Principi e valori del lavoro sociale con le famiglie. Verso una visione parte...Elena Giudice
Similar to P. Di Nicola, Trasformazioni, i mutamenti e le metamorfosi della società e del vivere quotidiano. Nuove famiglie, nuovo immaginario sociale (20)
P. Di Nicola, Trasformazioni, i mutamenti e le metamorfosi della società e del vivere quotidiano. Nuove famiglie, nuovo immaginario sociale
1. Sessione parallela:
Trasformazioni. I mutamenti e le
metamorfosi della società e del vivere
quotidiano
Nuove famiglie, nuovo immaginario sociale
Paola Di Nicola
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2. Sono anni che negli studi sulla morfogenesi delle forme familiari si parla di
nuove famiglie il cui riferimento empirico si è lentamente ampliato
Ricordo la prima indagine speciale ISTAT sulle strutture e sui comportanti
delle famiglie del 1983, che per la prima volta portò alla luce la consistenza
delle nuove forme familiari che in quella data denotavano le unione di fatto
In quell’occasione si segnò una distinzione tra famiglia anagrafica e famiglia
di fatto, con l’intento di mettere in evidenza come fossero in atto processi di
cambiamento delle relazioni di
coloro che vivevano sotto lo stesso tetto
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Premessa
3. Successivamente, come effetto delle crescente conflittualità
coniugale, nel panorama delle nuove famiglie sono entrate le
famiglie ricomposte
(sia di coppie coniugate che non coniugate) e
le famiglie monogenitoriali,
formate da una adulto non vedovo con figli
E in questo processo di transizione, le indagini ISTAT hanno dato
un contributo conoscitivo significativo, in quanto hanno
consentito di avere una ‘misura’ per quanto non perfetta
dell’entità della transizione
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4. Nel 2016 è stato tradotto il libro di S. Golombok sulle famiglie moderne, che
distingue nettamente
le famiglie tradizionali
(vale a dire composte da coppie eterosessuali)
e quelle moderne
che hanno superato, nella loro composizione, la dimensione delle
eterosessualità, sia nella relazione di coppia che nella relazione di filiazione
Ciò che avevamo considerato nuovo in realtà è diventato tradizionale:
qualcosa che deve essere superato, perché appartenente al passato e,
soprattutto, non più rispondente alle esperienze di vita quotidiana che si
giocano dentro quel contenitore che continuiamo a chiamare famiglia
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5. Nello stesso anno, 2016, in Italia sono state introdotte le unioni civili di
coppie dello stesso sesso (legge n. 76), che ha portato alla luce il problema
del riconoscimento giuridico dei figli presenti dentro la coppia, sia che
fossero nati da precedenti unioni eterosessuali sia che fossero stati
programmati dalla coppia in regime di convivenza
Tale problema, a sua volta, ha portato in primo piano il tema della
procreazione medicalmente assistita (PMA)
- sia omologa che eterologa, che della maternità surrogata –
e dei suoi effetti sugli immaginari sociali connessi alla procreazione
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6. Il dibattito che si è aperto sulle famiglie LGBT
e le riflessioni della Golombok
(e di altre studiose come lei che si sono cimentate sugli stessi temi)
sono molto rilevanti
non perché tali nuove famiglie siano tante o poche,
ma perché ci dicono che in tema di analisi dei mutamenti della famiglia è
necessario cambiare il paradigma di lettura ed interpretazione
perché è cambiato l’immaginario sociale costruito a partire
da particolari teorie
e caratterizzato da specifiche pratiche
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7. Per immaginario sociale
nell'accezione di C. Taylor (2005) si intende
l'insieme delle ideologie, delle conoscenze e del sapere comune che
informano le pratiche e da esse sono informati
l'immaginario sociale è ciò che rende possibile l'autocomprensione e
l'autocollocazione dell'individuo nella società, in un contesto di sapere
dialogico e condiviso
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L’immaginario sociale della modernità e della dopo-
modernità
8. Come dice Taylor
«Quello che definisco l’immaginario sociale si estende oltre l’immediato
sapere di sfondo che dà senso alle nostre pratiche specifiche. (…) Tale
sfondo non può mai essere espresso nella forma di dottrine esplicite per via
della sua natura illimitata e indefinita. (…)
La relazione tra le pratiche e il sapere di sfondo che sta alle loro spalle non è
perciò unilaterale
Se è vero che è il sapere a rendere possibile la pratica, è perciò anche vero
che è la pratica stessa a veicolare in larga misura il sapere»
(Taylor, 2005: 38-37)
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9. Il riferimento al concetto di immaginario sociale ha una valenza euristica
molto rilevante, perché Taylor inserisce esplicitamente le
pratiche
vale a dire le azioni concretamente messe in atto dagli attori sociali,
non in posizione di derivazione dal sistema culturale,
ma come qualcosa che non solo dipende dal sistema delle conoscenze
ma come qualcosa che retroagisce e modifica a sua volta le conoscenze e
quindi il sapere che rende possibile l’azione
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10. Esiste dunque una circolarità tra sapere e pratiche, che aiuta a
comprendere, sempre in tema di cambiamento delle forme familiari,
perché, ad es. in Italia subito dopo l’introduzione del divorzio, vi fu
un’impennata nella richiesta dei divorzi, che negli anni successivi si è
depotenziata
Questo confermava che nelle pratiche, vale a dire nelle modalità di
formazione della famiglia, il vincolo dell’indissolubilità del matrimonio era
stato di fatto superato
Il divorzio era già una ‘pratica normale’
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11. Il riferimento al concetto di immaginario sociale, ci consente di capire come
si attiva il cambiamento sociale dall’interno di un sistema sociale
«Che cosa esattamente succede quando una teoria trasforma in profondità
l’imaginario sociale? Per lo più, gli individui intraprendono, improvvisano o
sono introdotti a nuove pratiche che ricevono senso dalla nuova prospettiva,
articolata inizialmente dalla teoria; questa prospettiva è il contesto che
fornisce senso alle pratiche. La nuova concezione diventa dunque accessibile
ai partecipanti in una maniera inedita. Essa comincia a definire i contorni del
loro mondo e può alla fine trasmutarsi nella forma scontata delle cose,
persino troppo ovvia per essere menzionata»
(Taylor, 2005: 43)
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12. Alle soglie del XXI secolo si pensava che le famiglie in Italia avessero esaurito
quasi tutto il loro potenziale innovativo:
si era definitivamente operata la separazione, la scissione, economica,
giuridica, affettiva e relazionale tra
househoold (aggregato domestico), house (casa) e home (unità di affetti)
Il dibattito non tanto sulle famiglie LGBT, quanto sulle forme che la
genitorialità poteva assumere per effetto di nuove teorie e conoscenze
– le tecniche di PMA –
ha dimostrato che stavano cambiando le pratiche e che esse avrebbero
veicolato altre forme di conoscenza di senso comune
Vale a dire quella conoscenza tacita, accettata, vista come normale, come
a-problematica e a-riflessiva
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13. Sino alla soglie del XXI secolo, per comprendere i cambiamenti delle famiglie
ci si è mossi entro il paradigma della modernità o
- se vogliamo affidarci al pensiero di A. Giddens (1994) –
della modernità totalmente dispiegata
Ci siamo mossi all’interno dell’immaginario sociale della modernità
Quali erano, in riferimento al tema dei mutamenti della famiglia, gli
elementi distintivi di tale immaginario?
Se ne possono elencare i più salienti
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L’immaginario sociale della modernità
14. Individualismo, inteso come possibilità di realizzare percorsi di vita
autonomi, indipendenti e di autorealizzazione ‘autentici’, vale a dire non
condizionati dalla tradizione e dai sistemi di appartenenza
Pratiche: libertà nella scelta del partner; matrimonio dissolubile; pari diritti e
doveri tra i componenti della coppia; figlio come scelta e non più come
destino per le donne; controllo della fecondità da parte delle donne;
controllo delle donne sul proprio corpo
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15. Etica delle responsabilità: si è personalmente responsabili del proprio
comportamento e di esso si risponde alla società
Pratiche: passaggio dalla genitorialità biologica e di sangue alla genitorialità
sociale; aumento delle adozioni nazionali e internazionali; crescita delle
unioni di fatto; aumento dei matrimoni celebrati con rito civile
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16. Privatismo: in una società secolarizzata, il codice di regolamentazione delle
relazioni interpersonali deve essere ‘immanente’(essere dentro e derivare
dalla società stessa), mentre nella sfera delle relazioni familiari (intesa a sua
volta come società) lo Stato non deve entrare, in quanto spetta ai singoli
componenti la famiglia il compito di autoregolarsi
Pratiche: crescita delle unioni di fatto, mancanza di una specifica e nuova
regolamentazione delle genitorialità sociale dentro le famiglie ricomposte,
importanza nelle relazioni dentro la famiglia tra adulti e soprattutto in quelle
tra adulti e bambini della qualità delle relazioni
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17. Relazioni familiari ed affettive regolamentate dall’etica della cura
Pratiche: le famiglie continuano a rispondere ai bisogni di dipendenza dei
loro componenti, siano essi bambini, adulti malati, portatori di handicap,
anziani
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18. Conoscenze specialistiche e nuove tecnologie al servizio di adulti e bambini
Pratiche: ricorso al sapere specialistico per affrontare e gestire le
problematiche medico-sanitarie, psicologiche e relazionali connesse alla
gestione della vita quotidiana; attivazione di una rete pubblica di servizi di
welfare
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19. Modello familiare normale, o se si vuole ideale:
coppia genitoriale eterosessuale, coniugata o non coniugata, che cresce ed
alleva i figli naturali o adottivi, con atteggiamento puerocentrico
E’ un modello normale nel senso che è quello ancora statisticamente più
diffuso (anche se in calo) e ideale nel senso che non tutti gli elementi sopra
elencati si sono pienamente realizzati, ma è indubbio che tutta la
legislazione che è stata prodotta in Italia a partire dagli anni ’70 del secolo
scorso ha cercato di assecondare quella che possiamo definire la transizione
dal concetto di house a quello di home
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20. Il dibattito che si è aperto in Italia in questo ultimo decennio, che ha favorito
la diffusione di studi e ricerche sugli effetti della procreazione medicalmente
assistita
(che in ambiente americano e anglosassone datano dagli anni ’80-’90 del secolo scorso)
unitamente all’accelerazione di tendenze di cambiamento che sembrano
preludere alla fine della famiglia coniugale (calo della natalità, fecondità,
nuzialità, spostamento in avanti della nascita del primo figlio, con
conseguente aumento dei casi di infertilità, crescita non solo e tanto del
conflitto coniugale, quanto della sua ‘conflittualità’)
dimostrano che sono in atto processi sociali che non possono essere letti
solo alla luce dell’immaginario sociale della modernità
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L’immaginario sociale della dopo-modernità
21. In tema di relazioni familiari, relazioni di coppia e procreazione le pratiche
stanno cambiando e per molti aspetti le nuove conoscenze e teorie
connesse PMA diventano terreno di coltura e di alimentazione di nuove
pratiche, che lentamente si diffondono nel sociale
Questo significa che si modifica il senso ed il valore della procreazione,
anche di coloro che non ricorrono a tali tecniche
Quindi il problema non riguarda solo le coppie LGBT
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22. C. Taylor (2011) individua tre fonti di disagio della modernità:
1.individualismo
2. il disincantamento del mondo che si collega ad un altro fenomeno
rilevantissimo dell’età moderna: il primato della ragione strumentale
3. nascita del ‘dispostismo morbido’: il governo non sarà una tirannide, sarà
mite e paternalistico, ma di fatto ogni cosa sarà governata da un potere
immenso e tutelare, su cui gli uomini avranno ben scarso controllo
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23. Queste tre fonti di disagio
in realtà stanno segnando la transizione ad un altro immaginario sociale
L’immaginario sociale della tardo-modernità
che rispetto
alle relazioni affettive e familiari
assume altri toni e coloriture
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24. L’individualismo slitta nel narcisismo, se non nel solipsismo: i percorsi di vita
autentica si realizzano a prescindere dalla esistenza o meno di altri
Sono gli individui per ‘eccesso’ di cui parla R. Castel (2015)
Pratiche: relazioni affettive intermittenti e a breve tempo; timore-paura se
non indifferenza alla vita di coppia; crescita delle forme familiari del vivere
insieme lontani separatamente (LAT); difficoltà, anche tra i giovani, di
‘trovare un partner’; crescita dei siti on line di ‘dating’; il figlio, se
desiderato, diventa un diritto; diritto che con l’aiuto delle tecniche di PMA si
può esigere indipendentemente dall’esistenza di una relazione di coppia,
anche a costo di trasformare il proprio corpo o quello di un’altra donna in un
oggetto nelle mani del sistema medico-sanitario
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25. L’etica delle responsabilità diventa etica dell’auto-giustificazione e dell’auto-
assoluzione: la riscoperta delle ‘emozioni’ che, se liberamente espresse,
anche se negative e di ostilità verso di altri, fanno comunque parte della
dimensione di un Io che si esprime a tutto tondo
Pratiche: riscoperta della genitorialità genetica e di sangue, a scapito di
quella sociale; il figlio come prolungamento di un Ego che si realizza al di
fuori della dimensione relazionale, tanto più apprezzato quando più diventa
possibile definirne a priori le caratteristiche
Figlio dunque che non deve riservare soprese
Figlio che non ti tradisce perché è legato a te da un vincolo indissolubile
Figlio come rispecchiamento del Sé (il mito di Narciso!)
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26. Il privato diventa l’ambito privilegiato in cui si realizza il dispotismo morbido
In cambio di libertà, sicurezza e benessere si intensifica il controllo dello
stato sulla sfera privata
Pratiche: calo anche delle unioni di fatto; crescita dei solitari; aumento della
conflittualità nella coppia; crescita di atteggiamenti di aggressione nei
confronti di chiunque – anche attori delle istituzioni pubbliche, ad es.
educative - osi interferire nelle relazioni familiari, ma nello stesso tempo
uno Stato che legifera sempre più intensamente per tutelare i diritti
dell’individuo dentro le relazioni interpersonali
Il malessere individuale diventa un problema di ordine pubblico
(violenza in famiglia, femminicidio)
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27. L’etica della cura viene regolarmente erosa dalla penetrazione nel mondo
della vita quotidiana della razionalità strumentale. Non viene colto né
messo in discussione il nesso che pure esiste tra cura, giustizia e dignità
Pratiche: si accede ad un ampio e in espansione mercato di
esternalizzazione non solo del lavoro domestico, ma anche del lavoro di cura
in senso stretto (accudimento, sostegno, sollecitudine, attenzione)
la PMA, sia nella forma omologa che eterologa e dell’utero in affitto è
sostenuta da un ampio mercato riproduttivo transnazionale che ha
trasformato quello che era ed è per molte femministe la quintessenza del
lavoro di cura e dell’identità femminile
– la maternità –
in una merce che ha il suo prezzo
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28. Le conoscenze specialistiche e le nuove tecnologie ‘devono’ garantire salute,
bellezza, giovinezza e per molti aspetti felicità, sostituendosi all’agire
intenzionale dell’attore sociale
Pratiche: maternità in tarda età; avere un figlio che sia proprio carne della
tua carne, sangue del tuo sangue (se uno dei componenti la coppia non è
fertile); avere un figlio anche se non si ha una relazione affettiva; decidere a
‘priori’ che il figlio vivrà comunque senza padre e, si spera, abbia
caratteristiche, quanto meno somatiche, scelte; portare avanti una
gravidanza per conto di una figlia o di un figlio
Tutto ciò che è tecnicamente possibile è ipso facto giusto e buono
Dimenticare, non sapere, non volere sapere che
non è vero che ciò che
è giusto è anche buono e viceversa
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29. La domanda è provocatoria e la risposta non facile
Stanno cercando di realizzare un ‘utero’ artificiale che forse potrebbe
presagire il Mondo nuovo di A. Huxley, ma sembra che il traguardo sia
lontano
In realtà il grande problema è costituito dalla placenta che non è solo un
contenitore che rende possibile lo sviluppo fisico del bambino (non è una
incubatrice), ma incide ( e su questo gli studi sono molteplici) anche su tanti
altri aspetti della crescita del feto: affettivi, psicologici, relazionali
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Quali famiglie? Una, nessuna, centomila?
30. Al di là delle battute, tra i processi di cambiamento che abbiamo
sottolineato
la pervasiva penetrazione della razionalità strumentale nei mondi della vita
quotidiana, la lenta e strisciante penetrazione della logica del mercato nel
campo della filiazione e della procreazione
sono gli elementi di novità che devono preoccupare maggiormente
E la PMA contribuisce e sostiene tale novità
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31. Alcuni dati servono per inquadrare il problema per l’Italia:
Nel 2015 erano attivi 366 centri di cui 114 pubblici, 24 privati convenzionati,
228 privati
Nel 2015 sono state trattate 74.292 coppie; sono iniziati 95.110 cicli (di cui
92.310 omologa e 2800 eterologa), dei quali 36.670 nei centri pubblici,
23.595 nei privati convenzionati e 34.845 nei privati
La diffusione per quanto iniziale della PMA eterologa, ha aperto lo scambio
di ovociti, liquido seminale e embrioni tra nazioni europee
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Le nuove pratiche
32. Importazioni comunicate nel 2015:
Criocontenitori con ovociti (6/7 ovociti per ogni contenitore): 3304 da: Danimarca, Grecia, Rep. Ceca,
Spagna, Svizzera;
Criocontenitori con liquido seminale: 1982 da: Danimarca, Grecia, Rep.Ceca, Spagna, Svizzera;
Criocontenitori con embrioni (1/2embrioni per ogni contenitore): 744 da: Austria, Grecia, Rep. Ceca,
Spagna, Svizzera.
Esportazioni comunicate nell’anno 2015:
Criocontenitori con ovociti (6/7 ovociti per ogni contenitore): 19 verso: Danimarca, Grecia, Rep. Ceca,
Spagna, Svizzera;
Criocontenitori con liquido seminale: 2638 verso: Danimarca, Grecia, Rep.Ceca, Spagna, Svizzera;
Criocontenitori con embrioni (1/2embrioni per ogni contenitore): 22 verso: Austria, Grecia, Rep.
Ceca, Spagna, Svizzera.
Sono nati vivi 12.836 (12.235 con PMA omologa, 601 con eterologa), pari al 2,6% del totale dei
bambini nati nel 2015 (totale nati 485.780 secondo i dati ISTAT) e al 13,5 dei cicli iniziati.
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33. Indubbiamente i dati non sono elevatissimi, ma testimoniano dell’esistenza
di nuove pratiche che si stanno diffondendo, per molti aspetti non
accompagnate da una riflessione critica sui diversi dilemmi etici che la PMA
solleva
In particolare sono tre i dilemmi sui quali non sono sempre si discute
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I dilemmi etici
34. Il dilemma per amore o per denaro: se gli attori sociali che si muovono sul nuovo scenario
della procreazione (donatori di liquido seminale, di ovociti e maternità surrogata)
debbono/possono farlo per amore (solidarietà, altruismo) o per denaro.
Optare per uno delle due soluzioni ha ricadute molto diverse.
Agire sulla scorta della logica del dono sembra confermare la norma che regola le relazioni
affettive e familiari; agire sulla scorta del denaro scompagina le dinamiche interne alla
coppia e introduce una dimensione contrattuale che è tipica del mercato.
In generale, la logica del dono crea obbligazioni, quella del contratto libera dalle
obbligazioni.
PMA come terapia o come diritto: nel primo caso la programmazione dei figli ricade ancora
nel mondo del desiderio (legittimo), nel secondo caso diventa un diritto, esigibile da tutti
coloro che vogliono un figlio.
Determinismo o indeterminismo genetico: potere o non potere disporre del patrimonio
genetico di un altro: in questo caso il figlio.
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35. Sono dilemmi molto profondi, ma gli studi condotti sulle conseguenze della
PMA sulle relazioni di coppia e tra genitori e figli sembrano propendere per
denaro, contratto, determinismo genetico
(tendenza questa che ho verificato anche con una ricerca empirica, i cui risultati sono in fase
di pubblicazione)
come area di espansione di un immaginario sociale profondamente
caratterizzato dalla razionalità strumentale
Area che l’espansione del mercato riproduttivo alimenta e incentiva
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Il ‘che fare?’
36. Credo, che chiunque si ponga il problema di come affrontare e risolvere il
problema, ad es., della ipofecondità delle coppie dei paesi occidentali, non
possa esimersi da una valutazione precisa di tali dilemmi e scegliere su quale
posizionarsi
La scelta, ovviamente, dovrebbe avvenire in un contesto di democrazia
deliberativa, al cui interno i cittadini siano chiamati ad esprimere un parere
dialogicamente formato
(superando quindi la pratica del dispotismo morbido)
Come sostiene J. Habermas questi problemi non possono essere lasciati alla
libera discrezionalità degli attori sociali
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Credo che chi studia ed analizza i comportamenti familiari, di coppia e le relazioni inter-
generazionali debba cominciare a chiedersi quali nuove pratiche si stanno diffondendo,
nella consapevolezza
– ma a questo non abbiamo accennato –
che si sia aperto il fronte di una nuova lotta di classe tra ricchi e poveri, tra paesi ricchi
e paesi poveri nel campo della riproduzione
Come se nell’epoca della globalizzazione
lavoro produttivo e lavoro riproduttivo
fossero ritornati sotto la stessa egida e lo stesso piano normativo
ricomponendo quella cesura che si era creata con l’avvento
della modernità e della rivoluzione industriale
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Riferimenti bibliografici