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Scheda per la rappresentazione dell’esperienza
LIVELLO
• Società scientifica – SIU Società Italiana di Urologia
MACROTEMA
• Riorganizzazione percorsi clinici assistenziali
• Soluzioni organizzative per la gestione di pazienti non COVID dettate dall’emergenza COVID
GESTIONE DELLE PATOLOGIE UROLOGICHE DURANTE LA PANDEMIA COVID-19
EXPERT OPINION DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI UROLOGIA (versione 1, 26 Marzo 2020)
Il presente documento potrà essere modificato in base all’evoluzione della pandemia COVID-19 e della disponibilità di nuove evidenze scientifiche
Premessa
La pandemia COVID-19 ha influenzato il normale svolgimento della pratica clinica urologica
mediante molteplici meccanismi (Tabella 1), comportando significativi ritardi nell’erogazione delle
prestazioni urologiche.
La possibilità di esaurire in un prossimo futuro il disavanzo tra domanda ed offerta dipenderà dalla
durata dell’epidemia, dalle sue conseguenze economiche e sociali, ed anche da cambiamenti
anagrafici della popolazione causati dall’infezione.
E’ indispensabile una razionalizzazione immediata delle risorse, e la corretta definizione degli
scenari futuri al fine di pianificare quanto prima la fase di recupero.
Il triage delle procedure urologiche deve tenere in considerazione l’eterogeneità della patologia
trattata dall’urologo, la variabilità della tempistica utile per un trattamento efficace, i diversi
approcci chirurgici ed le alternative non chirurgiche.
Il compito riorganizzativo in questa fase è gravato dall’aumento dei livelli di stress e dalla limitata
interlocuzione con il settore tecnico-amministrativo, completamente rivolto alla gestione
dell’emergenza.
L’epidemia ha manifestazioni loco-regionali eterogenee e risposte differenziate da parte dalle
autorità governative locali. Benchè non vi siano dati ufficiali, è stato segnalato come sia in atto
una nuova migrazione sanitaria, con flussi di pazienti delle aree ad alta endemia che ricercano
altrove le prestazioni soppresse.
Questo documento si pone lo scopo di compendiare in un testo agile e di rapida consultazione
informazioni ed suggerimenti utili agli Urologi italiani nel triage dei pazienti e nell’ottimizzazione
delle risorse disponibili in questo difficile momento.
Fattori Cause Attività urologica
colpita
Misure di rientro e loro
criticità
Possibili conseguenze
- Riduzione degli slot di
sala operatoria
- Riduzione dei posti di
ICU per il decorso
post-operatorio
- Riduzione di
emoderivati
- Dislocazione di risorse
umane e strumentali
verso le ICU
- Contagio del personale
di sala operatoria e
misure di quarantena
- Riduzione dei donatori
Chirurgia minore, media
e maggiore, elettiva e di
urgenza
Futuro aumento degli
slot di sala operatoria
(verticalizzazione delle
sedute): improbabile per
le risorse già limitate in
fase pre-epidemia e per
la loro ulteriore
decurtazione da parte
dell’epidemia stessa
- Riduzione delle indicazioni a
chirurgia per la patologia
elettiva
- Aumento della
morbidità/mortalità di alcune
patologie
- Riorganizzazione degli
spazi di degenza
- Riduzione del
personale urologico
- Contrazione dei
servizi (consulenze
specialistiche,
radiologie)
- Convergenza delle
risorse per la degenza
non intensiva dei
malati COVID
- Coinvolgimento del
personale urologico
nella gestione COVID
- Contagio e quarantena
del personale
urologico
Degenza day surgery e
ordinaria
- Ripristino della
logistica ospedaliera
standard dopo
sanificazione
- Reclutamento di
personale medico ed
infermieristico da
destinare alle urologie
Iperafflusso ai reparti di urologia,
con personale insufficiente con
conseguente impatto su tutti gli
outcome clinici (es. complicanze)
- Riduzione dei flussi
ambulatoriali
- norme sociali
impartite alla
popolazione per il
contenimento del
contagio (non lasciare
il domicilio)
- aumento dei tempi per
le procedure igieniche
(mantenimento delle
distanze
interpersonali)
- sovraccarico di triage
per l’individuazione
dei soggetti a rischio
(anamnesi sociale e
clinica preliminare dei
centri di prenotazione)
Attività ambulatoriale - Incremento e
prolungamento delle
sedute ambulatoriali:
improbabile
considerando i tempi
di attesa già prolungati
in molte realtà
- Supplementazione
della strumentazione
per la diagnostica
urologica (es.
urodinamica)
- Prolungamento della lista di
attesa per le prestazioni
diagnostiche (urologiche e non) e
per le visite urologiche con
conseguenti ritardi diagnostici e
inerenti ripercussioni
- Incremento indiscriminato
dell’attività libero professionale
- Forte sviluppo della
telemedicina e teleconsulenza
Tabella 1. Fattori critici legati alla pandemia COVID19, loro influenza sulle attività urologiche, possibili misure di rientro
e conseguenze a medio e lungo termine.
Principi generali di condotta clinica durante l’epidemia
• Le procedure chirurgiche dovrebbero essere svolte dagli operatori più esperti, per ridurre i
tempi operatori ed i rischi di complicazioni. E’ pertanto raccomandato la sospensione della
formazione chirurgica.
• La scelta sulla tecnica di approccio chirurgico dovrebbe considerare le ricadute economiche
dirette che essa comporta.
• Tuttavia qualora le risorse locali lo permettano, la via di approccio abituamente adottata
dovrebbe essere mantenuta, per non comprometterne l’outcome e standardizzare i tempi di
sala operatoria.
• Le patologie ad alta complessità e bassa incidenza dovrebbero essere centralizzate presso
centri hub regionali.
• Il personale chirurgico non dovrebbe soggiornare in sala operatoria durante le manovre di
intubazione, attendendo alcuni minuti dalla loro conclusione prima di rientrare, lasciando
sedimentare eventuali droplets infetti.
• Si dovrebbero porre in atto tutti i provvedimenti in grado di ridurre il rischio di contagio tra
il personale sanitario attraverdo l’adozione di adeguati dispositivi di protezione individuale;
si considerino poi i mezzi per abbattere l’aerosolizzazione in sala operatoria (circuiti chiusi,
insufflatori a ciclo continuo, aspirazione dei fumi).
• Si ricordi che il virus e’ stato isolato con alta frequenza nei secreti respiratori, nella salive e
nelle feci, raramente nel sangue, eccezionalmente nelle urine.
• Tutti i trattamenti sperimentali e i protocolli di ricerca andrebbero sospesi per non
compromettere i risultati della ricerca e mettere a rischio le risorse residue disponibili.
Il triage delle procedure urologiche
Gli obiettivi del triage sono:
- proteggere il paziente asintomatico dalle potenziali interazioni tra atto chirurgico ed evoluzione
dell’infezione, e dall’insorgenza di complicanze respiratorie nel post-operatorio, che ad oggi
sono ignote;
- proteggere il personale e gli altri degenti dal contagio, anche reciproco;
- definire una priorità tra le procedure urologiche.
Gli urologi coinvolti nella gestione di reparti Covid 19 non dovrebbero rientrare in servizio
standard prima di essere stati sottoposti a verifica con tampone e periodo di isolamento idoneo.
Negli ospedali Covid19-free, l’equipe chirurgica dovrebbe essere ristretta, monitorata con tamponi
periodici e sottoposta a misure restrittive che ne limitino il rischio di contagio.
La convocazione dei pazienti per chirurgia elettiva deve avvenire attraverso un’accurata anamnesi
telefonica che ricerchi i criteri suggestivi di un possibile contagio da Coronavirus SARS-CoV-2:
- criteri clinici: tosse, rinorrea, rialzo termico, faringodinia, algie addominali, congiuntivite.
- criteri epidemiologici: contatto diretto con paziente COVID-19 positivo (convivenza/colloquio
per oltre 15 minuti nello stesso ambiente, frequentazione di strutture ospedaliere); provenienza
da aree geografiche ad alta endemia individuate dai dati epidemiologici correnti.
I pazienti che presentino criteri di sospetto non dovrebbero essere ammessi in ospedale - a patto
che la procedura per la patologia di cui sono affetti possa essere posposta - e dovrebbero essere
ricontattati dopo 15 giorni.
Il triage deve essere ripetuto da parte del personale medico all’atto del ricovero.
Sarebbe auspicabile che ogni candidato chirurgico venga sottoposto a tampone per la ricerca del
virus, ma in mancanza di risorse sufficienti dovrebbero essere testati almeno i pazienti
asintomatici con criteri epidemiologici di sospetto:
- il tampone dovrebbe essere eseguito immediatamente all’ammissione in ospedale;
- il paziente dovrebbe indossare una mascherina chirurgica ed essere edotto sulle norme
comportamentali per ridurre il contagio aereo;
- dopo il tampone il paziente dovrebbe essere temporaneamente dimesso, oppure confinato in
stanza singola con bagno personale, oppure ricoverato in unità operativadedicata ai pazienti con
sospetto Covid;
- il personale medico ed infermieristico dovranno indossare sempre idonei dispositivi di
protezione individuale (guanti, mascherina FFP2/FFP3 e camice impermeabile per contatti che
non espongano a inalazione di droplets, mascherina chirurgica per la pratica clinica urologica
standard), seguendo gli specifici protocolli di vestizione e svestizione. Tale condotta dovrebbe
protrarsi fino all’arrivo dell’esito del tampone.
Per definire la priorità delle procedure si dovrebbe considerare:
- il consumo di risorse in termini di personale medico, infermieristico (di reparto, di sala
operatoria) e di servizi ospedalieri;
- il massimo ritardo terapeutico concesso dalla patologia, prima che si possano verificare costi
biologici e sociali;
- il rapporto domanda/offerta locale e da altre realtà geografiche, sulla base dell’epidemiologia
COVID-19;
- il tempo intercorso dall’inserimento in lista di attesa;
- l’età, l’aspettativa di vita e il contesto socio-famigliare del paziente;
- quali siano le prospettive future di poter erogare la prestazione necessaria;
- la possibilità di sostituire la procedura con una prestazione in regime ambulatoriale, in anestesia
locale o senza anestesia;
- l’accessibilità ad alternative “non chirurgiche” con equivalente outcome, giudicando le risorse
ospedaliere che queste consumano; inoltre di tali procedure dovrà essere considerato il numero
di accessi ospedalieri che esse comportano - per il trattamento stesso o per i controlli - stimando
il conseguente rischio di contagio per il paziente.
Interventi per patologia urgente
Le urgenze urologiche andrebbero garantite come di consueto: esse infatti non sono
procrastinabili e l’adozione di soluzioni abituali dovrebbe garantire il miglior rapporto
costo/beneficio, per rapidità di guarigione e minor rischio di reiterati accessi ospedalieri. La
possibile carenza di personale anestesiologico dovrebbe indurre a privilegiare, laddove possibile,
procedure ambulatoriali ed in anestesia locale. Nella gestione strategica delle ematurie e dei
traumi la scarsa disponibilità di sangue per emotrasfusioni potrebbe favorire un atteggiamento più
rapidamente interventista e risolutivo. (Tabella 2).
Condizione/Patologia Opzioni Osservazioni
Ostruzione alta via
escretrice/Infezione
Nefrostomia
percutanea
- In anestesia locale
- Non risolutiva, richiederà di ulteriori accessi per sostituzione
- Rischio dislocazione
Stenting ureterale - In anestesia generale
- Se possibile utile risolvere consensualmente la causa di ostruzione
- Minor rischio di dislocazione
Ritenzione d’urina Cateterismo trans-
uretrale/Cistostomia
sovrapubica
- Posizionamento e sostituzioni ambulatoriali
- Necessari poi accessi per la sostituzione
Ematuria - Ritenzione da
coaguli
Cateterismo
transuretrale e
lavaggio
- Non richiede anestesia, può aumentare la necessità di trasfusioni
Endoscopia
operativa
- E’ procedura diagnostica e terapeutica, ma richiede anestesia e sala operatoria
Traumi genito-urinari Trattamento
conservativo
- E’ possibile in anestesia locale, o loco-regionale e, comunque, con tempi
operatori inferiori
Trattamento
chirurgico
- Traumi maggiori, emodinamicamente instabili o multiorgano
- Alto consumo di risorse di sala operatoria, terapia intensiva, emoderivati
Torsione del funicolo
spermatico
Detorsione manuale - Senza anestesia, ambulatoriale
Esplorazione
chirurgica
- Richiede anestesia e sala operatoria, ma procedura rapida e con degenza breve
Infezione sfintere
artificiale o protesi
peniene
Espianto chirurgico - Riduce il rischio di evoluzione settica e la degenza in terapia intensiva
Ascesso scrotale
Gangrena di Fournier
Drenaggio
Asportazione
chirurgica
- Procedura salva-vita, in anestesia, con alto consumo di risorse di sala operatoria
e terapia intensiva
Priapismo Drenaggio dei corpi
cavernosi in
anestesia locale
- Procedura eseguibile in ambulatorio, senza anestesia
Shunt dei corpi
cavernosi
- Procedura in anestesia e in sala operatoria
Tabella 2 - Procedure chirurgiche urologiche urgenti e possibile influenza sul consumo di risorse destinate
all’emergenza COVID.
Interventi in elezione per patologia neoplastica
Non tutti gli interventi urologici per patologia neoplastica sono ugualmente prioritari. Per
definirne la priorità si tenga in debita considerazione anche il tempo intercorso dalla diagnosi ,
l’età e l’aspettativa di vita del paziente.
Sono assolutamente prioritari quegli interventi chirurgici la cui eventuale dilazione potrebbe
impattare negativamente sulla sopravvivenza dei pazienti stessi. In particolare, non dovrebbero
essere dilazionati gli interventi inseriti in un percorso terapeutico multimodale (es dopo terapia
neoadiuvante; prima di trattamento radioterapico).
Vi sono poi procedure per patologie uro-oncologiche considerabili come semi-prioritarie
(prostatectomia radicale per neoplasia a rischio intermedio sfavorevole, resezione transuretrale di
neoplasie vescicali di piccole dimensioni, nefrectomia parziale/radicale per neoplasie renali cT1b)
che andrebbero eseguite solo nelle realtà dove i pazienti COVID-19 non abbiano totalmente
saturato la disponibilità di risorse.
Tutti gli altri interventi per patologia neoplastica possono essere differiti (neoplasie renali
cT1a, neoplasie prostatiche a basso rischio e a rischio intermedio favorevole) o sostituiti con
alternative terapeutiche non chirurgiche che garantiscano risultati oncologici simili (es.
radioterapia/radio-ormonoterapia per neoplasia prostatica; terapie ablative per neoplasia renale e
prostatica), specialmente nei pazienti a più elevato di rischio di complicazioni emorragiche e non.
Tale scelta deve considerare anche il numero di accessi ospedalieri che essa comporta, i contatti e
le misure igieniche dell’ambiente dove si svolge il trattamento.
Intervento
chirurgico
Prioritario Semi-prioritario Dilazionabile Osservazioni
Cistectomia
radicale
Sempre - - Particolare cauttela nell’utilizzo
dell’intestino per la derivazione data la
possibile presenza di COVID-19 nelle feci
Si consideri il rischio immunosoppressione
potenziale determinato dalla chemioterapia
neoadiuvante, optando per cistectomia
upfront se tale rischio è ritenuto proibitivo
Resezione
transuretrale
- Neoplasia vescicale
ad alto rischio di
progressione
- Second look per
neoplasia vescicale T1
o TxG3
- Neoplasia
vescicale
recidiva di
piccole
dimensioni
- Controlli
endoscopici al termine
di terapia
endocavitaria, in
pazienti a basso
rischio di recidiva
(precedenti controlli
negativi)
Gli operatori devono essere adeguatamente
protetti perchè COVID-19 è stato
riscontrato anche nelle urine
Orchiectomia
radicale
Sempre - - Data la potenziale rapida progressione e il
limitato utilizzo di risorse tale intervento
non deve essere posticipato
Linfoadenectomia
post-chemioterapia
Sempre - - Intervento chirurgico ad alta complessità:
necessaria discussione multidisciplinare
molto approdondita e, dove possibile
centralizzazione a strutture ad alto volume
Nefrectomia
radicale/parziale
per neoplasia
parenchimale
- Neoplasie T2/4
- Neoplasie N+
- Nefrectomia
citoriduttiva
- Neoplasie T1b
candidabbili a
tumorectomia
- Neoplasie T1b - Neoplasie T1a Elevatissimo impegno di risorse
anestesiologiche, di terapia intensiva e di
emoderivati.
Necessaria attenta valutazione della classe
di rischio nel paziente M+ per avviare i
intermediate e poor risks a terapia sistemica
e posticipare l’eventuale nefrectomia
Nefroureterectomi
a con eventuale
linfoadenectomia
Neoplasie di alto
grado, multiple, ≥ cT1
Neoplasie di
basso grado,
singole, cT1
- Considerare il trattamento endourologico
quando possibile, per il minor impegno di
risorse che esso comporta
Prostatectomia
radicale e
linfoadenectomia
pelvica
Neoplasia ad alto
rischio e localmente
avanzate, specie se
candidate a terapia
multimodale
Neoplasia a
rischio
intermedio
sfavorevole
Neoplasia a rischio
intermedio favorevole
o a basso rischio
Ove non possibile le chirurgia, i pazienti ad
alto rischio possono essere considerati per
trattamenti alternativi quali la radioterapia
con concomitante ormonoterapia; solo in
casi selezionati ad alto rischio, con malattia
organo-confinata, la chirurgia può essere
posticipata
Amputazione del
pene e
Linfoadenectomia
Inguinale
Sempre - - Patologia a rischio di sovrainfezione
Tabella 3. Priorità della chirurgia per patologia oncologica.
Patologia urologica benigna
La patologia urologica benigna deve essere rinviata al termine dell’emergenza COVID, ma
deve essere attentamente considerato quale sia il rischio di evoluzione del quadro verso una
urgenza per cause infettive, funzionali o sintomatiche: la prevenzione di queste condizioni è
necessaria nell’ottica di un miglior utilizzo delle risorse e per non incorrere nella futura necessità di
una degenza in terapia intensiva.
Nel trattamento della calcolosi renale si consideri il rapporto costo/beneficio specifico per
il periodo di emergenza, relativamente al rischio emorragico (chirurgia percutanea) e a quello
settico (chirurgia retrograda endoscopica).
L’indicazione generalmente posta al rinvio del trattamento della patologia benigna andrà
inoltre attentamente rimodulata sulla base della durata dell’emergenza per non determinare alti
rischi di salute in una quota importante di popolazione: si ritiene che nell’arco massimo di 60/90
giorni dovrà essere raggiunto un consenso su quale sia la corretta priorità di trattamento della
patologia benigna oggi rimandata.
Nei casi idonei ogni possibile alternativa medica in questo periodo deve considerarsi come
gold standard.
Procedure ambulatoriali
Tra le procedure ambulatoriali in elezione alcune meritano una maggiore priorità in quanto
parte integrante del percorso di cura di patologie neoplastiche (Tabella 4).
Procedura Indicazione fase emergenza
Biopsie della prostata Non dilazionare qualora vi sia un sospetto clinico elevato
Biopsie di piccole masse renali primitive Dilazionare ecceetto quando necessarie per terapia neoplasia metastatica
Cistoscopie flessibili Non dilazionare se per sospetto oncologico o per follow-up di neoplasie
ad alto rischio
Sostituzione di nefrostomie o cateteri ureterali Dilazionare, ma non oltre i 6 mesi dalla data di posizionamento
Sostituzione di catetere vescicale Non dilazionare e gestire a domicilio/sul territorio ove possibile
Terapia endocavitaria per neoplasia vescicale Non dilazionare nelle neoplasie ad alto rischio
Proseguire se già iniziata
Dilazionare nelle neoplasie a rischio basso e intermedio
Litotrissia extracorporea della calcolosi Dilazionare in tutti i casi asintomatici
Indagini diagnostiche (es. studio urodinamico,
test andologici)
Dilazionare
Tabella 4. Suggerimenti sulla riorganizzazione di alcune attività ambulatoriali nel periodo della pandemia COVID-19.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1) Ficarra V, Novara G, Abrate A, Bartoletti R, Crestani A, De Nunzio C, Giannarini G,
Gregori A, Liguori G, Mirone V, Pavan N, Scarpa RM, Simonato A, Trombetta C, Tubaro
A, Porpiglia F; Members of the Research Urology Network (RUN). Urology practice
during COVID-19 pandemic. Minerva Urol Nefrol. 2020 Mar 23. [Epub ahead of print]
2) Stensland KD, Morgan TM, Moinzadeh A, Lee CT, Briganti A, Catto J, Canes D.
Considerations in the triage of urologic surgeries during the COVID-19 pandemic. Eur
Urol 2020 in press
3) Mottrie A. ERUS (EAU) Robotic Urology Section guidelines during COVID 19 emergency
EAU Robotic Urology Section, March 2020
Ulteriori pubblicazioni sono riportate in extenso, anche in traduzione italiana, sul sito SIU al link:
https://www.siu.it/emergenza_covid
Documento redatto dal comitato Scientifico della SIU Società Italiana di Urologia ed approvato dal
comitato Esecutivo della SIU
Riferimento email e telefonico di contatto
Società Italiana di Urologia SIU - Via G Amendola 46 , Roma 00185
segreteria@siu.it telefono 0686202637

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  • 1. Scheda per la rappresentazione dell’esperienza LIVELLO • Società scientifica – SIU Società Italiana di Urologia MACROTEMA • Riorganizzazione percorsi clinici assistenziali • Soluzioni organizzative per la gestione di pazienti non COVID dettate dall’emergenza COVID GESTIONE DELLE PATOLOGIE UROLOGICHE DURANTE LA PANDEMIA COVID-19 EXPERT OPINION DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI UROLOGIA (versione 1, 26 Marzo 2020) Il presente documento potrà essere modificato in base all’evoluzione della pandemia COVID-19 e della disponibilità di nuove evidenze scientifiche Premessa La pandemia COVID-19 ha influenzato il normale svolgimento della pratica clinica urologica mediante molteplici meccanismi (Tabella 1), comportando significativi ritardi nell’erogazione delle prestazioni urologiche. La possibilità di esaurire in un prossimo futuro il disavanzo tra domanda ed offerta dipenderà dalla durata dell’epidemia, dalle sue conseguenze economiche e sociali, ed anche da cambiamenti anagrafici della popolazione causati dall’infezione. E’ indispensabile una razionalizzazione immediata delle risorse, e la corretta definizione degli scenari futuri al fine di pianificare quanto prima la fase di recupero. Il triage delle procedure urologiche deve tenere in considerazione l’eterogeneità della patologia trattata dall’urologo, la variabilità della tempistica utile per un trattamento efficace, i diversi approcci chirurgici ed le alternative non chirurgiche. Il compito riorganizzativo in questa fase è gravato dall’aumento dei livelli di stress e dalla limitata interlocuzione con il settore tecnico-amministrativo, completamente rivolto alla gestione dell’emergenza. L’epidemia ha manifestazioni loco-regionali eterogenee e risposte differenziate da parte dalle autorità governative locali. Benchè non vi siano dati ufficiali, è stato segnalato come sia in atto una nuova migrazione sanitaria, con flussi di pazienti delle aree ad alta endemia che ricercano altrove le prestazioni soppresse. Questo documento si pone lo scopo di compendiare in un testo agile e di rapida consultazione informazioni ed suggerimenti utili agli Urologi italiani nel triage dei pazienti e nell’ottimizzazione delle risorse disponibili in questo difficile momento.
  • 2. Fattori Cause Attività urologica colpita Misure di rientro e loro criticità Possibili conseguenze - Riduzione degli slot di sala operatoria - Riduzione dei posti di ICU per il decorso post-operatorio - Riduzione di emoderivati - Dislocazione di risorse umane e strumentali verso le ICU - Contagio del personale di sala operatoria e misure di quarantena - Riduzione dei donatori Chirurgia minore, media e maggiore, elettiva e di urgenza Futuro aumento degli slot di sala operatoria (verticalizzazione delle sedute): improbabile per le risorse già limitate in fase pre-epidemia e per la loro ulteriore decurtazione da parte dell’epidemia stessa - Riduzione delle indicazioni a chirurgia per la patologia elettiva - Aumento della morbidità/mortalità di alcune patologie - Riorganizzazione degli spazi di degenza - Riduzione del personale urologico - Contrazione dei servizi (consulenze specialistiche, radiologie) - Convergenza delle risorse per la degenza non intensiva dei malati COVID - Coinvolgimento del personale urologico nella gestione COVID - Contagio e quarantena del personale urologico Degenza day surgery e ordinaria - Ripristino della logistica ospedaliera standard dopo sanificazione - Reclutamento di personale medico ed infermieristico da destinare alle urologie Iperafflusso ai reparti di urologia, con personale insufficiente con conseguente impatto su tutti gli outcome clinici (es. complicanze) - Riduzione dei flussi ambulatoriali - norme sociali impartite alla popolazione per il contenimento del contagio (non lasciare il domicilio) - aumento dei tempi per le procedure igieniche (mantenimento delle distanze interpersonali) - sovraccarico di triage per l’individuazione dei soggetti a rischio (anamnesi sociale e clinica preliminare dei centri di prenotazione) Attività ambulatoriale - Incremento e prolungamento delle sedute ambulatoriali: improbabile considerando i tempi di attesa già prolungati in molte realtà - Supplementazione della strumentazione per la diagnostica urologica (es. urodinamica) - Prolungamento della lista di attesa per le prestazioni diagnostiche (urologiche e non) e per le visite urologiche con conseguenti ritardi diagnostici e inerenti ripercussioni - Incremento indiscriminato dell’attività libero professionale - Forte sviluppo della telemedicina e teleconsulenza Tabella 1. Fattori critici legati alla pandemia COVID19, loro influenza sulle attività urologiche, possibili misure di rientro e conseguenze a medio e lungo termine. Principi generali di condotta clinica durante l’epidemia • Le procedure chirurgiche dovrebbero essere svolte dagli operatori più esperti, per ridurre i tempi operatori ed i rischi di complicazioni. E’ pertanto raccomandato la sospensione della formazione chirurgica. • La scelta sulla tecnica di approccio chirurgico dovrebbe considerare le ricadute economiche dirette che essa comporta. • Tuttavia qualora le risorse locali lo permettano, la via di approccio abituamente adottata dovrebbe essere mantenuta, per non comprometterne l’outcome e standardizzare i tempi di sala operatoria.
  • 3. • Le patologie ad alta complessità e bassa incidenza dovrebbero essere centralizzate presso centri hub regionali. • Il personale chirurgico non dovrebbe soggiornare in sala operatoria durante le manovre di intubazione, attendendo alcuni minuti dalla loro conclusione prima di rientrare, lasciando sedimentare eventuali droplets infetti. • Si dovrebbero porre in atto tutti i provvedimenti in grado di ridurre il rischio di contagio tra il personale sanitario attraverdo l’adozione di adeguati dispositivi di protezione individuale; si considerino poi i mezzi per abbattere l’aerosolizzazione in sala operatoria (circuiti chiusi, insufflatori a ciclo continuo, aspirazione dei fumi). • Si ricordi che il virus e’ stato isolato con alta frequenza nei secreti respiratori, nella salive e nelle feci, raramente nel sangue, eccezionalmente nelle urine. • Tutti i trattamenti sperimentali e i protocolli di ricerca andrebbero sospesi per non compromettere i risultati della ricerca e mettere a rischio le risorse residue disponibili. Il triage delle procedure urologiche Gli obiettivi del triage sono: - proteggere il paziente asintomatico dalle potenziali interazioni tra atto chirurgico ed evoluzione dell’infezione, e dall’insorgenza di complicanze respiratorie nel post-operatorio, che ad oggi sono ignote; - proteggere il personale e gli altri degenti dal contagio, anche reciproco; - definire una priorità tra le procedure urologiche. Gli urologi coinvolti nella gestione di reparti Covid 19 non dovrebbero rientrare in servizio standard prima di essere stati sottoposti a verifica con tampone e periodo di isolamento idoneo. Negli ospedali Covid19-free, l’equipe chirurgica dovrebbe essere ristretta, monitorata con tamponi periodici e sottoposta a misure restrittive che ne limitino il rischio di contagio. La convocazione dei pazienti per chirurgia elettiva deve avvenire attraverso un’accurata anamnesi telefonica che ricerchi i criteri suggestivi di un possibile contagio da Coronavirus SARS-CoV-2: - criteri clinici: tosse, rinorrea, rialzo termico, faringodinia, algie addominali, congiuntivite. - criteri epidemiologici: contatto diretto con paziente COVID-19 positivo (convivenza/colloquio per oltre 15 minuti nello stesso ambiente, frequentazione di strutture ospedaliere); provenienza da aree geografiche ad alta endemia individuate dai dati epidemiologici correnti. I pazienti che presentino criteri di sospetto non dovrebbero essere ammessi in ospedale - a patto che la procedura per la patologia di cui sono affetti possa essere posposta - e dovrebbero essere ricontattati dopo 15 giorni. Il triage deve essere ripetuto da parte del personale medico all’atto del ricovero. Sarebbe auspicabile che ogni candidato chirurgico venga sottoposto a tampone per la ricerca del virus, ma in mancanza di risorse sufficienti dovrebbero essere testati almeno i pazienti asintomatici con criteri epidemiologici di sospetto:
  • 4. - il tampone dovrebbe essere eseguito immediatamente all’ammissione in ospedale; - il paziente dovrebbe indossare una mascherina chirurgica ed essere edotto sulle norme comportamentali per ridurre il contagio aereo; - dopo il tampone il paziente dovrebbe essere temporaneamente dimesso, oppure confinato in stanza singola con bagno personale, oppure ricoverato in unità operativadedicata ai pazienti con sospetto Covid; - il personale medico ed infermieristico dovranno indossare sempre idonei dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherina FFP2/FFP3 e camice impermeabile per contatti che non espongano a inalazione di droplets, mascherina chirurgica per la pratica clinica urologica standard), seguendo gli specifici protocolli di vestizione e svestizione. Tale condotta dovrebbe protrarsi fino all’arrivo dell’esito del tampone. Per definire la priorità delle procedure si dovrebbe considerare: - il consumo di risorse in termini di personale medico, infermieristico (di reparto, di sala operatoria) e di servizi ospedalieri; - il massimo ritardo terapeutico concesso dalla patologia, prima che si possano verificare costi biologici e sociali; - il rapporto domanda/offerta locale e da altre realtà geografiche, sulla base dell’epidemiologia COVID-19; - il tempo intercorso dall’inserimento in lista di attesa; - l’età, l’aspettativa di vita e il contesto socio-famigliare del paziente; - quali siano le prospettive future di poter erogare la prestazione necessaria; - la possibilità di sostituire la procedura con una prestazione in regime ambulatoriale, in anestesia locale o senza anestesia; - l’accessibilità ad alternative “non chirurgiche” con equivalente outcome, giudicando le risorse ospedaliere che queste consumano; inoltre di tali procedure dovrà essere considerato il numero di accessi ospedalieri che esse comportano - per il trattamento stesso o per i controlli - stimando il conseguente rischio di contagio per il paziente. Interventi per patologia urgente Le urgenze urologiche andrebbero garantite come di consueto: esse infatti non sono procrastinabili e l’adozione di soluzioni abituali dovrebbe garantire il miglior rapporto costo/beneficio, per rapidità di guarigione e minor rischio di reiterati accessi ospedalieri. La possibile carenza di personale anestesiologico dovrebbe indurre a privilegiare, laddove possibile, procedure ambulatoriali ed in anestesia locale. Nella gestione strategica delle ematurie e dei traumi la scarsa disponibilità di sangue per emotrasfusioni potrebbe favorire un atteggiamento più rapidamente interventista e risolutivo. (Tabella 2).
  • 5. Condizione/Patologia Opzioni Osservazioni Ostruzione alta via escretrice/Infezione Nefrostomia percutanea - In anestesia locale - Non risolutiva, richiederà di ulteriori accessi per sostituzione - Rischio dislocazione Stenting ureterale - In anestesia generale - Se possibile utile risolvere consensualmente la causa di ostruzione - Minor rischio di dislocazione Ritenzione d’urina Cateterismo trans- uretrale/Cistostomia sovrapubica - Posizionamento e sostituzioni ambulatoriali - Necessari poi accessi per la sostituzione Ematuria - Ritenzione da coaguli Cateterismo transuretrale e lavaggio - Non richiede anestesia, può aumentare la necessità di trasfusioni Endoscopia operativa - E’ procedura diagnostica e terapeutica, ma richiede anestesia e sala operatoria Traumi genito-urinari Trattamento conservativo - E’ possibile in anestesia locale, o loco-regionale e, comunque, con tempi operatori inferiori Trattamento chirurgico - Traumi maggiori, emodinamicamente instabili o multiorgano - Alto consumo di risorse di sala operatoria, terapia intensiva, emoderivati Torsione del funicolo spermatico Detorsione manuale - Senza anestesia, ambulatoriale Esplorazione chirurgica - Richiede anestesia e sala operatoria, ma procedura rapida e con degenza breve Infezione sfintere artificiale o protesi peniene Espianto chirurgico - Riduce il rischio di evoluzione settica e la degenza in terapia intensiva Ascesso scrotale Gangrena di Fournier Drenaggio Asportazione chirurgica - Procedura salva-vita, in anestesia, con alto consumo di risorse di sala operatoria e terapia intensiva Priapismo Drenaggio dei corpi cavernosi in anestesia locale - Procedura eseguibile in ambulatorio, senza anestesia Shunt dei corpi cavernosi - Procedura in anestesia e in sala operatoria Tabella 2 - Procedure chirurgiche urologiche urgenti e possibile influenza sul consumo di risorse destinate all’emergenza COVID.
  • 6. Interventi in elezione per patologia neoplastica Non tutti gli interventi urologici per patologia neoplastica sono ugualmente prioritari. Per definirne la priorità si tenga in debita considerazione anche il tempo intercorso dalla diagnosi , l’età e l’aspettativa di vita del paziente. Sono assolutamente prioritari quegli interventi chirurgici la cui eventuale dilazione potrebbe impattare negativamente sulla sopravvivenza dei pazienti stessi. In particolare, non dovrebbero essere dilazionati gli interventi inseriti in un percorso terapeutico multimodale (es dopo terapia neoadiuvante; prima di trattamento radioterapico). Vi sono poi procedure per patologie uro-oncologiche considerabili come semi-prioritarie (prostatectomia radicale per neoplasia a rischio intermedio sfavorevole, resezione transuretrale di neoplasie vescicali di piccole dimensioni, nefrectomia parziale/radicale per neoplasie renali cT1b) che andrebbero eseguite solo nelle realtà dove i pazienti COVID-19 non abbiano totalmente saturato la disponibilità di risorse. Tutti gli altri interventi per patologia neoplastica possono essere differiti (neoplasie renali cT1a, neoplasie prostatiche a basso rischio e a rischio intermedio favorevole) o sostituiti con alternative terapeutiche non chirurgiche che garantiscano risultati oncologici simili (es. radioterapia/radio-ormonoterapia per neoplasia prostatica; terapie ablative per neoplasia renale e prostatica), specialmente nei pazienti a più elevato di rischio di complicazioni emorragiche e non. Tale scelta deve considerare anche il numero di accessi ospedalieri che essa comporta, i contatti e le misure igieniche dell’ambiente dove si svolge il trattamento.
  • 7. Intervento chirurgico Prioritario Semi-prioritario Dilazionabile Osservazioni Cistectomia radicale Sempre - - Particolare cauttela nell’utilizzo dell’intestino per la derivazione data la possibile presenza di COVID-19 nelle feci Si consideri il rischio immunosoppressione potenziale determinato dalla chemioterapia neoadiuvante, optando per cistectomia upfront se tale rischio è ritenuto proibitivo Resezione transuretrale - Neoplasia vescicale ad alto rischio di progressione - Second look per neoplasia vescicale T1 o TxG3 - Neoplasia vescicale recidiva di piccole dimensioni - Controlli endoscopici al termine di terapia endocavitaria, in pazienti a basso rischio di recidiva (precedenti controlli negativi) Gli operatori devono essere adeguatamente protetti perchè COVID-19 è stato riscontrato anche nelle urine Orchiectomia radicale Sempre - - Data la potenziale rapida progressione e il limitato utilizzo di risorse tale intervento non deve essere posticipato Linfoadenectomia post-chemioterapia Sempre - - Intervento chirurgico ad alta complessità: necessaria discussione multidisciplinare molto approdondita e, dove possibile centralizzazione a strutture ad alto volume Nefrectomia radicale/parziale per neoplasia parenchimale - Neoplasie T2/4 - Neoplasie N+ - Nefrectomia citoriduttiva - Neoplasie T1b candidabbili a tumorectomia - Neoplasie T1b - Neoplasie T1a Elevatissimo impegno di risorse anestesiologiche, di terapia intensiva e di emoderivati. Necessaria attenta valutazione della classe di rischio nel paziente M+ per avviare i intermediate e poor risks a terapia sistemica e posticipare l’eventuale nefrectomia Nefroureterectomi a con eventuale linfoadenectomia Neoplasie di alto grado, multiple, ≥ cT1 Neoplasie di basso grado, singole, cT1 - Considerare il trattamento endourologico quando possibile, per il minor impegno di risorse che esso comporta Prostatectomia radicale e linfoadenectomia pelvica Neoplasia ad alto rischio e localmente avanzate, specie se candidate a terapia multimodale Neoplasia a rischio intermedio sfavorevole Neoplasia a rischio intermedio favorevole o a basso rischio Ove non possibile le chirurgia, i pazienti ad alto rischio possono essere considerati per trattamenti alternativi quali la radioterapia con concomitante ormonoterapia; solo in casi selezionati ad alto rischio, con malattia organo-confinata, la chirurgia può essere posticipata Amputazione del pene e Linfoadenectomia Inguinale Sempre - - Patologia a rischio di sovrainfezione Tabella 3. Priorità della chirurgia per patologia oncologica.
  • 8. Patologia urologica benigna La patologia urologica benigna deve essere rinviata al termine dell’emergenza COVID, ma deve essere attentamente considerato quale sia il rischio di evoluzione del quadro verso una urgenza per cause infettive, funzionali o sintomatiche: la prevenzione di queste condizioni è necessaria nell’ottica di un miglior utilizzo delle risorse e per non incorrere nella futura necessità di una degenza in terapia intensiva. Nel trattamento della calcolosi renale si consideri il rapporto costo/beneficio specifico per il periodo di emergenza, relativamente al rischio emorragico (chirurgia percutanea) e a quello settico (chirurgia retrograda endoscopica). L’indicazione generalmente posta al rinvio del trattamento della patologia benigna andrà inoltre attentamente rimodulata sulla base della durata dell’emergenza per non determinare alti rischi di salute in una quota importante di popolazione: si ritiene che nell’arco massimo di 60/90 giorni dovrà essere raggiunto un consenso su quale sia la corretta priorità di trattamento della patologia benigna oggi rimandata. Nei casi idonei ogni possibile alternativa medica in questo periodo deve considerarsi come gold standard. Procedure ambulatoriali Tra le procedure ambulatoriali in elezione alcune meritano una maggiore priorità in quanto parte integrante del percorso di cura di patologie neoplastiche (Tabella 4). Procedura Indicazione fase emergenza Biopsie della prostata Non dilazionare qualora vi sia un sospetto clinico elevato Biopsie di piccole masse renali primitive Dilazionare ecceetto quando necessarie per terapia neoplasia metastatica Cistoscopie flessibili Non dilazionare se per sospetto oncologico o per follow-up di neoplasie ad alto rischio Sostituzione di nefrostomie o cateteri ureterali Dilazionare, ma non oltre i 6 mesi dalla data di posizionamento Sostituzione di catetere vescicale Non dilazionare e gestire a domicilio/sul territorio ove possibile Terapia endocavitaria per neoplasia vescicale Non dilazionare nelle neoplasie ad alto rischio Proseguire se già iniziata Dilazionare nelle neoplasie a rischio basso e intermedio Litotrissia extracorporea della calcolosi Dilazionare in tutti i casi asintomatici Indagini diagnostiche (es. studio urodinamico, test andologici) Dilazionare Tabella 4. Suggerimenti sulla riorganizzazione di alcune attività ambulatoriali nel periodo della pandemia COVID-19.
  • 9. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1) Ficarra V, Novara G, Abrate A, Bartoletti R, Crestani A, De Nunzio C, Giannarini G, Gregori A, Liguori G, Mirone V, Pavan N, Scarpa RM, Simonato A, Trombetta C, Tubaro A, Porpiglia F; Members of the Research Urology Network (RUN). Urology practice during COVID-19 pandemic. Minerva Urol Nefrol. 2020 Mar 23. [Epub ahead of print] 2) Stensland KD, Morgan TM, Moinzadeh A, Lee CT, Briganti A, Catto J, Canes D. Considerations in the triage of urologic surgeries during the COVID-19 pandemic. Eur Urol 2020 in press 3) Mottrie A. ERUS (EAU) Robotic Urology Section guidelines during COVID 19 emergency EAU Robotic Urology Section, March 2020 Ulteriori pubblicazioni sono riportate in extenso, anche in traduzione italiana, sul sito SIU al link: https://www.siu.it/emergenza_covid Documento redatto dal comitato Scientifico della SIU Società Italiana di Urologia ed approvato dal comitato Esecutivo della SIU Riferimento email e telefonico di contatto Società Italiana di Urologia SIU - Via G Amendola 46 , Roma 00185 segreteria@siu.it telefono 0686202637