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Le prime 3 parabole
Conoscere Dio: Misericordia e non sacrificio
La parabola è un racconto che attraverso
comparazioni e similitudini, rivela un
insegnamento morale o religioso.
Perchè una serie di predicazioni sulle Parabole di Gesù?
1. Perchè sono semplici, ma profonde
2. Perchè parlano a chi non conosce Dio, delle cose di Dio. Sono evangelistiche
3. Perchè sono l’insegnamento di Gesù, sono Cristo-centriche. E ci spiegano tutto
ciò che di importante c’è da sapere sul Regno di Dio. Sono la naturale
evoluzione del Sermone sul Monte e i 10 Comandamenti.
4. Perchè quello che pensiamo di sapere in realtà molto spesso non lo sappiamo
5. Perchè vogliamo recuperare la meraviglia del Vangelo e delle parole di Gesù
10 curiosità
1. Ogni vangelo ha delle parabole che gli altri non hanno.
2. Il termine parabola deriva dal greco “parabolé” che significa letteralmente “comparazione e similitudine”.
3. È un racconto didascalico che differisce da mito, allegoria e favola.
4. È un modo di esprimersi che utilizza esempi concreti ed è basato sul paragone tra due situazioni: una
nota e una non nota.
5. Ha lo scopo di illustrare in modo semplice concetti complessi, favorendo una comprensione immediata.
6. Ha pure l'intento di consentire il passaggio degli ascoltatori da un modo, per loro abituale, di capire e di
interpretare le parole espresse e gli eventi narrati, a una nuova modalità estranea e inusuale.
7. Generalmente, le parabole sono incentrate su uno o più tra questi temi: 1) la venuta del Regno dei Cieli,2)
le caratteristiche di Dio, 3) questioni inerenti alla moralità e alla giustizia.
8. Sul piano della forma letteraria, gli elementi che caratterizzano tutte le parabole sono: sintesi,
immediatezza e incisività.
9. Ges usa le parabole per riprendere lo stile autorevole usanto dai sapienti e i profeti dell’Antico Testamento
10. In ebraico la parabola è detta ‫משל‬ (IPA /ma'ʃal/), lett. "esempio".
Parabola degli amici dello sposo
Matteo 9:Vocazione di Matteo
9 Poi Gesù, passando oltre, vide un uomo che sedeva al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse:
«Seguimi!». Ed egli, alzatosi, lo seguì. 10 E avvenne che, mentre Gesù era a tavola in casa, molti pubblicani e
peccatori vennero e si misero a tavola con lui e con i suoi discepoli. 11 I farisei, veduto ciò, dissero ai suoi
discepoli: «Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12 E Gesù, avendo
sentito, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Or andate e imparate che
cosa significa: "Io voglio misericordia e non sacrificio". Perché io non sono venuto per chiamare a ravvedimento i
giusti, ma i peccatori».
14 Allora si accostarono a lui i discepoli di Giovanni, e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo
spesso, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 15 E Gesù disse loro: «Possono gli amici dello sposo essere
in lutto mentre lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. 16
Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova su di un abito vecchio, perché ciò porta via il rattoppo e lo strappo si fa
peggiore. 17 Neppure si mette del vino nuovo in otri vecchi; altrimenti gli otri si rompono, il vino si spande e gli otri
si perdono; ma si mette il vino nuovo in otri nuovi, così si conservano entrambi».
La chiamata di Matteo: un punto di svolta
- Fino a quel momento Gesù si era comportato come un “santo”, come uno che
insegnava con autorità. Aveva generato curiosità perchè: cacciava i demoni,
guariva i malati e perdonava i peccati e si era creato un grande seguito tra i
timorati di Dio.
- La chiamata di Matteo mostra al mondo un Gesù diverso: Egli banchetta in
mezzo ai traditori e ai trasgressori della legge. Anzi, li seleziona come suoi
discepoli.
- La chiamata di Matteo apre la porta ai pubblicani e ai peccatori che diventano
una porzione importante di quelli che seguono Gesù e questo destabilizza
perfino i discepoli di Giovanni, a cui era stato detto di seguirlo.
La domanda dei farisei: perchè Gesù mangia con loro?
La risposta di Gesù: “Voglio misericordia e non sacrificio” è una citazione di Osea
6 che a sua volta è una citazione adattata di 1 Samuele 15. Significa che l’amore
vale più dell’osservanza delle leggi religiose e che l’ubbidienza deve essere totale
e venire da un cuore puro, non essere solo superficiale (come nel caso di Saul).
Osea 6:1 Venite, ritorniamo all'Eterno, perché egli ha lacerato, ma ci guarirà; ha percosso, ma ci fascerà. 2 Dopo due
giorni ci ridarà la vita, il terzo giorno ci farà risorgere e noi vivremo alla sua presenza. 3 Conosciamo l'Eterno, sforziamoci
di conoscerlo; il suo levarsi è certo come l'aurora. Egli verrà a noi come la pioggia, come l'ultima e la prima pioggia alla
terra. 4 «Che cosa devo fare con te, o Efraim? Che cosa devo fare con te, o Giuda? Il vostro amore è come una nuvola
mattutina, come la rugiada che al mattino presto scompare. 5 Per questo li ho tagliati per mezzo dei profeti, li ho uccisi
con le parole della mia bocca e i miei giudizi su di voi sono come la luce che si sprigiona. 6 Poiché io desidero la
misericordia e non i sacrifici, e la conoscenza di DIO più degli olocausti. 7 Ma, come Adamo, essi hanno trasgredito il
patto, hanno agito con inganno verso di me. 8 Galaad è una città di malfattori e macchiata di sangue. 9 Come le bande di
briganti stanno in agguato per un uomo, così una ciurma di sacerdoti massacra sulla via di Sichem, commette
scelleratezze. 10 Nella casa d'Israele ho visto una cosa orrenda: là si prostituisce Efraim, là Israele si contamina. 11 Anche
per te, o Giuda, è riserbata una messe, quando ricondurrò dalla cattività il mio popolo».
1 Sam 15
1 Sam 15:18 L'Eterno ti aveva dato una missione, dicendo: "Va', vota allo sterminio quei peccatori degli Amalekiti e combatti contro di
loro finché siano sterminati". 19 Perché dunque non hai ubbidito alla voce dell'Eterno, ma ti sei gettato sul bottino e hai fatto ciò che è
male agli occhi dell'Eterno?». 20 Saul disse a Samuele: «Ma io ho ubbidito alla voce dell'Eterno, ho compiuto la missione che l'Eterno
mi aveva affidato, ho riportato Agag, re di Amalek, e ho votato allo sterminio gli Amalekiti. 21 Il popolo però ha preso le cose migliori
che avrebbero dovuto essere sterminate, per farne sacrifici all'Eterno, il tuo DIO, a Ghilgal». 22 Samuele disse: «Gradisce forse
l'Eterno gli olocausti e i sacrifici come l'ubbidire alla voce dell'Eterno? Ecco, l'ubbidienza è migliore del sacrificio, e ascoltare
attentamente è meglio del grasso dei montoni. 23 Poiché la ribellione è come il peccato di divinazione, e l'ostinatezza è come il culto
agli idoli e agli dèi domestici. Poiché hai rigettato la parola dell'Eterno, anch'egli ti ha rigettato come re».
In altre parole Gesù sta dicendo, citando questo “detto di Dio” la vostra ubbidienza apparente manca della conoscenza del cuore di
Dio. La vostra ubbidienza è solo nella forma, come quella di Saul.
Le parabole del vino nuovo e del pezzo di stoffa nuovo
Per comprendere ciò che Gesù intendeva possiamo prendere spunto da un
proverbio farisaico contenuto nel Talmud. Possiamo infatti notare che quando
Gesù risponde i suoi uditori capiscono benissimo cosa volesse dire e non osano
dire più nulla, quindi Gesù parla un linguaggio totalmente comprensibile
all’uditorio, usando un’immagine inconfutabile, che aveva solo una possibile
interpretazione.
Pikei avot 4:20
Pirkei Avot (ebraico: ‫אָבוֹת‬ ‫י‬ ֵ‫ק‬ ְ
‫ר‬ִ‫;פּ‬ anche traslitterato come Pirqei Avoth o Pirkei Avos o Pirke Aboth), che si
traduce in inglese come Capitoli dei Padri, è una raccolta di insegnamenti etici e massime della
tradizione ebraica rabbinica. Fa parte della letteratura etica didattica ebraica
Elisha ben Avuyah disse: "Colui che studia da bambino, a cosa può essere paragonato? Può essere paragonato
all'inchiostro scritto su un nuovo [nuovo] foglio di carta. Ma colui che studia da adulto, a cosa può essere
paragonato? Può essere paragonato all'inchiostro scritto su un foglio di carta sbavato [precedentemente usato e
cancellato]. Rabbi Yose ben Yehudah della città di Babilonia disse: "Colui che impara dai giovani, a cosa può
essere paragonato? Può essere paragonato a uno che mangia uva acerba e beve vino non fermentato dal suo
tino. Ma chi impara dagli anziani, a cosa può essere paragonato? Può essere paragonato a colui che mangia uva
matura e beve vino vecchio. Il rabbino (Meir) ha detto: Non prestare attenzione al contenitore ma presta
attenzione a ciò che contiene. C'è un vaso nuovo pieno di vino vecchio, ed ecco un vaso vecchio che non
contiene nemmeno vino nuovo.
Comprendiamo i simboli
Nel proverbio gli otri, i contenitori del vino, non sono movimenti religiosi, istituzioni o insegnamenti, sono persone.
Inoltre spesso negli insegnamenti rabbinici il vino simboleggia la Torah, per cui possiamo interpretare come segue:
Il vestito nuovo: studenti non ammaestrati, nuovi “come bambini”
Vestito vecchio: studenti già ammaestrati
La toppa: l’insegnamento
I nuovi otri: studenti non ammaestrati, nuovi “come bambini”
Vecchi otri: studenti già ammaestrati
Il nuovo vino: nuovo insegnamento
Il vecchio vino: vecchio insegnamento
SIGNIFICATO DELLA PARABOLA: IL NUOVO INSEGNAMENTO RICHIEDE DEGLI
STUDENTI CHE NON SONO STATI AMMAESTRATI IN PRECEDENZA, AFFINCHE’ POSSA
ESSERE RICEVUTO
Ancora sul significato
Nessuno prende una lezione destinata a un nuovo studente e cerca di insegnarla a uno studente vecchio (già istruito). Se
lo fa, non riuscirà a insegnare al nuovo studente e la lezione destinata al nuovo studente verrà rifiutata dal vecchio
studente.
Nessuno insegna il nuovo insegnamento della Torah a vecchi studenti (precedentemente istruiti). Se lo fa, il nuovo
insegnamento verrà rifiutato e lo studente sarà perduto. No. Invece il nuovo insegnamento della Torah deve essere
insegnato ai nuovi studenti. E nessuno dopo aver ricevuto il vecchio insegnamento (l'istruzione precedente) vuole il nuovo,
perché dice: "Il vecchio insegnamento è migliore".
I farisei, fino a questo punto del racconto evangelico, non erano ancora oppositori di Yeshua ma probabilmente stavano
ancora riflettendo se diventare o meno suoi discepoli. Non riuscivano a capire la scelta dei discepoli da parte di Yeshua e
dovevano essere rimasti sconcertati dal fatto che non si fosse ancora avvicinato a loro con quella posizione. Al banchetto di
Levi, criticarono il carattere rozzo e il comportamento della scelta di Yeshua nei discepoli. Yeshua rispose con la doppia
parabola, che in sostanza spiegava ai farisei perché loro non erano qualificati per il lavoro di discepolo e perché lo erano i
miserabili con i quali egli scelse di associarsi.
La doppia parabola non è una polemica contro l'ebraismo; è semplicemente una spiegazione della sua scelta dei discepoli.
La domanda sul digiuno
Gesù risponde con la parabola dello sposo dicendo in pratica: “voi vi concentrate
sull’osservanza del digiuno e vi state perdendo il fatto che la risposta ai vostri
digiuni sta camminando in mezzo a voi. Credete e godetevi questo momento. La
risposta ai vostri digiuni sono io. Guardata alla sostanza e non all’apparenza”.
Riguardo a noi:
Scegliamo la misericordia e non il sacrificio
Riconosciamo il movimento di Dio quando lui chiama i deboli e gli emarginati

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  • 1. Le prime 3 parabole Conoscere Dio: Misericordia e non sacrificio
  • 2. La parabola è un racconto che attraverso comparazioni e similitudini, rivela un insegnamento morale o religioso.
  • 3. Perchè una serie di predicazioni sulle Parabole di Gesù? 1. Perchè sono semplici, ma profonde 2. Perchè parlano a chi non conosce Dio, delle cose di Dio. Sono evangelistiche 3. Perchè sono l’insegnamento di Gesù, sono Cristo-centriche. E ci spiegano tutto ciò che di importante c’è da sapere sul Regno di Dio. Sono la naturale evoluzione del Sermone sul Monte e i 10 Comandamenti. 4. Perchè quello che pensiamo di sapere in realtà molto spesso non lo sappiamo 5. Perchè vogliamo recuperare la meraviglia del Vangelo e delle parole di Gesù
  • 4. 10 curiosità 1. Ogni vangelo ha delle parabole che gli altri non hanno. 2. Il termine parabola deriva dal greco “parabolé” che significa letteralmente “comparazione e similitudine”. 3. È un racconto didascalico che differisce da mito, allegoria e favola. 4. È un modo di esprimersi che utilizza esempi concreti ed è basato sul paragone tra due situazioni: una nota e una non nota. 5. Ha lo scopo di illustrare in modo semplice concetti complessi, favorendo una comprensione immediata. 6. Ha pure l'intento di consentire il passaggio degli ascoltatori da un modo, per loro abituale, di capire e di interpretare le parole espresse e gli eventi narrati, a una nuova modalità estranea e inusuale. 7. Generalmente, le parabole sono incentrate su uno o più tra questi temi: 1) la venuta del Regno dei Cieli,2) le caratteristiche di Dio, 3) questioni inerenti alla moralità e alla giustizia. 8. Sul piano della forma letteraria, gli elementi che caratterizzano tutte le parabole sono: sintesi, immediatezza e incisività. 9. Ges usa le parabole per riprendere lo stile autorevole usanto dai sapienti e i profeti dell’Antico Testamento 10. In ebraico la parabola è detta ‫משל‬ (IPA /ma'ʃal/), lett. "esempio".
  • 5. Parabola degli amici dello sposo Matteo 9:Vocazione di Matteo 9 Poi Gesù, passando oltre, vide un uomo che sedeva al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, alzatosi, lo seguì. 10 E avvenne che, mentre Gesù era a tavola in casa, molti pubblicani e peccatori vennero e si misero a tavola con lui e con i suoi discepoli. 11 I farisei, veduto ciò, dissero ai suoi discepoli: «Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12 E Gesù, avendo sentito, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Or andate e imparate che cosa significa: "Io voglio misericordia e non sacrificio". Perché io non sono venuto per chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori». 14 Allora si accostarono a lui i discepoli di Giovanni, e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo spesso, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 15 E Gesù disse loro: «Possono gli amici dello sposo essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. 16 Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova su di un abito vecchio, perché ciò porta via il rattoppo e lo strappo si fa peggiore. 17 Neppure si mette del vino nuovo in otri vecchi; altrimenti gli otri si rompono, il vino si spande e gli otri si perdono; ma si mette il vino nuovo in otri nuovi, così si conservano entrambi».
  • 6. La chiamata di Matteo: un punto di svolta - Fino a quel momento Gesù si era comportato come un “santo”, come uno che insegnava con autorità. Aveva generato curiosità perchè: cacciava i demoni, guariva i malati e perdonava i peccati e si era creato un grande seguito tra i timorati di Dio. - La chiamata di Matteo mostra al mondo un Gesù diverso: Egli banchetta in mezzo ai traditori e ai trasgressori della legge. Anzi, li seleziona come suoi discepoli. - La chiamata di Matteo apre la porta ai pubblicani e ai peccatori che diventano una porzione importante di quelli che seguono Gesù e questo destabilizza perfino i discepoli di Giovanni, a cui era stato detto di seguirlo.
  • 7. La domanda dei farisei: perchè Gesù mangia con loro? La risposta di Gesù: “Voglio misericordia e non sacrificio” è una citazione di Osea 6 che a sua volta è una citazione adattata di 1 Samuele 15. Significa che l’amore vale più dell’osservanza delle leggi religiose e che l’ubbidienza deve essere totale e venire da un cuore puro, non essere solo superficiale (come nel caso di Saul). Osea 6:1 Venite, ritorniamo all'Eterno, perché egli ha lacerato, ma ci guarirà; ha percosso, ma ci fascerà. 2 Dopo due giorni ci ridarà la vita, il terzo giorno ci farà risorgere e noi vivremo alla sua presenza. 3 Conosciamo l'Eterno, sforziamoci di conoscerlo; il suo levarsi è certo come l'aurora. Egli verrà a noi come la pioggia, come l'ultima e la prima pioggia alla terra. 4 «Che cosa devo fare con te, o Efraim? Che cosa devo fare con te, o Giuda? Il vostro amore è come una nuvola mattutina, come la rugiada che al mattino presto scompare. 5 Per questo li ho tagliati per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e i miei giudizi su di voi sono come la luce che si sprigiona. 6 Poiché io desidero la misericordia e non i sacrifici, e la conoscenza di DIO più degli olocausti. 7 Ma, come Adamo, essi hanno trasgredito il patto, hanno agito con inganno verso di me. 8 Galaad è una città di malfattori e macchiata di sangue. 9 Come le bande di briganti stanno in agguato per un uomo, così una ciurma di sacerdoti massacra sulla via di Sichem, commette scelleratezze. 10 Nella casa d'Israele ho visto una cosa orrenda: là si prostituisce Efraim, là Israele si contamina. 11 Anche per te, o Giuda, è riserbata una messe, quando ricondurrò dalla cattività il mio popolo».
  • 8. 1 Sam 15 1 Sam 15:18 L'Eterno ti aveva dato una missione, dicendo: "Va', vota allo sterminio quei peccatori degli Amalekiti e combatti contro di loro finché siano sterminati". 19 Perché dunque non hai ubbidito alla voce dell'Eterno, ma ti sei gettato sul bottino e hai fatto ciò che è male agli occhi dell'Eterno?». 20 Saul disse a Samuele: «Ma io ho ubbidito alla voce dell'Eterno, ho compiuto la missione che l'Eterno mi aveva affidato, ho riportato Agag, re di Amalek, e ho votato allo sterminio gli Amalekiti. 21 Il popolo però ha preso le cose migliori che avrebbero dovuto essere sterminate, per farne sacrifici all'Eterno, il tuo DIO, a Ghilgal». 22 Samuele disse: «Gradisce forse l'Eterno gli olocausti e i sacrifici come l'ubbidire alla voce dell'Eterno? Ecco, l'ubbidienza è migliore del sacrificio, e ascoltare attentamente è meglio del grasso dei montoni. 23 Poiché la ribellione è come il peccato di divinazione, e l'ostinatezza è come il culto agli idoli e agli dèi domestici. Poiché hai rigettato la parola dell'Eterno, anch'egli ti ha rigettato come re». In altre parole Gesù sta dicendo, citando questo “detto di Dio” la vostra ubbidienza apparente manca della conoscenza del cuore di Dio. La vostra ubbidienza è solo nella forma, come quella di Saul.
  • 9. Le parabole del vino nuovo e del pezzo di stoffa nuovo Per comprendere ciò che Gesù intendeva possiamo prendere spunto da un proverbio farisaico contenuto nel Talmud. Possiamo infatti notare che quando Gesù risponde i suoi uditori capiscono benissimo cosa volesse dire e non osano dire più nulla, quindi Gesù parla un linguaggio totalmente comprensibile all’uditorio, usando un’immagine inconfutabile, che aveva solo una possibile interpretazione.
  • 10. Pikei avot 4:20 Pirkei Avot (ebraico: ‫אָבוֹת‬ ‫י‬ ֵ‫ק‬ ְ ‫ר‬ִ‫;פּ‬ anche traslitterato come Pirqei Avoth o Pirkei Avos o Pirke Aboth), che si traduce in inglese come Capitoli dei Padri, è una raccolta di insegnamenti etici e massime della tradizione ebraica rabbinica. Fa parte della letteratura etica didattica ebraica Elisha ben Avuyah disse: "Colui che studia da bambino, a cosa può essere paragonato? Può essere paragonato all'inchiostro scritto su un nuovo [nuovo] foglio di carta. Ma colui che studia da adulto, a cosa può essere paragonato? Può essere paragonato all'inchiostro scritto su un foglio di carta sbavato [precedentemente usato e cancellato]. Rabbi Yose ben Yehudah della città di Babilonia disse: "Colui che impara dai giovani, a cosa può essere paragonato? Può essere paragonato a uno che mangia uva acerba e beve vino non fermentato dal suo tino. Ma chi impara dagli anziani, a cosa può essere paragonato? Può essere paragonato a colui che mangia uva matura e beve vino vecchio. Il rabbino (Meir) ha detto: Non prestare attenzione al contenitore ma presta attenzione a ciò che contiene. C'è un vaso nuovo pieno di vino vecchio, ed ecco un vaso vecchio che non contiene nemmeno vino nuovo.
  • 11. Comprendiamo i simboli Nel proverbio gli otri, i contenitori del vino, non sono movimenti religiosi, istituzioni o insegnamenti, sono persone. Inoltre spesso negli insegnamenti rabbinici il vino simboleggia la Torah, per cui possiamo interpretare come segue: Il vestito nuovo: studenti non ammaestrati, nuovi “come bambini” Vestito vecchio: studenti già ammaestrati La toppa: l’insegnamento I nuovi otri: studenti non ammaestrati, nuovi “come bambini” Vecchi otri: studenti già ammaestrati Il nuovo vino: nuovo insegnamento Il vecchio vino: vecchio insegnamento SIGNIFICATO DELLA PARABOLA: IL NUOVO INSEGNAMENTO RICHIEDE DEGLI STUDENTI CHE NON SONO STATI AMMAESTRATI IN PRECEDENZA, AFFINCHE’ POSSA ESSERE RICEVUTO
  • 12. Ancora sul significato Nessuno prende una lezione destinata a un nuovo studente e cerca di insegnarla a uno studente vecchio (già istruito). Se lo fa, non riuscirà a insegnare al nuovo studente e la lezione destinata al nuovo studente verrà rifiutata dal vecchio studente. Nessuno insegna il nuovo insegnamento della Torah a vecchi studenti (precedentemente istruiti). Se lo fa, il nuovo insegnamento verrà rifiutato e lo studente sarà perduto. No. Invece il nuovo insegnamento della Torah deve essere insegnato ai nuovi studenti. E nessuno dopo aver ricevuto il vecchio insegnamento (l'istruzione precedente) vuole il nuovo, perché dice: "Il vecchio insegnamento è migliore". I farisei, fino a questo punto del racconto evangelico, non erano ancora oppositori di Yeshua ma probabilmente stavano ancora riflettendo se diventare o meno suoi discepoli. Non riuscivano a capire la scelta dei discepoli da parte di Yeshua e dovevano essere rimasti sconcertati dal fatto che non si fosse ancora avvicinato a loro con quella posizione. Al banchetto di Levi, criticarono il carattere rozzo e il comportamento della scelta di Yeshua nei discepoli. Yeshua rispose con la doppia parabola, che in sostanza spiegava ai farisei perché loro non erano qualificati per il lavoro di discepolo e perché lo erano i miserabili con i quali egli scelse di associarsi. La doppia parabola non è una polemica contro l'ebraismo; è semplicemente una spiegazione della sua scelta dei discepoli.
  • 13. La domanda sul digiuno Gesù risponde con la parabola dello sposo dicendo in pratica: “voi vi concentrate sull’osservanza del digiuno e vi state perdendo il fatto che la risposta ai vostri digiuni sta camminando in mezzo a voi. Credete e godetevi questo momento. La risposta ai vostri digiuni sono io. Guardata alla sostanza e non all’apparenza”.
  • 14. Riguardo a noi: Scegliamo la misericordia e non il sacrificio Riconosciamo il movimento di Dio quando lui chiama i deboli e gli emarginati