Questo racconto, mio esordio letterario in un concorso pubblico, è stato pubblicato all'interno della raccolta di racconti SCRIVIMI DI QUESTO TEMPO - Edilet 2008.
''ANNO 1962. CIAK SI GIRA:
palcoscenico di una scuola materna: sono alla mia prima recita.
Siamo dieci bambine che, disposte in cerchio, cantiamo la canzone ''La campagnola bella''. Indossiamo un costume di raso verde con applicate margherite bianche. Eseguiamo dei piccoli passi di danza tipo la Zorba ed alziamo le mani in alto, ci impegniamo molto, la suora ci fa segno e noi teniamo il tempo.
Siamo emozionate e cerchiamo con gli occhi, in platea, un viso conosciuto, i nostri genitori (...).''
Un romanzo dove la vita ed il teatro si fondono in un unico scenario.
Questo racconto, mio esordio letterario in un concorso pubblico, è stato pubblicato all'interno della raccolta di racconti SCRIVIMI DI QUESTO TEMPO - Edilet 2008.
''ANNO 1962. CIAK SI GIRA:
palcoscenico di una scuola materna: sono alla mia prima recita.
Siamo dieci bambine che, disposte in cerchio, cantiamo la canzone ''La campagnola bella''. Indossiamo un costume di raso verde con applicate margherite bianche. Eseguiamo dei piccoli passi di danza tipo la Zorba ed alziamo le mani in alto, ci impegniamo molto, la suora ci fa segno e noi teniamo il tempo.
Siamo emozionate e cerchiamo con gli occhi, in platea, un viso conosciuto, i nostri genitori (...).''
Un romanzo dove la vita ed il teatro si fondono in un unico scenario.
Come la Cina e l'Estremo Oriente è visto dalla letteratura occidentale del 1900. Relazione di maria Rosa Panté al Convegno "Lo sguardo convesso" di Provaglio d'Iseo 29 settembre 2013
Come la Cina e l'Estremo Oriente è visto dalla letteratura occidentale del 1900. Relazione di maria Rosa Panté al Convegno "Lo sguardo convesso" di Provaglio d'Iseo 29 settembre 2013
La Divina Commedia è un'opera appassionante, miniera inesauribile di conoscenze letterarie, filosofiche, scientifiche, di usi, costumi, tradizioni, leggende, allegorie, sensi religiosi e profani, che si legge sempre con nuovo interesse e immenso piacere.
Questo fascicolo raccoglie i disegni di alcuni dei principali personaggi dell'Inferno di Dante Alighieri : il mio punto di vista è quello di una Costumista che debba immaginare come li rappresenterebbe.
Tomo secondo della tesi sull'Iconografia dell'Inferno dantesco attraverso i secoli.
PROGETTO "IL PUPO SICILIANO". Lavoro svolto a scuola e in laboratorio, guidati dal puparo di Alcamo (TR), con la classe III D dell'IISS DANILO DOLCI di Partinico (PA).
1. Quando l'ambiguità dei
geroglifici incontra l'estro e
l'umorismo di un artista, può
scaturirne un racconto degno di
essere tramandato di risata in
risata da una generazione
all'altra.
2. Leggi, se ne hai voglia, questo divertente raccontino in
cui una lettera, scritta in un fantasioso linguaggio di
immagini, crea esilaranti equivoci tra due innamorati
che non si intendono sui significati da attribuire ai
significanti.
3. Dolce era la sera sulle rive del sacro Nilo. I colori
del tramonto indugiavano sulle acque, che si
vedevano scintillare e tremolar fra le palme,
dietro il tempio di Anubi. Si levò un sommesso
canto di sacerdoti. Poi tutto tacque. Ramesse
passeggiava pensieroso e la solitudine del luogo,
che pareva fatto per i convegni d'amore,
aumentava la sua tristezza.
Coppie scivolavan tra le ombre, poco lontano. Egli
soltanto non aveva una compagna. Qui l'aveva
vista la prima volta, qualche giorno prima, e qui
tornava ogni sera in amoroso pellegrinaggio, con
la speranza d'incontrarla di nuovo e palesarle
l'amor suo.
4. Ma la ragazza non s'era rivista. "L'amo", diceva a se
stesso il giovine egizio. "l'amo
appassionatamente. Ma come farglielo sapere?
Ecco, le scriverò una lettera".
Corse a casa, si fece portare un papiro e s'accinse a
buttar giù la dichiarazione d'amore, imprecando
contro lo strano modo di scrivere degli egizi, che
obbligava lui, poco forte in disegno, a esprimersi
per mezzo di pupazzetti. "Vedo con piacere che ti
sei dato alla pittura", gli disse il padre quando lo
vide all'opera. "No, sto scrivendo una lettera",
spiegò Ramesse.
5. E si rimise al lavoro, pieno di buona volontà. "Le dirò",
fece: Soave fanciulla... (E disegnò alla meno peggio una
fanciulla cercando di darle un'aria quanto più fosse
possibile soave.)
6. dal primo istante in cui vi ho vista... (Cercò di
disegnare un occhio aperto e appassionato.)
7. ...il mio pensiero vola a voi... (Come esprimere questo
concetto poetico? Ecco: tracciò sul papiro un uccello.)
9. ...lì dove il sacro Nilo fa un gomito... (Questo era molto
facile: all'innamorato bastò tracciare un fiumicello a zig-
zag.)
10. ...e precisamente vicino al tempio di Anubi... (Anche
questo era piuttosto facile, l'immagine del dio dal corpo
d'uomo e dalla testa di cane essendo nota a tutti.)
11. ...perchè possa esternarvi i sensi di una rispettosa
ammirazione... (Disegnò se stesso che s'inginocchiava.)
12. ...Mi creda, con perfetta osservanza, eccetera, eccetera.
Terminata l'improba fatica, il giovine e intraprendente
egizio consegnò la lettera al servitore: "Portala alla
figlia di Psammetico", disse. "E' urgente". "Oh", fece il
vecchio analfabeta, "il grazioso cannocchiale!". "E' un
papiro, asino. C'è risposta."
13. Dopo poco la soave figlia di Psammetico decifrava i
disegni non troppo riusciti del giovine Ramesse, dando
ad essi la seguente interpretazione: Detestabile zoppa...
20. ("Mascalzone!" pensò la fanciulla. "Anubi è il protettore
delle mummie!").
...Ora smetto perché debbo pulirmi le scarpe.
Saluti, eccetera, eccetera.
21. ("Grandissimo vigliacco", strillò la ragazza. "Ora ti
accomodo io!") Prese lo stilo e sotto la stessa lettera
scrisse: Se io sono un'oca...
25. Frase che ottenne disegnando con grande perizia
un'oca, Anubi cancellato, un animale cornuto e un
pugno chiuso. Restituì la lettera al servitore di
Ramesse, che tornò dal padrone. Figurarsi la gioia di
questi quando credè di decofrare -sempre per la sua
scarsa pratica di disegno- come segue i geroglifici
della ragazza:
26. Anche il mio pensiero vola costantemente a voi...
ma ritengo che non sia prudente vedersi presso il
tempio di Anubi;
27. ...piuttosto; un buon posticino tranquillo credo si possa
trovare nei paraggi del tempio del bue Api...
...dove vi concederò la mia mano.
28. Quattromila anni sono passati. Il papiro di Ramesse è stato
tratto alla luce da un grande egittologo, il quale dopo due
lustri di profondissimi studi è riuscito a ridare all'ammirazione
degli uomini il brano di sublime poesia contenuto in esso.
Eccolo, nella traduzione integrale che ne fa lo scienziato:
O Osiride che danzi stancamente
29. sul fiore del loto
seguito dall'Ibis, uccello a te sacro.
30. io t'offro la spiga del grano
e sette piccoli fagiuoli di fresco sgranati,
31. acciocchè tu tenga lontano da me il serpente
dell'invidia,
al sommo Anubi,
32. a cui mi prostro,
seguito anch'io dall'Ibis sacro,