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Tesi specialistica in Management Internazionale e
del Turismo.
Università di Napoli Parthenope.

Barbato Marianna
Normativa:
NAZIONALE:

INTERNAZIONALE:

DECRETO RONCHI

• Principio di prevenzione;
• Principio di sussidiarietà;
• Principio di cooperazione;

• Principio di precauzione;
• Principio di prevenzione;
• Principio “Chi inquina, paga”;
• Principio di correzione;
Il quadro delle competenze
Gli Organismi pubblici coinvolti nella gestione rifiuti sono:
• Stato;
• Regioni;
• Enti locali;
• Albo nazionale gestori ambientali;
• Osservatorio nazionale rifiuti;
• Autorità d’ambito (ATO);
• Agenzia per la protezione dell’ambiente (ARPA).
Le Agenzie regionali e provinciali per la protezione
dell’ambiente (ARPA) invece, sono state istituite con
legge regionale e sono deputate alla prevenzione,
vigilanza e controllo ambientale in sede locale.
Ambito territoriale ottimale(ATO)
Tali ambiti sono individuati dalle regioni con apposita legge regionale, e
su di essi agiscono le Autorità d’ambito, strutture con personalità
giuridica che organizzano, affidano e controllano la gestione del servizio
integrato, le competenze affidate alle suddette sono sostanzialmente
quelle che il decreto Ronchi prevedeva per le province.
Gli ambiti territoriali ottimali realizzano un sistema integrato ed unitario
di gestione del servizio d'igiene urbana, secondo criteri di efficienza,
efficacia ed economicità.

OBIETTIVI “ATO”:
• Rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento;
• Autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani (criterio
dell’autosufficienza);
•Smaltimento dei rifiuti in impianti vicini (criterio della prossimità);
CASO CAMPANIA (1 di 2)
Legislazione regionale

• Legge regionale n.10 del 1993: la prima normativa regionale che ha disciplinato
le procedure per lo smaltimento dei rifiuti urbani è contenente «Norme e
procedure per lo smaltimento dei rifiuti in Campania».
• Nel 1996, a seguito della nomina del Presidente della Regione Campania come
Commissario straordinario, fu predisposta l’approvazione di una prima versione del
Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti.
• Nel 1997, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha prorogato più volte e con
cadenza annuale, lo stato di emergenza nel territorio della Regione Campania.
• Nel 2005 con il decreto legge n. 14, poi convertito in legge n. 53 recante «Misure
urgenti per fronteggiare l’emergenza nel settore rifiuti nella Regione Campania».
CASO CAMPANIA ( 2 di 2)
Legislazione regionale
• Nel 2007 con la legge regionale n. 4 del 2007, contenente «Norme in materia di
gestione, trasformazione, riutilizzo dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati» ha
abrogato la legge regionale n. 10 del 1993 e ha ridisegnato le competenze di ciascun
ente territoriale.
• Decreto legge n. 61 del 2007 contenente «Interventi straordinari per superare
l’emergenza del settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania».
•Nel 2008, il decreto legge n. 90, ai fini della soluzione dell’emergenza rifiuti, ha
assegnato al Capo del Dipartimento della protezione civile l’incarico di
Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e ha
qualificato i siti, le aree e gli impianti connessi alla attività della gestione dei rifiuti
come «aree di interesse strategico nazionale».
• Legge regionale n. 2 del 2010, la cosiddetta “Finanziaria 2010” attraverso la quale
i singoli Comuni si occupano della gestione rifiuti nei territori di rispettiva
competenza.
La crisi dei rifiuti
Le cause alla base dell'emergenza rifiuti in Campania sono complesse
e molteplici e riguardano sia errori tecnico-amministrativi che
interessi politici, industriali e malavitosi, le cosiddette “ecomafie”.

CAUSE DELLA CRISI:
• Ritardi di pianificazione e di preparazione di discariche
idonee;
• Inadeguato trattamento dei rifiuti urbani;
• Ritardi nella pianificazione e nella costruzione di
inceneritori;
• “Menefreghismo” dei cittadini nell’attuare la raccolta
differenziata ed infine nei bassi livelli della stessa, infatti
nel periodo 2006- 07 nella Provincia di Napoli si fermava ad
un misero 8%.
Caso aziendale: ASIA SpA
ASIA Napoli S.p.A, azienda servizi igiene ambientale, la quale ricopre nel territorio
partenopeo una posizione di leadership nella gestione dei rifiuti. Attualmente ASIA
Napoli è la più grande azienda di servizi di pubblica utilità nel settore igiene
ambientale dell'intero meridione d'Italia, con oltre 2.200 dipendenti e serve un
bacino di utenza di oltre 1 milione di cittadini su una superficie di 117,27 kmq,
garantendo il corretto recupero e trattamento di tutti i rifiuti raccolti.

SERVIZI OFFERTI :
• Raccolta differenziata;
• Spazzamento;
• Raccolta del residuo indifferenziato e del trasporto rifiuti verso gli
impianti di trattamento e selezione;
• Diserbo e manutenzione green area;
• Piattaforme ecologiche stabili ed itineranti;
Politica aziendale ASIA SpA
Legalità: intesa come regole comuni, condivise e rispettate da tutti, trasparenza
negli obiettivi, nei ruoli e nelle strategie, correttezza nei comportamenti, chiarezza,
completezza e veridicità delle informazioni, rispetto delle leggi e prevenzione dei
comportamenti devianti ma soprattutto rispetto delle persone e delle regole
aziendali.
Impegno: responsabilità nei comportamenti sia individuali che di squadra,
coerenza consistente nel mantenere le promesse e attuare ciò che si afferma,
affidabilità, puntualità, sicurezza dell’operato.
Fiducia: credere nell'azienda, negli obiettivi e nelle persone che la compongono,
condividere informazioni e conoscenze, favorire l'adesione e la partecipazione di
tutti, diffondere e sostenere una cultura della sicurezza sul lavoro, mettersi in
discussione, creare un ambiente di lavoro sereno e collaborativo.
Equilibrio: raggiungere appunto un equilibrio tra creazione di valore e tutela del
territorio, soddisfare le aspettative sociali e ambientali oltre che economiche,
sostenere le opportunità di crescita dei lavoratori senza discriminazioni di sesso,
etnia, opinioni politiche e credenze religiose, promuovere il rispetto dell'ambiente e
al contempo favorire l’ innovazione.
D. Legge n.90 del 2008:
Un diritto ambientale Speciale per la Campania
• Nomina del Capo del Dipartimento della Protezione Civile il Dott. Guido
Bertolaso a Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri con responsabilità dirette nel coordinamento di tutte le azioni atte a
fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania;
• Allestimento di discariche e la costruzione di termovalorizzatori, l’impiego
dell’ Esercito a tutela delle aree allestite per gli impianti qualificate come
«aree di interesse strategico nazionale»;

• Potenziamento della raccolta differenziata;
• Impedire il continuo svilupparsi di incendi dei rifiuti ove il personale delle
Forze Armate agisca con le funzioni di agente di pubblica sicurezza con la
possibilità di poter procedere all'identificazione e all'immediata
perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto.
Decreto Legge “Terra dei fuochi”
Decreto annunciato dal ministro dell'Agricoltura Nunzia
De Girolamo;
•

• Viene introdotto nell'ordinamento italiano il reato di
combustione dei rifiuti;

• Chi appicca i roghi rischia dai due ai cinque anni di
reclusione;
• Perimetrazione delle aree agricole, 600 milioni per le
bonifiche, che si aggiungeranno ai 300 milioni già destinati
dalla Regione Campania.
Una possibile soluzione
DECRETO RONCHI

LEGGE DELLE QUATTRO “R”

Riduzione

• Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti attraverso azioni di
prevenzione;
• Riutilizzare il più possibile gli oggetti prima di gettarli via,
ripararli in modo da allungarne la vita utile, raccogliere in
maniera differenziata i propri rifiuti .

Recupero

• Uno dei modi per smaltire rifiuti, è quello di bruciarli, ma
l’incenerimento produce scorie e ceneri, mentre il calore prodotto
si disperde. Oggi invece esistono impianti che non bruciano
semplicemente i rifiuti ma riducono al massimo la produzione di
elementi di scarto e catturano l’energia prodotta dalla
combustione.

Riutilizzo

• Allungare la vita utile delle cose, ad esempio riutilizzando il più
possibile gli stessi prodotti regalando vestiti e oggetti quando non
se ne ha più bisogno e così via, mentre le aziende possono
utilizzare più volte gli imballaggi.

Riciclaggio

• Consiste nel processo di trasformazione dei rifiuti in materiali
riutilizzabili.
RIFIUTO: da problema a “RISORSA”
GREEN ENERGY
GREEN ECONOMY
Si definisce green economy o “economia ecologica”, il modello teorico
di sviluppo economico che prende origine da un’ analisi del sistema
economico dove oltre ai benefici derivanti dall’attività considera anche
l'impatto ambientale, ossia i potenziali danni ambientali prodotti
dall'intero ciclo di trasformazione delle materie prime fino agli eventuali
danni ambientali scaturienti dalla loro definitiva eliminazione o
smaltimento.
NOTE DELL’ AUTORE
La presentazione di cui sopra, è stata estratta dall’elaborato tesi; per
privacy abbiamo ritenuto opportuno non rendere pubblico case study
in modo approfondito e i dati a questo relativi sia statistici che
economici, nonostante questi ultimi siano stati trattati in maniera
sufficientemente idonea con la gradita partecipazione del
Dipartimento Rapporti istituzionali dell’ ASIA SpA.
L’elaborazione del documento è stata possibile grazie alla
collaborazione di rappresentanti e professionisti del settore che hanno
reso l’elaborato tesi idoneo per la discussione in seduta di laurea del
corso di specializzazione di “Management Internazionale e del Turismo”
dell’ Istituto Universitario Parthenope di Napoli.
… Non è la Terra che appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla Terra.
Noi questo lo sappiamo.
Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia.
Tutto è connesso.
Quello che accade alla Terra, accade ai figli della Terra.
L'uomo non ha tessuto la trama della vita, in essa non è che un filo.
Qualsiasi cosa che egli faccia alla trama … la fa a sé stesso …

Risposta del Capo Indiano Seattle al Presidente Americano nel 1854

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  • 1. Tesi specialistica in Management Internazionale e del Turismo. Università di Napoli Parthenope. Barbato Marianna
  • 2. Normativa: NAZIONALE: INTERNAZIONALE: DECRETO RONCHI • Principio di prevenzione; • Principio di sussidiarietà; • Principio di cooperazione; • Principio di precauzione; • Principio di prevenzione; • Principio “Chi inquina, paga”; • Principio di correzione;
  • 3. Il quadro delle competenze Gli Organismi pubblici coinvolti nella gestione rifiuti sono: • Stato; • Regioni; • Enti locali; • Albo nazionale gestori ambientali; • Osservatorio nazionale rifiuti; • Autorità d’ambito (ATO); • Agenzia per la protezione dell’ambiente (ARPA). Le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente (ARPA) invece, sono state istituite con legge regionale e sono deputate alla prevenzione, vigilanza e controllo ambientale in sede locale.
  • 4. Ambito territoriale ottimale(ATO) Tali ambiti sono individuati dalle regioni con apposita legge regionale, e su di essi agiscono le Autorità d’ambito, strutture con personalità giuridica che organizzano, affidano e controllano la gestione del servizio integrato, le competenze affidate alle suddette sono sostanzialmente quelle che il decreto Ronchi prevedeva per le province. Gli ambiti territoriali ottimali realizzano un sistema integrato ed unitario di gestione del servizio d'igiene urbana, secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità. OBIETTIVI “ATO”: • Rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento; • Autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani (criterio dell’autosufficienza); •Smaltimento dei rifiuti in impianti vicini (criterio della prossimità);
  • 5. CASO CAMPANIA (1 di 2) Legislazione regionale • Legge regionale n.10 del 1993: la prima normativa regionale che ha disciplinato le procedure per lo smaltimento dei rifiuti urbani è contenente «Norme e procedure per lo smaltimento dei rifiuti in Campania». • Nel 1996, a seguito della nomina del Presidente della Regione Campania come Commissario straordinario, fu predisposta l’approvazione di una prima versione del Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti. • Nel 1997, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha prorogato più volte e con cadenza annuale, lo stato di emergenza nel territorio della Regione Campania. • Nel 2005 con il decreto legge n. 14, poi convertito in legge n. 53 recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza nel settore rifiuti nella Regione Campania».
  • 6. CASO CAMPANIA ( 2 di 2) Legislazione regionale • Nel 2007 con la legge regionale n. 4 del 2007, contenente «Norme in materia di gestione, trasformazione, riutilizzo dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati» ha abrogato la legge regionale n. 10 del 1993 e ha ridisegnato le competenze di ciascun ente territoriale. • Decreto legge n. 61 del 2007 contenente «Interventi straordinari per superare l’emergenza del settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania». •Nel 2008, il decreto legge n. 90, ai fini della soluzione dell’emergenza rifiuti, ha assegnato al Capo del Dipartimento della protezione civile l’incarico di Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e ha qualificato i siti, le aree e gli impianti connessi alla attività della gestione dei rifiuti come «aree di interesse strategico nazionale». • Legge regionale n. 2 del 2010, la cosiddetta “Finanziaria 2010” attraverso la quale i singoli Comuni si occupano della gestione rifiuti nei territori di rispettiva competenza.
  • 7. La crisi dei rifiuti Le cause alla base dell'emergenza rifiuti in Campania sono complesse e molteplici e riguardano sia errori tecnico-amministrativi che interessi politici, industriali e malavitosi, le cosiddette “ecomafie”. CAUSE DELLA CRISI: • Ritardi di pianificazione e di preparazione di discariche idonee; • Inadeguato trattamento dei rifiuti urbani; • Ritardi nella pianificazione e nella costruzione di inceneritori; • “Menefreghismo” dei cittadini nell’attuare la raccolta differenziata ed infine nei bassi livelli della stessa, infatti nel periodo 2006- 07 nella Provincia di Napoli si fermava ad un misero 8%.
  • 8. Caso aziendale: ASIA SpA ASIA Napoli S.p.A, azienda servizi igiene ambientale, la quale ricopre nel territorio partenopeo una posizione di leadership nella gestione dei rifiuti. Attualmente ASIA Napoli è la più grande azienda di servizi di pubblica utilità nel settore igiene ambientale dell'intero meridione d'Italia, con oltre 2.200 dipendenti e serve un bacino di utenza di oltre 1 milione di cittadini su una superficie di 117,27 kmq, garantendo il corretto recupero e trattamento di tutti i rifiuti raccolti. SERVIZI OFFERTI : • Raccolta differenziata; • Spazzamento; • Raccolta del residuo indifferenziato e del trasporto rifiuti verso gli impianti di trattamento e selezione; • Diserbo e manutenzione green area; • Piattaforme ecologiche stabili ed itineranti;
  • 9. Politica aziendale ASIA SpA Legalità: intesa come regole comuni, condivise e rispettate da tutti, trasparenza negli obiettivi, nei ruoli e nelle strategie, correttezza nei comportamenti, chiarezza, completezza e veridicità delle informazioni, rispetto delle leggi e prevenzione dei comportamenti devianti ma soprattutto rispetto delle persone e delle regole aziendali. Impegno: responsabilità nei comportamenti sia individuali che di squadra, coerenza consistente nel mantenere le promesse e attuare ciò che si afferma, affidabilità, puntualità, sicurezza dell’operato. Fiducia: credere nell'azienda, negli obiettivi e nelle persone che la compongono, condividere informazioni e conoscenze, favorire l'adesione e la partecipazione di tutti, diffondere e sostenere una cultura della sicurezza sul lavoro, mettersi in discussione, creare un ambiente di lavoro sereno e collaborativo. Equilibrio: raggiungere appunto un equilibrio tra creazione di valore e tutela del territorio, soddisfare le aspettative sociali e ambientali oltre che economiche, sostenere le opportunità di crescita dei lavoratori senza discriminazioni di sesso, etnia, opinioni politiche e credenze religiose, promuovere il rispetto dell'ambiente e al contempo favorire l’ innovazione.
  • 10. D. Legge n.90 del 2008: Un diritto ambientale Speciale per la Campania • Nomina del Capo del Dipartimento della Protezione Civile il Dott. Guido Bertolaso a Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con responsabilità dirette nel coordinamento di tutte le azioni atte a fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania; • Allestimento di discariche e la costruzione di termovalorizzatori, l’impiego dell’ Esercito a tutela delle aree allestite per gli impianti qualificate come «aree di interesse strategico nazionale»; • Potenziamento della raccolta differenziata; • Impedire il continuo svilupparsi di incendi dei rifiuti ove il personale delle Forze Armate agisca con le funzioni di agente di pubblica sicurezza con la possibilità di poter procedere all'identificazione e all'immediata perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto.
  • 11. Decreto Legge “Terra dei fuochi” Decreto annunciato dal ministro dell'Agricoltura Nunzia De Girolamo; • • Viene introdotto nell'ordinamento italiano il reato di combustione dei rifiuti; • Chi appicca i roghi rischia dai due ai cinque anni di reclusione; • Perimetrazione delle aree agricole, 600 milioni per le bonifiche, che si aggiungeranno ai 300 milioni già destinati dalla Regione Campania.
  • 12. Una possibile soluzione DECRETO RONCHI LEGGE DELLE QUATTRO “R” Riduzione • Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti attraverso azioni di prevenzione; • Riutilizzare il più possibile gli oggetti prima di gettarli via, ripararli in modo da allungarne la vita utile, raccogliere in maniera differenziata i propri rifiuti . Recupero • Uno dei modi per smaltire rifiuti, è quello di bruciarli, ma l’incenerimento produce scorie e ceneri, mentre il calore prodotto si disperde. Oggi invece esistono impianti che non bruciano semplicemente i rifiuti ma riducono al massimo la produzione di elementi di scarto e catturano l’energia prodotta dalla combustione. Riutilizzo • Allungare la vita utile delle cose, ad esempio riutilizzando il più possibile gli stessi prodotti regalando vestiti e oggetti quando non se ne ha più bisogno e così via, mentre le aziende possono utilizzare più volte gli imballaggi. Riciclaggio • Consiste nel processo di trasformazione dei rifiuti in materiali riutilizzabili.
  • 13. RIFIUTO: da problema a “RISORSA” GREEN ENERGY GREEN ECONOMY Si definisce green economy o “economia ecologica”, il modello teorico di sviluppo economico che prende origine da un’ analisi del sistema economico dove oltre ai benefici derivanti dall’attività considera anche l'impatto ambientale, ossia i potenziali danni ambientali prodotti dall'intero ciclo di trasformazione delle materie prime fino agli eventuali danni ambientali scaturienti dalla loro definitiva eliminazione o smaltimento.
  • 14. NOTE DELL’ AUTORE La presentazione di cui sopra, è stata estratta dall’elaborato tesi; per privacy abbiamo ritenuto opportuno non rendere pubblico case study in modo approfondito e i dati a questo relativi sia statistici che economici, nonostante questi ultimi siano stati trattati in maniera sufficientemente idonea con la gradita partecipazione del Dipartimento Rapporti istituzionali dell’ ASIA SpA. L’elaborazione del documento è stata possibile grazie alla collaborazione di rappresentanti e professionisti del settore che hanno reso l’elaborato tesi idoneo per la discussione in seduta di laurea del corso di specializzazione di “Management Internazionale e del Turismo” dell’ Istituto Universitario Parthenope di Napoli.
  • 15. … Non è la Terra che appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla Terra. Noi questo lo sappiamo. Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia. Tutto è connesso. Quello che accade alla Terra, accade ai figli della Terra. L'uomo non ha tessuto la trama della vita, in essa non è che un filo. Qualsiasi cosa che egli faccia alla trama … la fa a sé stesso … Risposta del Capo Indiano Seattle al Presidente Americano nel 1854