3. 3
Premessa: Il Comitato di Basilea
Il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria
è un organo consultivo internazionale istituito
nel 1974 dalle banche centrali dei paesi del G10
STABILITA’ DEL
SISTEMA
FINANZIARIO
Basilea 1
Basilea 2
Basilea 3
Basilea 4
Il Comitato di Basilea (BCBS) tra
il 2015 e il 2016 ha generato
una significativa produzione in
ambito regolamentare con
particolare riferimento ai metodi
di misurazione dei rischi
All’origine della serie di
pubblicazioni - consultazioni e
proposte - del BCBS sui metodi
di misurazione dei rischi va
collocata (G20 Brisbane,
novembre 2014) la necessità di
riduzione della variabilità dei
coefficienti patrimoniali
associabile agli effetti indotti
dai metodi di misurazione dei
rischi basati sugli approcci
interni
4. 4
Contestualmente un programma mirato - Regulatory Consistency Assessment
Programme (RCAP) – monitora il livello di implementazione e convergenza tra giurisdizioni
della riforma di Basilea 3 (B3) . Il RCAP si prefigge di:
aumentare la resilienza del sistema bancario globale
mantenere la fiducia del mercato sui ratios regolamentari
assicurare il level playing field per banche attive a livello internazionale
Molte delle proposte del BCBS prevedono una implementazione «target» tra il 2017 e il
2018, peraltro interagendo, in ambito europeo, con interventi in ambito accounting di
rilevante impatto (IFRS9)
L’azione del BCBS, nelle intenzioni originali, è stata orientata a:
incrementare la risk sensitivity
ridurre il grado di dipendenza dai rating esterni (negli approcci standard)
accrescere l’uniformità e comparabilità tra banche che adottano modelli avanzati di
misurazione del rischio
Premessa: Il Comitato di Basilea
5. 5
Nell’ambito del RCAP il BCBS ha focalizzato la propria attenzione sulla variabilità delle
RWAs indotta, a parità di rischio, dai metodi interni di misurazione del rischio di credito (IRB
approach). Le evidenze empiriche a riscontro della relazione modelli interni – variabilità delle
RWAs sono state raccolte nel documento Analysis of risk-weighted assets for credit risk in
the banking book (July 2013, BCBS256)
Rispetto ad un capital ratio del 10% i
metodi interni, applicati sulla stessa
esposizione al rischio di credito,
producono:
differenze significative delle RWAs
disomogeneità nella risultante
determinazione dei requisiti di capitale
In particolare su 32 banche internazionali
in taluni casi la variazione delle RWAs
produce variazioni, opposte nel segno, di
circa il 20% rispetto al target impiegato
per la valutazione.
Ben 22 banche presentano oscillazioni del
coefficiente comprese tra +10% e – 10%.
Tale circostanza ha indotto BCBS ad
estendere la revisione ad altri ambiti di
rischio oltre a quello del credito.
SINTESI DEI RISULTATI
Premessa: All’origine della revisione
6. 6
Premessa: Il Comitato di Basilea
REQUISITI
PATRIMONIALI MINIMI
per fronteggiare i rischi
dell’attività bancaria:
- Credito e controparte
- Mercato
- Operativi
CONTROLLO
PRUDENZIALE
Le banche svolgono il
processo di controllo della
propria adeguatezza
patrimoniale, attuale e
prospettica (ICAAP) e le AdV
verificano l’affidabilità e la
coerenza dei dati (SREP)
DISCIPLINA DI
MERCATO
Obblighi di informativa
al pubblico riguardanti
l’adeguatezza
patrimoniale,
l’esposizione ai rischi
e le caratteristiche
generali dei sistemi di
gestione e controllo
7. 7
Premessa: Il CET1 o capitale primario di classe 1
Tutte le banche (e anche gli intermediari finanziari) devono rispettare requisiti di vigilanza
prudenziale in termini di fondi propri e di rischi assunti.
Capitale primario di
classe 1 (CET1)
Capitale aggiuntivo
di classe 1
CAPITALE DI
CLASSE 1
a) strumenti di capitale (azioni emesse dall’ente e versate interamente;
b) riserve sovrapprezzo sulle azioni;
c) utili non distribuiti;
d) altre componenti di conto economico complessivo accumulate;
e) altre riserve;
f) fondi per rischi bancari generali.
8. 8
Requisiti di capitale
Dinamiche diverse del CET1 e variabilità delle RWA
Le banche minori mantengono
livelli di CET1 ratio
complessivamente più elevati
rispetto alla media di sistema
(16,7 rispetto al 12,3 per
cento; fig. 13.6). Il divario era
più ampio prima della crisi
(circa sette punti percentuali).
7,1
5,5
4,4
0
1
2
3
4
5
6
7
8
2007 2010 2015
Puntipercentuali
CET1 - differenza Banche minori rispetto al sistema
I livelli di CET1 sono influenzati:
livelli di redditività
profilo di rischio delle asset class
modello di business
modello di calcolo del requisito (rischi di Pillar 1)
grado di divergenza / convergenza tra vigilanza prudenziale e principi contabili applicabili
9. 9
Banca d’Italia: Questioni di economia e finanza (settembre 2012)
Inside the labyrinth of Basel risk-weighted assets: how not to get lost
by Francesco Cannata, Simone Casellina and Gregorio Guidi
Dinamiche diverse del CET1 e variabilità delle RWA
One of the most intuitive and widely
used indicators is the ratio between the
RWA and total assets (TA), often
referred to as ‘RWA density’.
11. 11
1a Consultazione Final 2a Consultazione Final
Rischio di credito
Prudential treatment of problem assets -
definitions of non-performing exposures
and forbearance - consultative
document (14 April 2016 - 15 July 2016)
Reducing variation in credit risk-
weighted assets - constraints on the use
of internal model approaches -
consultative document (24 March 2016 -
24 June 2016)
Standards Revisions to the
Standardised Approach for credit risk
(10 december 2014 - 27 March 2015)
Revisions to the Standardised
Approach for credit risk (10
December 2015- 11 March
2016)
Criteria for identifying simple,
transparent and comparable
securitisations (11 December 2014 - 13
February 2015)
Criteria for identifying simple,
transparent and comparable
securitisations (23 July 2015)
Capital treatment for "simple,
transparent and comparable"
securitisations (10 November
2015 - 5 February 2016)
Basel III: A global regulatory framework
for more resilient banks and banking
systems - revised version June 2011
Review of the Credit Valuation
Adjustment Risk Framework (1
July 2015 - 1 october 2015)
Rischio di mercato
Revisions to the Basel II market risk
framework (31 December 2010)
STANDARDS
Minimum capital
requirements for
market risk (14
January 2016)
Fundamental review of the trading book:
outstanding issues (19 december 2014 -
20 febb 2015)
Perimetro degli interventi (1): documenti del BCBS – Biennio
2015/2016
Il recepimento degli standard BCBS da parte delle giurisdizioni richiede ancora del tempo (18 – 24 mesi).
Ciononostante tale margine non va sopravvalutato. Peraltro esso risulta funzionale:
ad interventi di best practice
all’attivazione di azioni proattive rispetto ai cambiamenti BCBS
alla disclosure interna (es. verso la funzione di supervisione strategica)
12. 12
1a Consultazione Final 2a Consultazione Final
Rischio
operativo
Consultative Document Operational risk –
Revisions to the simpler approaches (6
october 2014 - 6 January 2015)
Standardised Measurement
Approach for operational risk -
consultative document ( 4 March
2016 - 3 June 2016)
Leverage ratio
Basel III leverage ratio framework and
disclosure requirements (12 January 2014)
Consultative Document. Revisions
to the Basel III leverage ratio
framework (22 april 2016 - 6 July
2016)
Rischio di
tasso di
interesse
Consultative Document. Interest
rate risk in the banking book (8
June 2015- 11 September 2015)
Interest rate risk in the
banking book (21 April
2016)
Pilastro 3
Review of the Pillar 3 disclosure
requirements (24 June 2014- 10 October
2014)
Revised Pillar 3 disclosure requirements
(28 January 2015)
Pillar 3 disclosure requirements -
consolidated and enhanced
framework - consultative document
(11 march 2016 - 10 June 2016)
Perimetro degli interventi (2): documenti del BCBS – Biennio
2015/2016
Anche l’EBA è intervenuta sugli stessi ambiti sebbene con posizioni talora diverse o, spesso, di
attesa sugli sviluppi generati dalla revisione intrapresa dal BCBS. I file excel sono stati predisposti
mappando, per tematica, gli interventi delle due autorità con i link a tutte le schede RE.IMPACT
attualmente disponibili. Ciò rende possibile aggiornare il presente lavoro per mantenere l’allineamento
con l’evoluzione delle norme.
13. 13
Approcci standard e metodi interni (Accordo sul Capitale)
IRB approach
Standardised
approach
CREDIT RISK
Internal models
method approach
Standardised
approach
Counterparty
credit risk
Internal rating
based approach
Standardised
approach
Securitisation
Internal models
approach
Standardised
approach
Market risk
Basic Indicator
approach
Advanced
measurement
approach
Operational
risk
Standardised
approach
PILLAR 1
IRRBB
Il nuovo standard in
fase di consultazione
originava misure di
pillar1
PILLAR 2
?
14. 14
IRB
approach
Variabilità
delle
RWAs
Findings
for RWAs
in Trading
Book
Findings
for RWAs
in
Operational
risk
2013, bcbs240
2013, bcbs247
BCBS 256
Analisi top down
Analisi bottom-up portfolio
benchmarking + hyphotetical
portfolio exercise (HPE)
TARGET BCBS
1
2 3
DAL RISCHIO DI CREDITO AGLI ALTRI RISCHI DI PRIMO PILASTRO
L’ampliamento del perimetro della revisione del BCBS ha interessato:
gli altri rischi di primo pilastro (di mercato ed operativi)
il rischio di tasso di interesse sul banking book (IRRBB)
Evidenzaempirica
AMPLIAMENTO DEL PERIMETRO DELLA
REVISIONE
Ampliamento del perimetro
15. 15
LEVA
FINANZIARIAPILLAR 3
IL BCBS ha integrato la revisione degli standards con:
l’ottimizzazione dei requisiti sulla leva finanziaria
nuovi requisiti di Pillar 3 (tutte le categorie di banche) e rafforzamento del Pillar 2
Estensione del perimetro
PILLAR 2
IFSR9
L’IFRS9 sostituisce lo IAS39 dall’1 gennaio 2018. I principali
elementi del nuovo principio contabile sono:
una differente classificazione di attività e passività finanziarie
la centralità del business model nella determinazione della
classificazione e del criterio di contabilizzazione
differenti modalità di impairment per i crediti
La disciplina contabile dell’IFRS9 e quella prudenziale tendono
ad integrarsi e ad essere coerenti tra loro
16. 16
PECULIARITA’ DELL’IFRS9 E AFFINITA’ CON LA VIGILANZA PRUDENZIALE
Obiettivo dell’entità, riflesso nel proprio modello di business, è quello di possedere lo strumento al fine di incassare i cash
flows contrattuali piuttosto che vendere lo strumento prima della scadenza contrattuale al fine di realizzare plusvalenze (ma
sono ammesse vendite per fine di liquidità).
La rappresentazione del modello di business deve fornire una rappresentazione fedele di come le attività di business sono
effettivamente gestite.
IFRS9 - cenni
Modello di
business
Finalità:
pagare/ricevere flussi
di cassa
Individuata dalla
direzione strategica
Non è una analisi
strumento per
strumento
(classificazione per
portafoglio)
The asset is held within a business model whose objective is to
hold assets in order to collect contractual cash flows
(Ref. IFRS 9 – 4.1.2, sub a)
The contractual terms of the financial asset give rise on specified
dates to cash flows that are solely payments of principal and
interest on the principal amount outstanding (Ref. IFRS 9 – 4.1.2,
sub b)
+
=
Classificazione e misurazione al costo ammortizzato
altrimenti al fair value
Connessioni con nuovi standard su Market Risk e
IRRBB - Trading/banking book boundary
17. 17
Logica IFRS9
Fase 1 Fase 2 Fase 3
Classificazione e
misurazione degli
strumenti finanziari
Unico metodo di svalutazione
per tutte le attività finanziarie
che richiedono l’applicazione
dell’impairment test
Operazioni di copertura
Riduzione del numero di
categorie per classificare
gli strumenti finanziari (2)
Misurazione basata su
valutazioni razionali e più
oggettive
Riduzione del numero di
metodologie d’impairment
associate agli strumenti
finanziari
Revisione delle attività di
imparment
AttivitàEffettoBeneficio
Semplificazione della
contabilizzazione degli strumenti
di copertura e maggiore
comprensibilità
Unica modalità di
contabilizzazione per tutte le
coperture basata sul cash flow
hedging
19. 19
Rischio di credito
IRB approach
Standardised
approach
CREDIT RISK PILLAR 1
Cosa Come Quando
Revisione IRB
approach (slide 28)
Nuovo standard sul
rischio di credito
TBD
Seconda consultazione
scaduta a marzo 2016
Vincoli all’utilizzo dei
modelli IRB
Processi di due diligence
per risk assessment
IFRS9:
Classificazione del credito
Definizione di Default
Modelli di impairment
PILLAR 3 – nuovi templates
Cartolarizzazioni – ponderazioni più severe
Rischio di controparte
Cross references
Sullo stesso argomento va commentata la posizione dell’EBA (slide 29,30,31)
20. 20
Reducing variation in credit risk-weighted assets –
constraints on the use of internal model approaches
Nel marzo 2016, il Comitato di Basilea ha aperto una consultazione pubblica avente ad oggetto il ricorso ai modelli
interni nell’ambito del rischio di credito. L’oggetto di attenzione è la possibilità per le Banche di utilizzare i modelli interni
per la determinazione dei requisiti patrimoniali per il rischio di credito.
I cambiamenti in oggetto, riassumibili nei seguenti punti, riguardano sia gli enti creditizi che ricorrono a A-IRB sia i
soggetti autorizzati a utilizzare l’approccio F-IRB
Restrizioni all’utilizzo
dell’approccio IRB per
determinate esposizioni
Si intende assicurare sempre
che i parametri stimati siano
coerenti con gli scopi dei
requisiti patrimoniali. Per tale
ragione si propone la
sostituzione:
■ dell’IRB con il metodo
standard (esposizioni verso
banche con un certo totale
dell’attivo, verso «specialised
lending», verso talune azioni);
■ dell’A-IRB con l’F-IRB per le
esposizioni verso banche
appartenenti ad un gruppo con
un certo totale dell’attivo.
Laddove la banca sia autorizzata
a ricorrere ai modelli interni,
si intende assicurare un
«livello minimino di
prudenzialità». Si avanza
l’introduzione di alcuni floor per la
PD e LGD e per i CCF (al fine
della determinazione dell’EAD per
le poste fuori bilancio). Si tratta di
portafogli per i quali è ancora
possibile ricorrere ai modelli
interni e espressamente segnalati
dal Comitato (tabella 2
dell’allegato al documento).
Limite alla stima dei
parametri utilizzati nei
modelli interni
Si intende ridurre la variabilità
nel calcolo del RWA per i
portafogli per i quali si è
autorizzati a ricorrere all’IRB. Il
Comitato intende rivalutare:
■ il fattore di stagionalità nella
stima della PD;
■ aggiornare la formula della
downturn LGD nell’approccio F-
IRB;
■ combinare le stime del CCF
offerte dalla vigilanza con
quelle prodotte internamente;
■ aggiornare le tecniche di
mitigazione del rischio attuali
(CRM).
Applicazione di floor ai
parametri di rischio
21. 21
Future of the IRB Approach secondo EBA
A marzo 2015, l’EBA ha pubblicato un Discussion Paper sul futuro dell’approccio IRB nell’ambito del rischio di
credito e febbraio 2016 un Opinion, in cui ha intrapreso un processo di revisione dell’approccio sui modelli interni,
dati i limiti di tale approccio, cosi sintetizzabili:
presenza di significative incongruenze nell’applicazione della definizione di default tra i vari istituti a causa di una
mancanza di regole specifiche sull’applicazione di tale definizione;
presenza di significative incongruenze sulle modalità di stima dei parametri di rischio e sul trattamento degli
asset in default, come si evince anche dal Report dell’EBA sulla comparabilità e pro-ciclicità dei requisiti di capitale
del dicembre 2013; e
presenza di significative incongruenze nelle tecniche di mitigazione del rischio di credito.
Pertanto, l’EBA intende migliorare ed accrescere la robustezza dei modelli e la comparabilità delle
stime di rischio tra gli istituti di credito e migliorare la trasparenza dei modelli e dei relativi risultati,
tramite un approccio phase-in strutturato come segue:
L’implementazione delle misure della revisione avverrà in modo graduale entro il 2020. Molti dei
partecipanti alla consultazione EBA hanno indicato che sarebbe preferibile attendere la posizione finale
del CBSB
22. 22
Future of the IRB Approach: dettaglio
Sul tema sono previsti tre
RTS sulle condizioni in
base alle quali le autorità
competenti possono
autorizzare:
1) il riconoscimento delle
garanzie personali
condizionali (art.183,
c.6),
2) sulle attività
sufficientemente
liquide (art. 194, c. 10)
e
3) sull’uso dei modelli
interni per gli accordi
di compensazione (art.
221, c. 9)
E’ previsto un RTS di cui
agli artt. 144(2), 173(3) e
180(3b) del CRR,
principalmente indirizzato
alle autorità competenti per
la valutazione della
conformità degli enti ai
requisiti minimi previsti
dai metodi IRB.
L’EBA intende rivedere la
definizione di Default,
strutturando tale processo
in due fasi volte alla:
1. valutazione in merito a
eventuali cambiamenti
sulle procedure e sui
sistemi IT adottati per
l’individuazione dei
soggetti in default;
1. ricalibrazione dei
parametri di rischio e
all’aggiustamento delle
serie storiche utilizzate
per riflettere la nuova
definizione di default
E’ previsto entro metà 2017
un RTS – di cui agli artt.
181 (3a) e 182(4a) del CRR
- sulla natura, sulla durata e
sulla gravita della
recessione economica.
Inoltre, entro la stessa
scadenza, è pianificata la
pubblicazione di tre
guidelines:
1) sulla stima dell’LGD,
della PD e sul calcolo
dell’LGD per le
esposizioni in default;
2) sulle migliori stime per
le perdite attese
(ELBE);
3) sul trattamento degli
importi delle perdite
attese.
Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4
Valutazione della
metodologia IRB –
Entro fine 2015/
inizio 2016
Revisione della
Definizione di
Default – Entro
metà 2016
Stima dei parametri
di rischio e
modalità di
trattamento asset in
default – Entro fine
2016
Mitigazione del
rischio di credito –
Entro fine 2017
23. 23
Future of the IRB Approach – Stato d’avanzamento
Documenti
Stato d'avanzamento
Consultation Paper Final Draft
Regolamento Commissione/ Orientamenti
finali
Fase 1 RTS sulla valutazione della metodologia IRB in attesa in attesa
Fase 2
RTS sulla soglia di rilevanza di cui all'art. 178(6) in attesa in attesa
RTS sull'applicazione di definizione di defaultdi
cui all'art. 178(7)
in attesa in attesa
Fase 3
RTS sulla durata, la natura e la gravità della
recessione economica
in attesa in attesa in attesa
GLS sulla stima dell'LGD downturn in attesa in attesa in attesa
GLS sulla stima della PD in attesa in attesa in attesa
GLS sul calcolo dell'LGD per le esposizioni in
default, sull'ELBE e sull'IRB shortfall
in attesa in attesa in attesa
Fase 4
RTS sul riconoscimento delle garanzie personali
condizionali di cui all'art. 183 (6)
in attesa in attesa in attesa
RTS sulla definizione delle attività
suffcientemente liquide di cui all'art. 194 (10)
in attesa in attesa in attesa
RTS sull'uso dei modelli interni per gli accordi di
compensazione di cui all'art. 221(9)
in attesa in attesa in attesa
24. 24
Nuovo standard per il rischio di credito
Standards Revisions to the
Standardised Approach for credit
risk
10 dicembre 2014 10 dicembre 2015consultazione consultazione
FINAL STANDARD
Criticità rilevate sul modello
standardizzato
1. Eccessivo affidamento ai rating
esterni
2. Mancanza di granularità e risk-
sensitivity
3. Calibrazioni fuori tempo
4. Mancanza di comparabilità e di
allineamento con esposizioni
ponderate per il rischio sotto il
metodo IRB Eccessiva complessità
e mancanza di chiarezza nelle
norme
Proposte prima consultazione
1. Eliminazione dei rating esterni e
introduzione di key driver (es.
banche, corporate, immobiliare)
2. Nuove ponderazioni per
specialised lending
3. Penalizzazione per le NPE
4. Nuovo trattamento per
cartolarizzazioni
5. Modifiche ai CCR e al CRM
Revisions to the
Standardised Approach
for Credit Risk
1. introduzione di requisiti di “due-
diligence” e reintroduzione dell’utilizzo di
rating esterni
2. modifiche delle ponderazioni per
esposizioni su debiti subordinati, azioni
e altri strumenti di capitale;
3. modifiche nella tassonomia e nella
classificazione delle sottocategorie
relative alle esposizioni immobiliari;
4. ponderazione aggiuntiva per esposizioni
che presentano un disallineamento di
valuta;
5. revisione delle ponderazioni per le
esposizioni fuori bilancio;
6. revisione delle ponderazioni su
esposizioni in default;
7. introduzione di un “criterio d’entrata”
nelle esposizioni verso Banche
Multilaterali di Sviluppo (MDB);
8. revisione delle ponderazioni per
esposizioni sul “altre attività” soggette ai
requisiti del CRM framework e revisione
del CRM framework su esposizioni
soggette all’approccio standard.
Seconda consultazione scaduta marzo 2016
TBD
25. 25
Rischio di mercato - FRTB
Cosa Come Quando
Cross references
Internal models
approach
Standardised
approach
Market risk PILLAR 1
IFRS9:
Classificazione delle atività / passività
Trading/Banking Book boundary
PILLAR 3 – nuovi templetes
Rischio di controparte
Rischio cartolarizzazioni
Nuovo metodo standard (Sensitivity-Based
Approach, SBA)
utilizzo delle sensitivity e TB/BB boundary
Scadenza per la trasposizione 1
gennaio 2019
Modello interno rivisto (Internal Model
Method – IMM)
Expected Shortfall (ES) in sostituzione al
Value at Risk
Approvazione del modello interno effettuata per
desk e risk factor
Obbligatorietà del calcolo del requisito anche
con il modello standard (parallel running)
fallback immediato a standard
prodotti cartolarizzati capitalizzati usando
l’approccio standard
Orizzonti di liquidità differenziati per tipologia
di prodotto, da 10 giorni a 1 anno
26. 26
La distinzione tra banking e trading book è alla base della FRTB. Il BCBS intende ridurre il grado di
discrezionalità nella definizione del perimetro per la misurazione del VaR tra i due book della banca. A tale
scopo, gli obiettivi perseguiti nella FRTB sono:
definizione oggettiva di trading book;
riduzione della permeabilità tra trading e banking book;
riduzioni delle opportunità di arbitraggi di capitale regolamentare tra i due book;
definizione del confine tra i due book in linea con i processi di risk management delle banche.
Il Boundary (1)
Al fine di perseguire i punti sopra descritti, il BCBS ha introdotto due misure correttive complementari tra
loro:
1. un rafforzamento delle linee guida per la classificazione degli strumenti all’interno del trading e del
banking book attraverso una definizione meno soggettiva;
2. specifici vincoli normativi finalizzati alla limitazione degli arbitraggi regolamentari. Alle banche
sarà consentito di riallocare gli strumenti nei book in circostanze eccezionali e solo su approvazione da
parte dall’Autorità di Vigilanza. Inoltre, dalla riallocazione non è consentito ottenere alcun beneficio in
termini di minor requisito di capitale.
27. 27
A seguito della classificazione di uno strumento in uno dei book, il BSBC prevede i seguenti vincoli
regolamentari per disciplinarne l’operatività:
1. ogni investimento deve essere collocato nel trading o banking book sulla base delle linee guida nel
momento della sua sottoscrizione;
2. dopo la designazione iniziale, un’eventuale riallocazione dello strumento deve essere approvata
dall’Autorità di Vigilanza ed è consentita solo in circostanze eccezionali e non dovute alle sole
opportunità generate dalle contingenze di mercato;
3. anche qualora lo spostamento venga approvato e ne derivi una riduzione del capitale regolamentare, la
differenza di RWA è comunque imposta alla banca sotto forma di requisito di capitale Pillar 1
addizionale di cui bisogna dare pubblica evidenza;
4. una specifica informativa sulla classificazione degli strumenti in banking o trading book deve essere
periodicamente fornita alle Autorità di Vigilanza.
Le nuove linee guida introdotte dalla FRTB appaiono indubbiamente più stringenti nella definizione del
perimetro del trading book, annullando di fatto ogni possibile vantaggio in termini di RWA.
Il Boundary (2)
28. 28
Rischio di mercato: nuovo metodo standardizzato (SBA)
RISCHIO
APPROCCIO A BLOCCHI
Le fasi di calcolo da 1 a 4 sono effettuate tre volte con matrici di correlazione diverse (ipotesi di correlazione elevata,
minore, normale); il requisito corrisponde al massimo tra i tre valori ottenuti
29. 29
Rischio di mercato: IMM
1. Calcolo dell’Expected Shortfall (ES) in sostituzione al
Value at Risk. Il VaR, tuttavia, deve essere comunque
calcolato ed utilizzato per finalità di backtesting, data
l’impossibilità di eseguire tale procedura con l’Expected
Shortfall;
2. Approvazione del modello interno effettuata per desk
e risk factor. Il capitale totale per il rischio mercato è
calcolato a livello di desk ed è definito dalla somma del
requisito derivante dai desk eligible all’approccio IMM e
del metodo standard per i desk non eligible;
3. Obbligatorietà del calcolo del requisito anche con il
modello standard (parallel running), per motivi di
reporting comparativo tra banche e di eventuale fallback
immediato;
4. I prodotti cartolarizzati vanno comunque capitalizzati
usando l’approccio standard;
5. Orizzonti di liquidità differenziati per tipologia di
prodotto, da 10 giorni a 1 anno (5 in tutto).
Approvazione IMM per desk e risk factor
Meccanismo di fall back incorporato nel
processo di approvazione dell’IMM
30. 30
Rischio operativo
Cosa Come Quando
Nuovo metodo
standardizzato - SA
Nuovo SMA in
sostituzione del modello
AMA
Consultazione chiusa 6
gennaio 2015
Consultazione chiusa 3
giugno 2016
Business indicator
Loss Component
IFRS9:
Classificazione delle attività / passività
PILLAR 3 – nuovi templetes
Modello di Business (SREP – RAF)
Cross references
PILLAR 1
Basic Indicator
approach
Advanced
measurement
approach
Operational
risk
Standardised
approach
31. 31
Interventi sul Business Indicator introdotti con la seconda
consultazione
Gli interventi a correzione del Business Indicator:
amplificano gli elementi risk sensitive
ne ampliano il perimetro
introducono possibilità di indagine mirate su profili inerenti a specifiche sottocategorie di rischio
operativo quali:
il conduct risk
il legal risk
VALORE ?
Eseguire una valutazione di
impatto sul Business Indicator e
sulle innovazioni apportate
dall’ultimo documento BIS in
consultazione costituisce una
opportunità per acquisire da subito
consapevolezza sulla entità del
nuovo BI
32. 32
Una semplice approssimazione del business indicator
collocherebbe il Banco Popolare nel terzo bucket con:
un eccesso sul limite inferiore del bucket di € 413
milioni
un significativo aggravio (+37%) sul requisito di
capitale a fronte del rischio operativo (al 31 dicembre
2015 pari a € 358 milioni) esclusivamente dovuto alla
sola Business Indicator Component
a cui va aggiunta la Loss Component
Progressione del Business Indicator
Non linearità del Business Indicator e impatti sulla BI
Component
Bucket BP
33. 33
Loss Component – Internal Loss Multiplier
Business Indicator Loss Component
DIPO aziendale
Loss Component = Business Indicator
Loss Component < Business Indicator
Loss Component > Business Indicator Internal Loss Multiplier > 1
Internal Loss Multiplier = 1
Internal Loss Multiplier < 1
1
2
3
Banca allineata con il mercato
σ
Il rapporto tra la Loss Component e il Business
Indicator stabilisce l’Internal Loss Multiplier che
concorre alla determinazione del requisito di
capitale.
+
-
=
Nello SMA, alla Business Indicator
Component il Comitato ha affiancato ad
integrazione della prima la Loss
Component, al fine di accrescere la risk
sensitivity del nuovo approccio.
La Loss Component riflette l’esposizione
alle perdite operative di una banca che può
essere dedotta e stimata dalla propria
esperienza di perdita, tramite l’Internal
Loss Multiplier.
In particolare, una banca con una Loss Component
equivalente al Business Indicator presenta una
Internal Loss Multiplier pari ad 1 e il requisito di
capitale a fronte del rischio operativo è pari alla
componente Business Indicator. Nel caso in cui
una banca presenti delle perdite superiori (o
inferiori) alla media, avrà una Loss Component al di
sopra (o al di sotto) della componente Business
Indicator e i requisiti di capitale dell’approccio SMA
risulteranno essere superiori (o inferiori) alla
componente Business Indicator.
34. 34
Significato di Loss component
La Loss Component differenzia tra gli eventi di perdita al di sopra di
10 milioni di euro e
100 milioni di euro
ed eventi di perdita minori per distinguere le banche con diverse code della distribuzione delle perdite ma
con perdite totali medie simili.
A tal proposito, le banche dovranno utilizzare a regime un periodo di osservazione di 10 anni e, nel
periodo iniziale, le banche che non dispongono di dati degli ultimi 10 anni ottimali a livello qualitativo sono
autorizzate all’uso dei dati degli ultimi 5 anni.
Loss Component = 7*ATAL
+7*ATAL (eventi di perdita > 10 mln)
+5*ATAL (eventi di perdita > 100 mln)
con ATAL=Annual Total Average Loss
35. 35
Rischio di tasso di interesse sul banking book
Cosa Come Quando
Nuovo standard sul
rischio di tasso di
interesse sul banking
book
Nuovi principi
Standard 21 aprile 2016
Applicazione 2018
Classificazione delle
esposizioni
Economic Value of Equity
Variazione del Net Interest
Income
6 scenari predefiniti
IFRS9:
Classificazione delle attività / passività
PILLAR 3 – nuovi templetes
FRTB
BUSINESS MODELL ANALYSIS
Cross references
PILLAR 1
PILLAR 2
PILLAR 3
IRRBB
36. 36
Standard - Interest rate risk in the banking book – elementi
essenziali
Sintesi elementi di novità del nuovo Standard sull’IRRBB
Integrazione approccio al valore (effetto 1) e agli utili correnti (effetto 2)
Standardizzazione trattamento opzioni (comportamentali e automatiche)
Effetti sui requisiti di capitale (SREP), sul Pillar 2 e obblighi di disclousure (Pillar 3)
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A valere sulle esposizioni del Banking Book amenable
e not amenable (elaborate come da slide precedente)
vengono generati i cash flow in funzione della data di
scadenza contrattuale.
I cash flow sono distribuiti su 19 time bucket predefiniti
(da overnight a oltre 20 anni) e processati con sei
scenari (Multiple
Cash Flow Bucketing
Generazione dei notional cash flow
Attività interest rate sensitive
Passività interest rate sensitive (inclusi
i depositi non remunerati)
Off-balance sheet items (OBS)
Esposizioni Esclusioni
Attività dedotte dal CET1, attività immateriali,
real estate, esposizioni su azioni classificate nel
BB
Passività che costituiscono capitale
regolamentare (CET1, additional Tier1 (AT1) e
Tier 2 capital)
Shock parallelo verso l’alto
Shock parallelo verso il basso
Irrigidimento della curva dei tassi
Appiattimento della curva dei tassi
Aumento dei tassi a breve
Riduzione dei tassi a breve
Scenari sui tassi di interesse
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Esposizioni particolari
BEHAVIOURAL
OPTION RISK
AUTOMATIC
OPTION RISKOPTION RISK
Misurazione e tecnologia Processo di classificazione conforme
Le esposizioni del Banking Book not amenable sono
assoggettate:
a un processo di classificazione conforme allo
standard
a procedimenti di misurazione ad hoc (es. NMDs)
la cui correttezza modifica apprezzabilmente gli impatti
su EVE e NII