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La ricerca della felicità:
riflessioni dal buddhismo
tibetano
Ogni essere
senziente vuole
essere
felice
La nostra vita
è ben vissuta
se cerchiamo
la felicità
La felicità è lo
stato d'animo
positivo di chi
ritiene
soddisfatti tutti i
propri desideri
Vocabolario Garzanti
Numerose ricerche
psicologiche
hanno verificato
che il principale
fattore predittivo
del vivere felici non
è la ricchezza, ma
l’avere profondi
legami affettivi
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Possiamo essere
davvero felici
fino a quando
ci sarà un altro
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che soffre?
C’è un solo motivo
valido per il quale la
nostra felicità sia più
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1. Felicità: ogni
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2. Equanimità: la mia
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essere vivente
Il primo discorso
di Buddha, nel
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Gazzelle, dopo
l’illuminazione,
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ricerca della
vera felicità
Di fronte ad un piccolo gruppo
di persone il Buddha espose le
4 nobili verità:
1. la verità della sofferenza,
2. la verità delle cause della
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3. la verità della cessazione
della sofferenza,
4. la verità del sentiero che
conduce alla liberazione
dalla sofferenza.
Prima nobile verità:
La sofferenza esiste
La parola utilizzata per sofferenza è
Dukha, che non significa soltanto
dolore, ma più ampiamente
situazione insoddisfacente,
incompleta.
La prima nobile verità afferma che
dukha è inseparabile dall’esistenza
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La nascita è sofferenza,
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Seconda nobile verità:
La sofferenza ha una causa
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La seconda nobile verità
afferma che la causa della
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egoistico, attaccamento o
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La sofferenza non
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da una causa
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Qualsiasi cosa
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impermanente e
destinata a
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Il nostro desiderio invece si
attacca a forme
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Lasciamo proliferare i
pensieri intorno ai nostri
desideri, lasciamo sorgere
azioni che creano nuove
cause di sofferenza.
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attaccamento al desiderio:
1. pensiamo che qualcosa o
qualcuno ci possa aiutare
ad essere più felici.
2. ci impegniamo per ottenerlo
3. una volta ottenuto, quanto
dura la nostra felicità?
Presto ci accorgiamo che
quella cosa non è sufficiente,
oppure con il tempo si
deteriora, oppure
semplicemente la nostra mente
cerca qualcos’altro da
desiderare.
Purtroppo il desiderio
egoistico ci sembra il
mezzo migliore per
ottenere la felicità,
mentre ad ogni desiderio
soddisfatto ne segue uno
più grande da soddisfare,
in una catena infinita.
Alimentata dalla nostra
brama ovvero dal nostro
desiderio di desiderare.
Non sono i piaceri
la causa della
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chiudersi della
nostra mente nel
desiderio
Terza nobile verità:
La sofferenza può cessare
La sofferenza cesserà quando la nostra mente si
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dopo l’altro non può portarci alla felicità.
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• La rinuncia al desiderio non può essere una lotta cieca: dobbiamo
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Noi siamo
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in passato
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vivente si è
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che c’è una relazione
profonda con tutti gli esseri
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• Quando comprenderemo
che ogni essere senziente
si è preso cura di noi in
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• Allora vorremo ricambiare
questa gentilezza e non
vorremo più veder soffrire
nessun essere senziente.
Ricambiare
• Se oggi qualcuno ci causa
sofferenza dovremmo
riconoscere il fatto che in
passato si è preso cura di noi
e che ora si comporta così a
causa delle sue sofferenze
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molto più consapevoli
delle difficoltà degli altri
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desiderio di condividere
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prendere su di noi il loro
dolore.
Il progresso nel nostro cammino spirituale
non dipende soltanto dalle cose che
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Bodhicitta è l’intenzione di aiutare tutti gli
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Quando qualcuno ci fa soffrire,
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Felicità: riflessioni dal buddhismo tibetano

  • 1. La ricerca della felicità: riflessioni dal buddhismo tibetano
  • 3. La nostra vita è ben vissuta se cerchiamo la felicità
  • 4. La felicità è lo stato d'animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri Vocabolario Garzanti
  • 5. Numerose ricerche psicologiche hanno verificato che il principale fattore predittivo del vivere felici non è la ricchezza, ma l’avere profondi legami affettivi
  • 7. Possiamo essere davvero felici fino a quando ci sarà un altro essere vivente che soffre?
  • 8. C’è un solo motivo valido per il quale la nostra felicità sia più importante di quella di qualsiasi altro essere vivente?
  • 9. Per il Buddhismo la vera felicità è la Cessazione della sofferenza per tutti gli esseri
  • 10. Fondamenti dell’etica 1. Felicità: ogni azione, che genera felicità è giusta 2. Equanimità: la mia felicità è altrettanto importante di quella di ogni altro essere vivente
  • 11. Il primo discorso di Buddha, nel parco delle Gazzelle, dopo l’illuminazione, affronta la ricerca della vera felicità
  • 12. Di fronte ad un piccolo gruppo di persone il Buddha espose le 4 nobili verità: 1. la verità della sofferenza, 2. la verità delle cause della sofferenza, 3. la verità della cessazione della sofferenza, 4. la verità del sentiero che conduce alla liberazione dalla sofferenza.
  • 13. Prima nobile verità: La sofferenza esiste
  • 14. La parola utilizzata per sofferenza è Dukha, che non significa soltanto dolore, ma più ampiamente situazione insoddisfacente, incompleta. La prima nobile verità afferma che dukha è inseparabile dall’esistenza degli esseri senzienti. Questo tutti noi l’abbiamo sperimentato e non abbiamo bisogno di dimostrazioni.
  • 15. La nascita è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la malattia è sofferenza, la morte è sofferenza, l'unione con ciò che odiamo è sofferenza, la separazione da ciò che amiamo è sofferenza, non ottenere ciò che desideriamo è sofferenza.
  • 16. Seconda nobile verità: La sofferenza ha una causa
  • 17. Nulla può accadere senza una causa. La seconda nobile verità afferma che la causa della sofferenza è la brama: la brama del piacere dei sensi, la brama dell’esistere e del divenire e la brama del non-esistere. Più precisamente la parola utilizzata è Tanha, che significa desiderio egoistico, attaccamento o avidità.
  • 18. La sofferenza non è dunque fuori di noi o dipendente da una causa esterna e non è nemmeno una punizione: è semplicemente il risultato del nostro errato modo di vivere.
  • 20. Il nostro desiderio invece si attacca a forme impermanenti e si chiude: vorrebbe conservarle, possederle, addirittura tramandarle. Lasciamo proliferare i pensieri intorno ai nostri desideri, lasciamo sorgere azioni che creano nuove cause di sofferenza.
  • 21. Osserviamo il nostro attaccamento al desiderio: 1. pensiamo che qualcosa o qualcuno ci possa aiutare ad essere più felici. 2. ci impegniamo per ottenerlo 3. una volta ottenuto, quanto dura la nostra felicità? Presto ci accorgiamo che quella cosa non è sufficiente, oppure con il tempo si deteriora, oppure semplicemente la nostra mente cerca qualcos’altro da desiderare.
  • 22. Purtroppo il desiderio egoistico ci sembra il mezzo migliore per ottenere la felicità, mentre ad ogni desiderio soddisfatto ne segue uno più grande da soddisfare, in una catena infinita. Alimentata dalla nostra brama ovvero dal nostro desiderio di desiderare.
  • 23. Non sono i piaceri la causa della sofferenza, ma il chiudersi della nostra mente nel desiderio
  • 24. Terza nobile verità: La sofferenza può cessare
  • 25. La sofferenza cesserà quando la nostra mente si aprirà e lascerà andare l’attaccamento al desiderio
  • 26. È evidente, se ci riflettiamo, che soddisfare un desiderio dopo l’altro non può portarci alla felicità. Perché la catena dei desideri, che ci rende schiavi, è infinita Perché agire in modo egoistico crea cause di sofferenza
  • 27. Quarta nobile verità: Il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza
  • 28. I 3 aspetti principali del sentiero: 1. Rinuncia 2. Corretta visione 3. Mente altruistica
  • 29. Le ricchezze, un corpo perfetto, il sapere, le relazioni umane, la bellezza… tutto ciò che possiamo sperimentare è impermanente e destinato ad esaurirsi senza portarci alla felicità completa
  • 30. Quando sorge un desiderio possiamo: • Appagarlo: la cessazione del desiderio causa piacere, ma consuma energie e genera nuovi desideri • Reprimerlo: la repressione del desiderio causa sofferenza, consuma energia e genera frustrazione • Rinunciarvi: osservarlo, essere consapevoli della sua vera natura di semplice moto della mente e lasciarlo andare, aprendo la mente ad una felicità più grande
  • 31. • La rinuncia al desiderio non può essere una lotta cieca: dobbiamo comprendere esattamente che cosa non vogliamo lasciar andare e perché. • Non possiamo separarci dalle esperienze del samsara, ma dobbiamo imparare a non afferrarle e dobbiamo essere pronti a lasciarle andare senza tristezza.
  • 32. Le cose esistono in modo diverso da come appaiono
  • 33. Nel samsara non esistono cose che non mutano: TUTTO È IMPERMANENTE
  • 34. Nel samsara ogni cosa dipende dalle proprie parti NULLA È UNITARIO
  • 35. Nel samsara ogni cosa dipende da tutte le altre NULLA È INDIPENDENTE
  • 36. La rete della vita Il samsara non è un insieme di esseri separati, ma un flusso di fenomeni interdipendenti tra loro ed in cambiamento continuo
  • 37. C’è un’immagine molto bella: nelle infinite vite che hanno preceduto quella attuale, ogni essere è già stato nostra madre. Ci ha amato, curato e mantenuto in vita con fatica ed amore. Infinite madri
  • 38. Noi siamo qui perché in passato ogni essere vivente si è preso cura di noi
  • 39. • Quando comprenderemo che c’è una relazione profonda con tutti gli esseri e che senza gli altri noi non potremmo nemmeno esistere, • Quando comprenderemo che ogni essere senziente si è preso cura di noi in passato, • Allora vorremo ricambiare questa gentilezza e non vorremo più veder soffrire nessun essere senziente. Ricambiare
  • 40. • Se oggi qualcuno ci causa sofferenza dovremmo riconoscere il fatto che in passato si è preso cura di noi e che ora si comporta così a causa delle sue sofferenze interiori. • Dovremmo allora evitare di accrescere le sue e le nostre difficoltà con emozioni negative, quali rabbia e odio Ridurre la sofferenza
  • 41. Scambiare se stessi con gli altri • Un modo per liberarci dall’egoismo è scambiare noi stessi con gli altri. • Questo ci renderà molto più consapevoli delle difficoltà degli altri e farà nascere in noi il desiderio di condividere le nostre gioie e di prendere su di noi il loro dolore.
  • 42. Il progresso nel nostro cammino spirituale non dipende soltanto dalle cose che facciamo, ma soprattutto dal nostro atteggiamento mentale. Bodhicitta è l’intenzione di aiutare tutti gli esseri senza distinzioni a raggiungere l’illuminazione ed è la motivazione più alta per le nostre azioni Bodhicitta: la mente altruistica
  • 43. Ogni più piccola azione con la retta motivazione crea karma positivo e questo crea un seme di felicità per noi e la diffonde nel mondo. Tutta la felicità del mondo deriva dall’altruismo
  • 44. Tutti i desideri soddisfatti Avere profondi legami affettivi Estinzione della sofferenza: nulla da desiderare Bodhicitta: dedicarsi agli altri PSICOLOGIA BUDDHISMO FELICITÀ
  • 45. 6 piccoli esercizi quotidiani per la felicità
  • 46. Essere grati Più volte durante il giorno, riflettere sulle cose positive e sulla bellezza della nostra vita con grande senso di gratitudine. 1
  • 47. Osservare con sincerità la nostra mente e riconoscere come brama, tutto quello che desideriamo, ma che non può portarci alla vera felicità Riconoscere i nostri desideri egoistici 2
  • 48. Quando sentiamo che ci stiamo aggrappando troppo ad un desiderio, possiamo aprire la mente e lasciarlo andare. Nessun oggetto, nessuna persona e nessuna condizione esterna sono indispensabili per la nostra felicità. Lasciar andare 3
  • 49. Quando qualcuno ci fa soffrire, ricordare che in passato si è preso cura di noi. Riconoscere la sua e la nostra imperfezione e cercare di amarlo e di ridurre la sua sofferenza. Ricordare la gentilezza degli altri 4
  • 50. Quando accade qualcosa di bello a qualcuno, saper gioire per lui in modo completo e puro liberandoci completamente del nostro egoismo Gioire per gli altri 5
  • 51. Questa è la domanda principale che dobbiamo farci tutti i giorni per ogni essere che incontriamo Come posso prendermi cura di te? 6