Dì la verità, quante volte hai pensato di entrare nell’ufficio del tuo capo per dirgli che lo saluti e cambi vita? Enrico ha avuto il coraggio di farlo, ha iniziato un viaggio che è partito da una agenzia di pubblicità, passando per la campagna piemontese e andando alla scoperta di mete esotiche. Tranquillo, è tornato a casa, ma il suo paesaggio interiore è cambiato. La sua è stata una variazione dell’anima.
Método científico es el recurso científico que nos permite organizar nuestra capacidad de pensamiento científico, ya para descubrir la verdad, las leyes que ignoramos o ya para probarla y demostrarla a otros, cuando la conocemos, con el objetivo de transformar, por medio de la práctica científica, la realidad.
Método científico es el recurso científico que nos permite organizar nuestra capacidad de pensamiento científico, ya para descubrir la verdad, las leyes que ignoramos o ya para probarla y demostrarla a otros, cuando la conocemos, con el objetivo de transformar, por medio de la práctica científica, la realidad.
Non ho scritto questo libro perché debba piacere a qualcuno, forse non piacerà a nessuno. Non piacerà a Papa Benedetto, perché non gli risparmio osservazioni molto critiche, tanto da poter essere etichettate come eresie. Parlo a Lui perché, attraverso lui, mi ascoltino anche altri. Non piacerà ai miei ex colleghi preti, perché sarebbero costretti a mettersi in discussione, ma sanno di trovarsi davanti una strada senza uscita. Non piacerà a coloro che si ritengono bravi cristiani, perché dovrebbero cominciare a ragionare con la propria testa. Non piacerà ai laici perché penseranno che perdo tempo, dal momento che colui al quale mi rivolgo non lo leggerà. Non piacerà alla gran massa di indifferenti, abituati come sono a fare dei propri interessi l'unico scopo di vita.
Spero però che sia da stimolo a chi si pone domande, a chi è deluso dalle superficiali risposte dei mass-media e da quelle antiquate della Chiesa, a chi non si accontenta di portare all'ammasso il proprio cervello.
Questo mio libro è un piccolissimo battito d’ali, ma è ciò che la Vita ora mi chiede, anche se non so in quale parte dell’Universo questo piccolo “effetto farfalla” porterà il suo contributo.
Amarigna & Tigrigna Hieroglyphs for Beginners
by Legesse Allyn
ISBN: 1448656591
EAN-13: 9781448656592
Library of Congress Control Number: 2009908238
OCLC Number: 631241172
Get it from Amazon: http://www.amazon.com/Amarigna-Tigrigna-Qal-Hieroglyphs-Beginners/dp/1448656591
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Enea la memoria rende liberi vespro 2015 02a (1)Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
L' Italia spiegata a mio nonno. Lavoro, pensioni e famiglia: un paese che ha ...Luca Mengoni
Autore: Federico Mello
Dal 1997 a oggi il mondo del lavoro italiano ha subito una delle trasformazioni più profonde che l'Italia del dopoguerra ricordi. La cosiddetta riforma Treu e tutta una serie di modifiche legislative che arrivano via via fino alla riforma che prende il nome da Marco Biagi, il professore bolognese ucciso dalle Brigate rosse nel 2002, hanno fatto sì che il mercato del lavoro si sia trasformato fino a perdere molte delle sue caratteristiche tradizionali. Le conseguenze di queste scelte politiche sono state molte, alcune positive e altre meno: se infatti l'Italia ha conosciuto in questi ultimi anni una netta riduzione della disoccupazione, soprattutto giovanile, sono stati proprio i giovani e i più deboli a pagare le amare conseguenze di tanto "riformismo" praticato solo sulla pelle di fasce minoritarie e marginali della popolazione. Federico Mello, in modo acuto e divertente, attraverso una brillante e scanzonata lettera a suo nonno prova a spiegare, senza moralismi e dati alla mano, che cosa sia diventata l'Italia. Lo fa raccontando come e quando si è smantellato il "posto fisso", ma solo per alcuni, i più giovani. E di come, nel frattempo, l'Italia sia diventata il paese con la classe dirigente più anziana d'occidente. Un paese in cui sembra impossibile concepire qualsiasi ricambio generazionale e qualsiasi riforma delle pensioni o del welfare che non sia un puro e semplice debito lasciato da pagare alle generazioni che verranno.
http://www.ibs.it/code/9788804573753/mello-federico/italia-spiegata-mio.html
Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Le storie di Mario : Epistolario - Lettere private dal 4 Febbraio al 29 MarzoAlessandro Mazzarisi
Storie private di gente semplice, gente di strada come Mario e sua moglie che si sono imbattuti come accade sempre, in persone estranee, di un'altra generazione, illudendosi di poter stabilire relazioni reciproche di profonda amicizia.
In un fraintendimento generale dovuto alle differenti esperienze personali vissute nel proprio mondo e nel proprio tempo, il carteggio epistolare tra Mario e la sua amica Amina lascia intravedere uno strisciante conflitto emotivo, generazionale e di valori della vita spesso completamente differenti, dipingendo una storia che attraverso il carteggio, è solo l’inizio di un thriller che metterà tutti a dura prova.
Il carteggio epistolare suddiviso in quattro parti è base della trama del racconto finale che comincia con la partecipazione di Mario e Amina a un concorso bandito da una Business School di Roma blasonata. I due sperimenteranno contemporaneamente il lavoro di gruppo fatto via rete e la gestione di relazioni emotive da proteggere da entrambe le parti.
In un rapporto di uno a sei per Mario questo primo carteggio pone l’attenzione sul diverso uso dei media per comunicare tra persone appartenenti a mondi diversi, per via del loro diverso uso del tempo.
Le prime 27 pagine di "Come Vivere Alla Grande", l'ultimo libro di Giancarlo ...Giancarlo Fornei
Giancarlo Fornei è conosciuto in rete come "Il Coach delle Donne" per la sua grande esperienza di lavoro con l'universo femminile. Questo è il suo ultimo libro, scritto per aiutare tutte quelle persone attualmente in difficoltà: emotiva, economica, di identità, ecc. il libro è una sorta di autobiografia, dove Fornei racconta nove consigli per incominciare a vivere la propria vita alla grande, nonostante tutti i problemi che ci possono essere...
Non ho scritto questo libro perché debba piacere a qualcuno, forse non piacerà a nessuno. Non piacerà a Papa Benedetto, perché non gli risparmio osservazioni molto critiche, tanto da poter essere etichettate come eresie. Parlo a Lui perché, attraverso lui, mi ascoltino anche altri. Non piacerà ai miei ex colleghi preti, perché sarebbero costretti a mettersi in discussione, ma sanno di trovarsi davanti una strada senza uscita. Non piacerà a coloro che si ritengono bravi cristiani, perché dovrebbero cominciare a ragionare con la propria testa. Non piacerà ai laici perché penseranno che perdo tempo, dal momento che colui al quale mi rivolgo non lo leggerà. Non piacerà alla gran massa di indifferenti, abituati come sono a fare dei propri interessi l'unico scopo di vita.
Spero però che sia da stimolo a chi si pone domande, a chi è deluso dalle superficiali risposte dei mass-media e da quelle antiquate della Chiesa, a chi non si accontenta di portare all'ammasso il proprio cervello.
Questo mio libro è un piccolissimo battito d’ali, ma è ciò che la Vita ora mi chiede, anche se non so in quale parte dell’Universo questo piccolo “effetto farfalla” porterà il suo contributo.
Amarigna & Tigrigna Hieroglyphs for Beginners
by Legesse Allyn
ISBN: 1448656591
EAN-13: 9781448656592
Library of Congress Control Number: 2009908238
OCLC Number: 631241172
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IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Enea la memoria rende liberi vespro 2015 02a (1)Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
L' Italia spiegata a mio nonno. Lavoro, pensioni e famiglia: un paese che ha ...Luca Mengoni
Autore: Federico Mello
Dal 1997 a oggi il mondo del lavoro italiano ha subito una delle trasformazioni più profonde che l'Italia del dopoguerra ricordi. La cosiddetta riforma Treu e tutta una serie di modifiche legislative che arrivano via via fino alla riforma che prende il nome da Marco Biagi, il professore bolognese ucciso dalle Brigate rosse nel 2002, hanno fatto sì che il mercato del lavoro si sia trasformato fino a perdere molte delle sue caratteristiche tradizionali. Le conseguenze di queste scelte politiche sono state molte, alcune positive e altre meno: se infatti l'Italia ha conosciuto in questi ultimi anni una netta riduzione della disoccupazione, soprattutto giovanile, sono stati proprio i giovani e i più deboli a pagare le amare conseguenze di tanto "riformismo" praticato solo sulla pelle di fasce minoritarie e marginali della popolazione. Federico Mello, in modo acuto e divertente, attraverso una brillante e scanzonata lettera a suo nonno prova a spiegare, senza moralismi e dati alla mano, che cosa sia diventata l'Italia. Lo fa raccontando come e quando si è smantellato il "posto fisso", ma solo per alcuni, i più giovani. E di come, nel frattempo, l'Italia sia diventata il paese con la classe dirigente più anziana d'occidente. Un paese in cui sembra impossibile concepire qualsiasi ricambio generazionale e qualsiasi riforma delle pensioni o del welfare che non sia un puro e semplice debito lasciato da pagare alle generazioni che verranno.
http://www.ibs.it/code/9788804573753/mello-federico/italia-spiegata-mio.html
Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Le storie di Mario : Epistolario - Lettere private dal 4 Febbraio al 29 MarzoAlessandro Mazzarisi
Storie private di gente semplice, gente di strada come Mario e sua moglie che si sono imbattuti come accade sempre, in persone estranee, di un'altra generazione, illudendosi di poter stabilire relazioni reciproche di profonda amicizia.
In un fraintendimento generale dovuto alle differenti esperienze personali vissute nel proprio mondo e nel proprio tempo, il carteggio epistolare tra Mario e la sua amica Amina lascia intravedere uno strisciante conflitto emotivo, generazionale e di valori della vita spesso completamente differenti, dipingendo una storia che attraverso il carteggio, è solo l’inizio di un thriller che metterà tutti a dura prova.
Il carteggio epistolare suddiviso in quattro parti è base della trama del racconto finale che comincia con la partecipazione di Mario e Amina a un concorso bandito da una Business School di Roma blasonata. I due sperimenteranno contemporaneamente il lavoro di gruppo fatto via rete e la gestione di relazioni emotive da proteggere da entrambe le parti.
In un rapporto di uno a sei per Mario questo primo carteggio pone l’attenzione sul diverso uso dei media per comunicare tra persone appartenenti a mondi diversi, per via del loro diverso uso del tempo.
Le prime 27 pagine di "Come Vivere Alla Grande", l'ultimo libro di Giancarlo ...Giancarlo Fornei
Giancarlo Fornei è conosciuto in rete come "Il Coach delle Donne" per la sua grande esperienza di lavoro con l'universo femminile. Questo è il suo ultimo libro, scritto per aiutare tutte quelle persone attualmente in difficoltà: emotiva, economica, di identità, ecc. il libro è una sorta di autobiografia, dove Fornei racconta nove consigli per incominciare a vivere la propria vita alla grande, nonostante tutti i problemi che ci possono essere...
Sceneggiatura realizzata dall'IP "D. Modugno" di Conversano nell'ambito del progetto- concorso "Dal palcoscenico alla realtà @ scuola di prevenzione" ed. 2022/23.
Per saperne di più:
www.scuoladiprevenzione.it
“Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta”. Sai chi l’ha detto? Henry Ford, l’industriale automobilistico americano. E tu cosa c’entri? Beh, non ti è mai successo di iniziare un’impresa e poi perderti lungo il percorso? Quando non vedi una soluzione e inizi ad avere l’energia di una vongola e di colpo ti sparisce l’entusiasmo?
Vedi solo ostacoli, le “cose spaventose” di cui parla Ford. Ti sei perso la meta e non riesci più a fare il percorso perché non sai dove andare e inizi a lamentarti e a scoraggiarti. Ti è successo? È proprio in questi momenti che serve vigilare sulla propria mente che ci porta al guinzaglio perché non siamo più noi i suoi padroni.
È esattamente quello il momento in cui serve una frase coraggiosa e saggia, che accenda la luce della tua anima rimasta al buio. Questa citazione è una delle tante perle di saggezza che GMAC ha inanellato in questo volumetto che fa parte della collana “VolereéPotere”. Una scelta di Aforismi motivanti e potenzianti per vincere ogni giorno le proprie sfide o per rialzarsi dopo una caduta, più forti e più saldi.
“(...) Una frase ha spezzato l’anima di Giulio Mazzarino, arrogante controller di una multinazionale americana.
Non sono mai riuscito a ricostruire la sequenza degli eventi che mi hanno spinto in questa storia dall’inizio poco edificante. I miei ricordi si fermano al momento in cui siamo stati presentati (da quali amici, non saprei dire) davanti a un cocktail Negroni, in un locale di Brera. Mi sono ritrovato, ubriaco fradicio, nel suo letto.”
Dodici racconti ironici, divertenti, scritti con garbo. Protagoniste quasi assolute le donne, con il loro lavoro e i loro amori, sullo sfondo di una Milano che non si arrende. Imperdibile la prefazione della giornalista e scrittrice Laura de Laurentiis.
Isabella è Senior Executive e Shadow Coach, certificata PCC dal 2001 con più di 2.400 ore di coaching individuali e facilitatore Soft Skills. Emotional Intelligence Coach e trainer dal 2007.
Sociologa appassionata di innovazione tecnologica e scientifica. Studentessa e ricercatrice di nuove tendenze su temi demografici a causa del loro impatto sul cambiamento delle comunicazioni e delle relazioni del genere umano.
Dal 2009 sviluppa un'attività di ricerca parallela sul tema generazionale, di cui ha portato avanti un'attività di studio e analisi basata su workshop e progetti aziendali, completando la prima indagine organizzativa italiana sulle generazioni nei luoghi di lavoro.
Questa attività si è trasformata in un progetto integrato Generation Mover™ che oggi coinvolge Isabella come coach, facilitatore e relatore in iniziative in tutta Italia, sia in azienda che a livello sociale.
Dopo il successo di Svolte è la volta di Altre Svolte per continuare a raccontare le storie di chi ha “svoltato vita” abbandonando la comfort zone, le sue certezze e le sue abitudini buttandosi a capofitto in nuove avventure. Di chi ha “svoltato controcorrente “ scegliendo di non essere mamma e ci scherza con una vena di malinconia, di chi si è trovato sull’orlo del precipizio ma non è precipitato ed è riuscito a raddrizzare il tiro e, infine, di chi ha svoltato nonostante fosse troppo giovane per farlo come i ragazzi del reparto di oncologia di Parma.
“Il punto di vista psicologico ci dice che cambiare è nella natura delle cose e del mondo: da quando si nasce a quando si muore siamo in continua trasformazione. Eppure percettivamente le persone hanno bisogno di pensarsi nella stabilità e nella sicurezza di una continuità: gli affetti, una casa, un lavoro permanente. Ogni volta che uno di questi elementi viene a mancare, soprattutto per cause esterne, provoca sofferenza, disagio e desiderio di ristabilire un ordine precedente. Dalla parte opposta vivere in un contesto troppo sicuro, conosciuto, esperito ci porta alla noia e alla paralisi, alla percezione di vivere una vita vuota: sono i due estremi all’interno dei quali ognuno di noi si trova a vivere. Allora perché cambiare? (…)”
Nelle testimonianze raccolte in Altre Svolte c’è qualche risposta.
“Anche per me, come per la maggior parte degli occidentali, l’Indocina era una penisola lontana, chiamata così non so per quale motivo, in ogni modo non mi è mai interessato saperlo. Il Vietnam era il paese dove John Wayne e De Niro facevano gli eroi, ma la Cambogia, quella era solo e sempre un piccolo puntino sul mappamondo”.
Storie Di Kampuchea racconta invece di una Cambogia a noi sconosciuta, più che del Paese ci presenta il suo popolo e le sue guerre, a volte passate sotto silenzio, in particolare ci fa conoscere Chivv Ngauv, un uomo straordinario, “un concentrato di dignità e coraggio, passato attraverso momenti terribili, ma che nonostante questo non prova odio, anzi, con amore e dedizione è riuscito a fare molto per coloro che maggiormente hanno sofferto e soffrono le conseguenze di questo Olocausto: i bambini”.
''ANNO 1962. CIAK SI GIRA:
palcoscenico di una scuola materna: sono alla mia prima recita.
Siamo dieci bambine che, disposte in cerchio, cantiamo la canzone ''La campagnola bella''. Indossiamo un costume di raso verde con applicate margherite bianche. Eseguiamo dei piccoli passi di danza tipo la Zorba ed alziamo le mani in alto, ci impegniamo molto, la suora ci fa segno e noi teniamo il tempo.
Siamo emozionate e cerchiamo con gli occhi, in platea, un viso conosciuto, i nostri genitori (...).''
Un romanzo dove la vita ed il teatro si fondono in un unico scenario.
''Ho conosciuto mio marito nel 1976, quando eravamo a scuola a Calcutta e credo che l'Italia fosse nel nostro karma. Entrambi abbiamo studiato in una scuola privata (...)''
Dall'India a Milano per amore per poi scoprire una città dal cuore grande, dallo spirito attivo e positivo, dalle tante storie che con pazienza l'autrice ha raccolto e raccontato in Milano 4Ever.
http://www.givemeachance.it/autori/urmila-chakraborty/GMC-urmila-chakraborty-milano-4ever.php
Ricominciare da capo, trovare un nuovo lavoro, realizzare un sogno, dedicare il proprio tempo agli altri; sono questi i fili conduttori delle storie raccontate dagli autori che hanno scritto per Svolte.
http://www.givemeachance.it/autori/mamma-trovalavoro/mamma-trovalavoro-svolte.php
Relazioni vs Transazioni. Governare la rete di vendita con il sistema retribu...GiveMeAChance srl
In un epoca in cui le imprese sono alla ricerca di elementi che li differenzino dalla concorrenza, il comportamento della loro forza vendita sembra essere stereotipato e finalizzato ad un unico obiettivo: ottenere la firma del Cliente. Come spiegare questa discrepanza?
Scartata l'idea che i venditori appartengano ad una classe antropologica omogenea, l'autore individua nelle prassi retributive di piccole e grandi organizzazioni l'origine dell'errore e suggerisce concrete alternative ai modelli quantitativi oggi predominanti per valorizzare i propri commerciali e il loro operato.
Una narrazione agile, intercalata da analisi puntuali, propone le linee guida per progettare sistemi retributivi e di incentivazione per la forza vendite in grado di conciliare crescita del fatturato e profitti, customer satisfaction e quote di mercato, competitività della rete e attenzione al singolo venditore.
http://www.givemeachance.it/autori/giorgio-appiano/GMC-giorgio-appiano-governare-la-rete-di-vendita-con-il-sistema-retributivo.php
''(...) Finalmente di fronte, io e Hasan ci fissiamo. Ha la faccia distesa e l'ormai solito ghigno di sufficienza con il quale mi misura dall'alto dei suoi dieci centimetri e passa di vantaggio. Le solite storie sui colpi bassi, sullo stop quando l'arbitro fischia, ecc, fluttuano dalle parti delle mie orecchie in uno spagnolo abbastanza comprensibile, ma non riesco a farci caso perch´ sono già in pieno trip agonistico, con le gocce di sudore che prendono a scendermi dal viso e al centro della schiena. Alla fine arriva il momento di battersi i guantoni e di tornare un'ultima volta all'angolo.
«Tranquillo, Re', non farti mettere soggezione», mi sussurra Fernando massaggiandomi piano le spalle. «Pronto e reattivo, pronto e reattivo. E' la tua occasione, vai!».
Gong!
«Seconds out. It's the first round». (...)''
http://www.givemeachance.it/autori/domenico-paris/GMC-Domenico-Paris-il-ring-e-onesto.php
Introduzione all'ebook "Social network per il non profit" http://www.givemeachance.it/autori/cristina-berta-roberto-marmo/GMC-cristina-berta-roberto-marmo-social-network-per-il-non-profit.php
La Divin Dieta: quando il Poeta s'accorse del girovita - PresentazioneGiveMeAChance srl
Presentazione ebook La divin dieta: quando il poeta s'accorse del girovita
http://www.givemeachance.it/autori/elisabetta-bassi/GMC-elisabetta-bassi-la-divin-dieta-quando-il-poeta-si-accorse-del-girovita.php
Ebook gratuito di Domenico Paris per San Valentino
http://www.givemeachance.it/autori/domenico-paris/GMC-Domenico-Paris-san-valentino-what-it-takes.php
2. GiveMeAChance
Editoria Online
Tutti i diritti riservati
La riproduzione parziale o totale del presenti libro
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La presente pubblicazione contiene le opinioni dell’autore e ha
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GiveMeAChance s.r.l. – Editoria Online
Viale Regina Margherita, 41 – Milano
1° edizione Ottobre 2011
4. GiveMeAChance
Editoria Online
4
Indice
PROLOGO 8
19 FEBBRAIO - LA GRANDE PAURA DEL VUOTO 9
27 FEBBRAIO - PRONTI VIA 11
28 FEBBRAIO - LO JOJO 15
4 MARZO - VISIONI 17
8 MARZO – IL BAR DELLA STAZIONE 20
9 MARZO – STRANIERO A MILANO 24
10 MARZO – LA CODA 26
12 MARZO – MARE CALMO 27
15 MARZO – CONFUSIONE MENTALE 30
20 MARZO – LA FINE DEL DIGIUNO 33
22 MARZO – A COLLOQUIO DAL LAMA 35
26 MARZO – LO ZAINO PER L’INDIA 40
31 MARZO - ATOLLO DI RASDHOO 42
3 APRILE - ISOLA DI MALÉ 46
5. 5
4 APRILE - LA SPIAGGIA DI NEBANGO 52
5 APRILE - ASSALTO AL TRENO 55
6 APRILE - IL BUDDHA ROVENTE 66
7 APRILE - IL TOMBINO MALEDETTO 78
8 APRILE - A SPASSO PER NUWARA ELIYA 87
9 APRILE - IL BUDDHA D'ORO DI DAMBULLA 90
12 APRILE - VERSO HIKKADUWA 92
13 APRILE - LA VOCINA CHE VIENE DA DENTRO 96
14 APRILE - IO E IL MIO AMICO DAIMON 100
15 APRILE - VISIONI IN SPIAGGI 104
16 APRILE - LE ONEDE CHE PARLANO 108
18 APRILE - RIFLESSIONI DA MECCANICO 110
30 APRILE - ATTERRAGGIO 115
15 MAGGIO - CUPIDO SI METTE DI MEZZO 118
4 GIUGNO - IL GRANDE BOH 123
8 GIUGNO - I PRIMI 100 GIORNI 128
17 GIUGNO - OSLO 132
4 LUGLIO - UNA STRANA MATEMATICA 135
6. GiveMeAChance
Editoria Online
6
6 LUGLIO - QUEL BASTARDO DI CUPIDO 141
16 LUGLIO - SANTA LUCE 143
20 LUGLIO - VERSO CAPO NORD 146
21 LUGLIO - HILLEROD, VENT'ANNI DOPO 148
22 LUGLIO - COPENAGHEN - STOCCOLMA 150
24 LUGLIO - IL PONTICELLO FINLANDESE 153
25 LUGLIO - GIRO DI BOA 156
26 LUGLIO - QUANDO IL SOLE È A MEZZANOTTE 158
30 LUGLIO - VERSO SUD 160
10 AGOSTO - LA TRAPPOLA 162
17 AGOSTO - L'EROE DI CARTAPESTA 163
4 SETTEMBRE - LA BUSSOLA IMPAZZITA 168
12 SETTEMBRE - COLPI DI LUNA 172
23 OTTOBRE - LOST IN SABBATICAL 189
13 NOVEMBRE - COLPO DI SCENA 193
16 NOVEMBRE - DEAD MAN WALKING 195
7. 7
14 MAGGIO - DOPO UNA LUNGA ASSENZA 197
7 AGOSTO 2008 - UN NUOVO INIZIO 199
8. 8
Prologo
Quel tardo pomeriggio di gennaio, nel mio ufficio milanese, mi
alzai dalla scrivania, salii le scale fino al piano superiore e con il
cuore in gola bussai alla porta del direttore del personale. Mi
sedetti di fronte a lui e con voce poco ferma gli dissi che avrei
voluto prendermi un anno sabbatico.
Fu quando disse "non c’è problema" che mi sentii crollare il
mondo addosso, perché di fronte a quella porta spalancata, mi
venne una gran fifa di tutta quella potenziale libertà.
Credo che Matrix esista davvero. Non è esattamente come ci
hanno raccontato nel film, ma la metafora è calzante.
Ciò che segue è la cronaca di quello che è iniziato come un an-
no sabbatico e che poi si è trasformato in qualcos’altro; un dia-
rio che dedico a tutti coloro che, come me, ad un certo punto
della loro vita hanno avuto il sospetto di vivere quella di qual-
cun altro e che, di conseguenza, si sono messi a cercare la stra-
da di casa, la via per tornare a Zion.
9. 9
19 Febbraio
La grande paura del vuoto
Un intero anno. Dodici mesi di fronte a me, nei quali potrò fare
quello che mi pare e in più risparmi sufficienti per un anno (se
gestiti con un minimo di cervello e con economie strategiche):
praticamente il sogno di tutti i lavoratori dipendenti del pianeta
Terra che sono ancora in buona salute, drasticamente singles e
quindi senza figli da mantenere.
Una situazione praticamente perfetta!
E allora perché me la sto facendo sotto?
Desideriamo fortemente la libertà, le diamo la caccia, la pro-
gettiamo tra intuito, impulsività e raziocinio e poi, quando ci
arriva, ne abbiamo una gran paura.
Eppure mi ero dato un progetto preciso: la decisione dell’anno
sabbatico l’avevo presa non per vagabondare per il mondo, ma
per fare una seria esperienza imprenditoriale o almeno è così
che me l’ero raccontata.“È ora che io la smetta di tenere i piedi
in due scarpe, facendo il pubblicitario durante la settimana e
progettando imprese mirabolanti nei week-end (nel campo dei
progetti di imprenditoria sociale e della mia seconda passione:
cortometraggi e documentari) è il momento che io trasformi i
miei sogni nel mio progetto di vita e di lavoro”. Questo obietti-
10. GiveMeAChance
Editoria Online
10
vo mi aveva fatto sentire autorizzato a “mandare a quel paese”
il mio lavoro, almeno per un po’ e tutto era filato liscio fino al
giorno in cui in ufficio mi era stato confermato e ufficializzato
che dal primo di marzo sarei stato “in aspettativa”.
Dopo cinque minuti, superata l’eccitazione del momento, ave-
va fatto capolino nella mia testa la domanda che mi avrebbe
perseguitato per i successivi trenta giorni: “aspettativa di che” ?
E così avevo cominciato a cercare risposte rassicuranti: “di un
nuovo lavoro, di mettere in piedi questi progetti nel campo del-
la responsabilità sociale di impresa e dei documentari”. In-
somma, “aspettativa” di trasformare le mie passioni in un lavo-
ro. Sì, tutto giusto. Ma al pensiero di farlo sul serio sentivo una
strana sensazione alla bocca dello stomaco: una specie di clau-
strofobia all’idea di essermi impegnato con troppe persone su
più progetti. Danilo mi aspettava nella sua società di consulen-
za sulla responsabilità sociale delle imprese, Mauro, Stefano e
Carlotta mi avevano preparato una scrivania nella loro casa di
produzione di documentari e con loro ed il mio amico Lorenzo,
mi ero preso l’impegno di lanciare un progetto video sulla do-
cumentazione dei progetti nel sociale nei quali si impegnano
molte aziende. Ma chi pensavo di essere, la Dea Shiva?
Poi un giorno mi era arrivata anche la telefonata di Paolo, che
si occupava di formazione e consulenza nel campo delle risorse
umane e che proprio io avevo tempo prima convinto a coinvol-
11. 19 Febbraio – La grande paura del vuoto
11
germi nella redazione di un modello di consulenza sempre nel
campo della responsabilità sociale delle imprese: era tempo di
avviare il progetto e adesso aveva fretta che io iniziassi il lavo-
ro. Quella telefonata aveva scatenato una reazione emotiva
che si era conclusa con una domanda: “ma sono proprio sicuro
di voler spendere i miei dodici mesi di libertà uscendo da un uf-
ficio per entrare in un altro? Continuando a produrre documen-
ti in Powerpoint? Uscendo da una sala riunioni per entrare in al-
tre?
La risposta era arrivata veloce come un treno Freccia Rossa
lanciato a massima velocità dal mio cuore al mio cervello: “Col
cavolo!”
E così avevo iniziato a dormire male la notte, a disdire tutti gli
impegni già presi, a rivedere le mie aspettative di guadagno
sulle quali avevo fatto affidamento, a rivedere di conseguenza
il budget e soprattutto ad arrovellarmi in un delirio notturno,
contraddistinto da una costante ed insopportabile paura per la
totale assenza di programmazione: un’incredibile e inaspettata
paura di essere totalmente libero di fare quello che mi pareva.
Ora, seduto nel salotto della casa di campagna di mio padre a
Montecastello, a meno di nove giorni dallo “sganciamento”,
non so assolutamente che cosa farò. Penso che potrei mettere
in pratica la filosofia Zen del “Doing without doing”, ma mi
rendo conto che è difficilissimo: infatti ho la costante tentazio-
12. GiveMeAChance
Editoria Online
12
ne di aprire un file excel e farmi una pianificazione temporale
nei minimi dettagli. E infatti ci casco, la faccio e quando la
guardo mi sento veramente un cretino. Ultima chance: decido
di fare ciò che nella vita non ho fatto mai: non pianificare,
aspettare semplicemente, restare in ascolto e vedere che occa-
sioni o idee arriveranno.
Anche perché, essendo l’unico furbo che riesce a pianificare per
sei mesi il proprio anno sabbatico e si accorge solo a pochi
giorni dal “decollo” di avere il passaporto scaduto, l’unica cosa
che posso fare è aspettare che la questura mi restituisca il do-
cumento di espatrio!
Una decisione però la prendo: il primo di Marzo non mi sveglie-
rò a Milano. Così subaffitto il mio bilocale ad un’amica (per
qualche mese) e mi trasferisco in campagna a Montecastello.
Una decisione strategica che mi consente di recuperare ben
seicentoquaranta euro di affitto al mese.
Tanto per dare l’idea delle mie condizioni mentali, a mezz’ora
dall’aver confermato alla mia amica Antonella la disponibilità
della casa, me ne pento e comincio a pormi i più deliranti inter-
rogativi:
a) come faccio ad andare in palestra tutti i giorni che in questo
anno di tempo libero mi volevo fare gli addominali che non ho
mai avuto!?
b) non è che poi, là sperduto in campagna, mi deprimo!?
13. 19 Febbraio – La grande paura del vuoto
13
c) non è che poi mi sento uno sfigato che torna a vivere col pa-
dre a 39 anni!?
d) non è che poi magari mi chiama Danilo per lavorare con lui,
mi prende l’ansia dei soldi, ci vado e facendo su e giù da fuori
Milano spendo più di quanto guadagno?
e) Non è che poi smetto di cercare casa che è importantissimo
che me ne compri una?
In questo stato mentale guardo Sansone (il gatto nero che vive
con mio padre): sta sul davanzale, osserva le colline del torto-
nese avvolte nella foschia, fa uno sbadiglio, si liscia il pelo, si
sdraia, appoggia il muso sulla zampa e si mette a fissarmi. Gli si
legge sul muso questa frase scritta in sovraimpressione: “Godi-
tela, scemo!
14.
15. 15
27 Febbraio
Pronti, via!
Sono un po’ più tranquillo. Nell’ultima settimana mi sono abi-
tuato all’idea dell’anno sabbatico e sono riuscito a resistere al
pianificare i miei prossimi impegni.
Stanno accadendo delle cose strane.
Mi sento come in un’anticamera lunghissima che non finisce
mai. Quando penso ai miei prossimi dodici mesi la mia mente si
riempie di desideri, voglie, malinconie. So che voglio usare be-
ne questo periodo, ma so anche che non voglio viverlo come
un’impegno. Voglio essere tranquillo. Voglio essere “qui ed
ora”. Mi serve sentire quello che sono, e quindi quello che vo-
glio, e poi farlo.
Stasera è venuta a casa mia Antonia per prendere le chiavi del-
la casa di Milano. Che strano, dopo tutti questi anni ci rivedia-
mo, ci incrociamo e via. Ha un messaggio per me: il nostro co-
mune amico Roberto vuole aprire una società di consulenza
sulla Responsabilità Sociale delle Imprese. Strano questo input.
Come quello di oggi. Marta, che ho conosciuto un anno fa e che
lavorava nel reparto di progetti sociali di una banca, mi dice che
andrà a Londra per un corso sulla partnership tra profit e non
16. GiveMeAChance
Editoria Online
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profit. È quello su cui ero indeciso! Decido che anche questo è
un messaggio. Mi dice “vai a Londra”. Non pensare ai soldi. Vai!
Di una cosa sono sicuro. Voglio aprirmi alla vita. Incontrare
gente. Trovare tutti i pretesti per mettere in condizione la mia
vita di mandarmi i suoi messaggi. E questo significa: usare il
mio rifugio campagnolo di Montecastello come una base, ma
non come una casa. Mi sforzo di non pensare. Aspettiamo gli
eventi. Domani ho una riunione nella società di Davide, non ne
ho molta voglia…ma vado. “Attento – mi dico - non ti impegna-
re, tieni tutte le porte aperte”. Sei solo all’inizio di questa stra-
na avventura…
Ieri mi ha risposto Neysan, il mio amico israeliano che mi aspet-
ta in Israele a Giugno. Bene bene, la giostra sta per iniziare.
Domani, ultimo giorno.
17. 17
28 Febbraio
Lo yo-yo
Ho salutato più o meno tutti. Mi sento bene, nemmeno tanto
emozionato. Ho pranzato con Mauro (il mio capo), Alessandra
e Teresa. Sono molto emozionato ed eccitato. Alle 18.00 mi
aspetta Danilo per una riunione nella società di consulenza.
Voglia zero...vorrei scappare da qualunque cosa assomigli ad
un impegno lavorativo. Perché quando cerchiamo di seguire il
nostro istinto, tutto si mette di traverso?
Pochi saluti, nessun festeggiamento particolare. Ma leggo sul
viso dei miei colleghi la voglia di seguirmi. Ma dove? Non ho
veramente nessuna idea di quello che farò. Mi sento quasi pe-
sare sulle spalle tutte queste aspettative e mentre mi incammi-
no, continuo a vedermi su navi, aerei, posti dove non sono mai
stato. I progetti e le idee montano come la panna, ma per deci-
dere aspetto che venga su il latte.
Appena uscito dall’ufficio mi succede una cosa strana: mi sento
chiamare da una signora ben vestita, sulla cinquantina. Capisco
che non ci sta molto ocn la testa. “Scusi”, mi dice, “se le dò uno
yo-yo per bambini, lei mi darebbe due biglietti dell’autobus”?
18. GiveMeAChance
Editoria Online
18
Resto interdetto. In qualunque altro giorno avrei proseguito fa-
cendo finta di nulla. Invece questa volta mi fermo, tiro fuori il
mio carnet di biglietti dell’autobus settimanale (quelli che non
userò più) e gliene dò due. Portarle via lo yo-yo mi dispiace,
glielo lascio. Poi me ne pento, era bello.
Che cosa avrà voluto significare questo incontro? Tutto quello
che ci succede è un messaggio. Siamo tutti parole gli uni per gli
altri. Ma la frase intera non sempre si riesce a leggere.
Forse voleva invitarmi a giocare.
“Sì, devo accettare di giocare!”. Mi dico.
Più tardi prendo una birra con il mio amico Max che fa il regista
e il video-maker e si parla un po’ di tutto. Bello sorseggiare una
birretta senza pensieri. Ci si sente quasi in colpa a non avere
pensieri.
Passo a salutare Loredana. Mangiamo da lei un kebab. Una pa-
tatina di troppo intinta nel ketchup e ci ritroviamo dopo pochi
minuti in mezzo alla passione più sfrenata, con sottofondo
Jazz.
Mezzanotte. In auto con un faro rotto, porco cane!
Viaggio molto veloce. Troppo. Ci metto solo trentacinque mi-
nuti ad arrivare a Montecastello. Perché corro? Da cosa sto
scappando? Non lo so. Crollo a letto dopo aver sistemato delle
cose e aver cantilenato il mio mantra buddista.
19. 19
4 Marzo
Visioni
Sveglia alle sei. Colazione. Un’ora di meditazione. Sono pieno
di energia, prendo la bici e faccio un giro. Mi fermo, scendo e
mi siedo per terra. La mia bici si staglia sulle colline dipinte del
marrone della terra appena arata. Da foto.
Mi viene un’idea: partire con la mia bici. Fare un lungo viaggio.
Sì bello, mi piace. Vado a sedermi sul mio sasso preferito, en-
trando di straforo nel parco del piccolo castello che sovrasta
casa mia e guardo la campagna. L’idea si fa ancora più pazza:
“vado in bici in Israele”. Parto il primo aprile, mi fermo a Roma
a maggio per un incontro che mi interessa sull’etica e la re-
sponsabilità sociale di impresa, per arrivare in Israele a Giugno.
Tempo poche ore mi sembra un’idea assolutamente folle e ca-
pisco che nessuno dei miei pensieri è attendibile. Devo stare
calmo. Non so nemmeno scegliere tra andare alle Maldive (do-
ve una coppia di amici, Fabio e Manuela, mi ha proposto di se-
guirli) per poi “perdermi” in India e andare in Israele.
20. GiveMeAChance
Editoria Online
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Quello che non riesco a capire è se dare ascolto alle mie sensa-
zioni e buttarmi nel fare tutto quello che la mia fantasia ed il
mio conto in banca mi permettono, oppure no.
Come devo usare questo anno?
Che cosa voglio ottenere?
La risposta è: proprio non lo so.
Ok. Va bene in fondo il sabbatico è appena iniziato.
Decido di proseguire nel mio programma che prevede di incon-
trare persone, confrontarsi, lasciare passare un po’ di tempo
per eliminare la tensione.
Siamo come bicchieri con dentro acqua e sabbia: più ci agitia-
mo meno riusciamo a vedere lucidamente, più ci calmiamo più
acquisiamo chiarezza.
Perché mi sento spaesato? Perché, fuori dal mio ritmo lavorati-
vo mi pare di essere vuoto, di non poter riempire il tempo? Ci
sono molte cose che desidero, ma non riesco ad afferrarle. For-
se mi hanno addestrato a tenerle dentro e basta, perché se
ognuno di noi facesse veramente quello che sente il sistema
economico attuale, fondato sulla “coercizione dolce”,
sull’illusione e sui condizionamenti, non funzionerebbe più.
Troppe persone libere manderebbero il mondo in “default”.
Non penso di aver perso la bussola, ma ho la sensazione che la
strada per arrivare da quel “qualche parte” sarà più lunga e im-
prevedibile del previsto. Devo ragionare come se mi fossi licen-
21. 4 Marzo - Visioni
21
ziato. È fondamentale, ma devo lasciare a me stesso il tempo
di riprendere aderenza con la mia realtà. La mia vita mi sta aiu-
tando, lo so.
Sono sospeso tra cuore, ragione e spirito. Staremo a vedere.
“Sii paziente – mi dico -, ascolta tutti, ma con distacco, lascia
che venga tutto a galla. Fai un atto di coraggio (il viaggio), non
tenere più i conti. Spendi tutto quello che è necessa-
rio...coraggio e soprattutto, fai tutto con gioia!
Non c’è nulla di cui aver paura.
22. 22
8 Marzo
Il bar della stazione
Quando mi sveglio alle sei per fare colazione prima dell’alba,
tanto per mettere altra carne al fuoco ho deciso di osservare un
digiuno tipo il Ramadan, sento di essere sulla strada giusta.
Tutti i “no” che ho detto tirandomi indietro dai vari progetti e
impegni mi fanno male, mi mettono in crisi, ma quando sono
solo e in silenzio, assaporo il piacere di fare quello che mi sento,
di seguire l’istinto, senza preoccuparmi di quello che accadrà.
Quando il mondo si sveglia, inizia la battaglia con il lato oscuro,
quello che ci governa nello stato di veglia. Mi sento tornato in-
dietro a scroccare vitto e alloggio dai genitori, vedo gli elettrici-
sti che lavorano e io mi sento un disoccupato, cammino per la
strada come una marionetta sentendomi fuori posto. Dove va-
do? Questa mattina sono entrato nel negozio Vodafone-One e
mi sono messo a chiedere informazioni al tipo dietro il banco.
Mi ha trattato come uno sprovveduto o come un pensionato,
forse perché nella confusione cerebrale gli ho chiesto tre volte
la stessa cosa. Mi sono sentito come quegli sfaccendati che
23. 9 Marzo – Il bar della stazione
23
stanno sulla panchina ad aspettare che accada qualcosa. È una
settimana che devo decidere se fare il contratto che mi consen-
te di navigare 60 ore al mese in internet via cellulare. Ma le use-
rò tutte? E poi te li prendono in anticipo! Ma forse dovrei pren-
dere un cell UMTS perché da Montecastello non piglia nem-
meno un’antenna della Nasa. Questa mattina l’operatrice della
Telecom mi ha rifiutato la linea ISDN: a Montecastello non fun-
ziona! Mi ha detto che il sistema non accettava la richiesta di
appuntamento. Accidenti ma dove mi sono rintanato? Devo
uscire e inventarmi qualcosa! E infatti oggi sto andando in tre-
no a Genova a trovare Maria Laura. Un’eclettica PR genovese
che organizza eventi, calorosa e amichevole. Ci siamo cono-
sciuti due anni fa ad un convegno a Zurigo dove miliardari di
tutto il mondo parlavano di spiritualità al lavoro. Ieri sera mi ha
chiamato Danilo e mi devo segnare quello che mi ha detto per-
ché credo che sia stato saggio e sincero: sono troppo volubile,
poco determinato, confuso e mi gestisco in maniera immatura
(gli ho comunicato che non avrei collaborato con lui via sms, in
effetti potevo almeno chiamarlo...). Non mi devo crocifiggere,
ma devo riflettere. Danilo forse ha ragione. Sono troppo di-
spersivo e superficiale nella gestione della mia vita. Ho fatto
con lui quello che faccio da cinque anni con le donne: affascino,
spremo il primo succo, poi mollo la presa e …
24. GiveMeAChance
Editoria Online
24
Una telefonata. È arrivata una telefonata mentre stavo scri-
vendo, è Antonella, una mia ex cliente.
Antonella mi dice che non mi ha mai dimenticato perché le
avevo parlato di una mia esperienza di volontariato in Africa
nella baraccopoli di Soweto nel 2001. Dice che sono stato
l’ispirazione che l’ha portata a fare una serie di esperienze in
progetti di cooperazione allo sviluppo in questi ultimi quattro
anni. Ora si occupa di un progetto italiano, un ospedale, a Na-
zareth. È una struttura in cui palestinesi, israeliani e italiani la-
vorano insieme e si occupano di assistenza medica ai bambini.
Ora, una ragazza che lavora nel private banking a Milano, che
ha superato un tumore, si è affezionata al progetto e ha deciso
di supportarlo. Sta cercando qualcuno che si occupi della co-
municazione a scopo raccolta fondi.
È pazzesco. Proprio ieri sera pensavo due cose: devo vincere la
paura, l’insicurezza in me stesso, devo tirare fuori le palle, ma
devo farlo per uno scopo in cui credo veramente. Rafforzare le
mie capacità, mantenendo la mia purezza di spirito. Sì, potreb-
be essere proprio questa la sfida di questo anno sabbatico.
Danilo me lo sono bruciato, il mio primo “no” ha creato disagio
e imbarazzo, ma anche spazio e aria pura dentro di me. Devo
pensarci.
La cosa incredibile è che tutto questo mi sembra il prodotto di
qualcosa che sta scattando dentro di me. Una sorta di processo
25. 9 Marzo – Il bar della stazione
25
di purificazione. Quando dici “no”, rifiutando senza compro-
messi ciò che non senti tuo e accettando di pagarne il prezzo,
fai un passo verso di te, affermi la parte più autentica di te stes-
so. Il “no” vale più del “sì” per il semplice fatto che crea frizione
e con questa si genera energia, si crea una distanza tra il mon-
do esterno e il mondo interiore che fa chiarezza e disegna i
confini del tuo vero Io e tu ti puoi riconoscere. Se a questo ag-
giungi l’ingrediente straordinario “dell’affidarsi”, esattamente
come quando ai corsi di teatro ti lasci cadere all’indietro e gli al-
tri ti afferrano all’ultimo, l’effetto lo senti fin sulla punta delle
orecchie.
Purezza di intenti, il coraggio di affidarsi e fare della tua vita la
tua personale pennellata sulla tela. E la vita comincia a rispon-
dere.
Terminata la telefonata, mi passa vicino un ragazzo indiano
che lascia un accendino sul sedile del treno, con un biglietto.
Sto per fare come sempre, finta di nulla, poi mi fermo e tiro
fuori tutte le monete che ho, tre euro, e compro l’accendino. È
color senape, come i miei pantaloni.
26. 26
9 Marzo
Straniero a Milano
Sono in giro per Milano e non posso nemmeno andare a casa
mia perché ci è già entrata Antonella. Non riesco ad abituarmi
all’idea di essere in giro mentre gli altri lavorano. Ho ancora le
tossine da lavoro addosso. Mi riempio di appuntamenti per non
stare fermo. Per fortuna alla sera vedo Inbar e Gianluca, il suo
ragazzo. Birretta nella mia birreria di periferia preferita. Il pen-
siero di oggi è molto lucido: l’opportunità che ho davanti non è
quella di cambiare le cose che faccio, ma il modo in cui le fac-
cio. A questo devo dedicare il mio anno. Inbar mi consiglia di
approfittare del mio viaggio in Israele a maggio per andare in
un Kibbutz. E mettiamoci anche questa. In più mi dice che scri-
verà una rubrica quindicinale sul mio anno sabbatico su una ri-
vista di vela. Pensa te, incredibile.
Giornata pesante: mi sono guardato dentro e ci vedo le cose
che devo cambiare di me. Soprattutto riflettendo su come mi
sono bruciato il mio primo contatto di lavoro con Danilo, mi di-
co un pò di cosette:
27. 9 Marzo – Straniero a Milano
27
- Concentrazione su quello che faccio: una cosa per volta. Fatta
bene.
- Valutare con calma: non reagire impulsivamente, riflettere e
poi decidere.
- Tenere duro sulle decisioni, non cambiare idea.
- Scegliere e selezionare persone, situazioni e attività.
- Lasciare uscire tutte le tossine.
E il 26 marzo ho deciso che parto per le Maldive (se mi danno in
tempo il passaporto) con Fabio e Manuela.
Devo smetterla di pensare ai soldi. Infatti ho pagato il mio co-
stoso corso in Inghilterra che ha per oggetto “come rendere
l’azienda in cui lavori più socialmente responsabile”...e via.
28. 28
10 Marzo
La coda
La giornata inizia benissimo. Vado in Questura e consegno la
dichiarazione dell’agenzia di viaggi per la procedura urgente di
rinnovo del passaporto. Le code agli uffici pubblici sono esila-
ranti, se hai tempo di fermarti ad osservare la gente. Sono or-
ganismi viventi in cui si crea una mentalità collettiva. Un tizio
che esce incazzato genera preoccupazione nei primi dieci in
coda, che diventa terrore verso il ventesimo e disperazione pu-
ra negli ultimi arrivati. Meraviglioso!
Comincio a godermi il tempo, il presente.
Scopro che tra le nove del mattino e le sette di sera esiste un
mondo di gente viva, che respira, mangia, va in giro. Sono tutte
persone normali.
29. 29
12 Marzo
Mare calmo.
La mia mente si sta lentamente calmando. Le preoccupazioni
si fanno sempre più leggere. Se lascio passare i momenti di an-
sia del tipo “gli altri stanno producendo e tu cosa stai facendo?”
riesco a sentire che a “fermarsi” non c’è nulla di male. Noi non
siamo sempre quello che facciamo. Noi siamo, molto più spes-
so, quello che resta dopo che abbiamo buttato via le cose che
facciamo. Ho la sensazione che, una volta superata l’ansia da
ozio, inizi una sorta di percorso “verso casa”. Inizi a riscoprire le
attività che ti piacevano: ieri in giardino ho suonato la chitarra
dopo molto tempo. L’ho suonata cercando di fermare il piacere
delle piccole cose: essere seduto al sole, il suono delle corde un
po’ consumate, il vento. Ho la sensazione che quando smetti di
correre, la vita cominci a lavorare per rigenerare la tua parte
vera, tutto si mette in opera per mettere le cose a posto. Il dif-
ficile è mantenersi collegati con questa parte di noi. Per farlo è
importante selezionare quello che fai, i luoghi dove vai e le per-
sone che vedi. Devi stare lontano dalle cose pesanti che ti por-
30. GiveMeAChance
Editoria Online
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tano “verso il basso” (guardare la TV, le vetrine dei telefonini, le
grandi città, gli amici ossessionati dal lavoro o quelli iperattivi)
e cercare quelle “leggere”, quell’aria calda che ti solleva (legge-
re, ascoltare buona musica, passeggiare, la campagna, un ami-
co in fase di ricerca). Ieri è venuto a trovarmi il mio amico An-
drea. Lui è un creativo, separato, con una figlia piccola. Doveva
fermarsi solo a cena ma è rimasto a dormire e il giorno dopo a
pranzo. Abbiamo parlato un pò di tutto, passeggiando per
Alessandria e poi suonando la chitarra davanti al fuoco: futuro,
donne, amore, lavoro, spiritualità, politica. Questa casa è un
buon posto dove stare con i buoni amici. Ieri ho lavorato per
cinque ore in giardino. Il lavoro manuale è un ottimo antidoto
contro il lavorio mentale. Ed è il mio punto di partenza per fare
il mio “tagliando” personale: poche cose fatte bene. Voglio
mettere più testa e concentrazione nelle cose e anche nel mo-
do in cui vivo le relazioni con gli altri. Voglio resistere alla ten-
tazione di rimettermi in marcia, voglio vincere la mia paura di
spendere troppi soldi. La mia priorità è quella di fare tutte le
esperienze necessarie per tornare a nutrirmi l’anima e non solo
la panza. I soldi vengono dopo. Voglio lasciarmi andare e impa-
rare ad aspettare. La mia risposta a Mauro per iniziare quel
progetto di consulenza è lì, che aspetta di essergli comunicata.
Ho scritto l’sms più volte, ma non l’ho spedito. C’è qualcosa che
mi dice: aspetta. La mia vita sta espellendo le cose non giuste
31. 7 Agosto 2008 – Un nuovo inizio
31
per me. Non riesco a guardare la TV, non è più nelle mie corde.
Ma quanto è bello vivere secondo il mio ritmo, senza adeguar-
mi a quello della società che mi circonda. Ecco, quest’anno mi
deve servire per recuperare il mio ritmo. Poi troverò il modo di
agganciarlo al ritmo del mondo nel quale tornerò, ma con un
aggancio morbido e flessibile.
32. GiveMeAChance
Editoria Online
32
Grazie per aver letto questa parte di ebook
gratuita!
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