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LA SESTA
COALIZIONE
Un lavoro a cura di Samuele Bonini,
Alessandro Pignatelli, Luca Pisani e
Nicolò Rienzi del IV E
LA SESTA COALIZIONE
(alleanza politico-militare antifrancese)
Europa nel 1812 (inizio coalizione)
Europa nel 1814 (fine coalizione)
Gran Bretagna
Impero russo
Prussia
Svezia
Impero austriaco
Regno di Spagna
Primo Impero
francese di Napoleone
I due schieramenti:
LE CAUSE DELLA COALIZIONE
DOPO LA
DISASTROSA
CAMPAGNA DI
RUSSIA
Distruzione della
grande armata
Le potenze continentali vedono la
possibilità di sconfiggere
definitivamente l’imperatore dei
francesi
Dopo complesse manovre
diplomatiche si uniscono in
un’alleanza antifrancese,
la sesta coalizione
la Gran Bretagna non aveva mai
cessato la lotta antifrancese e
manteneva un corpo di
spedizione nella penisola iberica
LA CAMPAGNA DI RUSSIA
I due schieramenti:
Grande Armata:
1.200.000 soldati, di cui
• 300.000 combattevano in
Spagna
• 200.000 erano di guarnigione nei
territori dell’impero
• più di 700.000 destinati alla
campagna di Russia.
Oltre la metà delle truppe
provenivano dai territori assoggettati
all’Impero e quindi sorsero inevitabili
problemi di coordinamento di queste
Esercito Russo:
409.000 uomini, di cui
• 211.000 schierati nei reparti di
prima linea
• 45.000 in seconda linea
• 153.000 dislocati nelle
formazioni di riserva o nelle
guarnigioni.
LE CAUSE DELLA
CAMPAGNA DI RUSSIA
Il mancato rispetto delle decisioni prese
nella pace di Tilsit
Il rifiuto da parte dello zar della richiesta di
matrimonio di Napoleone a sua sorella
Il problema dinastico svedese
L'uscita dal blocco continentale da parte
della Russia e l’occupazione da parte
della Francia dei territori alleati dello zar
LA PRIMA FASE DELLA
CAMPAGNA
• Alle ore 22:00 circa del 22 giugno
1812 Napoleone attraversa il
fiume Niemen, aprendo di fatto le
ostilità nei confronti di Alessandro
I.
• La “Grande Armée”, dopo aver
superato il fiume Niemen, si
ritrova di fronte ad un paesaggio
desolato, senza la minima ombra
dell’esercito russo.
• La strategia di Alessandro I è già
in atto: evitare lo scontro diretto
con i francesi, senza disdegnare,
almeno in questa prima fase, di
trovare una risoluzione pacifica
allo scontro.
• Ciò porta Napoleone a credere
che i russi siano terrorizzati da
lui, e questo comporta il continuo
avanzamento nei territori russi e il
rifiuto di qualsiasi trattativa
pacifica.
La prima importante tappa
francese è l’arrivo a Vilnius
(Vilna).
Il 27 luglio 1812 Napoleone arriva a
Vitebsk (Bielorussia) dove ad
attenderlo vi è la armata russa che
occupa l’altopiano in cima alla città.
Vilnius, Capitale della Lituania
• La prima importante tappa francese è l’arrivo a Vilnius,
dove ancora una volta non vi è la presenza dei soldati
russi. Qui Napoleone crea un punto di appoggio in cui
organizza ospedali per malati e feriti, centri di raccolta
per vettovaglie e centri di posta e comunicazione.
• Verso giugno/luglio iniziano già ad esserci le prime
perdite nell’esercito Francese a cause della carenza di
rifornimenti e al caldo torrido alternato a piogge
torrenziali.
• Le difficoltà accentuano sin dal passaggio del Niemen:
la pioggia incessante, il caldo, le malattie, la dissenteria,
le diserzioni e in più la tattica della “terra bruciata”
adottata dai russi, non permette ai francesi un adeguato
approvvigionamento di viveri.
• Il 27 luglio 1812 Napoleone arriva a Vitebsk
(Bielorussia) dove ad attenderlo vi è la tanto ricercata
armata russa che occupa l’altopiano in cima alla città.
Smanioso di affrontare il nemico, Napoleone si prepara
ad attaccare il giorno successivo, ma la mattina di quel
giorno si accorge che l’armata russa, capitanata dal
feldmaresciallo Barclay, ha lasciato il campo nella notte,
ritirandosi ordinatamente.
• A Vitebsk Napoleone ha due opzioni: o aspettare lì per attendere
l’anno seguente i rinforzi prima di avanzare, oppure continuare ad
inseguire i russi fino a Mosca. La prima opzione sembra di certo
quella più ragionevole, ma il problema è che l’esercito, rimanendo
inattivo per altri 7 mesi, si sarebbe disgregato. Così sceglie di
avanzare e il 13 agosto parte da Vitebsk alla volta di Smolensk
convinto di affrontare l’armata nemica, avendo intuito un possibile
ricongiungimento delle armate di Barclay e Bagration.
• Lo scontro in città avviene il giorno successivo ed è estremamente
cruento e selvaggio, ma arrivati al 18 agosto 1812, Smolensk viene
abbandonata dall’esercito russo e i francesi occupano vittoriosi la
città, con cavalleria e parte della fanteria all’inseguimento dei russi
in ritirata verso Mosca.
• Barclay è sostituito da Alessandro I con il generale Kutuzov,
quest’ultimo divenuto quindi comandante supremo di tutte le
forze russe. Esso ha carta bianca su come affrontare Napoleone,
ma deve rispettare solo un obbligo: non trattare con il nemico per
nessuna ragione.
• Napoleone sceglie di lasciare Smolensk il 25 agosto 1812 per
dirigersi verso Mosca, ma a sbarrargli la strada vi è Kutuzov che lo
attende, insieme a Barclay e Bagration, nei pressi del villaggio di
Borodino, a 125 km da Mosca.
Michail Illarionovič Kutuzov, generale russo
Il 7 settembre 1812 la battaglia ha inizio e
dopo circa 14 ore di scontri, in cui le ridotte
passano da uno schieramento all’altro in
continuazione, i francesi dominano il campo.
Mentre i francesi pensano ai feriti nel post battaglia,
Kutuzov, in ritirata verso Mosca, manda un bollettino in cui
informa lo zar della vittoria. Un’affermazione non del tutto
veritiera come abbiamo avuto modo di analizzare poco fa.
Oltretutto i piani sono cambiati: Kutuzov non
si trattiene più a Mosca per difenderla, bensì
l’abbandona per ritirarsi verso sud,
ricompattando così l’esercito in vista di un
prossimo scontro
Il 14 settembre Napoleone entra a Mosca,
trovandola vuota e disordinata.
A questo punto molti soldati della Grande
Armée cominciano a non mantenere più la
disciplina.
Per via della situazione caotica venutasi a creare, c’è una
cascata di conseguenze negative, tra cui la rivolta dei
contadini nei confronti dei francesi.
L’intenzione di incendiare volontariamente
Mosca non è resa pubblica da Alessandro I,
che fa passare la distruzione della sua capitale
come un evento perpetrato da Bonaparte.
Questo accentua l’astio del popolo russo nei
confronti dell’invasore.
I contadini, appoggiati dai cosacchi, attaccano le vie di
comunicazione francesi, organizzano imboscate ai
medesimi e non collaborano nell’acquisizione del cibo.
La situazione diventa difficile per Napoleone, così cerca
di negoziare una pace con Alessandro che però tarda ad
arrivare.
LA RITIRATA DELLA
GRANDE ARMATA
• Il 19 ottobre i francesi si ritirano da Mosca. Ci sono
all’incirca 110.000 soldati svariate migliaia di civili,
tuttavia il gelo e la mancanza di rifornimenti mette a
dura prova l’esercito.
• A questo si aggiunge l’inseguimento dell’armata da
pare dei Russi.
• Il 9 novembre, la Grande armata raggiunge Smolensk
dove si rifocilla e da cui riparte il 14 dello stesso
mese.
• Per riuscire nella ritirata l’esercito deve attraversare il
fiume Beresina, tuttavia è costantemente inseguito
dall’esercito russo, composto da 130.000 soldati.
• Il ponte che permette ai francesi il passaggio del
fiume si trova nei pressi del villaggio di Borisov, ma
Kutuzov lo fa distruggere.
• Consapevole di ciò, Napoleone decide di far
ricostruire il ponte ma, in contemporanea, cerca di
individuare altri punti di guado in maniera tale da
poter attraversare il fiume.
• Questi vengono individuati nei pressi del villaggio di
Studienka e così viene avviata la costruzione di ben due
ponti.
• La strategia di Bonaparte, ovvero di costruire due ponti
distraendo l’esercito russo, ha successo. I ponti sono
successivamente distrutti per evitare un ulteriore
inseguimento da parte dei russi.
• Nonostante il successo della ritirata, quella della Beresina è
una delle più disastrose battaglie dell’epoca contemporanea.
• Solo dopo questa battaglia, Napoleone viene a conoscenza
del fatto che a Parigi il generale Malet ha tentato un colpo di
Stato per rovesciarlo, diffondendo la notizia della sua morte.
• E’ il 5 dicembre quando Napoleone decide di lasciare parte
dell’esercito per velocizzare il suo ritorno a Parigi ed evitare
così di essere spodestato.
• ll problema è poi risolto con la fucilazione del traditore.
Tirando le somme, dei 600.000 uomini partiti, ne tornano in
Francia solo 10.000.
La battaglia di bersina
I BILANCI E LE
CONSEGUENZE
DELLA CAMPAGNA
Le perdite della Grande Armata in Russia furono
catastrofiche ed ebbero un'influenza irreversibile
sull'equilibrio militare in Europa.
Secondo Georges Lefebvre Napoleone ebbe
circa 400 000 morti e dispersi e 100 000
prigionieri; David G. Chandler parla invece di 370
000 morti e dispersi e 200 000 prigionieri, tra cui
48 generali e 3 000 ufficiali;
oltre alle perdite umane, disastrose furono anche le
perdite materiali subite dall'esercito; i francesi riportarono
indietro dalla Russia solo 250 cannoni, i russi affermarono
di averne catturati 925; gravissima fu anche la perdita per i
francesi di oltre 200 000 cavalli che privò la cavalleria
napoleonica dei mezzi per ritornare all'originaria potenza
nelle successive campagne di guerra.
Nonostante le dimensioni del disastro in Russia, tuttavia l'imperatore, alla partenza
da Smorgon, rimaneva invece fiducioso e considerava la situazione ancora
rimediabile; tornato a Parigi era infatti convinto di riorganizzare l’esercito e riprendere
la guerra in primavera. L'imperatore si illudeva della fedeltà all'alleanza di Prussia e
Austria e riteneva inoltre che Murat, sfruttando l'indebolimento anche dei russi,
sarebbe riuscito a resistere almeno sulla linea della Vistola.
La campagna di Russia ebbe
una importanza decisiva nella
storia europea e segnò la
rovina dei progetti di
Napoleone e del suo sistema di
dominio. Per le sue
catastrofiche dimensioni e per
le sue caratteristiche la
sconfitta è diventata nel tempo
un evento quasi mitico
dell'epopea napoleonica.
Paradossalmente la grandiosità
degli eventi e della disfatta hanno
accresciuto, anziché diminuito, la
fama e il valore del percorso
storico quasi leggendario
dell’imperatore.
LA CAMPAGNA DI GERMANIA
La campagna di Germania fu una campagna militare condotta nel 1813.
I membri della Sesta coalizione combatterono una serie di battaglie in
Germania contro l'imperatore francese Napoleone ed i suoi marescialli,
liberando così molti stati tedeschi dalla dominazione del Primo impero
francese.
Napoleone giurò che avrebbe creato un esercito grande quanto quello
che aveva mandato in Russia, e cominciò ad aumentare le sue forze ad
est da 30.000 a 130.000 uomini. Riuscì ad infliggere agli Alleati 40.000
perdite nelle battaglie di Lützen (vicino a Lipsia, 2 maggio) e Bautzen
(20-21 maggio), ma le sue stesse forze subirono perdite simili. In
entrambe le battaglie presero parte circa 250.000 uomini tra entrambe
le parti, rendendole due tra le più grandi battaglie delle guerre
napoleoniche.
I belligeranti dichiararono un armistizio dal
4 giugno al 13 agosto 1813, durante il quale
tentarono di riprendersi dal quarto di
milione di perdite subite da aprile. Durante
questo periodo le negoziazioni degli Alleati
riuscirono finalmente a portare l'Austria in
aperta opposizione alla Francia, che, come
la Prussia, era diventata da alleata della
Francia a neutrale nel 1813. Due armate
austriache vennero dislocate in Boemia e
Italia settentrionale, aggiungendo 300.000
uomini alle truppe alleate, che ora
disponevano in totale di 800.000 soldati
nella regione tedesca.
Napoleone riuscì a portare le forze imperiali totali nella regione a circa 650.000 uomini. La Confederazione del Reno fornì a
Napoleone gran parte del resto delle forze, con la Sassonia e la Baviera come principali contributori. Inoltre, a sud, il Regno di
Napoli di Murat e il Regno d'Italia di Eugenio di Beauharnais avevano un totale di 100.000 uomini armati. In Spagna altri
200.000 soldati francesi venivano costantemente sconfitti dalle forze spagnole e britanniche. Così in totale circa 900.000 soldati
francesi si opponevano in tutte le zone di guerra contro circa un milione di truppe alleate.
Dopo la fine dell'armistizio, Napoleone sembrava
aver riacquistato l'iniziativa a Dresda, dove il 27
agosto 1813 sconfisse un esercito alleato
numericamente superiore e inflisse enormi
perdite, pur sostenendone relativamente poche.
Tuttavia, all'incirca nello stesso periodo, la spinta
verso Berlino si arrestò e i luogotenenti francesi
subirono diverse sconfitte nel nord.
Lo stesso Napoleone, privo di un'affidabile e numerosa
cavalleria, non riuscì a sfruttare appieno la sua vittoria e non
poté evitare la distruzione di un intero corpo dell'esercito
nella battaglia di Kulm, indebolendo ulteriormente il suo
esercito. Si ritirò con circa 175.000 truppe a Lipsia in Sassonia
dove pensò di poter combattere un'azione difensiva contro
gli eserciti alleati che convergevano su di lui. Lì, nella
cosiddetta battaglia delle Nazioni, che si volse tra il 16 e il 19
dell’ottobre 1813, un esercito francese, alla fine rinforzato a
191.000 uomini, si trovò di fronte a tre eserciti alleati che
convergevano su di esso, per un totale di oltre 430.000
soldati.
Nei giorni successivi la battaglia provocò una
sconfitta per Napoleone, che tuttavia era
ancora in grado di gestire una ritirata
relativamente ordinata verso ovest. Napoleone
sconfisse un esercito della sua ex alleata
Baviera prima di ritirare ciò che restava delle
sue forze in Francia. Nel frattempo, lasciando la
città di Amburgo che era sotto assedio, come
ultima forza imperiale a est del Reno.
La Battaglia di Lipsia. Dipinto di Alexander Sauerweid
Gli Alleati offrirono delle condizioni di pace nella proposta di
Francoforte nel novembre del 1813: Napoleone sarebbe rimasto
come imperatore di Francia, ma sarebbe stato ridotto alle sue
"frontiere naturali" della Francia (dalle Alpi al Reno).
Ciò significava che la Francia poteva mantenere il controllo del
Belgio, della Savoia e della Renania (la sponda occidentale del Reno),
rinunciando al controllo di tutto il resto, tra cui Polonia, Spagna e
Paesi Bassi, e gran parte dell'Italia e della Germania.
Il diplomatico Austriaco
Metternich disse a Napoleone
che questi erano i migliori
termini che gli Alleati
avrebbero potuto offrire;
dopo ulteriori vittorie, i
termini sarebbero stati più
severi e duri. Metternich
mirava a mantenere la
Francia come un equilibrio
contro le minacce russe,
ponendo fine alla serie
altamente destabilizzante di
guerre.
Il piano di attacco della
sesta coalizione alla
Francia
In seguito, Napoleone cercherà
ancora di resistere di fronte agli
eserciti alleati che invaderanno la
nazione, e così l'imperatore, con
le sue limitatissime forze, ritardò
la vittoria degli alleati che però in
fine, schiacciato dalla
preponderanza numerica nemica
e abbandonato dai suoi
marescialli, dovrà cedere
accettando l'abdicazione del 6
aprile 1814, dopo che il 31 marzo
1814 gli eserciti della coalizione
saranno marciati su Parigi.
LE CONSEGUENZE DELLA
CAMPAGNA DI GERMANIA
Estromissione di
Napoleone Bonaparte
dalla Francia da parte
degli alleati (con
conseguente ritorno al
trono della dinastia
Borbonica)
RESTAURAZIONE
FRANCESE
MAPPA
GENERALE
Dalla campagna
di Russia
all’esilio all’isola
d'Elba
FONTI UTILIZZATE:
- A. ZAMOYSKI 2013, Marcia Fatale. 1812. Napoleone in Russia, pp. 130-133. I numeri della
“Grande Armata”
- A. MUHLSTEIN 2007, Napoleone a Mosca, Bruno Mondadori, pp. 15-36
- R. RIEHN, 1812: Napoleon’s Russian Campaign, McGraw Hill, 1990, pp. 254-254. (Dalle
memorie di Caulaincourt, t.I, p. 433).
- A. MUHLSTEIN, Napoleone a Mosca, Bruno Mondadori, 2007, pp. 3,14 101-113
- J. MARCHIONI, Place à Monsieur Larrey, chirurgien de la Garde impériale, Acted Sud, 2003, p. 275
- Campagna di Russia da Wikipedia l'enciclopedia libera
- Alessandro barbero, la campagna di Russia la battaglia di Beresina video
- Napoleone 1812, la ritirata di Russia video

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La sesta coalizione

  • 1. LA SESTA COALIZIONE Un lavoro a cura di Samuele Bonini, Alessandro Pignatelli, Luca Pisani e Nicolò Rienzi del IV E
  • 2. LA SESTA COALIZIONE (alleanza politico-militare antifrancese) Europa nel 1812 (inizio coalizione) Europa nel 1814 (fine coalizione) Gran Bretagna Impero russo Prussia Svezia Impero austriaco Regno di Spagna Primo Impero francese di Napoleone I due schieramenti:
  • 3. LE CAUSE DELLA COALIZIONE DOPO LA DISASTROSA CAMPAGNA DI RUSSIA Distruzione della grande armata Le potenze continentali vedono la possibilità di sconfiggere definitivamente l’imperatore dei francesi Dopo complesse manovre diplomatiche si uniscono in un’alleanza antifrancese, la sesta coalizione la Gran Bretagna non aveva mai cessato la lotta antifrancese e manteneva un corpo di spedizione nella penisola iberica
  • 4. LA CAMPAGNA DI RUSSIA I due schieramenti: Grande Armata: 1.200.000 soldati, di cui • 300.000 combattevano in Spagna • 200.000 erano di guarnigione nei territori dell’impero • più di 700.000 destinati alla campagna di Russia. Oltre la metà delle truppe provenivano dai territori assoggettati all’Impero e quindi sorsero inevitabili problemi di coordinamento di queste Esercito Russo: 409.000 uomini, di cui • 211.000 schierati nei reparti di prima linea • 45.000 in seconda linea • 153.000 dislocati nelle formazioni di riserva o nelle guarnigioni.
  • 5. LE CAUSE DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA Il mancato rispetto delle decisioni prese nella pace di Tilsit Il rifiuto da parte dello zar della richiesta di matrimonio di Napoleone a sua sorella Il problema dinastico svedese L'uscita dal blocco continentale da parte della Russia e l’occupazione da parte della Francia dei territori alleati dello zar
  • 6. LA PRIMA FASE DELLA CAMPAGNA • Alle ore 22:00 circa del 22 giugno 1812 Napoleone attraversa il fiume Niemen, aprendo di fatto le ostilità nei confronti di Alessandro I. • La “Grande Armée”, dopo aver superato il fiume Niemen, si ritrova di fronte ad un paesaggio desolato, senza la minima ombra dell’esercito russo. • La strategia di Alessandro I è già in atto: evitare lo scontro diretto con i francesi, senza disdegnare, almeno in questa prima fase, di trovare una risoluzione pacifica allo scontro. • Ciò porta Napoleone a credere che i russi siano terrorizzati da lui, e questo comporta il continuo avanzamento nei territori russi e il rifiuto di qualsiasi trattativa pacifica. La prima importante tappa francese è l’arrivo a Vilnius (Vilna). Il 27 luglio 1812 Napoleone arriva a Vitebsk (Bielorussia) dove ad attenderlo vi è la armata russa che occupa l’altopiano in cima alla città.
  • 7. Vilnius, Capitale della Lituania • La prima importante tappa francese è l’arrivo a Vilnius, dove ancora una volta non vi è la presenza dei soldati russi. Qui Napoleone crea un punto di appoggio in cui organizza ospedali per malati e feriti, centri di raccolta per vettovaglie e centri di posta e comunicazione. • Verso giugno/luglio iniziano già ad esserci le prime perdite nell’esercito Francese a cause della carenza di rifornimenti e al caldo torrido alternato a piogge torrenziali. • Le difficoltà accentuano sin dal passaggio del Niemen: la pioggia incessante, il caldo, le malattie, la dissenteria, le diserzioni e in più la tattica della “terra bruciata” adottata dai russi, non permette ai francesi un adeguato approvvigionamento di viveri. • Il 27 luglio 1812 Napoleone arriva a Vitebsk (Bielorussia) dove ad attenderlo vi è la tanto ricercata armata russa che occupa l’altopiano in cima alla città. Smanioso di affrontare il nemico, Napoleone si prepara ad attaccare il giorno successivo, ma la mattina di quel giorno si accorge che l’armata russa, capitanata dal feldmaresciallo Barclay, ha lasciato il campo nella notte, ritirandosi ordinatamente.
  • 8. • A Vitebsk Napoleone ha due opzioni: o aspettare lì per attendere l’anno seguente i rinforzi prima di avanzare, oppure continuare ad inseguire i russi fino a Mosca. La prima opzione sembra di certo quella più ragionevole, ma il problema è che l’esercito, rimanendo inattivo per altri 7 mesi, si sarebbe disgregato. Così sceglie di avanzare e il 13 agosto parte da Vitebsk alla volta di Smolensk convinto di affrontare l’armata nemica, avendo intuito un possibile ricongiungimento delle armate di Barclay e Bagration. • Lo scontro in città avviene il giorno successivo ed è estremamente cruento e selvaggio, ma arrivati al 18 agosto 1812, Smolensk viene abbandonata dall’esercito russo e i francesi occupano vittoriosi la città, con cavalleria e parte della fanteria all’inseguimento dei russi in ritirata verso Mosca. • Barclay è sostituito da Alessandro I con il generale Kutuzov, quest’ultimo divenuto quindi comandante supremo di tutte le forze russe. Esso ha carta bianca su come affrontare Napoleone, ma deve rispettare solo un obbligo: non trattare con il nemico per nessuna ragione. • Napoleone sceglie di lasciare Smolensk il 25 agosto 1812 per dirigersi verso Mosca, ma a sbarrargli la strada vi è Kutuzov che lo attende, insieme a Barclay e Bagration, nei pressi del villaggio di Borodino, a 125 km da Mosca. Michail Illarionovič Kutuzov, generale russo
  • 9. Il 7 settembre 1812 la battaglia ha inizio e dopo circa 14 ore di scontri, in cui le ridotte passano da uno schieramento all’altro in continuazione, i francesi dominano il campo. Mentre i francesi pensano ai feriti nel post battaglia, Kutuzov, in ritirata verso Mosca, manda un bollettino in cui informa lo zar della vittoria. Un’affermazione non del tutto veritiera come abbiamo avuto modo di analizzare poco fa. Oltretutto i piani sono cambiati: Kutuzov non si trattiene più a Mosca per difenderla, bensì l’abbandona per ritirarsi verso sud, ricompattando così l’esercito in vista di un prossimo scontro Il 14 settembre Napoleone entra a Mosca, trovandola vuota e disordinata. A questo punto molti soldati della Grande Armée cominciano a non mantenere più la disciplina. Per via della situazione caotica venutasi a creare, c’è una cascata di conseguenze negative, tra cui la rivolta dei contadini nei confronti dei francesi. L’intenzione di incendiare volontariamente Mosca non è resa pubblica da Alessandro I, che fa passare la distruzione della sua capitale come un evento perpetrato da Bonaparte. Questo accentua l’astio del popolo russo nei confronti dell’invasore. I contadini, appoggiati dai cosacchi, attaccano le vie di comunicazione francesi, organizzano imboscate ai medesimi e non collaborano nell’acquisizione del cibo. La situazione diventa difficile per Napoleone, così cerca di negoziare una pace con Alessandro che però tarda ad arrivare.
  • 10. LA RITIRATA DELLA GRANDE ARMATA • Il 19 ottobre i francesi si ritirano da Mosca. Ci sono all’incirca 110.000 soldati svariate migliaia di civili, tuttavia il gelo e la mancanza di rifornimenti mette a dura prova l’esercito. • A questo si aggiunge l’inseguimento dell’armata da pare dei Russi. • Il 9 novembre, la Grande armata raggiunge Smolensk dove si rifocilla e da cui riparte il 14 dello stesso mese. • Per riuscire nella ritirata l’esercito deve attraversare il fiume Beresina, tuttavia è costantemente inseguito dall’esercito russo, composto da 130.000 soldati. • Il ponte che permette ai francesi il passaggio del fiume si trova nei pressi del villaggio di Borisov, ma Kutuzov lo fa distruggere. • Consapevole di ciò, Napoleone decide di far ricostruire il ponte ma, in contemporanea, cerca di individuare altri punti di guado in maniera tale da poter attraversare il fiume.
  • 11. • Questi vengono individuati nei pressi del villaggio di Studienka e così viene avviata la costruzione di ben due ponti. • La strategia di Bonaparte, ovvero di costruire due ponti distraendo l’esercito russo, ha successo. I ponti sono successivamente distrutti per evitare un ulteriore inseguimento da parte dei russi. • Nonostante il successo della ritirata, quella della Beresina è una delle più disastrose battaglie dell’epoca contemporanea. • Solo dopo questa battaglia, Napoleone viene a conoscenza del fatto che a Parigi il generale Malet ha tentato un colpo di Stato per rovesciarlo, diffondendo la notizia della sua morte. • E’ il 5 dicembre quando Napoleone decide di lasciare parte dell’esercito per velocizzare il suo ritorno a Parigi ed evitare così di essere spodestato. • ll problema è poi risolto con la fucilazione del traditore. Tirando le somme, dei 600.000 uomini partiti, ne tornano in Francia solo 10.000. La battaglia di bersina
  • 12. I BILANCI E LE CONSEGUENZE DELLA CAMPAGNA Le perdite della Grande Armata in Russia furono catastrofiche ed ebbero un'influenza irreversibile sull'equilibrio militare in Europa. Secondo Georges Lefebvre Napoleone ebbe circa 400 000 morti e dispersi e 100 000 prigionieri; David G. Chandler parla invece di 370 000 morti e dispersi e 200 000 prigionieri, tra cui 48 generali e 3 000 ufficiali; oltre alle perdite umane, disastrose furono anche le perdite materiali subite dall'esercito; i francesi riportarono indietro dalla Russia solo 250 cannoni, i russi affermarono di averne catturati 925; gravissima fu anche la perdita per i francesi di oltre 200 000 cavalli che privò la cavalleria napoleonica dei mezzi per ritornare all'originaria potenza nelle successive campagne di guerra. Nonostante le dimensioni del disastro in Russia, tuttavia l'imperatore, alla partenza da Smorgon, rimaneva invece fiducioso e considerava la situazione ancora rimediabile; tornato a Parigi era infatti convinto di riorganizzare l’esercito e riprendere la guerra in primavera. L'imperatore si illudeva della fedeltà all'alleanza di Prussia e Austria e riteneva inoltre che Murat, sfruttando l'indebolimento anche dei russi, sarebbe riuscito a resistere almeno sulla linea della Vistola. La campagna di Russia ebbe una importanza decisiva nella storia europea e segnò la rovina dei progetti di Napoleone e del suo sistema di dominio. Per le sue catastrofiche dimensioni e per le sue caratteristiche la sconfitta è diventata nel tempo un evento quasi mitico dell'epopea napoleonica. Paradossalmente la grandiosità degli eventi e della disfatta hanno accresciuto, anziché diminuito, la fama e il valore del percorso storico quasi leggendario dell’imperatore.
  • 13. LA CAMPAGNA DI GERMANIA La campagna di Germania fu una campagna militare condotta nel 1813. I membri della Sesta coalizione combatterono una serie di battaglie in Germania contro l'imperatore francese Napoleone ed i suoi marescialli, liberando così molti stati tedeschi dalla dominazione del Primo impero francese. Napoleone giurò che avrebbe creato un esercito grande quanto quello che aveva mandato in Russia, e cominciò ad aumentare le sue forze ad est da 30.000 a 130.000 uomini. Riuscì ad infliggere agli Alleati 40.000 perdite nelle battaglie di Lützen (vicino a Lipsia, 2 maggio) e Bautzen (20-21 maggio), ma le sue stesse forze subirono perdite simili. In entrambe le battaglie presero parte circa 250.000 uomini tra entrambe le parti, rendendole due tra le più grandi battaglie delle guerre napoleoniche. I belligeranti dichiararono un armistizio dal 4 giugno al 13 agosto 1813, durante il quale tentarono di riprendersi dal quarto di milione di perdite subite da aprile. Durante questo periodo le negoziazioni degli Alleati riuscirono finalmente a portare l'Austria in aperta opposizione alla Francia, che, come la Prussia, era diventata da alleata della Francia a neutrale nel 1813. Due armate austriache vennero dislocate in Boemia e Italia settentrionale, aggiungendo 300.000 uomini alle truppe alleate, che ora disponevano in totale di 800.000 soldati nella regione tedesca. Napoleone riuscì a portare le forze imperiali totali nella regione a circa 650.000 uomini. La Confederazione del Reno fornì a Napoleone gran parte del resto delle forze, con la Sassonia e la Baviera come principali contributori. Inoltre, a sud, il Regno di Napoli di Murat e il Regno d'Italia di Eugenio di Beauharnais avevano un totale di 100.000 uomini armati. In Spagna altri 200.000 soldati francesi venivano costantemente sconfitti dalle forze spagnole e britanniche. Così in totale circa 900.000 soldati francesi si opponevano in tutte le zone di guerra contro circa un milione di truppe alleate.
  • 14. Dopo la fine dell'armistizio, Napoleone sembrava aver riacquistato l'iniziativa a Dresda, dove il 27 agosto 1813 sconfisse un esercito alleato numericamente superiore e inflisse enormi perdite, pur sostenendone relativamente poche. Tuttavia, all'incirca nello stesso periodo, la spinta verso Berlino si arrestò e i luogotenenti francesi subirono diverse sconfitte nel nord. Lo stesso Napoleone, privo di un'affidabile e numerosa cavalleria, non riuscì a sfruttare appieno la sua vittoria e non poté evitare la distruzione di un intero corpo dell'esercito nella battaglia di Kulm, indebolendo ulteriormente il suo esercito. Si ritirò con circa 175.000 truppe a Lipsia in Sassonia dove pensò di poter combattere un'azione difensiva contro gli eserciti alleati che convergevano su di lui. Lì, nella cosiddetta battaglia delle Nazioni, che si volse tra il 16 e il 19 dell’ottobre 1813, un esercito francese, alla fine rinforzato a 191.000 uomini, si trovò di fronte a tre eserciti alleati che convergevano su di esso, per un totale di oltre 430.000 soldati. Nei giorni successivi la battaglia provocò una sconfitta per Napoleone, che tuttavia era ancora in grado di gestire una ritirata relativamente ordinata verso ovest. Napoleone sconfisse un esercito della sua ex alleata Baviera prima di ritirare ciò che restava delle sue forze in Francia. Nel frattempo, lasciando la città di Amburgo che era sotto assedio, come ultima forza imperiale a est del Reno. La Battaglia di Lipsia. Dipinto di Alexander Sauerweid
  • 15. Gli Alleati offrirono delle condizioni di pace nella proposta di Francoforte nel novembre del 1813: Napoleone sarebbe rimasto come imperatore di Francia, ma sarebbe stato ridotto alle sue "frontiere naturali" della Francia (dalle Alpi al Reno). Ciò significava che la Francia poteva mantenere il controllo del Belgio, della Savoia e della Renania (la sponda occidentale del Reno), rinunciando al controllo di tutto il resto, tra cui Polonia, Spagna e Paesi Bassi, e gran parte dell'Italia e della Germania. Il diplomatico Austriaco Metternich disse a Napoleone che questi erano i migliori termini che gli Alleati avrebbero potuto offrire; dopo ulteriori vittorie, i termini sarebbero stati più severi e duri. Metternich mirava a mantenere la Francia come un equilibrio contro le minacce russe, ponendo fine alla serie altamente destabilizzante di guerre. Il piano di attacco della sesta coalizione alla Francia
  • 16. In seguito, Napoleone cercherà ancora di resistere di fronte agli eserciti alleati che invaderanno la nazione, e così l'imperatore, con le sue limitatissime forze, ritardò la vittoria degli alleati che però in fine, schiacciato dalla preponderanza numerica nemica e abbandonato dai suoi marescialli, dovrà cedere accettando l'abdicazione del 6 aprile 1814, dopo che il 31 marzo 1814 gli eserciti della coalizione saranno marciati su Parigi.
  • 17. LE CONSEGUENZE DELLA CAMPAGNA DI GERMANIA Estromissione di Napoleone Bonaparte dalla Francia da parte degli alleati (con conseguente ritorno al trono della dinastia Borbonica) RESTAURAZIONE FRANCESE
  • 19. FONTI UTILIZZATE: - A. ZAMOYSKI 2013, Marcia Fatale. 1812. Napoleone in Russia, pp. 130-133. I numeri della “Grande Armata” - A. MUHLSTEIN 2007, Napoleone a Mosca, Bruno Mondadori, pp. 15-36 - R. RIEHN, 1812: Napoleon’s Russian Campaign, McGraw Hill, 1990, pp. 254-254. (Dalle memorie di Caulaincourt, t.I, p. 433). - A. MUHLSTEIN, Napoleone a Mosca, Bruno Mondadori, 2007, pp. 3,14 101-113 - J. MARCHIONI, Place à Monsieur Larrey, chirurgien de la Garde impériale, Acted Sud, 2003, p. 275 - Campagna di Russia da Wikipedia l'enciclopedia libera - Alessandro barbero, la campagna di Russia la battaglia di Beresina video - Napoleone 1812, la ritirata di Russia video