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1. Nel 1894 un tecnico alsaziano di Annonay arrivò a Torre Pellice con l'intenzione di aprire un'attività
tessile : si chiamava Eugenio Crumiere e proveniva da una famiglia di feltrai
Riuscì ad acquistare per una cifra relativamente bassa un grande edificio industriale sito in Villar
Pellice; l'ultima destinazione d'uso era stata un pastificio che aveva avuto scarsa fortuna
Prima ancora era stato mulino, opificio e pare che le prime tracce nel catasto risalgano alla fine del
1700.
Crumiere scelse Villar Pellice per una serie di motivi :
l'esistenza di un edificio industriale con un canale d'acqua che forniva energia
la presenza nel Pinerolese di numerose industrie tessili e cartiere
la percentuale molto alta di alfabetismo, dovuta alla impostazione della comunità valdese
la parete contro la roccia , presente nel piano più basso dell'edificio, molto importante per mantenere
la giusta percentuale di umidità nella lavorazione della lana ; se infatti l'aria è troppo secca, la lana
diventa elettrostatica e non infeltrisce.
La fabbrica di Eugenio Crumiere aprì a Villar nel 1904 in quella che ora è la sede dell'ecomuseo.
Il piano terra, ora adibito a laboratori , coffe e book shop e salone , ospitava gli uffici ed una parte dei
magazzini.
I due piani sottostanti, dove ora è ospitato l'allestimento museale, erano dedicati alla lavorazione.
Ancora oggi due antichi macchinari vengono usati dagli operai della fabbrica per delle lavorazioni
abituali.
In particolare uno dei due macchinari è una vera rarità, ne esistono solo più due in Italia: si tratta di
una garzatrice Gessner del 1934 .
Il macchinario ha un rullo gigantesco che viene rivestito da cardi vegetali infilati su barrette di metallo.
Gli uncini dei cardi sollevano il pelo delle fibre di lana, ottenendo un tessuto pregiatissimo, usato per
confezionare delle stupende coperte che vengono vendute in museo.
La fabbrica arrivò ad avere fino a 150 dipendenti rimanendo sempre una attività a conduzione
personale fino a quando Crumiere che stava invecchiando, aveva problemi di salute ed era senza
eredi, cominciò a cedere prima una parte , poi tutte le quote ad una ditta francese di origine
alsaziana, la Dolfus e Noak.
I due soci , Dolfus e Noak avevano iniziato un progetto di espansione europea, acquisendo
stabilimenti in Italia e Germania ( esiste un piccolo libro , la storia dell'avventura italiana , scritto da un
dipendente della D&N )
Con il passare del tempo l'espansione diventò un ' implosione : gli affari andarono sempre peggio ,
fino al tracollo definitivo avvenuto quando la D&N fece arrivare a Villar Pellice dei feltri di infima
qualità, facendoli rivendere come prodotti in loco.
Si arrivò così al fallimento, avvenuto nel 1985.
Fortunatamente operai e maestranze decisero di salvare l'attività riaprendo subito come cooperativa :
nasce così la "Nuova Crumiere" che lavora attualmente dando lavoro , in un paese di 1100 abitanti, a
più di quaranta persone
Durante gli anni precedenti l'attività della fabbrica si era gradualmente spostata in edifici più
moderni, situati a poca distanza, uno dei quali era stato un progetto innovativo dello studio Decker di
-Torino che aveva ideato e realizzato il più grande edificio industriale in cemento armato a campata
unica senza colonne.
La sede della vecchia fabbrica era in stato di abbandono e sempre più fatiscente , fino a quando negli
anni 90 venne ristrutturata e trasformata in ecomuseo.
Attualmente di proprietà del Comune di Villar Pellice. l'edificio ospita l'unico Ecomuseo del feltro con
fabbrica funzionante d'Europa ( l'unico altro è in Francia , a Mouzon, ma la loro fabbrica è dismessa).
L'Ecomuseo è gestito da un'associazione culturale di volontari : Associazione Culturale Amici
dell'Ecomuseo Crumiere che si occupa di tenere aperto ed attivo il museo , reggendolo senza
sovvenzioni o aiuti finanziari di alcun genere , salvo una compartecipazione del Comune per le
utenze.
I volontari tengono aperto il museo tutti i fine settimana da marzo ad ottobre ; le visite sono sempre
guidate e possono essere effettuate in varie lingue ( inglese, francese, tedesco, albanese, afrikaans).
Esiste inoltre il gruppo laboratori che si occupa della parte creativa, allestimenti e partecipazione
mostre e manifestazioni ed attività didattica .
Nel corso degli anni il museo ha ospitato migliaia di bambini dai tre anni in sù organizzando laboratori
2. di feltro, carta e tessitura.
I laboratori vengono organizzati anche per gruppi di adulti, famiglie e molto lavoro viene svolto con i
portatori di handicap, sia fisici che psichici.
Nel 2012 alcune ragazze del gruppo laboratori hanno seguito a Torino un corso di didattica museale
per non vedenti presso l'Unione Ciechi e da allora il museo ha iniziato un percorso per rendersi
fruibile ai non/ipovedenti.
Il museo ha ospitato, nel mese di novembre di quest'anno il primo seminario a livello nazionale per il
recupero della creatività manuale nei non vedenti ed ha iniziato una collaborazione con la Lega del
Filo d'Oro, proponendo di insegnare loro alcune tecniche di infeltrimento che potranno essere poi
insegnate ai loro assistiti e che permetteranno loro di creare dei manufatti da rivendere.
Altra attività creata negli ultimi anni e che sta avendo un grande successo sono i laboratori " Felting
in English", tenuti interamente in lingua inglese.
Infine , durante la scorsa estate, la creazione di un percorso specifico per bambini, dove sono i
bambini a condurre gli adulti seguendo un percorso tattile e sensoriali