L'iniziativa Pasto Buono di Qui Foundation viene ripresa dal Corsera in un articolo di Susanna Tamaro, in cui si parla anche dei numerosi sprechi alimentari che ci sono in Italia
L’ Emporio della Solidarietà è diventato ancor di più un modello di riferimento sia sul territorio locale, sia riguardo ad altre iniziative similari sorte nel resto d’ Italia
Tale prestigio è riconducibile ad alcuni fattori di particolare rilievo:
• è un servizio che ha saputo stimolare e coinvolgere un rete di soggetti che in vario modo hanno collaborato agli interventi realizzati: dai comuni ed enti locali alle organizzazioni di terzo settore, dalle scuole alle imprese
• ha attivato canali di comunicazione con il territorio (rapporti strutturati con media, utilizzo di internet e social network …..) per generare un flusso continuo di dati e notizie indispensabili per dare contezza in tempo reale di ogni azione compiuta;
• in tal modo ha fatto della trasparenza e della tracciabilità il proprio punto di forza, fornendo sistematicamente i resoconti della propria attività sia riguardo ai beni ed alla risorse ricevute che riguardo alla loro utilizzazione. Se oggi l’Emporio della Solidarietà è un riferimento certo ed affidabile sia per le persone in difficoltà che per le istituzioni e gli altri attori sociali impegnati nella lotta alla povertà, ciò è dovuto in particolar modo ad un modello di gestione incentrato sull’informatizzazione dei processi. Il che permette un monitoraggio costante dei servizi, la piena tracciabilità di tutte le merci e dei prodotti gestiti, l’agevole strutturazione di una rete di partenariato in cui ogni attore può conoscere in tempo reale le informazioni sugli altri attori coinvolti, condividendo le informazioni sul chi fa cosa ed evitando sprechi e duplicazioni. Il dettaglio delle attività svolte, sono contenuti nelle pagine seguenti che vi invitiamo a leggere con attenzione.
Nutrire il Pianeta, dicevamo all’inizio, è compito prezioso e ricco di soddisfazioni. Ma non è compito semplice, né indolore. Nutrire … Aver cura … Far crescere …. Sono tutte operazioni che richiedono tenacia, pazienza, magnanimità, capacità di sopportazione e, soprattutto, la voglia di mettersi in gioco ogni giorno, facendo squadra con tutti gli uomini di buona volontà, costruendo relazioni leali e collaborative con altri soggetti che vogliono condividere lo stesso percorso orientato al bene comune. L’Emporio è tutto questo, non un manipolo di eroi, ma un sistema di relazioni e di condivisioni che anche in questi anni di crisi lascia intuire che un mondo migliore non solo è possibile, ma è già in costruzione … lo stiamo già costruendo con le nostre mani, le nostre menti ed i nostri cuori! Ecco dunque che anche questo bilancio sociale per il 2014 vuole ribadire il senso del nostro piccolo ma deciso impegno. Nutriamo il Pianeta, Amiamo la Vita, Costruiamo il Futuro!
Si fa presto a dire tradizione - corso giornalisti 21 maggio 2016 CrevoladossolaLandexplorer
Durante il corso di formazione continua per giornalisti intitolato "Si fa presto a dire tradizione" i relatori Prof. Battista Saiu, Dott. Luca Ciurleo ed il dott. Samuel Piana ha affrontato il tema della tradizione, dei riti tradizionali e e della cucina tradizionale da diversi punti di vista antropologici e di marketing territoriale. Dimostrando come questo valore indentitario viene sentito fortemente dalle comunità, ma anche e soprattutto dalle grandi e piccole aziende italiane in nome del made in italy. Anche il rapporto tradizione e globalizzazione e quindi folklore e fakelore diventano molto interessanti se letti come fenomeni che si intrecciano e si uniscono...non come poli opposti!
Workshop dirigido a estudantes universitários. Contém súmula de recomendações partilhadas aquando do ensino de "Tópicos de comunicação" a estudantes de Tecnologias de Informação durante cerca de 20 anos.
L'iniziativa Pasto Buono di Qui Foundation viene ripresa dal Corsera in un articolo di Susanna Tamaro, in cui si parla anche dei numerosi sprechi alimentari che ci sono in Italia
L’ Emporio della Solidarietà è diventato ancor di più un modello di riferimento sia sul territorio locale, sia riguardo ad altre iniziative similari sorte nel resto d’ Italia
Tale prestigio è riconducibile ad alcuni fattori di particolare rilievo:
• è un servizio che ha saputo stimolare e coinvolgere un rete di soggetti che in vario modo hanno collaborato agli interventi realizzati: dai comuni ed enti locali alle organizzazioni di terzo settore, dalle scuole alle imprese
• ha attivato canali di comunicazione con il territorio (rapporti strutturati con media, utilizzo di internet e social network …..) per generare un flusso continuo di dati e notizie indispensabili per dare contezza in tempo reale di ogni azione compiuta;
• in tal modo ha fatto della trasparenza e della tracciabilità il proprio punto di forza, fornendo sistematicamente i resoconti della propria attività sia riguardo ai beni ed alla risorse ricevute che riguardo alla loro utilizzazione. Se oggi l’Emporio della Solidarietà è un riferimento certo ed affidabile sia per le persone in difficoltà che per le istituzioni e gli altri attori sociali impegnati nella lotta alla povertà, ciò è dovuto in particolar modo ad un modello di gestione incentrato sull’informatizzazione dei processi. Il che permette un monitoraggio costante dei servizi, la piena tracciabilità di tutte le merci e dei prodotti gestiti, l’agevole strutturazione di una rete di partenariato in cui ogni attore può conoscere in tempo reale le informazioni sugli altri attori coinvolti, condividendo le informazioni sul chi fa cosa ed evitando sprechi e duplicazioni. Il dettaglio delle attività svolte, sono contenuti nelle pagine seguenti che vi invitiamo a leggere con attenzione.
Nutrire il Pianeta, dicevamo all’inizio, è compito prezioso e ricco di soddisfazioni. Ma non è compito semplice, né indolore. Nutrire … Aver cura … Far crescere …. Sono tutte operazioni che richiedono tenacia, pazienza, magnanimità, capacità di sopportazione e, soprattutto, la voglia di mettersi in gioco ogni giorno, facendo squadra con tutti gli uomini di buona volontà, costruendo relazioni leali e collaborative con altri soggetti che vogliono condividere lo stesso percorso orientato al bene comune. L’Emporio è tutto questo, non un manipolo di eroi, ma un sistema di relazioni e di condivisioni che anche in questi anni di crisi lascia intuire che un mondo migliore non solo è possibile, ma è già in costruzione … lo stiamo già costruendo con le nostre mani, le nostre menti ed i nostri cuori! Ecco dunque che anche questo bilancio sociale per il 2014 vuole ribadire il senso del nostro piccolo ma deciso impegno. Nutriamo il Pianeta, Amiamo la Vita, Costruiamo il Futuro!
Si fa presto a dire tradizione - corso giornalisti 21 maggio 2016 CrevoladossolaLandexplorer
Durante il corso di formazione continua per giornalisti intitolato "Si fa presto a dire tradizione" i relatori Prof. Battista Saiu, Dott. Luca Ciurleo ed il dott. Samuel Piana ha affrontato il tema della tradizione, dei riti tradizionali e e della cucina tradizionale da diversi punti di vista antropologici e di marketing territoriale. Dimostrando come questo valore indentitario viene sentito fortemente dalle comunità, ma anche e soprattutto dalle grandi e piccole aziende italiane in nome del made in italy. Anche il rapporto tradizione e globalizzazione e quindi folklore e fakelore diventano molto interessanti se letti come fenomeni che si intrecciano e si uniscono...non come poli opposti!
Workshop dirigido a estudantes universitários. Contém súmula de recomendações partilhadas aquando do ensino de "Tópicos de comunicação" a estudantes de Tecnologias de Informação durante cerca de 20 anos.
Con la decisión de Trump de retirar a EE.UU. del TPP este acuerdo ha perdido mucho de la razón de ser, que era de posibilitar el acceso al mayor mercado del mundo que el resto de los 11 países querían. Así las cosas lo que queda al resto de países son varias alternativas: Primero, tratar de formar los 11 países restantes un acuerdo comercial, un TPP de 11 países; Segundo, unirse al otro grupo que se negocia en la región Asia Pacifico como el RCEP encabezado por China; Tercero, cada país del TPP buscar acuerdos comerciales con EE.UU. o con el resto de países con los cuales no tiene acuerdos comerciales.
BIMarabia is the first E-magazine intended to spread awareness of BIM tools and workflows across Arabic region. BIMarabia is written and edited by users, targeted to be beneficial to practitioners and researchers in the field. For more information, please go to http://bimarabia.com
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Il cibo nel 2050? I consumatori lo vorrebbero più controllato, sicuro, e per certi versi "democratico, accessibile a tutti", ma se lo aspettano anche "freddo, sterile, standardizzato".
Viversani & Belli - Articolo sulla lotta allo spreco alimentare e su Pasto BuonoGregorio Fogliani
L'articolo è incentrato sulla situazione italiana per quel che riguarda lo spreco alimentare e sui metodi per contrastarlo. Tra le iniziative si segnala anche quella ideata da Gregorio Fogliani con Pasto Buono.
EXPO: un grande evento sul cibo e l'alimentazione ha la necessità di essere analizzato con occhi "diversi". L'antropologo luca Ciurleo, nella sua relazione narra l'importanza di alcuni archetipi, mentre Ilaria Bonelli descrive l'alimentazione ed il contesto ossolano. Samuel Piana tratta, invece, EXPO come un evento da cui l'Italia deve poter trarre le maggiori ricadute economiche possibili.
Alcuni schemi e dati sono stati tratti da Una ricerca della camera di commercio di milano dell'ottobre 2013 oppure dal recentissimo incontro annuale di Federalberghi organizzato a Como il 15-17 maggio 2015
Globalizzazione e contaminazione tra gli stili alimentariFree Your Talent
Project work a cura degli studenti del Master in Food & beverage Management 2019-2020 Francesca Ciucci, Maria Eugenia D’Orazio, Marco Pizzuto, Paola Ricco Galluzzo e Stefano Zago
Per il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU, ridare valore al cibo, partendo dall'agricoltura e dalla riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare, è cruciale.
La sfida della 30esima edizione del Premio Marketing SIM è: ringiovanire il target italiano di National Geographic attraverso una strategia di estensione del brand.
Vestendo i panni del Marketing Team di National Geographic, ciascuna squadra dovrà sviluppare un piano di marketing che, definendo gli aspetti strategici ed operativi per l’estensione del brand in un nuovo business, sia in grado di valorizzare il potenziale della marca attraendo al contempo un pubblico più giovane.
L’estensione di marca dovrà conseguirsi scegliendo un business tra quelli compresi nel seguente basket:
- Tourism;
- Consumer Product;
- Digital.
In particolare, ciascun piano dovrà:
· evidenziare lo specifico segmento di clienti che si intende attrarre nell’ambito del generico target degli Under 40.
· specificare le modalità attraverso le quali la brand extension verrà posta in essere, identificando il/i partner potenziale/i (in modo puntuale o descrivendone il profilo) e i vantaggi reciproci;
· definire il posizionamento nell’ambito del business prescelto;
· declinare le leve operative di marketing (assortimento, servizi, prezzo, comunicazione, distribuzione) specificando le reciproche responsabilità dei partner.
Con la decisión de Trump de retirar a EE.UU. del TPP este acuerdo ha perdido mucho de la razón de ser, que era de posibilitar el acceso al mayor mercado del mundo que el resto de los 11 países querían. Así las cosas lo que queda al resto de países son varias alternativas: Primero, tratar de formar los 11 países restantes un acuerdo comercial, un TPP de 11 países; Segundo, unirse al otro grupo que se negocia en la región Asia Pacifico como el RCEP encabezado por China; Tercero, cada país del TPP buscar acuerdos comerciales con EE.UU. o con el resto de países con los cuales no tiene acuerdos comerciales.
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Il cibo nel 2050? I consumatori lo vorrebbero più controllato, sicuro, e per certi versi "democratico, accessibile a tutti", ma se lo aspettano anche "freddo, sterile, standardizzato".
Viversani & Belli - Articolo sulla lotta allo spreco alimentare e su Pasto BuonoGregorio Fogliani
L'articolo è incentrato sulla situazione italiana per quel che riguarda lo spreco alimentare e sui metodi per contrastarlo. Tra le iniziative si segnala anche quella ideata da Gregorio Fogliani con Pasto Buono.
EXPO: un grande evento sul cibo e l'alimentazione ha la necessità di essere analizzato con occhi "diversi". L'antropologo luca Ciurleo, nella sua relazione narra l'importanza di alcuni archetipi, mentre Ilaria Bonelli descrive l'alimentazione ed il contesto ossolano. Samuel Piana tratta, invece, EXPO come un evento da cui l'Italia deve poter trarre le maggiori ricadute economiche possibili.
Alcuni schemi e dati sono stati tratti da Una ricerca della camera di commercio di milano dell'ottobre 2013 oppure dal recentissimo incontro annuale di Federalberghi organizzato a Como il 15-17 maggio 2015
Globalizzazione e contaminazione tra gli stili alimentariFree Your Talent
Project work a cura degli studenti del Master in Food & beverage Management 2019-2020 Francesca Ciucci, Maria Eugenia D’Orazio, Marco Pizzuto, Paola Ricco Galluzzo e Stefano Zago
Per il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU, ridare valore al cibo, partendo dall'agricoltura e dalla riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare, è cruciale.
La sfida della 30esima edizione del Premio Marketing SIM è: ringiovanire il target italiano di National Geographic attraverso una strategia di estensione del brand.
Vestendo i panni del Marketing Team di National Geographic, ciascuna squadra dovrà sviluppare un piano di marketing che, definendo gli aspetti strategici ed operativi per l’estensione del brand in un nuovo business, sia in grado di valorizzare il potenziale della marca attraendo al contempo un pubblico più giovane.
L’estensione di marca dovrà conseguirsi scegliendo un business tra quelli compresi nel seguente basket:
- Tourism;
- Consumer Product;
- Digital.
In particolare, ciascun piano dovrà:
· evidenziare lo specifico segmento di clienti che si intende attrarre nell’ambito del generico target degli Under 40.
· specificare le modalità attraverso le quali la brand extension verrà posta in essere, identificando il/i partner potenziale/i (in modo puntuale o descrivendone il profilo) e i vantaggi reciproci;
· definire il posizionamento nell’ambito del business prescelto;
· declinare le leve operative di marketing (assortimento, servizi, prezzo, comunicazione, distribuzione) specificando le reciproche responsabilità dei partner.
Pane nuovo da grani antichi - Evoluzione delle varietà di grano, della tecni...ciboprossimo
La crisi globale che stiamo ancora vivendo ha avuto l’unico merito di farci interrogare sul nostro modello di sviluppo, sulla sua sostenibilità. In un quadro globalizzato, segnato da mutazioni rapide e profonde all’interno degli Stati e dei Continenti, le s de che abbiamo di fronte sono di non poco conto: lotta al cambiamento climatico, tutela delle risorse naturali, in primis terra ed acqua, e della biodiversità; accesso al cibo e sicurezza alimentare.
Il progetto a cui fa riferimento questa pubblicazione non è che un altro passo di quel cammino sostenuto nel tempo da questa Provincia: dalla costituzione dello Sportello Biologico, oggi impegnato anche sul fronte della Filiera Corta e sulla costruzione di una Rete stabile dei Mercatali e degli Spacci, oramai diffusi su tutto il territorio; l’introduzione nelle mense scolastiche di produzioni locali, partita con il progetto “Olio a Scuola” e accompagnata da iniziative educative come “Il cibo senza valigia”; la salvaguardia di varietà autoctone, come la Cinta Senese - da razza in via d’estinzione alla recente DOP - o antiche piante da frutto e varietà vegetali a rischio, che ritrovano dignità in quella “fabbrica di biodiversità” rappre- sentata dal Vivaio provinciale “Il Campino”; solo per citare azioni ed espe- rienze fra le più signi cative in ambito agricolo. Un progetto che è dunque parte di un processo; che lo fa avanzare intrecciandosi con altri - in campo non solo agricolo, ma anche ambientale, sociale e dell’accoglienza - guidati da identici valori ed oggi riconoscibili sotto il marchio provinciale “Terre di Siena Green”.
1. visionario
Carlo Petrini, per
gli amici “Carlin”,
ha studiato sociologia
ma sin dai tempi
dell’università
si è dedicato
con passione
all’enogastronomia.
Fondatore di Slow Food
nel luglio 1986,
ha ideato grandi eventi
come Cheesee,
Salone del Gusto
e Terra Madre
Riscrivere
la modernità
luglio 201666 www.businesspeople.it
La qualità
delVIvere
CARLO PETRINI
Punti di vista
2. rifiuto del protezionismo e libero mercato,
due feticci della nostra società,
non sono applicati nella loro essenza
A 67 anni lo chiamano ancora “Car-
lin”. Da tre decenni si batte per Slow
Food, eppure non ha perso un bricio-
lo dell’energia degli inizi. Partendo
dalle sue Langhe, da Pollenzo (Bra,
provincia di Cuneo), ha portato nel
mondo il culto delle tradizioni an-
che attraverso eventi di rilievo inter-
nazionale come Terra Madre Salone
del Gusto che invaderà i luoghi più
belli di Torino dal 22 al 26 settembre
in un’edizione speciale che celebra
il 30esimo anniversario dell’associa-
zione, una storia raccontata nel libro
Buono, pulito, giusto (Giunti edito-
re). Il titolo riprende lo slogan di Slow
Food e del suo fondatore che – fresco
di nomina ad Ambasciatore speciale
della Fao per il progetto Fame Zero –
rilancia la battaglia per la difesa del-
la biodiversità agroalimentare attra-
verso il progetto dell’Arca del gusto:
«Non posso sopportare che ci sia una
rincorsa a prodotti che costano poco,
che mortificano il lavoro dei contadi-
ni e, allo stesso tempo, che distruggo-
no l’ambiente».
Quanto conta il buon cibo, il man-
giare bene nella qualità della vita?
L’alimentazione ha sempre avu-
to un’importanza vitale per l’uomo.
Le nostre memorie più intime spesso
sono collegate a momenti di condivi-
sione della tavola. “Mangiare bene”
non è perciò un concetto di tipo or-
ganolettico, ma riguarda la convivia-
lità e di conseguenza la serenità e la
felicità delle persone. Ridurre il cibo
di qualità solo a una dimensione “lu-
dica”, dunque, è riduttivo: anche le
persone più semplici hanno nel desco
un elemento che segna i tempi della
nostra esistenza. Se ci immergiamo in
questa visione più ampia, allora non
c’è ombra di dubbio che il buon cibo
sia anche buona vita.
Da dove nascono invece un buon
cibo, un buon vino, una materia pri-
ma “buona, pulita e giusta”?
Ognuno di noi si è costruito nel cor-
so della vita una dimensione loca-
le con il cibo, ha stretto legami con
la sua famiglia e la sua comunità e
questi rapporti hanno avuto un valo-
re anche formativo per la sua identi-
tà. La cosa più bella allora a tavola è
quella di scoprire la diversità, instau-
rare un rapporto di scambio che di-
venta molto profondo e personale se
guardiamo al cibo come un’espres-
sione culturale. E allora il diverti-
mento vero è scoprire le altre cultu-
re, guardare gli altri come si nutrono,
spinti dalla passione, dalla curiosità
o da un interesse “scientifico”.
Le davano dell’utopista trent’anni fa,
oggi magari qualcuno la definirebbe
una Cassandra. Dopo trent’anni a che
punto crede che sia la battaglia per
Slow Food? Se da una parte la globa-
lizzazione è una realtà, dall’altra si
parla sempre più di filiera corta, km
0, farmer’s market…
Una parte della nostra filosofia è cam-
biata, perché sono mutate le condi-
zioni della società, gli approcci, le ge-
nerazioni, i flussi di integrazione. L’at-
tenzione verso la produzione è sicura-
mente una spinta positiva, ma non di-
mentichiamo che, soprattutto nel no-
stro Paese, la condizione dell’agricol-
tura non è mai stata così problematica
come in questo momento. Il prezzo
del grano è fermo a trent’anni fa, le
stalle che chiudono perché non pos-
sono vendere il latte a più di 22 cen-
tesimi a litro. A fronte di questa ac-
cresciuta sensibilità, permane una si-
tuazione agricola estremamente com-
promessa.
Una delle sue ultime battaglie è con-
tro il Ttip, l’accordo transoceanico di
libero scambio tra Ue e Stati Uniti.
In generale, perché al mercato piace
che gli oggetti, e quindi anche i cibi,
siano sempre più uniformi? È colpa
nostra che siamo diventati incapaci
di riconoscere la qualità e apprezza-
re la diversità?
Ci sono alcuni feticci che sono diven-
tati ormai indiscutibili nella cultura
di oggi. Il primo è il libero mercato, il
secondo è il rifiuto del protezionismo.
Sarebbe bello vedere queste parole
applicate nella loro essenza, perché
così in realtà non è. Il mercato, infatti,
non è “libero”, perché i più forti do-
minano sui più deboli che andrebbero
invece tutelati. Per quanto riguarda il
protezionismo, può andare bene per
altre merci, magari nella manifattura,
ma non è accettabile in campo ali-
Sostituire umiltà e compassione ai concetti di produttività
e competitività: è l’operazione“stile Slow Food” che,
nel 30esimo anniversario della sua associazione,
l’eco-gastronomo piemontese propone per riaccendere
la scintilla della nostra società.Anche a costo
di stravolgere il totem della meritocrazia: «chi l’ha detto
che il più bravo è quello che guadagna di più?»
Di Francesco Perugini - foto di alberto peroli
luglio 201667 www.businesspeople.it
3. mentare. Perché i cibi nascono su un
territorio e lì devono essere promossi,
sostenuti, commercializzati. Un cibo
non può trovarsi sotto lo schiaffo di
economie dove la manodopera costa
poco e non esistono regole igieniche,
di salvaguardia e di tutela della salu-
te come quelle attualmente in vigore
nell’Unione europea. Dire no al Ttip
non è, dunque, una forma di prote-
zionismo, ma di equità. Se, per esem-
pio, facciamo una legge per vietare ai
nostri produttori di usare gli ormoni
nell’allevamento, non possiamo poi
permettere che in osseguio al libero
mercato arrivi della carne “pompata”
dagli Stati Uniti: sarebbe un’iniqui-
tà enorme per i nostri allevatori. E ag-
giungo: questa “sensibilità” nei con-
fronti delle richieste della grande in-
dustria e delle multinazionali non fa il
gioco nemmeno della piccola produ-
zione di qualità che negli Usa, guarda
caso, sta andando proprio verso il no-
stro modello. Tra un po’ di tempo, in-
somma, saranno gli americani stessi
a non accettare questo tipo di accor-
do perché non rispetta nemmeno gli
standard qualitativi richiesti da milio-
ni di consumatori anche Oltreoceano.
Nemmeno l’altra parte del suo di-
scorso, quella sulla “slow life” sem-
RICONOSCIMENTI
Nel 2008 Carlo Petrini
è stato inserito dal
quotidiano inglese The
Guardian nella lista delle
50 persone che potrebbero
salvare il pianeta.
Lo scorso maggio è stato
nominato Ambasciatore
Speciale della Fao in
Europa per il progetto
Fame Zero
luglio 201668 www.businesspeople.it
Punti di vista