Il mobbing non è mai un fulmine a ciel sereno. Il mobbing si sviluppa lentamente e inizia in genere con un preludio di quasi normalità. Esigenze e punti di vista diversi tra le persone coinvolte sembrano essere inconciliabili. Il risultato, spesso, sono liti brevi o di più lunga durata. Se non è possibile risolverle, si creano vere e proprie contrapposizioni, in cui le parti tentano continuamente di affermarsi con i mezzi più diversi, ad es. attivamente, con le parole o per le vie di fatto, oppure passivamente, chiudendosi ed evitando l’avversario. Se anche alla fine di questa prima fase non viene trovata alcuna soluzione e gli attacchi sono sempre più mirati contro una sola persona, inizia la fase di mobbing vero e proprio. Questo processo subdolo evolve come una spirale, attraversa diverse tappe e diventa sempre più umiliante e minaccioso per le sue vittime. Il risultato finale è l’esclusione totale, che in casi estremi può anche avere conseguenze mortali: i mobber pianificano l’omicidio della persona odiata - oppure la vittima non vede altra via d’uscita per porre fine a questa situazione insostenibile che togliersi la vita, e suicidarsi.