2. Masaccio
Fu uno degli iniziatori del Rinascimento a Firenze, rinnovando la
pittura secondo una nuova visione rigorosa, che rifiutava gli
eccessi decorativi e l'artificiosità dello stile allora dominante, il
gotico internazionale. Partendo dalla sintesi volumetrica di Giotto,
inserì le sue «figure vivissime e con bella prontezza a la
similitudine del vero» (Vasari) in architetture e paesaggi credibili,
modellandole attraverso l'uso del chiaroscuro.
Bernard Berenson(1) disse di lui «Giotto rinato, che ripiglia il lavoro
al punto dove la morte lo fermò».
Data di nascita: 21 Dicembre 1401
Data di morte: Giugno 1428 (a 26 anni)
(1) uno storico d’arte statunitense.
3. La storia dell’affresco
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La Trinità è un affresco (317x667cm) di
Masaccio, conservato nella terza campata della
navata sinistra della Basilica di Santa Maria
Novella a Firenze, databile tra il 1425 e il 1428.
E’ ritenuta una delle opere fondamentali per
la nascita del Rinascimento italiano.
Nessun documento scritto attesta la data
esatta di esecuzione del dipinto e l'identità del
committente, nonostante sia raffigurato con la
moglie ai piedi del dipinto.
L'affresco si trova in posizione asimmetrica
nella campata, esattamente davanti alla porta
che conduceva al cimitero della Basilica. Il
dogma della Trinità era dopotutto un tema di
importanza fondamentale per i domenicani,
proprietari della chiesa, come testimonia la
posizione di rilievo dell'affresco all'interno
della navata.
Santa Maria Novella a Firenze
4. …segue «La storia dell’affresco»
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La progettazione dell'opera dovette richiedere parecchi mesi, con un preciso calcolo delle proporzioni che necessita
la parziale chiusura della finestra sulla parete per guadagnare altezza.
Lo stato di conservazione dell'opera mostra ampiamente i segni dell'usura derivanti dal tempo. L'opera infatti si è
fortunatamente conservata sino a noi grazie al genio di Giorgio Vasari. Egli, incaricato di smontare il tramezzo nelle
vicinanze del quale l'opera era collocata, non trovando altro luogo dove conservarla all'interno della chiesa (poiché
ne riconosceva l'immenso valore storico artistico), decise di nasconderla dietro ad un nuovo altare. In questo modo
quest'opera si è preservata quasi intatta.
Riscoperto solo nel 1860 per la rimozione di un dipinto in un altare laterale, l'affresco della Trinità fu trasportato a
massello(2) e spostato sulla controfacciata della chiesa. Nel 1952 si decise di risistemare l'affresco nella sua
collocazione originale.
Un ulteriore restauro eseguito tra il 1999 ed il 2001 ha consentito un importante, anche se parziale, recupero delle
tonalità originali dell'affresco.
(2) cioè tagliando anche lo spessore di muro su cui era dipinta.
5. Descrizione dell’opera
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Il soggetto principale raffigurato è costituito dalle figure
della Trinità, disposte secondo il modello iconografico
chiamato "Trono di Grazia"(3), con il Padre che regge la
croce del Figlio, che si diffuse nella pittura fiorentina alla
fine del XIV secolo.
Di solito nel "Trono di Grazia" Dio era seduto in trono,
per evocare il tema del Giudizio che segue la
Resurrezione; in questo caso invece Dio Padre è
raffigurato in piedi.
La figura del Padre, pur sembrando gigantesca per un
effetto illusorio, non ha tuttavia una statura superiore a
quella del Figlio, ma uguale.
(3) l’idea della Trinità come entità unica
3
6. …segue «Descrizione dell’opera»
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Le figure sono disposte in due gruppi
idealmente diversi.
Il primo gruppo, caratterizzato dal 3,
è formato dalle tre Persone della
Trinità e coincide con l’asse di
simmetria centrale dell’opera, che
sta ad indicare l’asse sacro dell’opera,
l’elevazione.
Il secondo gruppo, caratterizzato dal 4,
è tutto umano ed è formato dalle
quattro figure dei due santi e dei due
oranti, disposte in modo da formare
una figura quadrangolare che si estende
in senso spaziale: rappresenta
l’estensione.