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Collana
EISAKUO
n. 02/2012
La Banca del Territorio – I Nuovi Scenari Evolutivi
Indice
1. Prefazione
2. Banche e territorio: le diverse strategie seguite in Italia dal mondo del credito
cooperativo, dalle banche popolari e dai gruppi bancari nazionali ed internazionali.
a cura di Gaia Tisci
3. Comunicare nel Territorio.
a cura di Paolo Santo Romeo
4. Il business plan come supporto e strumento di accesso al credito per le PMI.
a cura di Matteo Campana
5. Come un maggior credito bancario può favorire la ripresa economica.
a cura di Lino Lunardi
6. Un ritorno al futuro: possibili scenari evolutivi delle banche del territorio.
a cura di Giancarlo Cervino
7. Profilo autori
8. Presentazione AISM Associazione Italiana Marketing
Prefazione
Collana Eisakuo
Il nome deriva dal greco e si può tradurre con la locuzione italiana “prestare attenzione”.
La Collana raccoglie tutti gli Studi e Ricerche condotti dai membri del Dipartimento
Marketing Bancario presentati nel corso di seminari con cadenza trimestrale.
L’obiettivo principale è di approfondire e diffondere la Cultura del Marketing in ambito
bancario e finanziario “prestando attenzione” agli attori principali: i clienti e gli operatori,
piuttosto che al sistema creditizio nel suo complesso come struttura integrata di
prestazione di servizi e vendita di prodotti.
Responsabile editoriale della collana è il Dott. Giancarlo Cervino, Coordinatore del
Dipartimento di Marketing Bancario di AISM Associazione Italiana Marketing.
Tuttavia, tutti i contenuti espressi nelle pubblicazioni riflettono il pensiero dei singoli autori
e non costituiscono opinioni o prese di posizione di AISM.
“Come un maggior credito bancario
può favorire la ripresa economica”
a cura di Lino Lunardi
Il presente lavoro vuole essere una riflessione, in alcuni punti tecnica su altri sintetica, di come
una maggiore fiducia degli operatori creditizi può aiutare le imprese a sostenere ed espandere
la loro attività. Numerosi interventi legislativi e altrettante iniziative ministeriali hanno
introdotto interessanti opportunità fiscali e produttive le quali però, per essere concretamente
attuate, necessitano, soprattutto nelle fasi iniziali delle start-up, anche del sostegno bancario.
Quest’ultimo non va inteso necessariamente come ricorso all’erogazione di finanziamenti e
mutui. Le imprese chiedono alle proprie banche, ad esempio, una conferma dei fidi in essere, o
il loro aumento per sostenere le operazioni con l’estero, sconfinamenti tecnici, operazioni
insomma legate ad esigenze quotidiane ed operative, che giorno dopo giorno consentano di far
fronte agli impegni del calendario fiscale e contributivo, senza perdere l’opportunità di cogliere,
come si vedrà nel proseguo, opportunità di studio e di sviluppo di nuove idee, progetti,
prodotti.
Le coordinate geografiche possono essere intercettate all’interno dei seguenti riferimenti
normativi:
D.L. 31 maggio 2010, n. 78 ["Decreto anticrisi"];
D.L. 6 dicembre 2011, n. 201 [ “Decreto Salva-Italia”]
Legge 22 novembre 2011, n. 183 [ “Legge di stabilità”];
D.L. 24 gennaio 2012, n. 1 ["Decreto liberalizzazioni"];
D.L. 2 marzo 2012, n. 16 [“Decreto semplificazioni”];
modifiche apportate al “Testo Unico per le Imposte sui Redditi” (TUIR; DPR 22
dicembre 1086, n. 917).
Mai come oggi “banca del territorio” è sinonimo di banca maggiormente attenta e sensibile alle
esigenze di liquidità.
In difficoltà non sono solo le aziende che investono in prodotti e mercati, ma anche,
paradossalmente, quelle che realizzano opere pubbliche per conto di enti locali o che
comunque vendono prodotti ed erogano servizi alla committenza pubblica (Pubblica
Amministrazione - PA). Le note difficoltà che caratterizzano anche gli enti pubblici in questi
anni, legate a nuovi meccanismi di ridistribuzione della finanza pubblica, si riversano
inevitabilmente sulle imprese (private) loro fornitrici. Ritardi ed intoppi burocratici non
consentono alle aziende di utilizzare nei tempi previsti il denaro ricevuto in prestito dalle
banche.
L’effetto moltiplicatore della “leva finanziaria” sull’incremento della redditività
aziendale
Gli esperti di analisi di bilancio e di controllo di gestione, conoscono bene l’effetto moltiplicatore
(detto effetto di leva) generato dall’indebitamento aziendale sulla redditività del capitale
proprio (ROE).
Il tasso di redditività del capitale proprio (ROE) dipende:
1) dalla situazione economica dell’impresa espressa dalla “redditività operativa” (ROI),
ovvero dal risultato (redditività) della gestione caratteristica;
2) dalla situazione finanziaria espressa dal “grado di indebitamento” o di leva (leverage);
3) dall’onerosità della gestione finanziaria e delle altre gestioni non caratteristiche espresse
dal rapporto di incidenza.
Mentre il ROI da una misura della “redditività pura”, senza considerare come l’azienda si sia
finanziata, il ROE invece ne risulta influenzato. Tanto più l’azienda è indebitata, tanto più alto è
l’indice di indebitamento, il quale esercita un effetto moltiplicatore (leva) della redditività
operativa sulla redditività del capitale proprio ROE. Contemporaneamente però l’incidenza degli
interessi passivi esercita un effetto riduttivo tanto maggiore quanto più elevato è
l’indebitamento. Con un certo ROI, la redditività aziendale ROE risente dell’influenza opposta di
due effetti:
- quello moltiplicatore delle leva finanziaria, e
- quello riduttivo dell’incidenza della gestione non caratteristica,
ed il suo andamento dipenderà da quale dei due fenomeni prevarrà sull’altro.
E’ evidente che il ROE aumenta se il ROI è superiore al costo dei finanziamenti esterni (es.
bancari), cioè la redditività aziendale migliora se gli utili operativi prodotti dai nuovi
investimenti sono superiori agli interessi passivi che si devono pagare per procurarsi i mezzi
finanziari. Una volta ottenuti i finanziamenti esterni, questi devono essere remunerati in
misura prestabilita (interessi passivi) e rimborsati alle scadenze pattuite.
ROE = ( Utile d’esercizio / Capitale proprio ) = [ A x B x C ] :
A - ROI = ( Reddito operativo gestione caratteristica / Totale attività
investite )
B - Indice di indebitamento (leva) = ( Totale attività investite / Capitale proprio )
C - Incidenza degli oneri finanziari = ( Utile d’esercizio / Reddito operativo gestione
caratteristica )
Indeducibilità fiscale degli interessi bancari
Dal 2008, e precisamente dalla Legge n. 244/2007 (Finanziaria 2008), gli interessi passivi sono
deducibili fiscalmente fino a concorrenza degli interessi attivi. La quota eccedente si può
dedurre fiscalmente in misura pari (e non superiore) al 30% del cd. Margine Operativo Lordo
della gestione caratteristica (ROL), ovvero della differenza tra il Valore ed i Costi della
Produzione [lett. a) e b) dell’art. 2425 C.C.].
A prevederlo sono gli articoli 61 del TUIR, per le imprese individuali e le società di persone, e
l’art. 96, per le società di capitali.
L’effetto leva positivo sul ROE, del capitale concesso a prestito dalle banche, se da un lato
comporta maggiori oneri finanziari, che in parte potrebbero essere indeducibili, dall’altro
consente di aumentare il ROL e quindi la deducibilità fiscale della leva finanziaria stessa, con
contenimento dell’impatto fiscale sul maggior reddito prodotto dall’azienda grazie anche al
maggior sostegno bancario ricevuto.
Una stretta sulle erogazioni oggi, o una revisione delle condizioni bancarie, potrebbe
penalizzare le imprese che hanno fatto un ricorso importante all’aiuto bancario nel passato, in
quanto, alla luce di queste norme fiscali penalizzanti, si trovano ad avere Margini Operativi
lordi della gestione caratteristica contratti ed una conseguente indeducibilità fiscale di una
parte dei costi (oneri finanziari), con conseguente aumento della tassazione sul medesimo utile
civilistico.
Il nuovo regime contabile e fiscale dei contribuenti minimi
L'art. 27 del DL n. 98/2011 (“Manovra correttiva 2011") ha modificato i requisiti d'accesso al
regime agevolato dei contribuenti minimi, introducendo il nuovo regime cd. "degli ex minimi".
Dal 01.01.2012, tale regime trova applicazione per un periodo massimo di 5 anni, se il
contribuente ha più di 35 anni, o superiore a 5 anni, se il contribuente ha meno di 35 anni di
età (in tal caso il regime trova applicazione fino al periodo d’imposta in cui è compiuto il 35°
anno). Si caratterizza e distingue rispetto agli altri regimi contabili, oltre che per il riferimento
all’età anagrafica del titolare, e per il fatto che il fatturato annuo non deve eccedere l’importo
di euro 30.000, anche e soprattutto perché il reddito conseguito viene tassato con un’imposta
sostitutiva (di Irpef, Irap, Iva) del 5%. L’impatto fiscale estremamente contenuto e favorevole,
unitamente ad altre agevolazioni e semplificazioni amministrative e contabili che caratterizzano
tale regime, fanno dello stesso una modalità di esercizio dell’attività ideale soprattutto per i
giovani che vogliono intraprendere una nuova esperienza imprenditoriale o professionale.
La nuova Società Semplificata a Responsabilità Limitata (SSRL) per i giovani di età
inferiore a 35 anni
Il “Decreto liberalizzazioni” ha introdotto nel Codice Civile il nuovo art. 2463-bis, in base al
quale due o più persone, di età inferiore a 35 anni, possono costituire una Società a
Responsabilità Limitata con capitale sociale (simbolico) di 1 (uno) euro. Un’opportunità per i
giovani interessati ad iniziare un’attività per sviluppare, ad esempio, un’idea innovativa, grazie
anche ai contributi recentemente stanziati per lo sviluppo di brevetti e del design stanziati dal
Ministero per lo Sviluppo Economico.
Un capitale sociale di 1 euro è senza dubbio un ottimo incentivo, rispetto al Capitale Sociale di
euro 10.000,0, previsto dal Codice Civile per la costituzione di una SRL tradizionale: una spinta
sicuramente importante ma che può non essere sufficiente per intraprendere una nuova
attività.
A volte un business plan ben sviluppato, un’idea brillante, un progetto innovativo, le capacità e
la preparazione degli ideatori, sono ingredienti sottovalutati e sottostimati rispetto alle
garanzie personali finanziarie ed immobiliari disponibili per chiedere ed ottenere un supporto
creditizio per l’acquisto dei mezzi necessari per intraprendere l’attività (macchinari,
attrezzature, ufficio, personale). Nelle Regioni a Statuto autonomo, i giovani possono contare
su contributi regionali ad hoc, stanziati per singoli settori o specifiche attività. Nelle altre
Regioni, rimangono invece disponibili i bandi nazionali ed il supporto bancario.
Società tra professionisti (Stp)
La “Legge di Stabilità” ha introdotto, all’art. 10, la possibilità di costituire, dal 1 gennaio 2012,
società che abbiano per oggetto l’esercizio di attività professionali. La norma introduttiva della
Stp è estremamente stringata e molti sono i nodi ancora da sciogliere sul versante, ad
esempio, delle responsabilità professionali per danni provocati al cliente e delle procedure
concorsuali. Gli aspetti salienti saranno infatti disciplinati da un apposito decreto ministeriale
attuativo da emanare entro il 14.05.2012. Innanzi ad una Stp, le banche avranno tuttavia
maggiori garanzie, in quanto sono dotate di un Capitale Sociale minimo sia alla costituzione
che durante la loro esistenza (10.000 euro per le SRL e 120.000 euro per la SPA). Inoltre le
clausole di governance quali, ad esempio, l’ amministrazione, la gestione, l’ingresso e l’uscita
di nuovi soci, di distribuzione degli utili e legate alle formalità del deposito annuale del bilancio,
sono pre-stabilite da statuto, dando maggiore trasparenza e conoscibilità delle regole a
disposizione dei soci per intervenire ed influire sulla gestione societaria.
Nuove forme di aggregazione imprenditoriale: la Rete di Imprese (RI)
La crisi economica e le difficoltà finanziarie accelerano i processi di aggregazione, volti a
ricercare alleanze per partecipare a bandi di gara, ottenere fondi pubblici, condividere attività
di comunicazione e di know how, gestire risorse umane, acquistare macchinari, condividere
spazi ed attrezzature, ma anche e soprattutto per accedere al mercato creditizio ed aspirare a
nuove opportunità d’investimento e finanziamento. Interessanti alternative ai consorzi e alle
cooperative, si stanno facendo sempre più spazio sulla scena imprenditoriale, apprezzati per il
vantaggio di una forma giuridica più leggera, le Associazioni Temporanee di Scopo (ATS), i
Raggruppamenti Temporanei d’Impresa (RTI) e le Reti d’Imprese (RI – contratti di rete).
Quest’ultimo, in particolare, è un nuovo strumento giuridico che consente ad ogni azienda di
realizzare in modo semplice un progetto comune con altre imprese, usufruendo di una serie di
agevolazioni di carattere fiscale e nell’accesso al credito ordinario e agevolato. Previsto dalla
Legge n. 33/2009, ha ricevuto nuovo impulso con l’art. 42 del “Decreto-Anticrisi” (Legge n.
122/2010), prevedendo la possibilità di stipulare convenzioni particolari e dedicate con
l'Associazione Bancaria Italiana. Le imprese che registrano difficoltà nel reperire le risorse per
investire, unendosi in rete diventano più competitive, in grado quindi di ottenere condizioni
migliori dal circuito bancario, in quanto destinatarie di appositi modelli di rating e di condizioni
di accesso al credito privilegiate e specifiche studiate appositamente per le reti d’imprese.
Nella ricerca di sinergia per il tramite di questa tipologia di aggregazione, in presenza di due o
più imprese che si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche al fine di
accrescere la reciproca capacità innovativa e competitiva sul mercato (con la possibilità di
istituire un organo amministrativo ed un fondo patrimoniale comune), si applica la
detassazione del reddito reinvestito ed accantonare al fondo patrimoniale comune o al
patrimonio “destinato” ad uno specifico affare, per realizzare entro l’esercizio successivo il
programma di investimenti programmati dalla RI: costruzione di un nuovo magazzino, acquisto
di un nuovo macchinario, l’assunzione di un operaio specializzato piuttosto che ricorrere ad un
soggetto esterno all’impresa, finanziare il deposito di un brevetto.
La circolare del Ministero delle Finanze n. 15/E del 14 aprile 2011 prevede infatti che, fino al
periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2012, la quota dei profitti che sarà destinata al
fondo patrimoniale comune o al patrimonio destinato alla realizzazione entro l’anno successivo
degli investimenti previsti dal contratto di rete (se accantonata ad apposita riserva) non
concorrerà subito alla formazione del reddito ma solo nell’esercizio in cui la riserva sarà
utilizzata,
L’ammontare massimo di utili d’esercizio non tassabili, viene stabilito annualmente entro i
limiti di stanziamento dell’ammontare dei fondi pubblici previsti e destinati ad agevolare tali
tipologie di contratti.
Una soluzione concreta alla stretta creditizia adottabile dalle “banche del territorio” è
rappresentata, proprio con riferimento alla reti d’imprese o ai distretti, dal cd. bond di
distretto, ovvero il collocamento presso la clientela retail di un’obbligazione a tasso fisso e la
messa a disposizione dell’importo, raccolto con tale prestito obbligazionario, per le imprese
locali.
Interessante l’esempio fornito dal bond di distretto realizzato recentemente grazie ad una
partnership tra l’Unione Industriali di Varese e Ubi-Banca Popolare di Bergamo.
Sostegno all’internazionalizzazione: l’esempio di Bank of China
Le imprese che puntano all’export o che hanno sedi in Cina, posso contare oggi su un inedito
servizio offerto dalle filiali italiane di Bank of China e di ICBC, ovvero sulla tenuta di conti
correnti in renminbi (la valuta cinese). Le piccole e medie imprese italiane, che fatturano in
renminbi, possono così assicurarsi maggiormente sul rischio cambi, tramite una valida
alternativa al dollaro. Inoltre, ai conti correnti gestiti in valuta cinese (yuan), Bank of China e
ICBC, in parallelo forniscono altri servizi, dalle rimesse al trade finance, dal conto deposito
multi valuta a forme di investimento in fondi obbligazionari della piazza di Pechino. Questi conti
fanno da ponte non solo verso l’economia cinese ma anche verso altri paesi del lontano
oriente.
Rientro dei “cervelli in fuga all’estero”
Ai fini delle imposte sui redditi è escluso dalla formazione del reddito di lavoro
dipendente o autonomo il 90% degli emolumenti percepiti dai docenti e dai ricercatori
che, in possesso di titolo di studio universitario o equiparato, e non occasionalmente
residenti all'estero, abbiano svolto documentata attività di ricerca o docenza all'estero
presso centri di ricerca pubblici o privati o università per almeno due anni continuativi e che
vengono a svolgere la loro attività in Italia, acquisendo conseguentemente la residenza fiscale
nel territorio dello Stato.
Tali disposizioni si applicano a decorrere già dal 1° gennaio 2011, e riguardano il periodo
d'imposta in cui il ricercatore diviene fiscalmente residente nel territorio dello Stato e i
due periodi d'imposta successivi, sempre che permanga la residenza fiscale in Italia.
Regime fiscale di attrazione europea: un’opportunità per gli operatori europei con
iniziative economiche in Italia
Alle imprese residenti in uno Stato membro dell'Unione europea diverso dall'Italia che
intraprendono in Italia nuove attività economiche, nonché ai loro dipendenti e
collaboratori, per un periodo di tre anni, si può applicare, in alternativa alla normativa
tributaria statale italiana, la normativa tributaria statale vigente in uno degli Stati membri
dell'Unione europea. A tal fine, l’impresa estera deve rivolgere apposita istanza (interpello) al
Ministero dell’Economia e delle Finanze per verificare e concordare la fattibilità e le modalità di
riconoscimento di tale applicazione normativa.
Si tratta di una previsione i cui dettagli applicativi e le disposizioni attuative saranno oggetto di
un apposito decreto ministeriale, ma che risulta sufficiente per individuare una nuova ed
innovativa opportunità di investimento per il territorio italiano oltre che di business per gli enti
creditizi territoriali che sapranno individuare appositi strumenti di finanziamento appositamente
dedicati a tale tipologia di operatori.
Aiuto alla Crescita Economica (ACE)
Utilizzando una lusinghiera ed eloquente terminologia, il “Decreto Salva-Italia”, all’art. 1, ha
previsto un’agevolazione fiscale per le imprese che ricapitalizzano: il maggior reddito prodotto
e non distribuito consentirà all’impresa di beneficiare a sua volta di un risparmio fiscale
derivante dall’agevolazione ACE. Tale incentivo è utilizzabile dalle imprese già per il periodo
d’imposta 2011.
Tutte le imprese, individuali o società, in contabilità ordinaria, in sede di dichiarazione annuale
dei redditi, possono così usufruire di un abbattimento del reddito pari ad un importo
corrispondente al 3% dell’incremento del patrimonio netto dell’impresa rispetto a quello
esistente al 31.12 dell’anno precedente. In tale conteggio vengono sommati anche eventuali
finanziamenti concessi dai soci alla società, che non vengono restituiti al socio stesso, e
sottratte eventuali distribuzioni di utili ai soci.
Risponde alla necessità di maggiore patrimonializzazione, a sua volta fattore di successo nella
richiesta e concessione del credito, e rappresenta una garanzia per le banche nel processo di
concessione di finanziamenti alle imprese, le quali ri-utilizzano tale agevolazione fiscale per
incrementare il processo di ricapitalizzazione.
Anche se la percentuale del 3%, prevista per il primo triennio di applicazione, consente di
conteggiare un’agevolazione contenuta rispetto ad un reddito/incremento importante, la chiave
di lettura di tale agevolazione vuole essere, anche in questo caso, un sostegno alle imprese
produttrici di risultati di esercizio positivi consentendo loro di conseguire ulteriori benefici
ottenibili anche dal combinato disposto delle numerose e trasversali norme richiamate nel
presente lavoro.
Contributi ministeriali per lo sviluppo e la tutela della proprietà industriale ed
intellettuale
Dal 2 novembre 2011 il Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) ha messo a disposizione 40
milioni di euro a fondo perduto per premiare le imprese che investono su design ed
innovazione, tramite due bandi, Brevetti+ e Design+, che possono essere utilizzati
separatamente o congiuntamente da micro, piccole e medie imprese.
Brevetti+ rappresenta un incentivo (premio in denaro) per aumentare il numero dei depositi
nazionali ed internazionali di brevetti e disegni. L’entità del contributo varia dai 1.500 euro, per
ogni deposito nazionale, ai 6.000 euro, a seconda del numero di Paesi per i quali si richiede
l’estensione della registrazione. Ulteriori contributi sono previsti nel caso di deposito
brevettuale per gli Stati Uniti e i paesi aderenti al BRIC (Brasile, Russia, India, Cina).
Di maggiore interesse invece l’agevolazione Design+, volta a sostenere la valorizzazione
economica dei brevetti e del design, in quanto finanzia i servizi necessari a portare sul mercato
prodotti nuovi. Il contributo erogato può essere pari all’80% delle spese ammissibili fino ad un
tetto massimo di 70.000 euro, per i brevetti, e di 80.000 euro, per il design. La domanda va
corredata da un business plan (project plan), volto ad illustrare tempistiche, preventivi ed
obiettivi raggiungibili nel lungo periodo.
Le imprese che individuano in questi due bandi, detti “gemelli”, un’opportunità per la diffusione
dei propri prodotti nel mercato e di tutela delle proprie idee (proprietà intellettuale), dovranno
prima anticipare i costi di sviluppo e di relativa registrazione, prima di poter eventualmente
beneficiare del contributo ministeriale, previsto fino ad esaurimento del monte fondi stanziato.
Opportunità per il ricambio generazionale: il “patto di famiglia”
Introdotto nel 2006, è il contratto con cui l’imprenditore trasferisce in tutto o in parte la
proprietà dell’azienda e il titolare di partecipazione societaria trasferisce le proprie quote a uno
o più dei suoi discendenti.
Consente di realizzare una successione anticipata dell’azienda e rappresenta uno strumento
utile in chiave di passaggio generazionale dell’azienda di famiglia. Il trasferimento da parte
dell’imprenditore, a favore del discendente reputato più capace in ottica gestoria, dell’azienda
o di tutte o parte delle quote societarie, non è soggetto all’imposta di donazione e successione.
Rappresenta un’operazione neutra fiscalmente (cioè non costituisce realizzo di plusvalenza) per
dante causa e beneficiario, se presa in carico da quest’ultimo ai medesimi valori contabili e
fiscali. Se l’azienda comprende degli immobili, le relative formalità di trascrizione e voltura
catastale sono esenti dalle imposte ipotecaria e catastale.
Il trattamento fiscale agevolato riconosciuto a tale atto a titolo gratuito, regola i passaggi in
linea retta dell’azienda ma, intervenendo solo sugli assetti proprietari, non consente di
disciplinarne altrettanto adeguatamente l’amministrazione.
In momenti di contrazione delle liquidità aziendali e personali, ad esempio perché già confluite
in passato all’interno dell’azienda, l’obbligo di pagamento del corrispettivo da parte
dell’assegnatario, a liquidazione degli altri partecipanti al contratto (i discendenti esclusi),
costituisce un ostacolo pratico alla sua applicazione.
Con il nuovo art. 768-bis del C.C., il patto di famiglia consente all’imprenditore il passaggio
dell’azienda al figlio, con liquidazione direttamente da parte del padre stesso agli altri eredi
della loro quota di legittima. Un maggiore sensibilità del settore bancario anche a tali
problematiche, e soprattutto a tali soluzioni, eviterebbe all’imprenditore di ricorrere a
finanziamenti personali per finanziare la propria azienda, dandogli la possibilità di perseguire
altri obiettivi, altrettanto importanti per il suo sviluppo futuro, ovvero il passaggio di testimone.
Tale tipologia di passaggio generazionale dell’azienda, per il fatto che avviene già quando i
suoi fondatori sono ancora in vita, e che di fatto è rivolta all’erede dotato di maggiori garanzie
di continuità e affidabilità della gestione, rappresenta un’ulteriore garanzia anche per le
banche, di continuità del progetto produttivo e del disegno imprenditoriale.
Ogni anno sono tuttavia numerose le agevolazioni fiscali introdotte a sostegno degli
investimenti in specifici settori di attività o categorie produttive. Si ricorda, per il passato, a
titolo esemplificativo, la Tremonti-ter (art. 5 DL 1.7.2009 n. 78) e la Tremonti-tessile (art. 4
D.L. 40/2010), che prevedevano il sostenimento anticipato di spese da parte delle imprese, per
l’acquisto di nuovi macchinari e nuove attrezzature o di spese per lo studio e lo sviluppo di idee
e progetti. In sede di dichiarazione fiscale annuale, l’impresa beneficiava poi di agevolazioni
fiscali in diminuzione delle imposte da pagare per l’esercizio di sostenimento delle spese
stesse.
Opportunità d’investimento a disposizione delle persone fisiche
Dal 1° gennaio 2012 la detrazione fiscale del 36% diviene un onere detraibile con beneficio
stabile ovvero sempre possibile per i lavori di recupero edilizio effettuati dai contribuenti
detentori di immobili, senza necessità di annuali proroghe legislative. Il “Decreto Salva-Italia”
ha introdotto il nuovo art. 16-bis del TUIR, il quale prevede la detrazione dall’IREPF del 36%
delle spese sostenute per la ristrutturazione e recupero di un immobile residenziale, fino ad un
massimo di euro 48.000 per unità immobiliare oggetto dell’intervento.
Confermata dal “Decreto Salva-Italia”, almeno fino al 31.12.2012, anche la possibilità di
usufruire della detrazione fiscale del 55% sulle spese sostenute per il risparmio energetico (es.
finestre, coibentazioni, pannelli solari, caldaie ad alta efficienza, etc). Dal 1° gennaio 2013 tali
opere, legate all’efficienza energetica, molto probabilmente saranno incluse nella storica
agevolazione del 36% sui lavori di recupero/ristrutturazione edilizia. Salvo un’ulteriore proroga
del 55%, a causa della prevedibile pressione da parte degli operatori economici interessati, il
2012 sembra essere davvero l’ultimo anno per beneficiare di questa importante agevolazione
fiscale che, fin dalla sua introduzione, ha sia trainato molte imprese tradizionali del comparto
edilizio che favorito la nascita di nuovi operatori economici.
Fino al 30.06.2012 è possibile rideterminare (rivalutare) il costo di acquisto (valore fiscale) di
terreni edificabili, terreni agricoli e partecipazioni in società, posseduti al 01.07.2011 da parte
di persone fisiche. Entro tale data è necessario far redigere e asseverare una perizia di stima
della quota societaria o del terreno e versare un’imposta sostitutiva del 2% o 4% del valore
periziato. Tale rivalutazione agevolata, consentirà di contenere notevolmente, o addirittura di
azzerare, la tassazione futura al momento della cessione, da parte della persona fisica, del
terreno o della quota societaria posseduta. Il pagamento dell’imposta sostitutiva agevolata
entro il 30.06.2012, evita una maggiore tassazione futura, pari all’imposta IRPEF, con aliquote
progressive per scaglioni di reddito dal 23% al 43%. Di fatto, un incentivo alle compravendite
immobiliari o di quote di società, in particolare nei casi in cui le stesse sono state finora
bloccate proprio per il pesante impatto fiscale di una loro eventuale cessione.
Da una lettura in negativo del titolo del presente contributo, si possono fare altresì alcune
riflessioni su “come un MINOR credito bancario aumenterà la RECESSIONE economica”.
Nuovi stringenti e concatenati vincoli amministrativi e burocratici
I ritardi nel pagamento da parte della clientela e sempre più spesso anche da parte della
Pubblica Amministrazione (PA), non consentono alle imprese di disporre della liquidità
necessaria per il pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dei titolari e/o dei loro
dipendenti. Questo blocca l’emissione con esito positivo, da parte dell’Inps e dell’Inail, del
Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC). L’esito negativo di tale certificazione
penalizza soprattutto le imprese del comparto edilizio, impossibilitate così a partecipare a gare
pubbliche e appalti ma anche ad ottenere nuove commesse o concludere i cantieri in corso. La
situazione diviene paradossale quando è la stessa PA a bloccare i pagamenti alle imprese
fornitrici in quanto queste ultime, a loro volta, non sono in regola con il proprio DURC .
Ad aggravare la situazione del mercato, con un effetto domino, dal 2011 è stato introdotto il
divieto per contribuenti ed imprese di utilizzare crediti tributari (in compensazione di debiti
tributari) in presenza di cartelle esattoriali aventi un ruolo superiore ad euro 1.500. E’ il caso
tipico delle imprese esportatrici o di quelle legate al settore edilizio, caratterizzate da acquisti
con aliquota Iva del 21% e vendite con aliquote Iva del 10% e/o del 4%, strutturalmente
quindi sempre a credito di Iva nei confronti dell’Erario. La combinazione di questi due vincoli
può essere paralizzante soprattutto per le piccole e medie realtà imprenditoriali, impossibilitate
ad utilizzare tale credito Iva in momenti in cui, a causa di una momentanea mancanza di
liquidità, per esempio collegata ad inattesi insoluti da parte della clientela, non sono nel breve
periodo in grado di pagare i contributi previdenziali.
Trasferimento della sede legale all’estero: la sospensione dalla exit tax
Il nuovo articolo 166 TUIR, ha introdotto la possibilità per le imprese che, trasferendo all’estero
la residenza, perdono la residenza fiscale in Italia, di chiedere la sospensione della tassazione
(nota come exit tax) su tale operazione di trasferimento. Quest’ultima, fino a 24.01.2012, data
di entrata in vigore del nuovo art. 166, costituiva un fatto fiscalmente rilevante per il fisco
italiano il quale imponeva a tassazione, a valori di mercato, il complesso di beni aziendali che
varcava i confini nazionali per il trasferimento, come se si tratta di una cessione di azienda. La
logica sottostante a questo meccanismo fiscale, consisteva nel fatto che, per il fisco italiano, il
trasferimento all’estero di un’impresa, avrebbe fatto perdere le tracce di tale operatore al
momento di una futura potenziale cessione avvenuta oltre confine. Quindi l’amministrazione
finanziaria preferiva tassare subito all’uscita. Ora non più ed il legislatore, nel predisporre il
testo normativo, ha incluso anche, per la prima volta, il rinvio in conformità ai principi sanciti a
livello giurisprudenziale dalla Corte di Giustizia Europea (Sentenza ECJ 29 novembre 2011,
Causa C-371/10). In tal senso, la nuova norma fiscale citata può sostenere ed incentivare la
delocalizzazione di realtà imprenditoriali che non trovano in Italia un adeguato sostegno
finanziario.
Di fronte a questi fenomeni, in assenza di un cambio di rotta nella contrazione delle linee di
credito, privando il sistema delle piccole imprese di un sostegno tradizionale fondamentale , il
risultano non potrà che essere che gli utili (margini) reddituali aziendali saranno girati alle
banche, per poter continuare ad utilizzare gli affidamenti in corso. Al di là dell’importante
recente accordo tra l’ABI e la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che mette a disposizione delle
banche circa 10 miliardi per sostenere le PMI, di cui 2 da utilizzare per sbloccare i crediti che le
imprese vantano verso la PA, tale iniziativa rimane una convenzione isolata in un unico grande
evento, quanto dovrebbe rappresentare invece una possibilità anche per altre banche del
territorio.
Alcuni strumenti pragmatici non risolvono il problema del credit crunch ma danno un aiuto
significativo in un periodo storico in cui la mancanza di finanziamenti alimenta ad un circolo
vizioso di effetti negativi.
Il dialogo sincero banca-impresa su queste opportunità raggiungerebbe il doppio obiettivo di:
- rafforzare il modello di banca commerciale sul territorio, e
- consentire ad imprese e famiglie di far fronte alle spese circolanti.
* * *
Profilo autori.
Matteo Campana
35 anni, di origine vicentina. Opera nel mercato come consulente, formatore, libero ricercatore
oltre che partecipare alla vita delle imprese nel settore marketing e comunicazione attraverso
l’acquisizione di quote sociali.
Laureato in Economia Aziendale presso l’Ateneo Ca’ Foscari di Venezia, con specializzazione in
Management e Marketing, ha partecipato ad alcuni master e corsi di specializzazione
internazionali presso prestigiosi istituti di formazione confrontandosi con docenti di primario
livello.
Sempre in fermento per l’avvio e lo sviluppo di progetti innovativi, assume incarichi da parte di
aziende, associazioni di rappresentanza e categoria, consorzi, organizzazioni, Istituti ed Enti. Si
occupa di progetti di marketing e campagne di comunicazione curandone progettazione, strategia,
pianificazione, coordinamento, creatività, controllo e metrica, riscuotendo validi consensi,
specialmente in equipe con altri professionisti e strutture di filiera, dando un contributo
specialistico e puntuale. Negli ultimi anni ha operato nell’ambito del marketing declinato negli
eventi, cultura, sport, turismo, agroalimentare, territorio, urbano e neuromarketing, oltre che
approfondire aspetti di strategia basati sull’etica e sull’applicazione della materia nelle PMI.
È nel consiglio di AISM Associazione Italiana Marketing da più di un mandato e si è occupato della
ristrutturazione dei costi oltre che a dare contributi per nuove strategie di ricavo per
l’Associazione.
Giancarlo Cervino
classe 1967, Consigliere AISM – Associazione Italiana Marketing dal 1988. In passato è stato varie
volte Consigliere, Tesoriere e Vicepresidente Vicario.
Attualmente ricopre la carica di Consigliere e Coordinatore del Dipartimento di Marketing
Bancario.
Dottore Commercialista in Roma, Expert Comptable a Lussemburgo e Giornalista pubblicista in
Roma, dirige un centro studi in Svizzera ed una società di consulenza industriale in Austria.
Da circa 20 anni si occupa delle problematiche di marketing collegate al mondo bancario ed agli
studi professionali.
Lino Lunardi
Dottore commercialista e revisore contabile in Milano, Padova e Vicenza. Partner dello Studio
LUNARDI & FIORESE si occupa in particolare di gestioni patrimoniali famigliari ed individuali e di
assistenza alle aziende nei processi di internazionalizzazione.
Cultore della materia presso il Dipartimento di diritto tributario comunitario ed internazionale
dell’Università degli Studi di Padova. Conciliatore e arbitro presso la Camera di Commercio e la
Camera Arbitrale Patavina di Padova. Membro dell’International Fiscal Association (IFA). Relatore
in numerosi corsi e seminari in Italia e all’estero su tematiche legate alla fiscalità nazionale ed
internazionale, è specializzano nella tassazione di intangible assets e cost sharing agreements
nell’ambito della tassazione dei servizi intercompany.
E’ autore di alcuni articoli in tema di rimborsi Iva comunitari, frodi carosello e tassazione
immobiliare, pubblicati in Rivista di diritto tributario (Giuffrè ed.).
Paolo Santo Romeo
Nasce come figura prettamente informatica ed associa al profilo informatico le competenze
acquisite negli studi economico-bancari e quelle legate alla passione per la comunicazione. Ciò gli
consente nella prima metà degli anni ’90 di sviluppare, presso il Controllo di Gestione, un
prototipo di strumento per la definizione del budget annuale interattivo.
Appassionato di multimedialità e strategie di comunicazione si occupa, nel Marketing di “Internet
e Reti Civiche. Sviluppa nella prima metà degli anni 2000 progetti di costruzione di community con
stakeholder aziendali e successivamente si dedica di progetti comuni fra reti civiche e banche
rivolti alle associazioni non profit e alle Piccole e Medie imprese sperimentando due progetti di
community specifici per il target “dipendenti”.
Dalle esperienze accumulato e dalle considerazioni tratte nasce prima la tesi sulla comunicazione
in particolare per quanto riguarda il mondo delle professioni. Aderisce ad AISM ed a TP. In AISM
propone, nell’ambito del rinato Dipartimento Bancario, una propria visione di banca del futuro
strettamente legata alle comunità locali, alla storia e all’organizzazione economico-sociale del
territorio.
Gaia Tisci
nata a Milano nel 1984. Dopo il diploma si trasferisce a Bologna per gli studi di Lingue e
Letterature Straniere, indirizzo Esperto Linguistico d’Area per l’Economia. Oltre alla passione per lo
studio delle lingue straniere, coltiva un particolare interesse anche per la finanza, il marketing e la
comunicazione. Nella prova finale del percorso di laurea triennale mette infatti a confronto il
linguaggio della pubblicità nelle lingue italiana e spagnola. Nel successivo corso di studi specialistici
in Scienze Linguistiche-Management Internazionale, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore
di Milano, approfondisce in maniera specifica le tematiche del marketing e della Finanza. Si laurea
nel 2009 con il massimo dei voti con una tesi in Marketing intitolata Le strategie di marketing
bancario per i giovani: banche italiane e spagnole a confronto.
Durante la redazione di questa tesi inizia quello che è il suo attuale percorso lavorativo e formativo
come Gestore Famiglie, presso Intesa Sanpaolo: un’esperienza senz’altro utile e costruttiva, che
alimenta positivamente la sua attività di ricerca nell’ambito del Dipartimento di Marketing
Bancario di AISM.
7. AISM Associazione Italiana Marketing.
AISM, Associazione Italiana Marketing, è l'Associazione senza fini di lucro che per prima in Italia si
è impegnata a sviluppare la cultura e la professionalità del Marketing.
Fondata nel 1954 da Guglielmo Tagliacarne è diventata il punto di riferimento per Imprenditori,
Docenti Universitari, Manager, Consulenti e Ricercatori interessati al marketing professionale.
AISM è associata a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, ad ESOMAR The World
Association of Research Professionals, è membro della Consulta per le nuove professioni istituita
dal CNEL ed è socio fondatore di PIU’, Professioni Intellettuali Unite.
AISM organizza Corsi di Formazione, Seminari di aggiornamento e Workshop, Convegni ed Eventi,
che declinano la valenza scientifica e il contributo all’innovazione del marketing, esteso ai diversi
scenari professionali all’interno e all’esterno dell’Impresa.
Tra gli associati figurano protagonisti della cultura e dell’economia nazionale e multinazionale, in
rappresentanza dei diversi settori.
L’Associazione Italiana Marketing opera su tutto il territorio nazionale, finalizzando la sua attività
alle realtà locali con il supporto di Delegazioni Regionali.
I vari Dipartimenti di Studio dell’Associazione garantiscono la necessaria focalizzazione su
specifiche discipline del Marketing orientate alle imprese, ai manager e ai consulenti.
Il Dipartimento di Marketing Bancario, che cura la collana EISAKUO, nasce nel lontano 1970 con
la sigla di "Gruppo di Studio Marketing Bancario", e fin dalla sua fondazione è stato promotore di
numerosi Seminari, Convegni e Studi che avevano l'obiettivo di diffondere la disciplina del
Marketing anche all'interno delle istituzioni creditizie nazionali.
Nell'ambito dei suoi programmi annuali il Dipartimento propone una serie di iniziative volte a
realizzare un duplice obiettivo: ampliare ed aggiornare le conoscenze di Marketing Bancario dei
propri associati e rappresentare un punto di aggregazione per lo scambio ragionato di esperienze
specialistiche poste a fattor comune.
Tutte le iniziative sono accessibili ai soci AISM a seconda dei casi, a titolo gratuito o con consistenti
riduzioni sui prezzi al pubblico, e si sommano naturalmente a tutte le altre iniziative che
l'Associazione propone ai propri iscritti

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Come un maggior credito bancario può favorire la ripresa

  • 1. Collana EISAKUO n. 02/2012 La Banca del Territorio – I Nuovi Scenari Evolutivi
  • 2. Indice 1. Prefazione 2. Banche e territorio: le diverse strategie seguite in Italia dal mondo del credito cooperativo, dalle banche popolari e dai gruppi bancari nazionali ed internazionali. a cura di Gaia Tisci 3. Comunicare nel Territorio. a cura di Paolo Santo Romeo 4. Il business plan come supporto e strumento di accesso al credito per le PMI. a cura di Matteo Campana 5. Come un maggior credito bancario può favorire la ripresa economica. a cura di Lino Lunardi 6. Un ritorno al futuro: possibili scenari evolutivi delle banche del territorio. a cura di Giancarlo Cervino 7. Profilo autori 8. Presentazione AISM Associazione Italiana Marketing
  • 3. Prefazione Collana Eisakuo Il nome deriva dal greco e si può tradurre con la locuzione italiana “prestare attenzione”. La Collana raccoglie tutti gli Studi e Ricerche condotti dai membri del Dipartimento Marketing Bancario presentati nel corso di seminari con cadenza trimestrale. L’obiettivo principale è di approfondire e diffondere la Cultura del Marketing in ambito bancario e finanziario “prestando attenzione” agli attori principali: i clienti e gli operatori, piuttosto che al sistema creditizio nel suo complesso come struttura integrata di prestazione di servizi e vendita di prodotti. Responsabile editoriale della collana è il Dott. Giancarlo Cervino, Coordinatore del Dipartimento di Marketing Bancario di AISM Associazione Italiana Marketing. Tuttavia, tutti i contenuti espressi nelle pubblicazioni riflettono il pensiero dei singoli autori e non costituiscono opinioni o prese di posizione di AISM.
  • 4. “Come un maggior credito bancario può favorire la ripresa economica” a cura di Lino Lunardi Il presente lavoro vuole essere una riflessione, in alcuni punti tecnica su altri sintetica, di come una maggiore fiducia degli operatori creditizi può aiutare le imprese a sostenere ed espandere la loro attività. Numerosi interventi legislativi e altrettante iniziative ministeriali hanno introdotto interessanti opportunità fiscali e produttive le quali però, per essere concretamente attuate, necessitano, soprattutto nelle fasi iniziali delle start-up, anche del sostegno bancario. Quest’ultimo non va inteso necessariamente come ricorso all’erogazione di finanziamenti e mutui. Le imprese chiedono alle proprie banche, ad esempio, una conferma dei fidi in essere, o il loro aumento per sostenere le operazioni con l’estero, sconfinamenti tecnici, operazioni insomma legate ad esigenze quotidiane ed operative, che giorno dopo giorno consentano di far fronte agli impegni del calendario fiscale e contributivo, senza perdere l’opportunità di cogliere, come si vedrà nel proseguo, opportunità di studio e di sviluppo di nuove idee, progetti, prodotti. Le coordinate geografiche possono essere intercettate all’interno dei seguenti riferimenti normativi: D.L. 31 maggio 2010, n. 78 ["Decreto anticrisi"]; D.L. 6 dicembre 2011, n. 201 [ “Decreto Salva-Italia”] Legge 22 novembre 2011, n. 183 [ “Legge di stabilità”]; D.L. 24 gennaio 2012, n. 1 ["Decreto liberalizzazioni"]; D.L. 2 marzo 2012, n. 16 [“Decreto semplificazioni”]; modifiche apportate al “Testo Unico per le Imposte sui Redditi” (TUIR; DPR 22 dicembre 1086, n. 917). Mai come oggi “banca del territorio” è sinonimo di banca maggiormente attenta e sensibile alle esigenze di liquidità. In difficoltà non sono solo le aziende che investono in prodotti e mercati, ma anche, paradossalmente, quelle che realizzano opere pubbliche per conto di enti locali o che comunque vendono prodotti ed erogano servizi alla committenza pubblica (Pubblica Amministrazione - PA). Le note difficoltà che caratterizzano anche gli enti pubblici in questi anni, legate a nuovi meccanismi di ridistribuzione della finanza pubblica, si riversano inevitabilmente sulle imprese (private) loro fornitrici. Ritardi ed intoppi burocratici non consentono alle aziende di utilizzare nei tempi previsti il denaro ricevuto in prestito dalle banche. L’effetto moltiplicatore della “leva finanziaria” sull’incremento della redditività aziendale Gli esperti di analisi di bilancio e di controllo di gestione, conoscono bene l’effetto moltiplicatore (detto effetto di leva) generato dall’indebitamento aziendale sulla redditività del capitale proprio (ROE). Il tasso di redditività del capitale proprio (ROE) dipende: 1) dalla situazione economica dell’impresa espressa dalla “redditività operativa” (ROI), ovvero dal risultato (redditività) della gestione caratteristica; 2) dalla situazione finanziaria espressa dal “grado di indebitamento” o di leva (leverage); 3) dall’onerosità della gestione finanziaria e delle altre gestioni non caratteristiche espresse dal rapporto di incidenza. Mentre il ROI da una misura della “redditività pura”, senza considerare come l’azienda si sia finanziata, il ROE invece ne risulta influenzato. Tanto più l’azienda è indebitata, tanto più alto è l’indice di indebitamento, il quale esercita un effetto moltiplicatore (leva) della redditività operativa sulla redditività del capitale proprio ROE. Contemporaneamente però l’incidenza degli interessi passivi esercita un effetto riduttivo tanto maggiore quanto più elevato è
  • 5. l’indebitamento. Con un certo ROI, la redditività aziendale ROE risente dell’influenza opposta di due effetti: - quello moltiplicatore delle leva finanziaria, e - quello riduttivo dell’incidenza della gestione non caratteristica, ed il suo andamento dipenderà da quale dei due fenomeni prevarrà sull’altro. E’ evidente che il ROE aumenta se il ROI è superiore al costo dei finanziamenti esterni (es. bancari), cioè la redditività aziendale migliora se gli utili operativi prodotti dai nuovi investimenti sono superiori agli interessi passivi che si devono pagare per procurarsi i mezzi finanziari. Una volta ottenuti i finanziamenti esterni, questi devono essere remunerati in misura prestabilita (interessi passivi) e rimborsati alle scadenze pattuite. ROE = ( Utile d’esercizio / Capitale proprio ) = [ A x B x C ] : A - ROI = ( Reddito operativo gestione caratteristica / Totale attività investite ) B - Indice di indebitamento (leva) = ( Totale attività investite / Capitale proprio ) C - Incidenza degli oneri finanziari = ( Utile d’esercizio / Reddito operativo gestione caratteristica ) Indeducibilità fiscale degli interessi bancari Dal 2008, e precisamente dalla Legge n. 244/2007 (Finanziaria 2008), gli interessi passivi sono deducibili fiscalmente fino a concorrenza degli interessi attivi. La quota eccedente si può dedurre fiscalmente in misura pari (e non superiore) al 30% del cd. Margine Operativo Lordo della gestione caratteristica (ROL), ovvero della differenza tra il Valore ed i Costi della Produzione [lett. a) e b) dell’art. 2425 C.C.]. A prevederlo sono gli articoli 61 del TUIR, per le imprese individuali e le società di persone, e l’art. 96, per le società di capitali. L’effetto leva positivo sul ROE, del capitale concesso a prestito dalle banche, se da un lato comporta maggiori oneri finanziari, che in parte potrebbero essere indeducibili, dall’altro consente di aumentare il ROL e quindi la deducibilità fiscale della leva finanziaria stessa, con contenimento dell’impatto fiscale sul maggior reddito prodotto dall’azienda grazie anche al maggior sostegno bancario ricevuto. Una stretta sulle erogazioni oggi, o una revisione delle condizioni bancarie, potrebbe penalizzare le imprese che hanno fatto un ricorso importante all’aiuto bancario nel passato, in quanto, alla luce di queste norme fiscali penalizzanti, si trovano ad avere Margini Operativi lordi della gestione caratteristica contratti ed una conseguente indeducibilità fiscale di una parte dei costi (oneri finanziari), con conseguente aumento della tassazione sul medesimo utile civilistico. Il nuovo regime contabile e fiscale dei contribuenti minimi L'art. 27 del DL n. 98/2011 (“Manovra correttiva 2011") ha modificato i requisiti d'accesso al regime agevolato dei contribuenti minimi, introducendo il nuovo regime cd. "degli ex minimi". Dal 01.01.2012, tale regime trova applicazione per un periodo massimo di 5 anni, se il contribuente ha più di 35 anni, o superiore a 5 anni, se il contribuente ha meno di 35 anni di età (in tal caso il regime trova applicazione fino al periodo d’imposta in cui è compiuto il 35° anno). Si caratterizza e distingue rispetto agli altri regimi contabili, oltre che per il riferimento all’età anagrafica del titolare, e per il fatto che il fatturato annuo non deve eccedere l’importo di euro 30.000, anche e soprattutto perché il reddito conseguito viene tassato con un’imposta sostitutiva (di Irpef, Irap, Iva) del 5%. L’impatto fiscale estremamente contenuto e favorevole, unitamente ad altre agevolazioni e semplificazioni amministrative e contabili che caratterizzano tale regime, fanno dello stesso una modalità di esercizio dell’attività ideale soprattutto per i giovani che vogliono intraprendere una nuova esperienza imprenditoriale o professionale.
  • 6. La nuova Società Semplificata a Responsabilità Limitata (SSRL) per i giovani di età inferiore a 35 anni Il “Decreto liberalizzazioni” ha introdotto nel Codice Civile il nuovo art. 2463-bis, in base al quale due o più persone, di età inferiore a 35 anni, possono costituire una Società a Responsabilità Limitata con capitale sociale (simbolico) di 1 (uno) euro. Un’opportunità per i giovani interessati ad iniziare un’attività per sviluppare, ad esempio, un’idea innovativa, grazie anche ai contributi recentemente stanziati per lo sviluppo di brevetti e del design stanziati dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Un capitale sociale di 1 euro è senza dubbio un ottimo incentivo, rispetto al Capitale Sociale di euro 10.000,0, previsto dal Codice Civile per la costituzione di una SRL tradizionale: una spinta sicuramente importante ma che può non essere sufficiente per intraprendere una nuova attività. A volte un business plan ben sviluppato, un’idea brillante, un progetto innovativo, le capacità e la preparazione degli ideatori, sono ingredienti sottovalutati e sottostimati rispetto alle garanzie personali finanziarie ed immobiliari disponibili per chiedere ed ottenere un supporto creditizio per l’acquisto dei mezzi necessari per intraprendere l’attività (macchinari, attrezzature, ufficio, personale). Nelle Regioni a Statuto autonomo, i giovani possono contare su contributi regionali ad hoc, stanziati per singoli settori o specifiche attività. Nelle altre Regioni, rimangono invece disponibili i bandi nazionali ed il supporto bancario. Società tra professionisti (Stp) La “Legge di Stabilità” ha introdotto, all’art. 10, la possibilità di costituire, dal 1 gennaio 2012, società che abbiano per oggetto l’esercizio di attività professionali. La norma introduttiva della Stp è estremamente stringata e molti sono i nodi ancora da sciogliere sul versante, ad esempio, delle responsabilità professionali per danni provocati al cliente e delle procedure concorsuali. Gli aspetti salienti saranno infatti disciplinati da un apposito decreto ministeriale attuativo da emanare entro il 14.05.2012. Innanzi ad una Stp, le banche avranno tuttavia maggiori garanzie, in quanto sono dotate di un Capitale Sociale minimo sia alla costituzione che durante la loro esistenza (10.000 euro per le SRL e 120.000 euro per la SPA). Inoltre le clausole di governance quali, ad esempio, l’ amministrazione, la gestione, l’ingresso e l’uscita di nuovi soci, di distribuzione degli utili e legate alle formalità del deposito annuale del bilancio, sono pre-stabilite da statuto, dando maggiore trasparenza e conoscibilità delle regole a disposizione dei soci per intervenire ed influire sulla gestione societaria. Nuove forme di aggregazione imprenditoriale: la Rete di Imprese (RI) La crisi economica e le difficoltà finanziarie accelerano i processi di aggregazione, volti a ricercare alleanze per partecipare a bandi di gara, ottenere fondi pubblici, condividere attività di comunicazione e di know how, gestire risorse umane, acquistare macchinari, condividere spazi ed attrezzature, ma anche e soprattutto per accedere al mercato creditizio ed aspirare a nuove opportunità d’investimento e finanziamento. Interessanti alternative ai consorzi e alle cooperative, si stanno facendo sempre più spazio sulla scena imprenditoriale, apprezzati per il vantaggio di una forma giuridica più leggera, le Associazioni Temporanee di Scopo (ATS), i Raggruppamenti Temporanei d’Impresa (RTI) e le Reti d’Imprese (RI – contratti di rete). Quest’ultimo, in particolare, è un nuovo strumento giuridico che consente ad ogni azienda di realizzare in modo semplice un progetto comune con altre imprese, usufruendo di una serie di agevolazioni di carattere fiscale e nell’accesso al credito ordinario e agevolato. Previsto dalla Legge n. 33/2009, ha ricevuto nuovo impulso con l’art. 42 del “Decreto-Anticrisi” (Legge n. 122/2010), prevedendo la possibilità di stipulare convenzioni particolari e dedicate con l'Associazione Bancaria Italiana. Le imprese che registrano difficoltà nel reperire le risorse per investire, unendosi in rete diventano più competitive, in grado quindi di ottenere condizioni migliori dal circuito bancario, in quanto destinatarie di appositi modelli di rating e di condizioni di accesso al credito privilegiate e specifiche studiate appositamente per le reti d’imprese.
  • 7. Nella ricerca di sinergia per il tramite di questa tipologia di aggregazione, in presenza di due o più imprese che si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche al fine di accrescere la reciproca capacità innovativa e competitiva sul mercato (con la possibilità di istituire un organo amministrativo ed un fondo patrimoniale comune), si applica la detassazione del reddito reinvestito ed accantonare al fondo patrimoniale comune o al patrimonio “destinato” ad uno specifico affare, per realizzare entro l’esercizio successivo il programma di investimenti programmati dalla RI: costruzione di un nuovo magazzino, acquisto di un nuovo macchinario, l’assunzione di un operaio specializzato piuttosto che ricorrere ad un soggetto esterno all’impresa, finanziare il deposito di un brevetto. La circolare del Ministero delle Finanze n. 15/E del 14 aprile 2011 prevede infatti che, fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2012, la quota dei profitti che sarà destinata al fondo patrimoniale comune o al patrimonio destinato alla realizzazione entro l’anno successivo degli investimenti previsti dal contratto di rete (se accantonata ad apposita riserva) non concorrerà subito alla formazione del reddito ma solo nell’esercizio in cui la riserva sarà utilizzata, L’ammontare massimo di utili d’esercizio non tassabili, viene stabilito annualmente entro i limiti di stanziamento dell’ammontare dei fondi pubblici previsti e destinati ad agevolare tali tipologie di contratti. Una soluzione concreta alla stretta creditizia adottabile dalle “banche del territorio” è rappresentata, proprio con riferimento alla reti d’imprese o ai distretti, dal cd. bond di distretto, ovvero il collocamento presso la clientela retail di un’obbligazione a tasso fisso e la messa a disposizione dell’importo, raccolto con tale prestito obbligazionario, per le imprese locali. Interessante l’esempio fornito dal bond di distretto realizzato recentemente grazie ad una partnership tra l’Unione Industriali di Varese e Ubi-Banca Popolare di Bergamo. Sostegno all’internazionalizzazione: l’esempio di Bank of China Le imprese che puntano all’export o che hanno sedi in Cina, posso contare oggi su un inedito servizio offerto dalle filiali italiane di Bank of China e di ICBC, ovvero sulla tenuta di conti correnti in renminbi (la valuta cinese). Le piccole e medie imprese italiane, che fatturano in renminbi, possono così assicurarsi maggiormente sul rischio cambi, tramite una valida alternativa al dollaro. Inoltre, ai conti correnti gestiti in valuta cinese (yuan), Bank of China e ICBC, in parallelo forniscono altri servizi, dalle rimesse al trade finance, dal conto deposito multi valuta a forme di investimento in fondi obbligazionari della piazza di Pechino. Questi conti fanno da ponte non solo verso l’economia cinese ma anche verso altri paesi del lontano oriente. Rientro dei “cervelli in fuga all’estero” Ai fini delle imposte sui redditi è escluso dalla formazione del reddito di lavoro dipendente o autonomo il 90% degli emolumenti percepiti dai docenti e dai ricercatori che, in possesso di titolo di studio universitario o equiparato, e non occasionalmente residenti all'estero, abbiano svolto documentata attività di ricerca o docenza all'estero presso centri di ricerca pubblici o privati o università per almeno due anni continuativi e che vengono a svolgere la loro attività in Italia, acquisendo conseguentemente la residenza fiscale nel territorio dello Stato. Tali disposizioni si applicano a decorrere già dal 1° gennaio 2011, e riguardano il periodo d'imposta in cui il ricercatore diviene fiscalmente residente nel territorio dello Stato e i due periodi d'imposta successivi, sempre che permanga la residenza fiscale in Italia. Regime fiscale di attrazione europea: un’opportunità per gli operatori europei con iniziative economiche in Italia
  • 8. Alle imprese residenti in uno Stato membro dell'Unione europea diverso dall'Italia che intraprendono in Italia nuove attività economiche, nonché ai loro dipendenti e collaboratori, per un periodo di tre anni, si può applicare, in alternativa alla normativa tributaria statale italiana, la normativa tributaria statale vigente in uno degli Stati membri dell'Unione europea. A tal fine, l’impresa estera deve rivolgere apposita istanza (interpello) al Ministero dell’Economia e delle Finanze per verificare e concordare la fattibilità e le modalità di riconoscimento di tale applicazione normativa. Si tratta di una previsione i cui dettagli applicativi e le disposizioni attuative saranno oggetto di un apposito decreto ministeriale, ma che risulta sufficiente per individuare una nuova ed innovativa opportunità di investimento per il territorio italiano oltre che di business per gli enti creditizi territoriali che sapranno individuare appositi strumenti di finanziamento appositamente dedicati a tale tipologia di operatori. Aiuto alla Crescita Economica (ACE) Utilizzando una lusinghiera ed eloquente terminologia, il “Decreto Salva-Italia”, all’art. 1, ha previsto un’agevolazione fiscale per le imprese che ricapitalizzano: il maggior reddito prodotto e non distribuito consentirà all’impresa di beneficiare a sua volta di un risparmio fiscale derivante dall’agevolazione ACE. Tale incentivo è utilizzabile dalle imprese già per il periodo d’imposta 2011. Tutte le imprese, individuali o società, in contabilità ordinaria, in sede di dichiarazione annuale dei redditi, possono così usufruire di un abbattimento del reddito pari ad un importo corrispondente al 3% dell’incremento del patrimonio netto dell’impresa rispetto a quello esistente al 31.12 dell’anno precedente. In tale conteggio vengono sommati anche eventuali finanziamenti concessi dai soci alla società, che non vengono restituiti al socio stesso, e sottratte eventuali distribuzioni di utili ai soci. Risponde alla necessità di maggiore patrimonializzazione, a sua volta fattore di successo nella richiesta e concessione del credito, e rappresenta una garanzia per le banche nel processo di concessione di finanziamenti alle imprese, le quali ri-utilizzano tale agevolazione fiscale per incrementare il processo di ricapitalizzazione. Anche se la percentuale del 3%, prevista per il primo triennio di applicazione, consente di conteggiare un’agevolazione contenuta rispetto ad un reddito/incremento importante, la chiave di lettura di tale agevolazione vuole essere, anche in questo caso, un sostegno alle imprese produttrici di risultati di esercizio positivi consentendo loro di conseguire ulteriori benefici ottenibili anche dal combinato disposto delle numerose e trasversali norme richiamate nel presente lavoro. Contributi ministeriali per lo sviluppo e la tutela della proprietà industriale ed intellettuale Dal 2 novembre 2011 il Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) ha messo a disposizione 40 milioni di euro a fondo perduto per premiare le imprese che investono su design ed innovazione, tramite due bandi, Brevetti+ e Design+, che possono essere utilizzati separatamente o congiuntamente da micro, piccole e medie imprese. Brevetti+ rappresenta un incentivo (premio in denaro) per aumentare il numero dei depositi nazionali ed internazionali di brevetti e disegni. L’entità del contributo varia dai 1.500 euro, per ogni deposito nazionale, ai 6.000 euro, a seconda del numero di Paesi per i quali si richiede l’estensione della registrazione. Ulteriori contributi sono previsti nel caso di deposito brevettuale per gli Stati Uniti e i paesi aderenti al BRIC (Brasile, Russia, India, Cina). Di maggiore interesse invece l’agevolazione Design+, volta a sostenere la valorizzazione economica dei brevetti e del design, in quanto finanzia i servizi necessari a portare sul mercato prodotti nuovi. Il contributo erogato può essere pari all’80% delle spese ammissibili fino ad un tetto massimo di 70.000 euro, per i brevetti, e di 80.000 euro, per il design. La domanda va corredata da un business plan (project plan), volto ad illustrare tempistiche, preventivi ed obiettivi raggiungibili nel lungo periodo.
  • 9. Le imprese che individuano in questi due bandi, detti “gemelli”, un’opportunità per la diffusione dei propri prodotti nel mercato e di tutela delle proprie idee (proprietà intellettuale), dovranno prima anticipare i costi di sviluppo e di relativa registrazione, prima di poter eventualmente beneficiare del contributo ministeriale, previsto fino ad esaurimento del monte fondi stanziato. Opportunità per il ricambio generazionale: il “patto di famiglia” Introdotto nel 2006, è il contratto con cui l’imprenditore trasferisce in tutto o in parte la proprietà dell’azienda e il titolare di partecipazione societaria trasferisce le proprie quote a uno o più dei suoi discendenti. Consente di realizzare una successione anticipata dell’azienda e rappresenta uno strumento utile in chiave di passaggio generazionale dell’azienda di famiglia. Il trasferimento da parte dell’imprenditore, a favore del discendente reputato più capace in ottica gestoria, dell’azienda o di tutte o parte delle quote societarie, non è soggetto all’imposta di donazione e successione. Rappresenta un’operazione neutra fiscalmente (cioè non costituisce realizzo di plusvalenza) per dante causa e beneficiario, se presa in carico da quest’ultimo ai medesimi valori contabili e fiscali. Se l’azienda comprende degli immobili, le relative formalità di trascrizione e voltura catastale sono esenti dalle imposte ipotecaria e catastale. Il trattamento fiscale agevolato riconosciuto a tale atto a titolo gratuito, regola i passaggi in linea retta dell’azienda ma, intervenendo solo sugli assetti proprietari, non consente di disciplinarne altrettanto adeguatamente l’amministrazione. In momenti di contrazione delle liquidità aziendali e personali, ad esempio perché già confluite in passato all’interno dell’azienda, l’obbligo di pagamento del corrispettivo da parte dell’assegnatario, a liquidazione degli altri partecipanti al contratto (i discendenti esclusi), costituisce un ostacolo pratico alla sua applicazione. Con il nuovo art. 768-bis del C.C., il patto di famiglia consente all’imprenditore il passaggio dell’azienda al figlio, con liquidazione direttamente da parte del padre stesso agli altri eredi della loro quota di legittima. Un maggiore sensibilità del settore bancario anche a tali problematiche, e soprattutto a tali soluzioni, eviterebbe all’imprenditore di ricorrere a finanziamenti personali per finanziare la propria azienda, dandogli la possibilità di perseguire altri obiettivi, altrettanto importanti per il suo sviluppo futuro, ovvero il passaggio di testimone. Tale tipologia di passaggio generazionale dell’azienda, per il fatto che avviene già quando i suoi fondatori sono ancora in vita, e che di fatto è rivolta all’erede dotato di maggiori garanzie di continuità e affidabilità della gestione, rappresenta un’ulteriore garanzia anche per le banche, di continuità del progetto produttivo e del disegno imprenditoriale. Ogni anno sono tuttavia numerose le agevolazioni fiscali introdotte a sostegno degli investimenti in specifici settori di attività o categorie produttive. Si ricorda, per il passato, a titolo esemplificativo, la Tremonti-ter (art. 5 DL 1.7.2009 n. 78) e la Tremonti-tessile (art. 4 D.L. 40/2010), che prevedevano il sostenimento anticipato di spese da parte delle imprese, per l’acquisto di nuovi macchinari e nuove attrezzature o di spese per lo studio e lo sviluppo di idee e progetti. In sede di dichiarazione fiscale annuale, l’impresa beneficiava poi di agevolazioni fiscali in diminuzione delle imposte da pagare per l’esercizio di sostenimento delle spese stesse. Opportunità d’investimento a disposizione delle persone fisiche Dal 1° gennaio 2012 la detrazione fiscale del 36% diviene un onere detraibile con beneficio stabile ovvero sempre possibile per i lavori di recupero edilizio effettuati dai contribuenti detentori di immobili, senza necessità di annuali proroghe legislative. Il “Decreto Salva-Italia” ha introdotto il nuovo art. 16-bis del TUIR, il quale prevede la detrazione dall’IREPF del 36% delle spese sostenute per la ristrutturazione e recupero di un immobile residenziale, fino ad un massimo di euro 48.000 per unità immobiliare oggetto dell’intervento.
  • 10. Confermata dal “Decreto Salva-Italia”, almeno fino al 31.12.2012, anche la possibilità di usufruire della detrazione fiscale del 55% sulle spese sostenute per il risparmio energetico (es. finestre, coibentazioni, pannelli solari, caldaie ad alta efficienza, etc). Dal 1° gennaio 2013 tali opere, legate all’efficienza energetica, molto probabilmente saranno incluse nella storica agevolazione del 36% sui lavori di recupero/ristrutturazione edilizia. Salvo un’ulteriore proroga del 55%, a causa della prevedibile pressione da parte degli operatori economici interessati, il 2012 sembra essere davvero l’ultimo anno per beneficiare di questa importante agevolazione fiscale che, fin dalla sua introduzione, ha sia trainato molte imprese tradizionali del comparto edilizio che favorito la nascita di nuovi operatori economici. Fino al 30.06.2012 è possibile rideterminare (rivalutare) il costo di acquisto (valore fiscale) di terreni edificabili, terreni agricoli e partecipazioni in società, posseduti al 01.07.2011 da parte di persone fisiche. Entro tale data è necessario far redigere e asseverare una perizia di stima della quota societaria o del terreno e versare un’imposta sostitutiva del 2% o 4% del valore periziato. Tale rivalutazione agevolata, consentirà di contenere notevolmente, o addirittura di azzerare, la tassazione futura al momento della cessione, da parte della persona fisica, del terreno o della quota societaria posseduta. Il pagamento dell’imposta sostitutiva agevolata entro il 30.06.2012, evita una maggiore tassazione futura, pari all’imposta IRPEF, con aliquote progressive per scaglioni di reddito dal 23% al 43%. Di fatto, un incentivo alle compravendite immobiliari o di quote di società, in particolare nei casi in cui le stesse sono state finora bloccate proprio per il pesante impatto fiscale di una loro eventuale cessione. Da una lettura in negativo del titolo del presente contributo, si possono fare altresì alcune riflessioni su “come un MINOR credito bancario aumenterà la RECESSIONE economica”. Nuovi stringenti e concatenati vincoli amministrativi e burocratici I ritardi nel pagamento da parte della clientela e sempre più spesso anche da parte della Pubblica Amministrazione (PA), non consentono alle imprese di disporre della liquidità necessaria per il pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dei titolari e/o dei loro dipendenti. Questo blocca l’emissione con esito positivo, da parte dell’Inps e dell’Inail, del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC). L’esito negativo di tale certificazione penalizza soprattutto le imprese del comparto edilizio, impossibilitate così a partecipare a gare pubbliche e appalti ma anche ad ottenere nuove commesse o concludere i cantieri in corso. La situazione diviene paradossale quando è la stessa PA a bloccare i pagamenti alle imprese fornitrici in quanto queste ultime, a loro volta, non sono in regola con il proprio DURC . Ad aggravare la situazione del mercato, con un effetto domino, dal 2011 è stato introdotto il divieto per contribuenti ed imprese di utilizzare crediti tributari (in compensazione di debiti tributari) in presenza di cartelle esattoriali aventi un ruolo superiore ad euro 1.500. E’ il caso tipico delle imprese esportatrici o di quelle legate al settore edilizio, caratterizzate da acquisti con aliquota Iva del 21% e vendite con aliquote Iva del 10% e/o del 4%, strutturalmente quindi sempre a credito di Iva nei confronti dell’Erario. La combinazione di questi due vincoli può essere paralizzante soprattutto per le piccole e medie realtà imprenditoriali, impossibilitate ad utilizzare tale credito Iva in momenti in cui, a causa di una momentanea mancanza di liquidità, per esempio collegata ad inattesi insoluti da parte della clientela, non sono nel breve periodo in grado di pagare i contributi previdenziali. Trasferimento della sede legale all’estero: la sospensione dalla exit tax Il nuovo articolo 166 TUIR, ha introdotto la possibilità per le imprese che, trasferendo all’estero la residenza, perdono la residenza fiscale in Italia, di chiedere la sospensione della tassazione (nota come exit tax) su tale operazione di trasferimento. Quest’ultima, fino a 24.01.2012, data di entrata in vigore del nuovo art. 166, costituiva un fatto fiscalmente rilevante per il fisco italiano il quale imponeva a tassazione, a valori di mercato, il complesso di beni aziendali che varcava i confini nazionali per il trasferimento, come se si tratta di una cessione di azienda. La logica sottostante a questo meccanismo fiscale, consisteva nel fatto che, per il fisco italiano, il
  • 11. trasferimento all’estero di un’impresa, avrebbe fatto perdere le tracce di tale operatore al momento di una futura potenziale cessione avvenuta oltre confine. Quindi l’amministrazione finanziaria preferiva tassare subito all’uscita. Ora non più ed il legislatore, nel predisporre il testo normativo, ha incluso anche, per la prima volta, il rinvio in conformità ai principi sanciti a livello giurisprudenziale dalla Corte di Giustizia Europea (Sentenza ECJ 29 novembre 2011, Causa C-371/10). In tal senso, la nuova norma fiscale citata può sostenere ed incentivare la delocalizzazione di realtà imprenditoriali che non trovano in Italia un adeguato sostegno finanziario. Di fronte a questi fenomeni, in assenza di un cambio di rotta nella contrazione delle linee di credito, privando il sistema delle piccole imprese di un sostegno tradizionale fondamentale , il risultano non potrà che essere che gli utili (margini) reddituali aziendali saranno girati alle banche, per poter continuare ad utilizzare gli affidamenti in corso. Al di là dell’importante recente accordo tra l’ABI e la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che mette a disposizione delle banche circa 10 miliardi per sostenere le PMI, di cui 2 da utilizzare per sbloccare i crediti che le imprese vantano verso la PA, tale iniziativa rimane una convenzione isolata in un unico grande evento, quanto dovrebbe rappresentare invece una possibilità anche per altre banche del territorio. Alcuni strumenti pragmatici non risolvono il problema del credit crunch ma danno un aiuto significativo in un periodo storico in cui la mancanza di finanziamenti alimenta ad un circolo vizioso di effetti negativi. Il dialogo sincero banca-impresa su queste opportunità raggiungerebbe il doppio obiettivo di: - rafforzare il modello di banca commerciale sul territorio, e - consentire ad imprese e famiglie di far fronte alle spese circolanti. * * *
  • 12. Profilo autori. Matteo Campana 35 anni, di origine vicentina. Opera nel mercato come consulente, formatore, libero ricercatore oltre che partecipare alla vita delle imprese nel settore marketing e comunicazione attraverso l’acquisizione di quote sociali. Laureato in Economia Aziendale presso l’Ateneo Ca’ Foscari di Venezia, con specializzazione in Management e Marketing, ha partecipato ad alcuni master e corsi di specializzazione internazionali presso prestigiosi istituti di formazione confrontandosi con docenti di primario livello. Sempre in fermento per l’avvio e lo sviluppo di progetti innovativi, assume incarichi da parte di aziende, associazioni di rappresentanza e categoria, consorzi, organizzazioni, Istituti ed Enti. Si occupa di progetti di marketing e campagne di comunicazione curandone progettazione, strategia, pianificazione, coordinamento, creatività, controllo e metrica, riscuotendo validi consensi, specialmente in equipe con altri professionisti e strutture di filiera, dando un contributo specialistico e puntuale. Negli ultimi anni ha operato nell’ambito del marketing declinato negli eventi, cultura, sport, turismo, agroalimentare, territorio, urbano e neuromarketing, oltre che approfondire aspetti di strategia basati sull’etica e sull’applicazione della materia nelle PMI. È nel consiglio di AISM Associazione Italiana Marketing da più di un mandato e si è occupato della ristrutturazione dei costi oltre che a dare contributi per nuove strategie di ricavo per l’Associazione. Giancarlo Cervino classe 1967, Consigliere AISM – Associazione Italiana Marketing dal 1988. In passato è stato varie volte Consigliere, Tesoriere e Vicepresidente Vicario. Attualmente ricopre la carica di Consigliere e Coordinatore del Dipartimento di Marketing Bancario. Dottore Commercialista in Roma, Expert Comptable a Lussemburgo e Giornalista pubblicista in Roma, dirige un centro studi in Svizzera ed una società di consulenza industriale in Austria. Da circa 20 anni si occupa delle problematiche di marketing collegate al mondo bancario ed agli studi professionali. Lino Lunardi Dottore commercialista e revisore contabile in Milano, Padova e Vicenza. Partner dello Studio LUNARDI & FIORESE si occupa in particolare di gestioni patrimoniali famigliari ed individuali e di assistenza alle aziende nei processi di internazionalizzazione. Cultore della materia presso il Dipartimento di diritto tributario comunitario ed internazionale dell’Università degli Studi di Padova. Conciliatore e arbitro presso la Camera di Commercio e la Camera Arbitrale Patavina di Padova. Membro dell’International Fiscal Association (IFA). Relatore in numerosi corsi e seminari in Italia e all’estero su tematiche legate alla fiscalità nazionale ed internazionale, è specializzano nella tassazione di intangible assets e cost sharing agreements nell’ambito della tassazione dei servizi intercompany. E’ autore di alcuni articoli in tema di rimborsi Iva comunitari, frodi carosello e tassazione immobiliare, pubblicati in Rivista di diritto tributario (Giuffrè ed.).
  • 13. Paolo Santo Romeo Nasce come figura prettamente informatica ed associa al profilo informatico le competenze acquisite negli studi economico-bancari e quelle legate alla passione per la comunicazione. Ciò gli consente nella prima metà degli anni ’90 di sviluppare, presso il Controllo di Gestione, un prototipo di strumento per la definizione del budget annuale interattivo. Appassionato di multimedialità e strategie di comunicazione si occupa, nel Marketing di “Internet e Reti Civiche. Sviluppa nella prima metà degli anni 2000 progetti di costruzione di community con stakeholder aziendali e successivamente si dedica di progetti comuni fra reti civiche e banche rivolti alle associazioni non profit e alle Piccole e Medie imprese sperimentando due progetti di community specifici per il target “dipendenti”. Dalle esperienze accumulato e dalle considerazioni tratte nasce prima la tesi sulla comunicazione in particolare per quanto riguarda il mondo delle professioni. Aderisce ad AISM ed a TP. In AISM propone, nell’ambito del rinato Dipartimento Bancario, una propria visione di banca del futuro strettamente legata alle comunità locali, alla storia e all’organizzazione economico-sociale del territorio. Gaia Tisci nata a Milano nel 1984. Dopo il diploma si trasferisce a Bologna per gli studi di Lingue e Letterature Straniere, indirizzo Esperto Linguistico d’Area per l’Economia. Oltre alla passione per lo studio delle lingue straniere, coltiva un particolare interesse anche per la finanza, il marketing e la comunicazione. Nella prova finale del percorso di laurea triennale mette infatti a confronto il linguaggio della pubblicità nelle lingue italiana e spagnola. Nel successivo corso di studi specialistici in Scienze Linguistiche-Management Internazionale, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, approfondisce in maniera specifica le tematiche del marketing e della Finanza. Si laurea nel 2009 con il massimo dei voti con una tesi in Marketing intitolata Le strategie di marketing bancario per i giovani: banche italiane e spagnole a confronto. Durante la redazione di questa tesi inizia quello che è il suo attuale percorso lavorativo e formativo come Gestore Famiglie, presso Intesa Sanpaolo: un’esperienza senz’altro utile e costruttiva, che alimenta positivamente la sua attività di ricerca nell’ambito del Dipartimento di Marketing Bancario di AISM.
  • 14. 7. AISM Associazione Italiana Marketing. AISM, Associazione Italiana Marketing, è l'Associazione senza fini di lucro che per prima in Italia si è impegnata a sviluppare la cultura e la professionalità del Marketing. Fondata nel 1954 da Guglielmo Tagliacarne è diventata il punto di riferimento per Imprenditori, Docenti Universitari, Manager, Consulenti e Ricercatori interessati al marketing professionale. AISM è associata a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, ad ESOMAR The World Association of Research Professionals, è membro della Consulta per le nuove professioni istituita dal CNEL ed è socio fondatore di PIU’, Professioni Intellettuali Unite. AISM organizza Corsi di Formazione, Seminari di aggiornamento e Workshop, Convegni ed Eventi, che declinano la valenza scientifica e il contributo all’innovazione del marketing, esteso ai diversi scenari professionali all’interno e all’esterno dell’Impresa. Tra gli associati figurano protagonisti della cultura e dell’economia nazionale e multinazionale, in rappresentanza dei diversi settori. L’Associazione Italiana Marketing opera su tutto il territorio nazionale, finalizzando la sua attività alle realtà locali con il supporto di Delegazioni Regionali. I vari Dipartimenti di Studio dell’Associazione garantiscono la necessaria focalizzazione su specifiche discipline del Marketing orientate alle imprese, ai manager e ai consulenti. Il Dipartimento di Marketing Bancario, che cura la collana EISAKUO, nasce nel lontano 1970 con la sigla di "Gruppo di Studio Marketing Bancario", e fin dalla sua fondazione è stato promotore di numerosi Seminari, Convegni e Studi che avevano l'obiettivo di diffondere la disciplina del Marketing anche all'interno delle istituzioni creditizie nazionali. Nell'ambito dei suoi programmi annuali il Dipartimento propone una serie di iniziative volte a realizzare un duplice obiettivo: ampliare ed aggiornare le conoscenze di Marketing Bancario dei propri associati e rappresentare un punto di aggregazione per lo scambio ragionato di esperienze specialistiche poste a fattor comune. Tutte le iniziative sono accessibili ai soci AISM a seconda dei casi, a titolo gratuito o con consistenti riduzioni sui prezzi al pubblico, e si sommano naturalmente a tutte le altre iniziative che l'Associazione propone ai propri iscritti