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LA VALUTAZIONE DI UNA BANCA
MASTER MGF
UNIVERSITÀ LA SAPIENZA 2004
DI ELIA MANCONI
L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA
BANCARIO ITALIANO
BREVE CENNO STORICO
 Fino alla fine degli anni „80 il sistema bancario italiano è stato caratterizzato da due vincoli fondamentali:
 i mercati del credito sono stati sottoposti ad una rigida regolamentazione volta ad assicurare la
stabilità più che l‟efficienza;
 l‟operatività delle singole banche è stata costretta entro categorie che hanno indotto specializzazioni
funzionali, settoriali e territoriali.
 Conseguenze:
 sistema bancario poco esposto alla concorrenza interna ed internazionale;
 sistema bancario poco concentrato;
 le banche italiane erano in grado di svolgere solo le funzioni creditizie più tradizionali (raccolta e
prestiti).
 All‟inizio degli anni „90 questa situazione si è modificata, a causa di una serie di modifiche istituzionali
(trasformazione di gran parte delle banche in S.p.A., recepimento di direttive U.E.) ed innovazioni legislative
(Testo Unico sull‟attività bancaria). Tutto ciò ha indotto potenziali elementi di competitività in mercati prima
segmentati e con forti barriere all‟entrata ampliando la gamma di attività che le banche italiane possono
svolgere.
UNA NUOVA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
 Col tempo le banche si sono adeguate alle sostanziali variazioni delle scelte dei risparmiatori che si sono
indirizzate verso il risparmio gestito. Le banche italiane hanno così incrementato significativamente il reddito da
commissioni.
 Anche il rapporto banca - impresa si sta evolvendo verso la fornitura di servizi aggiuntivi alla concessione di
credito. L‟assistenza alle imprese si esplica con servizi di informazione su mercati e normative, servizi nella
ricerca di impieghi più redditizi, servizi di pagamento e riscossione.
 L‟evoluzione delle attività svolte dalle banche sta comportando anche l‟evoluzione della struttura organizzativa
delle medesime. La tendenza attuale riscontrata nel sistema bancario italiano prevede la suddivisione
dell‟attività bancaria in tre rami specializzati in uno specifico segmento di mercato:
BANCA
CORPORATE
Banca di riferimento per imprese ed enti pubblici con un ruolo attivo nel sostegno delle
iniziative di crescita economica e di sviluppo dell’innovazione.
UNA NUOVA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
BANCA
PRIVATE
Servizi dedicati alla clientela privata di maggiore standing attraverso un’attività di
consulenza altamente qualificata.
BANCA
RETAIL
Presidio del mercato costituito dalle famiglie e dalle piccole attività economiche e
fornitura di servizi di base (transazionali e di supporto operativo) alle banche
Corporate e Private nelle aree ove queste non possiedono propri punti operativi diretti.
IL BILANCIO BANCARIO - LO STATO PATRIMONIALE
ATTIVO PASSIVO & NETTO
31/12/01 % attivo
CASSA E DISPONIBILITA' 13.916 0,6%
CREDITI VERSO ENTI CREDITIZI a) 311.445 13,7%
CREDITI VERSO CLIENTELA b) 1.040.757 45,9%
di cui: crediti con fondi di terzi in amministrazione 408 0,0%
di cui: crediti in sofferenza netti
TOTALE IMPIEGHI (a + b) 1.352.202 59,6%
TITOLI DEL TESORO E VALORI ASSIMILATI 107.700 4,7%
OBBLIGAZIONI E ALTRI TITOLI DI DEBITO 402.957 17,8%
di cui: emittenti pubblici 231.012 10,2%
di cui: di banche 63.504 2,8%
di cui: di enti finanziari 39.722 1,8%
di cui: altri emittenti 68.719 3,0%
AZIONI E ALTRI TITOLI DI CAPITALE 10.110 0,4%
TOTALE TITOLI 520.767 23,0%
PARTECIPAZIONI 260.686 11,5%
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 5.618 0,2%
di cui costi di impianto:
avviamento:
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 25.502 1,1%
ALTRE ATTIVITA' 70.360 3,1%
RATEI E RISCONTI ATTIVI 19.847 0,9%
TOTALE ATTIVO LORDO 2.268.898 100,0%
PASSIVO & NETTO
31/12/01 % passivo
DEBITI VERSO ENTI CREDITIZI 237.619 10,5%
RACCOLTA CLIENTELA 1.552.625 68,4%
- A vista 886.042 39,1%
- A termine o con preavviso 305.367 13,5%
- Obbligazioni 288.678 12,7%
- Certificati di deposito 72.538 3,2%
- Altra raccolta 0 0,0%
FONDI DI TERZI IN AMMINISTRAZIONE 541 0,0%
Totale RACCOLTA 1.790.785 78,9%
ALTRE PASSIVITA' 58.592 2,6%
RATEI E RISCONTI PASSIVI 12.323 0,5%
T.F.R. 14.437 0,6%
FONDI PER RISCHI ED ONERI 13.698 0,6%
FONDI RISCHI SU CREDITI 242 0,0%
PRESTITI SUBORDINATI 116.865 5,2%
Fondi rischi bancari generali 18.651 0,8%
Capitale 128.168 5,6%
Riserve 99.107 4,4%
Utile di bilancio 16.030 0,7%
PATRIMONIO NETTO 261.956 11,5%
TOTALE DEL PASSIVO 2.268.898 100,0%
IL BILANCIO BANCARIO - IL CONTO ECONOMICO
CONTO ECONOMICO
31/12/01 % m.d.s.
Interessi attivi e proventi assimilati 101.379 88,7%
Interessi passivi ed oneri assimilati (50.934) -44,5%
Dividendi e altri proventi 10.020 8,8%
MARGINE DI INTERESSE 60.465 52,9%
Commissioni attive 35.588 31,1%
Commissioni passive (3.981) -3,5%
Profitti da operazioni finanziarie 7.594 6,6%
Altri proventi netti di gestione 14.681 12,8%
Proventi netti da operazioni fin. e servizi 53.882 47,1%
MARGINE di INTERMEDIAZIONE 114.347 100,0%
Costo del personale (43.441) -38,0%
Altre spese amministrative (28.263) -24,7%
Rettifiche valore su immobilizz. (4.518) -4,0%
Oneri e spese di gestione (76.222) -66,7%
RISULTATO LORDO di GESTIONE 38.125 33,3%
Acc.ti netti per rischi ed oneri (1.803) -1,6%
Rettifiche di valore su crediti (7.466) -6,5%
Riprese di valore su crediti 156 0,1%
Acc.ti al fondo rischi su crediti (206) -0,2%
Rettifiche nette di valore su imm. finanziarie (3.990) -3,5%
Utile da partecipazioni valutate al Patrimonio Netto
UTILE ORDINARIO 24.816 21,7%
Proventi straordinari 2.622 2,3%
Oneri straordinari (1.886) -1,6%
UTILE ANTE IMPOSTE 25.552 22,3%
Imposte sul reddito (9.522) -8,3%
UTILE NETTO 16.030 14,0%
IL VALORE CREATO DALLA BANCA
RACCOLTA
DIRETTA
(DEPOSITI)
SPREAD TRA
TASSO
ATTIVO E
PASSIVO
MARGINE
D’INTERESSE
ASSET REDDITO CONTO ECONOMICO BANCA
RACCOLTA
INDIRETTA
(GESTIONI)
RICAVI DA
SERVIZI COMMISSIONI
MARGINE
D’INTERMEDIAZIONE
STRUTTURA DEL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Struttura del margine di intermediazione
margine di interesse dividendi e altri proventi ricavi da servizi
Il contributo dei ricavi da servizi (commissioni) è progressivamente aumentato nel periodo 1995 - 2001,
passando dal 29% del 1995 al 42,4% del 2001, mentre parallelamente si è ridotto il peso del margine di
interesse che è passato dal 70% del 1995 al 54% del 2001. Il margine di interesse corrisponde
essenzialmente allo spread positivo esistente tra il tasso sugli impieghi e il costo della raccolta (depositi).
Fonte: ABI
Struttura del margine di intermediazione
1 Interessi attivi
2 Interessi passivi
3 Dividendi e altri proventi
4 Margine di interesse (1-2+3)
5 Commissioni attive
6 Commissioni passive
7 Profitti (perdite) da operazioni finanziarie
8 Altri proventi di gestione
9 Altri oneri di gestione
10 Margine di intermediazione (4+5-6+7+8-9)
COMPOSIZIONE DEL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE PER AREE DI BUSINESS
 Il grafico seguente riporta la composizione del margine di intermediazione delle banche italiane per aree di
business nel periodo 2000 - 2002 (atteso).
47,9% 48,3% 47,8%
27,6%
29,7% 30,8%
24,4% 21,9% 21,4%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
Retail Corporate Altro*
Composizione margine di interm. per aree di business
2000 2001 2002
(*): area Private e gestione
finanziaria della banca.
Fonte: ABI
COMPOSIZIONE MARGINE AREA RETAIL
 Il grafico seguente rappresenta la composizione del margine di intermediazione dell‟area Retail.
Nell’area Retail, il peso prevalente è
ancora costituito dalla raccolta a
breve termine, ma decisamente
rilevante è anche il peso assunto
dagli impieghi alle famiglie.
30,50%
15,40%
8,10%
12,80%
24,50%
8,60%
31,70%
14,10%
7,70%
12,80%
24,90%
8,90%
30,10%
14,30%
8,00%
14,20%
24,80%
8,70%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
2000 2001 2002
Composizione margine area Retail
raccolta a breve termine raccolta a m/l termine titoli di terzi in amm.ne
gestioni patrimoniali Impieghi alle famiglie Servizi alle famiglie
COMPOSIZIONE MARGINE AREA CORPORATE
 Il grafico seguente rappresenta la composizione del margine di intermediazione dell‟area Corporate.
Nell’area Corporate, il peso
prevalente è costituito dagli impieghi
verso le imprese. Anche il contributo
dell’attività di corporate finance
risulta tuttavia essere significativo ed
in crescita.
4,70%
14,20%
35,70%
34,50%
10,80%
4,60%
13,30%
34,90%
34,90%
10,30%
4,30%
14,80%
32,90%
32,90%
10,50%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
2000 2001 2002
Composizione margine area Corporate
garanzie Corporate finance Imp. M/l term. Imprese
impieghi b. term. Imprese Gestione liquidità
STRUTTURA DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO (N. DI BANCHE, ‘80-’01)
Numero di banche nel 2001
839144
155
63
477
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
BCC (*) Filiali di banche
estere
Banche dei
Gruppi
Banche
indipendenti (**)
Totale
(*): Banche di credito cooperativo.
(**): di cui 79 banche nazionali indipendenti (escluse BCC) e 65 banche capogruppo
Fonte: ABI Fonte: ABI
Numero di banche nel 1980
1.069419
650
0
200
400
600
800
1.000
1.200
BCC (*) Altre Totale
IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO AL 31 DICEMBRE 2001
Fonte: ABI
Tipologie di banche al 31 dicembre 2001
83963
255
44
477
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
BCC Popolari Banche S.p.A. Filiali di banche
estere
Totale
IL POSIZIONAMENTO DELLE BANCHE ITALIANE NEL CONTESTO EUROPEO
Name Bs Tot Asset
1 DEUTSCHE BANK AG -REG 918.222
2 UBS AG-REGISTERED 858.187
3 BNP PARIBAS 825.296
4 HSBC HOLDINGS PLC 761.901
5 BAYERISCHE HYPO-UND VEREINSB 715.987
6 CREDIT SUISSE GROUP 695.753
7 ABN AMRO HOLDING NV 597.363
8 ROYAL BANK OF SCOTLAND GROUP 587.326
9 BARCLAYS PLC 568.003
10 SOCIETE GENERALE-A 512.499
11 COMMERZBANK AG 501.312
12 HBOS PLC 497.332
13 CREDIT AGRICOLE SA 495.067
14 FORTIS 482.970
15 LLOYDS TSB GROUP PLC 376.714
16 BANCO SANTANDER CENTRAL HISP 358.116
17 DEXIA 351.250
18 ABBEY NATIONAL PLC 342.262
19 INTESABCI SPA 314.891
20 BANCO BILBAO VIZCAYA ARGENTA 309.170
21 KBC BANKVERZEKERINGSHOLDING 228.077
22 UNICREDITO ITALIANO SPA 208.388
23 DANSKE BANK A/S 207.038
24 CREDIT LYONNAIS SA 202.365
25 BANKGESELLSCHAFT BERLIN AG 187.729
26 DEPFA DEUTSCHE PFANDBRIEFBAN 180.899
27 SANPAOLO IMI SPA 170.178
28 CREDIT INDUSTRIEL ET COMM 148.823
29 CAPITALIA SPA 133.080
30 SVENSKA HANDELSBANKEN-A SHS 129.495
PRIME 30 BANCHE EUROPEE PER TOTAL ASSETS (Euro mln) PRIME 30 BANCHE EUROPEE PER MARKET CAP (Euro mln)
Name Cur Mkt Cap
1 HSBC HOLDINGS PLC 98.381
2 ROYAL BANK OF SCOTLAND GROUP 58.955
3 UBS AG-REGISTERED 46.162
4 LLOYDS TSB GROUP PLC 44.316
5 BARCLAYS PLC 40.957
6 HBOS PLC 36.363
7 BNP PARIBAS 27.303
8 DEUTSCHE BANK AG -REG 26.399
9 BANCO BILBAO VIZCAYA ARGENTA 24.992
10 BANCO SANTANDER CENTRAL HISP 24.986
11 UNICREDITO ITALIANO SPA 20.706
12 FORTIS 19.236
13 ABN AMRO HOLDING NV 18.143
14 SOCIETE GENERALE-A 18.051
15 CREDIT SUISSE GROUP 17.753
16 CREDIT AGRICOLE SA 15.516
17 ABBEY NATIONAL PLC 11.945
18 STANDARD CHARTERED PLC 11.682
19 DANSKE BANK A/S 11.334
20 NORDEA AB 11.091
21 CREDIT LYONNAIS SA 10.756
22 SANPAOLO IMI SPA 10.674
23 DEXIA 10.618
24 INTESABCI SPA 10.380
25 KBC BANKVERZEKERINGSHOLDING 9.805
26 SVENSKA HANDELSBANKEN-A SHS 8.984
27 BANCO POPULAR ESPANOL 8.085
28 BAYERISCHE HYPO-UND VEREINSB 6.789
29 BANCO ESP CREDITO (BANESTO) 6.537
30 ALLIANCE & LEICESTER PLC 6.108
MULTIPLI P/E E P/BV DELLE BANCHE QUOTATE ITALIANE
Name Pe Ratio Px To Book Ratio
INTESABCI SPA 10,71 0,78
UNICREDITO ITALIANO SPA 11,26 1,74
SANPAOLO IMI SPA 7,42 1,03
CAPITALIA SPA 10,45 0,22
BANCA MONTE DEI PASCHI SIENA 8,48 1,00
BANCA NAZIONALE LAVORO-ORD 46,25 0,60
BANCO POPOLARE DI VERONA E N 11,42 1,36
BANCA ANTONVENETA SPA 9,70 1,29
BANCA POPOLARE DI BERGAMO 13,29 1,27
BANCA POPOLARE DI LODI 33,15 0,66
BANCA POPOL EMILIA ROMAGNA 19,38 1,57
BANCA POPOLARE DI MILANO 32,65 0,56
BANCA LOMBARDA SPA 24,10 2,26
FINECO SPA N.A. 0,57
BANCA POPOLARE COMM E INDUST 22,86 0,50
CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZ 12,01 1,24
CREDITO EMILIANO SPA 10,41 1,39
BANCA TOSCANA 10,68 1,08
BANCA CARIGE SPA 26,28 1,55
BANCO DI SARDEGNA-RNC 8,45 0,43
BANCA AGRICOLA MANTOVANA 16,20 1,37
CREDITO BERGAMASCO 11,20 1,27
PICCOLO CREDITO VALTELLINESE 19,60 1,10
BANCA POPOLARE DI SONDRIO 25,45 1,78
BANCA POPOLARE DELL'ETRURIA 16,19 0,93
CREDITO ARTIGIANO 75,08 1,50
BANCA POPOLARE DI INTRA 50,15 1,62
BANCO DESIO E DELLA BRIANZA 19,13 1,39
BANCA POPOLARE DELL'ADRIATIC 14,45 0,93
BANCO DI CHIAVARI & RIVIERA 15,69 1,31
BANCA POPOLARE LUINO VARESE 15,62 1,09
BANCA POPOLARE DI CREMONA 46,96 1,97
BANCA DI CREDITO POPOLARE 27,93 2,31
BANCA POPOLARE DI SPOLETO 10,38 0,90
BANCA PROFILO SPA 50,15 1,31
MEDIA 21,86 1,20
ITALIA E EUROPA A CONFRONTO
Early
Early
Late
Late
Technology
Regulation
FRANCIA
OLANDA
ITALIA SVEZIA
UK
PARTICOLARITÀ DELLE BANCHE
E RIFLESSI SULLA VALUTAZIONE
CARATTERISTICHE DELLE BANCHE RILEVANTI ANCHE A FINI VALUTATIVI
 La caratteristica distintiva delle banche rispetto alle altre imprese è principalmente rappresentata dalla natura
del debito.
 Gran parte del debito delle banche è costituito dalla raccolta che può essere visto come una sorta di materia
prima necessaria per lo svolgimento del business. Damodaran dice che il debito:banche = acciaio:General
Motors.
 Le banche inoltre, data la funzione essenziale da esse svolta nello sviluppo dei sistemi economici e la
necessità di tutela dei risparmiatori, sono soggette a regolamentazione,. La regolamentazione delle banche si
presenta sotto tre forme:
 il mantenimento di livelli minimi di patrimonializzazione in modo da garantire che le stesse non si
espandano oltre le loro possibilità, mettendo così a rischio il denaro dei risparmiatori;
 la preventiva autorizzazione della Banca d‟Italia per l‟acquisizione di una partecipazione nel capitale di
una banca superiore al 5%;
 Il controllo da parte delle Autorità di Vigilanza sull‟ingresso di nuovi operatori. Tale controllo, un tempo
discrezionale, oggi avviene con riferimento a parametri oggettivi.
I FLUSSI DI CASSA
 Le difficoltà connesse all‟identificazione della struttura finanziaria della banca limita notevolmente la
significatività dei flussi di cassa operativi scontati al WACC.
 Si può procedere a valutare l‟equity direttamente, scontando i FCF to equity al Ke.
 Data la presenza di vincoli di vigilanza, la soluzione che si adotta generalmente consiste nello scontare i
dividendi (Dividend Discount Model o DDM)
 Nei DDM il valore di un‟azione è il valore attuale del flusso di dividendi attesi. La formula utilizzata è la
seguente:
Valore dell‟azione:
Nel caso in cui si assuma la crescita attesa del flusso di dividendi costante per sempre, si ritorna al Gordon
Growth Model.
Valore dell‟azione:
 Il Beta di una banca. Dato che parlare di struttura finanziaria per le banche ha poco senso, la distinzione tra
beta levered e unlevered ha un significato limitato. Nella valutazione si può pertanto prendere il beta rilevato
da Bloomberg senza apportarvi rettifiche.


 1 )1(t
t
r
DPSt
)(
1
gK
DPS
e 
I MULTIPLI
 I multipli comunemente utilizzati nella valutazione delle banche sono:
 P/E: Ebit ed Ebitda sono misure che, per le banche, non hanno significato;
 P/BV: il book value delle banche è più rappresentativo, rispetto alle altre industrie, del valore degli asset.
 Come vedremo in seguito gli earnings e il book value devono essere opportunamente rettificati.
 Il multiplo P/E può essere condizionato dalla politica di accantonamento al fondo svalutazione crediti adottata
dalla banca.
 Se una banca è prudente e accantona in misura eccessiva, il P/E risulterà depresso;
 Se una banca accantona in misura inferiore a quanto necessario, il P/E risulterà sovrastimato.
 E‟ opportuno pertanto procedere a calcolare una perdita su crediti normalizzata e applicare il multiplo
P/E del campione ad un utile netto normalizzato della banca da valutare.
I METODI DI VALUTAZIONE DELLE
BANCHE: IL DDM NELLA VERSIONE
EXCESS CAPITAL
PERCHÉ IL DDM CON EXCESS CAPITAL?
 La banca, nella sua attività deve rispettare dei requisiti patrimoniali. La parte di utili netti che non viene
distribuita sotto forma di dividendi accresce l‟equity della banca consentendole di ampliare la propria attività.
Esempio:
requisito patrimoniale: Euro 5 per ogni Euro 100 di prestiti
Utile netto: Euro 15 milioni
Dividendo: Euro 5 milioni
Ulteriori prestiti che la banca potrà concedere: Euro 10 x 20 = Euro 200 milioni
 Se l‟utile non distribuito non viene impiegato nel business, rappresenta solamente un costo a carico degli
azionisti.
 Il DDM, nella versione excess capital, si fonda sul principio che la soluzione più razionale sia la distribuzione di
tale capitale in eccesso rispetto ai requisiti patrimoniali.
PRINCIPI BASE DELLA REGOLAMENTAZIONE
 Nel luglio del 1988 il Comitato di Basilea ha proposto l‟adozione di un sistema di requisiti patrimoniali uniformi
per le banche attive a livello internazionale (il cosiddetto “Accordo di Basilea”) che è stato ratificato da 140
paesi.
 Nel 2005 entreranno in vigore le modifiche all‟accordo di Basilea. In particolare cambieranno le definizioni del
rischio con l‟introduzione del Value at Risk e del concetto di rischio operativo
 Il Comitato di Basilea ha strutturato i requisiti di capitale per le istituzioni bancarie attraverso la definizione di
tre elementi:
 il patrimonio di vigilanza;
 il rischio (tramite la definizione delle attività di rischio ponderate);
 il rapporto minimo tra patrimonio e rischio.
PATRIMONIO DI VIGILANZA
 Il patrimonio di vigilanza risulta come somma algebrica di: Tier 1 (patrimonio di base), Tier 2 (patrimonio
supplementare) e le deduzioni patrimoniali.
 Tier 1 (patrimonio di base):
 elementi positivi: capitale sociale; sovrapprezzi di emissione; riserve; fondo per rischi bancari
generali; strumenti innovativi di capitale.
 elementi negativi: capitale sottoscritto non versato; azioni o quote proprie; avviamento; altre
immobilizzazioni immateriali; perdita d‟esercizio.
 Tier II (patrimonio supplementare):
 elementi positivi: riserve di rivalutazione; strumenti ibridi (passività irredimibili); passività
subordinate (non possono essere superiori nel loro complesso al 50% del Tier I); plusvalenze nette
su partecipazioni; fondi rischi.
 elementi negativi: minusvalenze nette su titoli, partecipazioni, crediti e altri.
 Deduzioni patrimoniali: dalla somma di Tier I e Tier II occorre dedurre le partecipazioni possedute in
banche e/o enti finanziari.
IL RISCHIO E I COEFFICIENTI PATRIMONIALI
 Il rischio cui è esposta una banca viene quantificato come sommatoria delle attività della banca ponderate per
un coefficiente di rischio ( Risk Weighted Assets o RWA);
PONDERAZIONI DI RISCHIOATTIVITA' IN BILANCIO
0%
Cassa e valori assimilati; attività di
rischio verso i governi centrali dei
paesi OCSE; titoli di Stato emessi da
governi dei Paesi OCSE
20%
Attività di rischio verso enti del
settore pubblico (centrali e locali),
banche, banche multilaterali di
sviluppo e imprese di investimento
50%
Mutui integralmente assistiti da
garanzia ipotecaria su immobili
residenziali che sono o saranno
occupati dal mutuatario; operazioni
di leasing immobiliare
100%
Crediti verso imprese private;
partecipazioni in imprese private;
crediti verso banche e Paesi non
OCSE
Il requisito minimo di patrimonializzazione richiesto (patrimonio di vigilanza/RWA) è fissato pari al 7% per
le banche appartenenti a gruppi bancari e pari all’ 8% a livello consolidato e per tutte le altre banche.
COME SI APPLICA IL DDM
 Nel business plan della banca da valutare viene di solito ipotizzata una crescita degli impieghi alla quale
corrisponde una crescita dell‟utile.
 Sulla base degli impieghi ponderati per il rischio si calcola anno per anno il requisito patrimoniale (ad esempio
6% degli RWA).
 Se il patrimonio di vigilanza, che anno per anno viene incrementato (decrementato) dell‟utile (perdita), è in
eccesso si ipotizza la distribuzione agli azionisti (dividendo); se il patrimonio di vigilanza è in difetto rispetto al
requisito patrimoniale si ipotizza il reintegro da parte degli azionisti (flusso di cassa negativo per l‟azionista).
 Occorre poi rettificare gli utili del piano come segue: se il patrimonio viene distribuito gli utili sono diminuiti della
componente di interessi figurativi sul patrimonio (Euribor a 6 mesi); in caso di difetto di capitale gli utili sono
aumentati di tale componente figurativa.
 Il terminal value viene determinato applicando il Gordon Growth Model.
I METODI DI VALUTAZIONE DELLE
BANCHE: I MULTIPLI DI MERCATO -
L’ANALISI DI REGRESSIONE
ANALISI DI REGRESSIONE - PREMESSA TEORICA
 Le determinanti del multiplo P/BV sono le seguenti:
 In genere esiste una stretta correlazione tra il rapporto P/BV e ROE: le banche con un ROE più elevato hanno
anche un P/BV maggiore. Di seguito si riportano ROE e BV per le prime 10 banche italiane quotate per total
assets.
gK
gxndpayoutROExdivide
BVP
e 


)1()(
/
La retta di regressione ha equazione y = 6,70x +
0,35.
Il coefficiente R2 è pari al 74% e la t di student per il
coefficiente angolare è pari a 4,76 che, risultando
superiore al valore limite di 1,66 indica che la
relazione tra le due variabili ROE e P/BV è
statisticamente significativa.
Name ROE P/BV
INTESABCI SPA 7,10% 0,78
UNICREDITO ITALIANO SPA 16,11% 1,74
SANPAOLO IMI SPA 16,49% 1,03
CAPITALIA SPA 1,83% 0,22
BANCA MONTE DEI PASCHI SIENA 11,91% 1,00
BANCA NAZIONALE LAVORO-ORD 0,91% 0,6
BANCO POPOLARE DI VERONA E N 13,28% 1,36
BANCA ANTONVENETA SPA 13,80% 1,29
BANCA POPOLARE DI BERGAMO 10,55% 1,27
BANCA POPOLARE DI LODI 4,94% 0,66
ANALISI DI REGRESSIONE - STEP DA SEGUIRE
 L‟analisi di regressione si articola nei seguenti step:
 individuazione di un campione di banche ritenute comparabili;
 calcolo del multiplo P/PN per ogni banca inclusa nel campione;
 calcolo del ROE (attuale o prospettico mediante le stime IBES) delle società del campione;
 individuazione della retta di regressione interpolante i dati P/PN e ROE per le banche incluse nel campione;
il coefficiente R2 misura la bontà della retta di regressione individuata. Tanto più il coefficiente è prossimo
all‟unità tanto più la retta interpolante individuata è in grado di spiegare la relazione esistente tra le due
variabili; la t di student della distribuzione è un indicatore che permette di valutare se la relazione tra due
variabili è statisticamente significativa (approssimativamente se il valore è superiore ad 1,66 la relazione tra
le due variabili è statisticamente significativa).
 Individuazione del ROE target della banca oggetto di valutazione;
 Determinazione del rapporto P/PN implicito della banca tramite inserimento del ROE target nella formula
della retta di regressione;
 Applicazione al patrimonio netto della banca del multiplo P/PN appena individuato determinando così il
valore della banca.
IL MULTIPLO P/BV
 Il P/BV da applicare alla banca può essere calcolato :
 considerando il book value della banca al momento della valutazione;
 considerando un patrimonio netto minimo, facendo un‟ipotesi di Tier 1 ratio target. In questo caso
occorre ricalcolare l‟utile netto della banca considerando il reddito figurativo prodotto dall‟excess capital
eventualmente determinato e rettificare anche i multipli del campione (BV e Utile netto) applicando alle
banche comparabili il medesimo requisito patrimoniale stabilito.
 L‟applicazione dei multipli P/BV al Tier 1 ratio target permette inoltre di escludere dalla valutazione gli
avviamenti e le differenze di consolidamento (dato che il Tier 1 è calcolato al netto degli attivi
immateriali).
 Il vantaggio di questo secondo approccio consiste nel fatto che in tale maniera determiniamo il valore che
il mercato assegna al solo capitale necessario a fini di vigilanza per lo svolgimento dell‟attività
caratteristica della banca.
 L‟eccedenza (deficit) patrimoniale viene risommata (sottratto) ex-post ai risultati ottenuti mediante
l‟applicazione dei multipli rettificati.
ESEMPIO 1 - LE DIFFERENZE DI CONSOLIDAMENTO
Multiplo P/PN: 2x
Valore A + B: 300
Ipotesi: A acquista il 100% di B per un valore di 100.
Quanto vale C? Se applicassimo il multiplo (2x) al book value, otterremmo 200 x 2 = 400.
Il valore corretto di C si ottiene applicando il multiplo 2x al book value consolidato al netto delle differenze di
consolidamento: (200 - 50) x 2 = 300.
impieghi 200 100 raccolta impieghi 200 150 raccolta
100 capitale 50 capitale
A B
400 250
Diff. Cons 50 200
C
ESEMPIO 2 - LA VALUTAZIONE CON MULTIPLI SUL TIER 1 TARGET
Multiplo PN banca 2
Tier I target 50%
200 100 200 150
100 50
Tier 1 target: 100 Tier 1 target 100
Tier 1 banca 100 Tier 1 banca 50
Excess 0 Excess -50
(tier I target * multiplo) + excess Valore A 200 Valore B 150
Multiplo implicito 2 Multipli implicito 3
Se A vale 2 volte il patrimonio, B deve valere più di 2 volte il patrimonio visto che riesce a fare gli
stessi impieghi con meno capitale (salvo poi dover reintegrare per osservare le norme di vigilanza)
A vale di più, ma B crea più valore per l'azionista.
Valore A+B 350
A B
ESEMPIO 2 - LA VALUTAZIONE CON MULTIPLI SUL TIER 1 TARGET (CONSOLIDATO)
Multiplo PN banca 2
Tier I target 50%
Supponiamo che A acquisti il 100% di B
400 250
Diff consolidamento 100 250
Tier 1 target 200
(patrimonio-diff. Cons.) Tier 1 banca 150
(tier I target * multiplo) + excess Excess -50
Valore C 350
Valore C 350
C
I METODI DI VALUTAZIONE DELLE
BANCHE: I METODI TRADIZIONALI
I METODI TRADIZIONALI: IL METODO MISTO
 Il valore della banca con il metodo misto (metodo patrimoniale complesso con verifica reddituale) è simile a
quello applicato alle aziende industriali. Il valore della banca è dato dalla somma di:
 patrimonio netto rettificato della banca. Rispetto alle aziende industriali rileva la valorizzazione della
raccolta quale elemento intangibile; inoltre vengono sommate le plusvalenze nette su immobili (molto
frequenti nelle banche) e titoli.
 verifica reddituale. La verifica reddituale avviene confrontando il reddito richiesto (PNR * Ke) con il reddito
della banca sostenibile nel lungo termine.
I COEFFICIENTI DELLA RACCOLTA DESUNTI DA OPERAZIONI DI M & A
 I coefficienti di valorizzazione della raccolta ricavati da alcune operazioni di fusione e acquisizione realizzate nel
nostro sistema bancario nel periodo 1987 - 1992 sono i seguenti (Fonte: Prometeia giugno 2000):
 Raccolta diretta:
 C/C + depositi a risparmio: 6% - 10,75 (noi utilizziamo 7-8%)%;
Certificati di deposito + obbligazioni: 4% - 10,75% (4-5%);
 PCT: 0,5% - 2,5% (noi utilizziamo 0-1%).
 Raccolta indiretta:
 Raccolta amministrata: 0,5% - 4,5% (1%);
 Raccolta gestita: 0,5% - 4,5% (3%).
I COEFFICIENTI DELLA RACCOLTA DESUNTI DAL MERCATO
 Calcolando il multiplo (P-BV)/(Raccolta diretta) delle banche quotate è possibile desumere il valore implicito che
il mercato assegna alla raccolta diretta.
Banca (P-BV)/Raccolta
INTESABCI SPA -1,64%
UNICREDITO ITALIANO SPA 6,01%
SANPAOLO IMI SPA -0,37%
CAPITALIA SPA -10,08%
BANCA MONTE DEI PASCHI SIENA 0,04%
BANCA NAZIONALE LAVORO-ORD -2,85%
BANCO POPOLARE DI VERONA E N 2,33%
BANCA ANTONVENETA SPA 2,18%
BANCA POPOLARE DI BERGAMO 1,77%
BANCA POPOLARE DI LODI -2,64%
BANCA POPOL EMILIA ROMAGNA 3,65%
BANCA POPOLARE DI MILANO -6,14%
BANCA LOMBARDA SPA 8,28%
FINECO SPA -6,87%
BANCA POPOLARE COMM E INDUST -13,94%
CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZ 1,38%
CREDITO EMILIANO SPA 2,75%
BANCA TOSCANA 0,51%
BANCA CARIGE SPA 6,01%
BANCO DI SARDEGNA-RNC -0,78%
BANCA AGRICOLA MANTOVANA 3,59%
CREDITO BERGAMASCO 3,19%
PICCOLO CREDITO VALTELLINESE 0,57%
BANCA POPOLARE DI SONDRIO 8,83%
BANCA POPOLARE DELL'ETRURIA -0,39%
CREDITO ARTIGIANO 5,97%
BANCA POPOLARE DI INTRA 4,46%
BANCO DESIO E DELLA BRIANZA 2,37%
BANCA POPOLARE DELL'ADRIATIC -0,96%
BANCO DI CHIAVARI & RIVIERA 3,54%
BANCA POPOLARE LUINO VARESE 0,65%
BANCA POPOLARE DI CREMONA 16,68%
BANCA DI CREDITO POPOLARE 12,26%
BANCA POPOLARE DI SPOLETO -0,83%
BANCA PROFILO SPA 4,96%
Media solo valori positivi 4,43%
L’APPLICAZIONE DEL METODO MISTO
 Normalmente applichiamo il metodo misto rettificando per l‟excess capital.
 Al patrimonio contabile, rettificato per gli avviamenti o i disavanzi di consolidamento, sottraiamo (aggiungiamo)
l‟excess (deficit) patrimoniale.
 A tale capitale sommiamo poi le plusvalenze su immobili e titoli e la valorizzazione della raccolta.
 Otteniamo quindi il patrimonio netto rettificato a cui applicare la verifica reddituale.
 Al valore così determinato aggiungiamo (sottraiamo) l‟excess (deficit) patrimoniale.
 Se la banca ha partecipazioni in business diversi da quello bancario tradizionale le valutiamo a parte.

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  • 1. LA VALUTAZIONE DI UNA BANCA MASTER MGF UNIVERSITÀ LA SAPIENZA 2004 DI ELIA MANCONI
  • 3. BREVE CENNO STORICO  Fino alla fine degli anni „80 il sistema bancario italiano è stato caratterizzato da due vincoli fondamentali:  i mercati del credito sono stati sottoposti ad una rigida regolamentazione volta ad assicurare la stabilità più che l‟efficienza;  l‟operatività delle singole banche è stata costretta entro categorie che hanno indotto specializzazioni funzionali, settoriali e territoriali.  Conseguenze:  sistema bancario poco esposto alla concorrenza interna ed internazionale;  sistema bancario poco concentrato;  le banche italiane erano in grado di svolgere solo le funzioni creditizie più tradizionali (raccolta e prestiti).  All‟inizio degli anni „90 questa situazione si è modificata, a causa di una serie di modifiche istituzionali (trasformazione di gran parte delle banche in S.p.A., recepimento di direttive U.E.) ed innovazioni legislative (Testo Unico sull‟attività bancaria). Tutto ciò ha indotto potenziali elementi di competitività in mercati prima segmentati e con forti barriere all‟entrata ampliando la gamma di attività che le banche italiane possono svolgere.
  • 4. UNA NUOVA STRUTTURA ORGANIZZATIVA  Col tempo le banche si sono adeguate alle sostanziali variazioni delle scelte dei risparmiatori che si sono indirizzate verso il risparmio gestito. Le banche italiane hanno così incrementato significativamente il reddito da commissioni.  Anche il rapporto banca - impresa si sta evolvendo verso la fornitura di servizi aggiuntivi alla concessione di credito. L‟assistenza alle imprese si esplica con servizi di informazione su mercati e normative, servizi nella ricerca di impieghi più redditizi, servizi di pagamento e riscossione.  L‟evoluzione delle attività svolte dalle banche sta comportando anche l‟evoluzione della struttura organizzativa delle medesime. La tendenza attuale riscontrata nel sistema bancario italiano prevede la suddivisione dell‟attività bancaria in tre rami specializzati in uno specifico segmento di mercato: BANCA CORPORATE Banca di riferimento per imprese ed enti pubblici con un ruolo attivo nel sostegno delle iniziative di crescita economica e di sviluppo dell’innovazione.
  • 5. UNA NUOVA STRUTTURA ORGANIZZATIVA BANCA PRIVATE Servizi dedicati alla clientela privata di maggiore standing attraverso un’attività di consulenza altamente qualificata. BANCA RETAIL Presidio del mercato costituito dalle famiglie e dalle piccole attività economiche e fornitura di servizi di base (transazionali e di supporto operativo) alle banche Corporate e Private nelle aree ove queste non possiedono propri punti operativi diretti.
  • 6. IL BILANCIO BANCARIO - LO STATO PATRIMONIALE ATTIVO PASSIVO & NETTO 31/12/01 % attivo CASSA E DISPONIBILITA' 13.916 0,6% CREDITI VERSO ENTI CREDITIZI a) 311.445 13,7% CREDITI VERSO CLIENTELA b) 1.040.757 45,9% di cui: crediti con fondi di terzi in amministrazione 408 0,0% di cui: crediti in sofferenza netti TOTALE IMPIEGHI (a + b) 1.352.202 59,6% TITOLI DEL TESORO E VALORI ASSIMILATI 107.700 4,7% OBBLIGAZIONI E ALTRI TITOLI DI DEBITO 402.957 17,8% di cui: emittenti pubblici 231.012 10,2% di cui: di banche 63.504 2,8% di cui: di enti finanziari 39.722 1,8% di cui: altri emittenti 68.719 3,0% AZIONI E ALTRI TITOLI DI CAPITALE 10.110 0,4% TOTALE TITOLI 520.767 23,0% PARTECIPAZIONI 260.686 11,5% IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 5.618 0,2% di cui costi di impianto: avviamento: IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 25.502 1,1% ALTRE ATTIVITA' 70.360 3,1% RATEI E RISCONTI ATTIVI 19.847 0,9% TOTALE ATTIVO LORDO 2.268.898 100,0% PASSIVO & NETTO 31/12/01 % passivo DEBITI VERSO ENTI CREDITIZI 237.619 10,5% RACCOLTA CLIENTELA 1.552.625 68,4% - A vista 886.042 39,1% - A termine o con preavviso 305.367 13,5% - Obbligazioni 288.678 12,7% - Certificati di deposito 72.538 3,2% - Altra raccolta 0 0,0% FONDI DI TERZI IN AMMINISTRAZIONE 541 0,0% Totale RACCOLTA 1.790.785 78,9% ALTRE PASSIVITA' 58.592 2,6% RATEI E RISCONTI PASSIVI 12.323 0,5% T.F.R. 14.437 0,6% FONDI PER RISCHI ED ONERI 13.698 0,6% FONDI RISCHI SU CREDITI 242 0,0% PRESTITI SUBORDINATI 116.865 5,2% Fondi rischi bancari generali 18.651 0,8% Capitale 128.168 5,6% Riserve 99.107 4,4% Utile di bilancio 16.030 0,7% PATRIMONIO NETTO 261.956 11,5% TOTALE DEL PASSIVO 2.268.898 100,0%
  • 7. IL BILANCIO BANCARIO - IL CONTO ECONOMICO CONTO ECONOMICO 31/12/01 % m.d.s. Interessi attivi e proventi assimilati 101.379 88,7% Interessi passivi ed oneri assimilati (50.934) -44,5% Dividendi e altri proventi 10.020 8,8% MARGINE DI INTERESSE 60.465 52,9% Commissioni attive 35.588 31,1% Commissioni passive (3.981) -3,5% Profitti da operazioni finanziarie 7.594 6,6% Altri proventi netti di gestione 14.681 12,8% Proventi netti da operazioni fin. e servizi 53.882 47,1% MARGINE di INTERMEDIAZIONE 114.347 100,0% Costo del personale (43.441) -38,0% Altre spese amministrative (28.263) -24,7% Rettifiche valore su immobilizz. (4.518) -4,0% Oneri e spese di gestione (76.222) -66,7% RISULTATO LORDO di GESTIONE 38.125 33,3% Acc.ti netti per rischi ed oneri (1.803) -1,6% Rettifiche di valore su crediti (7.466) -6,5% Riprese di valore su crediti 156 0,1% Acc.ti al fondo rischi su crediti (206) -0,2% Rettifiche nette di valore su imm. finanziarie (3.990) -3,5% Utile da partecipazioni valutate al Patrimonio Netto UTILE ORDINARIO 24.816 21,7% Proventi straordinari 2.622 2,3% Oneri straordinari (1.886) -1,6% UTILE ANTE IMPOSTE 25.552 22,3% Imposte sul reddito (9.522) -8,3% UTILE NETTO 16.030 14,0%
  • 8. IL VALORE CREATO DALLA BANCA RACCOLTA DIRETTA (DEPOSITI) SPREAD TRA TASSO ATTIVO E PASSIVO MARGINE D’INTERESSE ASSET REDDITO CONTO ECONOMICO BANCA RACCOLTA INDIRETTA (GESTIONI) RICAVI DA SERVIZI COMMISSIONI MARGINE D’INTERMEDIAZIONE
  • 9. STRUTTURA DEL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE 0% 20% 40% 60% 80% 100% 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Struttura del margine di intermediazione margine di interesse dividendi e altri proventi ricavi da servizi Il contributo dei ricavi da servizi (commissioni) è progressivamente aumentato nel periodo 1995 - 2001, passando dal 29% del 1995 al 42,4% del 2001, mentre parallelamente si è ridotto il peso del margine di interesse che è passato dal 70% del 1995 al 54% del 2001. Il margine di interesse corrisponde essenzialmente allo spread positivo esistente tra il tasso sugli impieghi e il costo della raccolta (depositi). Fonte: ABI Struttura del margine di intermediazione 1 Interessi attivi 2 Interessi passivi 3 Dividendi e altri proventi 4 Margine di interesse (1-2+3) 5 Commissioni attive 6 Commissioni passive 7 Profitti (perdite) da operazioni finanziarie 8 Altri proventi di gestione 9 Altri oneri di gestione 10 Margine di intermediazione (4+5-6+7+8-9)
  • 10. COMPOSIZIONE DEL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE PER AREE DI BUSINESS  Il grafico seguente riporta la composizione del margine di intermediazione delle banche italiane per aree di business nel periodo 2000 - 2002 (atteso). 47,9% 48,3% 47,8% 27,6% 29,7% 30,8% 24,4% 21,9% 21,4% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% Retail Corporate Altro* Composizione margine di interm. per aree di business 2000 2001 2002 (*): area Private e gestione finanziaria della banca. Fonte: ABI
  • 11. COMPOSIZIONE MARGINE AREA RETAIL  Il grafico seguente rappresenta la composizione del margine di intermediazione dell‟area Retail. Nell’area Retail, il peso prevalente è ancora costituito dalla raccolta a breve termine, ma decisamente rilevante è anche il peso assunto dagli impieghi alle famiglie. 30,50% 15,40% 8,10% 12,80% 24,50% 8,60% 31,70% 14,10% 7,70% 12,80% 24,90% 8,90% 30,10% 14,30% 8,00% 14,20% 24,80% 8,70% 0% 20% 40% 60% 80% 100% 2000 2001 2002 Composizione margine area Retail raccolta a breve termine raccolta a m/l termine titoli di terzi in amm.ne gestioni patrimoniali Impieghi alle famiglie Servizi alle famiglie
  • 12. COMPOSIZIONE MARGINE AREA CORPORATE  Il grafico seguente rappresenta la composizione del margine di intermediazione dell‟area Corporate. Nell’area Corporate, il peso prevalente è costituito dagli impieghi verso le imprese. Anche il contributo dell’attività di corporate finance risulta tuttavia essere significativo ed in crescita. 4,70% 14,20% 35,70% 34,50% 10,80% 4,60% 13,30% 34,90% 34,90% 10,30% 4,30% 14,80% 32,90% 32,90% 10,50% 0% 20% 40% 60% 80% 100% 2000 2001 2002 Composizione margine area Corporate garanzie Corporate finance Imp. M/l term. Imprese impieghi b. term. Imprese Gestione liquidità
  • 13. STRUTTURA DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO (N. DI BANCHE, ‘80-’01) Numero di banche nel 2001 839144 155 63 477 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 BCC (*) Filiali di banche estere Banche dei Gruppi Banche indipendenti (**) Totale (*): Banche di credito cooperativo. (**): di cui 79 banche nazionali indipendenti (escluse BCC) e 65 banche capogruppo Fonte: ABI Fonte: ABI Numero di banche nel 1980 1.069419 650 0 200 400 600 800 1.000 1.200 BCC (*) Altre Totale
  • 14. IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO AL 31 DICEMBRE 2001 Fonte: ABI Tipologie di banche al 31 dicembre 2001 83963 255 44 477 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 BCC Popolari Banche S.p.A. Filiali di banche estere Totale
  • 15. IL POSIZIONAMENTO DELLE BANCHE ITALIANE NEL CONTESTO EUROPEO Name Bs Tot Asset 1 DEUTSCHE BANK AG -REG 918.222 2 UBS AG-REGISTERED 858.187 3 BNP PARIBAS 825.296 4 HSBC HOLDINGS PLC 761.901 5 BAYERISCHE HYPO-UND VEREINSB 715.987 6 CREDIT SUISSE GROUP 695.753 7 ABN AMRO HOLDING NV 597.363 8 ROYAL BANK OF SCOTLAND GROUP 587.326 9 BARCLAYS PLC 568.003 10 SOCIETE GENERALE-A 512.499 11 COMMERZBANK AG 501.312 12 HBOS PLC 497.332 13 CREDIT AGRICOLE SA 495.067 14 FORTIS 482.970 15 LLOYDS TSB GROUP PLC 376.714 16 BANCO SANTANDER CENTRAL HISP 358.116 17 DEXIA 351.250 18 ABBEY NATIONAL PLC 342.262 19 INTESABCI SPA 314.891 20 BANCO BILBAO VIZCAYA ARGENTA 309.170 21 KBC BANKVERZEKERINGSHOLDING 228.077 22 UNICREDITO ITALIANO SPA 208.388 23 DANSKE BANK A/S 207.038 24 CREDIT LYONNAIS SA 202.365 25 BANKGESELLSCHAFT BERLIN AG 187.729 26 DEPFA DEUTSCHE PFANDBRIEFBAN 180.899 27 SANPAOLO IMI SPA 170.178 28 CREDIT INDUSTRIEL ET COMM 148.823 29 CAPITALIA SPA 133.080 30 SVENSKA HANDELSBANKEN-A SHS 129.495 PRIME 30 BANCHE EUROPEE PER TOTAL ASSETS (Euro mln) PRIME 30 BANCHE EUROPEE PER MARKET CAP (Euro mln) Name Cur Mkt Cap 1 HSBC HOLDINGS PLC 98.381 2 ROYAL BANK OF SCOTLAND GROUP 58.955 3 UBS AG-REGISTERED 46.162 4 LLOYDS TSB GROUP PLC 44.316 5 BARCLAYS PLC 40.957 6 HBOS PLC 36.363 7 BNP PARIBAS 27.303 8 DEUTSCHE BANK AG -REG 26.399 9 BANCO BILBAO VIZCAYA ARGENTA 24.992 10 BANCO SANTANDER CENTRAL HISP 24.986 11 UNICREDITO ITALIANO SPA 20.706 12 FORTIS 19.236 13 ABN AMRO HOLDING NV 18.143 14 SOCIETE GENERALE-A 18.051 15 CREDIT SUISSE GROUP 17.753 16 CREDIT AGRICOLE SA 15.516 17 ABBEY NATIONAL PLC 11.945 18 STANDARD CHARTERED PLC 11.682 19 DANSKE BANK A/S 11.334 20 NORDEA AB 11.091 21 CREDIT LYONNAIS SA 10.756 22 SANPAOLO IMI SPA 10.674 23 DEXIA 10.618 24 INTESABCI SPA 10.380 25 KBC BANKVERZEKERINGSHOLDING 9.805 26 SVENSKA HANDELSBANKEN-A SHS 8.984 27 BANCO POPULAR ESPANOL 8.085 28 BAYERISCHE HYPO-UND VEREINSB 6.789 29 BANCO ESP CREDITO (BANESTO) 6.537 30 ALLIANCE & LEICESTER PLC 6.108
  • 16. MULTIPLI P/E E P/BV DELLE BANCHE QUOTATE ITALIANE Name Pe Ratio Px To Book Ratio INTESABCI SPA 10,71 0,78 UNICREDITO ITALIANO SPA 11,26 1,74 SANPAOLO IMI SPA 7,42 1,03 CAPITALIA SPA 10,45 0,22 BANCA MONTE DEI PASCHI SIENA 8,48 1,00 BANCA NAZIONALE LAVORO-ORD 46,25 0,60 BANCO POPOLARE DI VERONA E N 11,42 1,36 BANCA ANTONVENETA SPA 9,70 1,29 BANCA POPOLARE DI BERGAMO 13,29 1,27 BANCA POPOLARE DI LODI 33,15 0,66 BANCA POPOL EMILIA ROMAGNA 19,38 1,57 BANCA POPOLARE DI MILANO 32,65 0,56 BANCA LOMBARDA SPA 24,10 2,26 FINECO SPA N.A. 0,57 BANCA POPOLARE COMM E INDUST 22,86 0,50 CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZ 12,01 1,24 CREDITO EMILIANO SPA 10,41 1,39 BANCA TOSCANA 10,68 1,08 BANCA CARIGE SPA 26,28 1,55 BANCO DI SARDEGNA-RNC 8,45 0,43 BANCA AGRICOLA MANTOVANA 16,20 1,37 CREDITO BERGAMASCO 11,20 1,27 PICCOLO CREDITO VALTELLINESE 19,60 1,10 BANCA POPOLARE DI SONDRIO 25,45 1,78 BANCA POPOLARE DELL'ETRURIA 16,19 0,93 CREDITO ARTIGIANO 75,08 1,50 BANCA POPOLARE DI INTRA 50,15 1,62 BANCO DESIO E DELLA BRIANZA 19,13 1,39 BANCA POPOLARE DELL'ADRIATIC 14,45 0,93 BANCO DI CHIAVARI & RIVIERA 15,69 1,31 BANCA POPOLARE LUINO VARESE 15,62 1,09 BANCA POPOLARE DI CREMONA 46,96 1,97 BANCA DI CREDITO POPOLARE 27,93 2,31 BANCA POPOLARE DI SPOLETO 10,38 0,90 BANCA PROFILO SPA 50,15 1,31 MEDIA 21,86 1,20
  • 17. ITALIA E EUROPA A CONFRONTO Early Early Late Late Technology Regulation FRANCIA OLANDA ITALIA SVEZIA UK
  • 18. PARTICOLARITÀ DELLE BANCHE E RIFLESSI SULLA VALUTAZIONE
  • 19. CARATTERISTICHE DELLE BANCHE RILEVANTI ANCHE A FINI VALUTATIVI  La caratteristica distintiva delle banche rispetto alle altre imprese è principalmente rappresentata dalla natura del debito.  Gran parte del debito delle banche è costituito dalla raccolta che può essere visto come una sorta di materia prima necessaria per lo svolgimento del business. Damodaran dice che il debito:banche = acciaio:General Motors.  Le banche inoltre, data la funzione essenziale da esse svolta nello sviluppo dei sistemi economici e la necessità di tutela dei risparmiatori, sono soggette a regolamentazione,. La regolamentazione delle banche si presenta sotto tre forme:  il mantenimento di livelli minimi di patrimonializzazione in modo da garantire che le stesse non si espandano oltre le loro possibilità, mettendo così a rischio il denaro dei risparmiatori;  la preventiva autorizzazione della Banca d‟Italia per l‟acquisizione di una partecipazione nel capitale di una banca superiore al 5%;  Il controllo da parte delle Autorità di Vigilanza sull‟ingresso di nuovi operatori. Tale controllo, un tempo discrezionale, oggi avviene con riferimento a parametri oggettivi.
  • 20. I FLUSSI DI CASSA  Le difficoltà connesse all‟identificazione della struttura finanziaria della banca limita notevolmente la significatività dei flussi di cassa operativi scontati al WACC.  Si può procedere a valutare l‟equity direttamente, scontando i FCF to equity al Ke.  Data la presenza di vincoli di vigilanza, la soluzione che si adotta generalmente consiste nello scontare i dividendi (Dividend Discount Model o DDM)  Nei DDM il valore di un‟azione è il valore attuale del flusso di dividendi attesi. La formula utilizzata è la seguente: Valore dell‟azione: Nel caso in cui si assuma la crescita attesa del flusso di dividendi costante per sempre, si ritorna al Gordon Growth Model. Valore dell‟azione:  Il Beta di una banca. Dato che parlare di struttura finanziaria per le banche ha poco senso, la distinzione tra beta levered e unlevered ha un significato limitato. Nella valutazione si può pertanto prendere il beta rilevato da Bloomberg senza apportarvi rettifiche.    1 )1(t t r DPSt )( 1 gK DPS e 
  • 21. I MULTIPLI  I multipli comunemente utilizzati nella valutazione delle banche sono:  P/E: Ebit ed Ebitda sono misure che, per le banche, non hanno significato;  P/BV: il book value delle banche è più rappresentativo, rispetto alle altre industrie, del valore degli asset.  Come vedremo in seguito gli earnings e il book value devono essere opportunamente rettificati.  Il multiplo P/E può essere condizionato dalla politica di accantonamento al fondo svalutazione crediti adottata dalla banca.  Se una banca è prudente e accantona in misura eccessiva, il P/E risulterà depresso;  Se una banca accantona in misura inferiore a quanto necessario, il P/E risulterà sovrastimato.  E‟ opportuno pertanto procedere a calcolare una perdita su crediti normalizzata e applicare il multiplo P/E del campione ad un utile netto normalizzato della banca da valutare.
  • 22. I METODI DI VALUTAZIONE DELLE BANCHE: IL DDM NELLA VERSIONE EXCESS CAPITAL
  • 23. PERCHÉ IL DDM CON EXCESS CAPITAL?  La banca, nella sua attività deve rispettare dei requisiti patrimoniali. La parte di utili netti che non viene distribuita sotto forma di dividendi accresce l‟equity della banca consentendole di ampliare la propria attività. Esempio: requisito patrimoniale: Euro 5 per ogni Euro 100 di prestiti Utile netto: Euro 15 milioni Dividendo: Euro 5 milioni Ulteriori prestiti che la banca potrà concedere: Euro 10 x 20 = Euro 200 milioni  Se l‟utile non distribuito non viene impiegato nel business, rappresenta solamente un costo a carico degli azionisti.  Il DDM, nella versione excess capital, si fonda sul principio che la soluzione più razionale sia la distribuzione di tale capitale in eccesso rispetto ai requisiti patrimoniali.
  • 24. PRINCIPI BASE DELLA REGOLAMENTAZIONE  Nel luglio del 1988 il Comitato di Basilea ha proposto l‟adozione di un sistema di requisiti patrimoniali uniformi per le banche attive a livello internazionale (il cosiddetto “Accordo di Basilea”) che è stato ratificato da 140 paesi.  Nel 2005 entreranno in vigore le modifiche all‟accordo di Basilea. In particolare cambieranno le definizioni del rischio con l‟introduzione del Value at Risk e del concetto di rischio operativo  Il Comitato di Basilea ha strutturato i requisiti di capitale per le istituzioni bancarie attraverso la definizione di tre elementi:  il patrimonio di vigilanza;  il rischio (tramite la definizione delle attività di rischio ponderate);  il rapporto minimo tra patrimonio e rischio.
  • 25. PATRIMONIO DI VIGILANZA  Il patrimonio di vigilanza risulta come somma algebrica di: Tier 1 (patrimonio di base), Tier 2 (patrimonio supplementare) e le deduzioni patrimoniali.  Tier 1 (patrimonio di base):  elementi positivi: capitale sociale; sovrapprezzi di emissione; riserve; fondo per rischi bancari generali; strumenti innovativi di capitale.  elementi negativi: capitale sottoscritto non versato; azioni o quote proprie; avviamento; altre immobilizzazioni immateriali; perdita d‟esercizio.  Tier II (patrimonio supplementare):  elementi positivi: riserve di rivalutazione; strumenti ibridi (passività irredimibili); passività subordinate (non possono essere superiori nel loro complesso al 50% del Tier I); plusvalenze nette su partecipazioni; fondi rischi.  elementi negativi: minusvalenze nette su titoli, partecipazioni, crediti e altri.  Deduzioni patrimoniali: dalla somma di Tier I e Tier II occorre dedurre le partecipazioni possedute in banche e/o enti finanziari.
  • 26. IL RISCHIO E I COEFFICIENTI PATRIMONIALI  Il rischio cui è esposta una banca viene quantificato come sommatoria delle attività della banca ponderate per un coefficiente di rischio ( Risk Weighted Assets o RWA); PONDERAZIONI DI RISCHIOATTIVITA' IN BILANCIO 0% Cassa e valori assimilati; attività di rischio verso i governi centrali dei paesi OCSE; titoli di Stato emessi da governi dei Paesi OCSE 20% Attività di rischio verso enti del settore pubblico (centrali e locali), banche, banche multilaterali di sviluppo e imprese di investimento 50% Mutui integralmente assistiti da garanzia ipotecaria su immobili residenziali che sono o saranno occupati dal mutuatario; operazioni di leasing immobiliare 100% Crediti verso imprese private; partecipazioni in imprese private; crediti verso banche e Paesi non OCSE Il requisito minimo di patrimonializzazione richiesto (patrimonio di vigilanza/RWA) è fissato pari al 7% per le banche appartenenti a gruppi bancari e pari all’ 8% a livello consolidato e per tutte le altre banche.
  • 27. COME SI APPLICA IL DDM  Nel business plan della banca da valutare viene di solito ipotizzata una crescita degli impieghi alla quale corrisponde una crescita dell‟utile.  Sulla base degli impieghi ponderati per il rischio si calcola anno per anno il requisito patrimoniale (ad esempio 6% degli RWA).  Se il patrimonio di vigilanza, che anno per anno viene incrementato (decrementato) dell‟utile (perdita), è in eccesso si ipotizza la distribuzione agli azionisti (dividendo); se il patrimonio di vigilanza è in difetto rispetto al requisito patrimoniale si ipotizza il reintegro da parte degli azionisti (flusso di cassa negativo per l‟azionista).  Occorre poi rettificare gli utili del piano come segue: se il patrimonio viene distribuito gli utili sono diminuiti della componente di interessi figurativi sul patrimonio (Euribor a 6 mesi); in caso di difetto di capitale gli utili sono aumentati di tale componente figurativa.  Il terminal value viene determinato applicando il Gordon Growth Model.
  • 28. I METODI DI VALUTAZIONE DELLE BANCHE: I MULTIPLI DI MERCATO - L’ANALISI DI REGRESSIONE
  • 29. ANALISI DI REGRESSIONE - PREMESSA TEORICA  Le determinanti del multiplo P/BV sono le seguenti:  In genere esiste una stretta correlazione tra il rapporto P/BV e ROE: le banche con un ROE più elevato hanno anche un P/BV maggiore. Di seguito si riportano ROE e BV per le prime 10 banche italiane quotate per total assets. gK gxndpayoutROExdivide BVP e    )1()( / La retta di regressione ha equazione y = 6,70x + 0,35. Il coefficiente R2 è pari al 74% e la t di student per il coefficiente angolare è pari a 4,76 che, risultando superiore al valore limite di 1,66 indica che la relazione tra le due variabili ROE e P/BV è statisticamente significativa. Name ROE P/BV INTESABCI SPA 7,10% 0,78 UNICREDITO ITALIANO SPA 16,11% 1,74 SANPAOLO IMI SPA 16,49% 1,03 CAPITALIA SPA 1,83% 0,22 BANCA MONTE DEI PASCHI SIENA 11,91% 1,00 BANCA NAZIONALE LAVORO-ORD 0,91% 0,6 BANCO POPOLARE DI VERONA E N 13,28% 1,36 BANCA ANTONVENETA SPA 13,80% 1,29 BANCA POPOLARE DI BERGAMO 10,55% 1,27 BANCA POPOLARE DI LODI 4,94% 0,66
  • 30. ANALISI DI REGRESSIONE - STEP DA SEGUIRE  L‟analisi di regressione si articola nei seguenti step:  individuazione di un campione di banche ritenute comparabili;  calcolo del multiplo P/PN per ogni banca inclusa nel campione;  calcolo del ROE (attuale o prospettico mediante le stime IBES) delle società del campione;  individuazione della retta di regressione interpolante i dati P/PN e ROE per le banche incluse nel campione; il coefficiente R2 misura la bontà della retta di regressione individuata. Tanto più il coefficiente è prossimo all‟unità tanto più la retta interpolante individuata è in grado di spiegare la relazione esistente tra le due variabili; la t di student della distribuzione è un indicatore che permette di valutare se la relazione tra due variabili è statisticamente significativa (approssimativamente se il valore è superiore ad 1,66 la relazione tra le due variabili è statisticamente significativa).  Individuazione del ROE target della banca oggetto di valutazione;  Determinazione del rapporto P/PN implicito della banca tramite inserimento del ROE target nella formula della retta di regressione;  Applicazione al patrimonio netto della banca del multiplo P/PN appena individuato determinando così il valore della banca.
  • 31. IL MULTIPLO P/BV  Il P/BV da applicare alla banca può essere calcolato :  considerando il book value della banca al momento della valutazione;  considerando un patrimonio netto minimo, facendo un‟ipotesi di Tier 1 ratio target. In questo caso occorre ricalcolare l‟utile netto della banca considerando il reddito figurativo prodotto dall‟excess capital eventualmente determinato e rettificare anche i multipli del campione (BV e Utile netto) applicando alle banche comparabili il medesimo requisito patrimoniale stabilito.  L‟applicazione dei multipli P/BV al Tier 1 ratio target permette inoltre di escludere dalla valutazione gli avviamenti e le differenze di consolidamento (dato che il Tier 1 è calcolato al netto degli attivi immateriali).  Il vantaggio di questo secondo approccio consiste nel fatto che in tale maniera determiniamo il valore che il mercato assegna al solo capitale necessario a fini di vigilanza per lo svolgimento dell‟attività caratteristica della banca.  L‟eccedenza (deficit) patrimoniale viene risommata (sottratto) ex-post ai risultati ottenuti mediante l‟applicazione dei multipli rettificati.
  • 32. ESEMPIO 1 - LE DIFFERENZE DI CONSOLIDAMENTO Multiplo P/PN: 2x Valore A + B: 300 Ipotesi: A acquista il 100% di B per un valore di 100. Quanto vale C? Se applicassimo il multiplo (2x) al book value, otterremmo 200 x 2 = 400. Il valore corretto di C si ottiene applicando il multiplo 2x al book value consolidato al netto delle differenze di consolidamento: (200 - 50) x 2 = 300. impieghi 200 100 raccolta impieghi 200 150 raccolta 100 capitale 50 capitale A B 400 250 Diff. Cons 50 200 C
  • 33. ESEMPIO 2 - LA VALUTAZIONE CON MULTIPLI SUL TIER 1 TARGET Multiplo PN banca 2 Tier I target 50% 200 100 200 150 100 50 Tier 1 target: 100 Tier 1 target 100 Tier 1 banca 100 Tier 1 banca 50 Excess 0 Excess -50 (tier I target * multiplo) + excess Valore A 200 Valore B 150 Multiplo implicito 2 Multipli implicito 3 Se A vale 2 volte il patrimonio, B deve valere più di 2 volte il patrimonio visto che riesce a fare gli stessi impieghi con meno capitale (salvo poi dover reintegrare per osservare le norme di vigilanza) A vale di più, ma B crea più valore per l'azionista. Valore A+B 350 A B
  • 34. ESEMPIO 2 - LA VALUTAZIONE CON MULTIPLI SUL TIER 1 TARGET (CONSOLIDATO) Multiplo PN banca 2 Tier I target 50% Supponiamo che A acquisti il 100% di B 400 250 Diff consolidamento 100 250 Tier 1 target 200 (patrimonio-diff. Cons.) Tier 1 banca 150 (tier I target * multiplo) + excess Excess -50 Valore C 350 Valore C 350 C
  • 35. I METODI DI VALUTAZIONE DELLE BANCHE: I METODI TRADIZIONALI
  • 36. I METODI TRADIZIONALI: IL METODO MISTO  Il valore della banca con il metodo misto (metodo patrimoniale complesso con verifica reddituale) è simile a quello applicato alle aziende industriali. Il valore della banca è dato dalla somma di:  patrimonio netto rettificato della banca. Rispetto alle aziende industriali rileva la valorizzazione della raccolta quale elemento intangibile; inoltre vengono sommate le plusvalenze nette su immobili (molto frequenti nelle banche) e titoli.  verifica reddituale. La verifica reddituale avviene confrontando il reddito richiesto (PNR * Ke) con il reddito della banca sostenibile nel lungo termine.
  • 37. I COEFFICIENTI DELLA RACCOLTA DESUNTI DA OPERAZIONI DI M & A  I coefficienti di valorizzazione della raccolta ricavati da alcune operazioni di fusione e acquisizione realizzate nel nostro sistema bancario nel periodo 1987 - 1992 sono i seguenti (Fonte: Prometeia giugno 2000):  Raccolta diretta:  C/C + depositi a risparmio: 6% - 10,75 (noi utilizziamo 7-8%)%; Certificati di deposito + obbligazioni: 4% - 10,75% (4-5%);  PCT: 0,5% - 2,5% (noi utilizziamo 0-1%).  Raccolta indiretta:  Raccolta amministrata: 0,5% - 4,5% (1%);  Raccolta gestita: 0,5% - 4,5% (3%).
  • 38. I COEFFICIENTI DELLA RACCOLTA DESUNTI DAL MERCATO  Calcolando il multiplo (P-BV)/(Raccolta diretta) delle banche quotate è possibile desumere il valore implicito che il mercato assegna alla raccolta diretta. Banca (P-BV)/Raccolta INTESABCI SPA -1,64% UNICREDITO ITALIANO SPA 6,01% SANPAOLO IMI SPA -0,37% CAPITALIA SPA -10,08% BANCA MONTE DEI PASCHI SIENA 0,04% BANCA NAZIONALE LAVORO-ORD -2,85% BANCO POPOLARE DI VERONA E N 2,33% BANCA ANTONVENETA SPA 2,18% BANCA POPOLARE DI BERGAMO 1,77% BANCA POPOLARE DI LODI -2,64% BANCA POPOL EMILIA ROMAGNA 3,65% BANCA POPOLARE DI MILANO -6,14% BANCA LOMBARDA SPA 8,28% FINECO SPA -6,87% BANCA POPOLARE COMM E INDUST -13,94% CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZ 1,38% CREDITO EMILIANO SPA 2,75% BANCA TOSCANA 0,51% BANCA CARIGE SPA 6,01% BANCO DI SARDEGNA-RNC -0,78% BANCA AGRICOLA MANTOVANA 3,59% CREDITO BERGAMASCO 3,19% PICCOLO CREDITO VALTELLINESE 0,57% BANCA POPOLARE DI SONDRIO 8,83% BANCA POPOLARE DELL'ETRURIA -0,39% CREDITO ARTIGIANO 5,97% BANCA POPOLARE DI INTRA 4,46% BANCO DESIO E DELLA BRIANZA 2,37% BANCA POPOLARE DELL'ADRIATIC -0,96% BANCO DI CHIAVARI & RIVIERA 3,54% BANCA POPOLARE LUINO VARESE 0,65% BANCA POPOLARE DI CREMONA 16,68% BANCA DI CREDITO POPOLARE 12,26% BANCA POPOLARE DI SPOLETO -0,83% BANCA PROFILO SPA 4,96% Media solo valori positivi 4,43%
  • 39. L’APPLICAZIONE DEL METODO MISTO  Normalmente applichiamo il metodo misto rettificando per l‟excess capital.  Al patrimonio contabile, rettificato per gli avviamenti o i disavanzi di consolidamento, sottraiamo (aggiungiamo) l‟excess (deficit) patrimoniale.  A tale capitale sommiamo poi le plusvalenze su immobili e titoli e la valorizzazione della raccolta.  Otteniamo quindi il patrimonio netto rettificato a cui applicare la verifica reddituale.  Al valore così determinato aggiungiamo (sottraiamo) l‟excess (deficit) patrimoniale.  Se la banca ha partecipazioni in business diversi da quello bancario tradizionale le valutiamo a parte.