Slide dell'intervento realizzato da Letizia Gualandi, Università di Pisa, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Letizia Gualandi, L'archeologia di fronte alla sfida dell'open data
1.
2. L'archeologia di fronte alla sfida dell'open data:
il MOD, Mappa Open Data archaeological archive
Maria Letizia Gualandi
Dipartimento di Civiltà e forme del sapere
Università di Pisa
Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data:
accesso libero ai beni comuni?
Trieste, 28 - 29 gennaio 2016
8. JOHN WILBANKS, direttore esecutivo del progetto Science
Commons:
«nel momento storico in cui disponiamo delle tecnologie per
consentire la disponibilità dei dati scientifici a livello globale e di
sistemi di distribuzione che ci consentirebbero di ampliare la
collaborazione e accelerare il ritmo e la profondità delle scoperte
[...] siamo occupati a bloccare i dati e a prevenire l'uso di
tecnologie avanzate che avrebbero un forte impatto sulla
diffusione della conoscenza».
10. Un’Archeologia 2.0
è ancora una realtà
molto lontana…
- si teme di sottoporre al pubblico giudizio una documentazione
che, per definizione, è suscettibile di correzioni nei suoi elementi
interpretativi (ma che è tanto più preziosa proprio in quanto
contiene osservazioni di prima mano);
- scetticismo circa l’affidabilità dei dati pubblicati in rete.
Si diffida dell’open data
perché:
- la pubblicazione dei
raw data non gode
della dignità di
pubblicazione
scientifica e dunque si
teme di perdere il
copyright sui dati;
11. 1455: la rivoluzione della stampa
1991: la rivoluzione del web
25 anni dopo:
Johannes Trithemius e
Federico da Montefeltro
25 anni dopo: noi oggi
13. Gli archivi open data consentono di:
innalzare gli
standard
qualitativi della
documentazione
archeologica
migliorare e accelerare
il lavoro di ricerca
rendere più
efficace l’azione
di tutela
15. Il MOD (MAPPAopenData) è inserito nella lista dei repositories
consigliati dal “Journal of Open Archaeological Data”
http://openarchaeologydata.metajnl.com/
16. ADS
Archaeological Data Service
Founded 1996,
University of York
Collections
– 1.100.000 metadata records
– 20.000+ unpublished fieldwork
reports
– 700+ rich archives
– Guides to Good Practices
17. I dati sono rilasciati con due diversi tipi di licenza
Creative Commons (la cui scelta spetta all’autore):
-Creative Commons BY, che comporta l’obbligo di
citazione dell’autore e della fonte dei dati;
-Creative Commons BY SA, che, oltre all’obbligo di
citazione, impone di rilasciare i lavori elaborati a
partire da quei dati nello stesso modo con cui si
sono ricevuti, ovvero in formato open.
Ai documenti è associato un codice DOI (Digital Object Identifier),
equivalente digitale
dell’ISBN e dell’ISSN,
riconosciuto internazionalmente 10.4456/MAPPA.2013.21
Tutela della paternità intellettuale
22. È sufficiente ? NO
Open Knowledge Foundation, 2010:
“un dato si definisce aperto se
chiunque è in grado di utilizzarlo,
ri-utilizzarlo e redistribuirlo,
al massimo con l’obbligo
di attribuzione e condivisione
allo stesso modo”
23.
24. 1. Analisi dei
formati dei files e
dei metadati
2. Open School of Archeological Data
3. Data-book