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       PERLAPPUNTO n.1
         VERSIONE 1.7
     design Simone Cingano
        112 pagine interne
      + 4 pagine copertina
PERLAPPUNTO 1
PERLAPPUNTO


                                          PERLAPPUNTOn.1
                                                 AUTUNNO2009

                         Hannocollaboratoaquestonumero
                                  l’Università degli Studi di Genova
              il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Genova
                                    l’associazione culturale Il Rasoio
                               il sito internet www.benessere.com

                   Hannoprestatoilloropreziososupporto
                                               Paola Pastorino
                                                  Erika Musso
                                               Luca Policastro

                                                 SviluppoGrafico
                                                   Simone Cingano




PERLAPPUNTO
              PERLAPPUNTO 2
INDICE


   4 Editoriale
      di Maria Elena Buslacchi
  L’INTERVISTA
  7 Robert Brandom: Towards an Analytic Pragmatism
      di Davide Costa
  MENTEECORPO
 30 Il corpo e la mente. Corpo(ral)mente
      di Maria Elena Buslacchi
 34 L’appunto del medico: che cos’è davvero la ghiandola pineale
      di Luca Bavassano
 37 Rapporto mente-corpo e benessere psico-fisico
      di Eleonora Maino
 45 Di che cosa parliamo quando parliamo di IA?
      di Matteo Casu
 57 Idee affetti e neuroni: cosa ha da dire Spinoza sulle neuroscienze
      di Andrea Sangiacomo
 67 Il divenire-animale e il post-umano
      di Paolo Vignola
 81 Chi dice : “ho fame”? lo stomaco o il cervello? Aspetti fisiologici della digestione
      di Franca Granero Fabbri
 87 Yoga: uno sguardo da Oriente
      di Alice Cervia
 91 Consigli di lettura
      a cura di Linda Lovelli
  FILOSOFIANELMONDO
 97 La comunità dei pensanti. Appunti sul Festival di Filosofia di Modena 2009
      di Paolo Vignola
  RUBRICHE/SINESTESIE
102 Alterità, incontro, Nausea
      di Francesco Ferrari
  RUBRICHE/ISOGNIDELL’OROLOGIAIO
106 Come e perché comunicare l’Europa. Una porta aperta verso i nostri valori comuni
      di Giuseppe La Rocca
  RUBRICHE/SOSTENIAMO
110 Il consumo critico e i Gruppi di Acquisto Solidale
      di Alice Cervia


                        PERLAPPUNTO 3
EDITORIALE




                       EDITORIALE
Fondare una rivista non è un passatempo, e nemmeno un divertimento. Se siamo qui
a scrivere queste parole è perché in molti ci siamo rosi il fegato per i ritardi, i pro-
blemi, le difficoltà di organizzazione e di comunicazione degli intenti. Avevamo un
obiettivo: scrivere di filosofia senza trattarla in modo autoreferenziale, rendendola
accessibile - e interessante! - per un pubblico abbastanza ampio, ed evitando allo
stesso tempo di scadere nella banalità. Forse questo è l’unico proposito che abbiamo
rispettato. Spesso si parte con un’idea ben precisa di ciò che si vuole ottenere, senza
rendersi conto che una creazione è un processo dinamico e in buona parte incon-
trollabile, che prende vita tra le mani dei suoi autori e che spesso tenta di sfuggirne.
E di questo ci siamo accorti in più di un anno di lavoro, che ha visto momenti di en-
tusiasmo, di sconforto, di abbandono, di ripresa e di grande determinazione. Quasi
nessuno dei membri della redazione è riuscito a mantenere la costanza che si era
ripromesso, ma quasi tutti hanno potuto comunque contribuire proficuamente alla
travagliata nascita di Perlappunto. Per questo i ringraziamenti vanno in particolare
a Paolo Vignola, che non si è mai stancato di seguire il progetto, anche quando le riu-
nioni di redazione si tenevano in due o tre perso-
ne al massimo sui gradini di Balbi 4, a Samuele
Dellepiane, a cui l’interesse per la rivista ha
imposto salti mortali tra la stesura della tesi
di laurea e il lavoro, a Simone Cingano, nostro
grafico paziente e comprensivo, e a tutti i mem-
bri dell’associazione culturale Il Rasoio.

Perché quindi fondare una rivista? L’idea è nata
dalla consapevolezza che la filosofia per molti
è qualcosa di fumoso e complesso, spesso ri-
condotto agli studi di storia della filosofia fatti
al liceo. La nostra convinzione è invece che la
filosofia sia innanzitutto un atteggiamento,
un modo di pensare che mette in gioco le co-



                      PERLAPPUNTO 4
EDITORIALE




noscenze pregresse, il senso critico, la curiosità per il nuovo ed una certa diffidenza
naturale. Per questo può essere applicata a qualunque tema, e non dev’essere con-
finata al mondo di pochi esperti, ma aperta a tutti. Certo, la lettura delle pagine che
seguono non apparirà semplice e scontata ad ognuno di noi, ma la questione è so-
spesa. Perlappunto è un dialogo. Perlappunto: si dice di non gettare le perle ai porci,
ma chi sa chi sono i porci? E chi può vantare la fortuna di possedere queste perle di
saggezza?

Ad ogni articolo sarà associata, online (su www.perlappunto-lab.blogspot.com), una
discussione, perché si possa riprendere il filo del discorso e trovare spunti di rifles-
sione nel confronto, sia tra specialisti che con i non addetti ai lavori. Per questo in-
terpelleremo su grandi temi - come quello del rapporto tra mente e corpo in questo
primo numero - importanti nomi della filosofia contemporanea e professionisti di
altre discipline, ricercatori e studenti, appassionati e cultori. Con il solo requisito
della serietà (ma non necessariamente della seriosità!).

Perlappunto, in sostanza, è una proposta: un invito ad osservare e a pensare, a fer-
marsi a riflettere sulle curiosità del mondo, del linguaggio, delle pratiche dell’uomo.
Un appello alla messa in discussione e alla tematizzazione della realtà e dell’attua-
lità, che non sia vano sproloquio ma analisi profonda, secondo diverse prospettive.
Cerchiamo un’osservazione dall’interno e dall’esterno dei fatti, aspiriamo a rendere
sfaccettata la visione della realtà, troppo spesso appiattita su immagini semplicisti-
che. Per farlo, abbiamo bisogno che le pagine di Perlappunto siano solo un punto di
partenza, e che l’impegno ce lo mettano i lettori. Non stiamo cercando di cambiare il
mondo, non abbiamo l’ambizione di migliorarlo con questi scritti, ma siamo convinti
di poterlo rendere, almeno in piccola parte, più consapevole di se stesso.

Perlappunto, passaparola.

                                                               Maria Elena Buslacchi


                      PERLAPPUNTO 5





    L’INTERVISTA




    PERLAPPUNTO 6
L’INTERVISTA


           Davide Costa

           Towards an Analytic Pragmatism:
           un’introduzione all’inferenzialismo semantico di R. Brandom



L’università di Genova ha ospitato nelle        idee principali che furono proposte a Pra-
giornate dal 20 al 23 Aprile 2009 il conve-     ga, ha proposto papers e relative discussio-
gno dedicato alla figura di Robert Bran-        ni nelle seguenti aree tematiche: Modality,
dom: “Towards an analytic pragmatism,           intentionality and discoursive practice; Lo-
Workshop on Bob Brandom’s recent phi-           gic, semantics and the theory of meaning;
losophy of language”. Il convegno è nato        Intentionality and the philosophy of mind;
con l’intento da parte del comitato scien-      Pragmatism and metaphysics.. Il comitato
tifico di approfondire il tema dell’“Analitic   scientifico, composto interamente da stu-
pragmatism” nei suoi legami con l’infe-         diosi italiani, si è preoccupato di allestire
renzialismo e con le altre discipline filoso-   una giornata introduttiva al workshop in
fiche, per dare continuità alla discussione     cui sono stata presentate alcune delle idee
filosofica sperimentatasi nel convegno di       cardine della filosofia di Brandom. I relato-
Praga (2007) “Between saying and doing:         ri, tra cui lo stesso R. Brandom e Danielle
Towards an analytic pragmatism”.                Macbeth (Haverford College), provenivano
Nel 2006, con le John Locke Lectures, R.        per la maggior parte da università europee
Brandom ha gettato le fondamenta per            (Germania, Olanda, Italia, Francia, Polonia,
una visione del linguaggio il cui scopo è di    Repubblica Ceca, Svezia, Inghilterra), oltre
conciliare il pragmatismo classico con la       che da Giappone e Sud Africa, il che con-
tradizione semantica della filosofia analiti-   ferma l’avvenuta diffusione delle idee del
ca. L’“Analityc Pragmatism” condivide con       filosofo americano nei contesti filosofici
l’inferenzialismo l’idea secondo la quale i     europei e, in particolare, in quelli italiani
vocabolari logico, modale, normativo e in-      – tendenza che solo una decina di anni fa
tenzionale esprimono un significato che è       non si sarebbe certo potuta rilevare, come
implicito nelle inferenze materiali piutto-     mostra la ancora scarna e nascente lettera-
sto che in quelle formali. Ma esso fornisce,    tura in lingua italiana su Brandom e sulle
inoltre, nuove possibilità per comprendere      sue idee.
l’empirismo, il naturalismo e il funziona-
lismo in epistemologia ed il loro apparato            Dalla parte dell’uditorio, il convegno
concettuale.                                    ha visto la partecipazione di docenti, stu-
Il workshop genovese, che ha rappresenta-       denti e dottorandi in discipline filosofiche,
to l’occasione di discutere e sviluppare le     ma non solo, appartenenti a università ita-



                        PERLAPPUNTO 7
L’INTERVISTA


liane e straniere, che hanno sviluppato e            ma infatti il “metodo socratico” di Sellars,
continuato la discussione anche al di fuori          cioè quel metodo che “serve allo scopo di
delle sedi ufficiali del workshop. Visto l’in-       rendere esplicite le regole che abbiamo
teresse che si è creato attorno al convegno,         adottato per il pensiero e l’azione” . Forse
Perlappunto ritiene opportuno introdurre             è il caso di ricordare che Sellars è, tra tutti
in modo generale le idee di Brandom, in              gli autori statunitensi, quello che più am-
particolare l’inferenzialismo semantico, e           piamente si rifà a Kant, anzi, quello il cui
proporre l’intervista al filosofo realizzata         scopo esplicito era «spostare la filosofia
dalla dott.ssa Silvia Panizza nelle date del         analitica dalla fase humeana alla fase kan-
convegno.                                            tiana». Kant, Frege e Wittgenstein vengono
                                                     così filtrati attraverso la lettura di Sellars; e
                                                     in particolare i “giochi linguistici” di Wit-
                                                     tgenstein vengono in parte abbandonati a
                                                     favore della centralità del “gioco di chiede-
                                                     re e dare ragioni”, che è il vero segno della
 Da Making it explicit a Between                     razionalità e del linguaggio”
 Saying and Doing: una panorami-                     (C. Penco, “Ragione e pratica sociale”, Rivi-
 ca sull’inferenzialismo semantico di                sta di filosofia, 3, 1999: p. 467-489).
 R. Brondom.
                                                     L’inferenzialismo si occupa dell’uso e del
 “Making it explicit” e “Articulating Reasons”       contenuto dei concetti. La sua idea por-
                                                     tante è che i significati delle espressioni
Insieme a John McDowell, Robert Brandom              linguistiche devono essere concepiti nei
è uno dei filosofi emergenti della reazione          termini dello specifico ruolo che svolgono
al naturalismo filosofico; seguace di Wilfrid        nel ragionamento. La strategia brandomia-
Sellars, è l’autore americano che più si av-         na è pragmatista poiché assegna priorità
vicina al dialogo con la filosofia continen-         alla pratica applicativa dei concetti, rico-
tale e propone una rivalutazione di Kant e           struendo a partire da questa il contenuto
Hegel nella filosofia analitica. Gli autori a        e non viceversa. Questo tipo di pragma-
cui Brandom fa riferimento sono Kant, Fre-           tismo concettuale si propone di spiegare
ge e Wittgenstein, in prospettiva storica;           la conoscenza che (la credenza che, l’af-
Dummett, Rorty, Lewis e Chastain, per ciò            fermazione che) le cose stanno in un cer-
che riguarda il dibattito contemporaneo.             to modo nei termini di saper come, di co-
                                                     noscenza del modo in cui (di come essere
 “A partire da questi riferimenti storici, la        in grado di) fare qualcosa. In questo senso
riflessione filosofica viene filtrata attra-         dobbiamo confrontarci con il contenuto
verso alcune intuizioni essenziali di Wil-           di proposizioni concettualmente esplicite,
frid Sellars, filosofo pragmatista e fonte di        partendo da ciò che è implicito nelle prati-
ispirazione principale del libro Making it           che dell’usare espressioni, fare appello o
explicit, e dello stesso titolo. Il titolo richia-   acquisire credenze. Potremmo riassumere



                          PERLAPPUNTO 8
L’INTERVISTA


questo approccio con lo slogan di Wilfrid       stiche né discorsive. Brandom tenta di di-
Sellars “ Afferrare un concetto è afferrare     scostarsi da Wittgenstein affermando che
l’uso di una parola”.                           il linguaggio non è un aggregato eteroge-
                                                neo, ma ha un centro: le pratiche inferen-
Ciò che distingue le pratiche specifica-        ziali di produrre e consumare ragioni sono
mente discorsive è, per Brandom, la loro        il centro urbano della regione delle prati-
articolazione inferenziale. I concetti, che     che linguistiche.
vanno valutati per il loro ruolo nel ragio-     I contenuti proposizionali diventano così
namento, ricevono contenuto, in partico-        alla portata di coloro che partecipano alle
lare, dalle pratiche di dare e richiedere ra-   pratiche linguistiche. Ad esempio, la sem-
gioni. Rendere esplicito qualcosa significa     plice capacità di discriminare le cose ros-
presentarlo in una forma in cui contem-         se da quelle che non lo sono non significa
poraneamente serve da ragione e richie-         ancora essere consapevoli di esse in quan-
de ragioni: una forma in cui possa servire      to rosse. “La discriminazione mediante
sia da premessa che da conclusione di una       la produzione di risposte ripetibili (che
premessa. Un enunciato                                            potrebbe essere operata
risulta così essere il punto   “Afferrare un                      anche da una macchina

                                 concetto è
medio tra le sue condizio-                                        o da un piccione) ha un
ni e le sue conseguenze di                                        effetto di cernita sugli sti-
applicazione. Un parlante
competente deve sentirsi
                               afferrare l’uso                    moli che la producono, e
                                                                  in questo senso li classifi-
responsabile di ciò che lo
giustifica a fare una de-
                               di una parola”                     ca, ma non si tratta anco-
                                                                  ra di una classificazione
terminata asserzione e di                  Wilfrid Sellars        concettuale”(Brandom
quel che ne consegue. Dire                                        2002, pag 26). Potremmo
che le cose stanno in un certo modo signifi-    anche immaginare una pratica normativa
ca assumere un particolare tipo di impegno      secondo la quale la risposta appropriata
inferenzialmente articolato, proponendo         alle cose rosse sia emettere un certo suono.
ciò che si dice o si pensa come premessa        Ma non ci troveremmo ancora nell’ambito
confacente per ulteriori inferenze, vale a      del concettuale. “L’aquaintance intenzio-
dire autorizzando a usarlo come premessa,       nale, potremmo dire parafrasando Rus-
e assumendosi la responsabilità di dimo-        sell, a differenza di quella estensionale è
strare il proprio titolo a tale impegno, di     una prerogativa delle creature provviste
giustificare la propria autorità nelle circo-   di linguaggio. Esse sono le uniche in gra-
stanze opportune, di solito presentando la      do di dare espressione a un contenuto col
propria affermazione come conclusione di        trattarlo in modo inferenzialmente signifi-
un’inferenza da altri impegni di tale tipo ai   cativo. (Picardi Eva, in R. Calcaterra, a cura
quali si ha titolo.                             di, Pragmatismo e filosofia analitica, Mace-
Le pratiche che non comprendono l’esame         rata, Quodlibet, pag. 155). Un pappagallo
delle ragioni non sono pratiche né lingui-      addestrato a dire “è rosso” di fronte a cose



                        PERLAPPUNTO 9
L’INTERVISTA


rosse non comprende le proprie risposte,         logica delle ragioni alle inferenze formal-
sebbene esse possano significare qualcosa        mente valide. Il pregiudizio fondamentale
per noi. In questo caso, per produrre un         alla base di questo tipo d’approccio è ciò
resoconto occorre avere il concetto di “co-      che Sellars ha battezzato come “il dogma
lore”. Il pappagallo non può considerare “è      ricevuto”, ovvero l’idea per cui l’inferenza
rosso” come incompatibile con “è blu”, né        che trova espressione in “Piove dunque le
sa che segue da “è scarlatto” e implica “è       strade saranno bagnate” è un entimema.
colorato”. Data questa delimitazione infe-       L’approccio formalista vede nell’adesione a
renziale del concettuale, dovrebbe apparir-      questo tipo di inferenze la credenza in un
ci chiaro che per padroneggiare un concet-       condizionale. Così, l’inferenza dell’esempio
to dobbiamo padroneggiarne molti, perché         precedente viene intesa come se compren-
afferrare un concetto significa afferrare        desse implicitamente il condizionale “Se
almeno una parte delle sue relazioni infe-       piove le strade saranno bagnate”. Aggiunta
renziali con altri concetti.                     questa premessa, l’inferenza diventa uno
Il tipo di inferenze che Brandom ha in           schema formalmente valido di eliminazio-
mente e che costituisco la materia pri-          ne del condizionale. Il “dogma” esprime
ma dell’inferenzialismo semantico sono           l’adesione ad un ordine di spiegazione che
le inferenze materiali. Brandom presenta         considera tutte le inferenza buone o cat-
l’inferenza materiale come quel “tipo di         tive solo in virtù della loro forma logica,
inferenza la cui correttezza determina il        mentre il contenuto delle asserzioni che ne
contenuto concettuale delle sue premes-          fanno parte sarebbe rilevante solo per la
se e delle sue conclusioni”(Brandom 2002,        verità delle premesse (implicite).
pag. 60). Consideriamo, ad esempio, l’ infe-     L’approccio inferenzialista rifiuta il “dog-
renza da “Princeton è a est di Pittsburgh”       ma” privilegiando l’idea che si debba attri-
a “Pittsburgh è a ovest di Princeton”. È il      buire una comprensione della logica di tipo
contenuto dei concetti ovest e est che ne fa     implicito che si manifesta nella capacità di
una buona inferenza. L’adesione a questo         saper riconoscere buone o cattive inferen-
tipo di inferenze costituisce, a parere di       ze materiali. Seguendo Sellars, Brandom
Brandom, parte della comprensione e della        sostiene che le regole materiali sono es-
padronanza di quei concetti, in modo del         senziali per il significato quanto le regole
tutto indipendente da qualunque compe-           formali, perché contribuiscono a precisare
tenza logica specifica.                          dettagliatamente “la struttura architetto-
Spesso, dice Brandom, l’articolazione in-        nica all’interno degli archi portanti della
ferenziale viene identificata con quella         forma logica”. Secondo Sellars, un’espres-
logica e le inferenze materiali vengono          sione possiede un contenuto concettuale
dunque considerate una categoria deriva-         che le deriva dall’essere inserita in inferen-
ta, ma questo non è altro che un equivoco        ze materiali. In termini tradizionali, tanto
derivante dall’uso del concetto di logicità in   il contenuto dei concetti quanto la loro
nessi di circostanze e conseguenze di appli-     forma logica sono determinati dalle regole
cazione che restringono la nozione di forza      della comprensione.



                        PERLAPPUNTO 10
L’INTERVISTA


A conferma della priorità delle inferenze        nel pensiero e nell’azione, ed io interpre-
materialmente corrette su quelle formal-         terò il nostro giudizio che A determina ca-
mente valide si aggiunge il fatto che, se-       sualmente B come l’espressione di una re-
condo Brandom, le seconde sono derivabili        gola che governa i nostri usi di A e di B”(W.
dalle prime, ma non viceversa.                   Sellars, “Languages, rules and behavior”, in
                                                 Pure pragmatism and posible words, pag 136).
“Dato un sottoinsieme di vocabolario che         “ Sellars intende queste asserzioni modali
sia privilegiato, o in qualche modo distin-      come licenze di inferenza, che esprimono
to, un’inferenza può essere considerata          come contenuto di un’asserzione l’appro-
buona in virtù della sua forma, rispetto a       priatezza dei passaggi inferenziali. Inoltre,
tale vocabolario, esattamente nel caso in        ritiene che la funzione di tali asserzioni sia
cui è un’inferenza materialmente buona,          di rendere espliciti, nella forma di regole
e non può essere convertita in un’infe-          asseribili, gli impegni fino a questo punto
renza materialmente cattiva sostituendo          rimasti impliciti nelle pratiche inferenzia-
nelle sue premesse e conclusioni espres-         li. Il metodo socratico serve a porre sot-
sioni non appartenenti al sottoinsieme           to controllo razionale le nostre pratiche
privilegiato con altre espressioni non           […]”(Brandom 2002, pag. 63).
privilegiate”(Brandom 2002, pag. 62).
                                                 Brandom afferma quindi che sia l’inferen-
Data questa nozione sostituzionale di infe-      za “piove, aprirò l’ombrello” sia “piove, le
renza formalmente buona, se ciò che cer-         strade saranno bagnate” non sono enti-
chiamo è la forma logica, dobbiamo poter         memi. Qualcuno sosterebbe ad esempio
distinguere, in via preliminare, una parte       che la prima inferenza sarebbe incompleta
del vocabolario come peculiarmente logico        se non ci fosse il mio desiderio di restare
per poi giungere, scovando le caratteristi-      asciutto. Ma il fatto che l’aggiunta di una
che inferenziali invarianti sotto sostituzio-    premessa incompatibile con il mio deside-
ne, all’idea di inferenza logicamente valida.    rio di restare asciutto infirmerebbe l’infe-
Mi sembra opportuno menzionare che alle          renza non mostra, secondo Brandom, che
tesi correlate per cui i contenuti concettuali   questo desiderio svolgesse già il ruolo di
sono ruoli inferenziali e la nozione genera-     premessa implicita.
le di inferenza rilevante per tali contenuti     L’inferenza materiale non è monotona. Non
deve includere le inferenze materialmente        lo è nel ragionamento ordinario, e quasi
corrette, si deve aggiungere una terza idea,     mai nelle scienze particolari. Il nostro ra-
sempre di paternità di Sellars, che conferi-     gionamento effettivo permette sempre la
sce, secondo Brandom, una direzione inte-        costruzione di gerarchie inferenziali con
ressante a questa linea di pensiero. Sellars,    un’oscillazione come questa:
in uno dei suoi primi articoli, la espone nel    • Se sfrego questo fiammifero asciutto e
modo seguente:                                        integro, allora si accenderà. ( p → q )
“il metodo socratico ha lo scopo di rende-       • Se p e il fiammifero si trova in un cam-
re esplicite le regole che abbiamo adottato           po elettromagnetico molto forte, allo-



                        PERLAPPUNTO 11
L’INTERVISTA


    ra no si accenderà. ( p ˄ r → ¬ q )           tosto che nei termini di rappresentazione.
•   Se p e r e il fiammifero è in una gabbia      La capacità di condurre tale ragionamento
    di Faraday, allora si accenderà.              non deve essere identificata in modo esclu-
    (p˄r˄s→ q)                                    sivo con la padronanza di un calcolo logico.
•   Se p e r e s e nel locale non c’è ossigeno,   Oltre al ragionamento teoretico e pratico
    allora non si accenderà.                      che ricorre a contenuti costituiti dal loro
    ( p ˄ r ˄ s ˄ t → ¬ q)                        ruolo nelle inferenze materiali, c’è un ge-
                                                  nere di razionalità espressiva che consiste
In questi contesti non è possibile, per Bran-     nel rendere espliciti, nella forma di conte-
dom, salvare la monotonicità avvalendo-           nuti asseribili, gli impegni inferenziali im-
si di clausole ceteris paribus. Tali clausole     pliciti che conferiscono un contenuto.
sono problematiche in quanto non sono
eliminabili: non possono essere espresse          Questi tre temi, presenti in Frege e in Sel-
esplicitamente sotto forma di una serie di        lars, forniscono gli elementi a partire dai
premesse addizionali perché, oltre alla ne-       quali si sviluppa l’inferenzialismo contem-
cessità di una lista potenzialmente infinita      poraneo, ma è nel lavoro di Dummett che
delle condizioni che vorremmo escludere,          rintracciamo la possibilità di ridefinirli
l’appartenenza a questa lista sarebbe inde-       perspicuamente all’interno di un modello
finita. Non possiamo specificare in antici-       generale dei contenuti concettuali. Secon-
po cosa vi comparirà. Affermare “ceteris pa-      do tale modello l’uso di una qualunque
ribus, q segue da p” significa che “q segue da    espressione linguistica, o concetto, ha due
p a meno che non vi sia qualche condizione        aspetti:
infirmante o interferente”. Ma ciò equivale       1. le circostanze in cui l’uso, il proferimen-
a dire che q segue da p tranne nei casi in             to o l’applicazione di tale concetto
cui, per qualche ragione, q non segue da p.            sono corretti.
L’inferenza materiale 1 va bene così com’è.       2. le conseguenze appropriate della sua
Ma se vogliamo riconoscere il fatto che essa           applicazione.
possa costituire la base di una gerarchia
oscillante di inferenze, è possibile farlo ri-    “Benché Dummett non compia tale passo,
formulandola così come segue: 1° Se sfrego        questo modello può essere messo in rela-
questo fiammifero asciutto e integro, allo-       zione con l’inferenzialismo mediante il
ra, ceteris paribus, si accenderà.                principio che il contenuto cui si è vincolati
                                                  dall’uso del concetto o dell’espressione può
      Abbiamo, così, delineato le tre tesi        essere rappresentato dall’inferenza cui im-
che, in modo generale, permettono di de-          plicitamente si aderisce mediante tale
finire l’aspetto centrale dell’inferenziuali-     uso, ciò l’inferenza dalle circostanze ap-
smo à la Brandom:                                 propriate di applicazione alle conseguenze
                                                  appropriate di tale applicazione”(Brandom
Il contenuto concettuale può essere inteso        2002, pag. 68-69).
in termini di ruolo di ragionamento piut-



                        PERLAPPUNTO 12
L’INTERVISTA


Il modello bidimensionale di Dummett è             tività linguistiche in cui il parlante è impe-
una generalizzazione del modo standard di          gnato socialmente, questo comporta a sua
specificare i ruoli inferenziali dei connet-       volta una visione olistica del linguaggio. Lo
tivi logici introdotto da Gerard Gentzen.          stesso Brandom afferma che:
L’applicazione al contenuto proposizionale
espresso da un enunciato è immediata. Ciò          “la semantica inferenzialista ha schietto carat-
che corrisponde ad una regola di introdu-          tere olista: secondo la spiegazione inferenziali-
zione per un contenuto proposizionale è un         sta del contenuto concettuale, non è possibile
insieme di condizioni sufficienti per asserirlo,   avere alcun concetto a meno di averne molti,
ciò che corrisponde ad una regola di elimi-        perché l’articolazione del contenuto di ciascun
nazione è l’insieme di conseguenze necessarie      concetto dipende dalle sue relazioni inferen-
della sua asserzione, ciò che segue dal farlo.     ziali con altri concetti. […] L’olismo concettuale
Per Brandom, queste sono due caratteristi-         non è una scelta a cui ci si possa sentire spinti
che fondamentali dell’uso delle espressio-         indipendentemente dalle considerazioni che
ni linguistiche, ma il legame tra rilevanza        conducono ad una concezione inferenziale del
pragmatica e contenuto inferenziale de-            concettuale; piuttosto, è una conseguenza di-
riva dal fatto che asserire un enunciato           retta di tale approccio”(Brandom 2002, pag. 25).
equivale ad assumere implicitamente un
impegno verso la correttezza dell’inferen-         Io credo che uno dei principali motivi del
za materiale dalle sue circostanze alle sue        rifiuto brandomiano dell’impostazione
conseguenze di applicazione. Possiamo so-          molecolare à la Dummett sia rintracciabile
stenere con [Penco 2004 e 2009] che Bran-          in una delle principali difficoltà con cui il
dom ha sicuramente contratto un debito             molecolarista ha a che fare: “il paradosso
con Dummett, ma ne ha anche superato,              dell’inferenza”:
non sappiamo se correttamente, un tabù.
Dummett ha definito il significato come            “Se in un’inferenza la conclusione non è con-
giustificazione anche perché riteneva che          tenuta nelle premesse, essa non può essere
le conseguenze di un enunciato siano un            valida; e se la conclusione non è diversa dalle
insieme aperto e troppo vasto per poter            premesse essa è inutile; ma a conclusione non
servire da criterio definitorio del signifi-       può essere contenuta nelle premesse ed essere
cato. La semantica inferenziale, analoga-          anche nuova; quindi le inferenze non possono
mente alla teoria giustificazionista di Dum-       essere insieme valide e utili”(Cohen, Nagel,
mett, si propone come un’alternativa alla          1934, pag. 173).
semantica modellistica. Comprendere il si-
gnificato è impegnarsi in una rete di diritti      Credo che Brandom ritenga il paradosso
e impegni: il significato di un enunciato de-      dell’inferenza un limite che una teoria del
riva dall’intreccio delle diverse prospettive      significato non dovrebbe presentare. Un
con cui i parlanti si impegnano sulla rete di      limite che, come la sua soluzione, è legato
inferenze a esse connesse. Questo compor-          ad un determinato modo di intendere il
ta che il significato dipende da tutte le at-      linguaggio. Credo che sia su queste basi che



                         PERLAPPUNTO 13
L’INTERVISTA


Brandom critichi il sistema di Dummett di-           to sulla nostra attività di “tenere i punti”
cendo che                                            delle azioni altrui, come si tengono i punti
                                                     delle azioni altrui nel baseball. Siamo fon-
 “è un ideale del tutto particolare quello che       damentalmente degli scorekeepers, perso-
sarebbe realizzato da un sistema di contenu-         ne che si segnano i punti per ogni azione
ti concettuali tale che le inferenze materiali       che fanno gli altri partecipanti al gioco”
implicite in ogni sottoinsieme di concetti rap-      (Penco, 1999,in Rivista di Filosofia, 3, Dic.,
presentassero un’estensione conservativa dei         pp.467-486). Ad esempio, se qualcuno as-
concetti restanti nel senso che non sarebbe          serisce “questa stoffa è rossa” dovrebbe
autorizzata alcuna inferenza, in cui interve-        aggiungere al proprio punteggio “questa
nissero solo i concetti restanti, che non fosse      stoffa è colorata”. Questo è un esempio in
già autorizzata dai soli contenuti associati a       cui compiere una mossa obbliga un gioca-
quest’ultimi. Un sistema del genere è un’idea-       tore ad essere disposto a compierne anche
lizzazione perché i contenuti di tutti i suoi con-   un’altra. Per questa ragione, possiamo con-
cetti sarebbero già palesi. Nessuno rimarrebbe       cepire l’esecuzione di un’asserzione come
celato, in modo da poter essere rivelato […] tra-    “l’assunzione di un genere particolare di
endo conclusioni cui non si era in precedenza        atteggiamento normativo nei confronti di
consapevoli di essere autorizzati o impegnati        un contenuto inferenzialmente articola-
da qualche insieme di premesse. […] Questa           ti”. Assumere un impegno significa essere
trasparenza completa degli impegni e dei titoli      disposti ad accettare le conseguenze infe-
è in un certo senso una proiezione ideale della      renziali di un’asserzione. Avere titolo per
pratica socratica che trova i contenuti e gli im-    un’asserzione significa avere delle ragioni
pegni usuali bisognosi di essere confrontati tra     da offrire per essa, antecedenti inferenzia-
loro, mettendo in evidenza caratteristiche infe-     li, relazioni a contenuti che possono servi-
renziali da essi possedute di cui non eravamo        re come premesse da cui derivare il titolo al
consapevoli”(Brandom 2002, pag.78-79).               contenuto originario.
                                                             Questi due aspetti della dimensione
      L’idea di Brandom è stata di scindere          normativa sono interconnessi. I titolo di
in due parti la nozione di asseribilità. Più         cui si parla, sono titoli per assunzione di
precisamente, dove i teorici dell’asseribiltà        impegni. Possiamo dire che due contenuti
ricorrono ad un solo tipo di status norma-           asseribili sono incompatibili quando l’im-
tivo (giustificazioni o ragioni sufficienti          pegno nei confronti di no preclude il titolo
per asserirlo) Brandom prende in consi-              all’altro. “Questa stoffa è rossa” sottrae il
derazione due generi di status normativo:            titolo all’impegno che si assumerebbe con
l’impegno e il titolo. Secondo Brandom,              l’enunciato “questa stoffa è verde”.
nessun insieme di pratiche può essere                         Brandom, infine, crede che le dif-
considerato un gioco di dare e richiedere            ficoltà legate ad un’impostazione olistica
ragioni a meno che non includa il ricono-            possano essere superate studiando le di-
scimento dei suddetti status normativi. Il           namiche sociali dello scambio di opinio-
gioco di dare e richiedere ragioni “è basa-          ni come convergenza verso i significati.



                          PERLAPPUNTO 14
L’INTERVISTA


Secondo Brandom, possiamo assumere                Between saying and doing:
due tipi di attitudine nei confronti delle
asserzioni di ciò che le altre persone di-        In La filosofia e lo specchio della natura, R.
cono. Possiamo attribuire una credenza o          Rorty ci ha consegnato l’immagine di una
sottoscriverla. Un resoconto de re di una cre-    tradizione filosofica dominante, di cui la
denza esprime il fatto che chi riporta una        filosofia analitica ha o avrebbe rappresen-
credenza altrui non la sottoscrive, mentre        tato l’ultima istanza, eretta sull’idea che
vale il contrario con la credenza de dicto.       l’essenza del linguaggio fosse la rappresen-
La distinzione in questione arricchisce           tazione del mondo. Secondo la suddetta tra-
l’idea dell’attività sociale del dare e richie-   dizione, le parole e le asserzioni si riferisco-
dere ragioni, in quanto introduce l’invito        no rispettivamente ad aspetti del mondo e
a riflettere su ruolo che possono avere i         a fatti. Rorty ci ha mostrato che una siffatta
“diversi punti di vista” nell’ambito dei di-      concezione del linguaggio viene contra-
ritti e degli impegni ad asserire qualcosa,       stata dalla visione pragmatista, secondo
nell’ambito dello scorekeeping. “This should      la quale le nozioni rappresentazionali del
be enough1 to face the above mentione             riferimento e della verità sono fondate su
problem of defining communication in a            la nozione primaria di uso del linguaggio,
holistic vision: communication does not           come affermare ed inferire.
require the previous sharing of common            Between sayin and doing (BSD) sviluppa in
contents, but it is a process in which spea-      una prospettiva storica la contrapposizio-
kaers converge towards the same concepts          ne tra il pragmatismo e la filosofia anali-
in the activity of attributing and underta-       tica. Il progetto in BSD è motivato da una
king commitments to certain inferences            particolare concezione della storia della
and substitutions”(Penco, Assertion and           filosofia analitica. Secondo Brandom, la
inference, in Proceedings of the Workshop on      tradizione semantica in filosofia analitica
Bob Brandom’s Recent Philosophy of Language:      si è concentrata sulla possibilità di ridurre
towards an analytic pragmatism (TAP-2009)         o ricostruire i vocabolari a partire da uno
Genoa, Italy, April 19-23, 2009).                 base. Questa tendenza è alla base di due
Asserire e inferire sono pratiche intima-         espressioni fondamentali in filosofia qua-
mente correlate. L’asserzione è la pietra         li l’empirismo e il naturalismo. Entrambi
angolare nella semantica e nella pragma-          hanno tentato di mostrare come i problemi
tica inferenzialista. Nella nuova terminolo-      legati ad un vocabolario potessero essere
gia di Between saying and doing l’asserzione      ricostruiti con l’appello ai significati di un
diventa “the minimal kind of doing which          vocabolario filosoficamente privilegiato,
conuts as saying”(BSD 42). Parlando in ter-       in cui la logica compare come un aiuto in-
mini semantici, possiamo dire che solo ciò        dispensabile e come una fonte di legittima-
che può stare in relazioni inferenziali può       zione. Tali programmi si differenziano per
contare come il contenuto di un’asserzio-         il tipo di vocabolario che ritengono essere
ne.                                               il privilegiato. L’ empirismo si appella al
                                                  vocabolario osservativo, mentre il natura-



                         PERLAPPUNTO 15
L’INTERVISTA


lismo fa riferimento al vocabolario della         ve ad ottenere il chiarimento in questione,
fisica o delle scienze naturali. Essi conver-     dobbiamo, però, poi spiegare il ruolo infe-
gono maggiormente nell’individuare quali          renziale di queste espressioni. Ma il ruolo
forme di discorso siano da ritenersi proble-      inferenziale di un’espressione non può
matiche. Entrambi considerano gli aspetti         essere spiegato sena fare riferimento alle
normativi, modali, semantici e intenzionali       informazioni collaterali. Quindi, postulare
come oggetti di ricostruzione.                    il significato non è sufficiente per rendere
Brandom presenta un nuovo apparto te-             conto dell’uso. 3. La critica di Wittgenstein
oretico detto “meaning-use analysis”,             all’idea di postulare il significato per spie-
che egli considera come una possibilità           gare l’uso. Ciò presupporrebbe che tutti gli
di estendere, o di correggere, il progetto        usi del linguaggio siano modi di esplicita-
classico in filosofia analitica. Tale apparato    re un’unica pratica.: rappresentare stati di
è sorto dal ripensamento delle idee, degli        cose. Brandom vede in Wittgenstein colui
esempi e delle argomentazioni proposte in         che ha posto fine alla speranza di poter
Making it explicit (MIE). Possiamo, quindi,       costruire una teoria sistematica del signi-
leggere BSD sia come un nuovo progetto            ficato, consegnando gli studi filosofici sul
in grado di svilupparsi autonomamente sia         linguaggio ad una prospettiva storica, an-
come una nuova chiave di accesso alle idee        tropologica, pratico sociale, in cui demisti-
esposte precedentemente in MIE.                   ficare le ambizioni dei filosofi.
Brandom, d’accordo con Rorty, conside-            L’dea che anima l’argomentazione di Bran-
ra l’errore della filosofia analitica un ber-     dom è di evitare il contrasto tra la seman-
saglio che il pragmatismo ha il potere di         tica formale e l’accento posto da Wittgen-
abbattere o modificare. L’apporto della           stein sull’uso di un’espressione in quanto
tradizione pragmatista deve essere quello         chiave per comprenderne il significato. La
di riuscire a fare spostare l’attenzione dal      relazione tra vocabolari a cui pensa Bran-
significato all’uso, di sostituire la preoc-      dom non è né di traducibilità né di riduci-
cupazione per i problemi semantici con            bilità o sopravvenienza. Egli è alla ricerca
quella per la pragmatica. Brandom indi-           di una relazione in cui un vocabolario pos-
vidua tre linee argomentative a favore di         sa permettere a qualcuno di dire cosa biso-
questo spostamento: 1. La critica di Sellars      gna fare per essere considerati come una
all’empirismo: il vocabolario fenomenico          persona che padroneggia quel vocabolario.
in quanto vocabolario base non è autono-          Prediamo, ad esempio, le abilità pratiche
mo. 2. L’adozione del punto di vista della        coinvolte nella percezione: ciò che faccia-
critica di Quine all’empirismo, che si basa       mo quando riconosciamo qualcosa come
su ciò che Bradnom chiama “metodologi-            rosso è sufficiente per affermare che quel
cal pragmatism”, il punto di vista per cui il     qualcosa è rosso. Queste abilità sono indi-
compito primario di una teoria del signifi-       spensabili a quella ulteriore di riconoscere
cato è di spiegare, codificare o illuminare       che qualcosa sembra rosso. Infatti, senza
l’uso delle espressioni linguistiche. Quine       l’abilità di riconoscere qualcosa come ros-
sostiene che se il postulare i significati ser-   so è impossibile disporre dell’abilita che ci



                         PERLAPPUNTO 16
L’INTERVISTA


permette di affermare che qualcosa sem-          P1. In secondo luogo, egli sostiene che per
bra rosso. Ciò mostra che il vocabolario         l’esercizio dell’abilità P1 in modo appro-
osservativo o fenomenico non è un voca-          priato e nelle giuste circostanze, si può
bolario indipendente, ma è fondato su un         esercitare un altro insieme di abilità, P2. P2
vocabolario in cui riportiamo le percezioni.     si ottiene con un’elaborazione algoritmica
La risposta brandomiana alla sfida di Wit-       a partire da P1. in fine, Brandom argomen-
tgenstein è l’”analitic pragmatism”. Come        ta che le abilità elaborate P2 risultano suffi-
ho detto, Brandom incorpora le intuizioni        cienti per l’uso del vocabolario base.
delle critiche pragmatiste del tipo: l’unica     Brandom comincia con un’alasi relativa-
spiegazione ci potrebbe essere per come          mente semplice del vocabolario logico dei
un dato significato viene associato un vo-       condizionali. La visione Brandomiana dei
cabolario si trova nell’utilizzo di questo vo-   condizionali, esposta già in MIE, si con-
cabolario. Egli non accetta di dover sceglie-    centra sul fatto che le locuzioni logiche
re tra un’impostazione semantica stretta-        permettano di esprimere le pratiche ma-
mente formale e una terapia pragmatista          teriali senza essere necessarie per potervi
destinata ad operare caso per caso. Il cuo-      prender parte. Brandom assume che l’as-
re dell’ “Analitic Pragmatism” consiste          serzione sia una componente essenziale
nell’idea per cui la relazione tra significato   per qualsiasi pratica linguistica e che essa
e uso debba essere spiegata nei termini di       e l’inferenza si presuppongano a vicenda.
due componenti pragmatiche: (i) quali tipi       Nessuno può affermare di padroneggiare
di abilità e pratiche debbano essere posse-      una pratica senza padroneggiare anche
dute da un soggetto affinché esso appaia         l’altra. Il concetto fondamentale di infe-
come qualcuno in grado di dire cose dotate       renza è quello di inferenza materiale, in
di significato. (ii) ciò che si deve dire per    cui il vocabolario logico non si verifica (in
poter specificare in modo appropriato tali       sostanza). Partecipare ad una pratica infe-
pratiche e abilità.                              renziale richiede la capacità di “approvare”
Le soluzioni Brandomiane ai problemi             o “accetta” inferenze materiali. Brandom
relativi ai vocabolari hanno il sapore di        caratterizza talvolta la suddetta capacità
argomenti trascendentali, perché mostra-         come una risposta differenziale a inferen-
no come i suddetti vocabolari sono, in un        ze materiali, come la capacità di trattarle o
certo senso, già implicitamente presenti in      considerarle buone inferenza. Ci si potreb-
ogni pratica linguistica autonoma di sorta.      be aspettare che la risposta differenziale
Il duro lavoro di tali analisi è ovviamente      conti come avallo solo se siamo nell’ambito
quello di precisare il senso di “già implici-    delle pratiche sociali, ma tale qualifica non
tamente presente. La forma generale delle        è esplicitamente fatta qui. Il punto cruciale
spiegazioni di Brandom contiene tre passi.       è che il vocabolario logico non è richiesto
In primo luogo, egli sostiene che non si può     in atti di avallare le inferenze materiali. Le
spiegare un qualsiasi vocabolario auto-          capacità reciprocamente necessarie per
nomo, senza impegnarsi in una pratica o          fare affermazioni e ad approvare inferenze
esercitando delle capacità, che chiamiamo        possono essere algoritmicamente elabora-



                        PERLAPPUNTO 17
L’INTERVISTA


te nel modo seguente. Armati delle capa-          nali siano elaborabili a partire dalle infe-
cità in questione e del vocabolario supple-       renze materiali essendo allo stesso tempo
mentare della logica di condizionali ( ‘se...     esplicativi di tali inferenze. Questo tipo di
allora’), si può quindi affermare condizio-       relazione prende il nome di “LX” relation
nali della forma ‘se p allora q’ quando si        ( L sta per “elaboration” mentre X sta per
approva un’inferenza materiale da p a q, e        “explication”). La struttura della relazio-
rispondere ad una tale affermazione aval-         ne LX tra la pratica e il vocabolario viene
lando l’inferenza da p a q. La capacità così      generalizzata ai vocabolari modale, nor-
elaborata è sufficiente per l’utilizzo logico     mativo e intenzionale. Possiamo prendere
dei condizionali. In questo senso, il vocabo-     come esempio l’autonomia del vocabolario
lario logico è implicito in tutte le pratiche     modale. In accordo con la “modal Kant-
linguistiche e, per questo motivo, il privi-      Sellars thesis”, i resoconti non inferenziali
legio riconosciuto al vocabolario logico          non possono costituire una pratica discor-
nella analisi classica è giustificato. Inoltre,   siva autonoma. L’abilità di usare un voca-
l’uso del vocabolario logico permette di          bolario empirico – descrittivo presuppone
dire esplicitamente che si appoggia un’in-        la comprensione di proprietà rese esplicite
ferenza affermando il condizionale corri-         dal vocabolario modale (come le inferenze
spondente, mentre senza di essa non si può        controfattuali).
che compiere atti di avallare o respingere
inferenze. Chiaramente il quadro di fondo         “One of the core aspects of Brandom’s
è che, nonostante l’approvazione compor-          analysis is that the semantic relations
ti le parole (quelle nelle premesse e nella       between empirical/descriptive, modal,
conclusione della deduzione in questione)         and normative vocabularies are comple-
è, in un certo senso, muta, una semplice af-      mentary but not symmetrical: empirical
fermazione. Il vocabolario supplementare          vocabulary in fact is expressively weaker
dei condizionali è necessario per dare voce       than modal and normative vocabularies,
a queste azioni, che in precedenza si pote-       and by itself, it is unable to count as an
va solo eseguire.                                 autonomous discursive practice. Put in
Brandom sostiene che, dal momento che la          other words, empirical vocabulary is not
validità delle inferenze materiale è sensibi-     self-sufficient to express the relations of
le alle attività inferenziali e linguistiche ad   incompatibility and the inferential com-
esse connesse, la capacità fondamentale di        mitments that are implicit in the practice
accettare o rifiutare le inferenze materiali      of using it. Empirical vocabulary is indeed
richiede abilità di distinguere, nel senso di     unintelligible without presupposing a di-
rispondere in modo differenziato a circo-         scursive practice in which also modal and
stanze controfattuali che influenzano l’ap-       normative constraints are at work. Here
provazione di una inferenza materiale da          the test-bed for analytic pragmatism is to
quelli che non lo fanno. Il ruolo espressivo      defend the intelligibility of modal concepts
della logica viene discusso in un dettagliato     against the reductivist arguments of empi-
esempio teso a mostrare come i condizio-          ricism”. (Daniele Santoro, The Modal Bond



                         PERLAPPUNTO 18
L’INTERVISTA


of Analytic Pragmatism, in Etica & Politica /   dipendenza contestuale.
Ethics & Politics, XI, 2009, 1, pp. 385-411).   Brandom difende l’idea della “meaning-
                                                use analysis” come estensione pragmatista
L’uso di termini modali permette di affer-      del paradigma classico in filosofia analitica
mare o respingere condizionali contro-          contro coloro che avversano i programmi
fattuali e, quindi, di dire esplicitamente      filosofici basati, come è la filosofia anali-
quello che si sta facendo nel distinguere le    tica, su perniciosi dogmi metafisici. La di-
circostanze controfattuali che infermano        fesa di Brandom si basa sull’analisi di ciò
un’inferenza materiale da quelle che non        che rende la metafisica perniciosa. Ciò che
lo fanno.                                       contraddistingue la metafisica è il fatto di
Brandom sostiene che l’abilità di a trattare    privilegiare un vocabolario come “univer-
qualcuno come commesso o diritto all’as-        sal base languages from which every voca-
serzione, può anche essere elaborata nella      bulary that is legitimate . . . can be elabo-
capacità di usare un vocabolario semanti-       rated as a target vocabulary”(223). Abban-
co. La base del discorso semantico è la pos-    donando questa attitudine, otteniamo una
sibilità di trattare due asserzioni come ma-    forma difendibile di metafisica, di cui la
terialmente incompatibili. Due asserzioni       meaning-use analysis dovrebbe essere un
p e q si dicono incompatibili se prendere       esempio. L’ “analytic pragmatist metaphy-
un impegno verso p preclude la possibilità      sics” mira a costruire dei vocabolari tecnici
di avere un titolo per q. Il concetto di in-    o artificiali, che possano prendere il ruolo
compatibilità è anche la chiave per connet-     delle lingue base universali, per tentare di
ter il vocabolario modale a quello normati-     esprimere tutti gli altri vocabolari nei loro
vo: un soggetto non dovrebbe essersi preso      termini. Lo scopo della “analytic pragma-
impegni incompatibili. L’incompatibilità        tist metaphysics” non è di eleggere alcuni
logica e semantica riguarda il processo di      vocabolari come i rivelatori della realtà,
acquisizione delle credenze. Il tentativo di    classificando i rimanenti come legittimi se
sviluppare una nuova logica implica la de-      sono esprimibili nei termini di quello base.
finizione di una logica per lo sviluppo con-    Ciò che dobbiamo comprendere è il potere
cettuale: rilevare degli impegni incompati-     espressivo dei molti vocabolari esistenti.
bili ci obbliga a cambiare qualcosa, abbia-     Dobbiamo, quindi, sperimentare la possi-
mo bisogno di una logica che ci permetta di     bilità di individuare più di un vocabolario
spiegare questo tipo di processo.               come essente in grado di giocare il ruolo di
La nuova terminologia esposta in Between        “metaphysical base vocabulary”.
Saying and doing non sembra dissipare i         Da questa prospettiva, il punto di MIE, non
dubbi che erano sorti già ai tempi di Making    è quello di dimostrare che il significato è in
it explicit. Il sistema brandomiano appare      realtà metafisicamente determinato dall’
più simile alla costruzione di un sistema       uso, ma di capire quanto il significato delle
metafisico generale piuttosto che ad un         nostre parole possa essere espresso in ter-
tentativo di discutere con attenzione le        mini di uso. Infatti, le metariflessioni filo-
problematiche contemporanee legate alla         sofiche in MIE suggeriscono che lo scopo



                        PERLAPPUNTO 19
L’INTERVISTA


di Brandom è la costruzione di un model-            Brandom, esplicitiamo un’ inferenza con-
lo teorico di certe pratiche, per mostrare          vertendola da un’inferenza materialmente
come esse possano essere comprese in un             corretta ad un’inferenza formalmente cor-
certo modo, piuttosto che fornire l’ultima          retta. Questo sembra controverso perchè
parola sulla natura della rappresentazione          se afferrare il ruolo espressivo della logica,
o intenzionalità. Quindi, forse, BSD ha sem-        ed avere una chiara idea di che cosa signifi-
plicemente reso più esplicito (e in minor           chi rendere esplicita un’inferenza, implica
numero di pagine) l’intuizione di Brandom           afferrare le caratteristiche distintive del-
in MIE.                                             la logica, compreso il concetto di validità
Abbiamo appena visto che il punto                   formale, allora dovremmo rinunciare alla
della”meaning-use analysis” non è in pri-           priorità del “materiale” sul “formale” per
mo luogo di difendere la verità di una par-         come è proposta da Brandom.
ticolare visione filosofica, ma di realizzare       Se la logica deve poter esercitare il suo ruo-
una sorta di intuizione filosofica. Brandom         lo espressivo all’interno della pratica rifles-
suggerisce uno slogan per la metafisica             siva, abbiamo bisogno di poter individuare
analitica pragmatista: “discriminazioni             il contenuto dei nostri concetti malgrado
metafisiche senza denigrazione” (BSD 229).          le differenze di ruolo inferenziale. Ciò sa-
Questa stessa visione del linguaggio tra-           rebbe necessario perché, come lo stesso
spare in Articolare le ragioni e, in particolare,   Brandom afferma, l’introduzione di nuovi
Brandom se ne serve per alleviare le proble-        concetti non logici può causare una ristrut-
matiche intorno al concetto di armonia. Da          turazione dei ruoli inferenziali in modo
un lato Brandom afferma che deve esserci            non conservativo. La tensione che abbiamo
“conservatività” nella pratiche inferenziali        rilevato è una tensione tra la richiesta che
sia per evitare orribili conseguenze sia per-       la logica sia conservativa nell’adempiere al
ché il vocabolario logico non potrebbe al-          suo ruolo espressivo e l’idea, appena men-
trimenti svolgere la sua funzione espressi-         zionata, della non conservatività legata alla
va (pag. 75), dall’altro, poco dopo, afferma        pratica materiale. Il fine espressivo della
che la conservatività non è un vincolo per          logica, esplicitare le inferenze materiali, è
l’introduzione o l’evoluzione di un termine nel     in contrasto con i suoi stessi vincoli espres-
linguaggio. Essa mostrerebbe soltanto che           sivi, la conservatività. Ma senza tali vincoli,
ci sono concetti che hanno un contenuto             l’espressivismo sembra una posizione che
autonomo corrispondente ad un’inferenza             include sia la logica sia molto altro.
materiale implicita che non è già implicita         Credo che le suddetta tensione possa es-
in altri concetti in uso, e che è suscettibile di   sere, quanto meno, intuitivamente dis-
essere sottoposta a “critica socratica”(pag.        solta tracciando quello che, a mio parere,
77). La nozione di rendere espliciti i nostri       dovrebbe essere il compito del filosofo
impegni materiali impliciti diventa, alla           Brandomiano. Il filosofo Brandomiano as-
luce di ciò, oscura e sembra essere legata          somiglia a quello Wittgensteiniano almeno
più di quanto lo stesso Brandom vorreb-             in due sensi: (i) Nel rifiutare il tentativo di
be alla nozione di “validità formale”. Per          edificare una teoria sistematica del signifi-



                          PERLAPPUNTO 20
L’INTERVISTA


cato per cui Brandom, criticando la teoria           as possible. Having done that, one should lay
di Dummett, afferma che “Seguendo l’in-              down another, perhaps quite different set of
segnamento generale di Wittgenstein, non             premises, and extract consequences from them
dovremmo assumere che il nostro schema               as rigorously as possible. The point was not in
sia simile a questo o dipenda da un insie-           the first instance to endorse the conclusions of
me soggiacente di contenuti come questo              any of these chains of reasoning, but to learne
solo perché siamo obbligati a rimuovere              our way about in the inferential field they all
tutti i casi particolari in cui lo scopriamo         defined, by tracin many overlapping, intersec-
venire meno a siffatto ideale”(Brandom               ting, and diverging paths through the terrain.
2002, pag. 79). (ii) Nell’intendere il linguag-      That is how we would learn what differnce it
gio come una serie potenzialmente infinita           would make, in various contexts, if we were to
di giochi linguistici. Il lavoro del filosofo,       endorse some claim that figures as a premise in
come nel caso di quello wittgensteiniano,            many of the infernces, and what might entit-
non giunge e non può giungere mai ad                 le us to a claim that shows up as a consequnce
un termine. Quest’ultimo è alle prese con            in many of the inferences. Actuallt plumping
un linguaggio multiforme governato da                for and defending any of these theses is then
pratiche materiali in grado di ricostruire,          a subsequewnt, parasitic, and substantially less
modificare o ristrutturare continuamente             inmportant stage of the process. The principal
l’attività inferenziale ad esso connessa. Ciò        aim is not belief, but understanding”(Brandom,
fa sì che ci sia continuamente bisogno, di           Metaphilosophical reflections on the idea of
volta in volta, della pratica socratica ai fini      metaphysics, in Proceedings of the workshop on
di esplicitare inferenze e di armonizzare gli        Bob Brandom’s recent philosophy of language: To-
impegni e i titoli ad esse connessi. “Curare         wards an analytic pragmatism. Genoa, Italy, April
i nostri concetti e i nostri impegni inferen-        19-23, 2009, pag 183).
ziali materiali alla luce dei nostri impegni
asserzionali […] è un lavoro gravoso, che va         Questo è lo spirito con cui dovremmo av-
affrontato caso per caso”(Brandom 2002,              viare le nostre riflessioni sulle relazioni
pag. 81).                                            semantiche fra differenti vocabolari. In
Il linguaggio, per Brandom, non è un fat-            questo senso, il compito del filosofo con-
to eterogeneo tanto che, in accordo con              siste nel vedere come e perché le nostre
l’olismo, è disposto a parlare di linguaggi          pratiche di “esplicitazione” possano es-
piuttosto che di un linguaggio. Nuovi vo-            sere elaborate a partire da differenti vo-
cabolari, inoltre, possono nascere in ogni           cabolari, comprendendo nel concetto di
momento. Dato questo contesto, Brandom               vocabolario le pratiche e le abilità che lo
sposa l’impostazione di David Lewis:                 contraddistinguono. Questa pratica ha lo
                                                     scopo di fare chiarezza sul rapporto che
 “He thought what philosophers should do is          intratteniamo con i diversi vocabolari, sul-
lay down a set of premises concerning some           le pratiche discorsive ad essi connesse e
topic of interest as clearly as possibile, and ex-   sul modo in cui ci rapportiamo ad essi. La
tract consequences from them as rigorously           possibilità di comprendere non si dà ridu-



                          PERLAPPUNTO 21
L’INTERVISTA


cendo il linguaggio ad un unico fenomeno,          possano essere oggetto di una teoria (senza
ma sapendo attraversare i confini delle di-        ovviamente negare che le espressioni siano
verse pratiche linguistiche. Comprendere           dotate di significato)” (Brandom 2002, pag.
il linguaggio significa, quindi, arrivare ad       73-74). La logica è forse, per Brandom uno
una consapevolezza dell’uso materiale dei          strumento utile nello svolgere il compito
concetti all’interno delle singole pratiche        del filosofo per come lo abbiamo descrit-
discorsive e a conoscere le loro relazioni.        to. È uno strumento con cui sondare, di
                                                   volta in volta, le nostre pratiche materiali
“The distintive kind of semantic understanding     che, però, si sottraggono costantemente al
I am suggesting […] can be well served by ac-      poter essere ingabbiate in un edificio pret-
cumulating, particular, local connetions that      tamente logico. Un mezzo con cui, in un
support no antecedent global program and           dato momento della nostra pratica, dato
perhaps could be predicted by none. Nor must       un certo tipo di vocabolario, possiamo in-
the search for such semantic relations among       terrogarci su quali concetti dovremmo uti-
vocabularies and the discursive practices-or-      lizzare.
abilities they specify or that deply them be       L’impresa di Brandom si fonda sulla sua
motivated by some deep-seated philosophical        concezione fondamentale della pratica lin-
anxiety or puzzlement, the proper deflating        guistica. Ma, per quanto io possa dire, in
diagnosis of which then exhibits or renders the    BSD Brandom non offre alcun argomento
task of exploring those relations otiose. Simple   a sostegno di tale concezione. Si può legit-
curiosity, the desire to deepen our understen-     timamente sospettare che Brandom non
ding can suffice, for this sort of philosophical   abbia saputo dare una risposta alla sfida
theorizing”(Brandom, Metaphilosophical re-
flections on the idea of metaphysics, in Pro-
ceedings of the workshop on Bob Brandom’s
recent philosophy of language: Towards an
analytic pragmatism. Genoa, Italy, April 19-23,
2009, pag 184).

Il compito del filosofo è, dunque, quello
di accrescere la nostra consapevolezza
nell’uso dei nostri concetti, delle nostre
pratiche inferenziali, ai fini di perfezionar-
le, o “armonizzarle”, nell’ambito, governa-
to dalle inferenze materiali, del dare e ri-
chiedere ragioni. Brandom rifiuta, dunque,
esplicitamente la possibilità di una teoria
sistematica del significato: “Chi assume
l’eterogeneità del linguaggio in questo
senso negherà l’esistenza di significati che



                         PERLAPPUNTO 22
L’INTERVISTA


di WIttgenstein. Tuttavia, sembra che egli       nian physics. Pragmatism shared with the
consideri la sua risposta a questa sfida         original Enlightenment a view about the
come il risultato offerto dalla realizzazione    centrality of reason in human life but in an
del suo progetto. In questo senso, dobbia-       attempt to understand that in the intellec-
mo rivolgerci alle sue analisi, attendendo       tual context provided by the deliverances
un maggiore affinamento del progetto             of the latest and most sophisticated sci-
Bramndominao in filosfia.                        ences, but the sciences in the nineteenth
                                                 century they were responding to were very
                                                 different from mathematized newtonian
 L’intervista                                    physics, Darwin of course was huge but
                                                 so were the statistical and social sciences
Robert B. Brandom, membro del “Center
                                                 which arose at that time.
for the Philosophy of Science” e di “Ame-
                                                 Something like a master idea of classical
rican Academy of Arts and Sciences”, è
                                                 American pragmatism was that the same
Distinguished Service Professor of Philo-
                                                 processes that produced order out of dis-
sophy presso l’università di Pittsburgh. Ha
                                                 order in evolution were also in play in ordi-
inoltre insegnato a Princeton, Berkeley e
                                                 nary learning processes in individuals, that
presso University of Mcihigan. Le sue nu-
                                                 the selection of stable forms and habits by
merose pubblicazioni vertono principal-
                                                 the extent to which they provided a solu-
mente su la filosofia del linguaggio, la filo-
                                                 tion to real world problems was common
sfia della mente e la filosofia della logica.
                                                 to both and one of the master ideas was to
A partire dagli anni novanta Brandom si è
                                                 try and understand all sorts of intelligence
imposto all’attenzione della comunità filo-
                                                 from the animal to the most sophisticated
sofica internazionale con il suo monumen-
                                                 scientific on that model.
tale “Making it explicit”.
                                                 It has always seemed to me that the ad-
                                                 vances in thinking about language and
Q: Still on the topic of analytic pragmatism,
                                                 about projects that were characteristic of
what do you think is most important in a
                                                 analytic philosophy provided special re-
pragmatist project? And so what has prag-
                                                 sources for the pursuit of that pragmatist
matism to gain from the connection with
                                                 project but that for largely contingent,
analytic philosophy?
                                                 axiological reasons, the people who cared
                                                 about the one project were not the people
A: Pragmatism always was a view about
                                                 who were masters of the other tools. In a
us as knowing creatures, as understand-
                                                 contemporary context I think the most
ing creatures, it was always a naturalistic
                                                 important pragmatist idea is to under-
view, I think of it as part of as a second En-
                                                 stand what we mean or the contents of
lightenment, the first Enlightenment had
                                                 our thoughts in terms of what we do. The
been naturalist and empiricist in a way
                                                 classical pragmatists read that in an instru-
that was much informed by the scientific
                                                 mentalist way, I think they squeezed what
achievements of its days, the early Newto-
                                                 juice there was out of that idea and it’s not



                        PERLAPPUNTO 23
L’INTERVISTA


the most promising way to understand the        in independence of one another but clearly
kind of normativity, the practical norma-       had things to say to one another. The great
tivity that articulates our intentionality      weakness it seems to me of the anthropo-
and discursiveness, there are better ways       logical tradition is that it makes nothing
of thinking about that now.                     of the mathematical grip that we’d finally
And in the more particular context of phi-      gotten on meanings though the modal
losophy of language, there’s a kind of se-      theoretic logistical tradition and the great
mantic pragmatism that says: let’s look at      failing it seems to me of that logistical tra-
the social practices that are discursive and    ditions is that it has very little to say, and
linguistic practices or the particular abili-   what it has to say is not philosophically so-
ties that individuals exercise and try and      phisticated or promising, about what it is
see in a broadly functionalist spirit how       in virtue of which we associate the seman-
those can confer propositional content,         tic interpretants with the primitives, the
conceptual content on the doings that play      things that we include into that process of
a suitable role in them.                        recursive generation.
And the hope is in that way to be able to       So clearly the time has come to bring these
synthesize the two fundamental traditions       traditions into dialogue with one another
in thought about language that were char-       and analytic pragmatism as I’m pursuing it
acteristic of the whole twentieth century,      is one way of doing that.
one that I might identify with Frege, with
Russell, with Carnap and Tarski, and with       Q: Today in your speech you have been
Quine and David Lewis, that is looking at       speaking about how philosophers could or
languages from a formal-mathematical            actually should contribute to cognitive sci-
point of view and looking at artificial lan-    ence. The other way around, do you think
guages thinking about how if one associ-        philosophy as such has something to gain
ates semantic interpretants with simple         from the connection and collaboration
bits of free language one can then generate     with cognitive science?
a systematic way of associating semantic
interpretants with a whole a range of com-      A: I certainly do and there are numerous
plex expressions.                               philosophers who are showing what can
And on the other hand the other tradition       be gained from that. The way I pursue
that is a more anthropological tradition        philosophy is not however I think among
looks at language and discursive practices      them. And this is a regard in which I’m out
as features of an episode in natural history    of step both with a significant tradition
and a certain kind of organism, us, that’s      in analytic philosophy which has always
much more the way that classical pragma-        cared about the science of its time and, as
tists thought about it, but Wittgenstein is     I indicated earlier, with the pragmatist tra-
another avatar of that.                         dition which followed the Enlightenment
And those two ways of thinking about lan-       in caring a great deal about the science of
guage were developed and pursued largely        the time.



                        PERLAPPUNTO 24
L’INTERVISTA


The sense in which I do care about the sci-       have to do such that doing that counts as
ences is that it is the most sophisticated        saying, thinking or meaning something”,
form of understanding that we have and            then we can begin to see the continuity
it’s our job as philosophers to understand        with the pragmatist tradition.
that. Science is also the most spectacular        Q: Now, speaking specifically of philosophy
and successful social institution of the last     of language, do you think that philosophy
three hundred years and I think we need           of language still has a future and is open
to understand that, and how it is connect-        to developments in the future or will it
ed to its cognitive achievements, that is         lose ground to cognitive science? In other
achievements in understanding.                    words, will the development of cognitive
That’s taking science as a target for under-      science render philosophy of language ob-
standing, it’s a very different thing to try      solete?
and incorporate results in primatology, in
developmental psychology and in psychol-          A: I don’t think so, because language looms
ogy more generally, in physiology and so          so large in cognitive function at any higher
on as inputs into philosophical thinking.         level so at any levels that are most signifi-
I’m inclined to make a relatively sharp dis-      cant for thinking about us. Intellectually
tinction between the philosophical ques-          the twentieth century was the century of
tion of what counts as talking or thinking        language, not just in analytic philosophy
or meaning meaning that things are thus           but absolutely equally in continental phi-
and so and empirical research into how            losophy.
creatures that are evolved, wired up, em-         No one’s a more serious philosopher of
bodied and trained as we are managed to           language than Heidegger for instance, it’s
do something about that. That last seems          a serious topic for him, the emphasis on
to me a question of considerable intellec-        genealogy and ideology in continental phi-
tual import but not to be a core philosophi-      losophy is a focus on the way in which for
cal question.                                     instance power relations can come to be
I’m distinguishing here between saying            embodied and encoded in systematically
what the trick consists in, the trick of think-   discursive structures of communication.
ing something, a philosophical question,          The entire prior culture in its thinking
and saying how the trick is done, which I         about us has come to see the significance
think is an empirical question that phi-          of language in transforming us from mere-
losophers as intellectuals can be interested      ly sentient into genuinely sapient crea-
in but as philosophers have no particular         tures, so there is no question but language
expertise in addressing. And this is a ques-      is going to continue to be a central focus in
tion of what do you have to do such as that       cognitive science.
counts as thinking or saying or meaning           And I believe that philosophers of lan-
that things are thus and so, that’s the ques-     guage bring particular conceptual resourc-
tions I’m principally interested in and you       es to bear on thinking about language and
could put that in the form: “what do you          one of the reasons we do is because our



                         PERLAPPUNTO 25
L’INTERVISTA


tradition more or less begins with the logi-   modal logical vocabulary but the most
cal revolution, the revolution ultimately      philosophically important feature of the
in semantics that Frege initiated, which       modal revolution
gave us our first algebraic grip on notions    was the second way when people like
of meaning, and I think we’re in a position    David Lewis, Stalnaker, Kaplan, Mon-
there like the position that physicists were   tague showed in the apparatus of pos-
in as Galileo and then Descartes began to      sible worlds, the kind of modal theory
assemble the conceptual tools that would       that Kripke had come up with, an es-
place a mathematical grip on the motion of     sentially Tarskian modal theory to the
objects in space.                              modal logical case Kripke deployed, to
                                               provide an intentional semantics for
Q: My last question is with a look to          non-logical expressions, but generally
the future, because during the present         the third phase of the modal revolution
workshop your theories have been com-          was Kripke’s discussion of metaphysical
mented upon, expanded upon but also            modalities and separation of necessity
somewhat challenged. So the question           from a priority and so on. In Naming and
is what are according to you the main          Necessity I actually think that the philo-
problems or challenges that your phi-          sophical action was in the second way.
losophy may have to face?                      It’s a challenge for us to extend that
                                               progress to a fuller and more flexible
A: At the center of my views is an ap-         way of mathematically representing
proach to semantics from the side of           the meanings of both ordinary non logi-
inference by contrast to the traditional       cal expressions and eventually that sort
approach on the side of representation.        of philosophically important concepts
It takes as one of its fundamental cate-       such as personal identity, justice and so
gories the notion of expression but read       on that philosophers have properly con-
in a conceptual way about it, a way that       cerned themselves with.
is related to emotions gestures and so         And since these are the very early days
on just as the expressivist tradition typi-    on doing that on the semantic inferen-
cally had had.                                 tialist line the contents of non logical
That sort of rationalist, inferentialist ex-   concepts as well as logical concepts are
pressivism I think was initiated by Hegel,     articulated by the role they play in mas-
that’s one of the reasons that I’m inter-      sively multi-premiss non monotonic
ested in him, but it’s absolutely critical     material inferential relations. We don’t
that we be able to get that sort of alge-      now have a good mathematical repre-
braic control over conceptual roles that       sentation of such relations and the role
we have seen tantalizing progress in the       such expressions play in them.
second way of the modal revolution and         So I think the immediate challenge for a
the first way of the modal revolution          semantic inferentialist is to see how we
was Kripke’s provision of semantics for        can do that.



                       PERLAPPUNTO 26
L’INTERVISTA




Bibliografia

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                                                          2009) Genoa, Italy, April 19-23, 2009).
R.B. Brandom, Between Saying and Doing, Towards
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2008.                                                     inferenzialismo, pratiche sociali e autonomia, Mime-
                                                          sis, Milano, 2004.
R.B. Brandom, Articolare Ragioni, Introduzione
all’inferenzialismo, Il Saggiatore, Milano 2002.          R. Giovagnoli, “Osservazioni sul concetto di ‘pratica
                                                          discorsiva autonoma’ in R.Brandom”, in Etica epo-
Brandom, Metaphilosophical reflections on the idea        litica, X, 2008(223-235).
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wards an analytic pragmatism. Genoa, Italy, April         matism, in Etica & Politica / Ethics & Politics, XI,
19-23, 2009, pag 183)                                     2009, 1, pp. 385-411

R.B. Brandom, Asserzione e Verità, in A.Bottani, C.       AAVV, Proceedings of the workshop on Bob Bran-
Penco, Significato e teorie del linguaggio, FrancoAn-     dom’s recent philosophy of language: Towards an
geli,1991                                                 analytic pragmatism. Genoa, Italy, April 19-23, 2009,
                                                          edit by C. Penco, C. Amoretti, F. Pitto. Reperibili
AAVV, Discussione su Making it Explicit, in Iride 1999.   all’indirizzo: http://sunsite.informatik.rwth-aachen.
P.Leonardi, recensione di Making It Explicit, Lingua e    de/Publications/CEUR-WS/Vol-444/
Stile, 1997 32:539-55.
                                                          Le informazioni relative al workshop, alcuni links
C.Penco,”Ragioneepraticasociale”,Rivista di filosofia,    relativi alla filosofia di Brandom e i video delle letture
3, 1999: 467-489.                                         magistrali di R. Brandom sono reperibili all’indirizzo:
                                                          http://www.dif.unige.it/epi/con/tap/indextap09.
                                                          html




                             PERLAPPUNTO 27





    PERLAPPUNTO 28





MENTEECORPO
  Storia di uno strano rapporto




    PERLAPPUNTO 29
MENTEECORPO


          Maria Elena Buslacchi

          Il corpo e la mente
          Corpo(ral)mente
Se il cogito è la base praticamente as-      programmato può divenire una mente?
sodata del pensiero occidentale, la sua      O la mente, per essere tale, necessita di
implicazione primaria, ovvero che bi-        quelle componenti strettamente biolo-
sogna esistere per poter pensare, non è      giche ed organiche che sono il cervello,
altrettanto stabile e definita.              il sistema nervoso, e addirittura tut-
Si può esistere, infatti, in molti modi, o   ti gli altri apparati del corpo umano?
meglio: non si può che esistere sotto la     Prendendo a prestito l’immagine dalla
forma di una qualche figura, e questa        fantascienza, in un mondo in cui gli an-
figura è per l’appunto, per ciò che noi      droidi si fossero mescolati agli uomini
esseri umani possiamo comunemente            e ne fossero divenuti indistinguibili, sa-
constatare, il corpo. Cominciamo ad          remmo disposti a sostenere che un cer-
esistere, infatti, sotto forma di mate-      vello meccanico non pensi? La distin-
ria organica, e siamo ad essa vincolati      zione tra umano e androide andrebbe
per il resto della nostra vita. Il pensare   fatta a priori o a posteriori? Per la ma-
necessariamente implica l’esistere, ma       teria di cui si è composti, o per il modo
non una forma qualsiasi dell’esistere,       in cui si agisce?
bensì una forma che sia capace di pen-       Per Cartesio il corpo umano non è che
sare. E quali sono le forme dell’esistere    una macchina di terra. Ma la res cogitans
che permettono anche di pensare?             vi è comunque legata attraverso ghian-
                                             dola pineale. Un aspetto organico è
Consideriamo un robot che si com-            sempre presente nelle visioni dualisti-
porti, esteriormente, proprio come           che del corpo: le cellule grigie pensano
un essere umano. Saremmo disposti a          per noi, il cuore è sede dei sentimenti,
dire che esso pensa? Già ci turba il fatto   il fegato si rode dalla rabbia, lo stomaco
di associare, linguisticamente, il verbo     si stringe per il dolore o la paura. Anche
“pensare” ad un soggetto tradizional-        un’interpretazione che veda il corpo
mente destinato, nella lingua italiana,      sottomesso ad un’anima, non prescin-
ad oggetti inanimati: esso. John Searle      de dall’importanza dello stesso, tant’è
nel 1980 lanciò proprio questa provoca-      vero che in tutte le religioni che riten-
zione: un computer opportunamente            gono lo spirito la vera essenza dell’uo-



                      PERLAPPUNTO 30
MENTEECORPO


mo è presente un aspetto di mortifica-      gli altri senza doversi necessariamen-
zione del corpo, sotto forma di digiuno,    te portare appresso il corpo: la virtua-
privazione, addirittura umiliazione, ne-    lizzazione del reale rende l’organismo
cessario al raggiungimento della fase di    sempre più superfluo. Abbiamo un ava-
beatitudine suprema, estasi o nirvana       tar, una descrizione magnificata di ciò
che sia.                                    che siamo, o vorremmo essere, ed un
                                            computer connesso ad internet. Tanto
Per quanto si possa tentare di con-         ci basta, spesso, per conoscere nuove
finarlo a fardello di carne, o carcere      persone, o meglio, immagini delle stes-
dell’anima, il corpo resta l’unico modo     se. Eppure con ciò non ci siamo liberati
che abbiamo di stare al mondo, e,                   del corpo, che continua ad es-
in definitiva, di esistere. Il corpo                       serci necessario per digi-
non è, con una sineddoche assai                             tare i tasti sulla nostra
diffusa nelle lingue europee, il                            qwerty, per osservare lo
braccio esecutore della men-                                          schermo, per
te, ma è qualcosa che stimola il                                       ascoltare musi-
pensiero attraver-                                                     ca, o la voce di
so i suoi impulsi                                                     chi sta al di là. I
nervosi, ciò che                                                    nostri polpastrel-
vede, sente, in                                                   li riconoscono al
una parola per-                                                tatto i pulsanti, il no-
cepisce, senza che                                          stro corpo si muove con
ciò gli sia stato prece-                                   grande agio tra i mecca-
dentemente ordinato. È                                    nismi di cui ci serviamo,
anche il nostro modo di inte-                           memorizzando senza che
ragire con gli altri, di instaurare                 noi ce ne rendiamo troppo con-
legami e relazioni. L’unico modo?           to la posizione dei tasti, l’intensità di
Quantomeno, l’unico mezzo. Se               forza necessaria per premerli... Il corpo
non avessimo questa consapevolezza,         è molto più presente di quanto non sia-
non ci daremmo pena di tagliarci i ca-      mo comunemente abituati a credere. E
pelli, vestirci alla moda (o scegliere di   il corpo virtuale che contribuisce a cre-
non farlo), modificare più radicalmente     are ne è niente meno che una filiazione
il nostro corpo con tatuaggi e piercing.    diretta, seppure virtuale. Il desiderio
Sentiamo di dover esprimere qualcosa        stesso di crearsi un corpo virtuale, un
di noi attraverso la nostra componente      corpo-cartoon, non può che nascere
fisica. È interessante osservare come si    dall’insoddisfazione per il corpo che si
cerchi oggi di entrare in contatto con      ha in realtà. Per il corpo che ci ritrovia-



                     PERLAPPUNTO 31
MENTEECORPO

mo ad avere, che possediamo.                  mente il proprio pensare. Il corpo è
Un corpo si ha? Si possiede?                  merce di scambio, organismo di sedu-
Questa presunzione di possesso del            zione: dall’infanzia alla terza (e quarta,
corpo da parte della mente insita nel         e quinta) età viene sottoposto a conti-
linguaggio comune stabilisce già una          nui trattamenti di manutenzione che
soggezione culturale dell’uno all’altra.      ne esaltano e conservano il potenziale
Vale la pena chiedersi se la stessa cosa      attrattivo. Le rughe non disegnano più
avvenga in tutte le tradizioni, e quan-       la storia delle battaglie della vita: sono
to questo incida sulla discrasia che può      imperfezioni da spianare, per avvici-
crearsi tra ciò che ci si sente (mental-      narsi ad un modello di bellezza sempre
mente) e ciò che si è (fisicamente). In       più irraggiungibile. Le silfidi che sfilano
modo quasi paradossale, è il corpo che        sulle passerelle di Milano hanno poco
decide linguisticamente che cosa sia-         della carnalità della bellezza italiana; le
mo, sebbene sia la mente a prevalere          dive alla Pamela Anderson somigliano
culturalmente su di esso e ad indicare        più ad imitazioni plastificate dell’esse-
come ci sentiamo. D’altronde, il corpo        re umano che ad essere viventi in carne
indica che cosa siamo per la società,         ed ossa. L’invecchiamento e la malattia
per il mondo – dal momento che per            sono condanne meritate – e in questo
gli altri non possiamo esistere se non        fa scuola l’etica americana, che col-
attraverso il nostro corpo – mentre la        pevolizza il soggetto come principale
mente rappresenta nell’idea comune            responsabile del suo indebolimento fi-
il nostro essere intimo e personale. La       sico.
questione interessa ognuno di noi, in         Quando i segni del decadimento si fan-
misura più o meno forte e lacerante.          no evidenti dal punto di vista estetico
Gli adolescenti sono più portati a inter-     e funzionale, immediatamente scatta
rogarsi in materia rispetto agli adulti,      l’esorcismo, secondo un ovvio mecca-
ma il problema non si esaurisce con gli       nismo di negazione. Ma perché negare
anni. E il conflitto si fa più evidente nel   il processo di maturazione del corpo?
caso, ad esempio, dell’omosessualità: il      Perché considerarlo un allontana-
corpo che si possiede può in certi casi       mento dall’ideale predefinito? Proprio
risultare allora “sbagliato”, non corri-      perché del corpo si ha un’idea – un
spondente a ciò che la mente ritiene di       concetto prodotto dalla mente – alla
essere. È questo un conflitto compro-         quale si considera naturale adeguarsi.
vante la distinzione netta tra mente e        L’operazione è chiaramente innatura-
corpo? La questione merita di non es-         le, ma viene accettata come normale
sere liquidata così semplicisticamente.       dalla società, forse in una reminiscenza
C’è anche chi del corpo fa la sua carta       del καλὸς κἀγαθός dell’antichità. Alla
vincente, e vi sottomette volontaria-         bellezza estetica viene associata la mo-


                      PERLAPPUNTO 32
MENTEECORPO

ralità, o meglio: all’immagine esteriore    bo, per i sorprendenti casi in cui un in-
viene associata un’approvazione auto-       dividuo in coma si risveglia ascoltando
matica dell’interiorità, che passa però,    le note di una canzone amata, o la voce
di fatto, in secondo piano. Sappiamo        di una persona cara. Viene spontaneo
bene che l’abito non fa il monaco, ma       quindi chiedersi se l’annullamento
siamo indotti a dimenticarcene dal-         del corpo coincida o meno con l’an-
la società stessa, da certe aberrazioni     nullamento della mente, e come i due
della politica, dai meccanismi della        aspetti si possano connettere. La que-
televisione, della pubblicità. Si giunge    stione introduce agli irrisolvibili dibat-
persino a ribaltare il concetto di salu-    titi sull’eutanasia, sul suicidio assistito,
te: circolano sul web blog e siti che in-   sull’accanimento terapeutico, sulla di-
neggiano alla magrezza assoluta come        gnità della persona umana, e richiama
ideale di bellezza, di successo e quindi    alla mente l’imbarazzo che caratterizza
di filosofia di vita. Consigli per vomi-    le discussioni sull’aborto, pragmati-
tare con semplicità, regole per impa-       camente liquidate alla fine con un ar-
rare a digiunare, tutto questo si legge     bitrario compromesso. Dove e quando
nella cosiddetta letteratura “pro-ana”      comincia l’uomo ad essere uomo? Nei
e “pro-mia”. Comunità reali e virtuali      geni? Nell’anima? Nel cervello? Dopo
esaltano le dee Ana (dell’anoressia) e      uno, tre, sette mesi dal concepimento?
Mia (della bulimia) e invitano a prati-     Le concezioni che si possono avere al
care la religione del non mangiare, con     riguardo portano agli esiti più diver-
tanto di comandamenti da seguire rigo-      si, e giustificano potenzialmente ogni
rosamente. In Italia sono due milioni i     posizione, da quelle più moderate fino
malati di anoressia, un decimo dei quali    all’eugenetica.
maschio, con un aumento dell’inciden-
za dei disturbi del comportamento ali-      Il corpo è insomma mezzo e moneta
mentare nella fascia femminile tra i 12     di scambio, strumento conoscitivo ed
e i 25 anni. Tutto questo può far parlare   espressione di noi stessi, è il cervello e la
di una vera e propria epidemia socia-       pelle, l’occhio che mette a fuoco, il neu-
le. Nessuno di noi sarebbe disposto a       rone che viaggia e il sangue che scorre.
sostenere che si tratti di un problema      Il corpo è fatto di atomi, di molecole,
soltanto fisico. La patologia del corpo     di chimica organica ma pur sempre di
non va scissa dalla patologia mentale,      chimica, così come di chimica sono fatti
tanto che non di rado si può parlare        i robot. Il corpo percepisce e la mente
di psicosomatosi: non solo per quanto       riordina? L’intelletto comprende? Che
riguarda, ad esempio, le degenerazio-       senso hanno queste distinzioni, a di-
ni del sistema nervoso, ma anche per i      stanza di secoli dalle prime diatribe al
comprovati successi dell’effetto place-     riguardo?


                     PERLAPPUNTO 33
MENTEECORPO


           Luca Bavassano

           L’appunto del medico: che cos’è
           davvero la ghiandola pineale

  La ghiandola pineale
 Relativamente trascurata dalla neurologia moderna, è stata invece oggetto di studi nei
 secoli passati per la sua posizione centrale, l’aspetto calcifico e il disegno creato al ta-
 glio anatomico. Per la medicina orientale, le informazioni ricevute dai campi di energia
 sottile attraverso la ghiandola pineale sono decodificate e trasmesse lungo la colonna
 vertebrale come vibrazione risonante. L’informazione viaggia ad altre parti del corpo
 attraverso canali di energia, campi bioelettrici, fibre nervose e sistemi di circolazione.


                                                   Comportamento e funzione
Con buona pace delle suggestionifilosofiche,
  ecco che cosa ne dice l’esperto in materia      l’epifisi è una ghiandola endocrina che
                                                  svolge una funzione regolatrice di tipo
Detta anche epifisi cerebrale, è una              prevalentemente inibitorio, agendo
ghiandola che come dice il nome ha                su altre ghiandole endocrine: l’ipofi-
forma di pigna, misura circa 8mm di               si (sia adenoipofisi sia neuroipofisi), il
lunghezza, fa parte del cervello e si tro-        pancreas endocrino, le paratiroidi, il
va in posizione mediana subito sotto              surrene, le gonadi (testicoli nell’uomo,
i due emisferi. Come altre ghiandole              ovaie nella femmina). Il principale or-
endocrine che debbano riversare i loro            mone che essa secerne è la melatonina:
ormoni nel torrente sanguigno, è ricca-           ormone monoaminoacidico prodotto
mente vascolarizzata e la sua struttura           all’interno dei pinealociti mediante un
risulta essenzialmente composta da:               processo enzimatico (nel quale pren-
pinealociti (neuroni altamente specia-            dono parte gli enzimi NAT e HIOMT) a
lizzati, all’interno dei quali avviene la         partire dall’aminoacido essenziale trip-
sintesi dell’ormone melatonina), vasi             tofano, esso viene immagazzinato in ve-
sanguiferi e fibre nervose.                       scicole cellulari.
                                                  La ghiandola pineale si comporta come


                       PERLAPPUNTO 34
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  • 1.  PERLAPPUNTO n.1 VERSIONE 1.7 design Simone Cingano 112 pagine interne + 4 pagine copertina PERLAPPUNTO 1
  • 2. PERLAPPUNTO PERLAPPUNTOn.1 AUTUNNO2009 Hannocollaboratoaquestonumero l’Università degli Studi di Genova il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Genova l’associazione culturale Il Rasoio il sito internet www.benessere.com Hannoprestatoilloropreziososupporto Paola Pastorino Erika Musso Luca Policastro SviluppoGrafico Simone Cingano PERLAPPUNTO PERLAPPUNTO 2
  • 3. INDICE 4 Editoriale di Maria Elena Buslacchi L’INTERVISTA 7 Robert Brandom: Towards an Analytic Pragmatism di Davide Costa MENTEECORPO 30 Il corpo e la mente. Corpo(ral)mente di Maria Elena Buslacchi 34 L’appunto del medico: che cos’è davvero la ghiandola pineale di Luca Bavassano 37 Rapporto mente-corpo e benessere psico-fisico di Eleonora Maino 45 Di che cosa parliamo quando parliamo di IA? di Matteo Casu 57 Idee affetti e neuroni: cosa ha da dire Spinoza sulle neuroscienze di Andrea Sangiacomo 67 Il divenire-animale e il post-umano di Paolo Vignola 81 Chi dice : “ho fame”? lo stomaco o il cervello? Aspetti fisiologici della digestione di Franca Granero Fabbri 87 Yoga: uno sguardo da Oriente di Alice Cervia 91 Consigli di lettura a cura di Linda Lovelli FILOSOFIANELMONDO 97 La comunità dei pensanti. Appunti sul Festival di Filosofia di Modena 2009 di Paolo Vignola RUBRICHE/SINESTESIE 102 Alterità, incontro, Nausea di Francesco Ferrari RUBRICHE/ISOGNIDELL’OROLOGIAIO 106 Come e perché comunicare l’Europa. Una porta aperta verso i nostri valori comuni di Giuseppe La Rocca RUBRICHE/SOSTENIAMO 110 Il consumo critico e i Gruppi di Acquisto Solidale di Alice Cervia PERLAPPUNTO 3
  • 4. EDITORIALE EDITORIALE Fondare una rivista non è un passatempo, e nemmeno un divertimento. Se siamo qui a scrivere queste parole è perché in molti ci siamo rosi il fegato per i ritardi, i pro- blemi, le difficoltà di organizzazione e di comunicazione degli intenti. Avevamo un obiettivo: scrivere di filosofia senza trattarla in modo autoreferenziale, rendendola accessibile - e interessante! - per un pubblico abbastanza ampio, ed evitando allo stesso tempo di scadere nella banalità. Forse questo è l’unico proposito che abbiamo rispettato. Spesso si parte con un’idea ben precisa di ciò che si vuole ottenere, senza rendersi conto che una creazione è un processo dinamico e in buona parte incon- trollabile, che prende vita tra le mani dei suoi autori e che spesso tenta di sfuggirne. E di questo ci siamo accorti in più di un anno di lavoro, che ha visto momenti di en- tusiasmo, di sconforto, di abbandono, di ripresa e di grande determinazione. Quasi nessuno dei membri della redazione è riuscito a mantenere la costanza che si era ripromesso, ma quasi tutti hanno potuto comunque contribuire proficuamente alla travagliata nascita di Perlappunto. Per questo i ringraziamenti vanno in particolare a Paolo Vignola, che non si è mai stancato di seguire il progetto, anche quando le riu- nioni di redazione si tenevano in due o tre perso- ne al massimo sui gradini di Balbi 4, a Samuele Dellepiane, a cui l’interesse per la rivista ha imposto salti mortali tra la stesura della tesi di laurea e il lavoro, a Simone Cingano, nostro grafico paziente e comprensivo, e a tutti i mem- bri dell’associazione culturale Il Rasoio. Perché quindi fondare una rivista? L’idea è nata dalla consapevolezza che la filosofia per molti è qualcosa di fumoso e complesso, spesso ri- condotto agli studi di storia della filosofia fatti al liceo. La nostra convinzione è invece che la filosofia sia innanzitutto un atteggiamento, un modo di pensare che mette in gioco le co- PERLAPPUNTO 4
  • 5. EDITORIALE noscenze pregresse, il senso critico, la curiosità per il nuovo ed una certa diffidenza naturale. Per questo può essere applicata a qualunque tema, e non dev’essere con- finata al mondo di pochi esperti, ma aperta a tutti. Certo, la lettura delle pagine che seguono non apparirà semplice e scontata ad ognuno di noi, ma la questione è so- spesa. Perlappunto è un dialogo. Perlappunto: si dice di non gettare le perle ai porci, ma chi sa chi sono i porci? E chi può vantare la fortuna di possedere queste perle di saggezza? Ad ogni articolo sarà associata, online (su www.perlappunto-lab.blogspot.com), una discussione, perché si possa riprendere il filo del discorso e trovare spunti di rifles- sione nel confronto, sia tra specialisti che con i non addetti ai lavori. Per questo in- terpelleremo su grandi temi - come quello del rapporto tra mente e corpo in questo primo numero - importanti nomi della filosofia contemporanea e professionisti di altre discipline, ricercatori e studenti, appassionati e cultori. Con il solo requisito della serietà (ma non necessariamente della seriosità!). Perlappunto, in sostanza, è una proposta: un invito ad osservare e a pensare, a fer- marsi a riflettere sulle curiosità del mondo, del linguaggio, delle pratiche dell’uomo. Un appello alla messa in discussione e alla tematizzazione della realtà e dell’attua- lità, che non sia vano sproloquio ma analisi profonda, secondo diverse prospettive. Cerchiamo un’osservazione dall’interno e dall’esterno dei fatti, aspiriamo a rendere sfaccettata la visione della realtà, troppo spesso appiattita su immagini semplicisti- che. Per farlo, abbiamo bisogno che le pagine di Perlappunto siano solo un punto di partenza, e che l’impegno ce lo mettano i lettori. Non stiamo cercando di cambiare il mondo, non abbiamo l’ambizione di migliorarlo con questi scritti, ma siamo convinti di poterlo rendere, almeno in piccola parte, più consapevole di se stesso. Perlappunto, passaparola. Maria Elena Buslacchi PERLAPPUNTO 5
  • 6.  L’INTERVISTA PERLAPPUNTO 6
  • 7. L’INTERVISTA Davide Costa Towards an Analytic Pragmatism: un’introduzione all’inferenzialismo semantico di R. Brandom L’università di Genova ha ospitato nelle idee principali che furono proposte a Pra- giornate dal 20 al 23 Aprile 2009 il conve- ga, ha proposto papers e relative discussio- gno dedicato alla figura di Robert Bran- ni nelle seguenti aree tematiche: Modality, dom: “Towards an analytic pragmatism, intentionality and discoursive practice; Lo- Workshop on Bob Brandom’s recent phi- gic, semantics and the theory of meaning; losophy of language”. Il convegno è nato Intentionality and the philosophy of mind; con l’intento da parte del comitato scien- Pragmatism and metaphysics.. Il comitato tifico di approfondire il tema dell’“Analitic scientifico, composto interamente da stu- pragmatism” nei suoi legami con l’infe- diosi italiani, si è preoccupato di allestire renzialismo e con le altre discipline filoso- una giornata introduttiva al workshop in fiche, per dare continuità alla discussione cui sono stata presentate alcune delle idee filosofica sperimentatasi nel convegno di cardine della filosofia di Brandom. I relato- Praga (2007) “Between saying and doing: ri, tra cui lo stesso R. Brandom e Danielle Towards an analytic pragmatism”. Macbeth (Haverford College), provenivano Nel 2006, con le John Locke Lectures, R. per la maggior parte da università europee Brandom ha gettato le fondamenta per (Germania, Olanda, Italia, Francia, Polonia, una visione del linguaggio il cui scopo è di Repubblica Ceca, Svezia, Inghilterra), oltre conciliare il pragmatismo classico con la che da Giappone e Sud Africa, il che con- tradizione semantica della filosofia analiti- ferma l’avvenuta diffusione delle idee del ca. L’“Analityc Pragmatism” condivide con filosofo americano nei contesti filosofici l’inferenzialismo l’idea secondo la quale i europei e, in particolare, in quelli italiani vocabolari logico, modale, normativo e in- – tendenza che solo una decina di anni fa tenzionale esprimono un significato che è non si sarebbe certo potuta rilevare, come implicito nelle inferenze materiali piutto- mostra la ancora scarna e nascente lettera- sto che in quelle formali. Ma esso fornisce, tura in lingua italiana su Brandom e sulle inoltre, nuove possibilità per comprendere sue idee. l’empirismo, il naturalismo e il funziona- lismo in epistemologia ed il loro apparato Dalla parte dell’uditorio, il convegno concettuale. ha visto la partecipazione di docenti, stu- Il workshop genovese, che ha rappresenta- denti e dottorandi in discipline filosofiche, to l’occasione di discutere e sviluppare le ma non solo, appartenenti a università ita- PERLAPPUNTO 7
  • 8. L’INTERVISTA liane e straniere, che hanno sviluppato e ma infatti il “metodo socratico” di Sellars, continuato la discussione anche al di fuori cioè quel metodo che “serve allo scopo di delle sedi ufficiali del workshop. Visto l’in- rendere esplicite le regole che abbiamo teresse che si è creato attorno al convegno, adottato per il pensiero e l’azione” . Forse Perlappunto ritiene opportuno introdurre è il caso di ricordare che Sellars è, tra tutti in modo generale le idee di Brandom, in gli autori statunitensi, quello che più am- particolare l’inferenzialismo semantico, e piamente si rifà a Kant, anzi, quello il cui proporre l’intervista al filosofo realizzata scopo esplicito era «spostare la filosofia dalla dott.ssa Silvia Panizza nelle date del analitica dalla fase humeana alla fase kan- convegno. tiana». Kant, Frege e Wittgenstein vengono così filtrati attraverso la lettura di Sellars; e in particolare i “giochi linguistici” di Wit- tgenstein vengono in parte abbandonati a favore della centralità del “gioco di chiede- re e dare ragioni”, che è il vero segno della Da Making it explicit a Between razionalità e del linguaggio” Saying and Doing: una panorami- (C. Penco, “Ragione e pratica sociale”, Rivi- ca sull’inferenzialismo semantico di sta di filosofia, 3, 1999: p. 467-489). R. Brondom. L’inferenzialismo si occupa dell’uso e del “Making it explicit” e “Articulating Reasons” contenuto dei concetti. La sua idea por- tante è che i significati delle espressioni Insieme a John McDowell, Robert Brandom linguistiche devono essere concepiti nei è uno dei filosofi emergenti della reazione termini dello specifico ruolo che svolgono al naturalismo filosofico; seguace di Wilfrid nel ragionamento. La strategia brandomia- Sellars, è l’autore americano che più si av- na è pragmatista poiché assegna priorità vicina al dialogo con la filosofia continen- alla pratica applicativa dei concetti, rico- tale e propone una rivalutazione di Kant e struendo a partire da questa il contenuto Hegel nella filosofia analitica. Gli autori a e non viceversa. Questo tipo di pragma- cui Brandom fa riferimento sono Kant, Fre- tismo concettuale si propone di spiegare ge e Wittgenstein, in prospettiva storica; la conoscenza che (la credenza che, l’af- Dummett, Rorty, Lewis e Chastain, per ciò fermazione che) le cose stanno in un cer- che riguarda il dibattito contemporaneo. to modo nei termini di saper come, di co- noscenza del modo in cui (di come essere “A partire da questi riferimenti storici, la in grado di) fare qualcosa. In questo senso riflessione filosofica viene filtrata attra- dobbiamo confrontarci con il contenuto verso alcune intuizioni essenziali di Wil- di proposizioni concettualmente esplicite, frid Sellars, filosofo pragmatista e fonte di partendo da ciò che è implicito nelle prati- ispirazione principale del libro Making it che dell’usare espressioni, fare appello o explicit, e dello stesso titolo. Il titolo richia- acquisire credenze. Potremmo riassumere PERLAPPUNTO 8
  • 9. L’INTERVISTA questo approccio con lo slogan di Wilfrid stiche né discorsive. Brandom tenta di di- Sellars “ Afferrare un concetto è afferrare scostarsi da Wittgenstein affermando che l’uso di una parola”. il linguaggio non è un aggregato eteroge- neo, ma ha un centro: le pratiche inferen- Ciò che distingue le pratiche specifica- ziali di produrre e consumare ragioni sono mente discorsive è, per Brandom, la loro il centro urbano della regione delle prati- articolazione inferenziale. I concetti, che che linguistiche. vanno valutati per il loro ruolo nel ragio- I contenuti proposizionali diventano così namento, ricevono contenuto, in partico- alla portata di coloro che partecipano alle lare, dalle pratiche di dare e richiedere ra- pratiche linguistiche. Ad esempio, la sem- gioni. Rendere esplicito qualcosa significa plice capacità di discriminare le cose ros- presentarlo in una forma in cui contem- se da quelle che non lo sono non significa poraneamente serve da ragione e richie- ancora essere consapevoli di esse in quan- de ragioni: una forma in cui possa servire to rosse. “La discriminazione mediante sia da premessa che da conclusione di una la produzione di risposte ripetibili (che premessa. Un enunciato potrebbe essere operata risulta così essere il punto “Afferrare un anche da una macchina concetto è medio tra le sue condizio- o da un piccione) ha un ni e le sue conseguenze di effetto di cernita sugli sti- applicazione. Un parlante competente deve sentirsi afferrare l’uso moli che la producono, e in questo senso li classifi- responsabile di ciò che lo giustifica a fare una de- di una parola” ca, ma non si tratta anco- ra di una classificazione terminata asserzione e di Wilfrid Sellars concettuale”(Brandom quel che ne consegue. Dire 2002, pag 26). Potremmo che le cose stanno in un certo modo signifi- anche immaginare una pratica normativa ca assumere un particolare tipo di impegno secondo la quale la risposta appropriata inferenzialmente articolato, proponendo alle cose rosse sia emettere un certo suono. ciò che si dice o si pensa come premessa Ma non ci troveremmo ancora nell’ambito confacente per ulteriori inferenze, vale a del concettuale. “L’aquaintance intenzio- dire autorizzando a usarlo come premessa, nale, potremmo dire parafrasando Rus- e assumendosi la responsabilità di dimo- sell, a differenza di quella estensionale è strare il proprio titolo a tale impegno, di una prerogativa delle creature provviste giustificare la propria autorità nelle circo- di linguaggio. Esse sono le uniche in gra- stanze opportune, di solito presentando la do di dare espressione a un contenuto col propria affermazione come conclusione di trattarlo in modo inferenzialmente signifi- un’inferenza da altri impegni di tale tipo ai cativo. (Picardi Eva, in R. Calcaterra, a cura quali si ha titolo. di, Pragmatismo e filosofia analitica, Mace- Le pratiche che non comprendono l’esame rata, Quodlibet, pag. 155). Un pappagallo delle ragioni non sono pratiche né lingui- addestrato a dire “è rosso” di fronte a cose PERLAPPUNTO 9
  • 10. L’INTERVISTA rosse non comprende le proprie risposte, logica delle ragioni alle inferenze formal- sebbene esse possano significare qualcosa mente valide. Il pregiudizio fondamentale per noi. In questo caso, per produrre un alla base di questo tipo d’approccio è ciò resoconto occorre avere il concetto di “co- che Sellars ha battezzato come “il dogma lore”. Il pappagallo non può considerare “è ricevuto”, ovvero l’idea per cui l’inferenza rosso” come incompatibile con “è blu”, né che trova espressione in “Piove dunque le sa che segue da “è scarlatto” e implica “è strade saranno bagnate” è un entimema. colorato”. Data questa delimitazione infe- L’approccio formalista vede nell’adesione a renziale del concettuale, dovrebbe apparir- questo tipo di inferenze la credenza in un ci chiaro che per padroneggiare un concet- condizionale. Così, l’inferenza dell’esempio to dobbiamo padroneggiarne molti, perché precedente viene intesa come se compren- afferrare un concetto significa afferrare desse implicitamente il condizionale “Se almeno una parte delle sue relazioni infe- piove le strade saranno bagnate”. Aggiunta renziali con altri concetti. questa premessa, l’inferenza diventa uno Il tipo di inferenze che Brandom ha in schema formalmente valido di eliminazio- mente e che costituisco la materia pri- ne del condizionale. Il “dogma” esprime ma dell’inferenzialismo semantico sono l’adesione ad un ordine di spiegazione che le inferenze materiali. Brandom presenta considera tutte le inferenza buone o cat- l’inferenza materiale come quel “tipo di tive solo in virtù della loro forma logica, inferenza la cui correttezza determina il mentre il contenuto delle asserzioni che ne contenuto concettuale delle sue premes- fanno parte sarebbe rilevante solo per la se e delle sue conclusioni”(Brandom 2002, verità delle premesse (implicite). pag. 60). Consideriamo, ad esempio, l’ infe- L’approccio inferenzialista rifiuta il “dog- renza da “Princeton è a est di Pittsburgh” ma” privilegiando l’idea che si debba attri- a “Pittsburgh è a ovest di Princeton”. È il buire una comprensione della logica di tipo contenuto dei concetti ovest e est che ne fa implicito che si manifesta nella capacità di una buona inferenza. L’adesione a questo saper riconoscere buone o cattive inferen- tipo di inferenze costituisce, a parere di ze materiali. Seguendo Sellars, Brandom Brandom, parte della comprensione e della sostiene che le regole materiali sono es- padronanza di quei concetti, in modo del senziali per il significato quanto le regole tutto indipendente da qualunque compe- formali, perché contribuiscono a precisare tenza logica specifica. dettagliatamente “la struttura architetto- Spesso, dice Brandom, l’articolazione in- nica all’interno degli archi portanti della ferenziale viene identificata con quella forma logica”. Secondo Sellars, un’espres- logica e le inferenze materiali vengono sione possiede un contenuto concettuale dunque considerate una categoria deriva- che le deriva dall’essere inserita in inferen- ta, ma questo non è altro che un equivoco ze materiali. In termini tradizionali, tanto derivante dall’uso del concetto di logicità in il contenuto dei concetti quanto la loro nessi di circostanze e conseguenze di appli- forma logica sono determinati dalle regole cazione che restringono la nozione di forza della comprensione. PERLAPPUNTO 10
  • 11. L’INTERVISTA A conferma della priorità delle inferenze nel pensiero e nell’azione, ed io interpre- materialmente corrette su quelle formal- terò il nostro giudizio che A determina ca- mente valide si aggiunge il fatto che, se- sualmente B come l’espressione di una re- condo Brandom, le seconde sono derivabili gola che governa i nostri usi di A e di B”(W. dalle prime, ma non viceversa. Sellars, “Languages, rules and behavior”, in Pure pragmatism and posible words, pag 136). “Dato un sottoinsieme di vocabolario che “ Sellars intende queste asserzioni modali sia privilegiato, o in qualche modo distin- come licenze di inferenza, che esprimono to, un’inferenza può essere considerata come contenuto di un’asserzione l’appro- buona in virtù della sua forma, rispetto a priatezza dei passaggi inferenziali. Inoltre, tale vocabolario, esattamente nel caso in ritiene che la funzione di tali asserzioni sia cui è un’inferenza materialmente buona, di rendere espliciti, nella forma di regole e non può essere convertita in un’infe- asseribili, gli impegni fino a questo punto renza materialmente cattiva sostituendo rimasti impliciti nelle pratiche inferenzia- nelle sue premesse e conclusioni espres- li. Il metodo socratico serve a porre sot- sioni non appartenenti al sottoinsieme to controllo razionale le nostre pratiche privilegiato con altre espressioni non […]”(Brandom 2002, pag. 63). privilegiate”(Brandom 2002, pag. 62). Brandom afferma quindi che sia l’inferen- Data questa nozione sostituzionale di infe- za “piove, aprirò l’ombrello” sia “piove, le renza formalmente buona, se ciò che cer- strade saranno bagnate” non sono enti- chiamo è la forma logica, dobbiamo poter memi. Qualcuno sosterebbe ad esempio distinguere, in via preliminare, una parte che la prima inferenza sarebbe incompleta del vocabolario come peculiarmente logico se non ci fosse il mio desiderio di restare per poi giungere, scovando le caratteristi- asciutto. Ma il fatto che l’aggiunta di una che inferenziali invarianti sotto sostituzio- premessa incompatibile con il mio deside- ne, all’idea di inferenza logicamente valida. rio di restare asciutto infirmerebbe l’infe- Mi sembra opportuno menzionare che alle renza non mostra, secondo Brandom, che tesi correlate per cui i contenuti concettuali questo desiderio svolgesse già il ruolo di sono ruoli inferenziali e la nozione genera- premessa implicita. le di inferenza rilevante per tali contenuti L’inferenza materiale non è monotona. Non deve includere le inferenze materialmente lo è nel ragionamento ordinario, e quasi corrette, si deve aggiungere una terza idea, mai nelle scienze particolari. Il nostro ra- sempre di paternità di Sellars, che conferi- gionamento effettivo permette sempre la sce, secondo Brandom, una direzione inte- costruzione di gerarchie inferenziali con ressante a questa linea di pensiero. Sellars, un’oscillazione come questa: in uno dei suoi primi articoli, la espone nel • Se sfrego questo fiammifero asciutto e modo seguente: integro, allora si accenderà. ( p → q ) “il metodo socratico ha lo scopo di rende- • Se p e il fiammifero si trova in un cam- re esplicite le regole che abbiamo adottato po elettromagnetico molto forte, allo- PERLAPPUNTO 11
  • 12. L’INTERVISTA ra no si accenderà. ( p ˄ r → ¬ q ) tosto che nei termini di rappresentazione. • Se p e r e il fiammifero è in una gabbia La capacità di condurre tale ragionamento di Faraday, allora si accenderà. non deve essere identificata in modo esclu- (p˄r˄s→ q) sivo con la padronanza di un calcolo logico. • Se p e r e s e nel locale non c’è ossigeno, Oltre al ragionamento teoretico e pratico allora non si accenderà. che ricorre a contenuti costituiti dal loro ( p ˄ r ˄ s ˄ t → ¬ q) ruolo nelle inferenze materiali, c’è un ge- nere di razionalità espressiva che consiste In questi contesti non è possibile, per Bran- nel rendere espliciti, nella forma di conte- dom, salvare la monotonicità avvalendo- nuti asseribili, gli impegni inferenziali im- si di clausole ceteris paribus. Tali clausole pliciti che conferiscono un contenuto. sono problematiche in quanto non sono eliminabili: non possono essere espresse Questi tre temi, presenti in Frege e in Sel- esplicitamente sotto forma di una serie di lars, forniscono gli elementi a partire dai premesse addizionali perché, oltre alla ne- quali si sviluppa l’inferenzialismo contem- cessità di una lista potenzialmente infinita poraneo, ma è nel lavoro di Dummett che delle condizioni che vorremmo escludere, rintracciamo la possibilità di ridefinirli l’appartenenza a questa lista sarebbe inde- perspicuamente all’interno di un modello finita. Non possiamo specificare in antici- generale dei contenuti concettuali. Secon- po cosa vi comparirà. Affermare “ceteris pa- do tale modello l’uso di una qualunque ribus, q segue da p” significa che “q segue da espressione linguistica, o concetto, ha due p a meno che non vi sia qualche condizione aspetti: infirmante o interferente”. Ma ciò equivale 1. le circostanze in cui l’uso, il proferimen- a dire che q segue da p tranne nei casi in to o l’applicazione di tale concetto cui, per qualche ragione, q non segue da p. sono corretti. L’inferenza materiale 1 va bene così com’è. 2. le conseguenze appropriate della sua Ma se vogliamo riconoscere il fatto che essa applicazione. possa costituire la base di una gerarchia oscillante di inferenze, è possibile farlo ri- “Benché Dummett non compia tale passo, formulandola così come segue: 1° Se sfrego questo modello può essere messo in rela- questo fiammifero asciutto e integro, allo- zione con l’inferenzialismo mediante il ra, ceteris paribus, si accenderà. principio che il contenuto cui si è vincolati dall’uso del concetto o dell’espressione può Abbiamo, così, delineato le tre tesi essere rappresentato dall’inferenza cui im- che, in modo generale, permettono di de- plicitamente si aderisce mediante tale finire l’aspetto centrale dell’inferenziuali- uso, ciò l’inferenza dalle circostanze ap- smo à la Brandom: propriate di applicazione alle conseguenze appropriate di tale applicazione”(Brandom Il contenuto concettuale può essere inteso 2002, pag. 68-69). in termini di ruolo di ragionamento piut- PERLAPPUNTO 12
  • 13. L’INTERVISTA Il modello bidimensionale di Dummett è tività linguistiche in cui il parlante è impe- una generalizzazione del modo standard di gnato socialmente, questo comporta a sua specificare i ruoli inferenziali dei connet- volta una visione olistica del linguaggio. Lo tivi logici introdotto da Gerard Gentzen. stesso Brandom afferma che: L’applicazione al contenuto proposizionale espresso da un enunciato è immediata. Ciò “la semantica inferenzialista ha schietto carat- che corrisponde ad una regola di introdu- tere olista: secondo la spiegazione inferenziali- zione per un contenuto proposizionale è un sta del contenuto concettuale, non è possibile insieme di condizioni sufficienti per asserirlo, avere alcun concetto a meno di averne molti, ciò che corrisponde ad una regola di elimi- perché l’articolazione del contenuto di ciascun nazione è l’insieme di conseguenze necessarie concetto dipende dalle sue relazioni inferen- della sua asserzione, ciò che segue dal farlo. ziali con altri concetti. […] L’olismo concettuale Per Brandom, queste sono due caratteristi- non è una scelta a cui ci si possa sentire spinti che fondamentali dell’uso delle espressio- indipendentemente dalle considerazioni che ni linguistiche, ma il legame tra rilevanza conducono ad una concezione inferenziale del pragmatica e contenuto inferenziale de- concettuale; piuttosto, è una conseguenza di- riva dal fatto che asserire un enunciato retta di tale approccio”(Brandom 2002, pag. 25). equivale ad assumere implicitamente un impegno verso la correttezza dell’inferen- Io credo che uno dei principali motivi del za materiale dalle sue circostanze alle sue rifiuto brandomiano dell’impostazione conseguenze di applicazione. Possiamo so- molecolare à la Dummett sia rintracciabile stenere con [Penco 2004 e 2009] che Bran- in una delle principali difficoltà con cui il dom ha sicuramente contratto un debito molecolarista ha a che fare: “il paradosso con Dummett, ma ne ha anche superato, dell’inferenza”: non sappiamo se correttamente, un tabù. Dummett ha definito il significato come “Se in un’inferenza la conclusione non è con- giustificazione anche perché riteneva che tenuta nelle premesse, essa non può essere le conseguenze di un enunciato siano un valida; e se la conclusione non è diversa dalle insieme aperto e troppo vasto per poter premesse essa è inutile; ma a conclusione non servire da criterio definitorio del signifi- può essere contenuta nelle premesse ed essere cato. La semantica inferenziale, analoga- anche nuova; quindi le inferenze non possono mente alla teoria giustificazionista di Dum- essere insieme valide e utili”(Cohen, Nagel, mett, si propone come un’alternativa alla 1934, pag. 173). semantica modellistica. Comprendere il si- gnificato è impegnarsi in una rete di diritti Credo che Brandom ritenga il paradosso e impegni: il significato di un enunciato de- dell’inferenza un limite che una teoria del riva dall’intreccio delle diverse prospettive significato non dovrebbe presentare. Un con cui i parlanti si impegnano sulla rete di limite che, come la sua soluzione, è legato inferenze a esse connesse. Questo compor- ad un determinato modo di intendere il ta che il significato dipende da tutte le at- linguaggio. Credo che sia su queste basi che PERLAPPUNTO 13
  • 14. L’INTERVISTA Brandom critichi il sistema di Dummett di- to sulla nostra attività di “tenere i punti” cendo che delle azioni altrui, come si tengono i punti delle azioni altrui nel baseball. Siamo fon- “è un ideale del tutto particolare quello che damentalmente degli scorekeepers, perso- sarebbe realizzato da un sistema di contenu- ne che si segnano i punti per ogni azione ti concettuali tale che le inferenze materiali che fanno gli altri partecipanti al gioco” implicite in ogni sottoinsieme di concetti rap- (Penco, 1999,in Rivista di Filosofia, 3, Dic., presentassero un’estensione conservativa dei pp.467-486). Ad esempio, se qualcuno as- concetti restanti nel senso che non sarebbe serisce “questa stoffa è rossa” dovrebbe autorizzata alcuna inferenza, in cui interve- aggiungere al proprio punteggio “questa nissero solo i concetti restanti, che non fosse stoffa è colorata”. Questo è un esempio in già autorizzata dai soli contenuti associati a cui compiere una mossa obbliga un gioca- quest’ultimi. Un sistema del genere è un’idea- tore ad essere disposto a compierne anche lizzazione perché i contenuti di tutti i suoi con- un’altra. Per questa ragione, possiamo con- cetti sarebbero già palesi. Nessuno rimarrebbe cepire l’esecuzione di un’asserzione come celato, in modo da poter essere rivelato […] tra- “l’assunzione di un genere particolare di endo conclusioni cui non si era in precedenza atteggiamento normativo nei confronti di consapevoli di essere autorizzati o impegnati un contenuto inferenzialmente articola- da qualche insieme di premesse. […] Questa ti”. Assumere un impegno significa essere trasparenza completa degli impegni e dei titoli disposti ad accettare le conseguenze infe- è in un certo senso una proiezione ideale della renziali di un’asserzione. Avere titolo per pratica socratica che trova i contenuti e gli im- un’asserzione significa avere delle ragioni pegni usuali bisognosi di essere confrontati tra da offrire per essa, antecedenti inferenzia- loro, mettendo in evidenza caratteristiche infe- li, relazioni a contenuti che possono servi- renziali da essi possedute di cui non eravamo re come premesse da cui derivare il titolo al consapevoli”(Brandom 2002, pag.78-79). contenuto originario. Questi due aspetti della dimensione L’idea di Brandom è stata di scindere normativa sono interconnessi. I titolo di in due parti la nozione di asseribilità. Più cui si parla, sono titoli per assunzione di precisamente, dove i teorici dell’asseribiltà impegni. Possiamo dire che due contenuti ricorrono ad un solo tipo di status norma- asseribili sono incompatibili quando l’im- tivo (giustificazioni o ragioni sufficienti pegno nei confronti di no preclude il titolo per asserirlo) Brandom prende in consi- all’altro. “Questa stoffa è rossa” sottrae il derazione due generi di status normativo: titolo all’impegno che si assumerebbe con l’impegno e il titolo. Secondo Brandom, l’enunciato “questa stoffa è verde”. nessun insieme di pratiche può essere Brandom, infine, crede che le dif- considerato un gioco di dare e richiedere ficoltà legate ad un’impostazione olistica ragioni a meno che non includa il ricono- possano essere superate studiando le di- scimento dei suddetti status normativi. Il namiche sociali dello scambio di opinio- gioco di dare e richiedere ragioni “è basa- ni come convergenza verso i significati. PERLAPPUNTO 14
  • 15. L’INTERVISTA Secondo Brandom, possiamo assumere Between saying and doing: due tipi di attitudine nei confronti delle asserzioni di ciò che le altre persone di- In La filosofia e lo specchio della natura, R. cono. Possiamo attribuire una credenza o Rorty ci ha consegnato l’immagine di una sottoscriverla. Un resoconto de re di una cre- tradizione filosofica dominante, di cui la denza esprime il fatto che chi riporta una filosofia analitica ha o avrebbe rappresen- credenza altrui non la sottoscrive, mentre tato l’ultima istanza, eretta sull’idea che vale il contrario con la credenza de dicto. l’essenza del linguaggio fosse la rappresen- La distinzione in questione arricchisce tazione del mondo. Secondo la suddetta tra- l’idea dell’attività sociale del dare e richie- dizione, le parole e le asserzioni si riferisco- dere ragioni, in quanto introduce l’invito no rispettivamente ad aspetti del mondo e a riflettere su ruolo che possono avere i a fatti. Rorty ci ha mostrato che una siffatta “diversi punti di vista” nell’ambito dei di- concezione del linguaggio viene contra- ritti e degli impegni ad asserire qualcosa, stata dalla visione pragmatista, secondo nell’ambito dello scorekeeping. “This should la quale le nozioni rappresentazionali del be enough1 to face the above mentione riferimento e della verità sono fondate su problem of defining communication in a la nozione primaria di uso del linguaggio, holistic vision: communication does not come affermare ed inferire. require the previous sharing of common Between sayin and doing (BSD) sviluppa in contents, but it is a process in which spea- una prospettiva storica la contrapposizio- kaers converge towards the same concepts ne tra il pragmatismo e la filosofia anali- in the activity of attributing and underta- tica. Il progetto in BSD è motivato da una king commitments to certain inferences particolare concezione della storia della and substitutions”(Penco, Assertion and filosofia analitica. Secondo Brandom, la inference, in Proceedings of the Workshop on tradizione semantica in filosofia analitica Bob Brandom’s Recent Philosophy of Language: si è concentrata sulla possibilità di ridurre towards an analytic pragmatism (TAP-2009) o ricostruire i vocabolari a partire da uno Genoa, Italy, April 19-23, 2009). base. Questa tendenza è alla base di due Asserire e inferire sono pratiche intima- espressioni fondamentali in filosofia qua- mente correlate. L’asserzione è la pietra li l’empirismo e il naturalismo. Entrambi angolare nella semantica e nella pragma- hanno tentato di mostrare come i problemi tica inferenzialista. Nella nuova terminolo- legati ad un vocabolario potessero essere gia di Between saying and doing l’asserzione ricostruiti con l’appello ai significati di un diventa “the minimal kind of doing which vocabolario filosoficamente privilegiato, conuts as saying”(BSD 42). Parlando in ter- in cui la logica compare come un aiuto in- mini semantici, possiamo dire che solo ciò dispensabile e come una fonte di legittima- che può stare in relazioni inferenziali può zione. Tali programmi si differenziano per contare come il contenuto di un’asserzio- il tipo di vocabolario che ritengono essere ne. il privilegiato. L’ empirismo si appella al vocabolario osservativo, mentre il natura- PERLAPPUNTO 15
  • 16. L’INTERVISTA lismo fa riferimento al vocabolario della ve ad ottenere il chiarimento in questione, fisica o delle scienze naturali. Essi conver- dobbiamo, però, poi spiegare il ruolo infe- gono maggiormente nell’individuare quali renziale di queste espressioni. Ma il ruolo forme di discorso siano da ritenersi proble- inferenziale di un’espressione non può matiche. Entrambi considerano gli aspetti essere spiegato sena fare riferimento alle normativi, modali, semantici e intenzionali informazioni collaterali. Quindi, postulare come oggetti di ricostruzione. il significato non è sufficiente per rendere Brandom presenta un nuovo apparto te- conto dell’uso. 3. La critica di Wittgenstein oretico detto “meaning-use analysis”, all’idea di postulare il significato per spie- che egli considera come una possibilità gare l’uso. Ciò presupporrebbe che tutti gli di estendere, o di correggere, il progetto usi del linguaggio siano modi di esplicita- classico in filosofia analitica. Tale apparato re un’unica pratica.: rappresentare stati di è sorto dal ripensamento delle idee, degli cose. Brandom vede in Wittgenstein colui esempi e delle argomentazioni proposte in che ha posto fine alla speranza di poter Making it explicit (MIE). Possiamo, quindi, costruire una teoria sistematica del signi- leggere BSD sia come un nuovo progetto ficato, consegnando gli studi filosofici sul in grado di svilupparsi autonomamente sia linguaggio ad una prospettiva storica, an- come una nuova chiave di accesso alle idee tropologica, pratico sociale, in cui demisti- esposte precedentemente in MIE. ficare le ambizioni dei filosofi. Brandom, d’accordo con Rorty, conside- L’dea che anima l’argomentazione di Bran- ra l’errore della filosofia analitica un ber- dom è di evitare il contrasto tra la seman- saglio che il pragmatismo ha il potere di tica formale e l’accento posto da Wittgen- abbattere o modificare. L’apporto della stein sull’uso di un’espressione in quanto tradizione pragmatista deve essere quello chiave per comprenderne il significato. La di riuscire a fare spostare l’attenzione dal relazione tra vocabolari a cui pensa Bran- significato all’uso, di sostituire la preoc- dom non è né di traducibilità né di riduci- cupazione per i problemi semantici con bilità o sopravvenienza. Egli è alla ricerca quella per la pragmatica. Brandom indi- di una relazione in cui un vocabolario pos- vidua tre linee argomentative a favore di sa permettere a qualcuno di dire cosa biso- questo spostamento: 1. La critica di Sellars gna fare per essere considerati come una all’empirismo: il vocabolario fenomenico persona che padroneggia quel vocabolario. in quanto vocabolario base non è autono- Prediamo, ad esempio, le abilità pratiche mo. 2. L’adozione del punto di vista della coinvolte nella percezione: ciò che faccia- critica di Quine all’empirismo, che si basa mo quando riconosciamo qualcosa come su ciò che Bradnom chiama “metodologi- rosso è sufficiente per affermare che quel cal pragmatism”, il punto di vista per cui il qualcosa è rosso. Queste abilità sono indi- compito primario di una teoria del signifi- spensabili a quella ulteriore di riconoscere cato è di spiegare, codificare o illuminare che qualcosa sembra rosso. Infatti, senza l’uso delle espressioni linguistiche. Quine l’abilità di riconoscere qualcosa come ros- sostiene che se il postulare i significati ser- so è impossibile disporre dell’abilita che ci PERLAPPUNTO 16
  • 17. L’INTERVISTA permette di affermare che qualcosa sem- P1. In secondo luogo, egli sostiene che per bra rosso. Ciò mostra che il vocabolario l’esercizio dell’abilità P1 in modo appro- osservativo o fenomenico non è un voca- priato e nelle giuste circostanze, si può bolario indipendente, ma è fondato su un esercitare un altro insieme di abilità, P2. P2 vocabolario in cui riportiamo le percezioni. si ottiene con un’elaborazione algoritmica La risposta brandomiana alla sfida di Wit- a partire da P1. in fine, Brandom argomen- tgenstein è l’”analitic pragmatism”. Come ta che le abilità elaborate P2 risultano suffi- ho detto, Brandom incorpora le intuizioni cienti per l’uso del vocabolario base. delle critiche pragmatiste del tipo: l’unica Brandom comincia con un’alasi relativa- spiegazione ci potrebbe essere per come mente semplice del vocabolario logico dei un dato significato viene associato un vo- condizionali. La visione Brandomiana dei cabolario si trova nell’utilizzo di questo vo- condizionali, esposta già in MIE, si con- cabolario. Egli non accetta di dover sceglie- centra sul fatto che le locuzioni logiche re tra un’impostazione semantica stretta- permettano di esprimere le pratiche ma- mente formale e una terapia pragmatista teriali senza essere necessarie per potervi destinata ad operare caso per caso. Il cuo- prender parte. Brandom assume che l’as- re dell’ “Analitic Pragmatism” consiste serzione sia una componente essenziale nell’idea per cui la relazione tra significato per qualsiasi pratica linguistica e che essa e uso debba essere spiegata nei termini di e l’inferenza si presuppongano a vicenda. due componenti pragmatiche: (i) quali tipi Nessuno può affermare di padroneggiare di abilità e pratiche debbano essere posse- una pratica senza padroneggiare anche dute da un soggetto affinché esso appaia l’altra. Il concetto fondamentale di infe- come qualcuno in grado di dire cose dotate renza è quello di inferenza materiale, in di significato. (ii) ciò che si deve dire per cui il vocabolario logico non si verifica (in poter specificare in modo appropriato tali sostanza). Partecipare ad una pratica infe- pratiche e abilità. renziale richiede la capacità di “approvare” Le soluzioni Brandomiane ai problemi o “accetta” inferenze materiali. Brandom relativi ai vocabolari hanno il sapore di caratterizza talvolta la suddetta capacità argomenti trascendentali, perché mostra- come una risposta differenziale a inferen- no come i suddetti vocabolari sono, in un ze materiali, come la capacità di trattarle o certo senso, già implicitamente presenti in considerarle buone inferenza. Ci si potreb- ogni pratica linguistica autonoma di sorta. be aspettare che la risposta differenziale Il duro lavoro di tali analisi è ovviamente conti come avallo solo se siamo nell’ambito quello di precisare il senso di “già implici- delle pratiche sociali, ma tale qualifica non tamente presente. La forma generale delle è esplicitamente fatta qui. Il punto cruciale spiegazioni di Brandom contiene tre passi. è che il vocabolario logico non è richiesto In primo luogo, egli sostiene che non si può in atti di avallare le inferenze materiali. Le spiegare un qualsiasi vocabolario auto- capacità reciprocamente necessarie per nomo, senza impegnarsi in una pratica o fare affermazioni e ad approvare inferenze esercitando delle capacità, che chiamiamo possono essere algoritmicamente elabora- PERLAPPUNTO 17
  • 18. L’INTERVISTA te nel modo seguente. Armati delle capa- nali siano elaborabili a partire dalle infe- cità in questione e del vocabolario supple- renze materiali essendo allo stesso tempo mentare della logica di condizionali ( ‘se... esplicativi di tali inferenze. Questo tipo di allora’), si può quindi affermare condizio- relazione prende il nome di “LX” relation nali della forma ‘se p allora q’ quando si ( L sta per “elaboration” mentre X sta per approva un’inferenza materiale da p a q, e “explication”). La struttura della relazio- rispondere ad una tale affermazione aval- ne LX tra la pratica e il vocabolario viene lando l’inferenza da p a q. La capacità così generalizzata ai vocabolari modale, nor- elaborata è sufficiente per l’utilizzo logico mativo e intenzionale. Possiamo prendere dei condizionali. In questo senso, il vocabo- come esempio l’autonomia del vocabolario lario logico è implicito in tutte le pratiche modale. In accordo con la “modal Kant- linguistiche e, per questo motivo, il privi- Sellars thesis”, i resoconti non inferenziali legio riconosciuto al vocabolario logico non possono costituire una pratica discor- nella analisi classica è giustificato. Inoltre, siva autonoma. L’abilità di usare un voca- l’uso del vocabolario logico permette di bolario empirico – descrittivo presuppone dire esplicitamente che si appoggia un’in- la comprensione di proprietà rese esplicite ferenza affermando il condizionale corri- dal vocabolario modale (come le inferenze spondente, mentre senza di essa non si può controfattuali). che compiere atti di avallare o respingere inferenze. Chiaramente il quadro di fondo “One of the core aspects of Brandom’s è che, nonostante l’approvazione compor- analysis is that the semantic relations ti le parole (quelle nelle premesse e nella between empirical/descriptive, modal, conclusione della deduzione in questione) and normative vocabularies are comple- è, in un certo senso, muta, una semplice af- mentary but not symmetrical: empirical fermazione. Il vocabolario supplementare vocabulary in fact is expressively weaker dei condizionali è necessario per dare voce than modal and normative vocabularies, a queste azioni, che in precedenza si pote- and by itself, it is unable to count as an va solo eseguire. autonomous discursive practice. Put in Brandom sostiene che, dal momento che la other words, empirical vocabulary is not validità delle inferenze materiale è sensibi- self-sufficient to express the relations of le alle attività inferenziali e linguistiche ad incompatibility and the inferential com- esse connesse, la capacità fondamentale di mitments that are implicit in the practice accettare o rifiutare le inferenze materiali of using it. Empirical vocabulary is indeed richiede abilità di distinguere, nel senso di unintelligible without presupposing a di- rispondere in modo differenziato a circo- scursive practice in which also modal and stanze controfattuali che influenzano l’ap- normative constraints are at work. Here provazione di una inferenza materiale da the test-bed for analytic pragmatism is to quelli che non lo fanno. Il ruolo espressivo defend the intelligibility of modal concepts della logica viene discusso in un dettagliato against the reductivist arguments of empi- esempio teso a mostrare come i condizio- ricism”. (Daniele Santoro, The Modal Bond PERLAPPUNTO 18
  • 19. L’INTERVISTA of Analytic Pragmatism, in Etica & Politica / dipendenza contestuale. Ethics & Politics, XI, 2009, 1, pp. 385-411). Brandom difende l’idea della “meaning- use analysis” come estensione pragmatista L’uso di termini modali permette di affer- del paradigma classico in filosofia analitica mare o respingere condizionali contro- contro coloro che avversano i programmi fattuali e, quindi, di dire esplicitamente filosofici basati, come è la filosofia anali- quello che si sta facendo nel distinguere le tica, su perniciosi dogmi metafisici. La di- circostanze controfattuali che infermano fesa di Brandom si basa sull’analisi di ciò un’inferenza materiale da quelle che non che rende la metafisica perniciosa. Ciò che lo fanno. contraddistingue la metafisica è il fatto di Brandom sostiene che l’abilità di a trattare privilegiare un vocabolario come “univer- qualcuno come commesso o diritto all’as- sal base languages from which every voca- serzione, può anche essere elaborata nella bulary that is legitimate . . . can be elabo- capacità di usare un vocabolario semanti- rated as a target vocabulary”(223). Abban- co. La base del discorso semantico è la pos- donando questa attitudine, otteniamo una sibilità di trattare due asserzioni come ma- forma difendibile di metafisica, di cui la terialmente incompatibili. Due asserzioni meaning-use analysis dovrebbe essere un p e q si dicono incompatibili se prendere esempio. L’ “analytic pragmatist metaphy- un impegno verso p preclude la possibilità sics” mira a costruire dei vocabolari tecnici di avere un titolo per q. Il concetto di in- o artificiali, che possano prendere il ruolo compatibilità è anche la chiave per connet- delle lingue base universali, per tentare di ter il vocabolario modale a quello normati- esprimere tutti gli altri vocabolari nei loro vo: un soggetto non dovrebbe essersi preso termini. Lo scopo della “analytic pragma- impegni incompatibili. L’incompatibilità tist metaphysics” non è di eleggere alcuni logica e semantica riguarda il processo di vocabolari come i rivelatori della realtà, acquisizione delle credenze. Il tentativo di classificando i rimanenti come legittimi se sviluppare una nuova logica implica la de- sono esprimibili nei termini di quello base. finizione di una logica per lo sviluppo con- Ciò che dobbiamo comprendere è il potere cettuale: rilevare degli impegni incompati- espressivo dei molti vocabolari esistenti. bili ci obbliga a cambiare qualcosa, abbia- Dobbiamo, quindi, sperimentare la possi- mo bisogno di una logica che ci permetta di bilità di individuare più di un vocabolario spiegare questo tipo di processo. come essente in grado di giocare il ruolo di La nuova terminologia esposta in Between “metaphysical base vocabulary”. Saying and doing non sembra dissipare i Da questa prospettiva, il punto di MIE, non dubbi che erano sorti già ai tempi di Making è quello di dimostrare che il significato è in it explicit. Il sistema brandomiano appare realtà metafisicamente determinato dall’ più simile alla costruzione di un sistema uso, ma di capire quanto il significato delle metafisico generale piuttosto che ad un nostre parole possa essere espresso in ter- tentativo di discutere con attenzione le mini di uso. Infatti, le metariflessioni filo- problematiche contemporanee legate alla sofiche in MIE suggeriscono che lo scopo PERLAPPUNTO 19
  • 20. L’INTERVISTA di Brandom è la costruzione di un model- Brandom, esplicitiamo un’ inferenza con- lo teorico di certe pratiche, per mostrare vertendola da un’inferenza materialmente come esse possano essere comprese in un corretta ad un’inferenza formalmente cor- certo modo, piuttosto che fornire l’ultima retta. Questo sembra controverso perchè parola sulla natura della rappresentazione se afferrare il ruolo espressivo della logica, o intenzionalità. Quindi, forse, BSD ha sem- ed avere una chiara idea di che cosa signifi- plicemente reso più esplicito (e in minor chi rendere esplicita un’inferenza, implica numero di pagine) l’intuizione di Brandom afferrare le caratteristiche distintive del- in MIE. la logica, compreso il concetto di validità Abbiamo appena visto che il punto formale, allora dovremmo rinunciare alla della”meaning-use analysis” non è in pri- priorità del “materiale” sul “formale” per mo luogo di difendere la verità di una par- come è proposta da Brandom. ticolare visione filosofica, ma di realizzare Se la logica deve poter esercitare il suo ruo- una sorta di intuizione filosofica. Brandom lo espressivo all’interno della pratica rifles- suggerisce uno slogan per la metafisica siva, abbiamo bisogno di poter individuare analitica pragmatista: “discriminazioni il contenuto dei nostri concetti malgrado metafisiche senza denigrazione” (BSD 229). le differenze di ruolo inferenziale. Ciò sa- Questa stessa visione del linguaggio tra- rebbe necessario perché, come lo stesso spare in Articolare le ragioni e, in particolare, Brandom afferma, l’introduzione di nuovi Brandom se ne serve per alleviare le proble- concetti non logici può causare una ristrut- matiche intorno al concetto di armonia. Da turazione dei ruoli inferenziali in modo un lato Brandom afferma che deve esserci non conservativo. La tensione che abbiamo “conservatività” nella pratiche inferenziali rilevato è una tensione tra la richiesta che sia per evitare orribili conseguenze sia per- la logica sia conservativa nell’adempiere al ché il vocabolario logico non potrebbe al- suo ruolo espressivo e l’idea, appena men- trimenti svolgere la sua funzione espressi- zionata, della non conservatività legata alla va (pag. 75), dall’altro, poco dopo, afferma pratica materiale. Il fine espressivo della che la conservatività non è un vincolo per logica, esplicitare le inferenze materiali, è l’introduzione o l’evoluzione di un termine nel in contrasto con i suoi stessi vincoli espres- linguaggio. Essa mostrerebbe soltanto che sivi, la conservatività. Ma senza tali vincoli, ci sono concetti che hanno un contenuto l’espressivismo sembra una posizione che autonomo corrispondente ad un’inferenza include sia la logica sia molto altro. materiale implicita che non è già implicita Credo che le suddetta tensione possa es- in altri concetti in uso, e che è suscettibile di sere, quanto meno, intuitivamente dis- essere sottoposta a “critica socratica”(pag. solta tracciando quello che, a mio parere, 77). La nozione di rendere espliciti i nostri dovrebbe essere il compito del filosofo impegni materiali impliciti diventa, alla Brandomiano. Il filosofo Brandomiano as- luce di ciò, oscura e sembra essere legata somiglia a quello Wittgensteiniano almeno più di quanto lo stesso Brandom vorreb- in due sensi: (i) Nel rifiutare il tentativo di be alla nozione di “validità formale”. Per edificare una teoria sistematica del signifi- PERLAPPUNTO 20
  • 21. L’INTERVISTA cato per cui Brandom, criticando la teoria as possible. Having done that, one should lay di Dummett, afferma che “Seguendo l’in- down another, perhaps quite different set of segnamento generale di Wittgenstein, non premises, and extract consequences from them dovremmo assumere che il nostro schema as rigorously as possible. The point was not in sia simile a questo o dipenda da un insie- the first instance to endorse the conclusions of me soggiacente di contenuti come questo any of these chains of reasoning, but to learne solo perché siamo obbligati a rimuovere our way about in the inferential field they all tutti i casi particolari in cui lo scopriamo defined, by tracin many overlapping, intersec- venire meno a siffatto ideale”(Brandom ting, and diverging paths through the terrain. 2002, pag. 79). (ii) Nell’intendere il linguag- That is how we would learn what differnce it gio come una serie potenzialmente infinita would make, in various contexts, if we were to di giochi linguistici. Il lavoro del filosofo, endorse some claim that figures as a premise in come nel caso di quello wittgensteiniano, many of the infernces, and what might entit- non giunge e non può giungere mai ad le us to a claim that shows up as a consequnce un termine. Quest’ultimo è alle prese con in many of the inferences. Actuallt plumping un linguaggio multiforme governato da for and defending any of these theses is then pratiche materiali in grado di ricostruire, a subsequewnt, parasitic, and substantially less modificare o ristrutturare continuamente inmportant stage of the process. The principal l’attività inferenziale ad esso connessa. Ciò aim is not belief, but understanding”(Brandom, fa sì che ci sia continuamente bisogno, di Metaphilosophical reflections on the idea of volta in volta, della pratica socratica ai fini metaphysics, in Proceedings of the workshop on di esplicitare inferenze e di armonizzare gli Bob Brandom’s recent philosophy of language: To- impegni e i titoli ad esse connessi. “Curare wards an analytic pragmatism. Genoa, Italy, April i nostri concetti e i nostri impegni inferen- 19-23, 2009, pag 183). ziali materiali alla luce dei nostri impegni asserzionali […] è un lavoro gravoso, che va Questo è lo spirito con cui dovremmo av- affrontato caso per caso”(Brandom 2002, viare le nostre riflessioni sulle relazioni pag. 81). semantiche fra differenti vocabolari. In Il linguaggio, per Brandom, non è un fat- questo senso, il compito del filosofo con- to eterogeneo tanto che, in accordo con siste nel vedere come e perché le nostre l’olismo, è disposto a parlare di linguaggi pratiche di “esplicitazione” possano es- piuttosto che di un linguaggio. Nuovi vo- sere elaborate a partire da differenti vo- cabolari, inoltre, possono nascere in ogni cabolari, comprendendo nel concetto di momento. Dato questo contesto, Brandom vocabolario le pratiche e le abilità che lo sposa l’impostazione di David Lewis: contraddistinguono. Questa pratica ha lo scopo di fare chiarezza sul rapporto che “He thought what philosophers should do is intratteniamo con i diversi vocabolari, sul- lay down a set of premises concerning some le pratiche discorsive ad essi connesse e topic of interest as clearly as possibile, and ex- sul modo in cui ci rapportiamo ad essi. La tract consequences from them as rigorously possibilità di comprendere non si dà ridu- PERLAPPUNTO 21
  • 22. L’INTERVISTA cendo il linguaggio ad un unico fenomeno, possano essere oggetto di una teoria (senza ma sapendo attraversare i confini delle di- ovviamente negare che le espressioni siano verse pratiche linguistiche. Comprendere dotate di significato)” (Brandom 2002, pag. il linguaggio significa, quindi, arrivare ad 73-74). La logica è forse, per Brandom uno una consapevolezza dell’uso materiale dei strumento utile nello svolgere il compito concetti all’interno delle singole pratiche del filosofo per come lo abbiamo descrit- discorsive e a conoscere le loro relazioni. to. È uno strumento con cui sondare, di volta in volta, le nostre pratiche materiali “The distintive kind of semantic understanding che, però, si sottraggono costantemente al I am suggesting […] can be well served by ac- poter essere ingabbiate in un edificio pret- cumulating, particular, local connetions that tamente logico. Un mezzo con cui, in un support no antecedent global program and dato momento della nostra pratica, dato perhaps could be predicted by none. Nor must un certo tipo di vocabolario, possiamo in- the search for such semantic relations among terrogarci su quali concetti dovremmo uti- vocabularies and the discursive practices-or- lizzare. abilities they specify or that deply them be L’impresa di Brandom si fonda sulla sua motivated by some deep-seated philosophical concezione fondamentale della pratica lin- anxiety or puzzlement, the proper deflating guistica. Ma, per quanto io possa dire, in diagnosis of which then exhibits or renders the BSD Brandom non offre alcun argomento task of exploring those relations otiose. Simple a sostegno di tale concezione. Si può legit- curiosity, the desire to deepen our understen- timamente sospettare che Brandom non ding can suffice, for this sort of philosophical abbia saputo dare una risposta alla sfida theorizing”(Brandom, Metaphilosophical re- flections on the idea of metaphysics, in Pro- ceedings of the workshop on Bob Brandom’s recent philosophy of language: Towards an analytic pragmatism. Genoa, Italy, April 19-23, 2009, pag 184). Il compito del filosofo è, dunque, quello di accrescere la nostra consapevolezza nell’uso dei nostri concetti, delle nostre pratiche inferenziali, ai fini di perfezionar- le, o “armonizzarle”, nell’ambito, governa- to dalle inferenze materiali, del dare e ri- chiedere ragioni. Brandom rifiuta, dunque, esplicitamente la possibilità di una teoria sistematica del significato: “Chi assume l’eterogeneità del linguaggio in questo senso negherà l’esistenza di significati che PERLAPPUNTO 22
  • 23. L’INTERVISTA di WIttgenstein. Tuttavia, sembra che egli nian physics. Pragmatism shared with the consideri la sua risposta a questa sfida original Enlightenment a view about the come il risultato offerto dalla realizzazione centrality of reason in human life but in an del suo progetto. In questo senso, dobbia- attempt to understand that in the intellec- mo rivolgerci alle sue analisi, attendendo tual context provided by the deliverances un maggiore affinamento del progetto of the latest and most sophisticated sci- Bramndominao in filosfia. ences, but the sciences in the nineteenth century they were responding to were very different from mathematized newtonian L’intervista physics, Darwin of course was huge but so were the statistical and social sciences Robert B. Brandom, membro del “Center which arose at that time. for the Philosophy of Science” e di “Ame- Something like a master idea of classical rican Academy of Arts and Sciences”, è American pragmatism was that the same Distinguished Service Professor of Philo- processes that produced order out of dis- sophy presso l’università di Pittsburgh. Ha order in evolution were also in play in ordi- inoltre insegnato a Princeton, Berkeley e nary learning processes in individuals, that presso University of Mcihigan. Le sue nu- the selection of stable forms and habits by merose pubblicazioni vertono principal- the extent to which they provided a solu- mente su la filosofia del linguaggio, la filo- tion to real world problems was common sfia della mente e la filosofia della logica. to both and one of the master ideas was to A partire dagli anni novanta Brandom si è try and understand all sorts of intelligence imposto all’attenzione della comunità filo- from the animal to the most sophisticated sofica internazionale con il suo monumen- scientific on that model. tale “Making it explicit”. It has always seemed to me that the ad- vances in thinking about language and Q: Still on the topic of analytic pragmatism, about projects that were characteristic of what do you think is most important in a analytic philosophy provided special re- pragmatist project? And so what has prag- sources for the pursuit of that pragmatist matism to gain from the connection with project but that for largely contingent, analytic philosophy? axiological reasons, the people who cared about the one project were not the people A: Pragmatism always was a view about who were masters of the other tools. In a us as knowing creatures, as understand- contemporary context I think the most ing creatures, it was always a naturalistic important pragmatist idea is to under- view, I think of it as part of as a second En- stand what we mean or the contents of lightenment, the first Enlightenment had our thoughts in terms of what we do. The been naturalist and empiricist in a way classical pragmatists read that in an instru- that was much informed by the scientific mentalist way, I think they squeezed what achievements of its days, the early Newto- juice there was out of that idea and it’s not PERLAPPUNTO 23
  • 24. L’INTERVISTA the most promising way to understand the in independence of one another but clearly kind of normativity, the practical norma- had things to say to one another. The great tivity that articulates our intentionality weakness it seems to me of the anthropo- and discursiveness, there are better ways logical tradition is that it makes nothing of thinking about that now. of the mathematical grip that we’d finally And in the more particular context of phi- gotten on meanings though the modal losophy of language, there’s a kind of se- theoretic logistical tradition and the great mantic pragmatism that says: let’s look at failing it seems to me of that logistical tra- the social practices that are discursive and ditions is that it has very little to say, and linguistic practices or the particular abili- what it has to say is not philosophically so- ties that individuals exercise and try and phisticated or promising, about what it is see in a broadly functionalist spirit how in virtue of which we associate the seman- those can confer propositional content, tic interpretants with the primitives, the conceptual content on the doings that play things that we include into that process of a suitable role in them. recursive generation. And the hope is in that way to be able to So clearly the time has come to bring these synthesize the two fundamental traditions traditions into dialogue with one another in thought about language that were char- and analytic pragmatism as I’m pursuing it acteristic of the whole twentieth century, is one way of doing that. one that I might identify with Frege, with Russell, with Carnap and Tarski, and with Q: Today in your speech you have been Quine and David Lewis, that is looking at speaking about how philosophers could or languages from a formal-mathematical actually should contribute to cognitive sci- point of view and looking at artificial lan- ence. The other way around, do you think guages thinking about how if one associ- philosophy as such has something to gain ates semantic interpretants with simple from the connection and collaboration bits of free language one can then generate with cognitive science? a systematic way of associating semantic interpretants with a whole a range of com- A: I certainly do and there are numerous plex expressions. philosophers who are showing what can And on the other hand the other tradition be gained from that. The way I pursue that is a more anthropological tradition philosophy is not however I think among looks at language and discursive practices them. And this is a regard in which I’m out as features of an episode in natural history of step both with a significant tradition and a certain kind of organism, us, that’s in analytic philosophy which has always much more the way that classical pragma- cared about the science of its time and, as tists thought about it, but Wittgenstein is I indicated earlier, with the pragmatist tra- another avatar of that. dition which followed the Enlightenment And those two ways of thinking about lan- in caring a great deal about the science of guage were developed and pursued largely the time. PERLAPPUNTO 24
  • 25. L’INTERVISTA The sense in which I do care about the sci- have to do such that doing that counts as ences is that it is the most sophisticated saying, thinking or meaning something”, form of understanding that we have and then we can begin to see the continuity it’s our job as philosophers to understand with the pragmatist tradition. that. Science is also the most spectacular Q: Now, speaking specifically of philosophy and successful social institution of the last of language, do you think that philosophy three hundred years and I think we need of language still has a future and is open to understand that, and how it is connect- to developments in the future or will it ed to its cognitive achievements, that is lose ground to cognitive science? In other achievements in understanding. words, will the development of cognitive That’s taking science as a target for under- science render philosophy of language ob- standing, it’s a very different thing to try solete? and incorporate results in primatology, in developmental psychology and in psychol- A: I don’t think so, because language looms ogy more generally, in physiology and so so large in cognitive function at any higher on as inputs into philosophical thinking. level so at any levels that are most signifi- I’m inclined to make a relatively sharp dis- cant for thinking about us. Intellectually tinction between the philosophical ques- the twentieth century was the century of tion of what counts as talking or thinking language, not just in analytic philosophy or meaning meaning that things are thus but absolutely equally in continental phi- and so and empirical research into how losophy. creatures that are evolved, wired up, em- No one’s a more serious philosopher of bodied and trained as we are managed to language than Heidegger for instance, it’s do something about that. That last seems a serious topic for him, the emphasis on to me a question of considerable intellec- genealogy and ideology in continental phi- tual import but not to be a core philosophi- losophy is a focus on the way in which for cal question. instance power relations can come to be I’m distinguishing here between saying embodied and encoded in systematically what the trick consists in, the trick of think- discursive structures of communication. ing something, a philosophical question, The entire prior culture in its thinking and saying how the trick is done, which I about us has come to see the significance think is an empirical question that phi- of language in transforming us from mere- losophers as intellectuals can be interested ly sentient into genuinely sapient crea- in but as philosophers have no particular tures, so there is no question but language expertise in addressing. And this is a ques- is going to continue to be a central focus in tion of what do you have to do such as that cognitive science. counts as thinking or saying or meaning And I believe that philosophers of lan- that things are thus and so, that’s the ques- guage bring particular conceptual resourc- tions I’m principally interested in and you es to bear on thinking about language and could put that in the form: “what do you one of the reasons we do is because our PERLAPPUNTO 25
  • 26. L’INTERVISTA tradition more or less begins with the logi- modal logical vocabulary but the most cal revolution, the revolution ultimately philosophically important feature of the in semantics that Frege initiated, which modal revolution gave us our first algebraic grip on notions was the second way when people like of meaning, and I think we’re in a position David Lewis, Stalnaker, Kaplan, Mon- there like the position that physicists were tague showed in the apparatus of pos- in as Galileo and then Descartes began to sible worlds, the kind of modal theory assemble the conceptual tools that would that Kripke had come up with, an es- place a mathematical grip on the motion of sentially Tarskian modal theory to the objects in space. modal logical case Kripke deployed, to provide an intentional semantics for Q: My last question is with a look to non-logical expressions, but generally the future, because during the present the third phase of the modal revolution workshop your theories have been com- was Kripke’s discussion of metaphysical mented upon, expanded upon but also modalities and separation of necessity somewhat challenged. So the question from a priority and so on. In Naming and is what are according to you the main Necessity I actually think that the philo- problems or challenges that your phi- sophical action was in the second way. losophy may have to face? It’s a challenge for us to extend that progress to a fuller and more flexible A: At the center of my views is an ap- way of mathematically representing proach to semantics from the side of the meanings of both ordinary non logi- inference by contrast to the traditional cal expressions and eventually that sort approach on the side of representation. of philosophically important concepts It takes as one of its fundamental cate- such as personal identity, justice and so gories the notion of expression but read on that philosophers have properly con- in a conceptual way about it, a way that cerned themselves with. is related to emotions gestures and so And since these are the very early days on just as the expressivist tradition typi- on doing that on the semantic inferen- cally had had. tialist line the contents of non logical That sort of rationalist, inferentialist ex- concepts as well as logical concepts are pressivism I think was initiated by Hegel, articulated by the role they play in mas- that’s one of the reasons that I’m inter- sively multi-premiss non monotonic ested in him, but it’s absolutely critical material inferential relations. We don’t that we be able to get that sort of alge- now have a good mathematical repre- braic control over conceptual roles that sentation of such relations and the role we have seen tantalizing progress in the such expressions play in them. second way of the modal revolution and So I think the immediate challenge for a the first way of the modal revolution semantic inferentialist is to see how we was Kripke’s provision of semantics for can do that. PERLAPPUNTO 26
  • 27. L’INTERVISTA Bibliografia R.B. Brandom, Making It Explicit: Reasoning, Repre- Penco, Assertion and inference, in Proceedings of senting, and Discursive Commitment, Harvard Uni- the Workshop on Bob Brandom’s Recent Philosophy versity Press (Cambridge) 1994 of Language: towards an analytic pragmatism (TAP- 2009) Genoa, Italy, April 19-23, 2009). R.B. Brandom, Between Saying and Doing, Towards an Analytic Pragmatism, Oxford University Press R. Giovagnoli, Razionalità espressiva. Scorekeeping: 2008. inferenzialismo, pratiche sociali e autonomia, Mime- sis, Milano, 2004. R.B. Brandom, Articolare Ragioni, Introduzione all’inferenzialismo, Il Saggiatore, Milano 2002. R. Giovagnoli, “Osservazioni sul concetto di ‘pratica discorsiva autonoma’ in R.Brandom”, in Etica epo- Brandom, Metaphilosophical reflections on the idea litica, X, 2008(223-235). of metaphysics, in Proceedings of the workshop on Bob Brandom’s recent philosophy of language: To- Daniele Santoro, The Modal Bond of Analytic Prag- wards an analytic pragmatism. Genoa, Italy, April matism, in Etica & Politica / Ethics & Politics, XI, 19-23, 2009, pag 183) 2009, 1, pp. 385-411 R.B. Brandom, Asserzione e Verità, in A.Bottani, C. AAVV, Proceedings of the workshop on Bob Bran- Penco, Significato e teorie del linguaggio, FrancoAn- dom’s recent philosophy of language: Towards an geli,1991 analytic pragmatism. Genoa, Italy, April 19-23, 2009, edit by C. Penco, C. Amoretti, F. Pitto. Reperibili AAVV, Discussione su Making it Explicit, in Iride 1999. all’indirizzo: http://sunsite.informatik.rwth-aachen. P.Leonardi, recensione di Making It Explicit, Lingua e de/Publications/CEUR-WS/Vol-444/ Stile, 1997 32:539-55. Le informazioni relative al workshop, alcuni links C.Penco,”Ragioneepraticasociale”,Rivista di filosofia, relativi alla filosofia di Brandom e i video delle letture 3, 1999: 467-489. magistrali di R. Brandom sono reperibili all’indirizzo: http://www.dif.unige.it/epi/con/tap/indextap09. html PERLAPPUNTO 27
  • 28.  PERLAPPUNTO 28
  • 29.  MENTEECORPO Storia di uno strano rapporto PERLAPPUNTO 29
  • 30. MENTEECORPO Maria Elena Buslacchi Il corpo e la mente Corpo(ral)mente Se il cogito è la base praticamente as- programmato può divenire una mente? sodata del pensiero occidentale, la sua O la mente, per essere tale, necessita di implicazione primaria, ovvero che bi- quelle componenti strettamente biolo- sogna esistere per poter pensare, non è giche ed organiche che sono il cervello, altrettanto stabile e definita. il sistema nervoso, e addirittura tut- Si può esistere, infatti, in molti modi, o ti gli altri apparati del corpo umano? meglio: non si può che esistere sotto la Prendendo a prestito l’immagine dalla forma di una qualche figura, e questa fantascienza, in un mondo in cui gli an- figura è per l’appunto, per ciò che noi droidi si fossero mescolati agli uomini esseri umani possiamo comunemente e ne fossero divenuti indistinguibili, sa- constatare, il corpo. Cominciamo ad remmo disposti a sostenere che un cer- esistere, infatti, sotto forma di mate- vello meccanico non pensi? La distin- ria organica, e siamo ad essa vincolati zione tra umano e androide andrebbe per il resto della nostra vita. Il pensare fatta a priori o a posteriori? Per la ma- necessariamente implica l’esistere, ma teria di cui si è composti, o per il modo non una forma qualsiasi dell’esistere, in cui si agisce? bensì una forma che sia capace di pen- Per Cartesio il corpo umano non è che sare. E quali sono le forme dell’esistere una macchina di terra. Ma la res cogitans che permettono anche di pensare? vi è comunque legata attraverso ghian- dola pineale. Un aspetto organico è Consideriamo un robot che si com- sempre presente nelle visioni dualisti- porti, esteriormente, proprio come che del corpo: le cellule grigie pensano un essere umano. Saremmo disposti a per noi, il cuore è sede dei sentimenti, dire che esso pensa? Già ci turba il fatto il fegato si rode dalla rabbia, lo stomaco di associare, linguisticamente, il verbo si stringe per il dolore o la paura. Anche “pensare” ad un soggetto tradizional- un’interpretazione che veda il corpo mente destinato, nella lingua italiana, sottomesso ad un’anima, non prescin- ad oggetti inanimati: esso. John Searle de dall’importanza dello stesso, tant’è nel 1980 lanciò proprio questa provoca- vero che in tutte le religioni che riten- zione: un computer opportunamente gono lo spirito la vera essenza dell’uo- PERLAPPUNTO 30
  • 31. MENTEECORPO mo è presente un aspetto di mortifica- gli altri senza doversi necessariamen- zione del corpo, sotto forma di digiuno, te portare appresso il corpo: la virtua- privazione, addirittura umiliazione, ne- lizzazione del reale rende l’organismo cessario al raggiungimento della fase di sempre più superfluo. Abbiamo un ava- beatitudine suprema, estasi o nirvana tar, una descrizione magnificata di ciò che sia. che siamo, o vorremmo essere, ed un computer connesso ad internet. Tanto Per quanto si possa tentare di con- ci basta, spesso, per conoscere nuove finarlo a fardello di carne, o carcere persone, o meglio, immagini delle stes- dell’anima, il corpo resta l’unico modo se. Eppure con ciò non ci siamo liberati che abbiamo di stare al mondo, e, del corpo, che continua ad es- in definitiva, di esistere. Il corpo serci necessario per digi- non è, con una sineddoche assai tare i tasti sulla nostra diffusa nelle lingue europee, il qwerty, per osservare lo braccio esecutore della men- schermo, per te, ma è qualcosa che stimola il ascoltare musi- pensiero attraver- ca, o la voce di so i suoi impulsi chi sta al di là. I nervosi, ciò che nostri polpastrel- vede, sente, in li riconoscono al una parola per- tatto i pulsanti, il no- cepisce, senza che stro corpo si muove con ciò gli sia stato prece- grande agio tra i mecca- dentemente ordinato. È nismi di cui ci serviamo, anche il nostro modo di inte- memorizzando senza che ragire con gli altri, di instaurare noi ce ne rendiamo troppo con- legami e relazioni. L’unico modo? to la posizione dei tasti, l’intensità di Quantomeno, l’unico mezzo. Se forza necessaria per premerli... Il corpo non avessimo questa consapevolezza, è molto più presente di quanto non sia- non ci daremmo pena di tagliarci i ca- mo comunemente abituati a credere. E pelli, vestirci alla moda (o scegliere di il corpo virtuale che contribuisce a cre- non farlo), modificare più radicalmente are ne è niente meno che una filiazione il nostro corpo con tatuaggi e piercing. diretta, seppure virtuale. Il desiderio Sentiamo di dover esprimere qualcosa stesso di crearsi un corpo virtuale, un di noi attraverso la nostra componente corpo-cartoon, non può che nascere fisica. È interessante osservare come si dall’insoddisfazione per il corpo che si cerchi oggi di entrare in contatto con ha in realtà. Per il corpo che ci ritrovia- PERLAPPUNTO 31
  • 32. MENTEECORPO mo ad avere, che possediamo. mente il proprio pensare. Il corpo è Un corpo si ha? Si possiede? merce di scambio, organismo di sedu- Questa presunzione di possesso del zione: dall’infanzia alla terza (e quarta, corpo da parte della mente insita nel e quinta) età viene sottoposto a conti- linguaggio comune stabilisce già una nui trattamenti di manutenzione che soggezione culturale dell’uno all’altra. ne esaltano e conservano il potenziale Vale la pena chiedersi se la stessa cosa attrattivo. Le rughe non disegnano più avvenga in tutte le tradizioni, e quan- la storia delle battaglie della vita: sono to questo incida sulla discrasia che può imperfezioni da spianare, per avvici- crearsi tra ciò che ci si sente (mental- narsi ad un modello di bellezza sempre mente) e ciò che si è (fisicamente). In più irraggiungibile. Le silfidi che sfilano modo quasi paradossale, è il corpo che sulle passerelle di Milano hanno poco decide linguisticamente che cosa sia- della carnalità della bellezza italiana; le mo, sebbene sia la mente a prevalere dive alla Pamela Anderson somigliano culturalmente su di esso e ad indicare più ad imitazioni plastificate dell’esse- come ci sentiamo. D’altronde, il corpo re umano che ad essere viventi in carne indica che cosa siamo per la società, ed ossa. L’invecchiamento e la malattia per il mondo – dal momento che per sono condanne meritate – e in questo gli altri non possiamo esistere se non fa scuola l’etica americana, che col- attraverso il nostro corpo – mentre la pevolizza il soggetto come principale mente rappresenta nell’idea comune responsabile del suo indebolimento fi- il nostro essere intimo e personale. La sico. questione interessa ognuno di noi, in Quando i segni del decadimento si fan- misura più o meno forte e lacerante. no evidenti dal punto di vista estetico Gli adolescenti sono più portati a inter- e funzionale, immediatamente scatta rogarsi in materia rispetto agli adulti, l’esorcismo, secondo un ovvio mecca- ma il problema non si esaurisce con gli nismo di negazione. Ma perché negare anni. E il conflitto si fa più evidente nel il processo di maturazione del corpo? caso, ad esempio, dell’omosessualità: il Perché considerarlo un allontana- corpo che si possiede può in certi casi mento dall’ideale predefinito? Proprio risultare allora “sbagliato”, non corri- perché del corpo si ha un’idea – un spondente a ciò che la mente ritiene di concetto prodotto dalla mente – alla essere. È questo un conflitto compro- quale si considera naturale adeguarsi. vante la distinzione netta tra mente e L’operazione è chiaramente innatura- corpo? La questione merita di non es- le, ma viene accettata come normale sere liquidata così semplicisticamente. dalla società, forse in una reminiscenza C’è anche chi del corpo fa la sua carta del καλὸς κἀγαθός dell’antichità. Alla vincente, e vi sottomette volontaria- bellezza estetica viene associata la mo- PERLAPPUNTO 32
  • 33. MENTEECORPO ralità, o meglio: all’immagine esteriore bo, per i sorprendenti casi in cui un in- viene associata un’approvazione auto- dividuo in coma si risveglia ascoltando matica dell’interiorità, che passa però, le note di una canzone amata, o la voce di fatto, in secondo piano. Sappiamo di una persona cara. Viene spontaneo bene che l’abito non fa il monaco, ma quindi chiedersi se l’annullamento siamo indotti a dimenticarcene dal- del corpo coincida o meno con l’an- la società stessa, da certe aberrazioni nullamento della mente, e come i due della politica, dai meccanismi della aspetti si possano connettere. La que- televisione, della pubblicità. Si giunge stione introduce agli irrisolvibili dibat- persino a ribaltare il concetto di salu- titi sull’eutanasia, sul suicidio assistito, te: circolano sul web blog e siti che in- sull’accanimento terapeutico, sulla di- neggiano alla magrezza assoluta come gnità della persona umana, e richiama ideale di bellezza, di successo e quindi alla mente l’imbarazzo che caratterizza di filosofia di vita. Consigli per vomi- le discussioni sull’aborto, pragmati- tare con semplicità, regole per impa- camente liquidate alla fine con un ar- rare a digiunare, tutto questo si legge bitrario compromesso. Dove e quando nella cosiddetta letteratura “pro-ana” comincia l’uomo ad essere uomo? Nei e “pro-mia”. Comunità reali e virtuali geni? Nell’anima? Nel cervello? Dopo esaltano le dee Ana (dell’anoressia) e uno, tre, sette mesi dal concepimento? Mia (della bulimia) e invitano a prati- Le concezioni che si possono avere al care la religione del non mangiare, con riguardo portano agli esiti più diver- tanto di comandamenti da seguire rigo- si, e giustificano potenzialmente ogni rosamente. In Italia sono due milioni i posizione, da quelle più moderate fino malati di anoressia, un decimo dei quali all’eugenetica. maschio, con un aumento dell’inciden- za dei disturbi del comportamento ali- Il corpo è insomma mezzo e moneta mentare nella fascia femminile tra i 12 di scambio, strumento conoscitivo ed e i 25 anni. Tutto questo può far parlare espressione di noi stessi, è il cervello e la di una vera e propria epidemia socia- pelle, l’occhio che mette a fuoco, il neu- le. Nessuno di noi sarebbe disposto a rone che viaggia e il sangue che scorre. sostenere che si tratti di un problema Il corpo è fatto di atomi, di molecole, soltanto fisico. La patologia del corpo di chimica organica ma pur sempre di non va scissa dalla patologia mentale, chimica, così come di chimica sono fatti tanto che non di rado si può parlare i robot. Il corpo percepisce e la mente di psicosomatosi: non solo per quanto riordina? L’intelletto comprende? Che riguarda, ad esempio, le degenerazio- senso hanno queste distinzioni, a di- ni del sistema nervoso, ma anche per i stanza di secoli dalle prime diatribe al comprovati successi dell’effetto place- riguardo? PERLAPPUNTO 33
  • 34. MENTEECORPO Luca Bavassano L’appunto del medico: che cos’è davvero la ghiandola pineale La ghiandola pineale Relativamente trascurata dalla neurologia moderna, è stata invece oggetto di studi nei secoli passati per la sua posizione centrale, l’aspetto calcifico e il disegno creato al ta- glio anatomico. Per la medicina orientale, le informazioni ricevute dai campi di energia sottile attraverso la ghiandola pineale sono decodificate e trasmesse lungo la colonna vertebrale come vibrazione risonante. L’informazione viaggia ad altre parti del corpo attraverso canali di energia, campi bioelettrici, fibre nervose e sistemi di circolazione. Comportamento e funzione Con buona pace delle suggestionifilosofiche, ecco che cosa ne dice l’esperto in materia l’epifisi è una ghiandola endocrina che svolge una funzione regolatrice di tipo Detta anche epifisi cerebrale, è una prevalentemente inibitorio, agendo ghiandola che come dice il nome ha su altre ghiandole endocrine: l’ipofi- forma di pigna, misura circa 8mm di si (sia adenoipofisi sia neuroipofisi), il lunghezza, fa parte del cervello e si tro- pancreas endocrino, le paratiroidi, il va in posizione mediana subito sotto surrene, le gonadi (testicoli nell’uomo, i due emisferi. Come altre ghiandole ovaie nella femmina). Il principale or- endocrine che debbano riversare i loro mone che essa secerne è la melatonina: ormoni nel torrente sanguigno, è ricca- ormone monoaminoacidico prodotto mente vascolarizzata e la sua struttura all’interno dei pinealociti mediante un risulta essenzialmente composta da: processo enzimatico (nel quale pren- pinealociti (neuroni altamente specia- dono parte gli enzimi NAT e HIOMT) a lizzati, all’interno dei quali avviene la partire dall’aminoacido essenziale trip- sintesi dell’ormone melatonina), vasi tofano, esso viene immagazzinato in ve- sanguiferi e fibre nervose. scicole cellulari. La ghiandola pineale si comporta come PERLAPPUNTO 34