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I GIARDINI DELLA VILLA DI
MONZA
IMMAGINI E PENSIERI IN LIBERTÀ
GIUGNO 2015
IL GIARDINO COME LUOGO STORICO
CULTURALE
Tutte le volte, ben felice di essere qui a
Monza, parlare della straordinaria storia dei
Giardini e, ai margini, anche del Parco e del
Verde agricolo o meno. Molta la letteratura
in merito, ma qualche volta sfugge che si
tratta di un evento speciale che non ha le sue
radici solo nel pur importante aspetto
specifico dei Giardini, come luogo di piacere,
estetico e paesaggistico di un Signore, di
completamento di una Villa o di un Palazzo di
rappresentanza nella società del tempo.
La natura progettata, interpretata e ricostruita
MARIA BEATRICE RICCARDA D’ESTE E FERDINANDO D’ASBURGO VOLLERO
LA VILLA E I GIARDINI
Lui figlio dell’imperatrice Maria Teresa, lei rampolla del nobile casato, figlia di
Francesco III d’Este.
IL RAPPORTO UOMO NATURA
Il Giardino di Monza (ma anche il Parco), è un gioiello incastonato, significa
comprendere una parte della storia moderna del rapporto uomo-natura. Moderno
intendo a partire dal ‘600 con il Giardino alla francese (italiano se riferito anche alla
tradizione del ‘500), all’illuminismo del 700 e successivo romanticismo dell’800.
Nel ’700 la Tomba di Rousseau nel
Parco di Ermenoville.
Tomba disegnata da Hubert-Robert, il
pittore delle rovine. Un simbolo del
rapporto uomo natura
ANCHE MONZA HA LA SUA ISOLA NEI GIARDINI, PICCOLA, MA DELIZIOSA
Un tempo la piccola casetta dei cigni faceva bella mostra.
1942, in guerra. tanti baci per Umberto
dalla bella Alice, ma a puntini e c’è anche
il timbro della censura.
Da una pubblicazione di Ettore Silva
FU UN EVENTO CHE TRASFORMÒ
PROFONDAMENTE L’ECONOMIA IL
RUOLO E IL PAESAGGIO URBANO
Monza dalla ricca storia del passato
(Regina Teodolinda, Corona Ferrea),
ripartiva con un ruolo politico
istituzionale di rilievo nell’Impero e in
Italia. La Città veniva trasformata
(teatro arciducale, viabilità urbana e
generale, ponte dei Leoni e
Ferdinandea).la Villa e i Giardini
erano, con la Villa, i trasformatori di
un nuovo ruolo della Città. Due valori
distinti nella storia e nella cultura,
una molteciplità di discipline tecniche
e scientifiche oltre che artistiche.
Una stampa del ‘700 in cartolina, viaggiata nel 1902
LE RAGIONI DELLA NASCITA DEL
COMPLESSO PARCO - GIARDINI ERA
DI NATURA POLITICO-IDEOLOGICA,
DI POTERE NEL QUADRO ITALIANO E
IMPERIALE.
Ferdinando non fu un grande
politico, ritenuto dai fratelli più
capaci lo scemotto di famiglia, ma
amato dall’imperatrice che gli
concedeva più di quanto l’apparato
imperiale riteneva opportuno per
costi e per ruolo. Tendeva a
costituirsi un regno e un potere
nell’impero di fronte ai fratelli
maggiori. Giuseppe e Leopoldo che
erano i politici di famiglia.
Panorama 1917. Le ciminiere
I Verri vagheggiano una dinastia
nazionale ( con altri si trovavano
al Mirabello dei conti Durini).
La Villa, la scelta della Città, è
parte non indifferente di questo
disegno. Dimensioni e
architettura di importanza, una
reggia (come la chiamò poi
Eugenio de Beauharnais). La
Villa fuori dal Capoluogo, ma
non così tanto da non consentire
frequenti rapporti, rispondeva
anche ad un sistema di sicurezza
oltre che di salubrità e bellezza
paesaggistica.
PARTE DELLA CULTURA ITALIANA GLI ANDAVA
DIETRO
Mirabello 1901
Lose, 1820. Imperial regia Villa aperta su una
grande Piazza di valore anche urbano.
LA VILLA E I GIARDINI SONO STATI
MOMENTI DI GRANDE RUOLO, MA
ANCHE A RISCHIO DECADENZA, SINO A
PREVEDERNE LA DEMOLIZIONE.
Il Complesso fu venduto ad un privato e
fortunatamente vi fu la relazione di un
funzionario intelligente, (ing. Bellotti),
che ne sconsigliava la demolizione. Lo
stato ricomprò la Villa e i Giardini). Prima
Ferdinando e alla morte dell’Imperatrice
la scelta di Giuseppe di interrompere
finanziamenti e opere per il fratello che
riteneva scriteriato e spendaccione. In
effetti Ferdinando è stata figura di
secondo piano. Quasi ci si dimentica che
ha governato per 25 anni.
Eugenio de Beauharnais
AD EUGENIO DE BEAUHARNAIS DOBBIAMO IL
COMPLETAMENTO DEI GIARDINI E DELLA VILLA E LA GRANDE
IDEA DEL PARCO.
Figlioccio di Napoleone gli fu fedele come generale sino alla
fine e svolse il ruolo di Viceré del Regno d’Italia.
Dopo tanti anni abbiamo proposto che almeno il viale
centrale pedonale dei Boschetti fosse a lui intitolato. Si
meriterebbe anche di più.
Poi i francesi che pensarono anche alla sua demolizione.
Divenne sede di Governo della Repubblica Cisalpina e poi del
regno napoleonico. Poi ancora gli austriaci, poi i Savoia e il
suo decadimento e abbandono con il regicidio. Insomma una
storia di poco più di due secoli, ma ricca di vicissitudini, Quasi
un giallo territoriale, ma anche una storia densa dei luoghi,
già prima della Villa con quelle dei Durini che erano un
riferimento culturale nel territorio.
Monza è stata Citta di molteplici demolizioni di realtà storiche
e monumentali.
1808 Galliari. La Corte di Eugenio. Villa
Augusta (Mirabellino) ancora con la facciata
barocchetto. Lontano il Resegone
1926 il Viale dei Palloni e l’Ippodromo.
Una storia anche di civiltà e
sovraintendenza
Non c’era parco che non avesse lo specchio
d’acqua e il tempietto sulla sponda. Quasi un
simbolo dell’importanza del luogo e il rapporto
tra memoria, storia e natura.
Perché assistiamo a degenerazioni di questo
tipo nel costume? Priorità. E’ più importante
pavimentare in porfido spazi quasi inutili nella
edificazione con grande spesa oppure tenere
bene il Tempietto nei Giardini della Villa?
Qualcuno ha detto che nel secolo scorso ci
hanno espropriato dell’estetica e del paesaggio.
IL DEGRADO DELLA BELLEZZA
1900. Nel laghetto in barca, qui per la
manutenzione, poi per il tempo libero
1948 al pontile
LE COERENZE E UN POCO DI STORIA. IL TRIDENTE
Alcuni riferimenti del Giardino Francese e anche Italiano,
Potrei riportare Caserta, ma ho preferito viaggiare in
Francia. Versailles dopo la sistemazione di Le Notre
(1662-.1664) Un castello di caccia di Luigi XIV. A ridosso del
Borgo su cui incide profondamente dettandone il destino.
Compare il Tridente, quasi una novità che verrà diffusa nel
rapporto Parchi e contesto, Tridente che lega il Borgo alla
viabilità per Parigi (Viabilità). Anche Monza ha il suo
Tridente che partecipa del rapporto Giardini della Villa e
Città Nel suo piccolo, ma mica tanto con l’integrazione del
Parco anche il rapporto Giardino, palazzo, presenta uguale
lettura, solo che la Villa è ruotata in rapporto al centro
della Città, per una ragione di orientamento. Anche il
grande viale è partecipe dei progetti dei complessi o
palazzi. Il Tridente a Monza è capovolto per significare il
rapporto con l’ingresso principale alla Città.
1827. Il Tridente è ancora
incompleto. I Giardini hanno una
dimensione grande come tutta la
città chiusa nelle mura, In origine
era parte di quelli attuali. Il
disegno del Parco e dei Giardini
hanno quasi del tutto dimenticato
la tradizione alla francese
I GIARDINI E LA CITTA’ MURATA
LA PASSEGGIATA, DEDICATA A
EUGENIO DE BEAUHARNAIS
è vertice del Tridente che lega la
Villa, i Giardini e l’ingresso alla Città.
Ne fa catastalmente parte. La porta
di uscita dalla Mura era su via Frisi
per giungere al seicentesco ponte di
Santa Maria delle Grazie. Piazza
Citterio era Piazza Amalia in onore
della moglie di Beauharnais. I
Boschetti sono già parte del disegno
complessivo dei Giardini. In origine il
Tridente si chiudeva con geometria
imperfetta con la storica via Frisi poi
sostituita dal Viale della prospettiva
(Via Petrarca).
L’INSEDIAMENTO DI UNA SEDE IMPERIALE (COME SI È DETTO ERA PIÙ CHE UNA VILLA DI
CAMPAGNA) COMPORTÒ ANCHE UN COMPLESSO DI REALIZZAZIONI INTERNE ALLA CITTÀ
E VIABILISTICHE DI CONNESSIONE GENERALE E URBANA.
Poi con il Parco francese si modifica l’assetto generale delle comunicazioni, come con
Vedano e Villasanta, per quelli direttamente interessati.
La ragione di oggi è il Giardino della Villa di Monza, ma
anche il sistema che lega Giardini, la stessa Villa, il viale
assiale antistante, il Tridente e la Città, il fiume, Un
sistema complesso che già induce a quello dei suoi
rapporti successivi col Grande Parco, come se i giardini
avessero, per similitudine con le Piante, gemmato e
prodotto questa meraviglia. Un sistema esemplare che
lega una grande Villa alle vie di comunicazione del
tempo, al paesaggio della valle del Lambro e delle Alpi,
ad una Città allora racchiusa nelle mura. Un sistema che
ha coscientemente modificato la Città. I Giardini non
sono una cosa a sé, isolata, ma integrata nel territorio,
nelle sue funzioni, nel paesaggio.
Tridente. Proposta arch. Tazzini
allievo del Canonica
ANCHE IL GRANDE VIALE È
PARTECIPE DEL PROGETTO
e lega Villa e Giardini alla
grande viabilità esterna
alla Città. In origine non
c’era la recinzione. Il filare
di Platani era doppio
ricordando le Promenade
francesi seicentesche.
L’impianto della Villa e dei
Giardini si colloca come
transizione culturale con
presenze nella tradizione
precedente della fine del
‘600 e prima metà del ‘700
e la novità del Giardino
all’inglese.
1911 La nobile Camilla a Emanuele a Parigi. La Villa, i Giardini, il Parco,
viaggiavano spesso nel Mondo
ESIGENZA DEL
PAESAGGIO E DELLA
POLITICA. IL NUOVO
PONTE COI LEONI
ASBURGICI BUCA E
RIVOLUZIONA LA CITTÀ,
interi isolati sino
all’Arengario, simbolo
laico della Città vengono
sventrati.
Nasce la Ferdinandea che
terminerà, per le
costruzioni, coi Savoia.
Anche via Carlo Alberto
diventa la nuova uscita
verso i Giardini e la Villa. Le trasformazioni urbane e territoriali col grande
cantiere.
La Ferdinandea.
Catasto del ‘700 col ponte d’Arena.
Catasto lombardo veneto metà
‘800. Il nuovo allienamento col
Ponte dei Leoni.
GLI SVENTRAMENTI
DEL CENTRO DELLA CITTA’
IL GRANDE CANTIERE E PIERMARINI
Sanquirico. La villa in costruzione. La città quasi
una pertinenza, un particolare del paesaggio.
Si diceva un evento straordinario per
Monza e l’intero territorio. La Città appare
quasi una pertinenza della Villa nel
paesaggio. Pertinenza che è una delle
ragioni della scelta di costruire qui la Villa
che è anche Palazzo. Emergono i simboli
della Città, il Duomo e Campanile, la Torre
dell’Arengario. Il decreto dell’Imperatrice è
del 1777. Veloci, quasi frenetici se si pensa
alla dimensione dell’intervento, nel 1780 è
giù abitabile con anche i Giardini sistemati.
Prima Murat col suo esercito, poi sede
della repubblica Cisalpina, poi Eugenio nel
1805 come Vicerè. Poi l’austriaco Ranieri e i
Savoia.
MOLTE LE CARTOLINE CHE SI ISPIRANO A
QUESTA STAMPA E CHE RIPRENDONO I
GIARDINI E LA VILLA.
1898, per una signorina in Germania.
MONZA CON POCO PIÙ DI 11.000
ABITANTI ERA ANCORA RACCHIUSA NELLE
MURA.
Il grande Cantiere fu una esplosione della
qualità artistica ed artigianale del tempo.
Una esplosione delle tecniche e scienze
legate alla agricoltura, alla botanica, alla
tecnologie costruttive e del paesaggio
(idraulica, acqua, cascata, laghetto, e ancor
più col Parco) e tutte le manifattura
conseguenti. Si intervenne per la portata
del Lambro con una derivazione a monte di
Monza per l’acqua ai Giardini. Il parco poi
fu intervento a scala territoriale e di
riforma della società. ( pur con le riforme
della seconda metà del ‘700, con gli
austriaci perdurava ancora il sistema
feudale, poi Giuseppe II fu una Tempesta
Andamento della Popolazione di Monza dal 1751 al 2011
COMPLESSO DESCRIVERE LA SOCIETÀ DEL
MOMENTO, IL CONTESTO. SI STAVANO
COMPLETANDO LE RIFORME
AUSTRIACHE SULLE FORME
ISTITUZIONALI E LA DECADENZA DELLE
PREROGATIVE FEUDATARIE,
la città seppur piccola svolgeva un ruolo
non indifferente nel territorio di
produzione e commercio. Nel 1795
(censimento) prevaleva il tessile e già vi
erano cappellifici, da padrone la facevano
i commercianti e le attività alimentari.
Giuseppe II aveva accelerato i processi
laici di riforma anche sulla scuola,
università, sanità, giustizia. Poi con la
repubblica Cisalpina e il Regno d’Italia
napoleonico si sono buttate le basi dello
La cascatella, mi ricorda i
Giardini e Parchi cinesi
Primi ‘800. Dalla pubblicazione di Ercole Silva,
la cascata. Quando ero bambino in tempo di
guerra, le grotte di fianco erano parte dello
Zoo.
PIERMARINI GIUSEPPE (1734-1808)
era architetto di fama, uomo colto e
legato alla tecnica e alla scienza, Di
Foligno, fu allievo del Vanvitelli
anche nella realizzazione della
reggia di Caserta. Giunto a Milano
operò molto in città sia per
costruzioni civili che nobili e private.
La modifica e modernizzazione delle
istituzioni da parte del governo
austriaco, negli ultimi decenni,
soprattutto coll’avvento di Giuseppe
II comportava anche un rinnovo
urbanistico e di sedi istituzionali e
anche di divertimento come la
Scala.
DISEGNI DEL PIERMARINI CON VILLA E GIARDINI.
Precisi e lineari i progetti. Vicino alla Villa permane il disegno di Giardino francese mentre
sopra si sviluppa il gioco del Giardino inglese. Davanti alla Villa il grande viale che
connette al territorio e a Milano senza attraversare la Città e sulla facciata a est la
previsione di una continuità dei Giardini sino al Lambro e convento delle Grazie vecchie,
con un grande Rondò. Forse in origine l’ipotesi di un legame diretto con il Santuario.
Sanquirico. Il Gran Viale di prospetto al
Palazzo.
1900 il grande viale verde a est come asse
dei Giardini sino alla campagna di
Villasanta.
PIERMARINI PARTECIPÒ PRIMA ALLA SCELTA DEL LUOGO DI INSEDIAMENTO
DELLA VILLA E POI REDASSE I PROGETTI
che, in pochi anni, dal 1778 termineranno l’opera nelle sue parti maggiori.
Interrotti i lavori verranno ripresi dai francesi per ampliamenti, quali il Teatrino di
Corte, gli stessi giardini e presenze finto archeologiche, la recinzione.
PIANTA DEL CENTRO STORICO E DELLA NASCITA DELLA
VILLA NEL ‘700
Prima aree agricole. La situazione
che aveva trovato Piermarini
Con la villa e i giardini inizia
anche la trasformazione della
Città e dei suoi rapporti con il
territorio, ma anche il ruolo e
paesaggio urbano conseguente.
Un Borgo ancora intricato della
sola viabilità medioevale non
sembrava rispondere al ruolo
della presenza del palazzo
imperiale. Già con Ferdinando la
Città cambia, il Ponte dei leoni, e
via Vittorio Emanuele, la
ferdinandea, via Carlo Alberto.
Dove andrò la Villa e i Giardini il
territorio è agricolo,
Completamente disboscato.
Catasto 1857, non compare la
piantumazione, è già segnato
il viale della prospettiva
1903. UNA CARTOLINA DI GIACOMO
INNAMORATO PER LA BELLA SIGNORINA . LA
DIMENSIONE TERRITORIALE.
Dove si legge l’insieme dei Giardini del Parco,
del Tridente del viale della Villa e della Città.
Dove si coglie anche la dimensione territoriale
dei Giardini e del parco con la Villa. Segnalo la
cascina mantenuta come Magazzino del Fieno
e i nuovi ruderi e memorie, come il Tempie la
Torre, oltre ad altri edifici di servizio verso la
Città.
1903. Giacomo a Maria con affettuosi saluti in via dei
fiori a Torino, ma non solo
Messaggio quasi segreto. Se ti fossi vicino quanti b…
1909 viale della Prospettiva, Arturo manda a
Buenos Aires.
ALTRE RAGIONI PER LA LOCALIZZAZIONE DELLA VILLA E
DEI GIARDINI. LA CORONA DEL FERRO
Come si è detto il legame col territorio aperto col grande
viale per girare attorno alla Città e andare a Milano e a
ovest.
Un’altra ragione della localizzazione erano i luoghi ameni,
di aria buona, dove il fiume era pulito e scorrevole (a
monte della Città. Solo dopo la città cominciano i
meandri,) la valle dolcemente mossa nell’avvio del
sistema collinare. Il luogo leggermente elevato in modo da
scongiurare pericoli di piene. Intorno oltre la Città isolata
nelle mura, la campagna e ancora qualche bosco per la
caccia. Il Panorama dalla Villa, non solo sulla città e sulla
valle del fiume, ma anche sul doppio fronte est-ovest e
con lo splendido riferimento del Resegone e delle Grigne
imbiancate per mesi.
Da non sottovalutare, come ho già segnalato, anche la storia di Monza e il simbolo della Corona del
Ferro che aveva incoronato tanti re e imperatori, da Teodolinda a Napoleone e che rappresentava il
regno d’Italia, quella d’oro era data dal Papa e quella d’argento ad Aquisgrana era dell’Imperatore.
Primi ‘900 all’ospedale dei cavalli e
il panorama sulle alpi innevate
GIARDINI ALL’INGLESE. PER L’ITALIA UNA
ANTICIPAZIONE CULTURALE DEI TEMPI
una contraddizione tra la architettura del tempo e
l’ambiente. Un sistema perché investe una parte
consistente del territorio con un progetto ideale e
fisico di paesaggio. Perché, da dove arriva questo
desiderio che non è solo di potere? E’ anche
filosofico e ideale. Quasi una necessità storica. Di
palazzi ce ne sono tanti, ma di sistemi paesaggistici
definiti e progettati molto meno e quello del
rapporto Giardini e Parco è unico, realizzato in
pochi anni . Un sistema che diremmo oggi di
grande eccellenza.
Abbiamo visto prima la previsione e progetto del
Piermarini, poi intervenne il suo allievo Canonica,
del Canton Ticino, che passò indenne come architetto di Stato, dagli austriaci ai francesi. Canonica
mise mano alla Villa con completamenti importanti come il Teatrino di corte, la sistemazione dei
Giardini e l’opera più significativa voluta da Eugenio di Beauharnais: Il Parco che fu un’altra
proiezione di Monza nella cultura europea del tempo, in grande.
PROPOSTA CANONICA
PRIMI ‘800.
Si legge ancora una
commistione tra la
geometria del parco alla
francese e di quello nuovo
di concezione all’inglese.
Vi è come una lettura
storica delle componenti
dei Giardini, un libro
aperto nel trascorrere
dalle concezioni barocche,
all’ illuminismo e
romanticismo. Il Giardino
nella realtà sarà ridotto e
altre parti ricomprese nel
grande Parco
I Giardini nel 1829 nelle loro
reali dimensioni.
IMPERIAL REGJ GIARDINI
DEL CANONICA LA MAPPA
ARBOREA DEI PRIMI ‘800.
I giardini diventano
l’elemento di connessione
tra palazzo e Città mentre
il Parco assume il carattere
territoriale a grande scala
urbanistica
sovracomunale . I Giardini
come cerniera della grande
idea del parco. Si leggono
tutti i sistemi paesaggistici
interni.
BUSTO DI LUIGI CANONICA A
BRERA. VISSE I SUOI 80 ANNI A
CAVALLO DEL SECOLO ED EBBE
GRANDE FORTUNA NEL PERIODO
REPUBBLICANO E DEL REGNO
NAPOLEONICO.
Fece tante cose significative e tra
queste, non certo minore, la
progettazione e realizzazione del
Parco di Monza. un’opera di
grande significato paesaggistico,
estetico, botanico e culturale su
scala territoriale. Dico sempre che
fu un grande progetto urbanistico
che univa città e paesi contermini
e influiva su un territorio molto
vasto.
LA MAPPA DEL BRENNA (ANNO 1843) LE
GEOMETRIE E LA TOPOGRAFIA
grande cartografo, della prima metà dell’800
ci mostra l’opera completata di Villa,
Giardini e Parco. una volta in un articolo
avevo rilevato le grandi geometrie nel
territorio che corrispondevano anche a
valori paesaggistici città, territorio agricolo e
borghi, fiume, arco alpino. C’è un grande
triangolo con vertici al Rondò dei pini centro
della città e Rondò di Villasanta in asse con
la Villa e la Cascina frutteto e parallelo con il
viale Cavriga, mentre il viale centrale che
parte dai giardini si conclude nel Bosco Bello
e mira le alpi e il Resegone
UNA CURIOSITÀ. ESISTE A
MONZA UNA VILLA REALE E
GIARDINI IN PICCOLO?
Quasi una emulazione nata
da presenze storiche? Si si
tratta della Villa Archinto e
Giardini prossima al parco,
nella antica via Frisi. La
similitudine è tale che chi
ha fatto la cartolina ha
preso il Giardino di Villa
Archinto come se fosse
quello della Villa reale.
Nella mia collezione sono
molte le cartoline con
riferimenti sbagliati e
addirittura con immagini
capovolte.
Nata su parti più antiche, la Villa si
realizza nella prima metà dell’800
VILLA ARCHINTO, DISEGNO
DEL GIARDINO O PARCO
ALL’INGLESE. Era una
grande aspirazione
realizzare queste aree verdi
legate a grandi dimore
nobiliari. Come quello della
Villa anche qui edifici nel
parco di sapore medioevale
come si trattasse di storici
resti di archeologica
memoria. Mi ricordo le
discussioni amichevoli con
Augusto Merati che scrisse
cose intelligenti su questa
Villa neoclassica. Già alla
fine del ‘700 molte
componenti dei Giardini
ANCHE NELLA VILLA ARCHINTO
UNA SERRA, COME PARTE
IMPORTANTE DEL GIARDINO,
COME GLI ORTI E I VIVAI.
Come nella Villa reale dove
l’insieme si componeva anche di
orti e serra per la coltivazione di
frutta esotica. Negli anni 30 il
Serrone, con le sue grandi
vetrate, divenne aula per il
disegno dal vero della scuola
d’arte (ISIA).
Curiosità, un Crivelli, l’Abate, alla
Villa Crivelli di Mombello, dove
Napoleone firmò il decreto per il
Parco di Monza, realizzò una delle
più grandi serre per piante
esotiche.
I GIARDINI EVENTO STRAORDINARIO CHE
HA CATAPULTATO MONZA NELLA
GRANDE CULTURA EUROPEA.
Improvvisamente dopo l’epopea dei
giardini alla francese, come si è detto,
nasce il Giardino o Parco all’inglese.
Queste caratteristiche inducono a
utilizzare idealmente questo sistema per
delineare il valore che l’evoluzione della
cultura, tecnica e coscienza del paesaggio
e dei sistemi del verde con parchi e
giardini e connessioni agricole, della
coscienza di tutto ciò nel rapporto uomo
natura e uomo e trasformazione del
paesaggio come fatto culturale e ideale
nello sviluppo della società e anche di
nuove tecnologie e sviluppo scientifico.
1729 Parco di Chiswick
I GIARDINI DELLA VILLA SARANNO
ANCHE INSEGNAMENTO PER
I PARCHI E VILLE BRIANTEE.
NUMEROSI E DIFFUSI.
Rapporto uomo natura che investe,
per quanto affrontiamo questa sera,
aspetti politici e di rappresentanza,
artistico-paesaggistici, botanici e,
non sempre si riconosce, filosofici
ed ideali. Paesaggio interpretato
dall’uomo, Giardini, parchi, come
difesa e ricerca di una Armonia del
Creato. Il ricordo della ricerca di un
Eden.
Giardino Villa Tittoni a Desio, rielaborato da Piermarini
MI PIACEREBBE E LO VORREI QUESTA SERA
TRASMETTERE COME LA PRESENZA DEL VERDE,
COME VALORE STORICO E NATURALE, ANCHE PER
LE PROSPETTIVE FUTURE, VALORI CHE
INTERESSANO IL MONDO IDEALE, ABBIANO
SEGNATO PUNTI SIGNIFICATIVI NELLO SVILUPPO
CULTURALE MODERNO, VERSO UNA CONCEZIONE
DI VALORI ECOLOGICI-AMBIENTALI NEL
TERRITORIO.
La Villa, i Giardini e il Parco formano un esempio
ed un organismo vivo nel tempo e che man mano
modifica il suo ruolo, oggi in un’area tra le più
densamente antropizzate d’Europa.
Non vi sono pertanto solo monumenti classici, ma
anche il paesaggio, naturale o disegnato, ma
sempre interpretato dall’uomo, che richiedono
attenzione alla valorizzazione ripristino e restauro.
Carlo Amati, Villa ideale
ASPETTI NON SEMPLICI
PERCHÉ INVESTONO
ANCHE CARATTERI
TERRITORIALI E LE LORO
CONTESTUALIZZAZIONI
URBANISTICHE E
DI PAESAGGIO.
Rapporti non solo singoli
con una cosa, sia un
palazzo o un monumento,
ma paesaggistici a piccola
e grande scala.
2000 I Giardini della Villa, il Parco e il Resegone.
UNA STORIA DI ALTI E BASSI,
QUELLA DELLA CULTURA DEL
VERDE NELLA MODERNITÀ,
non voglio parlare oggi
dell’antichità se non per
segnalare la diversità profonda
nel rapporto uomo e
ambiente, uomo e spazi
agricoli e verdi nelle loro varie
funzioni (giardini e parchi,
campi e boschi, foreste).
differenza che appare nuova e
straordinaria in Europa con lo
sviluppo delle scienze e delle
tecniche, ma soprattutto con
lo sviluppo demografico e
urbanistico.
Una Serra dal Trattato di Ercole Silva
CITTÀ – CAMPAGNA, DENTRO E
FUORI LE MURA, DENSITÀ DELLA
POPOLAZIONE DA MIGLIAIA A
MILIONI NEL TERRITORIO,
MIGRAZIONI E URBANIZZAZIONI.
Società agricola e società
industriale. Industrializzazione che
sembrava interessata a
distruggere il paesaggio e a
modificare profondamente il
rapporto uomo natura. Tema ben
presente ancora oggi a scala non
solo certo locale, ma anche
planetaria (Foreste). Si apre anche
il rapporto culturale sulle memorie
dell’antichità e della storia.La macchia maggiore comprende Milano,
Monza e parte della Brianza, Varese
L’ARCHEOLOGIA AVEVA FATTO DA
TEMPO IL SUO INGRESSO NELLA
CULTURA E I GIARDINI E PARCHI
DIVENTANO ANCHE STRUMENTO DI
RICOSTRUZIONE DELLE MEMORIE
OLTRE CHE DI LEGAME UOMO
NATURA.
Così esplode la moda, non solo di
costruzioni tipiche da parco come
serre e gazebo o simili, con gusto
anche esotico, ma anche edifici di
memoria medioevale e di secoli
precedenti. Ovviamente una
architettura reinterpretata che
spesso ricostruisce anche parti
fintamente abbandonate e diroccate
come componente del paesaggio.Sanquirico Il Castello in ruina
1904 la cartolina va ad Antonio a Firenze.
IL TEMPIETTO È SIMBOLO
che appartiene a molti
parchi all’inglese,
generalmente si erge in
posizione leggermente
elevata sullo specchio
d’acqua, il laghetto con un
isolotto che nel nostro caso
serviva anche al ricovero
dei cigni e di altri volatili
acquatici.
1902. LA TORRETTA CON LE
ROVINE DELLE MURA DELLA
CITTÀ E DEL CASTELLO
COME RECITA FALSAMENTE
UNA CARTOLINA.
L’edificio reinterpreta
architetture medioevali e in
particolare gotiche, con i
medaglioni delle famiglie
nobili del ducato di Milano.
Movimenti del terreno fatti
apposta spazi aperti e spazi
verdi studiati quasi alla
cinese per i punti di vista.
Gli edifici avevano anche
funzione di permanenza di
persone di servizio
Sanquirico, la Torre
I GIARDINI
NECESSITANO
DELLA PRESENZA DI
ROVINE PERCHE’
IL PAESAGGIO NON
SIA SOLO
NATURALE, MA
CONTENGA ANCHE
LA MEMORIA
DELL’UOMO E
DELLA SUA STORIA
NEL GRANDE PARCO L’IDEA
ROMANTICA DI MEMORIE STORICHE,
FINTE O VERE NON FACEVA GRANDE
DIFFERENZA, E SI ESPANDE OLTRE I
GIARDINI DELLA VILLA, COME NEL
CASO DEL SERRAGLIO DEI CERVI NEL
PARCO.
1900. Il serraglio dei cervi
TALVOLTA LE PRESENZE STORICHE
SONO REALI E VENGONO INTEGRATE
NEL PROGETTO, COME NEL CASO DEL
MOLINO DEL CANTONE
Sanquirico primi ‘800
Tazzini. Molino del Cantone
IL FINE SOCIALE ED ECONOMICO
INDUBBIO DELLA CRESCITA
INDUSTRIALE SEMBRA AVER
FATTO DIMENTICARE PER MOLTI
TUTTO IL RESTO sia dalla parte
sociale che economica. per
alcuni la presenza di parchi e
giardini, nati come prodotto di
un mondo e potere che non si
condivideva più sono anche
diventati simboli da
compromettere all’insegna del
nuovo.
1901. Nevicata del 4 febbraio
LA STESSA COSA HA INVESTITO IL
RAPPORTO CITTÀ CAMPAGNA
e oggi le città e il degrado periferico sia
del costruito che delle aree agricole in
attesa ne sono un evidente esempio di
danno al paesaggio e al rapporto uomo
ambiente e uomo e natura.
I GIARDINI, IL PARCO, NON SONO
STATI CAPACI O MEGLIO COMPRESI
NELLA STORIA DEL TERRITORIO E LA
QUALITÀ CHE LI CONTRADDISTINGUE
NON HA GENERATO, DOPO L’800,
RISULTATI VISIBILI.
1956 Panorama. I)n primo piano il tribunale
e a sinistra inizia la grande macchia verde.
Da Viale Cesare Battisti anni ‘60
LA SPOLIAZIONE DEI BOSCHI DI PIANURA SONO ALTRO ESEMPIO SIGNIFICATIVO L’Europa
se ne è accorta, negli ultimi venti anni il consumo di suolo ha superato il 20% come parte
del fenomeno definito di urban sprawl che determina un sistema e modello
preoccupante. Si sono persi il 50% dei territori agricoli in trenta anni. Mi piace sempre
riportare un grafico, di qualche anno fa che rappresenta lo stato del rapporto tra aree
libere e urbanizzate.
Qualcuno ha notato o sottolineato che lo
sviluppo ideale della cultura del verde ( nei
suoi vari aspetti sino alle concezioni
ecologiche attuali a scala anche mondiale, è
necessario e ineludibile Presenza essenziale
per i valori agricoli e alimentari alimentarie
integrati alla presenza naturale, compreso il
rapporto con gli animali. Questo rapporto
ideale è stato fortemente compromesso nel
secolo scorso.
SOVENTE LA INTERPRETAZIONE DATA DALLE DISCIPLINE
TERRITORIALI ED ECONOMICHE ( IN PARTICOLARE
L’URBANISTICA) HA SPINTO A CERCARE DI RISOLVERE
PROBLEMI SOCIALI ED ECONOMICI CONNESSI
ALL’URBANESIMO E AL MOVIMENTO DI MILIONI DI PERSONE
( CASE FABBRICHE SERVIZI), TRASCURANDO ASPETTI
RILEVANTI COME QUELLO DEL RAPPORTO UOMO NATURA
CHE TROVA RIFERIMENTO SPECIFICO NEL PAESAGGIO, NELLE
AREE VERDI E AGRICOLE, NELLA TUTELA DELLE ACQUE E
DELL’ARIA E DI UNA AGRICOLTURA SOSTENIBILE E
INTEGRATIVA DELL’INSIEME DEI VALORI NATURALI E DELLE
NECESSITÀ DEL SUOLO. ANCHE LO STATO DEL PARCO E DEI
GIARDINI, LA REALTÀ URBANISTICA CHE LO CONTIENE È UN
ESEMPIO ECLATANTE.
I GIARDINI E I PARCHI SONO UNA TESTIMONIANZA STORICA
CHE CI RICORDA SEMPRE IL RAPPORTO CULTURALE UOMO E
NATURA E IL VALORE DELLE COMPONENTI NON SOLO
ECONOMICHE DEL PAESAGGIO
Il Parco e la conurbazione 2008
TROVO CITATO IN LA VILLA REALE DI MONZA
DELLA PROLOCO IL POETA HOLDERLIN,
nel suo Hyperion , poeta della natura e
idealista. Nel 1797, anticipa le conseguenze
del nuovo mondo urbanizzato e scrive : GLI
UOMINI NON HANNO RIGUARDO PER LA
DIVINA NATURA… E’ SOVENTE LA MIGLIORE
GIOIA DELLA VITA.
Le autodifese culturali, Gli anticorpi, i Parchi e
Giardini e la tutela dell’agricoltura.
Pure nella nostra storia e non solo recente,
l’uomo, ostile e rapace sovente con la natura e
il territorio, sembra talvolta premunirsi.
Friedrich Holderlin
SI DETERMINANO DELLE DIFESE DEL RAPPORTO
UOMO NATURA, O ALMENO CI PROVA AD
INCREMENTARE ANTICORPI, COME LA
STRAORDINARIA STORIA DEI PARCHI E GIARDINI E
LA LORO SOPPRAVVIVENZA.
Sembra quasi che al di là della stessa specifica
consapevolezza del potente di turno, o dell’artista
e del giardiniere, si vengano a realizzare nel
paesaggio urbano o agricolo, interventi
straordinari, idee e teorizzazioni che interpretano e
salvaguardano il rapporto uomo e natura. Di fronte
a quanto è avvenuto nell’ultimo secolo e mezzo,
qualcuno ha ricordato il periodo come di
spoliazione estetica del mondo. Il Parco, ma anche
la Villa, ne hanno subite di tutti i generi ed è
stupefacente che abbiano resistito agli attacchi
perpetrati soprattutto nel ‘900 ( autodromo,
villaggio verde, sport, ippodromo, golf e altro).
L’Autodromo e il Golf sul Bosco bello
BACON ( 1561-1626) E’ ,FILOSOFO E
SCIENZIATO, DELL’EPOCA DI ELISABETTA,
AFFRONTA NEL ‘600 ( GALILEO INCARCERATO
NEL 1633) I PROBLEMI DELLE NUOVE SCIENZE
superando la concezione platonica, ha una
particolare attenzione per il rapporto uomo-
natura e ne è un esempio quando scrive della
Nuova Atlantide. Sembra anticipare i tempi e
la società industriale. A lungo parla della
presenza di Giardini e Parchi e della presenza
degli animali, quasi avvertisse il pericolo delle
trasformazioni che appena si vedevano nel
‘600. ALLA NATURA NON SI COMANDA SE
NON UBBIDENDOLE dice: una utopia diversa
da quella di Campanella nella città del sole.
Francis Bacon
IL SEICENTO. ABBIAMO DETTO CHE LA STORIA DEI
GIARDINI E PARCHI È MOLTO SIGNIFICATIVA NEL
RAPPORTO DI ARCHITETTURA E AMBIENTE DOVE
QUESTO DOMINA NEI SUOI ASPETTI DI DISEGNO MA
ANCHE DI RAPPORTO CON LA NATURA. E ’nel ‘600
che nascono spazi pubblici verdi nelle città e nel
territorio. Pubblici e non solo legati alla grandi ville e
residenze reali e imperiali, ai potenti conventi. Un
verde rinchiuso. In Francia in particolare si diffonde
l’esigenza di spazi dove trovarsi, almeno per le classi
più abbienti (piazze e viali). Grandi viali alberati
( Promenade) e connessi ad aree verdi dove si possa
socialmente partecipare del paesaggio, rondò a stella
e piazze con giardini geometrici. Vedere e farsi
vedere meglio se percorrendo grandi viali e rondò in
carrozza. In letteratura si ricordano e si esemplifica su
molte città francesi dove questa moda si estese.
Richelieu. Pianta dell’abitato, del palazzo e del
parco dopo la ristrutturazione urbanistica
VERSO LA FINE DEL SECOLO IN SOSTANZA SI
LEGGONO GIÀ LE PREMESSE DI QUELLA CHE SARÀ
LA CITTA DEL ‘700, CON LA NASCITA DI PARCHI E
SPAZI PUBBLICI ANCOR PIÙ COMPLESSI. le piante
diventano partecipi come quasi materiale da
costruzione della città e nel territorio. nascono gli
orti botanici e la città si apre maggiormente alla
campagna, dopo la secolarità delle mura.
tridente. non solo si configurano come spazi di
viabilità, ma grandi dimensioni di filari verdi. spazi
del piacere pubblico e popolare, aree degli
sprechi. talvolta questi spazi, come ad Aix –
Provence ( nella metà del ‘600, integrano la
vecchia città con la nuova espansione. la città si
apre alla campagna nel binomio economico della
città stessa e dell’agricoltura ( specializzazioni e
ugonotti, america, canada, la stessa montreal, la
Luisiana.).
Gli Squares. Lottizzazione
di Bloomsbury nel 1746
NEL ‘700 E ‘800 SI SVILUPPANO I PARCHI ALL’INGLESE , MI
PIACE PENSARE CHE IL SISTEMA DEI GIARDINI DELLA VILLA E
PARCO SIANO PARTECIPI DI QUESTA CULTURA EUROPEA E
MONDIALE DEL NUOVO RAPPORTO UOMO, NATURA E
PAESAGGIO IN UN MONDO CHE COMINCIAVA A CAMBIARE
PROFONDAMENTE, CHE SIA PER NOI UNA CONFERMA DELLA
SENSIBILITÀ CHE ESPLODE NEL ‘700 PER PARCHI, GIARDINI E
PAESAGGIO E CHE CONTINUERÀ SINO ALLA SECONDA METÀ
DELL’’800 QUANDO IL FRENETICO SVILUPPO INDUSTRIALE
MODIFICHERÀ PROFONDAMENTE IL RAPPORTO UOMO,
SOCIETÀ, CULTURA E PAESAGGIO METTENDO IN CRISI I
VALORI AMBIENTALI ED AGRICOLI. HO ANCHE SEMPRE
PENSATO CHE LE GRANDI OPERE PORTANO UN INTERESSE
QUASI SEMPRE DEL POTENTE CHE INTERPRETA IL POTERE
POLITICO, MA CHE SONO COMUNQUE UNA RESTITUZIONE
PUBBLICA IN BILANCIO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO.
1913 giochi nel Parco
IN EFFETTI È NEL ‘700, E POI NELLA PRIMA
METÀ DELL’’800 CHE LE INTUIZIONI
PRECEDENTI DERIVANTI DALLA STORIA DEI
GIARDINI E PARCHI “ALLA FRANCESE” E
ANCHE ALL’ITALIANA, ASSUMONO
CARATTERE DIVERSO NEL PAESAGGIO CON LA
REALIZZAZIONE DI AREE VERDI GRANDI E
DIFFUSE. DOVE ESPLODE QUESTA IDEA DI
RISCATTO DEL RAPPORTO UOMO NATURA?
in Inghilterra ovviamente e la pianificazione
delle aree verdi assumerà la dizione di parchi
all’inglese, chiamati in Francia anche anglo –
cihinois. il perché lo vedremo un poco più
avanti. con il giardino all’inglese si supera
quello barocco connesso alle grandi ville
nobiliari, imperiali e reali (versailles, caserta,
tanto per citare alcuni esempi significativi.1832 Incisione di Antonio Lanzani
L’UNO GEOMETRICO, ARCHITETTONICO COME UNA FACCIATA
AL SUOLO, QUASI UNA ESPANSIONE DELL’EDIFICATO
INTERPRETANDO LA NATURA E LA SUA RICOSTRUZIONE DEL
TUTTO ASTRATTA E PER DILETTO DI VERDE, PERCORSI E
ACQUA. TUTTO IN RELAZIONE ALLA VILLA O PALAZZO DI
RIFERIMENTO.
L’ALTRO CHE FA PROPRIA E INTERPRETA LA NATURA.
ABBIAMO DETTO DI BACONE (POTREMMO ANCHE CITARE
ROUSSEAU) E GIÀ QUALCHE DECENNIO DOPO, ANTONY
ASHLEY COOPER, NEL 1711 , COME RICORDA PAOLO SICA NEI
SUOI SCRITTI, ESALTA IL GENIO DELLA NATURA SELVAGGIA .
FORTE FU IL DIBATTITO CULTURALE E STORICO CON ANCHE
IRONIA PER I GIARDINI ALLA FRANCESE.
IL VERDE DIVENTA PARTE IMPORTANTE DEL DIBATTITO
CULTURALE E FILOSOFICO OLTRE CHE ESTETICO E
URBANISTICO. GRANDE SUCCESSO E ESPANSIONE NEL
MONDO E IN EUROPA.,
Vanvitelli, Parco di Caserta 1756
Pollack, Girdino Belgioso Milano 1790
CON LE IDEE DI LIBERTÀ, DI ETICA NATURALE, DI LIBERTÀ DI
ESPRESSIONE NASCE IN INGHILTERRA (GIÀ NELLA CULTURA DEL
SEICENTO) IL GIARDINO CHE SI ISPIRA ALLA "NATURA",
REINTERPRETATA, TALVOLTA RICOSTRUITA COSÌ COME GIÀ MOLTI
SECOLI PRIMA AVEVANO FATTO I CINESI, OVVIAMENTE CON
DIVERSA COMPONENTE DI ARCHITETTURA E PAESAGGIO. NON A
CASO IL "LANDSCAPE GARDEN” VIENE CHIAMATO ANCHE "JARDEN
ANGLO- CHINOIS" (IN FRANCIA EBBE IL SUO PRIMO GRANDE
SUCCESSO DI ESPORTAZIONE CHE SI MOLTIPLICÒ IN QUEGLI ANNI E
NELL''800 IN TUTTA L'EUROPA, ESEMPIO NE È IL "PETIT TRIANON"
REALIZZATO DALL'INGLESE RICHARD NEL 1774 PER LUIGI XV). NEL
1777 L'ARCHITETTO PIERMARINI PROGETTA GLI "IMPERIALI REGJ
GIARDINI CIRCOSTANTI L'IMPERIALE REGIO PALAZZO " A MONZA. IN
ITALIA IL GIARDINO ALL'INGLESE, GIUNTO DOPO TANTE ESPERIENZE
EUROPEE, ACCENTUA REGOLE PAESAGGISTICHE E LA CODIFICATA
PRESENZA DELLE "MEMORIE STORICHE" IN UNA VISIONE
ROMANTICA. IN BRIANZA, A MONZA IL PRIMO ESEMPIO.
L’acqua non è più un gioco,
ma una partecipazione della
natura dei Giardini
IL CONTE SILVA, TRA LA FINE DEL SECOLO DEI LUMI E L'INIZIO
DELL'OTTOCENTO COMPLETA IL SUO CELEBRE TRATTATO SUI
PARCHI E GIARDINI E ALLA MORTE DEL GRANDE ARCHITETTO
NE SCRIVE "L'ELOGIO DELL'ARCHITETTO GIUSEPPE
PIERMARINI" (1811 STAMPERIA CORBETTA DI MONZA). DICE
IL SILVA: "GLI SI DEVE ATTRIBUIRE IL VANTO DI ESSERE
STATO IL PRIMO TRA NOI A DARE SAGGIO DE' GIARDINI
INGLESI, GIACCHÉ I PRIMI PEZZI COMPARSI IN TALE GENERE
NEL NOSTRO PAESE SONO STATI QUELLI TUTTAVIA
ESISTENTI, DA LUI ESEGUITI NELLA VILLA IMPERIALE DI
MONZA".
questi giardini poi colpiranno la fantasia a ammirazione di
Eugenio che volle il parco di Monza, come una grande cornice
di paesaggio che incastona anche questo gioiello. mi piace
pensare, quando cammino nel lungo viale centrale del parco
di Monza, che il percorso segnato dagli alberi, la villa del
Mirabello, con lontano l’arco delle alpi e del Resegone,
definisce con maggior dimensione e componenti diverse il
Trattato di Ercole Silva.
Immagine di Giardino cinese
I GIARDINI ALL’INGLESE NASCONO COME
ATTENZIONE DELL’ILLUMINISMO E VENGONO
FATTI PROPRI DAL ROMANTICISMO. QUASI
LA RICERCA DELL’EDEN, DI UNA NATURA E
PRESENZA UMANA IDEALIZZATA, TESA ALLA
SALVAGUARDIA DELLA NATURA, DELLE
ESSENZE, DELLE MEMORIE STORICHE. ANCHE
LA NASCITA E ESPANSIONE DI AMORE
CULTURALE PER L’ARCHEOLOGIA FA LA SUA
PARTE NELLA COMPOSIZIONE DEI PARCHI E
GIARDINI.PITTURA, POSIA, LETTERATURA
SCIENTIFICA E FILOSOFIA NE FURONO
IMPREGNATI. LA STOIA DEI GIARDINI
SEGUIRA’ COME UNO SPECCHIO LE
TRASFORMAZIONI DELLA SOCIETA’
I GIARDINI LA VILLA E IL GRANDE VIALE
ABBIAMO CITATO IL CONTE ERCOLE
SILVA E PENSO VALGA PROPRIO LA
PENA DI PARLARNE UN ATTIMO.
E’ figura a cui dobbiamo molto proprio
nel nostro territorio e non solo. il suo
trattato (1801-1813) vale la pena di
essere letto. uomo di grande cultura
europea e sensibilità ambientale, amico
della cultura del tempo (Verri, Parini,
Beccaria, Frisi ) botanico, esperto di
diritto e storia naturale, collezionista,
può essere definito l’artefice, per l’Italia
delle teorie sull’arte del landscape
garden . il suo trattato è titolato:
Dell’arte dei giardini inglesi.
NEL TRATTATO IN DUE TOMI CI PARLA ANCHE DELLA RELAZIONE TRA
PARCHI EUROPEI E LA TRADIZIONE CINESE TENTANDONE UNA
SEPARAZIONE ANCHE SE NEL ‘700 E PRIMI ‘800 FORTISSIMO ERA
L’INFLUENZA E RICHIAMO DELL’ESOTICO E ORIENTALE SULLA CULTURA.
nel trattato trovate tutto quello che serve sui caratteri e componenti di
un giardino o parco all’inglese, le forme di bellezza e caratteri estetici da
ricercare, la presenza dell’acqua, del movimento del terreno, la
distribuzione qualità delle essenze, le architetture del parco. della
ricerca del romanzesco e magico, il catalogo delle piante.
SEGUENDO IL SILVA SI SCOPRE COME IL TEMA DEL VERDE E DEL I
PARCHI SIA STATO CENTRALE AL DIBATTITO CULTURALE DI CIRCA UN
SECOLO.
e come, oggi, con tutto quanto successo, sia stata importante l’opera
del Silva e di chi come lui si è battuto e ha realizzato grandi parchi in
tutto il nostro territorio. con tutto quello che è successo ancor più vale
lo stimolo per la tutela e valorizzazione di un patrimonio ambientale
rilevante per il paesaggio e la qualità della nostra vita.
Trattato di Ettore Silva
ABBIAMO ACCENNATO AI PARCHI E GIARDINI CINESI
Anni fa sono stato a visitarli e mi sono fatto idee in
proposito leggendo oltre che vedendo. Permettetemi
questa disgressione così lontana dal nostro territorio e
che pure ha influito a partire dalla fine del ‘600 sino alla
seconda metà del ‘700. non è solo una curiosità, ma è
stata una componente della nostra cultura pur con forti
differenze anche nella tecnica e caratteri dei parchi e
giardini. la prima considerazione che in Cina i parchi
sono fatti millenari.
A XI’AM, DOVE SONO STATO, C’È ANCORA TRACCIA DI
UN PARCO CHE RISALE AL 110 E 88 PRIMA DI CRISTO
(HAN WUDI), ma vi sono molti casi di giardini molto
antichi (i primi riscontri in letteratura sono giardini
imperiali del VII secolo prima di Cristo).
nel XVIII secolo padre Attiret, gesuita, descrive il grande
parco Yuan Ming Yuan a Pechino, di 320 hettari,
parlandone con grande meraviglia.
I PARCHI CINESI SONO UNA ATTENTA RICOSTRUZIONE
DELLA NATURA IN OGNI LORO COMPONENTE, DAL
MOVIMENTO DEL TERRENO ALLE ESSENZE, LA
PRESENZA SEMPRE DELL’ACQUA, LE ROCCE
addirittura vi erano architetti specializzati sulle varie
componenti del parco come un ricordato e famoso
architetto delle rocce. particolari le idee e teorie che li
promuovono, spesso basate sulla ricerca dei contrasti o
dialettica degli opposti come diritto e tortuoso,
movimento e riposo, vero e falso.
Ogni punto significativo è studiato per determinare una
vista e paesaggio spesso distinto per nome. come
abbiamo detto tutto spesso è ricostruito, dalle rocce al
fiume. anticamente vi erano anche macchine per
sollevare l’acqua e farla scorrere faccio sempre
l’esempio che se fosse stato possibile avrebbero
ricostruito anche una nube per avere la pioggia per
riempire il ruscello.
Punti di osservazione
IN UN PARCO ANTICO VI ERANO
AUTOMI, ANCHE SU BARCHE, CHE
COMPIVANO 78 MOVIMENTI PER IL
PIACERE DI CHI OSSERVAVA.
l’importanza di parchi e giardini non
era solo imperiale, ma investiva i ceti
sociali più benestanti. la pittura cinese
molto spesso rappresenta i giardini e
parchi sia come riferimento reale che
come idealità che qualche volta veniva
ripresa nella creazione delle viste. dei
parchi ne parla anche marco polo. a su
giu ho visto in questa piccola città del
sud della cima (chiamata anche la
venezia cinese per la presenza di canali
e ponti) decine di parchi storici.
Particolare parco di epoca Quing ( metà del ‘600).
Xu Yuan.
ANTICORPI SI È DETTO. E’ BELLO
PENSARE CHE IL GRANDE EVENTO
STORICO E AMBIENTALE DEL PARCO E
DEI GIARDINI DELLA VILLA RIPRENDA
LA SUA STRADA PERSA ( si veda cosa
sta attorno) e generi idee sul
territorio. Purtroppo è dagli anni ’30
che i piani urbanistici generali ne
disconoscono il ruolo, quasi
l’esistenza come motore territoriale.
in tutti i piani, prima di Benevolo e
poi modestamente quello impiantato
dalla amministrazione Faglia, e che
porta il mio nome, il Parco era
tagliato a metà. Misconosciuto, pur
essendo la presenza forse più
significativa per la qualità territoriale
di un ‘area vasta.PGT. Parchi di cornice
I PARCHI DI CORNICE NEL PGT INDICAVANO
CHE LA CULTURA NATA CON LA RICERCA
STORICA DEL RAPPORTO UOMO-NATURA,
UOMO E PAESAGGIO, POTEVA ESSERE UNA
CONTINUAZIONE CORRETTIVA DELLE
TENDENZE IN ATTO. Speriamo si continui
su questa strada anche se il Piano
Territoriale provinciale aveva giocato una
brutta storia.
PURTROPPO, PER CONCLUDERE, ANCHE IL
BRUTTO ESEMPIO DI UN PROGETTO
TRADITO E CHE VOLEVA PROPRIO
ADEGUARSI ALLA QUALITÀ DEL SISTEMA
VILLA GIARDINI PARCO, L’esempio della
situazione sopra il tunnel di Viale
Lombardia è esemplare, in negativo
ovviamente, perché si è partiti bene e
arrivati male.
HO VOLUTO PARLARE DEI GIARDINI, MA NON
SOLO, COSA IMPORTANTE È DI PARLARE
DELL’IMPIANTO ARBOREO. UN MUSEO
ALL’APERTO.
HO VOLUTO SIGNIFICARE COME I GIARDINI E IL
PARCO SIANO UN EVENTO STRAORDINARIO,
ANCORA IN BUONA MISURA INCOMPRESO, E CHE
DOVREBBE ESSERE CAPACE DI GENERALE UNA
MIGLIOR QUALITÀ DEL TERRITORIO. SPESSO NON
È COSÌ. MANCA ANCORA UN PIANO GENERALE
DEL PARCO E SPESSO TUTTO È CASUALE.
Chissà se andremo ancora in Tram ai Giardini e al
Parco, magari con un Imperiale e in Treno
ricordando la Guida del Mezzotti. Un tempo la
Villa, i Giardini e il Parco erano al centro del
destino e immagine nazionale e internazionale di
Monza e della sua storia. Speriamo di arrivarci
ancora.
1902 l’Imperiale ai Giardini e al Parco

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Alfredo Viganò. I giardini della Villa Reale di Monza

  • 1. I GIARDINI DELLA VILLA DI MONZA IMMAGINI E PENSIERI IN LIBERTÀ GIUGNO 2015
  • 2. IL GIARDINO COME LUOGO STORICO CULTURALE Tutte le volte, ben felice di essere qui a Monza, parlare della straordinaria storia dei Giardini e, ai margini, anche del Parco e del Verde agricolo o meno. Molta la letteratura in merito, ma qualche volta sfugge che si tratta di un evento speciale che non ha le sue radici solo nel pur importante aspetto specifico dei Giardini, come luogo di piacere, estetico e paesaggistico di un Signore, di completamento di una Villa o di un Palazzo di rappresentanza nella società del tempo. La natura progettata, interpretata e ricostruita
  • 3. MARIA BEATRICE RICCARDA D’ESTE E FERDINANDO D’ASBURGO VOLLERO LA VILLA E I GIARDINI Lui figlio dell’imperatrice Maria Teresa, lei rampolla del nobile casato, figlia di Francesco III d’Este.
  • 4. IL RAPPORTO UOMO NATURA Il Giardino di Monza (ma anche il Parco), è un gioiello incastonato, significa comprendere una parte della storia moderna del rapporto uomo-natura. Moderno intendo a partire dal ‘600 con il Giardino alla francese (italiano se riferito anche alla tradizione del ‘500), all’illuminismo del 700 e successivo romanticismo dell’800. Nel ’700 la Tomba di Rousseau nel Parco di Ermenoville. Tomba disegnata da Hubert-Robert, il pittore delle rovine. Un simbolo del rapporto uomo natura
  • 5. ANCHE MONZA HA LA SUA ISOLA NEI GIARDINI, PICCOLA, MA DELIZIOSA Un tempo la piccola casetta dei cigni faceva bella mostra. 1942, in guerra. tanti baci per Umberto dalla bella Alice, ma a puntini e c’è anche il timbro della censura.
  • 6. Da una pubblicazione di Ettore Silva FU UN EVENTO CHE TRASFORMÒ PROFONDAMENTE L’ECONOMIA IL RUOLO E IL PAESAGGIO URBANO Monza dalla ricca storia del passato (Regina Teodolinda, Corona Ferrea), ripartiva con un ruolo politico istituzionale di rilievo nell’Impero e in Italia. La Città veniva trasformata (teatro arciducale, viabilità urbana e generale, ponte dei Leoni e Ferdinandea).la Villa e i Giardini erano, con la Villa, i trasformatori di un nuovo ruolo della Città. Due valori distinti nella storia e nella cultura, una molteciplità di discipline tecniche e scientifiche oltre che artistiche.
  • 7. Una stampa del ‘700 in cartolina, viaggiata nel 1902 LE RAGIONI DELLA NASCITA DEL COMPLESSO PARCO - GIARDINI ERA DI NATURA POLITICO-IDEOLOGICA, DI POTERE NEL QUADRO ITALIANO E IMPERIALE. Ferdinando non fu un grande politico, ritenuto dai fratelli più capaci lo scemotto di famiglia, ma amato dall’imperatrice che gli concedeva più di quanto l’apparato imperiale riteneva opportuno per costi e per ruolo. Tendeva a costituirsi un regno e un potere nell’impero di fronte ai fratelli maggiori. Giuseppe e Leopoldo che erano i politici di famiglia.
  • 8. Panorama 1917. Le ciminiere I Verri vagheggiano una dinastia nazionale ( con altri si trovavano al Mirabello dei conti Durini). La Villa, la scelta della Città, è parte non indifferente di questo disegno. Dimensioni e architettura di importanza, una reggia (come la chiamò poi Eugenio de Beauharnais). La Villa fuori dal Capoluogo, ma non così tanto da non consentire frequenti rapporti, rispondeva anche ad un sistema di sicurezza oltre che di salubrità e bellezza paesaggistica. PARTE DELLA CULTURA ITALIANA GLI ANDAVA DIETRO Mirabello 1901
  • 9. Lose, 1820. Imperial regia Villa aperta su una grande Piazza di valore anche urbano. LA VILLA E I GIARDINI SONO STATI MOMENTI DI GRANDE RUOLO, MA ANCHE A RISCHIO DECADENZA, SINO A PREVEDERNE LA DEMOLIZIONE. Il Complesso fu venduto ad un privato e fortunatamente vi fu la relazione di un funzionario intelligente, (ing. Bellotti), che ne sconsigliava la demolizione. Lo stato ricomprò la Villa e i Giardini). Prima Ferdinando e alla morte dell’Imperatrice la scelta di Giuseppe di interrompere finanziamenti e opere per il fratello che riteneva scriteriato e spendaccione. In effetti Ferdinando è stata figura di secondo piano. Quasi ci si dimentica che ha governato per 25 anni.
  • 10. Eugenio de Beauharnais AD EUGENIO DE BEAUHARNAIS DOBBIAMO IL COMPLETAMENTO DEI GIARDINI E DELLA VILLA E LA GRANDE IDEA DEL PARCO. Figlioccio di Napoleone gli fu fedele come generale sino alla fine e svolse il ruolo di Viceré del Regno d’Italia. Dopo tanti anni abbiamo proposto che almeno il viale centrale pedonale dei Boschetti fosse a lui intitolato. Si meriterebbe anche di più. Poi i francesi che pensarono anche alla sua demolizione. Divenne sede di Governo della Repubblica Cisalpina e poi del regno napoleonico. Poi ancora gli austriaci, poi i Savoia e il suo decadimento e abbandono con il regicidio. Insomma una storia di poco più di due secoli, ma ricca di vicissitudini, Quasi un giallo territoriale, ma anche una storia densa dei luoghi, già prima della Villa con quelle dei Durini che erano un riferimento culturale nel territorio. Monza è stata Citta di molteplici demolizioni di realtà storiche e monumentali.
  • 11. 1808 Galliari. La Corte di Eugenio. Villa Augusta (Mirabellino) ancora con la facciata barocchetto. Lontano il Resegone 1926 il Viale dei Palloni e l’Ippodromo. Una storia anche di civiltà e sovraintendenza
  • 12. Non c’era parco che non avesse lo specchio d’acqua e il tempietto sulla sponda. Quasi un simbolo dell’importanza del luogo e il rapporto tra memoria, storia e natura. Perché assistiamo a degenerazioni di questo tipo nel costume? Priorità. E’ più importante pavimentare in porfido spazi quasi inutili nella edificazione con grande spesa oppure tenere bene il Tempietto nei Giardini della Villa? Qualcuno ha detto che nel secolo scorso ci hanno espropriato dell’estetica e del paesaggio. IL DEGRADO DELLA BELLEZZA
  • 13. 1900. Nel laghetto in barca, qui per la manutenzione, poi per il tempo libero 1948 al pontile
  • 14. LE COERENZE E UN POCO DI STORIA. IL TRIDENTE Alcuni riferimenti del Giardino Francese e anche Italiano, Potrei riportare Caserta, ma ho preferito viaggiare in Francia. Versailles dopo la sistemazione di Le Notre (1662-.1664) Un castello di caccia di Luigi XIV. A ridosso del Borgo su cui incide profondamente dettandone il destino. Compare il Tridente, quasi una novità che verrà diffusa nel rapporto Parchi e contesto, Tridente che lega il Borgo alla viabilità per Parigi (Viabilità). Anche Monza ha il suo Tridente che partecipa del rapporto Giardini della Villa e Città Nel suo piccolo, ma mica tanto con l’integrazione del Parco anche il rapporto Giardino, palazzo, presenta uguale lettura, solo che la Villa è ruotata in rapporto al centro della Città, per una ragione di orientamento. Anche il grande viale è partecipe dei progetti dei complessi o palazzi. Il Tridente a Monza è capovolto per significare il rapporto con l’ingresso principale alla Città.
  • 15. 1827. Il Tridente è ancora incompleto. I Giardini hanno una dimensione grande come tutta la città chiusa nelle mura, In origine era parte di quelli attuali. Il disegno del Parco e dei Giardini hanno quasi del tutto dimenticato la tradizione alla francese I GIARDINI E LA CITTA’ MURATA
  • 16. LA PASSEGGIATA, DEDICATA A EUGENIO DE BEAUHARNAIS è vertice del Tridente che lega la Villa, i Giardini e l’ingresso alla Città. Ne fa catastalmente parte. La porta di uscita dalla Mura era su via Frisi per giungere al seicentesco ponte di Santa Maria delle Grazie. Piazza Citterio era Piazza Amalia in onore della moglie di Beauharnais. I Boschetti sono già parte del disegno complessivo dei Giardini. In origine il Tridente si chiudeva con geometria imperfetta con la storica via Frisi poi sostituita dal Viale della prospettiva (Via Petrarca).
  • 17. L’INSEDIAMENTO DI UNA SEDE IMPERIALE (COME SI È DETTO ERA PIÙ CHE UNA VILLA DI CAMPAGNA) COMPORTÒ ANCHE UN COMPLESSO DI REALIZZAZIONI INTERNE ALLA CITTÀ E VIABILISTICHE DI CONNESSIONE GENERALE E URBANA. Poi con il Parco francese si modifica l’assetto generale delle comunicazioni, come con Vedano e Villasanta, per quelli direttamente interessati. La ragione di oggi è il Giardino della Villa di Monza, ma anche il sistema che lega Giardini, la stessa Villa, il viale assiale antistante, il Tridente e la Città, il fiume, Un sistema complesso che già induce a quello dei suoi rapporti successivi col Grande Parco, come se i giardini avessero, per similitudine con le Piante, gemmato e prodotto questa meraviglia. Un sistema esemplare che lega una grande Villa alle vie di comunicazione del tempo, al paesaggio della valle del Lambro e delle Alpi, ad una Città allora racchiusa nelle mura. Un sistema che ha coscientemente modificato la Città. I Giardini non sono una cosa a sé, isolata, ma integrata nel territorio, nelle sue funzioni, nel paesaggio. Tridente. Proposta arch. Tazzini allievo del Canonica
  • 18. ANCHE IL GRANDE VIALE È PARTECIPE DEL PROGETTO e lega Villa e Giardini alla grande viabilità esterna alla Città. In origine non c’era la recinzione. Il filare di Platani era doppio ricordando le Promenade francesi seicentesche. L’impianto della Villa e dei Giardini si colloca come transizione culturale con presenze nella tradizione precedente della fine del ‘600 e prima metà del ‘700 e la novità del Giardino all’inglese. 1911 La nobile Camilla a Emanuele a Parigi. La Villa, i Giardini, il Parco, viaggiavano spesso nel Mondo
  • 19. ESIGENZA DEL PAESAGGIO E DELLA POLITICA. IL NUOVO PONTE COI LEONI ASBURGICI BUCA E RIVOLUZIONA LA CITTÀ, interi isolati sino all’Arengario, simbolo laico della Città vengono sventrati. Nasce la Ferdinandea che terminerà, per le costruzioni, coi Savoia. Anche via Carlo Alberto diventa la nuova uscita verso i Giardini e la Villa. Le trasformazioni urbane e territoriali col grande cantiere. La Ferdinandea.
  • 20. Catasto del ‘700 col ponte d’Arena. Catasto lombardo veneto metà ‘800. Il nuovo allienamento col Ponte dei Leoni. GLI SVENTRAMENTI DEL CENTRO DELLA CITTA’
  • 21. IL GRANDE CANTIERE E PIERMARINI Sanquirico. La villa in costruzione. La città quasi una pertinenza, un particolare del paesaggio. Si diceva un evento straordinario per Monza e l’intero territorio. La Città appare quasi una pertinenza della Villa nel paesaggio. Pertinenza che è una delle ragioni della scelta di costruire qui la Villa che è anche Palazzo. Emergono i simboli della Città, il Duomo e Campanile, la Torre dell’Arengario. Il decreto dell’Imperatrice è del 1777. Veloci, quasi frenetici se si pensa alla dimensione dell’intervento, nel 1780 è giù abitabile con anche i Giardini sistemati. Prima Murat col suo esercito, poi sede della repubblica Cisalpina, poi Eugenio nel 1805 come Vicerè. Poi l’austriaco Ranieri e i Savoia.
  • 22. MOLTE LE CARTOLINE CHE SI ISPIRANO A QUESTA STAMPA E CHE RIPRENDONO I GIARDINI E LA VILLA. 1898, per una signorina in Germania. MONZA CON POCO PIÙ DI 11.000 ABITANTI ERA ANCORA RACCHIUSA NELLE MURA. Il grande Cantiere fu una esplosione della qualità artistica ed artigianale del tempo. Una esplosione delle tecniche e scienze legate alla agricoltura, alla botanica, alla tecnologie costruttive e del paesaggio (idraulica, acqua, cascata, laghetto, e ancor più col Parco) e tutte le manifattura conseguenti. Si intervenne per la portata del Lambro con una derivazione a monte di Monza per l’acqua ai Giardini. Il parco poi fu intervento a scala territoriale e di riforma della società. ( pur con le riforme della seconda metà del ‘700, con gli austriaci perdurava ancora il sistema feudale, poi Giuseppe II fu una Tempesta
  • 23. Andamento della Popolazione di Monza dal 1751 al 2011 COMPLESSO DESCRIVERE LA SOCIETÀ DEL MOMENTO, IL CONTESTO. SI STAVANO COMPLETANDO LE RIFORME AUSTRIACHE SULLE FORME ISTITUZIONALI E LA DECADENZA DELLE PREROGATIVE FEUDATARIE, la città seppur piccola svolgeva un ruolo non indifferente nel territorio di produzione e commercio. Nel 1795 (censimento) prevaleva il tessile e già vi erano cappellifici, da padrone la facevano i commercianti e le attività alimentari. Giuseppe II aveva accelerato i processi laici di riforma anche sulla scuola, università, sanità, giustizia. Poi con la repubblica Cisalpina e il Regno d’Italia napoleonico si sono buttate le basi dello
  • 24. La cascatella, mi ricorda i Giardini e Parchi cinesi Primi ‘800. Dalla pubblicazione di Ercole Silva, la cascata. Quando ero bambino in tempo di guerra, le grotte di fianco erano parte dello Zoo.
  • 25. PIERMARINI GIUSEPPE (1734-1808) era architetto di fama, uomo colto e legato alla tecnica e alla scienza, Di Foligno, fu allievo del Vanvitelli anche nella realizzazione della reggia di Caserta. Giunto a Milano operò molto in città sia per costruzioni civili che nobili e private. La modifica e modernizzazione delle istituzioni da parte del governo austriaco, negli ultimi decenni, soprattutto coll’avvento di Giuseppe II comportava anche un rinnovo urbanistico e di sedi istituzionali e anche di divertimento come la Scala.
  • 26. DISEGNI DEL PIERMARINI CON VILLA E GIARDINI. Precisi e lineari i progetti. Vicino alla Villa permane il disegno di Giardino francese mentre sopra si sviluppa il gioco del Giardino inglese. Davanti alla Villa il grande viale che connette al territorio e a Milano senza attraversare la Città e sulla facciata a est la previsione di una continuità dei Giardini sino al Lambro e convento delle Grazie vecchie, con un grande Rondò. Forse in origine l’ipotesi di un legame diretto con il Santuario.
  • 27. Sanquirico. Il Gran Viale di prospetto al Palazzo. 1900 il grande viale verde a est come asse dei Giardini sino alla campagna di Villasanta. PIERMARINI PARTECIPÒ PRIMA ALLA SCELTA DEL LUOGO DI INSEDIAMENTO DELLA VILLA E POI REDASSE I PROGETTI che, in pochi anni, dal 1778 termineranno l’opera nelle sue parti maggiori. Interrotti i lavori verranno ripresi dai francesi per ampliamenti, quali il Teatrino di Corte, gli stessi giardini e presenze finto archeologiche, la recinzione.
  • 28. PIANTA DEL CENTRO STORICO E DELLA NASCITA DELLA VILLA NEL ‘700 Prima aree agricole. La situazione che aveva trovato Piermarini Con la villa e i giardini inizia anche la trasformazione della Città e dei suoi rapporti con il territorio, ma anche il ruolo e paesaggio urbano conseguente. Un Borgo ancora intricato della sola viabilità medioevale non sembrava rispondere al ruolo della presenza del palazzo imperiale. Già con Ferdinando la Città cambia, il Ponte dei leoni, e via Vittorio Emanuele, la ferdinandea, via Carlo Alberto. Dove andrò la Villa e i Giardini il territorio è agricolo, Completamente disboscato. Catasto 1857, non compare la piantumazione, è già segnato il viale della prospettiva
  • 29. 1903. UNA CARTOLINA DI GIACOMO INNAMORATO PER LA BELLA SIGNORINA . LA DIMENSIONE TERRITORIALE. Dove si legge l’insieme dei Giardini del Parco, del Tridente del viale della Villa e della Città. Dove si coglie anche la dimensione territoriale dei Giardini e del parco con la Villa. Segnalo la cascina mantenuta come Magazzino del Fieno e i nuovi ruderi e memorie, come il Tempie la Torre, oltre ad altri edifici di servizio verso la Città. 1903. Giacomo a Maria con affettuosi saluti in via dei fiori a Torino, ma non solo Messaggio quasi segreto. Se ti fossi vicino quanti b…
  • 30. 1909 viale della Prospettiva, Arturo manda a Buenos Aires. ALTRE RAGIONI PER LA LOCALIZZAZIONE DELLA VILLA E DEI GIARDINI. LA CORONA DEL FERRO Come si è detto il legame col territorio aperto col grande viale per girare attorno alla Città e andare a Milano e a ovest. Un’altra ragione della localizzazione erano i luoghi ameni, di aria buona, dove il fiume era pulito e scorrevole (a monte della Città. Solo dopo la città cominciano i meandri,) la valle dolcemente mossa nell’avvio del sistema collinare. Il luogo leggermente elevato in modo da scongiurare pericoli di piene. Intorno oltre la Città isolata nelle mura, la campagna e ancora qualche bosco per la caccia. Il Panorama dalla Villa, non solo sulla città e sulla valle del fiume, ma anche sul doppio fronte est-ovest e con lo splendido riferimento del Resegone e delle Grigne imbiancate per mesi. Da non sottovalutare, come ho già segnalato, anche la storia di Monza e il simbolo della Corona del Ferro che aveva incoronato tanti re e imperatori, da Teodolinda a Napoleone e che rappresentava il regno d’Italia, quella d’oro era data dal Papa e quella d’argento ad Aquisgrana era dell’Imperatore.
  • 31. Primi ‘900 all’ospedale dei cavalli e il panorama sulle alpi innevate GIARDINI ALL’INGLESE. PER L’ITALIA UNA ANTICIPAZIONE CULTURALE DEI TEMPI una contraddizione tra la architettura del tempo e l’ambiente. Un sistema perché investe una parte consistente del territorio con un progetto ideale e fisico di paesaggio. Perché, da dove arriva questo desiderio che non è solo di potere? E’ anche filosofico e ideale. Quasi una necessità storica. Di palazzi ce ne sono tanti, ma di sistemi paesaggistici definiti e progettati molto meno e quello del rapporto Giardini e Parco è unico, realizzato in pochi anni . Un sistema che diremmo oggi di grande eccellenza. Abbiamo visto prima la previsione e progetto del Piermarini, poi intervenne il suo allievo Canonica, del Canton Ticino, che passò indenne come architetto di Stato, dagli austriaci ai francesi. Canonica mise mano alla Villa con completamenti importanti come il Teatrino di corte, la sistemazione dei Giardini e l’opera più significativa voluta da Eugenio di Beauharnais: Il Parco che fu un’altra proiezione di Monza nella cultura europea del tempo, in grande.
  • 32. PROPOSTA CANONICA PRIMI ‘800. Si legge ancora una commistione tra la geometria del parco alla francese e di quello nuovo di concezione all’inglese. Vi è come una lettura storica delle componenti dei Giardini, un libro aperto nel trascorrere dalle concezioni barocche, all’ illuminismo e romanticismo. Il Giardino nella realtà sarà ridotto e altre parti ricomprese nel grande Parco
  • 33. I Giardini nel 1829 nelle loro reali dimensioni. IMPERIAL REGJ GIARDINI
  • 34. DEL CANONICA LA MAPPA ARBOREA DEI PRIMI ‘800. I giardini diventano l’elemento di connessione tra palazzo e Città mentre il Parco assume il carattere territoriale a grande scala urbanistica sovracomunale . I Giardini come cerniera della grande idea del parco. Si leggono tutti i sistemi paesaggistici interni.
  • 35. BUSTO DI LUIGI CANONICA A BRERA. VISSE I SUOI 80 ANNI A CAVALLO DEL SECOLO ED EBBE GRANDE FORTUNA NEL PERIODO REPUBBLICANO E DEL REGNO NAPOLEONICO. Fece tante cose significative e tra queste, non certo minore, la progettazione e realizzazione del Parco di Monza. un’opera di grande significato paesaggistico, estetico, botanico e culturale su scala territoriale. Dico sempre che fu un grande progetto urbanistico che univa città e paesi contermini e influiva su un territorio molto vasto.
  • 36. LA MAPPA DEL BRENNA (ANNO 1843) LE GEOMETRIE E LA TOPOGRAFIA grande cartografo, della prima metà dell’800 ci mostra l’opera completata di Villa, Giardini e Parco. una volta in un articolo avevo rilevato le grandi geometrie nel territorio che corrispondevano anche a valori paesaggistici città, territorio agricolo e borghi, fiume, arco alpino. C’è un grande triangolo con vertici al Rondò dei pini centro della città e Rondò di Villasanta in asse con la Villa e la Cascina frutteto e parallelo con il viale Cavriga, mentre il viale centrale che parte dai giardini si conclude nel Bosco Bello e mira le alpi e il Resegone
  • 37. UNA CURIOSITÀ. ESISTE A MONZA UNA VILLA REALE E GIARDINI IN PICCOLO? Quasi una emulazione nata da presenze storiche? Si si tratta della Villa Archinto e Giardini prossima al parco, nella antica via Frisi. La similitudine è tale che chi ha fatto la cartolina ha preso il Giardino di Villa Archinto come se fosse quello della Villa reale. Nella mia collezione sono molte le cartoline con riferimenti sbagliati e addirittura con immagini capovolte. Nata su parti più antiche, la Villa si realizza nella prima metà dell’800 VILLA ARCHINTO, DISEGNO DEL GIARDINO O PARCO ALL’INGLESE. Era una grande aspirazione realizzare queste aree verdi legate a grandi dimore nobiliari. Come quello della Villa anche qui edifici nel parco di sapore medioevale come si trattasse di storici resti di archeologica memoria. Mi ricordo le discussioni amichevoli con Augusto Merati che scrisse cose intelligenti su questa Villa neoclassica. Già alla fine del ‘700 molte componenti dei Giardini
  • 38. ANCHE NELLA VILLA ARCHINTO UNA SERRA, COME PARTE IMPORTANTE DEL GIARDINO, COME GLI ORTI E I VIVAI. Come nella Villa reale dove l’insieme si componeva anche di orti e serra per la coltivazione di frutta esotica. Negli anni 30 il Serrone, con le sue grandi vetrate, divenne aula per il disegno dal vero della scuola d’arte (ISIA). Curiosità, un Crivelli, l’Abate, alla Villa Crivelli di Mombello, dove Napoleone firmò il decreto per il Parco di Monza, realizzò una delle più grandi serre per piante esotiche.
  • 39. I GIARDINI EVENTO STRAORDINARIO CHE HA CATAPULTATO MONZA NELLA GRANDE CULTURA EUROPEA. Improvvisamente dopo l’epopea dei giardini alla francese, come si è detto, nasce il Giardino o Parco all’inglese. Queste caratteristiche inducono a utilizzare idealmente questo sistema per delineare il valore che l’evoluzione della cultura, tecnica e coscienza del paesaggio e dei sistemi del verde con parchi e giardini e connessioni agricole, della coscienza di tutto ciò nel rapporto uomo natura e uomo e trasformazione del paesaggio come fatto culturale e ideale nello sviluppo della società e anche di nuove tecnologie e sviluppo scientifico. 1729 Parco di Chiswick
  • 40. I GIARDINI DELLA VILLA SARANNO ANCHE INSEGNAMENTO PER I PARCHI E VILLE BRIANTEE. NUMEROSI E DIFFUSI. Rapporto uomo natura che investe, per quanto affrontiamo questa sera, aspetti politici e di rappresentanza, artistico-paesaggistici, botanici e, non sempre si riconosce, filosofici ed ideali. Paesaggio interpretato dall’uomo, Giardini, parchi, come difesa e ricerca di una Armonia del Creato. Il ricordo della ricerca di un Eden. Giardino Villa Tittoni a Desio, rielaborato da Piermarini
  • 41. MI PIACEREBBE E LO VORREI QUESTA SERA TRASMETTERE COME LA PRESENZA DEL VERDE, COME VALORE STORICO E NATURALE, ANCHE PER LE PROSPETTIVE FUTURE, VALORI CHE INTERESSANO IL MONDO IDEALE, ABBIANO SEGNATO PUNTI SIGNIFICATIVI NELLO SVILUPPO CULTURALE MODERNO, VERSO UNA CONCEZIONE DI VALORI ECOLOGICI-AMBIENTALI NEL TERRITORIO. La Villa, i Giardini e il Parco formano un esempio ed un organismo vivo nel tempo e che man mano modifica il suo ruolo, oggi in un’area tra le più densamente antropizzate d’Europa. Non vi sono pertanto solo monumenti classici, ma anche il paesaggio, naturale o disegnato, ma sempre interpretato dall’uomo, che richiedono attenzione alla valorizzazione ripristino e restauro. Carlo Amati, Villa ideale
  • 42. ASPETTI NON SEMPLICI PERCHÉ INVESTONO ANCHE CARATTERI TERRITORIALI E LE LORO CONTESTUALIZZAZIONI URBANISTICHE E DI PAESAGGIO. Rapporti non solo singoli con una cosa, sia un palazzo o un monumento, ma paesaggistici a piccola e grande scala. 2000 I Giardini della Villa, il Parco e il Resegone.
  • 43. UNA STORIA DI ALTI E BASSI, QUELLA DELLA CULTURA DEL VERDE NELLA MODERNITÀ, non voglio parlare oggi dell’antichità se non per segnalare la diversità profonda nel rapporto uomo e ambiente, uomo e spazi agricoli e verdi nelle loro varie funzioni (giardini e parchi, campi e boschi, foreste). differenza che appare nuova e straordinaria in Europa con lo sviluppo delle scienze e delle tecniche, ma soprattutto con lo sviluppo demografico e urbanistico. Una Serra dal Trattato di Ercole Silva
  • 44. CITTÀ – CAMPAGNA, DENTRO E FUORI LE MURA, DENSITÀ DELLA POPOLAZIONE DA MIGLIAIA A MILIONI NEL TERRITORIO, MIGRAZIONI E URBANIZZAZIONI. Società agricola e società industriale. Industrializzazione che sembrava interessata a distruggere il paesaggio e a modificare profondamente il rapporto uomo natura. Tema ben presente ancora oggi a scala non solo certo locale, ma anche planetaria (Foreste). Si apre anche il rapporto culturale sulle memorie dell’antichità e della storia.La macchia maggiore comprende Milano, Monza e parte della Brianza, Varese
  • 45. L’ARCHEOLOGIA AVEVA FATTO DA TEMPO IL SUO INGRESSO NELLA CULTURA E I GIARDINI E PARCHI DIVENTANO ANCHE STRUMENTO DI RICOSTRUZIONE DELLE MEMORIE OLTRE CHE DI LEGAME UOMO NATURA. Così esplode la moda, non solo di costruzioni tipiche da parco come serre e gazebo o simili, con gusto anche esotico, ma anche edifici di memoria medioevale e di secoli precedenti. Ovviamente una architettura reinterpretata che spesso ricostruisce anche parti fintamente abbandonate e diroccate come componente del paesaggio.Sanquirico Il Castello in ruina
  • 46. 1904 la cartolina va ad Antonio a Firenze. IL TEMPIETTO È SIMBOLO che appartiene a molti parchi all’inglese, generalmente si erge in posizione leggermente elevata sullo specchio d’acqua, il laghetto con un isolotto che nel nostro caso serviva anche al ricovero dei cigni e di altri volatili acquatici.
  • 47. 1902. LA TORRETTA CON LE ROVINE DELLE MURA DELLA CITTÀ E DEL CASTELLO COME RECITA FALSAMENTE UNA CARTOLINA. L’edificio reinterpreta architetture medioevali e in particolare gotiche, con i medaglioni delle famiglie nobili del ducato di Milano. Movimenti del terreno fatti apposta spazi aperti e spazi verdi studiati quasi alla cinese per i punti di vista. Gli edifici avevano anche funzione di permanenza di persone di servizio
  • 48. Sanquirico, la Torre I GIARDINI NECESSITANO DELLA PRESENZA DI ROVINE PERCHE’ IL PAESAGGIO NON SIA SOLO NATURALE, MA CONTENGA ANCHE LA MEMORIA DELL’UOMO E DELLA SUA STORIA
  • 49. NEL GRANDE PARCO L’IDEA ROMANTICA DI MEMORIE STORICHE, FINTE O VERE NON FACEVA GRANDE DIFFERENZA, E SI ESPANDE OLTRE I GIARDINI DELLA VILLA, COME NEL CASO DEL SERRAGLIO DEI CERVI NEL PARCO. 1900. Il serraglio dei cervi
  • 50. TALVOLTA LE PRESENZE STORICHE SONO REALI E VENGONO INTEGRATE NEL PROGETTO, COME NEL CASO DEL MOLINO DEL CANTONE Sanquirico primi ‘800 Tazzini. Molino del Cantone
  • 51. IL FINE SOCIALE ED ECONOMICO INDUBBIO DELLA CRESCITA INDUSTRIALE SEMBRA AVER FATTO DIMENTICARE PER MOLTI TUTTO IL RESTO sia dalla parte sociale che economica. per alcuni la presenza di parchi e giardini, nati come prodotto di un mondo e potere che non si condivideva più sono anche diventati simboli da compromettere all’insegna del nuovo. 1901. Nevicata del 4 febbraio
  • 52. LA STESSA COSA HA INVESTITO IL RAPPORTO CITTÀ CAMPAGNA e oggi le città e il degrado periferico sia del costruito che delle aree agricole in attesa ne sono un evidente esempio di danno al paesaggio e al rapporto uomo ambiente e uomo e natura. I GIARDINI, IL PARCO, NON SONO STATI CAPACI O MEGLIO COMPRESI NELLA STORIA DEL TERRITORIO E LA QUALITÀ CHE LI CONTRADDISTINGUE NON HA GENERATO, DOPO L’800, RISULTATI VISIBILI. 1956 Panorama. I)n primo piano il tribunale e a sinistra inizia la grande macchia verde. Da Viale Cesare Battisti anni ‘60
  • 53. LA SPOLIAZIONE DEI BOSCHI DI PIANURA SONO ALTRO ESEMPIO SIGNIFICATIVO L’Europa se ne è accorta, negli ultimi venti anni il consumo di suolo ha superato il 20% come parte del fenomeno definito di urban sprawl che determina un sistema e modello preoccupante. Si sono persi il 50% dei territori agricoli in trenta anni. Mi piace sempre riportare un grafico, di qualche anno fa che rappresenta lo stato del rapporto tra aree libere e urbanizzate. Qualcuno ha notato o sottolineato che lo sviluppo ideale della cultura del verde ( nei suoi vari aspetti sino alle concezioni ecologiche attuali a scala anche mondiale, è necessario e ineludibile Presenza essenziale per i valori agricoli e alimentari alimentarie integrati alla presenza naturale, compreso il rapporto con gli animali. Questo rapporto ideale è stato fortemente compromesso nel secolo scorso.
  • 54. SOVENTE LA INTERPRETAZIONE DATA DALLE DISCIPLINE TERRITORIALI ED ECONOMICHE ( IN PARTICOLARE L’URBANISTICA) HA SPINTO A CERCARE DI RISOLVERE PROBLEMI SOCIALI ED ECONOMICI CONNESSI ALL’URBANESIMO E AL MOVIMENTO DI MILIONI DI PERSONE ( CASE FABBRICHE SERVIZI), TRASCURANDO ASPETTI RILEVANTI COME QUELLO DEL RAPPORTO UOMO NATURA CHE TROVA RIFERIMENTO SPECIFICO NEL PAESAGGIO, NELLE AREE VERDI E AGRICOLE, NELLA TUTELA DELLE ACQUE E DELL’ARIA E DI UNA AGRICOLTURA SOSTENIBILE E INTEGRATIVA DELL’INSIEME DEI VALORI NATURALI E DELLE NECESSITÀ DEL SUOLO. ANCHE LO STATO DEL PARCO E DEI GIARDINI, LA REALTÀ URBANISTICA CHE LO CONTIENE È UN ESEMPIO ECLATANTE. I GIARDINI E I PARCHI SONO UNA TESTIMONIANZA STORICA CHE CI RICORDA SEMPRE IL RAPPORTO CULTURALE UOMO E NATURA E IL VALORE DELLE COMPONENTI NON SOLO ECONOMICHE DEL PAESAGGIO Il Parco e la conurbazione 2008
  • 55. TROVO CITATO IN LA VILLA REALE DI MONZA DELLA PROLOCO IL POETA HOLDERLIN, nel suo Hyperion , poeta della natura e idealista. Nel 1797, anticipa le conseguenze del nuovo mondo urbanizzato e scrive : GLI UOMINI NON HANNO RIGUARDO PER LA DIVINA NATURA… E’ SOVENTE LA MIGLIORE GIOIA DELLA VITA. Le autodifese culturali, Gli anticorpi, i Parchi e Giardini e la tutela dell’agricoltura. Pure nella nostra storia e non solo recente, l’uomo, ostile e rapace sovente con la natura e il territorio, sembra talvolta premunirsi. Friedrich Holderlin
  • 56. SI DETERMINANO DELLE DIFESE DEL RAPPORTO UOMO NATURA, O ALMENO CI PROVA AD INCREMENTARE ANTICORPI, COME LA STRAORDINARIA STORIA DEI PARCHI E GIARDINI E LA LORO SOPPRAVVIVENZA. Sembra quasi che al di là della stessa specifica consapevolezza del potente di turno, o dell’artista e del giardiniere, si vengano a realizzare nel paesaggio urbano o agricolo, interventi straordinari, idee e teorizzazioni che interpretano e salvaguardano il rapporto uomo e natura. Di fronte a quanto è avvenuto nell’ultimo secolo e mezzo, qualcuno ha ricordato il periodo come di spoliazione estetica del mondo. Il Parco, ma anche la Villa, ne hanno subite di tutti i generi ed è stupefacente che abbiano resistito agli attacchi perpetrati soprattutto nel ‘900 ( autodromo, villaggio verde, sport, ippodromo, golf e altro). L’Autodromo e il Golf sul Bosco bello
  • 57. BACON ( 1561-1626) E’ ,FILOSOFO E SCIENZIATO, DELL’EPOCA DI ELISABETTA, AFFRONTA NEL ‘600 ( GALILEO INCARCERATO NEL 1633) I PROBLEMI DELLE NUOVE SCIENZE superando la concezione platonica, ha una particolare attenzione per il rapporto uomo- natura e ne è un esempio quando scrive della Nuova Atlantide. Sembra anticipare i tempi e la società industriale. A lungo parla della presenza di Giardini e Parchi e della presenza degli animali, quasi avvertisse il pericolo delle trasformazioni che appena si vedevano nel ‘600. ALLA NATURA NON SI COMANDA SE NON UBBIDENDOLE dice: una utopia diversa da quella di Campanella nella città del sole. Francis Bacon
  • 58. IL SEICENTO. ABBIAMO DETTO CHE LA STORIA DEI GIARDINI E PARCHI È MOLTO SIGNIFICATIVA NEL RAPPORTO DI ARCHITETTURA E AMBIENTE DOVE QUESTO DOMINA NEI SUOI ASPETTI DI DISEGNO MA ANCHE DI RAPPORTO CON LA NATURA. E ’nel ‘600 che nascono spazi pubblici verdi nelle città e nel territorio. Pubblici e non solo legati alla grandi ville e residenze reali e imperiali, ai potenti conventi. Un verde rinchiuso. In Francia in particolare si diffonde l’esigenza di spazi dove trovarsi, almeno per le classi più abbienti (piazze e viali). Grandi viali alberati ( Promenade) e connessi ad aree verdi dove si possa socialmente partecipare del paesaggio, rondò a stella e piazze con giardini geometrici. Vedere e farsi vedere meglio se percorrendo grandi viali e rondò in carrozza. In letteratura si ricordano e si esemplifica su molte città francesi dove questa moda si estese. Richelieu. Pianta dell’abitato, del palazzo e del parco dopo la ristrutturazione urbanistica
  • 59. VERSO LA FINE DEL SECOLO IN SOSTANZA SI LEGGONO GIÀ LE PREMESSE DI QUELLA CHE SARÀ LA CITTA DEL ‘700, CON LA NASCITA DI PARCHI E SPAZI PUBBLICI ANCOR PIÙ COMPLESSI. le piante diventano partecipi come quasi materiale da costruzione della città e nel territorio. nascono gli orti botanici e la città si apre maggiormente alla campagna, dopo la secolarità delle mura. tridente. non solo si configurano come spazi di viabilità, ma grandi dimensioni di filari verdi. spazi del piacere pubblico e popolare, aree degli sprechi. talvolta questi spazi, come ad Aix – Provence ( nella metà del ‘600, integrano la vecchia città con la nuova espansione. la città si apre alla campagna nel binomio economico della città stessa e dell’agricoltura ( specializzazioni e ugonotti, america, canada, la stessa montreal, la Luisiana.). Gli Squares. Lottizzazione di Bloomsbury nel 1746
  • 60. NEL ‘700 E ‘800 SI SVILUPPANO I PARCHI ALL’INGLESE , MI PIACE PENSARE CHE IL SISTEMA DEI GIARDINI DELLA VILLA E PARCO SIANO PARTECIPI DI QUESTA CULTURA EUROPEA E MONDIALE DEL NUOVO RAPPORTO UOMO, NATURA E PAESAGGIO IN UN MONDO CHE COMINCIAVA A CAMBIARE PROFONDAMENTE, CHE SIA PER NOI UNA CONFERMA DELLA SENSIBILITÀ CHE ESPLODE NEL ‘700 PER PARCHI, GIARDINI E PAESAGGIO E CHE CONTINUERÀ SINO ALLA SECONDA METÀ DELL’’800 QUANDO IL FRENETICO SVILUPPO INDUSTRIALE MODIFICHERÀ PROFONDAMENTE IL RAPPORTO UOMO, SOCIETÀ, CULTURA E PAESAGGIO METTENDO IN CRISI I VALORI AMBIENTALI ED AGRICOLI. HO ANCHE SEMPRE PENSATO CHE LE GRANDI OPERE PORTANO UN INTERESSE QUASI SEMPRE DEL POTENTE CHE INTERPRETA IL POTERE POLITICO, MA CHE SONO COMUNQUE UNA RESTITUZIONE PUBBLICA IN BILANCIO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO. 1913 giochi nel Parco
  • 61. IN EFFETTI È NEL ‘700, E POI NELLA PRIMA METÀ DELL’’800 CHE LE INTUIZIONI PRECEDENTI DERIVANTI DALLA STORIA DEI GIARDINI E PARCHI “ALLA FRANCESE” E ANCHE ALL’ITALIANA, ASSUMONO CARATTERE DIVERSO NEL PAESAGGIO CON LA REALIZZAZIONE DI AREE VERDI GRANDI E DIFFUSE. DOVE ESPLODE QUESTA IDEA DI RISCATTO DEL RAPPORTO UOMO NATURA? in Inghilterra ovviamente e la pianificazione delle aree verdi assumerà la dizione di parchi all’inglese, chiamati in Francia anche anglo – cihinois. il perché lo vedremo un poco più avanti. con il giardino all’inglese si supera quello barocco connesso alle grandi ville nobiliari, imperiali e reali (versailles, caserta, tanto per citare alcuni esempi significativi.1832 Incisione di Antonio Lanzani
  • 62. L’UNO GEOMETRICO, ARCHITETTONICO COME UNA FACCIATA AL SUOLO, QUASI UNA ESPANSIONE DELL’EDIFICATO INTERPRETANDO LA NATURA E LA SUA RICOSTRUZIONE DEL TUTTO ASTRATTA E PER DILETTO DI VERDE, PERCORSI E ACQUA. TUTTO IN RELAZIONE ALLA VILLA O PALAZZO DI RIFERIMENTO. L’ALTRO CHE FA PROPRIA E INTERPRETA LA NATURA. ABBIAMO DETTO DI BACONE (POTREMMO ANCHE CITARE ROUSSEAU) E GIÀ QUALCHE DECENNIO DOPO, ANTONY ASHLEY COOPER, NEL 1711 , COME RICORDA PAOLO SICA NEI SUOI SCRITTI, ESALTA IL GENIO DELLA NATURA SELVAGGIA . FORTE FU IL DIBATTITO CULTURALE E STORICO CON ANCHE IRONIA PER I GIARDINI ALLA FRANCESE. IL VERDE DIVENTA PARTE IMPORTANTE DEL DIBATTITO CULTURALE E FILOSOFICO OLTRE CHE ESTETICO E URBANISTICO. GRANDE SUCCESSO E ESPANSIONE NEL MONDO E IN EUROPA., Vanvitelli, Parco di Caserta 1756 Pollack, Girdino Belgioso Milano 1790
  • 63. CON LE IDEE DI LIBERTÀ, DI ETICA NATURALE, DI LIBERTÀ DI ESPRESSIONE NASCE IN INGHILTERRA (GIÀ NELLA CULTURA DEL SEICENTO) IL GIARDINO CHE SI ISPIRA ALLA "NATURA", REINTERPRETATA, TALVOLTA RICOSTRUITA COSÌ COME GIÀ MOLTI SECOLI PRIMA AVEVANO FATTO I CINESI, OVVIAMENTE CON DIVERSA COMPONENTE DI ARCHITETTURA E PAESAGGIO. NON A CASO IL "LANDSCAPE GARDEN” VIENE CHIAMATO ANCHE "JARDEN ANGLO- CHINOIS" (IN FRANCIA EBBE IL SUO PRIMO GRANDE SUCCESSO DI ESPORTAZIONE CHE SI MOLTIPLICÒ IN QUEGLI ANNI E NELL''800 IN TUTTA L'EUROPA, ESEMPIO NE È IL "PETIT TRIANON" REALIZZATO DALL'INGLESE RICHARD NEL 1774 PER LUIGI XV). NEL 1777 L'ARCHITETTO PIERMARINI PROGETTA GLI "IMPERIALI REGJ GIARDINI CIRCOSTANTI L'IMPERIALE REGIO PALAZZO " A MONZA. IN ITALIA IL GIARDINO ALL'INGLESE, GIUNTO DOPO TANTE ESPERIENZE EUROPEE, ACCENTUA REGOLE PAESAGGISTICHE E LA CODIFICATA PRESENZA DELLE "MEMORIE STORICHE" IN UNA VISIONE ROMANTICA. IN BRIANZA, A MONZA IL PRIMO ESEMPIO. L’acqua non è più un gioco, ma una partecipazione della natura dei Giardini
  • 64. IL CONTE SILVA, TRA LA FINE DEL SECOLO DEI LUMI E L'INIZIO DELL'OTTOCENTO COMPLETA IL SUO CELEBRE TRATTATO SUI PARCHI E GIARDINI E ALLA MORTE DEL GRANDE ARCHITETTO NE SCRIVE "L'ELOGIO DELL'ARCHITETTO GIUSEPPE PIERMARINI" (1811 STAMPERIA CORBETTA DI MONZA). DICE IL SILVA: "GLI SI DEVE ATTRIBUIRE IL VANTO DI ESSERE STATO IL PRIMO TRA NOI A DARE SAGGIO DE' GIARDINI INGLESI, GIACCHÉ I PRIMI PEZZI COMPARSI IN TALE GENERE NEL NOSTRO PAESE SONO STATI QUELLI TUTTAVIA ESISTENTI, DA LUI ESEGUITI NELLA VILLA IMPERIALE DI MONZA". questi giardini poi colpiranno la fantasia a ammirazione di Eugenio che volle il parco di Monza, come una grande cornice di paesaggio che incastona anche questo gioiello. mi piace pensare, quando cammino nel lungo viale centrale del parco di Monza, che il percorso segnato dagli alberi, la villa del Mirabello, con lontano l’arco delle alpi e del Resegone, definisce con maggior dimensione e componenti diverse il Trattato di Ercole Silva. Immagine di Giardino cinese
  • 65. I GIARDINI ALL’INGLESE NASCONO COME ATTENZIONE DELL’ILLUMINISMO E VENGONO FATTI PROPRI DAL ROMANTICISMO. QUASI LA RICERCA DELL’EDEN, DI UNA NATURA E PRESENZA UMANA IDEALIZZATA, TESA ALLA SALVAGUARDIA DELLA NATURA, DELLE ESSENZE, DELLE MEMORIE STORICHE. ANCHE LA NASCITA E ESPANSIONE DI AMORE CULTURALE PER L’ARCHEOLOGIA FA LA SUA PARTE NELLA COMPOSIZIONE DEI PARCHI E GIARDINI.PITTURA, POSIA, LETTERATURA SCIENTIFICA E FILOSOFIA NE FURONO IMPREGNATI. LA STOIA DEI GIARDINI SEGUIRA’ COME UNO SPECCHIO LE TRASFORMAZIONI DELLA SOCIETA’ I GIARDINI LA VILLA E IL GRANDE VIALE
  • 66. ABBIAMO CITATO IL CONTE ERCOLE SILVA E PENSO VALGA PROPRIO LA PENA DI PARLARNE UN ATTIMO. E’ figura a cui dobbiamo molto proprio nel nostro territorio e non solo. il suo trattato (1801-1813) vale la pena di essere letto. uomo di grande cultura europea e sensibilità ambientale, amico della cultura del tempo (Verri, Parini, Beccaria, Frisi ) botanico, esperto di diritto e storia naturale, collezionista, può essere definito l’artefice, per l’Italia delle teorie sull’arte del landscape garden . il suo trattato è titolato: Dell’arte dei giardini inglesi.
  • 67. NEL TRATTATO IN DUE TOMI CI PARLA ANCHE DELLA RELAZIONE TRA PARCHI EUROPEI E LA TRADIZIONE CINESE TENTANDONE UNA SEPARAZIONE ANCHE SE NEL ‘700 E PRIMI ‘800 FORTISSIMO ERA L’INFLUENZA E RICHIAMO DELL’ESOTICO E ORIENTALE SULLA CULTURA. nel trattato trovate tutto quello che serve sui caratteri e componenti di un giardino o parco all’inglese, le forme di bellezza e caratteri estetici da ricercare, la presenza dell’acqua, del movimento del terreno, la distribuzione qualità delle essenze, le architetture del parco. della ricerca del romanzesco e magico, il catalogo delle piante. SEGUENDO IL SILVA SI SCOPRE COME IL TEMA DEL VERDE E DEL I PARCHI SIA STATO CENTRALE AL DIBATTITO CULTURALE DI CIRCA UN SECOLO. e come, oggi, con tutto quanto successo, sia stata importante l’opera del Silva e di chi come lui si è battuto e ha realizzato grandi parchi in tutto il nostro territorio. con tutto quello che è successo ancor più vale lo stimolo per la tutela e valorizzazione di un patrimonio ambientale rilevante per il paesaggio e la qualità della nostra vita. Trattato di Ettore Silva
  • 68. ABBIAMO ACCENNATO AI PARCHI E GIARDINI CINESI Anni fa sono stato a visitarli e mi sono fatto idee in proposito leggendo oltre che vedendo. Permettetemi questa disgressione così lontana dal nostro territorio e che pure ha influito a partire dalla fine del ‘600 sino alla seconda metà del ‘700. non è solo una curiosità, ma è stata una componente della nostra cultura pur con forti differenze anche nella tecnica e caratteri dei parchi e giardini. la prima considerazione che in Cina i parchi sono fatti millenari. A XI’AM, DOVE SONO STATO, C’È ANCORA TRACCIA DI UN PARCO CHE RISALE AL 110 E 88 PRIMA DI CRISTO (HAN WUDI), ma vi sono molti casi di giardini molto antichi (i primi riscontri in letteratura sono giardini imperiali del VII secolo prima di Cristo). nel XVIII secolo padre Attiret, gesuita, descrive il grande parco Yuan Ming Yuan a Pechino, di 320 hettari, parlandone con grande meraviglia.
  • 69. I PARCHI CINESI SONO UNA ATTENTA RICOSTRUZIONE DELLA NATURA IN OGNI LORO COMPONENTE, DAL MOVIMENTO DEL TERRENO ALLE ESSENZE, LA PRESENZA SEMPRE DELL’ACQUA, LE ROCCE addirittura vi erano architetti specializzati sulle varie componenti del parco come un ricordato e famoso architetto delle rocce. particolari le idee e teorie che li promuovono, spesso basate sulla ricerca dei contrasti o dialettica degli opposti come diritto e tortuoso, movimento e riposo, vero e falso. Ogni punto significativo è studiato per determinare una vista e paesaggio spesso distinto per nome. come abbiamo detto tutto spesso è ricostruito, dalle rocce al fiume. anticamente vi erano anche macchine per sollevare l’acqua e farla scorrere faccio sempre l’esempio che se fosse stato possibile avrebbero ricostruito anche una nube per avere la pioggia per riempire il ruscello. Punti di osservazione
  • 70. IN UN PARCO ANTICO VI ERANO AUTOMI, ANCHE SU BARCHE, CHE COMPIVANO 78 MOVIMENTI PER IL PIACERE DI CHI OSSERVAVA. l’importanza di parchi e giardini non era solo imperiale, ma investiva i ceti sociali più benestanti. la pittura cinese molto spesso rappresenta i giardini e parchi sia come riferimento reale che come idealità che qualche volta veniva ripresa nella creazione delle viste. dei parchi ne parla anche marco polo. a su giu ho visto in questa piccola città del sud della cima (chiamata anche la venezia cinese per la presenza di canali e ponti) decine di parchi storici. Particolare parco di epoca Quing ( metà del ‘600). Xu Yuan.
  • 71. ANTICORPI SI È DETTO. E’ BELLO PENSARE CHE IL GRANDE EVENTO STORICO E AMBIENTALE DEL PARCO E DEI GIARDINI DELLA VILLA RIPRENDA LA SUA STRADA PERSA ( si veda cosa sta attorno) e generi idee sul territorio. Purtroppo è dagli anni ’30 che i piani urbanistici generali ne disconoscono il ruolo, quasi l’esistenza come motore territoriale. in tutti i piani, prima di Benevolo e poi modestamente quello impiantato dalla amministrazione Faglia, e che porta il mio nome, il Parco era tagliato a metà. Misconosciuto, pur essendo la presenza forse più significativa per la qualità territoriale di un ‘area vasta.PGT. Parchi di cornice
  • 72. I PARCHI DI CORNICE NEL PGT INDICAVANO CHE LA CULTURA NATA CON LA RICERCA STORICA DEL RAPPORTO UOMO-NATURA, UOMO E PAESAGGIO, POTEVA ESSERE UNA CONTINUAZIONE CORRETTIVA DELLE TENDENZE IN ATTO. Speriamo si continui su questa strada anche se il Piano Territoriale provinciale aveva giocato una brutta storia. PURTROPPO, PER CONCLUDERE, ANCHE IL BRUTTO ESEMPIO DI UN PROGETTO TRADITO E CHE VOLEVA PROPRIO ADEGUARSI ALLA QUALITÀ DEL SISTEMA VILLA GIARDINI PARCO, L’esempio della situazione sopra il tunnel di Viale Lombardia è esemplare, in negativo ovviamente, perché si è partiti bene e arrivati male.
  • 73. HO VOLUTO PARLARE DEI GIARDINI, MA NON SOLO, COSA IMPORTANTE È DI PARLARE DELL’IMPIANTO ARBOREO. UN MUSEO ALL’APERTO. HO VOLUTO SIGNIFICARE COME I GIARDINI E IL PARCO SIANO UN EVENTO STRAORDINARIO, ANCORA IN BUONA MISURA INCOMPRESO, E CHE DOVREBBE ESSERE CAPACE DI GENERALE UNA MIGLIOR QUALITÀ DEL TERRITORIO. SPESSO NON È COSÌ. MANCA ANCORA UN PIANO GENERALE DEL PARCO E SPESSO TUTTO È CASUALE. Chissà se andremo ancora in Tram ai Giardini e al Parco, magari con un Imperiale e in Treno ricordando la Guida del Mezzotti. Un tempo la Villa, i Giardini e il Parco erano al centro del destino e immagine nazionale e internazionale di Monza e della sua storia. Speriamo di arrivarci ancora. 1902 l’Imperiale ai Giardini e al Parco