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                 Insegnare il cinema sullo sfondo della rivoluzione cognitiva

                         DA QUI ALLA MODERNITÀ
                   È nella sua immediatezza, non nella sua artisticità che il cinema
                 ha incarnato una delle tappe decisive di quella rivoluzione cognitiva
                              che oggi nell’era di internet stiamo vivendo
                                                               di Andrea Minuz




                                                        Cuore selvaggio di David Lynch

1. Come eravamo                                 cioè non intercetta più, agli occhi dei suoi     tutto, chiamati a occuparci dello specifico
      In un articolo apparso di recente sul-    studenti, un nodo strutturale del presente       italiano.
la prestigiosa rivista “Cinema Journal”,        tantomeno una tensione verso il futuro. Si
Rick Altman ripercorre il proprio itinera-      tratta in fondo dell’arco evolutivo di ogni      2. Studiare il cinema, un lusso necessario
rio di studioso proveniente dalla letteratu-    fenomeno culturale, si dirà. Certo. Solo               Nell’impianto umanistico tradiziona-
ra e accostatosi al cinema negli anni Set-      che nel caso del cinema, tale passaggio si       le del nostro sistema di istruzione, universi-
tanta, periodo in cui la disciplina iniziava    è consumato in un arco di trent’anni appe-       tà compresa, studiare il cinema è un lusso.
a diffondersi nelle università umanistiche      na. Ancora prima, mi verrebbe da dire, di        Escluso di fatto dal cosiddetto canone occi-
americane. Altman ricorda come la sua           dotarsi di strumenti didattici effettivamen-     dentale, il cinema è certo parte del sistema
generazione fosse mossa dalla volontà di        te condivisi tali da costituire una tradizio-    delle arti ma occupa pur sempre un posto
far capire ai loro colleghi provenienti da      ne di studio consolidata.                        marginale e ambiguo nell’idea classica di
discipline più nobili che i film studies era-         In molti, fra i docenti di cinema della    cultura. Basta notare che i supplementi
no anch’essi un campo di ricerche specifi-      generazione di Rick Altman, potrebbero           culturali dei più importanti quotidiani ita-
co, con un loro corpus di opere, con precise    riconoscersi nel suo racconto. Racconto          liani non hanno una pagina specifica de-
metodologie analitiche, con una bibliogra-      che si conclude con la consapevolezza che        dicata al cinema, a differenza ovviamente
fia condivisa. Questo periodo di rivendica-     quella volontà di legittimazione culturale       della letteratura, della storia, della filosofia.
zione identitaria, come ci ricorda Altman,      degli studi sul film nel campo delle scien-      In fondo, possiamo dirlo, la figura del criti-
è finito nel corso degli anni Novanta. “Pri-    ze umane, esaurita la sua spinta tattica, è      co cinematografico di un quotidiano non è
ma i nostri studenti arrivavano carichi di      oggi arrivata a un bivio. Che fare? Difen-       percepita allo stesso modo di quella del cri-
sapere umanistico tradizionale ed erano         dere un’improbabile, specie agli occhi de-       tico letterario, cui si attribuisce immediata-
ansiosi di passare allo studio del cinema.      gli studenti, specificità artistica del cinema   mente l’immagine severa di uno studioso
Oggi hanno una preparazione consolidata         nell’era del trans-media storytelling e della    circondato dai libri, suggellandone così la
nei film studies, ma un grande desiderio di     visione scombinata di segmenti di film su        credibilità intellettuale.
passare oltre”1.                                YouTube? Rassegnarsi all’idea di diven-                Il fatto che studiare il cinema sia un
      Studiare il cinema, per loro, è un        tare dei filologi del XX secolo e, in caso,      lusso, non significa che non sia anche ne-
punto di partenza e non più una conquista.      guardare con soddisfazione a questa so-          cessario, come io e molti miei colleghi mi
Metz, Godard, Welles, come dice Altman,         praggiunta imbalsamazione? Se questo è           auguro ritengano. Tale necessità, tuttavia,
hanno sostituito o meglio si sono sommati       lo sfondo generale di interrogativi comuni,      emerge assai meglio e in modo più chiaro
a Shakespeare, Flaubert, Picasso. Il cinema     noi tuttavia siamo anche, e direi soprat-        proprio se abbandoniamo la dimensione

                                                        SegnoSpeciale 25
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                        Falstaff di Orson Welles                                                Pierrot le fou di Jean-Luc Godard

artistica del film. Se, insomma, collochiamo       alla complessità o alla scientificità del ra-     tura, non si è ottenuto altro che un’inevita-
il cinema all’interno di una più ampia ri-         gionamento di Oudart. Ma al contrario al          bile marginalizzazione disciplinare. Quella
voluzione cognitiva, più che dentro l’oriz-        fatto che quel saggio è emblematico di un         condizione di “lusso superfluo”, anziché
zonte dell’estetica. Tanto nei suoi slanci         linguaggio, di un periodo e di una serie di       “necessario” di cui sopra. Inoltre, la pro-
ideali che nelle sue miopie, la battaglia per      pose culturali incredibilmente più invec-         spettiva dell’artisticità ha a lungo imbri-
la legittimazione intellettuale della cultu-       chiate della storia della letteratura italiana    gliato, anche qui inevitabilmente, lo studio
ra cinematografica dentro le università            dello studioso napoletano. Un linguaggio          del cinema tra le maglie della prospettiva
umanistiche, evocata da Altman, è infatti          che non ha solo smarrito il contatto con il       storicista più tradizionale. Ma non la storia
la variante didattica della lunga strada per       proprio oggetto nell’ossessione di rimuo-         culturale della modernità riletta dall’inter-
il riconoscimento del cinema come forma            vere l’immediatezza del cinema, ma che            no del cinema! Si è invece presa la griglia
d’arte. In pochi sono disposti a metterla in       oggi si rivela anche in tutto il suo astruso,     con cui si scriveva la storia della letteratu-
dubbio, oggi, ma in molti avvertono qual-          spesso gratuito e arcaico, scientismo.            ra e la si è applicata tale e quale alla storia
cosa di stridente, di incerto nell’idea del               Lo studio del cinema, invece, può          del cinema. Un avvicendarsi di stili, generi,
cinema come arte. Un’oscillazione perma-           e deve rivendicare un’immediatezza del            autori, temi che rafforzava l’idea di una
nente proprio come per l’ambiguo statuto           proprio oggetto che il patrimonio lette-          forma d’arte compatta e autonoma. Alla
accademico e/pedagogico dello studio del           rario e artistico non hanno. Rivendicarla         storia del cinema - che si offriva come un
cinema.                                            e, ovviamente, superarla. Che è ben altro         formidabile palinsesto di questione legate
       Fatta salva la sua straordinaria po-        dal rimuoverla. E così arrivo al punto. È         alla sviluppo della tecnologia, ai paradossi
tenza espressiva, è difficile infatti asso-        nella sua immediatezza, non nella sua ar-         del capitalismo, all’industrializzazione, alla
ciare a un film lo stesso indice ammoni-           tisticità che il cinema ha incarnato una          cultura di massa, alla rivoluzione cogniti-
tore della pedagogia puntato su La divina          delle tappe decisive di quella rivoluzione        va dell’esperienza - si sono insomma ap-
commedia, I promessi sposi o La cappel-            cognitiva che oggi nell’era di internet stia-     plicati gli obsoleti paradigmi dell’estetica
la degli Scrovegni. A lungo si è ritenuto          mo vivendo appieno ma che ha inizio con           romantica, reintroducendo a gran voce i
che proprio questo fosse un ostacolo alla          la modernità. In questo quadro, che non           concetti di opera, di capolavoro, di bello e
diffusione della cultura cinematografica,          è un percorso teleologico, il cinema ci ha        di brutto, e così via.
cioè al suo ingresso nelle scuole e nelle          fornito e continua a fornirci i tratti di ri-           Se c’era un modo per tradire da cima
università, anziché rappresentare - come           ferimento di un’esperienza archetipica per        a fondo l’intuizione benjaminiana sul ra-
personalmente ritengo - la specifica forza         comprendere il passaggio di paradigma             dicale rivolgimento rappresentato dalla
di attrazione del cinema. Cosa succede se          che oggi viviamo appieno. Da un punto di          riproducibilità tecnica dell’arte - che inve-
proviamo a rivedere l’insegnamento del             visto didattico, insomma, il cinema diven-        stiva il nostro assetto cognitivo, più e oltre
cinema a partire dalla sua immediatezza,           ta in quest’ottica un momento fondativo           che la nostra sensibilità per l’arte - era pro-
anziché dalla sua artisticità?                     e indispensabile per avviare gli studenti         prio rivendicare (come molti ancora oggi
                                                   all’alfabetizzazione audiovisiva e alla con-      fanno) la necessità di studiare i film come
3. Da qui alla modernità                           sapevolezza della costruzione di un rac-          opere d’arte. Oggi ci appare con grande
       Un film è difficile da spiegare perché      conto per immagini, ora dispersa su tutti         chiarezza che la questione di chi studia
è semplice da capire. Questa celebre mas-          i media e i dispositivi. Se il nostro sistema     e di chi insegna il cinema non si risolve
sima di Christian Metz sintetizza al meglio        dell’istruzione - che risente ancora di una       solo nel rivendicare uno spazio culturale
ed esprime in modo efficace il paradosso           struttura che dal Rinascimento si perpe-          accanto alle altre discipline artistiche. La
costitutivo su cui si regge l’insegnamento         tua grosso modo uguale sino alla Riforma          sfida è piuttosto far comprendere come e
del cinema. Per rimuovere l’immediatezza           Gentile e oltre - avesse guardato al cine-        quanto lo studio del cinema abbia a che
inagirabile dell’oggetto, la cultura cinema-       ma in questo modo, forse avrebbe tentato          fare con la rivoluzione cognitiva in corso,
tografica si è spesso avventurata in torsio-       con maggiore convincimento d’inserirlo            di cui ci fornisce ancora una preziosa chia-
ni interpretative ai limiti della compren-         nel quadro della formazione tradizionale.         ve di accesso.
sibilità umana. Tanto che a chiunque sarò          Così come oggi, infatti, sta tentando - nel
capitato di sentir dire almeno una volta           vuoto legislativo più totale e nella carenza
cose come “è un libro di cinema, però si           di mezzi più assoluta - di colmare il divario       NOTE
capisce”. Se al malcapitato studente di            antropologico culturale e cognitivo tra il          1   Rick Altman,”Whiter Film Studies (in a Post-
oggi, ad esempio, diamo da leggere il sag-         mondo della rete e quello della scuola.             Film Studies World”, in “Cinema Journal” 49, N.
gio di Oudart sul concetto (ammesso che                   Invece, avendo noi per primi insistito       1, 2009, p. 133.
lo sia) di “sutura cinematografica”1, la lin-      sull’artisticità dei film per fare dello studio     2  Pubblicato inizialmente in “Cahiers du Ciné-
gua in cui è scritto gli apparirà più distante     del cinema l’equivalente della studio della         ma”, n. 211-212, 1969.
di quella di De Sanctis. E ciò non è dovuto        storia dell’arte e della storia della lettera-

                                                           SegnoSpeciale 26
                                                                         SEGNOCINEMA nr 175

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  • 2. Segn oSpeci ale Falstaff di Orson Welles Pierrot le fou di Jean-Luc Godard artistica del film. Se, insomma, collochiamo alla complessità o alla scientificità del ra- tura, non si è ottenuto altro che un’inevita- il cinema all’interno di una più ampia ri- gionamento di Oudart. Ma al contrario al bile marginalizzazione disciplinare. Quella voluzione cognitiva, più che dentro l’oriz- fatto che quel saggio è emblematico di un condizione di “lusso superfluo”, anziché zonte dell’estetica. Tanto nei suoi slanci linguaggio, di un periodo e di una serie di “necessario” di cui sopra. Inoltre, la pro- ideali che nelle sue miopie, la battaglia per pose culturali incredibilmente più invec- spettiva dell’artisticità ha a lungo imbri- la legittimazione intellettuale della cultu- chiate della storia della letteratura italiana gliato, anche qui inevitabilmente, lo studio ra cinematografica dentro le università dello studioso napoletano. Un linguaggio del cinema tra le maglie della prospettiva umanistiche, evocata da Altman, è infatti che non ha solo smarrito il contatto con il storicista più tradizionale. Ma non la storia la variante didattica della lunga strada per proprio oggetto nell’ossessione di rimuo- culturale della modernità riletta dall’inter- il riconoscimento del cinema come forma vere l’immediatezza del cinema, ma che no del cinema! Si è invece presa la griglia d’arte. In pochi sono disposti a metterla in oggi si rivela anche in tutto il suo astruso, con cui si scriveva la storia della letteratu- dubbio, oggi, ma in molti avvertono qual- spesso gratuito e arcaico, scientismo. ra e la si è applicata tale e quale alla storia cosa di stridente, di incerto nell’idea del Lo studio del cinema, invece, può del cinema. Un avvicendarsi di stili, generi, cinema come arte. Un’oscillazione perma- e deve rivendicare un’immediatezza del autori, temi che rafforzava l’idea di una nente proprio come per l’ambiguo statuto proprio oggetto che il patrimonio lette- forma d’arte compatta e autonoma. Alla accademico e/pedagogico dello studio del rario e artistico non hanno. Rivendicarla storia del cinema - che si offriva come un cinema. e, ovviamente, superarla. Che è ben altro formidabile palinsesto di questione legate Fatta salva la sua straordinaria po- dal rimuoverla. E così arrivo al punto. È alla sviluppo della tecnologia, ai paradossi tenza espressiva, è difficile infatti asso- nella sua immediatezza, non nella sua ar- del capitalismo, all’industrializzazione, alla ciare a un film lo stesso indice ammoni- tisticità che il cinema ha incarnato una cultura di massa, alla rivoluzione cogniti- tore della pedagogia puntato su La divina delle tappe decisive di quella rivoluzione va dell’esperienza - si sono insomma ap- commedia, I promessi sposi o La cappel- cognitiva che oggi nell’era di internet stia- plicati gli obsoleti paradigmi dell’estetica la degli Scrovegni. A lungo si è ritenuto mo vivendo appieno ma che ha inizio con romantica, reintroducendo a gran voce i che proprio questo fosse un ostacolo alla la modernità. In questo quadro, che non concetti di opera, di capolavoro, di bello e diffusione della cultura cinematografica, è un percorso teleologico, il cinema ci ha di brutto, e così via. cioè al suo ingresso nelle scuole e nelle fornito e continua a fornirci i tratti di ri- Se c’era un modo per tradire da cima università, anziché rappresentare - come ferimento di un’esperienza archetipica per a fondo l’intuizione benjaminiana sul ra- personalmente ritengo - la specifica forza comprendere il passaggio di paradigma dicale rivolgimento rappresentato dalla di attrazione del cinema. Cosa succede se che oggi viviamo appieno. Da un punto di riproducibilità tecnica dell’arte - che inve- proviamo a rivedere l’insegnamento del visto didattico, insomma, il cinema diven- stiva il nostro assetto cognitivo, più e oltre cinema a partire dalla sua immediatezza, ta in quest’ottica un momento fondativo che la nostra sensibilità per l’arte - era pro- anziché dalla sua artisticità? e indispensabile per avviare gli studenti prio rivendicare (come molti ancora oggi all’alfabetizzazione audiovisiva e alla con- fanno) la necessità di studiare i film come 3. Da qui alla modernità sapevolezza della costruzione di un rac- opere d’arte. Oggi ci appare con grande Un film è difficile da spiegare perché conto per immagini, ora dispersa su tutti chiarezza che la questione di chi studia è semplice da capire. Questa celebre mas- i media e i dispositivi. Se il nostro sistema e di chi insegna il cinema non si risolve sima di Christian Metz sintetizza al meglio dell’istruzione - che risente ancora di una solo nel rivendicare uno spazio culturale ed esprime in modo efficace il paradosso struttura che dal Rinascimento si perpe- accanto alle altre discipline artistiche. La costitutivo su cui si regge l’insegnamento tua grosso modo uguale sino alla Riforma sfida è piuttosto far comprendere come e del cinema. Per rimuovere l’immediatezza Gentile e oltre - avesse guardato al cine- quanto lo studio del cinema abbia a che inagirabile dell’oggetto, la cultura cinema- ma in questo modo, forse avrebbe tentato fare con la rivoluzione cognitiva in corso, tografica si è spesso avventurata in torsio- con maggiore convincimento d’inserirlo di cui ci fornisce ancora una preziosa chia- ni interpretative ai limiti della compren- nel quadro della formazione tradizionale. ve di accesso. sibilità umana. Tanto che a chiunque sarò Così come oggi, infatti, sta tentando - nel capitato di sentir dire almeno una volta vuoto legislativo più totale e nella carenza cose come “è un libro di cinema, però si di mezzi più assoluta - di colmare il divario NOTE capisce”. Se al malcapitato studente di antropologico culturale e cognitivo tra il 1 Rick Altman,”Whiter Film Studies (in a Post- oggi, ad esempio, diamo da leggere il sag- mondo della rete e quello della scuola. Film Studies World”, in “Cinema Journal” 49, N. gio di Oudart sul concetto (ammesso che Invece, avendo noi per primi insistito 1, 2009, p. 133. lo sia) di “sutura cinematografica”1, la lin- sull’artisticità dei film per fare dello studio 2 Pubblicato inizialmente in “Cahiers du Ciné- gua in cui è scritto gli apparirà più distante del cinema l’equivalente della studio della ma”, n. 211-212, 1969. di quella di De Sanctis. E ciò non è dovuto storia dell’arte e della storia della lettera- SegnoSpeciale 26 SEGNOCINEMA nr 175