www.fukushimaaccident.net
Roberto Ropolo:
"RISPOSTA SANITARIA ALL’EMERGENZA IN ITALIA E METODI DI MISURA"
L'incidente avvenuto alla centrale nucleare di FUKUSHIMA, in Giappone, l'11 Marzo 2011, a differenza degli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl, ha scatenato un acceso dibattito sull'accettabilità pubblica dell'energia nucleare, anche in Paesi che sono stati storicamente fra i maggiori promotori di questa tecnologia.
Le ansie generate dai rilasci di radioattività nell'ambiente e dalla presenza di contaminazione negli alimenti, così come l'esito dell'incidente stesso, che sembrò -per diverse settimane- non dovesse risolversi mai positivamente, sono state amplificate dai mezzi di comunicazione di massa, oscurando perfino le enormi conseguenze umane e sociali del terremoto e dello tsunami.
La popolazione, e non solo quella giapponese, si è interrogata sui rischi dell'esposizione alle radiazioni, indirizzando alla comunità scientifica la propria legittima preoccupazione sui pericoli reali e sui rischi, e pretendendo dai tecnici e dagli scienziati risposte chiare e comprensibili, anche in merito alle possibili conseguenze sulle future generazioni.
Ma qual è stata l'entità del rilascio di radiazioni dalla centrale nucleare di FUKUSHIMA? quale è stata l'estensione della contaminazione terrestre e marina? che impatto sulla popolazione hanno avuto le restrizioni alimentari imposte dal Governo Giapponese? quali sono le dosi ricevute dagli Operatori della centrale e dalla popolazione circostante? quali le conseguenze sanitarie osservate ed ipotizzabili? e quali sono le lezioni principali che la comunità internazionale di Radioprotezione ha tratto da questo evento, per aiutare a sviluppare una percezione del rischio sempre più vicina alle legittime aspettative della popolazione?
Per rispondere a queste e ad altre domande, le quattro Associazioni italiane che si occupano di protezione dalle radiazioni, l'Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), l'Associazione Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM), l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) e l'Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati nella sorveglianza fisica di radioprotezione (ANPEQ) hanno organizzato un convegno, che avrà luogo il 14 settembre 2012 alla Villa Napoleonica nel Centro Congressi delle Ville PONTI, a Varese.
L'obbiettivo del Convegno, la cui partecipazione è aperta anche ai non addetti ai lavori (www.fukushimaaccident.net) è di trattare gli aspetti radioprotezionistici dell'incidente, indicando anche una linea per possibili futuri sviluppi del sistema della Radioprotezione, che si rendono necessari anche nei Paesi -come l'Italia- che non utilizzano più l'energia nucleare, ma che fanno tuttora vasto uso di sostanze radioattive per la medicina, l'industria e la ricerca.
www.fukushimaaccident.net
Roberto Ropolo:
"RISPOSTA SANITARIA ALL’EMERGENZA IN ITALIA E METODI DI MISURA"
L'incidente avvenuto alla centrale nucleare di FUKUSHIMA, in Giappone, l'11 Marzo 2011, a differenza degli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl, ha scatenato un acceso dibattito sull'accettabilità pubblica dell'energia nucleare, anche in Paesi che sono stati storicamente fra i maggiori promotori di questa tecnologia.
Le ansie generate dai rilasci di radioattività nell'ambiente e dalla presenza di contaminazione negli alimenti, così come l'esito dell'incidente stesso, che sembrò -per diverse settimane- non dovesse risolversi mai positivamente, sono state amplificate dai mezzi di comunicazione di massa, oscurando perfino le enormi conseguenze umane e sociali del terremoto e dello tsunami.
La popolazione, e non solo quella giapponese, si è interrogata sui rischi dell'esposizione alle radiazioni, indirizzando alla comunità scientifica la propria legittima preoccupazione sui pericoli reali e sui rischi, e pretendendo dai tecnici e dagli scienziati risposte chiare e comprensibili, anche in merito alle possibili conseguenze sulle future generazioni.
Ma qual è stata l'entità del rilascio di radiazioni dalla centrale nucleare di FUKUSHIMA? quale è stata l'estensione della contaminazione terrestre e marina? che impatto sulla popolazione hanno avuto le restrizioni alimentari imposte dal Governo Giapponese? quali sono le dosi ricevute dagli Operatori della centrale e dalla popolazione circostante? quali le conseguenze sanitarie osservate ed ipotizzabili? e quali sono le lezioni principali che la comunità internazionale di Radioprotezione ha tratto da questo evento, per aiutare a sviluppare una percezione del rischio sempre più vicina alle legittime aspettative della popolazione?
Per rispondere a queste e ad altre domande, le quattro Associazioni italiane che si occupano di protezione dalle radiazioni, l'Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), l'Associazione Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM), l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) e l'Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati nella sorveglianza fisica di radioprotezione (ANPEQ) hanno organizzato un convegno, che avrà luogo il 14 settembre 2012 alla Villa Napoleonica nel Centro Congressi delle Ville PONTI, a Varese.
L'obbiettivo del Convegno, la cui partecipazione è aperta anche ai non addetti ai lavori (www.fukushimaaccident.net) è di trattare gli aspetti radioprotezionistici dell'incidente, indicando anche una linea per possibili futuri sviluppi del sistema della Radioprotezione, che si rendono necessari anche nei Paesi -come l'Italia- che non utilizzano più l'energia nucleare, ma che fanno tuttora vasto uso di sostanze radioattive per la medicina, l'industria e la ricerca.
Ha sorpreso non poco la scelta del governo riguardo alla classificazione delle due province autonome di Trento e Bolzano nelle rispettive fasce di rischio. La classificazione dell’Alto Adige come zona rossa, se può essere giustificata dal punto di vista dei numeri del contagio, diventa inspiegabile se si confronta con la situazione trentina. I numeri soprattutto riguardo alla pressione sugli ospedali raccontano una realtà totalmente diversa.
Negli scorsi giorni tra le voci più autorevoli che hanno fatto notare questa discrepanza tra i numeri comunicati ufficialmente dalla PAT e la realtà dei fatti c’è quella del professor Davide Bassi (già rettore dell'università di Trento). A lui Azione ha chiesto dunque di illustrare i difetti del sistema trentino.
Da tempo chiediamo alla provincia una maggiore trasparenza nelle comunicazioni e coraggio nella presa di decisioni che, anche se impopolari, vanno nell’unica direzione che deve stare a cuore alla politica: il benessere dei cittadini.
Non si può pensare di tutelare l’economia con l’epidemia che dilaga. Non esistono questi trade-off. I Paesi che meglio hanno reagito alla questione sanitaria (Australia, Nuova Zelanda solo per fare degli esempi) sono anche quelli in cui l’economia ha subito il minor contraccolpo. Ignorare il problema, nascondendo (anche in buona fede o per incompetenza) i numeri non migliora la situazione né tantomeno garantisce un più rapido ritorno alla normalità. L’idea di poter convivere con il virus è pericolosa per tutte le conseguenze che comporta.
Di questi temi discuterà il professor Davide Bassi, insieme a Monia Zuntini, Mario Raffaelli, Massimiliano Mazzarella e Pietro Pallanch, in un evento online che sarà trasmesso sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Trentino in Azione il 24 Gennaio alle ore 20:30.
Come da spirito di Azione non solo saranno presentati i dati della situazione attuale ma a questi seguirà la presentazione di proposte concrete e attuabili per la tutela dei cittadini. Queste saranno poi illustrate alla Giunta provinciale con l’auspicio che siano rese immediatamente esecutive.
Cervene premio pa sostenibile e resiliente 2021 template-pptSalvatore Medici
I disastri, naturali o causati dall’Uomo sono causa delle emergenze non epidemiche che come quelle epidemiche, una volta verificatesi, vanno affrontate e gestite.
Tanto, però, può la prevenzione sostenibile, promuovendo resilienza e circolarità nel mitigare i rischi. La prevenzione e, poi, la gestione delle emergenze in sanità pubblica sono multi, inter e, perché no, trans disciplinari e, grazie alla struttura e all’organizzazione del nostro Servizio Sanitario Nazionale, sul territorio operano i Dipartimenti di Prevenzione delle Asl con un ruolo fondamentale, sia nell’ottica dell’approccio ‘One Health’ che di supporto al Sistema di Protezione Civile con la Funzione - Sanità umana e veterinaria e assistenza sociale. Il Cervene, centro regionale campano per la prevenzione delle emergenze non epidemiche propone un calendario di iniziative di sensibilizzazione sulle tematiche della prevenzione in materia di cambiamento climatico diretto ai Dipartimenti di prevenzione delle ASL.
Comunicare la Sanità digitale nell’era Covid-19: l’esperienza della Regione P...I-Tel Srl
Il progetto sviluppato da Regione Puglia in collaborazione con I-Tel Srl promuove la semplificazione, la digitalizzazione e l’automatizzazione delle attività di gestione epidemiologica, sorveglianza e testing connesse all’emergenza sanitaria da COVID-19, causata dalla diffusione pandemica del virus SARS-CoV-2.
Supporta tutti i professionisti sanitari (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, operatori dei dipartimenti di prevenzione, operatori dei laboratori microbiologici, etc..) coinvolti nel processo emergenziale nella gestione di:
• casi/contatti di caso COVID-19;
• provvedimenti di isolamento, quarantena, ricovero, dimissione, collocazione in Covid Hotel;
• richieste di test per SARS-CoV-2;
• esiti di test per SARS-CoV-2.
La soluzione è realizzata integrando il sistema informativo della Regione Puglia per la gestione delle attività di sorveglianza epidemiologica, denominato “IRIS” (Infections Regional Information System) e la piattaforma di comunicazione multicanale “Sm@rtHealth®”.
R. Villano - ANTIBIOTICORESISTENZA. Tecnologie e indirizzi di ricercaRaimondo Villano
Contrasto dell’emergenza, dal monitoraggio dei casi di resistenza alla prevenzione delle infezioni per ridurre a monte la necessità di antibiotici attraverso una maggiore igiene, l’accesso ad acque più pulite, le vaccinazioni, il controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie. Quella ai super-batteri deve essere una guerra di alleanze, in cui tutti possono e devono fare la propria parte.
Nuovo Centro di Riferimento per le Cure Pallative a PadovaPaolo Cagnan
Costruiamo insieme il Nuovo Centro Regionale per le Cure Palliative e Terapia del Dolore Pediatriche: i dettagli del progetto di massima incentrato su Padova (Veneto)
Ha sorpreso non poco la scelta del governo riguardo alla classificazione delle due province autonome di Trento e Bolzano nelle rispettive fasce di rischio. La classificazione dell’Alto Adige come zona rossa, se può essere giustificata dal punto di vista dei numeri del contagio, diventa inspiegabile se si confronta con la situazione trentina. I numeri soprattutto riguardo alla pressione sugli ospedali raccontano una realtà totalmente diversa.
Negli scorsi giorni tra le voci più autorevoli che hanno fatto notare questa discrepanza tra i numeri comunicati ufficialmente dalla PAT e la realtà dei fatti c’è quella del professor Davide Bassi (già rettore dell'università di Trento). A lui Azione ha chiesto dunque di illustrare i difetti del sistema trentino.
Da tempo chiediamo alla provincia una maggiore trasparenza nelle comunicazioni e coraggio nella presa di decisioni che, anche se impopolari, vanno nell’unica direzione che deve stare a cuore alla politica: il benessere dei cittadini.
Non si può pensare di tutelare l’economia con l’epidemia che dilaga. Non esistono questi trade-off. I Paesi che meglio hanno reagito alla questione sanitaria (Australia, Nuova Zelanda solo per fare degli esempi) sono anche quelli in cui l’economia ha subito il minor contraccolpo. Ignorare il problema, nascondendo (anche in buona fede o per incompetenza) i numeri non migliora la situazione né tantomeno garantisce un più rapido ritorno alla normalità. L’idea di poter convivere con il virus è pericolosa per tutte le conseguenze che comporta.
Di questi temi discuterà il professor Davide Bassi, insieme a Monia Zuntini, Mario Raffaelli, Massimiliano Mazzarella e Pietro Pallanch, in un evento online che sarà trasmesso sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Trentino in Azione il 24 Gennaio alle ore 20:30.
Come da spirito di Azione non solo saranno presentati i dati della situazione attuale ma a questi seguirà la presentazione di proposte concrete e attuabili per la tutela dei cittadini. Queste saranno poi illustrate alla Giunta provinciale con l’auspicio che siano rese immediatamente esecutive.
Cervene premio pa sostenibile e resiliente 2021 template-pptSalvatore Medici
I disastri, naturali o causati dall’Uomo sono causa delle emergenze non epidemiche che come quelle epidemiche, una volta verificatesi, vanno affrontate e gestite.
Tanto, però, può la prevenzione sostenibile, promuovendo resilienza e circolarità nel mitigare i rischi. La prevenzione e, poi, la gestione delle emergenze in sanità pubblica sono multi, inter e, perché no, trans disciplinari e, grazie alla struttura e all’organizzazione del nostro Servizio Sanitario Nazionale, sul territorio operano i Dipartimenti di Prevenzione delle Asl con un ruolo fondamentale, sia nell’ottica dell’approccio ‘One Health’ che di supporto al Sistema di Protezione Civile con la Funzione - Sanità umana e veterinaria e assistenza sociale. Il Cervene, centro regionale campano per la prevenzione delle emergenze non epidemiche propone un calendario di iniziative di sensibilizzazione sulle tematiche della prevenzione in materia di cambiamento climatico diretto ai Dipartimenti di prevenzione delle ASL.
Comunicare la Sanità digitale nell’era Covid-19: l’esperienza della Regione P...I-Tel Srl
Il progetto sviluppato da Regione Puglia in collaborazione con I-Tel Srl promuove la semplificazione, la digitalizzazione e l’automatizzazione delle attività di gestione epidemiologica, sorveglianza e testing connesse all’emergenza sanitaria da COVID-19, causata dalla diffusione pandemica del virus SARS-CoV-2.
Supporta tutti i professionisti sanitari (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, operatori dei dipartimenti di prevenzione, operatori dei laboratori microbiologici, etc..) coinvolti nel processo emergenziale nella gestione di:
• casi/contatti di caso COVID-19;
• provvedimenti di isolamento, quarantena, ricovero, dimissione, collocazione in Covid Hotel;
• richieste di test per SARS-CoV-2;
• esiti di test per SARS-CoV-2.
La soluzione è realizzata integrando il sistema informativo della Regione Puglia per la gestione delle attività di sorveglianza epidemiologica, denominato “IRIS” (Infections Regional Information System) e la piattaforma di comunicazione multicanale “Sm@rtHealth®”.
R. Villano - ANTIBIOTICORESISTENZA. Tecnologie e indirizzi di ricercaRaimondo Villano
Contrasto dell’emergenza, dal monitoraggio dei casi di resistenza alla prevenzione delle infezioni per ridurre a monte la necessità di antibiotici attraverso una maggiore igiene, l’accesso ad acque più pulite, le vaccinazioni, il controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie. Quella ai super-batteri deve essere una guerra di alleanze, in cui tutti possono e devono fare la propria parte.
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El documento contiene varias gráficas de barras que muestran porcentajes en el eje Y y diferentes categorías en el eje X. Las gráficas parecen medir niveles de confianza, seguridad, actitudes y preferencias de votantes hacia diferentes candidatos políticos.
The document is a report from AvantGrade.com analyzing Google Mobility data on visits to locations in Italy like workplaces, restaurants, stores and transit hubs in regions hard hit by COVID-19 like Lombardy, Veneto, Emilia-Romagna, Piedmont and Tuscany. It includes charts and graphs showing changes in visits from baseline levels to understand if and how Italians are complying with stay at home orders, and provides a link to more details on the mobility report and methodology from Google. The report is authored by Ale Agostini and intended for unnamed recipients.
Il territorio, tecnologia, innovazione. Padova nel contesto italiano e intern...
PIANO WEST NILE SLIDES.pptx
1. Piano straordinario per il
contrasto alla diffusione di
West Nile Virus
Venezia, Sala CTR palazzo Linetti
29 agosto 2022
2.
3. Piano Straordinario per il contrasto alla diffusione di WNV
OBIETTIVI
- Il Piano Straordinario per il contrasto alla diffusione di West Nile Virus ha lo
scopo di attuare ulteriori interventi anche emergenziali al fine di limitare
l’impatto dell’infezione sul carico di malattia nella popolazione.
Obiettivi specifici
● limitare la diffusione virale in aree ad alto rischio,
● accrescere la consapevolezza del rischio nella popolazione per adottare
tutti i comportamenti individuali utili a prevenire le punture di zanzare
contribuendo, anche nel contesto privato, a limitare la diffusione delle
zanzare.
4. Attori coinvolti
Redazione: Direzione Prevenzione con il coinvolgimento del Gruppo Regionale Arbovirosi e
dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. La definizione della strategia è stata condivisa
con Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute.
Coordinamento regionale: Direzione Prevenzione | Regione del Veneto
Coordinamento locale: Dipartimenti di Prevenzione delle ULSS
Altri attori coinvolti: tutti i componenti del Tavolo intersettoriale regionale ed in particolare Azienda
Zero, i Comuni, eventuali Enti ed Associazioni locali.
5. Azioni previste dal Piano e cronoprogramma di attuazione (1)
Azione Referente Soggetti coinvolti
AGOSTO SETTEMBRE
I II III IV I II III IV
1 Estensione della rete di diagnostica di laboratorio
Rete
Microbiologie
- Laboratorio
Regionale di
Riferimento
- Laboratori di
Microbiologia
2
Rafforzamento del monitoraggio epidemiologico
integrato con definizione dello strumento per la
valutazione del rischio
Gruppo
Regionale
Arbovirosi
- IZSVe
- ISS
- Ministero della
Salute
3
Mappatura e valutazione del rischio nel territorio
regionale (utilizzando lo strumento per la
valutazione del rischio)
Dir. Prev.
- IZSVe
- ULSS e Aziende
Ospedaliere
4
Definizione di quali ulteriori interventi da effettuare
in base al livello di rischio
Gruppo
Regionale
Arbovirosi
- IZSVe
- ISS
- Ministero della
Salute
5 Pianificazione e attuazione degli interventi previsti
Gruppo
Regionale
Arbovirosi
- Azienda Zero
- ULSS
- Comuni
* * *
6. Azione Referente Soggetti coinvolti
AGOSTO SETTEMBRE
I II III IV I II III IV
6
Ulteriori interventi di comunicazione finalizzata ad
accrescere la percezione del rischio sia per
adottare misure di protezione individuale che
all’adozione di misure di contrasto alla crescita del
vettore nel contesto delle aree pubbliche e private
Dir. Prev.
- ULSS
- Comuni
- Stakeholder locali
7
Intensificazione del controllo dell'efficacia dei
trattamenti effettuati
ULSS - IZSVe
8
Analisi epidemiologica con valutazione e
monitoraggio del Piano
Gruppo
Regionale
Arbovirosi
- ULSS
- IZSVe
- ISS
- Ministero della Salute
Azioni previste dal Piano e cronoprogramma di attuazione (2)
7. Azione 1: Estensione della rete di diagnostica di laboratorio
❖ Estensione della rete
delle microbiologie
Azienda
Sanitaria
Esecuzione test
sierologico
Esecuzione test
molecolare
Test di
neutralizzazione
Test per
sottotipi virali e
lineage
ULSS 1 invio a LRR invio a LRR invio al LRR invio al LRR
ULSS 2 Si invio a LRR invio al LRR invio al LRR
ULSS 3 Sì invio a LRR invio al LRR invio al LRR
ULSS 4 invio a Treviso invio a LRR invio al LRR invio al LRR
ULSS 5 Sì invio a LRR invio al LRR invio al LRR
ULSS 6 invio a LRR invio a LRR invio al LRR invio al LRR
ULSS 7 Sì invio a LRR invio al LRR invio al LRR
ULSS 8 Sì Sì invio al LRR invio al LRR
ULSS 9 Sì invio a LRR invio al LRR invio al LRR
AOUVR Sì invio a LRR invio al LRR invio al LRR
AOUPD (LRR) Sì Sì Si Si
8. Azione 2: Rafforzamento del monitoraggio epidemiologico integrato con
definizione dello strumento per la valutazione del rischio
❖ Disporre di una
valutazione del rischio
che consideri i vari
aspetti derivanti dalla
sorveglianza integrata
che la Regione del
Veneto attua
nell’ambito del
contrasto della malattie
trasmesse da vettori
A Presenza di casi umani nell’area interessata negli ultimi 21 giorni (comune/circoscrizione)
Le caratteristiche cliniche del caso correlano con il numero di casi presenti nell’area interessata
almeno un caso asintomatico (circa 80%), casi probabili o confermati
almeno un caso sintomatico (circa 20%), casi probabili o confermati
almeno una forma neuroinvasiva (<1% casi), casi probabili o confermati
Per ogni cluster verificatosi nel comune/circoscrizione considerato negli ultimi 21 giorni
B Presenza di casi animali (equidi) nell’area interessata dall’inizio della stagione
casi equidi
C Rilevazione di ospiti di amplificazione positivi per WNV dall’inizio della stagione
Riscontro di positività in 1 o più ospiti amplificatori o serbatoio (uccelli viremici)
D Rilevazione di positività del vettore dal monitoraggio delle trappole
Riscontro di pool di zanzare positive a WNV di monitoraggio delle trappole
E Densità abitativa dell’area interessata dai casi
La densità abitativa è calcolata sul comune. Se nell’area interessata non si sono verificati casi umani o animali, il
punteggio legato alla densità abitativa non va considerato nel computo totale
❖ Individuare aree a
diverso gradiente
secondo uno score
costruito considerando
le diverse variabili
applicabili al contesto
valutato
9. Azione 3: Mappatura e valutazione del rischio nel territorio regionale
(valutazione al 25.8.2022)
LIVELLO DI
RISCHIO WNV
1
2
3
4
PADOVA 6 - Euganea PD
CADONEGHE 6 - Euganea PD
PONTE SAN NICOLÒ 6 - Euganea PD
SELVAZZANO DENTRO 6 - Euganea PD
ALBIGNASEGO 6 - Euganea PD
ABANO TERME 6 - Euganea PD
VENEZIA 3 - Serenissima VE
SPINEA 3 - Serenissima VE
VICENZA 8 - Berica VI
TREVISO 2 - Marca trevigiana TV
ROVIGO 5 - Polesana RO
COMUNI LIVELLO 4
10. Azione 4: Definizione degli interventi da effettuare in base al livello di rischio
Rafforzamento
monitoraggio
epidemiologico
Rafforzamento
comunicazione
Valutazione
efficacia
interventi ordinari
di contrasto al
vettore
Interventi
straordinari
larvicidi
Interventi
straordinari
adulticidi
Livello 1 X X
Livello 2 X X X
Livello 3 X X X X * Zone “buffer”
Livello 4 X X X X X
11. Zone “buffer” di sicurezza
❖ Cosa? Identificate come territori a medio rischio ma confinanti con aree ad alto rischio in modo
che possano rappresentare delle “aree tampone”. Identificazione di concerto tra comuni e le ULSS.
❖ Perchè? rafforzare l’azione di riduzione del rischio e di circolazione delle zanzare infette
L’intervento di disinfestazione adulticida, nei siti sensibili dei territori identificati come zone buffer, andrà
eseguito se le stesse si trovano in continuità territoriale con la morfologia dell’area urbana considerata ad
alto rischio.
- Per continuità territoriale può essere considerata anche la presenza dei parchi,
- Se i territori sono strutturalmente da aree verdi agricole l’intervento non è indicato.
12. Azione 5: Pianificazione e attuazione degli interventi di contrasto al vettore
tramite disinfestazione
L’intervento dovrà essere svolto concentrando i primi interventi nelle aree a maggior rischio.
● ULSS e Comuni definiranno le aree di rischio individuare e le zone buffer di sicurezza e i
conseguenti interventi
● L’intervento straordinario interesserà, nell’arco massimo di 10 giorni (festivi e prefestivi
inclusi), tutto il territorio delle aziende ULSS in cui si concentrano i comuni a maggiore rischio
(livello 4, zone buffer e livello 3), secondo le azioni previste per ogni classe di rischio
identificata.
● L’utilizzo di prodotti adulticidi nelle aree con un livello di rischio 4 e nelle zone buffer con
caratteristiche di continuità morfologica abitativa, dovrà essere limitato ai soli siti sensibili
identificati con apposita valutazione tecnica delle aziende ULSS competenti
*Tabella con comuni livello 4 (definizione zone buffer) e livello 3*
13. Azione 6 : Comunicazione finalizzata ad accrescere la consapevolezza
della popolazione e la percezione del rischio
● Riprendendo la nota regionale prot. 340827 del
02.08.2022, viene ribadita la necessità di rafforzamento
della comunicazione e informazione alla cittadinanza.
La comunicazione e l’informazione alla popolazione
risultano di importanza strategica al fine di richiamare il
ruolo attivo di ogni persona nell’adozione di tutte le
misure individuali per la protezione dalle punture di
zanzara e per l’attenzione degli interventi di rimozione dei
focolai larvali.
● Azione di Precautionary Advocacy nella popolazione
rispetto alla necessità di adottare azioni di controllo
larvicida anche nelle aree private, utilizzare mezzi
barriera e repellenti contro le zanzare
● Azione di Outrage Management per evitare interventi
dannosi in situazioni in cui il pericolo reale per la
popolazione è basso
14. Azione 7 : Controllo dell'efficacia dei trattamenti
L’efficacia dei trattamenti verrà effettuata e valutata dalle ULSS
in collaborazione con l’IZSVe.
● Le verifiche di efficacia dei trattamenti larvicidi verranno
effettuate seguendo le indicazioni riportate nella DGR
100/2022.
● Relativamente ai trattamenti adulticidi, considerando che
l’efficacia è di breve durata, le valutazioni verranno
effettuate immediatamente dopo l'applicazione. Si
procederà posizionando a campione trappole CDC e BG-
Sentinel attivate con anidride carbonica 24 ore prima e 24
ore dopo l’intervento. L’efficacia verrà misurata come
percentuale di riduzione di adulti di zanzara catturati nei
due rilievi.
15. Azione 8: Analisi. valutazione e monitoraggio del Piano
Monitoraggio delle azioni previste dal Piano attraverso uno stretto coordinamento con i Tavoli tecnici delle ULSS
misurando i seguenti indicatori per la valutazione dello stesso.
AZIONE INDICATORE
OBIETTIVO
MINIMO
Comuni di Livello 1 all’emanazione
del piano
Comuni con attività di disinfestazione attuata entro 8 giorni dall’inizio della
rispettiva fase di intervento
80%
Comuni di Livello 2 all’emanazione
del piano
Comuni con attività di disinfestazione attuata entro 14 giorni dall’inizio della
rispettiva fase di intervento
80 %
Comuni di Livello 3 all’emanazione
del piano
Comuni sottoposti ad attività di verifica da parte del Tavolo entro 30 giorni
dall’inizio della rispettiva fase di intervento
90 %
Controllo dell'efficacia dei
trattamenti
Comuni sottoposti ad attività verifica dell’efficacia/qualità degli interventi di
disinfestazione
40%
Ulteriori indicatori utili al monitoraggio degli obiettivi del piano (ridurre il carico di malattia,
limitare la diffusione virale e accrescere la consapevolezza del rischio nella popolazione)
saranno oggetto di ulteriore approfondimento.
17. Valutazione efficacia interventi ordinari di contrasto al vettore
Ogni ULSS dovrà verificare l’efficacia dei piani di disinfestazione presentati dai
Comuni e valutati dal Tavolo Tecnico Aziendale, i trattamenti anti larvali nelle
caditoie verranno eseguiti nel caso in cui la positività media abbia superato il limite
previsto dal Piano regionale (10%).
Oltre alle caditoie è necessario verificare l’inserimento dei fossati nel piano di
disinfestazione ordinario.
18. Trattamenti larvicidi straordinari (1)
Il trattamento larvicida dovrà essere effettuato nelle caditoie/nei tombini stradali e nei fossati.
Particolarmente importante risulterà l’individuazione dei fossati che per conformazione,
irregolarità nel deflusso delle acque, sviluppo di vegetazione, presenza di fonti di
inquinamento organico (eutrofizzazione) si dimostrano particolarmente favorevoli allo sviluppo
della specie Culex pipiens, in particolare quelli situati nelle vicinanze di abitazioni/aree
residenziali.
Tipologia di prodotto da applicare:
Caditoie: Diflubenzuron in formulazione liquida o compressa, batteri sporigeni e/o formulati
ad azione fisico meccanica
Fossati: Prodotti a base di Bacillus thuringiensis var. israelensis in associazione o meno con
Lysinibacillus sphaericus.
19. Trattamenti larvicidi straordinari (2)
Modalità operative
Gli interventi verranno coordinati dalle Aziende ULSS territorialmente competenti. La ditta incaricata
dell’intervento dovrà disporre di mezzi dotati di GPS al fine di tracciare i percorsi effettuati dai mezzi.
I fossi individuati e trattati dovranno essere georeferenziati, le aree le cui caditoie sono state oggetto
di disinfestazione dovranno essere mappate e i pozzetti trattati dovranno essere contati, con
indicazione della loro tipologia e posizione (tombini con griglia, bocca di lupo, dislocati al centro
strada o sui lati, etc.).
In caso di pioggia, sarà necessario ripetere l’intervento perché il principio attivo viene dilavato.
- Al termine degli interventi la Ditta dovrà provvedere alla consegna della documentazione
prodotta presso il Dipartimento di Prevenzione.
- Le modalità di georeferenziazione degli interventi sono specificate con nota della Direzione
Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria.
Distribuzione gratuita da parte delle Aziende ULSS/Comuni di prodotti larvicidi per il trattamento di
aree private da concentrare nelle aree ad alto e medio rischio (rosso e arancione).
20. Trattamenti adultici straordinari (1)
Gli interventi adulticidi interesseranno le aree sensibili (parchi e aree verdi pubbliche, ospedali,
strutture socio-sanitarie, impianti sportivi, aree attrezzate, ecc) individuate dai Comuni in
collaborazione con le Aziende ULSS.
Tipologia di prodotto da applicare:
A questo scopo dovranno essere utilizzati prodotti contenenti estratto di piretro ad azione
spaziale abbattente e non residuale.
21. Trattamenti adultici straordinari (2)
Modalità operative
Gli interventi verranno coordinati dalle Aziende ULSS territorialmente competenti.
- La cittadinanza dovrà essere informata degli interventi con almeno 24 h di anticipo a mezzo altoparlante, e/o affissione di
avvisi pubblici nell’area da sottoporre a trattamento, e/o pubblicazione nella specifica pagina web del Comune indicando il
nome del formulato insetticida utilizzato con allegata Scheda Tecnica.
- I trattamenti andranno effettuati con automezzo idoneo che proceda a 5-10 km/h, con particolato a volume basso
(goccioline intorno a 50 micron di diametro), dovranno coprire tutta l’area interessata.
Per ottimizzare l’efficacia di questi principi attivi che presentano un rapido effetto abbattente, ma non duraturo, se ne
consiglia un uso durante le ore notturne, sia per le abitudini crepuscolari e notturne della zanzara, sia per ridurre al
minimo l’effetto denaturante della luce solare su tali insetticidi.
In caso di pioggia, sarà necessario ripetere l’intervento perché il principio attivo viene dilavato.
La ditta incaricata dell’ intervento dovrà disporre di mezzi dotati di GPS al fine di tracciare i percorsi effettuati dai mezzi. I
siti individuati e trattati dovranno essere georeferenziati. Le modalità di georeferenziazione degli interventi sono
specificate con nota della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria.
Al termine degli interventi la Ditta dovrà provvedere alla consegna della documentazione prodotta presso il
Dipartimento di Prevenzione.