Fondazione Human+ ha fatto una ricerca sulle pratiche di innovazione nelle PMI italiane, avviata nel 2011 e conclusa nel 2013. Obiettivo di fondo è capire come fanno "open innovation" (cioè in cooperazione con altri soggetti) le aziende all'avanguardia nel proprio settore e diffondere questo know-how ad altre imprese e policy-maker interessati. Qui riportiamo i risultati di ricerca. Per informazioni non esitate a contattarci info@fondazionehumanplus.it qui trovate un'infografica che riassume i risultati di ricerca
L'incontro, proposto da Giunti congiuntamente con l'Ordine degli Psicologi della Lombardia, è rivolto a tutti gli iscritti e finalizzato a presentare uno degli strumenti utili per la valutazione dell'orientamento motivazionale.
Report: i giovani e le loro sfide professionaliDavide Moleti
Questo documento contiene i principali risultati del progetto "I giovani e le loro sfide professionali" sviluppato dall'associazione AIESEC Alumni Italia, che ha approfondito il tema del rapporto dei giovani professionisti di oggi con il mondo del lavoro.
Fondazione Human+ ha fatto una ricerca sulle pratiche di innovazione nelle PMI italiane, avviata nel 2011 e conclusa nel 2013. Obiettivo di fondo è capire come fanno "open innovation" (cioè in cooperazione con altri soggetti) le aziende all'avanguardia nel proprio settore e diffondere questo know-how ad altre imprese e policy-maker interessati. Qui riportiamo i risultati di ricerca. Per informazioni non esitate a contattarci info@fondazionehumanplus.it qui trovate un'infografica che riassume i risultati di ricerca
L'incontro, proposto da Giunti congiuntamente con l'Ordine degli Psicologi della Lombardia, è rivolto a tutti gli iscritti e finalizzato a presentare uno degli strumenti utili per la valutazione dell'orientamento motivazionale.
Report: i giovani e le loro sfide professionaliDavide Moleti
Questo documento contiene i principali risultati del progetto "I giovani e le loro sfide professionali" sviluppato dall'associazione AIESEC Alumni Italia, che ha approfondito il tema del rapporto dei giovani professionisti di oggi con il mondo del lavoro.
Pubblicato nel 2009 in: “Persone, Organizzazione e Lavoro”, Franco Angeli. Il capitolo è stato scritto in collaborazione con la Dott.sa C.Cilona, di Roma3. Il prof A.Cocozza, di Roma3 e della Luiss, è il docente che ha curato l’intera raccolta di scritti, da varie esperienze in aziende e PA.
Diritti riservati. Coperto da Copyright
Valutare i rischi psicosociali - un esempio di applicazione in aziendaStefano Fiaschi
Relazione c/o Convegno “IV Fattore: Studio sui fattori psico-sociali di Protezione e di Prevenzione del rischio nelle aziende private per la promozione del Benessere Organizzativo”,
Roma, 04.12.2010
Gestione delle risorse umane, analisi best employersLuca Carta
Analisi dei Best Employers con Criteri diversi, aree geografiche diverse e campioni diversi. In particolare il lavoro è stato svolto distinguendo le classifiche italiane, da quelle europee a quelle americane. Un ulteriore focus è stato dato alle preferenze degli studenti universitari, non ancora entrati nel mondo del lavoro.
Team: Bellè Francesco - Bellomo Marta - Borsato Marco - Bortolotti Francesca
Carta Luca - Di Tomassi Cecilia - Nalesso Milvia
Intenzione imprenditoriale tra Propensione al rischio e Resilienza.Alice Marchisio
Nell’ambito della ricerca psicologica sull’imprenditorialità, questa tesi ha voluto esplorare il ruolo della propensione al rischio e della resilienza rispetto all’intenzione di fondare un’impresa in tempo di crisi. Alla luce della letteratura visionata, le ipotesi di partenza hanno sostenuto che le due dimensioni di personalità, favorendo rispettivamente una maggior disponibilità ad affrontare il rischio connesso all’attività di impresa e una maggior capacità di adattamento flessibile alle instabili condizioni ambientali, potessero a) essere presenti a livelli maggiori nei soggetti che dichiaravano un’intenzione imprenditoriale e b) presentare una relazione lineare di causalità con l’intenzione imprenditoriale. L’indagine è stata condotta su un campione di 525 soggetti (tra cui, lavoratori, non lavoratori e, in netta maggioranza, studenti universitari), di età compresa dai 19 ai 62 anni, sui quali si sono rilevati, tramite apposite scale di tipo self-report, i livelli delle variabili considerate. L’elaborazione statistica dei dati ha consentito di confermare le previsioni iniziali, evidenziando inoltre che il genere (essere maschio) sembra essere legato all’intenzione imprenditoriale, così come il fatto che la famiglia di origine abbia un’impresa di proprietà. In base ai risultati emersi, si conclude che propensione al rischio e resilienza potrebbero acquisire una funzione rilevante nelle pratiche di selezione, orientamento e formazione finalizzate sia all’identificazione di potenziali imprenditori e alla loro crescita, sia all’incentivazione della propensione a fare impresa. Spostando l’attenzione dal livello individuale al livello di gruppo, un’ulteriore implicazione potrebbe riguardare il processo di valutazione del profilo personale atto alla costruzione di un team imprenditoriale efficiente.
La prima conferenza in italia di Genuine Happiness at Work.
Com'è possibile essere davvero felici a lavoro?
Vieni a scoprirlo il 2 aprile a Bologna.
Ti aspettiamo!
Valutazione di impatto in Italia: uno studio sullo stato della valutazione de...Iris Network
Federica Piron, Filippo Montesi, Margherita Musella (Human Foundation)
Paper presentato in occasione della XII edizione del Colloquio Scientifico sull’impresa sociale (25-26 maggio 2018, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Trento).
www.irisnetwork.it
OBIETTIVI DEL WEBINAR:
-Individuare il ruolo giocato dalle relazioni nei contesti professionali
-Analizzare le differenze nello stile relazionale nei rapporti con clienti, colleghi e collaboratori.
-Comprendere quali siano le competenze da apprendere nella gestione dei rapporti di lavoro.
Employer branding, Millennials e classifiche: cosa c’è realmente dietro – Pro...Free Your Talent
Employer branding, Millennials e classifiche: cosa c’è realmente dietro – Project Work a cura degli studenti del Master ISTUD in Risorse Umane e Organizzazione Elena Alpinoli, Giulia Babini, Emanuel Luigi Basilotta, Giuseppe Francica, Veronica Claudia Marras
Pubblicato nel 2009 in: “Persone, Organizzazione e Lavoro”, Franco Angeli. Il capitolo è stato scritto in collaborazione con la Dott.sa C.Cilona, di Roma3. Il prof A.Cocozza, di Roma3 e della Luiss, è il docente che ha curato l’intera raccolta di scritti, da varie esperienze in aziende e PA.
Diritti riservati. Coperto da Copyright
Valutare i rischi psicosociali - un esempio di applicazione in aziendaStefano Fiaschi
Relazione c/o Convegno “IV Fattore: Studio sui fattori psico-sociali di Protezione e di Prevenzione del rischio nelle aziende private per la promozione del Benessere Organizzativo”,
Roma, 04.12.2010
Gestione delle risorse umane, analisi best employersLuca Carta
Analisi dei Best Employers con Criteri diversi, aree geografiche diverse e campioni diversi. In particolare il lavoro è stato svolto distinguendo le classifiche italiane, da quelle europee a quelle americane. Un ulteriore focus è stato dato alle preferenze degli studenti universitari, non ancora entrati nel mondo del lavoro.
Team: Bellè Francesco - Bellomo Marta - Borsato Marco - Bortolotti Francesca
Carta Luca - Di Tomassi Cecilia - Nalesso Milvia
Intenzione imprenditoriale tra Propensione al rischio e Resilienza.Alice Marchisio
Nell’ambito della ricerca psicologica sull’imprenditorialità, questa tesi ha voluto esplorare il ruolo della propensione al rischio e della resilienza rispetto all’intenzione di fondare un’impresa in tempo di crisi. Alla luce della letteratura visionata, le ipotesi di partenza hanno sostenuto che le due dimensioni di personalità, favorendo rispettivamente una maggior disponibilità ad affrontare il rischio connesso all’attività di impresa e una maggior capacità di adattamento flessibile alle instabili condizioni ambientali, potessero a) essere presenti a livelli maggiori nei soggetti che dichiaravano un’intenzione imprenditoriale e b) presentare una relazione lineare di causalità con l’intenzione imprenditoriale. L’indagine è stata condotta su un campione di 525 soggetti (tra cui, lavoratori, non lavoratori e, in netta maggioranza, studenti universitari), di età compresa dai 19 ai 62 anni, sui quali si sono rilevati, tramite apposite scale di tipo self-report, i livelli delle variabili considerate. L’elaborazione statistica dei dati ha consentito di confermare le previsioni iniziali, evidenziando inoltre che il genere (essere maschio) sembra essere legato all’intenzione imprenditoriale, così come il fatto che la famiglia di origine abbia un’impresa di proprietà. In base ai risultati emersi, si conclude che propensione al rischio e resilienza potrebbero acquisire una funzione rilevante nelle pratiche di selezione, orientamento e formazione finalizzate sia all’identificazione di potenziali imprenditori e alla loro crescita, sia all’incentivazione della propensione a fare impresa. Spostando l’attenzione dal livello individuale al livello di gruppo, un’ulteriore implicazione potrebbe riguardare il processo di valutazione del profilo personale atto alla costruzione di un team imprenditoriale efficiente.
La prima conferenza in italia di Genuine Happiness at Work.
Com'è possibile essere davvero felici a lavoro?
Vieni a scoprirlo il 2 aprile a Bologna.
Ti aspettiamo!
Valutazione di impatto in Italia: uno studio sullo stato della valutazione de...Iris Network
Federica Piron, Filippo Montesi, Margherita Musella (Human Foundation)
Paper presentato in occasione della XII edizione del Colloquio Scientifico sull’impresa sociale (25-26 maggio 2018, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Trento).
www.irisnetwork.it
OBIETTIVI DEL WEBINAR:
-Individuare il ruolo giocato dalle relazioni nei contesti professionali
-Analizzare le differenze nello stile relazionale nei rapporti con clienti, colleghi e collaboratori.
-Comprendere quali siano le competenze da apprendere nella gestione dei rapporti di lavoro.
Employer branding, Millennials e classifiche: cosa c’è realmente dietro – Pro...Free Your Talent
Employer branding, Millennials e classifiche: cosa c’è realmente dietro – Project Work a cura degli studenti del Master ISTUD in Risorse Umane e Organizzazione Elena Alpinoli, Giulia Babini, Emanuel Luigi Basilotta, Giuseppe Francica, Veronica Claudia Marras
Nuove tesi per rigenerare l’impresa. Le sue componenti sociali oltre il profi...
I fattori antecedenti di una start-up di successo
1. PSICOLOGI AL LAVORO
OLTRE LA CRISI, ESPERIENZE E PROPOSTE PER LO SVILUPPO
DELLE PERSONE E DELLE ORGANIZZAZIONI
2° CONGRESSO NAZIONALE
4 e 5 ottobre 2013
Sala Congressi della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo
dell'Emilia Romagna
2. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
Monica Molino e Alessandro Mercuri
I FATTORI ANTECEDENTI
DI UNA START-UP DI SUCCESSO
Marco Cantamessa
Emilio Paolucci
Alessandra Colombelli
Rosa Itta
Alberto Carpaneto
Alessandro Mercuri
Michela Carossa
Daniele Monti
Claudio Cortese
Chiara Ghislieri
Monica Mollino
Dip. di Ingegneria Gestionale e della Produzione
Politecnico di Torino
Dip. di Psicologia,
Università degli Studi di Torino
3. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
INTRODUZIONE
Dal 19/12/2012 entrata in vigore in Italia del Decreto Crescita 2.0 (Legge
221/2012), Sezione IX: “Misure per la nascita e lo sviluppo di imprese Start-
up innovative”.
Obiettivi:
• Favorire la crescita sostenibile
• Favorire lo sviluppo tecnologico
• Favorire la nuova imprenditorialità
• Favorire l’occupazione
Da qui un crescente interesse per il tema start-up…
4. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
DEFINIZIONE GOVERNATIVA DI START-UP
PER NOI LA START-UP
È IL TEAM IMPRENDITORIALE
composto da coloro che hanno
partecipato alla fondazione
dell’impresa e si occupano (o si sono
occupati per un periodo significativo)
delle principali funzioni aziendali.
Restart Italia: task force ministero sviluppo economico
(Cooney, 2005; Tihula & Pasamen, 2006; Harper,
2008; Stumpf et al. 2002)
5. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
FASI DEL CICLO IMPRENDITORIALE
Modello tratto da: Battistelli e Odoardi (2008), Baron (2007), Frese (2009), Vecchio (2003).
• idea
Intenzione
imprenditoriale
• b.plan
Scelta
imprenditoriale
• capitale
Creazione
impresa
• vari
indicatori
Successo
imprenditoriale
Intenzione e avvio Successo e crescita
6. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
PROGETTO DI RICERCA-INTERVENTO SULLA
VALUTAZIONE DEL POTENZIALE DEI NEO-IMPRENDITORI
DOMANDE DI RICERCA:
Da che cosa dipende il successo di una start-up?
Quanto contano le caratteristiche personali del neo-imprenditore?
Quali sono le caratteristiche imprenditoriali predittive del successo?
Come si possono analizzare per prevedere il successo di una start up?
OUTPUT & DELIVERABLES:
1. modello delle variabili determinanti del successo di una neo-impresa;
2. processo per la diagnosi del potenziale del neo-imprenditore;
3. kit di strumenti per la diagnosi del potenziale.
7. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
PROGETTO DI RICERCA-INTERVENTO SULLA
VALUTAZIONE DEL POTENZIALE DEI NEO-IMPRENDITORI
0
Analisi
letteratura
1
Interviste con
opinion leader
2
Individuazione
determinanti
3
Verifiche sul
campo
LE FASI DEL PROGETTO:
8. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
STATO DELL’ARTE IN LETTERATURA
0 1 2 3
In letteratura scarso accordo sulle variabili psicologiche e organizzative
predittive del successo imprenditoriale (Rauch & Frese, 2007).
Dall’analisi della letteratura internazionale psicologica e manageriale le
variabili predittive del successo possono essere raggruppate in 3 categorie:
• CAPITALE UMANO: caratteristiche psicologiche (Rauch & Frese, 2007) e
competenze professionali (Mitcthelmore & Rowley, 2010) del neo-imprenditore;
• CAPITALE SOCIALE: rete di relazioni del neo-imprenditore (Davidsson & Honig,
2003);
• CAPITALE ORGANIZZATIVO: caratteristiche di insieme del team di neo-
imprenditori (Miller & Friesen, 1983).
9. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
INTERVISTE
0 1 2 3
OBIETTIVO:
Raccogliere le esperienze di alcuni opinion leader in tema di start-up, al fine
di costruire una mappa di riferimento delle variabili che possono
influenzare il successo imprenditoriale da confrontare con le evidenze della
letteratura scientifica internazionale;
Contestualizzare le evidenze emerse dalla letteratura internazionale
rispetto alla realtà italiana.
10. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
INTERVISTE
0 1 2 3
PARTECIPANTI:
Sono state intervistate 23 persone operanti nel campo della promozione
d’impresa (incubatori accademici e privati, venture capitalists, business angels
e servizi pubblici di sostegno all’imprenditoria).
11. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
INTERVISTE
0 1 2 3
PROCEDURA:
Intervista semi-strutturata, finalizzata a indagare:
• ambito di intervento e la tipologia di start-up con cui operano;
• processo utilizzato per la selezione delle start-up;
• caratteristiche personali e organizzative che considerano maggiormente
predittive del successo di una start-up.
L’analisi categoriale è stata condotta con il metodo carta e matita.
Al termine dell’intervista, i partecipanti hanno compilato un questionario
attribuendo un ordine di importanza ad alcuni fattori presentati all’interno di
tre categorie: capitale umano, capitale sociale, capitale organizzavo. Sui
risultati del questionario sono state condotte analisi descrittive.
12. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
MODELLO DETERMINANTI
0 1 2 3
RISULTATI:
Dall’analisi di interviste e questionario viene confermata l’importanza del
capitale umano come determinante del successo imprenditoriale.
CAPITALE
UMANO
CAPITALE
ORGANIZZATIVO
CAPITALE
SOCIALE
13. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
MODELLO DETERMINANTI
0 1 2 3
CAPITALE UMANO – VARIABILI PSICOLOGICHE:
Bisogno di realizzazione
Bisogno di autonomia
Locus of control interno
Self-efficacy
Propensione al rischio
Passione per il lavoro
(Baum & Locke, 2004; Brandstätter, 2011; Rauch & Frese, 2007; Schmitt-Rodermund, 2004; Zhao & Seibert,
2006)
Resilienza
Goal Commitment
Self-regulation
Stabilità emotiva
Amicalità
Apertura alle esperienze
14. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
MODELLO DETERMINANTI
0 1 2 3
CAPITALE UMANO – COMPETENZE:
Leadership: insieme di capacità comunicative e relazionali finalizzate a
stimolare e motivare i collaboratori verso il raggiungimento degli obiettivi
(Jung & Avolio, 1999; Peterson et al., 2008).
Management: insieme di capacità di gestione e organizzazione del
business (Mitcthelmore & Rowley, 2010).
Sviluppo di’impresa: insieme di capacità di ideazione e visione del
business (Mitcthelmore & Rowley, 2010).
Specifiche di settore
Funzionali / di mestiere
15. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
MODELLO DETERMINANTI
0 1 2 3
CAPITALE ORGANIZZATIVO:
Entrepreneurial orientation (Miller & Friesen, 1983; Lumpkin &
Dess, 1996), rappresentata da 5 fattori organizzativi:
• proattività,
• autonomia,
• innovatività,
• assunzione di rischi,
• aggressività competitiva.
Caratteristiche del team imprenditoriale:
complementarietà, eterogeneità e team tenure (Carpenter, 2002; Harrison &
Klein, 2007).
16. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
MODELLO DETERMINANTI
0 1 2 3
CAPITALE SOCIALE:
Network dell’imprenditore (Davidsson & Honig, 2003; Diochon et al., 2003):
• Far parte di un’organizzazione o associazione di imprenditori;
• Conoscere qualcuno che abbia avviato un’impresa;
• Fonti utilizzate per la raccolta di informazioni;
• Tipologia di contatti ritenuti importanti per l’avvio dell’impresa;
• Supporto del coniuge/compagno-a.
17. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
NEXT STEP: VERIFICHE SUL CAMPO
0 1 2 3
SETTING STRUTTURATO della durata di circa 4 ore:
Questionario carta e matita per la misura di:
• variabili psicologiche,
• variabili organizzative,
• capitale sociale,
• caratteristiche socio-demografiche degli imprenditori e delle imprese.
Assessment center (colloquio individuale + prova di gruppo) per
l’osservazione e valutazione delle competenze.
Questionario pre-inviato per la misura di indicatori di outcomes: crescita
fatturato, patrimonio netto, incremento di personale.
PARTECIPANTI: start-up di 2/4 anni di vita, circa 50 team (120 persone).
18. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
DISCUSSIONI E CONCLUSIONI
Questo studio, tra i primi in Italia sul tema, conferma la necessità di
approfondire la relazione tra variabili psicologiche, fattori organizzativi e
successo imprenditoriale (Brandstätter, 2011).
Per quanto riguarda le variabili psicologiche, i risultati delle interviste si
rivelano complessivamente in linea con la letteratura. Emergono come
variabili nuove, poco studiate finora in relazione al successo imprenditoriale, il
goal commitment, la self-regulation e la resilienza.
19. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
DISCUSSIONI E CONCLUSIONI
I risultati di questo studio saranno utili per indirizzare ricerche future,
soprattutto di tipo longitudinale, e la costruzione di strumenti diagnostici a
supporto di promotori di impresa e neo-imprenditori.
Nonostante i limiti di questo studio preliminare, può essere evidenziato come
punto di forza la sua multidisciplinarietà e il ruolo di cerniera della psicologia
del lavoro.
20. 4 e 5 Ottobre 2013, Bologna
monica.molino@unito.it;
amercuri@fondazionehumanplus.it
I FATTORI ANTECEDENTI
DI UNA START-UP DI SUCCESSO