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TRACCIA SUGLI ARGOMENTI DA
TRATTARE
C.I.D.I.
Centro
Iniziativa
Democratica
Insegnanti –
Palermo
A cura di Mirella
Pezzini -
3386649167
 L’articolazione effettiva del percorso, le
tematiche scelte, i contenuti specifici
proposti prenderanno corpo
progressivamente e potranno essere
diversamente organizzati, o subire semplici
aggiustamenti, sulla base delle esigenze
che verranno esplicitate nel bando di
prossima emanazione
……
 gli Ordinamenti e le riforme
 l’Autonomia funzionale delle Istituzioni
scolastiche
 il profilo del Dirigente Scolastico nella
scuola autonoma
 La ‘governance’ del sistema tra Stato,
Regione, Enti Locali e amministrazione
scolastica
 le Reti di scuole e le relazioni con i soggetti
esterni
 la Costituzione e la gerarchia delle fonti di
diritto
 Diritto amministrativo e Pubblica
Amministrazione
 il Contratto di lavoro
 separazione tra poteri di indirizzo, controllo e
gestione
 la tutela amministrativa, il diritto di accesso e
la gestione dei ricorsi
 la tutela giurisdizionale
 la responsabilità amministrativa del DS
( patrimoniale, civile, disciplinare e penale)
 Il Piano dell’offerta formativa , l’autonomia
e le esigenze formative del territorio;
 Organizzazione del lavoro e gli altri
documenti della programmazione formativa
 il Programma annuale e la gestione
amministrativa –finanziaria dell’Istituto
 le relazioni interorganiche ( Organi
collegiali e gruppi vari )
 la condivisione delle responsabilità (DSGA –
collaboratori e figure di sistema )
1. Il POF e i documenti di
programmazione
2. Il processo decisionale
istituzionale del POF
3. Il Curriculo , cuore del POF
4. La relazione POF/ Programma
Annuale
5. La pianificazione dei progetti
1. Dal bilancio di previsione al P.A.
2. La contabilità analitica e il Piano
dei conti
3. La programmazione nella PP.AA.
4. Differenza tra Piano/Programma e
Progetto
5. I ruoli nell’iter del Programma
Annuale
6. Valutazione integrata dei Progetti
7. Il Conto consuntivo
Attività Negoziale -
8
1. Procedure negoziali: acquisizione di lavori,
beni e servizi di cui all’art. 125 d.lgs
163/2006.( CCP- Codice Contratti Pubblici )
2. Analisi delle singole figure contrattuali di
cui al D.I. 44/01, in particolare i contratti di
prestazione d’opera;
2. Disciplina fiscale e previdenziale;
3. Obblighi e adempimenti del committente;
4. Incompatibilità per i dipendenti pubblici.
 Il Sistema Nazionale di Valutazione
a) Autovalutazione-
b) La progettazione per un Miglioramento
continuo-
c) Rendicontazione sociale
 la valutazione del DS
 la valutazione degli
apprendimenti
Ruota di
Deming
Definizione dell’ipotesi di lavoro
e formalizzazione del mandato
Analisi delle cause
Analisi dei bisogni e verifica
degli obiettivi
Scelta e progettazione
dell’intervento
Realizzazione e controllo
Analisi del contesto e
individuazione dei problemi F/D
P D
A C
LA PROGETTAZIONE DI UN INTERVENTO
Analisi di fattibilità e
pianificazione delle risorse
Programmazione esecutiva
Programmazione del controllo
Valutazione
Revisione dell’intervento
$
Coinvolgimento del
territorio nella
progettazione
L’EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ACCOUNTABILITY
L. 241/90 Trasparenza
amministrativa
Rapporto paritetico
Stato-cittadini
D.lgs 29/93 Qualità dei servizi
pubblici
Garanzia di standard
di prestazione
L. 59/97 e
riforma
costituzionale
Principio di
sussidiarietà
Rilevanza dei bisogni
della collettività locale
Dpr 275/99
Costruzione
dell’offerta
formativa
 Il bilancio sociale è definibile come il documento,
da realizzare con cadenza periodica, nel quale
l’amministrazione riferisce, a beneficio di tutti i
suoi interlocutori privati e pubblici, le scelte
operate, le attività svolte e i servizi resi, dando
conto delle risorse a tal fine utilizzate,
descrivendo i suoi processi decisionali e operativi
 DPR 28 marzo 2013 n° 80 (Regolamento sul
Sistema di valutazione in materia di istruzione e
formazione)
 art. 6, comma 1, lettera c
indica le azioni da intraprendere relative alla
pubblicazione e alla diffusione dei risultati
raggiunti attraverso indicatori e dati
comparabili, sia in una dimensione di
trasparenza, sia in una dimensione di
condivisione e promozione al miglioramento
del servizio con la Comunità di
appartenenza.
L’EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ACCOUNTABILITY
DOPPIA VALENZA DELLA RENDICONTAZIONE SOCIALE
METAFORA DELLA
FINESTRA APERTA
OBBLIGA ALLA TRASPARENZA
VERSO L’ESTERNO
STAKEHOLDERS
(portatori di interesse)
STRUMENTO DI
COMUNICAZIONE
METAFORA DELLO
SPECCHIO
OBBLIGA L’ORGANIZZAZIONE
A GUARDARE SE STESSA
STRUMENTO DI GESTIONE
E DI ORGANIZZAZIONE
 Leadership e management
 Organizzazione di una Comunità scolastica
 Le Indicazioni Nazionali e il Curriculo
 La Comunicazione all’interno e all’esterno
dell’Istituzione scol. (Digitalizzazione e
dematerializzazione delle procedure --
comunicazione istituzionale – Posta
elettronica e certificata—sito web e
trasparenza …. )
 Principali Sistemi scolastici dei paesi
membri dell’Unione Europea
 Istituzioni e Organi dell’UE
 - Sintesi della legislazione e delle Politiche
dell'UE in materia di istruzione,
formazione, giovani
La storia della scuola italiana
Sirmione - Cristanini
Pubblicazione dei risultati della valutazione esterna delle
singole scuole, a.s. 2006/2007
Nessuna valutazione esterna
delle scuole
Autonomia locale
Nessuna pubblicazione sistematica
dei risultati delle scuole
Pubblicazione sistematica dei
risultati delle scuole
A cura di Mirella Pezzini
con slide di Anna Armone e Ivana
Summa
Cos’è un caso
• Un caso di solito rappresenta una situazione problematica
desunta dalla realtà e che non prevede una soluzione
predeterminata perché lo scopo non è quello di trovare
l’unica soluzione giusta, come avviene normalmente per
un problema matematico, ma la/le soluzione/i più
adeguata/e.
E’ opportuno che il dirigente
scolastico sappia che il suo
quotidiano lavoro oggi è , spesso,
incentrato sulla soluzione di casi,
facili o difficili.
Struttura del caso – le regole
• presentazione di una certa situazione (fase A) che
fissa dei dati oggettivi opportunamente individuati e
riportati come contesto di riferimento;
• descrizione di un evento critico (fase B) che di fatto
apre la situazione problematica;
• evidenziazione di azioni compiute od omesse (fase C)
che hanno portato alla situazione problematica B;
• descrizione della situazione finale (fase D) che è
necessario “sbloccare” e che viene lasciata aperta a
più possibili soluzioni (caso aperto) o ad un’unica
soluzione (caso orientato);
• una o più domande rivolte al gruppo (se si tratta di
un contesto di attività di formazione) o al soggetto
da valutare e selezionare.
Il processo decisionale per la risoluzione di
un caso: le opzioni
1. lo studio di caso prevede che venga individuata la
soluzione effettivamente assunta nel contesto descritto (e
la domanda è: “Come pensate che si sia risolto il caso?);
2. lo studio di caso prevede che venga individuata la
soluzione che soddisfi alcuni requisiti che vengono,
ovviamente, enunciati nel testo (e la domanda è
“Come può essere risolto il caso?)
3. lo studio di caso prevede che, assumendo il ruolo del
decisore e risolutore del problema, si formuli il
processo decisionale da attivare (e la domanda è:
“Come risolvereste voi la situazione?)
Schema F.A.D.R.E.
L’applicazione del problem solving all’analisi di
caso. Gli step
1. L’analisi dell’ambiente e dei personaggi coinvolti nella vicenda,
sottolineando i dati oggettivi e quelli di natura immateriali quali il
clima organizzativo, i conflitti interpersonali, sentimenti di varia
natura che - come è noto - incidono concretamente sulle decisioni.
2. La definizione dei contenuti del problema oggetto della decisione.
Come abbiamo visto, in fase di analisi, è importante conoscere i
contenuti del problema, per approfondirli anche sul piano teorico, se
necessario.
3. La specificazione degli obiettivi della decisione: la soluzione giusta
è tale se è coerente con gli obiettivi che dobbiamo raggiungere
perché, per una serie di motivi, non possiamo eluderli ed, anzi, sono
il vero problema.
4. La diagnosi del problema. Prima di passare alla “cura” è
necessario riscrivere il problema e rielaborarlo, anche
segmentandolo, per poter avere una visione chiara
%
L’applicazione del problem solving all’analisi di
caso. Gli step
5. Lo sviluppo di soluzioni alternative. Di solito, le opzioni disponibili
perché coerenti con gli obiettivi da raggiungere, non sono numerose
ma, tuttavia, non coincidono con una sola
6. La valutazione delle alternative. Questa fase è particolarmente
delicata perché è necessario simulare l’impatto che le diverse
decisioni possono avere sulla vita dell’organizzazione.
7. La scelta dell’alternativa più soddisfacente alle condizioni date. Va
opportunamente motivata, mettendo in evidenza quali sono gli
aspetti considerati in funzione del buon esito dell’intera vicenda
8. Il piano operativo. Questa è la parte più difficile perché bisognerà
indicare chiaramente non solo cosa va fatto, ma anche come va
realizzato in quella situazione reale. Insomma, se - ad esempio- nella
fase precedente abbiamo previsto l’attivazione di un corso di
aggiornamento, ora bisogna esplicitare “come” il dirigente scolastico
intende mettere in campo le proprie competenze amministrative,
manageriali, relazionali e di leadership educativa
MIRELLA PEZZINI - mirella.pezzini@virgilio.it

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  • 1. TRACCIA SUGLI ARGOMENTI DA TRATTARE C.I.D.I. Centro Iniziativa Democratica Insegnanti – Palermo A cura di Mirella Pezzini - 3386649167
  • 2.  L’articolazione effettiva del percorso, le tematiche scelte, i contenuti specifici proposti prenderanno corpo progressivamente e potranno essere diversamente organizzati, o subire semplici aggiustamenti, sulla base delle esigenze che verranno esplicitate nel bando di prossima emanazione ……
  • 3.  gli Ordinamenti e le riforme  l’Autonomia funzionale delle Istituzioni scolastiche  il profilo del Dirigente Scolastico nella scuola autonoma  La ‘governance’ del sistema tra Stato, Regione, Enti Locali e amministrazione scolastica  le Reti di scuole e le relazioni con i soggetti esterni
  • 4.  la Costituzione e la gerarchia delle fonti di diritto  Diritto amministrativo e Pubblica Amministrazione  il Contratto di lavoro  separazione tra poteri di indirizzo, controllo e gestione  la tutela amministrativa, il diritto di accesso e la gestione dei ricorsi  la tutela giurisdizionale  la responsabilità amministrativa del DS ( patrimoniale, civile, disciplinare e penale)
  • 5.  Il Piano dell’offerta formativa , l’autonomia e le esigenze formative del territorio;  Organizzazione del lavoro e gli altri documenti della programmazione formativa  il Programma annuale e la gestione amministrativa –finanziaria dell’Istituto  le relazioni interorganiche ( Organi collegiali e gruppi vari )  la condivisione delle responsabilità (DSGA – collaboratori e figure di sistema )
  • 6. 1. Il POF e i documenti di programmazione 2. Il processo decisionale istituzionale del POF 3. Il Curriculo , cuore del POF 4. La relazione POF/ Programma Annuale 5. La pianificazione dei progetti
  • 7. 1. Dal bilancio di previsione al P.A. 2. La contabilità analitica e il Piano dei conti 3. La programmazione nella PP.AA. 4. Differenza tra Piano/Programma e Progetto 5. I ruoli nell’iter del Programma Annuale 6. Valutazione integrata dei Progetti 7. Il Conto consuntivo
  • 8. Attività Negoziale - 8 1. Procedure negoziali: acquisizione di lavori, beni e servizi di cui all’art. 125 d.lgs 163/2006.( CCP- Codice Contratti Pubblici ) 2. Analisi delle singole figure contrattuali di cui al D.I. 44/01, in particolare i contratti di prestazione d’opera; 2. Disciplina fiscale e previdenziale; 3. Obblighi e adempimenti del committente; 4. Incompatibilità per i dipendenti pubblici.
  • 9.  Il Sistema Nazionale di Valutazione a) Autovalutazione- b) La progettazione per un Miglioramento continuo- c) Rendicontazione sociale  la valutazione del DS  la valutazione degli apprendimenti Ruota di Deming
  • 10. Definizione dell’ipotesi di lavoro e formalizzazione del mandato Analisi delle cause Analisi dei bisogni e verifica degli obiettivi Scelta e progettazione dell’intervento Realizzazione e controllo Analisi del contesto e individuazione dei problemi F/D P D A C LA PROGETTAZIONE DI UN INTERVENTO Analisi di fattibilità e pianificazione delle risorse Programmazione esecutiva Programmazione del controllo Valutazione Revisione dell’intervento $
  • 11. Coinvolgimento del territorio nella progettazione L’EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ACCOUNTABILITY L. 241/90 Trasparenza amministrativa Rapporto paritetico Stato-cittadini D.lgs 29/93 Qualità dei servizi pubblici Garanzia di standard di prestazione L. 59/97 e riforma costituzionale Principio di sussidiarietà Rilevanza dei bisogni della collettività locale Dpr 275/99 Costruzione dell’offerta formativa
  • 12.  Il bilancio sociale è definibile come il documento, da realizzare con cadenza periodica, nel quale l’amministrazione riferisce, a beneficio di tutti i suoi interlocutori privati e pubblici, le scelte operate, le attività svolte e i servizi resi, dando conto delle risorse a tal fine utilizzate, descrivendo i suoi processi decisionali e operativi
  • 13.  DPR 28 marzo 2013 n° 80 (Regolamento sul Sistema di valutazione in materia di istruzione e formazione)  art. 6, comma 1, lettera c indica le azioni da intraprendere relative alla pubblicazione e alla diffusione dei risultati raggiunti attraverso indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza, sia in una dimensione di condivisione e promozione al miglioramento del servizio con la Comunità di appartenenza. L’EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ACCOUNTABILITY
  • 14. DOPPIA VALENZA DELLA RENDICONTAZIONE SOCIALE METAFORA DELLA FINESTRA APERTA OBBLIGA ALLA TRASPARENZA VERSO L’ESTERNO STAKEHOLDERS (portatori di interesse) STRUMENTO DI COMUNICAZIONE METAFORA DELLO SPECCHIO OBBLIGA L’ORGANIZZAZIONE A GUARDARE SE STESSA STRUMENTO DI GESTIONE E DI ORGANIZZAZIONE
  • 15.  Leadership e management  Organizzazione di una Comunità scolastica  Le Indicazioni Nazionali e il Curriculo  La Comunicazione all’interno e all’esterno dell’Istituzione scol. (Digitalizzazione e dematerializzazione delle procedure -- comunicazione istituzionale – Posta elettronica e certificata—sito web e trasparenza …. )
  • 16.
  • 17.
  • 18.  Principali Sistemi scolastici dei paesi membri dell’Unione Europea  Istituzioni e Organi dell’UE  - Sintesi della legislazione e delle Politiche dell'UE in materia di istruzione, formazione, giovani La storia della scuola italiana
  • 19. Sirmione - Cristanini Pubblicazione dei risultati della valutazione esterna delle singole scuole, a.s. 2006/2007 Nessuna valutazione esterna delle scuole Autonomia locale Nessuna pubblicazione sistematica dei risultati delle scuole Pubblicazione sistematica dei risultati delle scuole
  • 20. A cura di Mirella Pezzini con slide di Anna Armone e Ivana Summa
  • 21. Cos’è un caso • Un caso di solito rappresenta una situazione problematica desunta dalla realtà e che non prevede una soluzione predeterminata perché lo scopo non è quello di trovare l’unica soluzione giusta, come avviene normalmente per un problema matematico, ma la/le soluzione/i più adeguata/e. E’ opportuno che il dirigente scolastico sappia che il suo quotidiano lavoro oggi è , spesso, incentrato sulla soluzione di casi, facili o difficili.
  • 22. Struttura del caso – le regole • presentazione di una certa situazione (fase A) che fissa dei dati oggettivi opportunamente individuati e riportati come contesto di riferimento; • descrizione di un evento critico (fase B) che di fatto apre la situazione problematica; • evidenziazione di azioni compiute od omesse (fase C) che hanno portato alla situazione problematica B; • descrizione della situazione finale (fase D) che è necessario “sbloccare” e che viene lasciata aperta a più possibili soluzioni (caso aperto) o ad un’unica soluzione (caso orientato); • una o più domande rivolte al gruppo (se si tratta di un contesto di attività di formazione) o al soggetto da valutare e selezionare.
  • 23. Il processo decisionale per la risoluzione di un caso: le opzioni 1. lo studio di caso prevede che venga individuata la soluzione effettivamente assunta nel contesto descritto (e la domanda è: “Come pensate che si sia risolto il caso?); 2. lo studio di caso prevede che venga individuata la soluzione che soddisfi alcuni requisiti che vengono, ovviamente, enunciati nel testo (e la domanda è “Come può essere risolto il caso?) 3. lo studio di caso prevede che, assumendo il ruolo del decisore e risolutore del problema, si formuli il processo decisionale da attivare (e la domanda è: “Come risolvereste voi la situazione?)
  • 25. L’applicazione del problem solving all’analisi di caso. Gli step 1. L’analisi dell’ambiente e dei personaggi coinvolti nella vicenda, sottolineando i dati oggettivi e quelli di natura immateriali quali il clima organizzativo, i conflitti interpersonali, sentimenti di varia natura che - come è noto - incidono concretamente sulle decisioni. 2. La definizione dei contenuti del problema oggetto della decisione. Come abbiamo visto, in fase di analisi, è importante conoscere i contenuti del problema, per approfondirli anche sul piano teorico, se necessario. 3. La specificazione degli obiettivi della decisione: la soluzione giusta è tale se è coerente con gli obiettivi che dobbiamo raggiungere perché, per una serie di motivi, non possiamo eluderli ed, anzi, sono il vero problema. 4. La diagnosi del problema. Prima di passare alla “cura” è necessario riscrivere il problema e rielaborarlo, anche segmentandolo, per poter avere una visione chiara %
  • 26. L’applicazione del problem solving all’analisi di caso. Gli step 5. Lo sviluppo di soluzioni alternative. Di solito, le opzioni disponibili perché coerenti con gli obiettivi da raggiungere, non sono numerose ma, tuttavia, non coincidono con una sola 6. La valutazione delle alternative. Questa fase è particolarmente delicata perché è necessario simulare l’impatto che le diverse decisioni possono avere sulla vita dell’organizzazione. 7. La scelta dell’alternativa più soddisfacente alle condizioni date. Va opportunamente motivata, mettendo in evidenza quali sono gli aspetti considerati in funzione del buon esito dell’intera vicenda 8. Il piano operativo. Questa è la parte più difficile perché bisognerà indicare chiaramente non solo cosa va fatto, ma anche come va realizzato in quella situazione reale. Insomma, se - ad esempio- nella fase precedente abbiamo previsto l’attivazione di un corso di aggiornamento, ora bisogna esplicitare “come” il dirigente scolastico intende mettere in campo le proprie competenze amministrative, manageriali, relazionali e di leadership educativa
  • 27. MIRELLA PEZZINI - mirella.pezzini@virgilio.it