Esperienza francese in tema di sostegno alle vittime di reatoDanilo Comba
Rete Dafne. Sostegno vittime di reato. Disamina "modello" francese. Direttiva 2012/29/UE. Direttiva europea in tema di diritti minimi. Spazio europeo comune. Giustizia penale
Fair trial and other fundamental rights in terrorism charges. Il diritto di d...Nicola Canestrini
States are under the obligation to ensure that all guarantees of due process are respected when persons who are alleged to have committed terrorism-related offences are arrested, charged, detained and prosecuted.
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Seminario “La violenza contro le donne. Dai dati statistici ai nuovi strumenti di contrasto e prevenzione” 9 marzo 2019
Università IUSVE Via dei Salesiani, 15 Venezia Mestre
In Other Words: Articolo3 - Observatory against Discrimination & Best Practic...iowproject
Read more about media monitoring, local press units, and best practices in journalism at: www.inotherwords-project.eu. In Other W.O.R.D.S. - Web Observatory & Review for Discrimination alerts & Stereotypes deconstruction
L'emergenza COVID19 deve essere affrontata mettendo da parte il diritto, superando i diritti?
COVID19 disease, rule of law and fundamental rights. Slides della chiacchierata con l'associazione degli Avvocati di Porretta Terme del 17 aprile 2020.
Cocci, Valentina. Gioco d'azzardo patologico : il modello integrato del Dipar...Informalcol
Cocci, Valentina. Gioco d'azzardo patologico : il modello integrato del Dipartimento delle dipendenze di Arezzo. Presentazione effettuata all'interno del progetto: "Gioco d'azzardo: quali rischi? La costruzione di una rete per l'ascolto, l'assistenza e la cura del giocatore problematico e dei suoi familiari" promosso dall' Azienda sanitaria 9 Grosseto. Ser.T zona 4 Area grossetana (edizioni del corso: Massa marittima, 27 settembre 2008 - Grosseto 6 ottobre 2008)
Diritto di difesa nei processi ai terroristi. Prospettive nazionali e soprana...Nicola Canestrini
Lo Stato di diritto può combattere il terrorismo senza rinnegare le proprie fondamenta? C’è possibilità di difesa effettiva nel processo ai terroristi? Quanto il processo ai terroristi cambia la nota società?
Can a democratic society effectively fight against terrorism in court without denying its own principles?
Contenuti
Maturare competenze teoriche e pratiche sul fenomeno degli Hikikomori: cenni storici, chi sono gli Hikikomori, marker diagnostici, diagnosi differenziale, intervento domiciliare per i casi gravi di ritiro sociale.
Acquisire competenze nella relazione e nell’intervento con persone in isolamento sociale volontario. Nello specifico: strumenti per la presa in carico del soggetto in ritiro e del suo sistema famiglia. Costruire una relazione significativa di sostegno, accompagnamento e di rispecchiamento delle varie funzioni e capacità (pratiche e mentali), passando per la condivisione delle attività quotidiane (studio, gioco, scoperta, coltivazione di interessi, uscite, ecc.).
Acquisizione di strumenti per favorire autonomia e identità nel soggetto in ritiro sociale.
Acquisire strumenti per rafforzare la rete sociale primaria (familiare) e secondaria (amicale).
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Acquisire competenze nella relazione e nell’intervento con persone in isolamento sociale volontario. Nello specifico: strumenti per la presa in carico del soggetto in ritiro e del suo sistema famiglia. Costruire una relazione significativa di sostegno, accompagnamento e di rispecchiamento delle varie funzioni e capacità (pratiche e mentali), passando per la condivisione delle attività quotidiane (studio, gioco, scoperta, coltivazione di interessi, uscite, ecc.).
Acquisizione di strumenti per favorire autonomia e identità nel soggetto in ritiro sociale.
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La finalità del webinar è di presentare la tecnica del parent coaching, utile in un percorso di sostegno alla genitorialità. Inoltre vengono descritte le diverse fasi del percorso e relativi strumenti a disposizione dello psicologo.
Le persone alle quali viene diagnosticata una patologia metabolica necessitano di apportare alcuni cambiamenti nelle proprie abitudini, in particolare correggendo lo stile alimentare, facendo più esercizio fisico e, lì dove necessario, seguendo una terapia farmacologica. Eppure molte persone non riescono a prendersi cura di se stesse o vivono in maniera molto negativa questa nuova condizione.
L’Insonnia è un problema sempre più frequente nella società: si stima che ne soffra in modo cronico 1 persona su 10, mentre 3 su 10 incontrano difficoltà a dormire almeno una volta nel corso della vita.
L’intervento psicologico domiciliare, negli ultimi anni, si sta diffondendo in modo crescente, tra diverse tipologie di utenza.
Sono molti gli psicologi che utilizzano l’intervento psicologico domiciliare e si sta evidenziando la sua applicabilità e funzionalità in sempre maggiori ambiti, sia nei contesti in cui la persona, per la sua problematica, non possa recarsi allo studio, sia in quelli in cui osservare ed intervenire direttamente sul contesto, sembri determinare una maggiore efficacia e funzionalità.
L’intervento psicologico domiciliare presenta caratteristiche peculiari e specificità che lo differenziano da quello nello studio privato o in ambulatorio. Acquisire una formazione specifica in tal senso è, pertanto, di fondamentale importanza e, attualmente, le possibilità formative a riguardo sembrano essere piuttosto limitate. Questo corso analizza gli aspetti peculiari di questa specifica modalità operativa, le strategie e le possibili linee guida entro le quali strutturare ed attuare tale intervento.
L’intervento psicologico domiciliare, negli ultimi anni, si sta diffondendo in modo crescente, tra diverse tipologie di utenza.
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Il corso di formazione sulla Terapia di Esposizione ha l’obiettivo di formare e/o aggiornare il corsista all’uso clinico delle nuove procedure comportamentali che si sono dimostrate in grado di massimizzare gli effetti terapeutici della terapia di esposizione (superandone così alcuni limiti e punti deboli). Le finalità sono quelle di rendere il corsista in grado di usare ed integrare tali innovazioni all’interno del suo operare clinico.
In un periodo storico caratterizzato da stili di vita e comportamenti che allontanano sempre più dai personali bisogni interni, le tecniche psico-corporee (rilassamento, mindfulness, tecniche immaginative, induttive, bioenergetica, etc) risultano particolarmente ricercate dall’utenza che mira ad apprenderle per lenire i fenomeni di ansia e stress.
La domanda di aiuto rivolta agli psicologi, infatti, passa sempre di più attraverso il corpo, sede di tensioni e somatizzazioni che possono essere ricondotte a blocchi energetici.
Proprio per la grande richiesta, tali tecniche vengono proposte anche da professionisti non psicologi (personal trainer, counselor, operatori olistici) che se da un lato possono padroneggiare la tecnica, dall’altro non possono intervenire sui contenuti psicologici spesso emergenti. Per tale motivo appare di grande importanza che lo psicologo e/o psicoterapeuta possieda nel suo personale repertorio di strumenti anche tali tecniche che potranno essere utilizzate sia nell’abituale assetto di lavoro clinico che nell’offerta di promozione di benessere, sia all’interno del setting individuale che di quello gruppale.
L’incremento delle patologie legate all’eccesso di peso corporeo evidenzia criticità sia per la persona che ne è affetta, sia per l’evidenza di una mancata efficacia dei trattamenti tradizionali. La componente psy del comportamento alimentare non può essere affrontata solo con un trattamento dietoterapico. Negli ultimi 20 anni, la psicologia del comportamento alimentare e le tecniche di intervento specifiche utilizzate si sono affermate sia come alternativa/supporto alla dieta nella gestione del paziente in sovrappeso/obeso (resistente al trattamento dietoterapico) sia per la preparazione e sostegno alla chirurgia dell’obesità.
Troppo pochi sono gli psicologi che realmente hanno competenza nel settore. Troppi quelli che si improvvisano senza avere un’adeguata formazione.
Il fallimento delle diete, nel trattamento dell’obesità e sovrappeso, è un problema che non può essere trascurato. La sindrome dello yo-yo (perdita di peso e recupero del peso perduto) è un’esperienza comune a molti pazienti; necessaria e indispensabile la competenza psicologica capace di intervenire per modificare, in modo stabile e a lungo termine, le modifiche comportamentali richieste al soggetto. La cura in questi casi, non può consistere nell’applicazione di uno schema alimentare rigido; si deve intervenire sul comportamento, sulle credenze che sottendono quel comportamento, sulla correzione delle abitudini alimentari scorrette, sul potenziamento (locus of control interno) delle capacità degli individui di gestione del proprio rapporto con il cibo. Il corso, offre un programma di intervento e di trattamento declinabile in tutte le situazioni in cui il soggetto ha un disequilibrato rapporto con il cibo.
La perdita, la morte e la malattia sono realtà poco accettate nella società attuale in cui prevale il paradigma dell‘uomo invincibile, poco incline a considerare le sue fragilità e il suo essere mortale. Accanto a questo è facile notare come il dolore e la sofferenza siano relegati in uno spazio sempre più ridotto e privato, in assenza di tutti quei rituali che permettevano ad una comunità di sostenere coloro che si trovavano a vivere un’esperienza dolorosa come la morte di un proprio caro. Proprio per questi motivi, le persone sentono di non avere spesso risorse sufficienti per affrontare il difficile e doloroso “lavoro del lutto” e si rivolgono ad un esperto per avere sostegno e ascolto.
Gli Alzheimer Caffè sono realtà, che nell’ultimo decennio, hanno avuto un grande sviluppo nel nostro contesto nazionale. In quanto progetti bio-psico-sociali si rivolgono principalmente ai caregiver, offrendo loro un supporto nella quotidiana attività di cura, attraverso l’informazione, la formazione e il sostegno psicologico. Ma, rispetto alla prima esperienza olandese del 1997, gli Alzheimer Caffè hanno implementato, in questi anni, le loro attività prevedendo interventi specifici anche per i pazienti affetti da demenza.
Sentiamo spesso dire che leggere fa bene, ce lo ripetono operatori di diverse nature professionali: ma cosa significa veramente questa affermazione? Quale è il valore terapeutico della lettura e come possiamo utilizzare questa metodologia nella nostra pratica clinica? Cosa vuol dire essere un libroterapeuta, quali caratteristiche e competenze occorre avere?
La metodologia libroterapica, opportunamente adattata ai contesti, si presenta come una possibilità ulteriore di lavoro con la persona singola e soprattutto con il gruppo, per la ricerca di equilibrio, per la resilienza, per l’empowerment e per veri e propri contesti clinici.
Obiettivo del webinar è quello di inquadrare, dal punto di vista teorico e pratico, l’impatto dei Sexual Scripts sul benessere sessuale dell’individuo, con un focus particolare sul ruolo che questi giocano nell’insorgenza e nel mantenimento delle disfunzioni sessuali.
OBIETTIVI DEL WEBINAR
Comprendere come il fissare obiettivi superficiali e perseguirli in maniera ostinata produca un effetto paradosso
Comprendere come centrare obiettivi genuini e come raggiungerli
La finalità del webinar è di presentare il protocollo CBT-I: Cognitive Behavioural Therapy for Insomnia, mutuato dalla Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, che consente un’alternativa al farmaco senza comportare effetti collaterali e riducendo significativamente tempi e costi di gestione del problema, l’abuso/dipendenza da farmaci e la diffusione quasi endemia dell’Insonnia nella popolazione generale per quanto riguarda le sue componenti psicologiche. Applicabile sia da Psicologi che da Psicoterapeuti il Protocollo si sta rivelando un presidio di cura richiesto e gradito anche per la sua brevità e specificità sul sintomo.
Il webinar sarà incentrato sulla presentazione della cornice giuridica che tiene conto della recente evoluzione normativa circa l’introduzione di elementi psicologico-giuridici per lo svolgimento dell’attività di “ascolto” da parte di “esperti in psicologia e psichiatria infantile” di vittime e testimoni vulnerabili di una vasta gamma di reati in modalità “protetta”, ovvero in spazi “neutri” appositamente allestiti, per conto delle Procure ordinarie e minorili e in ausilio alla Polizia Giudiziaria delegata per le indagini.
La considerazione della vittima nel processo penale
1. Vera Cuzzocrea, PhD
psicologa giuridica – psicoterapeuta
GdL Psicologia forense Ordine degli Psicologi del Lazio
PsicoIus – Scuola romana di psicologia giuridica
«La considerazione della vittima nel processo
penale: da entità vulnerabile da proteggere a
protagonista del processo riparativo»
IV Convegno Nazionale di Psicologia giuridica
PLENARIA: Giustizia riparativa ed ecologia della responsabilità
Giovedi 7 novembre 2019
2. LA PROSPETTIVA DI OSSERVAZIONE: VISION
PROATTIVA E PROMOZIONALE DELLA RJ
❑ La giustizia riparativa propone
una lettura radicalmente
diversa da quella della
giustizia penale.
❑ L’attenzione è orientata alle
persone (autori/autrici,
vittime), ai comportamenti
che producono un danno
(reati), alle conseguenze
(vittimizzazione, giudizio,
condanna, pena).
3. GIUSTIZIA PENALE VS GIUSTIZIA RIPARATIVA
GIUSTIZIA PENALE GIUSTIZIA RIPARATIVA
REATO violazione della legge e
dello Stato
violazione di persone e di
obblighi, di danno provocato
e subito, di crisi sociali.
REAZIONE la violazione crea una
colpa e richiede di pagare
con la sofferenza, deve
esserci una punizione.
la violazione crea nuovi
obblighi, attraverso i quali
possa ricostituirsi giustizia ed
equilibrio relazionale.
RESPONSABILE ruolo giudiziario: persona
indagata, imputata,
condannata
una persona che agisce il
reato
VITTIMA ruolo giudiziario: parte
offesa
una persona che subisce il
reato/danno provocato
Zehr H., Retributive Justice, Restorative Justice. New Perspective on Crime
and Justice 4, 1985; Patrizi P., Psicologia della devianza e della criminalità,
Carocci, 2011. Patrizi P. (a cura di), Manuale di Psicologia giuridica minorile,
Carocci, 2012. Patrizi P. (a cura di), La giustizia riparativa, Carocci, 2019.
4. La dottrina giuridica e il sapere psicologico hanno
rivolto una crescente attenzione alle vittime dei
reati, alla necessità di definirne le caratteristiche
e i diritti, sia per promuovere attività e politiche di
prevenzione dei rischi di vittimizzazione, sia per
individuare e diffondere regole minime e prassi
operative per la protezione e l’assistenza.
LA CRESCENTE ATTENZIONE PER LE VITTIME DEI
REATI NELLA GIUSTIZIA PENALE
De Leo G., Vulnerabilità e risorse nell’incontro tra le vittime del crimine ed il mondo
della giustizia, con particolare riguardo alle vittime minorenni, in A.M. Giannini, J.M.
Levin e B. Nardi (a cura di), L’intervento per le vittime del crimine, Roma, 2006.
5. ❑ Legge 172 del 2012
❑ Legge 119 del 2013
❑ Legge 77 del 2013
❑ dgl 24 del 2014
❑ D.L. 212 del 2015
Direttiva 2012/29/UE
Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione
dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali
firmata a Lanzarote il 25 ottobre 2007.
Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e
la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la
violenza domestica, firmata ad Istanbul l’11 maggio 2011.
Direttiva 2011/36/UE, relativa alla prevenzione e
alla repressione della tratta di esseri umani e alla
protezione delle vittime.
❑Legge 66 del 1996
❑Legge 269 del 1998
❑Legge 38 del 2006
❑Legge 38 del 2009
Normativa
Europea
Nazionale
Legge 69 del 2019 («codice rosso»)
6. IL POSIZIONAMENTO DELLA VITTIMA NEL
PROCESSO PENALE (da dimenticata a tutelata)
Le evoluzioni della normativa nazionale e sovranazionale
(Direttiva 29/2012/UE) pongono al centro le vittime dei reati
nelle dinamiche del processo penale, prospettando il possibile
sovvertimento di relazioni consolidate della giustizia che pone
al centro dell’ordinamento i diritti e le garanzie individuali
dell’imputato ma anche le risposte retributive e rieducative.
reato - processo
penale – tutela
della persona
indagata/imputata
reato- sicurezza
pubblica– tutela della
p.o/vittima
Lorusso S., Le conseguenze del reato. Verso un protagonismo della
vittima nel processo penale? In Diritto penale e processo, 8, 2013.
7. DAGLI ANNI’70 AD OGGI MOLTO È CAMBIATO
IN TEMA DI TUTELA DELLE VITTIME
8. Primo Simposio Internazionale sulla Vittimologia
Gerusalemme,1973
«È necessaria la ricerca sulla vittimizzazione
nascosta. Un sentimento soggettivo di
vittimizzazione può non essere accompagnato da
una sufficiente base oggettiva affinché la società
compia interventi relativi. […] Certe forme di
disattenzione e negligenza presenti nella società
industrializzata sono cause rilevanti di
vittimizzazione quanto gli atti intenzionali […]
esistono attività vittimizzanti non evidenti e da
studiare» (Marotta, 2017).
9. 1978, Processo per stupro
Avv. Tina Lagostena Bassi: «Non vi chiediamo una condanna
severa, pesante, esemplare, non c’interessa la condanna. Noi
vogliamo che in questa aula ci sia resa giustizia […] Perché la
difesa è sacra, ed inviolabile, è vero. Ma nessuno di noi avvocati
direbbe nel caso di quattro rapinatori che con la violenza entrano in
una gioielleria e portano via le gioie, i beni patrimoniali da difendere,
ebbene nessun avvocato si sognerebbe di cominciare la difesa, che
comincia attraverso i primi suggerimenti dati agli imputati, di dire ai
rapinatori […] che però il gioielliere ha un passato poco chiaro, […]
che è un usuraio, che specula, che guadagna, che evade le tasse!
Ecco, nessuno si sognerebbe di fare una difesa di questo genere,
infangando la parte lesa soltanto. Io non voglio parlare di Fiorella,
secondo me è umiliare venire qui a dire «non è una puttana […]. Una
donna ha il diritto di essere quello che vuole, senza bisogno di
difensori. Io non sono il difensore della donna Fiorella. Io sono
l’accusatore di un certo modo di fare processi per violenza».
10. LE PRINCIPALI MATRICI DI CAMBIAMENTO (1)
❑ dalla considerazione della natura relazionale di alcuni reati
(ad es. artt. 612bis e 572 c.p.) e dei possibili esiti disadattivi ;
❑ dal generale riconoscimento dei reati come una
violazione dei diritti individuali (a partire dalla l 66/96);
❑ il riconoscimento del diritto delle vittime di essere
informate e orientate, difese e assistite adeguatamente
durante tutto l’iter giudiziario;
❑ il generale riconoscimento dell’impatto potenzialmente
dannoso dell’incontro con il sistema di risposte della giustizia
(vittimizzazione secondaria);
❑ il riconoscimento dell’esigenza di valutare le specifiche
condizioni di vulnerabilità (prima/durante/dopo).
11. LE PRINCIPALI MATRICI DI CAMBIAMENTO (2)
Il riconoscimento dell’esigenza di valutare le specifiche
condizioni di vulnerabilità (prima/durante/dopo) porta alla
considerazione di diverse tipologie di vittime oltre che ai loro
familiari:
❑ vittime di minore età;
❑ vittime con disabilità;
❑ vittime di violenza di genere;
❑ vittime di tratta;
❑ vittime di terrorismo;
❑ vittime di criminalità organizzata; etc.
vulnerabilità tutela
12. IMPLEMENTAZIONE DI SPAZI E STRUMENTI DI
PROTEZIONE
➢ per gli orfani di femminicidio: stanziamento fondo Regione
Lazio, consulta nazionale associazioni e ONG presso
Autorità Garante Infanzia e adolescenza;
➢ per lo sviluppo di progetti locali per le vittime di reato:
300mila euro Regione Lazio;
➢ per le vittime di atti persecutori: numero verde nazionale (l.
38/2009);
➢ per vittime di violenza di genere: centri antiviolenza e case
rifugio (fondi previsti dalla l. 119/2013).
13. AZIONI DI ADEGUAMENTO PRESSO DIVERSE
REALTÀ GIUDIZIARIE
❑ Creazione di sezioni specializzate di
magistrati
❑ Predisposizione di un elenco di
esperti/e in psicologia e psichiatria
infantile ai sensi dell’art. 351 co.1. ter
c.p.p. reperibili h 24.
❑ Organizzazione di spazi idonei per la
gestione dell’audizione investigativa in
modalità protetta delle vittime.
❑ Maggiore attenzione per le
metodologie da adottare nella raccolta
delle testimonianze.
❑ Implementazione di servizi generalisti
per le vittime di reato etc.
14. I BISOGNI DELLE VITTIME A CUI QUESTI
CAMBIAMENTI TENTANO DI RISPONDERE
❑ essere ascoltate, comprese e accolte;
❑ essere capite (individual assessment);
❑ ricevere informazioni e comprenderle;
❑ riduzione delle audizioni in fase
investigativa;
❑ esclusione dei contatti con la persona
responsabile del reato.
15. TORNANDO ALLA PREMESSA INIZIALE SULLA RJ,
ALCUNE RIFLESSIONI:
❑ Le vittime hanno solo questi bisogni?
❑ La protezione delle vittime dovrebbe essere
garantita per tutto l’iter giudiziario. Ma va
considerato anche un tempo psicologico: e se i
bisogni cambiassero?
❑ La natura relazione del reato, considerata
preliminarmente, poi nel processo di «cura»
sembra perdersi.
❑La norma di ratifica della Direttiva 29 nel nostro
Paese recepisce solo parzialmente le sollecitazioni
del Consiglio d’Europa.
16. L’OTTICA PROATTIVA E PARTECIPATIVA DELLA RJ
«La GR è qualsiasi procedimento che permette alla vittima e
all’autore di reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono
liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con
l’aiuto di un terzo» (Direttiva 29/2012/UE).
Le evidenze scientifiche ci suggeriscono che la RJ presta
particolare attenzione ai bisogni e ai vissuti legati al danno
prodotto dal reato e al bisogno di ristorarlo, per questo la
partecipazione di vittime e autori nel processo riparativo
sembra più efficace rispetto alla tradizionale partecipazione
nel sistema giudiziario (fare le cose con le persone in senso
partecipativo, in-clusione contro re-clusione nel processo
di cambiamento, autoefficacia personale e collettiva).
17. LE MOTIVAZIONI CHE INDUCONO LE VITTIME A
PARTECIPARE AI PROCESSI RIPARATIVI (1)
❑ cercare risposte a domande
irrisolte e parlare del danno prodotto
dal reato (Burns, Coates, Umbreit,
2003; Hallam, 2015; Wigzell, Hough,
2015);
❑ affrontare o incontrare l’autore
di reato (Hallam, 2015; Meadows et
al., 2012);
❑ ripristinare una dinamica
relazionale in cui l’autore non
rappresenti più il potere (Hallam,
2015);
18. ❑ esprimere i propri vissuti e parlare con l’autore
(Shapland, 2006);
❑ sentirsi meglio (Hallam, 2015) aiutando il processo di
guarigione (Van Camp, 2017);
❑ per cercare un risarcimento (Shapland, Robinson,
Sorsby, 2011);
❑ aiutare l’autore del reato ed influenzarne il
comportamento in senso non deviante (Meadows et al.,
2012; Wigzell, Hough, 2015; Hallam, 2015; Van Camp, 2017)
sentendolo come un dovere civile e morale (Shapland et
al., 2006; Kirby, Jacobson, 2015).
LE MOTIVAZIONI CHE INDUCONO LE VITTIME A
PARTECIPARE AI PROCESSI RIPARATIVI (2)
19. LA RICERCA EVIDENZIA QUESTI RISULTATI (1):
❑ almeno l’85% di
soddisfazione tra le
vittime dei reati e una
riduzione del timore di
subire nuovi reati;
❑ l’incontro con l’autore di reato riduce i sintomi di PTSD e
allevia il dolore ai familiari delle vittime di omicidio
(Sherman, Strang, 2007);
❑ riduce il rischio di recidiva e potenzia il sistema di risorse in
un’ottica responsabilizzante.
Chapman T., in P. Patrizi (a cura di), Manuale di Giustizia Riparativa, 2019.
20. LA RICERCA EVIDENZIA QUESTI RISULTATI (2):
❑ le vittime che non si sono rese disponibili a partecipare lo
hanno fatto per paura dell’autore di reato e per la
mancanza di domande legate al crimine subito (Bolivar,
2013);
❑ il «fare le cose con» in senso partecipativo (alto livello di
controllo e supporto) produce tra le persone più
benessere, produttività, cooperazione e in generale
cambiamenti positivi (Wachtel, 2013);
❑ l’esperienza di giustizia percepita da vittime e autori che
partecipano ai processi riparativi è più soddisfacente di
quella sperimentata in tribunale (Chapman, 2019).
21. CONCLUSIONE E QUESTIONI APERTE
Il paradigma della RJ e le evidenze scientifiche sulla sua
efficacia dovrebbero promuovere:
1. l’implementazione di percorsi formativi specialistici
strutturati e standardizzati;
2. una maggiore sensibilizzazione e presa di coscienza
politica e istituzionale (politiche sociali, sanitarie e
scolastiche, non solo giudiziarie) anche considerando la
riduzione dei costi che queste pratiche producono
(Chapman, 2019);
3. una riflessione critica che permetta di ri-pensare
all’incontro tra vittima e autore fuori del sistema giustizia
(luogo-tempo-vincoli);
4. nuove forme di Welfare comunitario (Patrizi, Lepri, 2011;
2012; Patrizi et al., 2016; Lodi, Lepri e Patrizi, 2019;
Patrizi, Lepri e Lodi, in press).