La rivalutazione del limone-Classe 5^ G-Circolo Didattico V _Bagheria
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L'ISTITUTO COMPRENSIVO "I. BUTTITTA"
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V CIRCOLO DIDATTICO "A. GRAMSCI"
CLASSE 5 G
Insegnanti: Antonina Buttìtta
Maria Anna Carolio
Enza Galletto
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PROGETTO CONTINUITÀ'
TRA
L'ISTITUTO COMPRENSIVO "I. BUTTITTA
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V CIRCOLO DIDATTICO "A. GRAMSCI"
CLASSE 5 G
Insegnanti: Antonina Buttitta
Maria Anna Carolio
Enza Galletto
3. Urna/ 0/ Q^eq4j^ende/
W Limone, secondo alcuni studiosi è un ìbrido naturale tra il cedro (Citrus
medica) e il lime (Citrus aurantifolia). L'albero del limone è alto fino a 6 metri
ed i rami sono normalmente spinosi. Le foglie sono alterne, rossastre da
giovani e poi verde scuro sopra e più chiare sotto; il picciolo è leggermente
alato.
I fiori, dolcemente profumati, possono essere solitari o in coppie, all'ascella
delle foglie; in condizioni climatiche favorevoli sono prodotti praticamente
tutto l'anno. Il bordo dei petali è violetto. I frutti sono ovali oppure oblunghi.
Normalmente la buccia è gialla, ma ci sono varietà variegate di verde o di
bianco: ricca di olii essenziali, può essere più o meno sottile: la polpa è divisa
in otto-dieci spicchi; generalmente è molto aspra e succosa: molte varietà
sono prive di semi.
La fioritura avviene in primavera, con la produzione del frutto invernale, e in
settembre, da cui derivano i cosiddetti verdelli (che maturano nell'estate
seguente). Per favorire la produzione di questi ultimi, che ottengono prezzi
migliori sul mercato, si utilizzano tecniche particolari come la periodica
interruzione delle irrigazioni. Il limone è piuttosto sensibile al freddo e perde
completamente le foglie a temperature di -4/-5°G, mentre temperature
ulteriormente inferiori possono danneggare anche il legno; i fiori e i frutti,
invece, sopportano temperature fino a -2°C, non ha invece bisogno di
temperature estive molto elevate per la maturazione dei frutti. Le piante sono
sensibili anche al vento. In periodi prolungati di siccità è necessaria
l'irrigazione. Cresce bene anche in terreni poveri e il pH ottimale è intorno a
5,5.
A differenza di altri agrumi, i limoni possono maturare anche una volta
staccati dalla pianta. Spesso vengono staccati, manipolati e spediti ancora
verdi - protetti da un trattamento fungicida e da un'inceratura - quindi trattati
in seguito per farli maturare: per questo motivo non è consigliabile utilizzare
le bucce dei frutti, a meno che non provengano da colture biologiche.
Dal persiano "Limu" {àsj^), frutto simbolo del calore e del sole, il Limone
evoca nella mente paesaggi assolati tipicamente mediterranei ed
istintivamente il pensiero li associa alla Sicilia ed ai tipici "giardini
mediterranei", in realtà il limone ha origini asiatiche, proviene infatti dall'India
e dall'Indocina. Conosciuto sin dall'antichità (anche nelle civiltà
mesopotamiche) per le sue proprietà antireumatiche e antisettiche era
4. considerato un frutto sacro nei paesi arabi e veniva impiegato come antidoto
contro i veleni, come astringente contro le forme dissenteriche ed
emorragiche e ... per tenere lontano i demoni.
Alessandro Magno era solito consumare questo frutto durante le sue
campagne di guerra nelle terre persiane, da qui l'appellativo di "mela
persiana". Gli antichi Egizi lo utilizzavano per imbalsamare le mummie e
spesso lo riponevano nelle tombe.
I Greci lo utilizzavano a scopo ornamentale e usavano coltivare gli alberi di
limone vicino agli ulivi per preservare questi ultimi da attacchi parassitari. Le
prime descrizioni del limone a scopo terapeutico risalgono alle opere
diTeofrasto, allievo di Aristotele, che viene considerato il fondatore della
fitoterapia.
Sebbene si ritenesse che gli antichi Romani non conoscessero il Limone, la
scoperta, nel corso di scavi archeologici nella zona di Pompei di una villa
romana con affreschi alle pareti ritraenti piante di Limone, smentisce questa
opinione e, del resto, anche Plinio il Vecchio parlò del limone nella sua
"Naturalis Historia" e ne parlava, tra l'altro, come di un antidoto verso diversi
veleni; forse per questo si ritiene che anche Nerone ne fosse un assiduo
consumatore, ossessionato come era dal timore di un suo possibile
avvelenamento.
In Sicilia ed in Calabria il limone venne introdotto dagli Arabi intorno all'anno
1000. La prima descrizione del limone, introdotto dall'estremo Oriente due
secoli prima, apparve infatti in scritti arabi del dodicesimo secolo anche se, la
coltivazione intensiva dei limoni nell'isola e nella provìncia di Reggio Calabria
iniziò solo nel XVII secolo ad opera di nobili feudatari e dei padri Gesuiti
mentre venne introdotta nel nord Italia solo intorno alla metà del XV secolo a
Genova. Più o meno nello stesso periodo sono datate descrizioni sul succo di
Limone per prevenire e curare lo scorbuto, malattia dovuta alla carenza
prolungata di vitamina C, presente nella verdura fresca e nella frutta, diffusa
soprattutto tra i marinai costretti nei lunghi periodi in mare ad una
alimentazione completamente priva di alimenti contenenti questa vitamina. E
proprio grazie ai viaggi per mare il Limone venne "scoperto" anche dai paesi
del nord Europa le cui navi arrivavano nel Mar Mediterraneo dove si
rifornivano di limoni ed altri agrumi pagandoli a volte addirittura in oro e
rivendendoli poi nel nord dove venivano considerati merce molto pregiata ed
utilizzati per scopo ornamentale; l'uso del Limone in cucina o per scopo
terapeutico, nei paesi del nord, arrivò solo più tardi. In seguito alla scoperta
dell'America ad opera di Cristoforo Colombo la coltivazione del Limone e
degli altri agrumi venne introdotta nel nuovo mondo dagli Spagnoli e dai
missionari, pare infatti che fu proprio Colombo, nel 1493, a piantare i primi
alberi di limone nell'isola dì Haiti. La coltivazione intensiva degli agrumi si
diffuse in Florida e in California, dove nel XIX secolo vennero generate delle
qualità particolarmente resistenti al clima diverso da quello "mediterraneo".
5. Gea la dea Terra per onorare le nozze tra Era e Zeus produsse degli alberi
dai Pomi d'oro, emblema di fecondità e amore. Giove, nel timore di un loro
possibile furto, decise di custodirli in un meraviglioso giardino, sorvegliato
dalle Esperidi.
Il loro numero è incerto, pare comunque che fossero tre, Aretusa, Egle ed
Espere, e che vivessero ai confini del mondo, ai piedi del cielo retto dal padre
Atlante, in un giardino dove cresceva l'albero dai "pomi d'oro", custodito dal
drago Ladone, figlio di Tifone e Echidna.
Esiodo descrive le Ninfe del Tramonto come Figlie della Notte, ma la
mitologia greca le ha volute anche figlie di Zeus e Temi, Teti e Oceano, Forco
e Ceto. La versione più accreditata le vede figlie di Atlante ed Esperide.
Eracle, l'Ercole dei Romani, per volere di Euristeo dal quale avrebbe ottenuto
l'immortalità, nella sua XI fatica ebbe come compito quello di rubare i preziosi
pomi. Il mito, nella versione di Apollodoro, racconta che Eracle, consapevole
del desiderio del padre delle Esperidi di cogliere i pomi, gli giocò un inganno,
offrendosi al suo posto come reggitore del cielo: Atlante rubò i pomi, ma una
volta compiuto il furto. Eracle, con la scusa di prendere un cuscino da porre
sulle spalle, lo richiamò a reggere il celeste fardello. Atlante ingenuamente
acconsentì, posò i pomi per terra e recuperò l'ingente volta, mentre il
vigoroso eroe afferrò i pomi e li consegnò ad Euristeo.
Un'altra versione del mito vuole a custode dei frutti dorati, per volere di Era,
un serpente a cento teste, figlio di Forco e Ceta. Il mito narra che, per
cogliere i frutti. Eracle uccise il serpente, provocando la disperazione di Era.
Questa, per omaggiare la creatura cui era tanto affezionata, decise di
trasformarla in costellazione: la costellazione del Serpente. I pomi vennero
restituiti da Euristeo alla moglie di Zeus e le Esperidi, afflitte per aver perduto
i frutti di cui erano custodi, si trasformarono ciascuna in un albero,
comunemente noto come emblema di tristezza: pioppo nero, salice e olmo.
6. Il limone (Citrus x limon) è un albero da frutto
appartenente al genere Citrus e alla famiglia delle Rutaceae.
Il nome comune limone si può riferire tanto alla pianta
quanto al suo frutto.
Secondo alcuni studi genetici, il limone è un antico ibrido,
probabilmente tra il pomelmo e il cedro, ma da secoli è una specie autonoma,
la quale si riproduce per innesto e talea.
Il limone è un albero che raggiunge dai 3 ai 6 metri di altezza. I germogli e i
petali sono bianchi e violetti.
Il frutto è giallo all'esterno e quasi incolore all'interno, di forma sferica fino ad
ovale, spesso con una protuberanza all'apice e appuntito all'altra estremità.
La buccia può essere da molto ruvida a liscia, più o meno foderata all'interno
con una massa bianca spugnosa detta albedo. Solitamente i limoni si
coltivano per la produzione di frutti ma la pianta può essere coltivata in vaso a
scopo ornamentale. Per le coltivazioni in vaso è consigliata terra specifica
per agrumi e il rinvaso annuale prima del ricovero invernale in serra.
In clima favorevole, il limone fiorisce e fruttifica due volte l'anno. La fioritura
dura almeno due mesi e il frutto maturo può attendere altri due mesi
sull'albero prima di venir colto, il che favorisce una raccolta sistematica. La
fioritura primaverile produce i frutti migliori, la cui raccolta dura poi tutto
l'inverno, da novembre ad aprile o maggio.
La seconda fioritura, a volte forzata nelle piantagioni
commerciali, avviene in agosto e settembre, i frutti si
possono raccogliere da maggio in poi, subito dopo quelli
invernali. In condizioni favorevoli, un albero adulto può
dare da 600 a 800 frutti all'anno.
7.
8. I limoni sono coltivati in tutto il mondo in innumerevoli varietà che
probabilmente neanche i botanici riescono a registrare correntemente. Le
differenze tra di esse sono infatti riscontrabili prevalentemente nell'aspetto
esteriore, mentre rimangono praticamente invariate sia le loro qualità
alimentari che la relativa importanza economica. Il limone infatti, ben
raramente viene consumato come frutto fresco, per cui cambiamenti minori
di gusto non sono molto importanti. Per la lavorazione industriale vanno bene
tutte le varietà, con l'esclusione forse di quelle poche che per il precoce
deterioramento vengono consumate sul luogo di produzione. Sono così quasi
ignote le varietà del limone rosso e del limone dolce che danno frutti sempre
agri, ma nel contempo abbastanza dolci da poter essere mangiati come frutta
fresca. Quando questi limoni giungono a maturazione si deteriorano nel giro
di due 0 tre giorni, per cui logicamente vengono consumati dalla popolazione
locale e rimangono sconosciuti su un mercato più vasto.
Spesso si fa distinzione tra limoni gialli e verdi, ma si tratta di una distinzione
meramente commerciale, in quanto i due tipi crescono sullo stesso albero. Il
limone verde è il prodotto della fioritura estiva, la quale viene spesso indotta
artificialmente con l'assoluta privazione di irrigazione della pianta nei mesi
di giugno e luglio. In questo modo si ottengono frutti dalla sottile buccia verde
e dalla polpa molto succosa. Possono rimanere immagazzinati per lungo
tempo e sopportano bene trasporti e sbalzi di temperatura, per cui vengono
esportati in tutto il mondo, mentre i loro "fratelli" limoni invernali, coprono il
fabbisogno dei mercati interni. Questo tipo di forzatura dell'albero ne abbrevia
la vita, ma si tratta di una pratica molto vantaggiosa economicamente, per cui
generalmente adottata in tutte
le piantagioni.
In media, la buccia del
limone può raggiungere il 40%
del peso complessivo, un altro
3% è rappresentato dai semi.
Pur trattandosi di una media il
dato fa capire che il frutto non viene coltivato solo per il succo. Dalla buccia,
molto apprezzata per la produzione di canditi, si estraggono
anche essenze e pectina. Dai semi si estrae l'olio e gli avanzi si impiegano
nell'alimentazione animale.
La parte del frutto più comunemente utilizzata è il succo che rappresenta
fino al 50% del suo peso, contiene 50-80 grammi/litro di acido citrico, che
conferisce il tipico sapore aspro e diversi altri acidi organici tra cui l'acido
9. malico, l'acido ascorbico o vitamina C (0,5 g/l). Il succo pastorizzato si
mantiene senza conservanti per almeno un anno e viene usato come
ingrediente di vari alimenti e bevande, il succo concentrato viene invece
sottoposto ad ulteriore lavorazione e consumato
nell'industria conserviera. Dal succo del limone si
produce la limonata, una bevanda a base dì succo
dì limone, acqua e zucchero.
L'olio essenziale del limone è un liquido etereo e
volatile con un colore che va da giallo a verde, una
volta estratto per pressione meccanica mantiene
l'odore della scorza, è quasi completamente solubile
in alcol etilico a 96° ed è costituito prevalentemente
da limonene e pineni (beta-pinene, alfa pìnene,
gamma terpinene). Occorrono circa tremila limoni
per ottenere almeno 1 kg di essenza, e in genere ì
frutti verdi ne forniscono maggiori quantità. L'olio
essenziale viene industrialmente deterpenato sia
per distillazione sottovuoto che con l'impiego di solventi (C02supercritìca). È
impiegato principalmente nell'industria alimentare per il suo potere
aromatizzante ed in quella profumiera. Nella produzione di detersivi vengono
spesso impiegati i suoi sottoprodotti (terpeni, distillati dal succo e dalle
"fezze" (residui fermentati di lavorazione industriale).
Anche in farmacologia il limone è molto apprezzato e le sue parti utilizzate
sono il succo e il pericarpio (scorza). Il suo uso come fannaco era consolidato
quando ancora non si sapeva nulla delle vitamine. Innanzi tutto ne veniva
apprezzato il succo quale antiemorragico, disinfettante, diminuzione
consistenza di feci (diarrea) e ipoglicemizzanti (tende a far diminuire
il glucosio nel sangue). Nell'aromaterapia viene indicato come rinfrescante,
tonico per la circolazione, battericida, antisettico, valido per abbassare
la pressione arteriosa, utile per eliminare verruche, calli, gengive infiammate,
per curare artrite e reumatismi, vene varicose, raffreddore, influenza. Era
reputato indispensabile nella cura dello scorbuto, cosa ben nota tra i marinai
che non mancavano di approvvigionarsi di limoni prima di ogni viaggio
impegnativo. Il limone è il frutto che vanta il più vasto impiego terapeutico, e il
rapporto fra limone e salute vanta una storia millenaria: dagli impieghi degli
antichi Greci fino ai giorni nostri, gli esempi di applicazione del limone in
medicina sono centinaia, un lungo elenco fatto anche di alcune pagine
importantissime della storia della medicina, come la scoperta dello
scorbuto di James Lind nel 1747, patologia dovuta alla carenza di vitamina C
e curata con il succo di limoni e arance. L'elevata concentrazione di vitamina
C contenuta nel limone rende questo frutto di notevole importanza per la
tutela della salute. Infine, l'alto contenuto di vitamina C nel limone è utile per
combattere sintomi dell'influenza.
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