3. Strutture cristalline 3-D Reticolo cubico a facce centrate: FCC Insieme di vettori primitivi: Notare che “a” è la costante reticolare, ma non è la distanza tra primi vicini. La cella unitaria convenzionale è 4 volte più grande della cella primitiva (perchè ?).
6. Strutture cristalline 3-D Reticolo cubico a corpo centrato: BCC Insieme di vettori primitivi: Notare che “a” è la costante reticolare, ma non è la distanza tra primi vicini. La cella unitaria convenzionale è 2 volte più grande della cella primitiva (perchè ?).
9. Strutture cristalline 3-D Reticolo esagonale compatto: HCP Per costruire un reticolo hcp usiamo i vettori primitivi del reticolo esagonale: + la base Non esiste una relazione definita tra a e c, però per , per atomi di raggio a/2 si ottiene una struttura compatta.
10. Strutture cristalline 3-D Reticolo tetraedrico (diamante) Per costruire un reticolo tetraedrico combinando due reticoli fcc, il secondo spostato di: Analogia con il reticolo esagonale 2-D
17. Effetti di simmetrie microscopiche Talvolta le simmetrie di un solido, evidenti su scala macroscopica, permettono di restringere il numero di reticoli cristallini possibili per quel materiale. Piroelettricità (sviluppo di una d.d.p. agli estremi di un materiale mentre è sottoposto a riscaldamento) I cristalli piroelettrici (p. es. la tormalina) possiedono un momento di dipolo macroscopico come risultato della somma dei singoli momenti di dipolo di ciascuna cella unitaria. Ma, vanno esclusi gli assi di simmetria per i quali esiste una simmetria per riflessione (o asse di rotoinversione), perchè il momento di dipolo cambierebbe segno annullandosi. Pertanto rimangono i soli gruppi puntuali C n (n=1...6), C nv (n=2...6) e C 1h .
18. Effetti di simmetrie microscopiche Piezolettricità (sviluppo di una d.d.p. agli estremi di un materiale mentre è sottoposto a stress meccanico, o viceversa). Si assume che la polarizzazione sia una funzione lineare della deformazione applicata Eseguendo una operazione di inversione il tensore degli sforzi è invariante, ma la polarizzazione cambia segno, quindi anche B. Pertanto, se il cristallo è invariante per inversione B deve essere nullo . Si escludono i gruppi D nh e S 2 . Deformando il cristallo spostando ogni punto reticolare di una piccola distanza che varia lungo il cristallo, si determina uno stress meccanico descritto dal tensore delle deformazioni ( strain )