Questo Osservatorio, realizzato da CRIF Decision Solutions, analizza lo stato di salute delle imprese italiane ed il trend dei principali indicatori, ponendo particolare attenzione alla riduzione dei costi e al finanziamento dell'attività d'impresa.
Inoltre le analisi di CRIF Decision Solutions sono state effettuate per osservare le differenze nelle dinamiche settoriale.
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Autore: Daniela Bastianelli
SALUTE DELLE IMPRESE: PRIME EVIDENZE DAI BILANCI 2012
Bologna, 4 settembre 2013 - Gli effetti negativi della crisi di questi ultimi anni si sono manifestati
anche nei conti delle aziende italiane. A questo riguardo, le prime evidenze che emergono
dall’analisi dei dati e degli indicatori di bilancio relativi all’anno 2012, realizzata da CRIF Decision
Solutions su 300.000 bilanci depositati, certamente esprimono un generale peggioramento dello
stato di salute delle imprese italiane e un proseguimento sul trend di peggioramento dei
principali indicatori avviatosi negli anni recenti.
In particolare, a fronte di una contrazione dell’attività produttiva evidente in tutti i diversi settori
economici, è risultata prioritaria l’attenzione ai costi. La riduzione del giro d’affari e la necessità
di ridurre i costi è infatti visibile nella diminuzione delle spese del personale, che passano dal
13% del 2009 all’11% del 2012 se rapportate al valore della produzione, e di quelle gestionali,
che progressivamente si riducono di circa 3 punti percentuali nel corso degli ultimi 3 anni,
raggiungendo nel 2012 il livello più basso della serie osservata (25% circa del valore della
produzione). Per altro queste evidenze risultano in linea con le dinamiche economiche generali,
dove il tasso di disoccupazione ha continuato a salire generando una rilevante crisi
occupazionale.
Un ulteriore elemento di difficoltà è legato al finanziamento dell’attività d’impresa. La contrazione
delle erogazione da parte del sistema bancario nazionale, evidente in modo diffuso per tutto il
2012, unitamente al contestuale calo degli investimenti hanno ridotto la quota di indebitamento
bancario, che solo nel 2012 si è contratto di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente
(rispetto al totale debiti), e dei debiti finanziari.
Sotto questo aspetto vanno ricordate le difficili condizioni dei mercati finanziari che, nonostante il
miglioramento seguito all’intervento della BCE con l’annuncio del programma OMT avvenuto a
fine estate 2012, hanno continuato a risentire del clima di incertezza economica e politica del
nostro paese. A ciò si aggiungono la necessità di controllo del rischio di credito e di rafforzamento
dei requisiti patrimoniali che hanno inasprito le politiche di erogazione del credito.
La mancanza di un supporto finanziario ha in parte dirottato le imprese verso una gestione
orientata all'utilizzo della leva commerciale, innescando una catena di ritardi di pagamento che
ha coinvolto i vari livelli delle filiere produttive, destabilizzando l’equilibrio finanziario di molte
imprese. A questo proposito, l’aumento dei debiti commerciali è evidente a partire dal 2009, con
una crescita complessiva del 15% nel triennio 2009-2012; contestualmente i debiti finanziari
diminuiscono, attestandosi nel 2012 al 17% circa del totale passivo.
L’analisi di CRIF Decision Solutions mette anche in evidenza la contrazione della redditività delle
imprese, con una marginalità più ridotta, e il trend di contrazione risulta ancora più serio se si
osservano le dinamiche di lungo periodo. Ad eccezione del 2010, dove si è assistito ad un lieve
recupero del ROS e del ROI, negli altri anni le imprese hanno infatti subito una progressiva
riduzione della redditività. Le prime evidenze del 2012 confermano questa tendenza per il ROS,
che si è quasi dimezzato rispetto al 2007 attestandosi al 2%, e per l’ebitda margin, che scende al
6,8%; il ROI, invece, rimane stabile al 2% rispetto al 2011.
Tuttavia esistono sostanziali differenze nelle dinamiche settoriali; a fronte di un peggioramento
della marginalità nella filiera delle costruzioni e nell’industria degli autoveicoli e del motociclo,
dove anche la redditività mostra ulteriori segnali di cedimento con tutti i principali indicatori
negativi e in peggioramento nel 2012, si rileva un miglioramento o un mantenimento dei margini
raggiunti nei settori che, nonostante la lunga crisi, hanno “tenuto” sul mercato grazie a
caratteristiche di apertura internazionale e propensione all’export e a forti tradizioni locali. Si
tratta, nello specifico, dell’alimentare e della meccanica in ambito manifatturiero, settori di spicco
dell’economia nazionale. Nei servizi si sottolineano le buone performance del segmento dei
servizi alle imprese e anche in quello dei servizi alla persona che hanno mediamente una
marginalità superiore rispetto al complesso delle attività produttive.
In termini di equilibrio finanziario si rileva una sostanziale stabilità del margine di struttura
secondario che rimane comunque prossimo all’unità, senza sostanziali variazioni rispetto agli anni
passati.