3. Il malato in via di guarigione attiverà la propria vita e si dedicherà con
tutta l’energia di cui dispone a impegnare le capacità positive sia fisiche
che affettive, mentali, spirituali, estetiche ecc.., per esprimere ciò che
sente di fare per vocazione...
Tutto ciò egli non lo fa attraverso idee o speculazioni mentali, ma con
un’esperienza viva, chiara, evidente, mediante l’azione, il dinamismo nel
lavoro, lo spiegamento e lo sviluppo di tutta la sua capacità di energia,
intelligenza e creatività.
5. Il medico deve liberare l’ammalato da ciò che gli impedisce
di adempiere agli alti fini della sua esistenza ed aiutarlo
affinché si trasformi da un individuo egocentrico in persona
umana, come essere spirituale aperto al mondo e centrato al
di fuori della sua naturale limitazione, con il sentimento di
comunione che lo connette al tutto.
6. L’uomo ha valore per ciò che può dare o dà alla società di cui
fa parte. La crescita del fuoco di amore per il prossimo
consente di vivere la felicità di un altro come la sua stessa. Il
se stesso si realizza e si manifesta esclusivamente nella sua
relazione con gli altri esseri umani e con il mondo. L’essere
umano ha la sua identità in trascendente relazione con il
prossimo, convertendosi solo in questo modo in un essere
creativo.
7.
8. La Legge di Guarigione e sviluppo segue
dall’ “interno verso l’esterno”.
9. La paura è una malattia che porta all’egoismo. Si deve e si può guarire.
Capire che l’amore e la felicità non vengono da fuori, ma dal di dentro,
dal Sé e non dall’Ego. Quando Ego aspetta e pretende amore e felicità
da fuori, ecco che tutto comincia ad andare male. La realtà esterna è
soltanto la pagina bianca sulla quale scrivere la propria interiorità di
amore. La nostra vita è uno sviluppo e non un acquisto di amore e di
felicità.
10. E’ lo sviluppo delle capacità creative che abbiamo dentro
che, esprimendosi, rendono felici noi stessi e allo stesso
tempo producono la crescita sociale del gruppo. Del
mondo. Questa costante creazione è la scoperta di me
stesso.
11. Il malato in via di guarigione attiverà la propria vita e si dedicherà con
tutta l’energia di cui dispone a impegnare le capacità positive sia fisiche
che affettive, mentali, spirituali, estetiche ecc.., per esprimere ciò che
sente di fare per vocazione...
Tutto ciò egli non lo fa attraverso idee o speculazioni mentali, ma con
un’esperienza viva, chiara, evidente, mediante l’azione, il dinamismo nel
lavoro, lo spiegamento e lo sviluppo di tutta la sua capacità di energia,
intelligenza e creatività.