’inventore della casa automobilistica Volkswagen è
stato Ferdinand Porsche.
Porsche è stato, tra l’altro, il primo a realizzare una
vettura elettrica. Inizia la sua carriera lavorando alla
Daimler Mercedes.
Ma la sua idea era quella di creare una vettura per il
popolo, alla portata di tutti. Da qui, appunto, il nome
Volkswagen, auto del popolo. Ma alla Mercedes
questo progetto non era condiviso.
3. Così Porsche decise di fondare la sua casa automobilistica, collaborando con la NSU, che gli commissiona
una vettura alla portata di tutti.
Era il 1932. Nel 1934 Hitler volle incontrare Porsche, inducendolo a progettare una vettura davvero per il
popolo, elencandogli peraltro tutte la caratteristiche che essa doveva avere. Era il preludio del Maggiolino,
che però sarebbe nato nel 1945. Fu la prima auto di grande successo della volkswagen, venduta per 30
anni.
Negli anni sessanta la Volkswagen si prodigò nella ricerca di una degna sostituta del Maggiolino, ma non
riuscì nel suo intento. La crisi finanziaria che colpì la casa tedesca negli anni 70 spinse verso la progettazione
di nuove vetture. Fu Giugiaro a disegnare modelli quali la Polo, la Passat, la Scirocco e la Jetta.
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4. Ma il grande successo, nonostante le citate vetture
avrebbero scritto la storia di questo marchio, arrivò
nel 1974 con la Volkswagen Golf. Un’auto compatta
ma spaziosa, grintosa su strada. Un successo
enorme, al punto che, nel 2014, la Golf è giunta alla
sue settima serie.
Dopo svariati milioni di esemplari venduti e la
leadership praticamente costante nelle vendite del
suo segmento. Nel 1985 la Volkswagen acquista la
Seat. Nel 1991 viene rilevato il marchio della Skoda.
In seguito, anche Bugatti, Lamborghini e Bentley
entrano a far parte del gruppo, oltre naturalmente
all’Audi. Nel corso degli anni 80 e, soprattutto, degli
anni 90, la Volkswagen da auto del popolo si è
trasformata in un marchio sinonimo di affidabilità e
grande qualità, che viene venduta molto nonostante
i prezzi medi siano leggermente superiori a quelli
dei concorrenti.
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5. https://www.youtube.com/watch?v=DNEtxn2NjqU
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CONSUMO
Volkswagen, si può notare come, in questo spot per la presentazione di Golf
V del 2003, utilizzi e faccia leva su valori e caratteristiche appartenenti a
determinati personaggi famosi facendoli di conseguenza propri e associandoli
al prodotto pubblicizzato.
Nello spot sono presenti le immagini di Bruce Lee, Andy Warrol, Marilyn
Monroe, John Lennon, quindi è presente una reificazione dove i protagonisti
vengono oggettivizzati e di conseguenza l’oggetto, in questo caso la Golf,
viene umanizzato.
In un’altra serie pubblicitaria, formata da tre spot, dove viene pubblicizzata
la Polo, è presente un soggetto che cerca di convincere gli addetti ai lavori
dell’azienda che è possibile risparmiare su diversi pezzi e materiali dell’auto,
perché questi accorgimenti non sono presenti sui modelli della concorrenza
e che quindi sono ritenuti superflui, non servono, e anzi, sono visti come un
6. difetto che non fanno altro che aumentare le spese
interne, avendo quindi un guadagno inferiore.
Ovviamente è visto sotto chiave ironica,
dove è presente più o meno indirettamente
un’impersonificazione delle aziende concorrenti
nel soggetto non calcolato in Volkswagen.
Si punta quindi sull’autoironia andando però ad
intaccare la concorrenza e ad esaltare invece
i valori imprescendibili ed inattaccabili che
contraddistinguono da sempre l’azienda da ogni
altra.
https://www.youtube.com/watch?v=eCTffl9DRjw https://www.youtube.com/watch?v=m6gNKY2Cg18 https://www.youtube.com/watch?v=cd0xqbmJEVE
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MODA
I possessori dei prodotti Volkswagen, avendo analizzato diverse campagne pubblicitarie dove vengono
messi in risalto i valori aziendali, si sentono parte di un gruppo dove si sa cosa si compra, si compra qualità,
quindi un’insieme di personalità che non prende decisioni casualmente ma con delle precise intenzioni
perché sa quello che vuole e soprattutto cosa è meglio.
Un gruppo di appartenenza dove emergono diversi valori, fra cui responsabilità, coerenza, attenzione.
8. Da qui però sorge la necessità di differenziarsi pur facendo parte di una categoria, sentendosi in un certo
modo unici.
Questo senso di unicità viene restituito ad esempio dal messaggio del primo spot pubblicitario dove figurano
personalità di massimo rilievo e che hanno cambiato a loro modo il corso della storia, e infine un headline
che dice: “Devi per forza appartenere al passato per diventare un mito? Forse no.”
Puoi diventare un mito, chi desidererebbe non esserlo?
Qui è racchiuso molto di più che un semplice messaggio, ma l’opportunità di essere qualcuno, qualcuno di
riconoscibile per qualcosa di importante, e quindi meglio degli altri.
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9. Oggi come oggi un’automobile (ovviamente
dipende dal tipo di automobile) se la possono
permettere tutti, o quasi.
Ma una volta chi possedeva tale mezzo era
sicuramente una persona che aveva un certo
ruolo nella società, ed è per questo che si tratta
di un modello proveniente dai ceti più elevati.
Anche oggi comunque ci sono automobili di
diverso livello, e di prezzi diversi, dalle utilitarie,
alle familiari, alle fuori-strada.
Però Volkswagen garantisce, indipendentemente
dal modello e dalla tipologia di prodotto, qualità e
cura nel dettaglio di primo livello, ed è per questo
che i fruitori di questi prodotti si riconoscono
sotto lo stesso marchio, sinonimo appunto di
quei valori che “solo” Volkswagen può darti.
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10. Negli spot Volkswagen viene trattato spesso l’argomento delle finiture che contraddistinguono la casa
tedesca dalle concorrenti, questa attenzione a mio a parere può essere considerata come un’accellerazione
del tempo, dove nonostante la crisi fininanziaria che sta toccando tutta Europa, loro non rinunciano a dare
al cliente quello che gli hanno sempre dato, ovvero materiali e soluzioni di prima scelta.
Qui c’è una percezione di superamento di questa crisi, come se andassimo oltre, una cosa che non ci tocca,
o meglio una fase superata, al contrario delle concorrenti che propongono più o meno piccoli tagli qui e là.
La comprabilità del reale è determinata dall’accostamento di tutti quei valori che ormai sono associati
automaticamente al prodotto e che sono diventati una caratteristica imprescendibile, o almeno si crede
che sia così.
Automaticamente si percepisce di avere acquistato un prodotto con una qualità superiore rispetto a quella
effettiva, esaltata in tutte le forme possibili.
Questa sensazione viene ulteriormente esaltata dalla provenienza del prodotto, ovvero la Germania, dove
si è costruita una certa credibilità sul fatto che tutto sia controllato e fatto con una certa dedizione.
Nell’insieme, ogni elemento citato, non fa altro che aumentare il valore percepito e quindi anche la
comprabilità del reale.
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