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Piero di Camillo
presenta se stesso




 Milano, 4 aprile 2011
Grazie tante Presidente
ma se in prosa Ella si esprime
io vorrei, se mi consente,
qui risponder … per le rime.
Sì perché deve sapere
la poesia bene si presta,
a mio avviso, a mantenere
l‟attenzione sempre desta.
Per chi parla è un bel problema
il non essere noioso,
soprattutto quando il tema
affrontato è un po‟ palloso.
Grazie a ognuno qui presente
e lo dico per davvero,
mi lusinga specialmente
la presenza di un … Omero!
Per la chance che mi fornisce
Pier ringrazio, il talent scout.
Lui di calcio ne capisce:
Milan IN ed Inter OUT!
Su di me devo parlare
per mezzora o giù di lì,
vado dunque a incominciare
e comincio dal CV.
Canto primo
     Dove il Poeta racconta
la sua vita privata e professionale
Dico subito che dietro
il mio nome c‟è un mistero:
per l‟anagrafe son Pietro,
per gli amici sono Piero.
Coniugato, anni sessanta.
Figlio (ahimé) disoccupato.
Vivo a Monza dal „90.
Auto propria, patentato.
Già al liceo facevo invidia
per la mia fama da artista,
esploravo i nuovi media
e facevo il giornalista …
Dopo aver fatto il liceo,
come meglio non potrei,
ho studiato all‟ateneo
che fu già di Galilei.
C‟era ancor la goliardia:
ne fui l‟ultimo custode.
Laureato (ingegneria)
senza infamia e … senza lode.
Il computer è alle porte:
certo è li che si guadagna!
Io tentai quindi la sorte
e lo feci in Gran Bretagna.
Quello fu il mio primo volo,
eccitante e divertente:
si volava allora solo
con il Trident, ovver Tridente.
Mi turbò solo che un tizio
mi svelò segretamente
che l‟aereo aveva il vizio
di atterrare bruscamente.
Il progetto molto ardito
per cui ero andato lì
è però presto abortito.
Tornai a casa in MG.
Nonostante abbia studiato
cinque anni da ingegnere
ingegner non son mai stato:
non mi andava quel mestiere.
David Packard   Bill Hewlett




                Di spiegar non c‟è bisogno
                se decisi lì per lì
                ch‟era il marketing il sogno.
                Andai a farlo in HP.
Gli anni erano i Settanta,
Marketing era agli albori:
la passione era già tanta
ma non eran rose e fiori.
Occorreva escogitare
sempre cose originali
per poter calamitare
l‟attenzione dei giornali.
Eddie Merckx
    1969


               E serviva del cinismo.
               Non vi sto prendendo in … Giro:
               a un campione del ciclismo
               ho giocato un brutto tiro!
Molto tempo è già passato,
esperienze senza uguali,
tante aziende ho frequentato
tutte multinazionali.
Prima solo americane,
per un pezzo anche francesi,
anche un paio di italiane
e alla fine giapponesi.
La famiglia, per inciso,
multinazionale ancora:
se la moglie è di Treviso
sono slavi figlio e nuora.
Le mie lingue, oltre all‟inglese,
son pertanto proprio un sacco:
dopo il veneto e il francese
anche il russo ed il polacco.
Dopo averne viste tante,
il PC messo da parte,
son passato alla stampante
per giocare le mie … carte.
Alla Epson sono stati
16 anni molto pieni:
in Italia di primati,
in Europa … di veleni.
Alla Epsòn ero arrivato
solamente da due mesi
e già avevo litigato
con gli amici giapponesi.
Mi chiedevan del venduto
previsioni, poveracci.
Io che sono molto astuto
le chiedevo al buon … Giuliacci.
D‟altra parte chi prevede
sempre tutto, chi lo tocca?
Io dirò qui in buona … Fede
la ragazza è una gran gnocca!
Ci inventammo per di più
molte altre attività
dove usammo le tivù
per maggior notorietà.
Ne lanciammo di talenti!
Militello col footbol
e perfino - senti senti -
Pagnoncelli e gli exit poll.
La reclame nel mondo IT
sempre in punta di forchetta
per la radio o la TV
non usava musichetta.
Ho spiegato il mio concetto
alla brava Trait d‟Union:
han composto un motivetto
per “immaginemozion”.
Dopo anni di esperienza
quasi tutto fare posso.
Posso anche con pazienza
dimostrarvi un paradosso.
a2 - a2 = a2- a2
a2 - a2 +2a2 - 2a2 = a2-a2
(a+2a)(a-a) = a(a-a)
a+2a = a
1+2 = 1
I miei numeri ho mostrato.
Non è dunque sorprendente
che su in alto sia arrivato:
fino a vice presidente.
Amsterdam
        1999 - 2005




La mia casa era dotata
di una vista senza uguali.
Non per niente mi fu data
la gestione …dei canali.
Due-tre annetti, senza inganni,
m‟avean detto, e meno male!
Mi hanno dato sette anni
senza la condizionale.
Dopo il Marketing, le HR.
Ed infine l‟occasione
di veder come cambiar
tutta l‟organizzazione.
Si voleva unificare
tutto, senza mezze vie,
e di fatto trasformare
le filiali in agenzie.
“Tale cambio – ribadivo -
sui due piedi non accade”.
Un programma formativo
ho studiato con Esade.
Come avevo preannunciato
si è finiti in alto mare:
l‟esperienza mi ha insegnato
come NON si deve fare.
Ho creduto e credo ancora
che cambiare è cosa dura,
specialmente se si ignora
quale ruolo ha la cultura.
Alla fine son tornato
in Italia a lavorare,
anche se da pensionato,
ma con molto ancor da fare.
Catalani dirigenti
a La Salle Business School
ho poi avuto per studenti
di svariati business tool.
Sopratutto per passione
do una mano, come noto,
ad AIF, associazione
delle aziende della foto.
Quando serve tuttavia
passo pure inTrait d‟Union
per studiar la strategia
per il whisky o la Zambon.
Ma la vera vocazione
per la quale ho più esperienza
è sull‟organizzazione
di fornire consulenza.
L‟argomento? La cultura,
il suo impatto nell‟impresa,
come essa si misura
e perché vale la spesa.
Ho finito di scherzare,
il lavoro è un‟altra cosa.
Preferite continuare
con le rime o con la prosa?
Canto secondo
Dove il Poeta parla della cultura
         delle nazioni e
      delle organizzazioni
L‟interesse per il tema
al trasloco mio risale
in Olanda, ed il problema
dello shock mio culturale.
Olandesi e giapponesi:
ecco un cocktail da paura.
Io ci ho messo molti mesi
per capirne la cultura.
Geert Hofstede
                 Chi di voi non c‟è passato
                 forse adesso non mi crede.
                 Quello che mi ha illuminato
                 fu l‟incontro con Hofstede.
Lui è famoso in tutto il mondo
per la sua ricerca pura
che ha tracciato a tutto tondo
dei paesi la cultura.
Le culture di nazioni
lui difatti ha misurato
e con cinque dimensioni
tutto quanto ci ha spiegato.
Ora tocca lavorare.
Vorrei un poco di attenzione
mentre vado ad illustrare
ciascheduna dimensione.
1 Distanza gerarchica

              Che sia il capo che comanda
              c‟è chi accetta e trova giusto…
1 Distanza gerarchica


              …ma c‟è anche chi lo manda
              a strafottersi, con gusto.
2 Individualismo/collettivismo
                 C‟e chi pensa e dice: “Io”,
                 non so come siate voi…
2 Individualismo/collettivismo

                 …ma qualcuno, grazie a Dio,
                 c‟è che pensa e dice: “Noi”.
3 Mascolinità/femminilità
               Non vorrei pensaste adesso
               che vaghezza tal mi punga
               di parlarvi qui di sesso
               o, che so, di bunga bunga!
3 Masculinity vs. femininity

              C‟è chi solo in alto tende
              e il successo suo dimostra…
3 Masculinity vs. femininity


              … e chi il debole difende
              e giammai si mette in mostra.
4 Rifiuto dell‟incertezza

                 C‟è poi chi teme il diverso
                 l‟imprevisto, il cambiamento…
4 Rifiuto dell‟incertezza


                 …e chi invece di converso
                 di rischiare è ben contento.
5 Orientamento a lungo termine
               C‟è chi semina e poi aspetta
               con pazienza il risultato…
5 Orientamento a lungo termine

               …e chi invece ha molta fretta,
               pensa solo all‟immediato.
La “cipolla” di Hofstede
 Simboli
   Eroi
           La cultura, dico a voi,
   Riti
           si evidenzia in vari strati:
           riti , simboli ed eroi
           sono a volte anche “esportati”.
Puoi esportare in Pakistan
cola, jeans e così via,
forse forse Superman,
mai e poi mai Democrazia.
La “cipolla” di Hofstede
 Simboli
   Eroi
   Riti

 Valori    Ciò che sta più in superficie
           può col tempo anche a cambiare
           ma i valori, Hofstede dice,
           non si possono intaccare.
Quel ch‟è strano e ci confonde,
ciò che appare differente
ha radici ben profonde,
quasi un “software della mente”.
Questo incontro mi ha evitato
di finire con un fiasco.
Sono stato folgorato
sulla strada di Damasco.
Quello che Paolo divenne
dopo che trovò la fede
anch‟io - quasi settantenne -
sono: “apostolo” di Hofstede.
Mi ha giovato il suo modello
per capire ogni paese…
…e poi l‟altro, al pari bello,
per comprendere le imprese.
Anche le organizzazioni
             son diverse per cultura.
pppppppppI
             Qui son sei le dimensioni
             ma non c‟è da aver paura!.
Quel che deve spaventare
è semmai cambiare senza
prima bene misurare
la cultura di partenza.
Se un centesimo mi date
per ciascun euro perduto
in gestioni sciagurate
di progetti che ho vissuto,
non sarei io qui a parlare
per trovar qualche cliente…
…ma in un‟isola sul mare
dei Caraibi, a non far niente!
Come va? Siete connessi?
Forse ormai vi ho proprio rotto?
E se io vi promettessi
che di slide ne ho ancora otto?
Chi si ferma oggi è perduto,
non è più competitivo.
Per cambiare serve aiuto:
come far ve lo descrivo.
Serve porsi la questione:
per un cambio di struttura
o una nuova acquisizione
è adeguata la cultura?
La cultura non è “buona”
o “cattiva”, quel che cale
è se con essa funziona
la mia impresa bene o male.
Un percorso ti presento:
sette passi in successione
per portare il cambiamento
nella la tua organizzazione.
1
Prima dunque si misura
(si fa presto per davvero)
dell‟impresa la cultura
esistente: il punto zero.
2

Si discute con il top
qual cultura adatta sia
(basta un semplice workshop)
per la nostra strategia.
3
Il programma fa un confronto
tra il reale e l‟ottimale
esce un report bell‟e pronto
che però non è finale.
4
Dell‟azienda con il top
si discute cosa fare
e, nel corso di un workshop,
quali gap son da colmare.
4
Il rapporto ti propone
delle aree di intervento
per ciascuna dimensione
(se è opportuno il cambiamento).
4
Un elenco delle “leve”
per portare al cambiamento
tu ricevi in tempo breve
tra le oltre settecento.
5
Scelte quelle per la svolta
passar devi poi all‟azione:
dovrà essere coinvolta
tutta l‟organizzazione.
5
Alla fine quasi siete:
questo incontro più allargato
studierà mosse concrete
con un “goal” focalizzato.
6
Sta poi a voi d‟implementare
il programma concordato.
Si dovrà verificare
poi se tutto ha funzionato.
7
Tu fra un anno od altra data
puoi ripeter la misura
e saper com‟è cambiata
nel frattempo la cultura.
Un processo in sette fasi,
comprensivo ed integrato;
son scientifiche le basi
e il successo è assicurato.
Resterebbe da dir molto,
ma davver non me la sento.
Tante grazie per l‟ascolto,
qui finisce il mio intervento.
www.infocus.org
pietro.dicamillo@gmail.com

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1 conca siec
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Piero di Camillo presenta se stesso

  • 1. Piero di Camillo presenta se stesso Milano, 4 aprile 2011
  • 2. Grazie tante Presidente ma se in prosa Ella si esprime io vorrei, se mi consente, qui risponder … per le rime.
  • 3. Sì perché deve sapere la poesia bene si presta, a mio avviso, a mantenere l‟attenzione sempre desta.
  • 4. Per chi parla è un bel problema il non essere noioso, soprattutto quando il tema affrontato è un po‟ palloso.
  • 5. Grazie a ognuno qui presente e lo dico per davvero, mi lusinga specialmente la presenza di un … Omero!
  • 6. Per la chance che mi fornisce Pier ringrazio, il talent scout. Lui di calcio ne capisce: Milan IN ed Inter OUT!
  • 7. Su di me devo parlare per mezzora o giù di lì, vado dunque a incominciare e comincio dal CV.
  • 8. Canto primo Dove il Poeta racconta la sua vita privata e professionale
  • 9. Dico subito che dietro il mio nome c‟è un mistero: per l‟anagrafe son Pietro, per gli amici sono Piero.
  • 10. Coniugato, anni sessanta. Figlio (ahimé) disoccupato. Vivo a Monza dal „90. Auto propria, patentato.
  • 11. Già al liceo facevo invidia per la mia fama da artista, esploravo i nuovi media e facevo il giornalista …
  • 12. Dopo aver fatto il liceo, come meglio non potrei, ho studiato all‟ateneo che fu già di Galilei.
  • 13. C‟era ancor la goliardia: ne fui l‟ultimo custode. Laureato (ingegneria) senza infamia e … senza lode.
  • 14. Il computer è alle porte: certo è li che si guadagna! Io tentai quindi la sorte e lo feci in Gran Bretagna.
  • 15. Quello fu il mio primo volo, eccitante e divertente: si volava allora solo con il Trident, ovver Tridente.
  • 16. Mi turbò solo che un tizio mi svelò segretamente che l‟aereo aveva il vizio di atterrare bruscamente.
  • 17. Il progetto molto ardito per cui ero andato lì è però presto abortito. Tornai a casa in MG.
  • 18. Nonostante abbia studiato cinque anni da ingegnere ingegner non son mai stato: non mi andava quel mestiere.
  • 19. David Packard Bill Hewlett Di spiegar non c‟è bisogno se decisi lì per lì ch‟era il marketing il sogno. Andai a farlo in HP.
  • 20. Gli anni erano i Settanta, Marketing era agli albori: la passione era già tanta ma non eran rose e fiori.
  • 21. Occorreva escogitare sempre cose originali per poter calamitare l‟attenzione dei giornali.
  • 22. Eddie Merckx 1969 E serviva del cinismo. Non vi sto prendendo in … Giro: a un campione del ciclismo ho giocato un brutto tiro!
  • 23. Molto tempo è già passato, esperienze senza uguali, tante aziende ho frequentato tutte multinazionali.
  • 24. Prima solo americane, per un pezzo anche francesi, anche un paio di italiane e alla fine giapponesi.
  • 25. La famiglia, per inciso, multinazionale ancora: se la moglie è di Treviso sono slavi figlio e nuora.
  • 26. Le mie lingue, oltre all‟inglese, son pertanto proprio un sacco: dopo il veneto e il francese anche il russo ed il polacco.
  • 27. Dopo averne viste tante, il PC messo da parte, son passato alla stampante per giocare le mie … carte.
  • 28. Alla Epson sono stati 16 anni molto pieni: in Italia di primati, in Europa … di veleni.
  • 29. Alla Epsòn ero arrivato solamente da due mesi e già avevo litigato con gli amici giapponesi.
  • 30. Mi chiedevan del venduto previsioni, poveracci. Io che sono molto astuto le chiedevo al buon … Giuliacci.
  • 31. D‟altra parte chi prevede sempre tutto, chi lo tocca? Io dirò qui in buona … Fede la ragazza è una gran gnocca!
  • 32. Ci inventammo per di più molte altre attività dove usammo le tivù per maggior notorietà.
  • 33. Ne lanciammo di talenti! Militello col footbol e perfino - senti senti - Pagnoncelli e gli exit poll.
  • 34. La reclame nel mondo IT sempre in punta di forchetta per la radio o la TV non usava musichetta.
  • 35. Ho spiegato il mio concetto alla brava Trait d‟Union: han composto un motivetto per “immaginemozion”.
  • 36. Dopo anni di esperienza quasi tutto fare posso. Posso anche con pazienza dimostrarvi un paradosso.
  • 37. a2 - a2 = a2- a2 a2 - a2 +2a2 - 2a2 = a2-a2 (a+2a)(a-a) = a(a-a) a+2a = a 1+2 = 1
  • 38. I miei numeri ho mostrato. Non è dunque sorprendente che su in alto sia arrivato: fino a vice presidente.
  • 39. Amsterdam 1999 - 2005 La mia casa era dotata di una vista senza uguali. Non per niente mi fu data la gestione …dei canali.
  • 40. Due-tre annetti, senza inganni, m‟avean detto, e meno male! Mi hanno dato sette anni senza la condizionale.
  • 41. Dopo il Marketing, le HR. Ed infine l‟occasione di veder come cambiar tutta l‟organizzazione.
  • 42. Si voleva unificare tutto, senza mezze vie, e di fatto trasformare le filiali in agenzie.
  • 43. “Tale cambio – ribadivo - sui due piedi non accade”. Un programma formativo ho studiato con Esade.
  • 44. Come avevo preannunciato si è finiti in alto mare: l‟esperienza mi ha insegnato come NON si deve fare.
  • 45. Ho creduto e credo ancora che cambiare è cosa dura, specialmente se si ignora quale ruolo ha la cultura.
  • 46. Alla fine son tornato in Italia a lavorare, anche se da pensionato, ma con molto ancor da fare.
  • 47. Catalani dirigenti a La Salle Business School ho poi avuto per studenti di svariati business tool.
  • 48. Sopratutto per passione do una mano, come noto, ad AIF, associazione delle aziende della foto.
  • 49. Quando serve tuttavia passo pure inTrait d‟Union per studiar la strategia per il whisky o la Zambon.
  • 50. Ma la vera vocazione per la quale ho più esperienza è sull‟organizzazione di fornire consulenza.
  • 51. L‟argomento? La cultura, il suo impatto nell‟impresa, come essa si misura e perché vale la spesa.
  • 52. Ho finito di scherzare, il lavoro è un‟altra cosa. Preferite continuare con le rime o con la prosa?
  • 53. Canto secondo Dove il Poeta parla della cultura delle nazioni e delle organizzazioni
  • 54. L‟interesse per il tema al trasloco mio risale in Olanda, ed il problema dello shock mio culturale.
  • 55. Olandesi e giapponesi: ecco un cocktail da paura. Io ci ho messo molti mesi per capirne la cultura.
  • 56. Geert Hofstede Chi di voi non c‟è passato forse adesso non mi crede. Quello che mi ha illuminato fu l‟incontro con Hofstede.
  • 57. Lui è famoso in tutto il mondo per la sua ricerca pura che ha tracciato a tutto tondo dei paesi la cultura.
  • 58. Le culture di nazioni lui difatti ha misurato e con cinque dimensioni tutto quanto ci ha spiegato.
  • 59. Ora tocca lavorare. Vorrei un poco di attenzione mentre vado ad illustrare ciascheduna dimensione.
  • 60. 1 Distanza gerarchica Che sia il capo che comanda c‟è chi accetta e trova giusto…
  • 61. 1 Distanza gerarchica …ma c‟è anche chi lo manda a strafottersi, con gusto.
  • 62. 2 Individualismo/collettivismo C‟e chi pensa e dice: “Io”, non so come siate voi…
  • 63. 2 Individualismo/collettivismo …ma qualcuno, grazie a Dio, c‟è che pensa e dice: “Noi”.
  • 64. 3 Mascolinità/femminilità Non vorrei pensaste adesso che vaghezza tal mi punga di parlarvi qui di sesso o, che so, di bunga bunga!
  • 65. 3 Masculinity vs. femininity C‟è chi solo in alto tende e il successo suo dimostra…
  • 66. 3 Masculinity vs. femininity … e chi il debole difende e giammai si mette in mostra.
  • 67. 4 Rifiuto dell‟incertezza C‟è poi chi teme il diverso l‟imprevisto, il cambiamento…
  • 68. 4 Rifiuto dell‟incertezza …e chi invece di converso di rischiare è ben contento.
  • 69. 5 Orientamento a lungo termine C‟è chi semina e poi aspetta con pazienza il risultato…
  • 70. 5 Orientamento a lungo termine …e chi invece ha molta fretta, pensa solo all‟immediato.
  • 71. La “cipolla” di Hofstede Simboli Eroi La cultura, dico a voi, Riti si evidenzia in vari strati: riti , simboli ed eroi sono a volte anche “esportati”.
  • 72. Puoi esportare in Pakistan cola, jeans e così via, forse forse Superman, mai e poi mai Democrazia.
  • 73. La “cipolla” di Hofstede Simboli Eroi Riti Valori Ciò che sta più in superficie può col tempo anche a cambiare ma i valori, Hofstede dice, non si possono intaccare.
  • 74. Quel ch‟è strano e ci confonde, ciò che appare differente ha radici ben profonde, quasi un “software della mente”.
  • 75. Questo incontro mi ha evitato di finire con un fiasco. Sono stato folgorato sulla strada di Damasco.
  • 76. Quello che Paolo divenne dopo che trovò la fede anch‟io - quasi settantenne - sono: “apostolo” di Hofstede.
  • 77. Mi ha giovato il suo modello per capire ogni paese…
  • 78. …e poi l‟altro, al pari bello, per comprendere le imprese.
  • 79. Anche le organizzazioni son diverse per cultura. pppppppppI Qui son sei le dimensioni ma non c‟è da aver paura!.
  • 80. Quel che deve spaventare è semmai cambiare senza prima bene misurare la cultura di partenza.
  • 81. Se un centesimo mi date per ciascun euro perduto in gestioni sciagurate di progetti che ho vissuto,
  • 82. non sarei io qui a parlare per trovar qualche cliente…
  • 83. …ma in un‟isola sul mare dei Caraibi, a non far niente!
  • 84. Come va? Siete connessi? Forse ormai vi ho proprio rotto? E se io vi promettessi che di slide ne ho ancora otto?
  • 85. Chi si ferma oggi è perduto, non è più competitivo. Per cambiare serve aiuto: come far ve lo descrivo.
  • 86.
  • 87. Serve porsi la questione: per un cambio di struttura o una nuova acquisizione è adeguata la cultura?
  • 88. La cultura non è “buona” o “cattiva”, quel che cale è se con essa funziona la mia impresa bene o male.
  • 89. Un percorso ti presento: sette passi in successione per portare il cambiamento nella la tua organizzazione.
  • 90. 1 Prima dunque si misura (si fa presto per davvero) dell‟impresa la cultura esistente: il punto zero.
  • 91. 2 Si discute con il top qual cultura adatta sia (basta un semplice workshop) per la nostra strategia.
  • 92. 3 Il programma fa un confronto tra il reale e l‟ottimale esce un report bell‟e pronto che però non è finale.
  • 93. 4 Dell‟azienda con il top si discute cosa fare e, nel corso di un workshop, quali gap son da colmare.
  • 94. 4 Il rapporto ti propone delle aree di intervento per ciascuna dimensione (se è opportuno il cambiamento).
  • 95. 4 Un elenco delle “leve” per portare al cambiamento tu ricevi in tempo breve tra le oltre settecento.
  • 96. 5 Scelte quelle per la svolta passar devi poi all‟azione: dovrà essere coinvolta tutta l‟organizzazione.
  • 97. 5 Alla fine quasi siete: questo incontro più allargato studierà mosse concrete con un “goal” focalizzato.
  • 98. 6 Sta poi a voi d‟implementare il programma concordato. Si dovrà verificare poi se tutto ha funzionato.
  • 99. 7 Tu fra un anno od altra data puoi ripeter la misura e saper com‟è cambiata nel frattempo la cultura.
  • 100. Un processo in sette fasi, comprensivo ed integrato; son scientifiche le basi e il successo è assicurato.
  • 101. Resterebbe da dir molto, ma davver non me la sento. Tante grazie per l‟ascolto, qui finisce il mio intervento.