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POLITICHE
AMBIENTALI E
RESTRIZIONI IN
EUROPA
Rosario Francesco
Costantino V As
Dal 1972 l'Unione europea (UE)
continua a migliorare il benessere dei
cittadini europei attraverso la propria
politica ambientale. Ad oggi, l'obiettivo
della politica ambientale dell'UE è
garantire una buona qualità della vita
entro il 2050 tenendo conto dei limiti
del pianeta.
LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE
Articolo 191 del trattato
sul funzionamento
dell'Unione europea
(TFUE)
• "La politica dell'Unione in materia
ambientale mira a un elevato
livello di tutela, tenendo conto
della diversità delle situazioni
nelle varie regioni dell'Unione.
Essa è fondata sui principi della
precauzione e dell'azione
preventiva, sul principio della
correzione, in via prioritaria alla
fonte, dei danni causati
all'ambiente, nonché sul principio
«chi inquina paga»."
Le azioni concrete e
gli obiettivi a medio
termine • L'UE sta indirizzando i propri sforzi verso
un'economia a basse emissioni di carbonio ed
efficiente sotto il profilo delle risorse, al fine di
salvaguardare la biodiversità e di proteggere la salute
umana attraverso la legislazione in materia di qualità
dell'aria, sostanze chimiche, clima, natura, rifiuti e
acqua. Sebbene questa politica apporti vantaggi
concreti (come una vasta rete di aree protette Natura
2000, minori emissioni di gas a effetto serra,
maggiore riciclaggio delle risorse e aria e acqua più
pulite), si prevede che tra 20 anni la situazione
dell'ambiente in Europa non sarà così rosea.
Nuovi obiettivi di riciclaggio
dell’UE
• Gestire i rifiuti in modo più efficiente è il primo passo verso
un'economia circolare, dove gran parte dei prodotti e
materiali viene continuamente riciclata o riutilizzata. L'UE,
attraverso la sua legislazione, stabilisce nuovi obiettivi
giuridicamente vincolanti per il riciclaggio dei rifiuti e la
riduzione dello smaltimento in discarica con scadenze
prestabilite. Il pacchetto stabilisce due obiettivi comuni per
l’Union europea. Il primo è il riciclo di almeno il 55% dei
rifiuti urbani entro il 2025. Questa quota è destinata a salire
al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035. Il secondo
obiettivo è il riciclo del 65% dei rifiuti di imballaggi entro il
2025 (70% entro il 2030) con obiettivi diversificati per
materiale
Direttiva europea sulla plastica
monouso
• Con la direttiva europea sulla plastica monouso,
l’Unione europea vieta la vendita di una lunga serie
di prodotti in plastica usa e getta, come posate,
piatti e cannucce. L’iter legislativo è iniziato nel
2018, ha incassato lo storico "si" del Parlamento il
21 Maggio 2019 e ora arriva al suo pieno
compimento. A partire dal 3 luglio 2021, infatti, tutti
e 27 gli stati membri hanno dovuto mettere in
pratica la direttiva. Italia compresa. Dal 3 luglio in
poi, gli Stati membri hanno dovuto adottare misure
affinché alcuni articoli usa e getta fatti di plastica
non fossero più messi in commercio, visto che il
mercato offre svariate alternative economicamente
accessibili.
Plastica negli oceani:
Norme
sull'attrezzatura da
pesca
• Con una risoluzione adottata il 25
marzo 2021, il Parlamento europeo ha
evidenziato la necessità dell'introduzione di
misure utili a ridurre urgentemente i rifiuti
marini, in cui siano incluse anche maggiori
restrizioni sulla plastica monouso a favore
dell'uso di materiali sostenibili utilizzabili
anche per l'attrezzatura da pesca.
• I deputati del Parlamento europeo hanno
sottolineato come i rifiuti marini danneggino
gli ecosistemi e i consumatori, così come le
attività ittiche e i pescatori. I rifiuti della
pesca e dell'acquacoltura rappresentano il
27% dei rifiuti marini. Per affrontare il
fenomeno degli "attrezzi fantasma" (attrezzi
da pesca persi o abbandonati in mare), gli
eurodeputati chiedono che vengano
effettuate mappature, segnalazioni e
tracciature, nonché investimenti in ricerca e
innovazione al fine di sviluppare
attrezzature da pesca ecocompatibili.
La riduzione delle emissioni: un obiettivo
fondamentale per la qualità dell’aria
• Per migliorare la qualità dell’aria l’Unione europea
è intervenuta anche nel settore degli impianti
industriali i quali provocano un forte inquinamento.
La prima direttiva in materia risale al 1984, che
stabilisce norme riguardanti la prevenzione e la
riduzione integrate dell’inquinamento proveniente
da attività industriali. La nuova Direttiva “stabilisce
gli impegni di riduzione delle emissioni per le
emissioni atmosferiche antropogeniche degli Stati
membri di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto
(NOx), composti organici volatili non metanici
(COVNM), ammoniaca (NH3), e particolato fine
(PM2,5) e impone l’elaborazione, l’adozione e
l’attuazione di programmi nazionali di controllo
dell’inquinamento atmosferico e il monitoraggio.."
Obiettivi e la strada
da percorrere
• Per il futuro, ci si aspetta un aumento della spesa
dell'UE per l'ambiente e per il clima. La
Commissione propone di aumentare dal 20 % al
25 % la quota della spesa dell'UE che contribuisce
agli obiettivi climatici, mentre il Parlamento ha
chiesto che tale quota venga fissata al 30 %. Nei
prossimi anni, le politiche dovrebbero concentrarsi
su azioni a favore del clima, sulla protezione della
natura, sulla qualità dell'aria, sull'economia circolare
e sui pesticidi. Ad esempio gli obiettivi di emissione
di gas serra per il 2030 e le misure volte a
decarbonizzare il settore dei trasporti. Ma anche
interventi a tutela della natura (principalmente per
migliorare il modo in cui vengono attuate le norme
dell'UE sulla protezione della biodiversità).

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  • 3. Articolo 191 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) • "La politica dell'Unione in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela, tenendo conto della diversità delle situazioni nelle varie regioni dell'Unione. Essa è fondata sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente, nonché sul principio «chi inquina paga»."
  • 4. Le azioni concrete e gli obiettivi a medio termine • L'UE sta indirizzando i propri sforzi verso un'economia a basse emissioni di carbonio ed efficiente sotto il profilo delle risorse, al fine di salvaguardare la biodiversità e di proteggere la salute umana attraverso la legislazione in materia di qualità dell'aria, sostanze chimiche, clima, natura, rifiuti e acqua. Sebbene questa politica apporti vantaggi concreti (come una vasta rete di aree protette Natura 2000, minori emissioni di gas a effetto serra, maggiore riciclaggio delle risorse e aria e acqua più pulite), si prevede che tra 20 anni la situazione dell'ambiente in Europa non sarà così rosea.
  • 5. Nuovi obiettivi di riciclaggio dell’UE • Gestire i rifiuti in modo più efficiente è il primo passo verso un'economia circolare, dove gran parte dei prodotti e materiali viene continuamente riciclata o riutilizzata. L'UE, attraverso la sua legislazione, stabilisce nuovi obiettivi giuridicamente vincolanti per il riciclaggio dei rifiuti e la riduzione dello smaltimento in discarica con scadenze prestabilite. Il pacchetto stabilisce due obiettivi comuni per l’Union europea. Il primo è il riciclo di almeno il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025. Questa quota è destinata a salire al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035. Il secondo obiettivo è il riciclo del 65% dei rifiuti di imballaggi entro il 2025 (70% entro il 2030) con obiettivi diversificati per materiale
  • 6. Direttiva europea sulla plastica monouso • Con la direttiva europea sulla plastica monouso, l’Unione europea vieta la vendita di una lunga serie di prodotti in plastica usa e getta, come posate, piatti e cannucce. L’iter legislativo è iniziato nel 2018, ha incassato lo storico "si" del Parlamento il 21 Maggio 2019 e ora arriva al suo pieno compimento. A partire dal 3 luglio 2021, infatti, tutti e 27 gli stati membri hanno dovuto mettere in pratica la direttiva. Italia compresa. Dal 3 luglio in poi, gli Stati membri hanno dovuto adottare misure affinché alcuni articoli usa e getta fatti di plastica non fossero più messi in commercio, visto che il mercato offre svariate alternative economicamente accessibili.
  • 7. Plastica negli oceani: Norme sull'attrezzatura da pesca • Con una risoluzione adottata il 25 marzo 2021, il Parlamento europeo ha evidenziato la necessità dell'introduzione di misure utili a ridurre urgentemente i rifiuti marini, in cui siano incluse anche maggiori restrizioni sulla plastica monouso a favore dell'uso di materiali sostenibili utilizzabili anche per l'attrezzatura da pesca. • I deputati del Parlamento europeo hanno sottolineato come i rifiuti marini danneggino gli ecosistemi e i consumatori, così come le attività ittiche e i pescatori. I rifiuti della pesca e dell'acquacoltura rappresentano il 27% dei rifiuti marini. Per affrontare il fenomeno degli "attrezzi fantasma" (attrezzi da pesca persi o abbandonati in mare), gli eurodeputati chiedono che vengano effettuate mappature, segnalazioni e tracciature, nonché investimenti in ricerca e innovazione al fine di sviluppare attrezzature da pesca ecocompatibili.
  • 8. La riduzione delle emissioni: un obiettivo fondamentale per la qualità dell’aria • Per migliorare la qualità dell’aria l’Unione europea è intervenuta anche nel settore degli impianti industriali i quali provocano un forte inquinamento. La prima direttiva in materia risale al 1984, che stabilisce norme riguardanti la prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento proveniente da attività industriali. La nuova Direttiva “stabilisce gli impegni di riduzione delle emissioni per le emissioni atmosferiche antropogeniche degli Stati membri di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM), ammoniaca (NH3), e particolato fine (PM2,5) e impone l’elaborazione, l’adozione e l’attuazione di programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico e il monitoraggio.."
  • 9. Obiettivi e la strada da percorrere • Per il futuro, ci si aspetta un aumento della spesa dell'UE per l'ambiente e per il clima. La Commissione propone di aumentare dal 20 % al 25 % la quota della spesa dell'UE che contribuisce agli obiettivi climatici, mentre il Parlamento ha chiesto che tale quota venga fissata al 30 %. Nei prossimi anni, le politiche dovrebbero concentrarsi su azioni a favore del clima, sulla protezione della natura, sulla qualità dell'aria, sull'economia circolare e sui pesticidi. Ad esempio gli obiettivi di emissione di gas serra per il 2030 e le misure volte a decarbonizzare il settore dei trasporti. Ma anche interventi a tutela della natura (principalmente per migliorare il modo in cui vengono attuate le norme dell'UE sulla protezione della biodiversità).