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FUNZIONI ESECUTIVE E
RIABILITAZIONE IN ETA’
EVOLUTIVA
23 e 24 maggio 2014
Eva Benso
Lara Masoero
Caterina Pacilli
oCosa sono le funzioni esecutive
oCenni di neuroanatomia
oModelli neuropsicologici di riferimento
oLo sviluppo delle funzioni esecutive
oFunzioni esecutive e disturbi dello sviluppo
oStrumenti di valutazione
Cosa sono le funzioni
esecutive?
FUNZIONI ESECUTIVE…DEFINIZIONE?!
 Identificate generalmente da un complesso
sistema di processi cognitivi flessibili e necessari
a programmare, mettere in atto e portare a
termine con successo un comportamento
finalizzato ad uno scopo.
 L’insieme di quei processi psicologici coinvolti nel
controllo volontario di pensieri e azioni (Zelazo &
Müller,2002).
 Processi cognitivi alla base di risposte flessibili e
finalizzate al raggiungimento di uno scopo in
situazioni nuove o difficili (Shallice e Burgess,
1991).
 Welsh e Pennington (1988) hanno identificato tre
elementi per loro fondamentali nel definire le
funzioni esecutive: rappresentazione mentale
del compito, dell’obiettivo da raggiungere e
delle informazioni rilevanti, sforzo di inibire o
rimandare nel tempo una risposta impulsiva e
pianificazione strategica di una sequenza di
azioni da svolgere.
 Il termine FE si riferisce a un insieme di abilità
che consente il controllo volontario dei processi
cognitivi e del comportamento (Lehto, 1996;
Pennington & Ozonoff, 1996; Tagliabue et al.,
1998; Stablum, 1998).
In letteratura esistono molte
definizioni differenti:
Ad oggi, non c’è ancora un accordo
unanime sul costrutto e di
conseguenza non esiste una
definizione unanime del termine!
Le FE vanno considerate come un
insieme di processi di controllo
volontario indipendenti ma in
interazione tra loro (Allport et al.,
1994; Lehto, 1996; Shallice e
Burgess, 1993)
Tuttavia non esiste ancora accordo
unanime sull’organizzazione delle
F.E.
QUANDO SONO COINVOLTE LE F.E?
 Apprendimento di nuove azioni
 Azioni che implicano pianificazione e processi
decisionali
 Azioni in cui è necessario correggere gli errori
 Comportamenti nuovi che richiedono
l’esecuzione di una nuova sequenza di azioni
 Azioni difficili o pericolose
 Attività in cui è necessario un costante
monitoraggio del proprio comportamento
 Azioni in cui in cui bisogna superare forti
risposte abituali
NO AUTOMATISMO!!
IN GENERALE POSSIAMO DIRE CHE….
 Processi necessari a programmare, mettere in atto e
portare a termine con successo un comportamento
finalizzato ad uno scopo
 Scopo = carica emotiva e motivazionale
 Sistema attentivo  agisce sui processi sensoriali di input;
sistema di controllo esecutivoagisce sul comportamento
(output)
 Con il termine “funzioni esecutive” indichiamo molteplici
domini interrelati tra loro! Per chiarezza espositiva
parleremo di una f.e. piuttosto che di un’altra
AVVIO
QUALI SONO?
Avvio
capacità di richiamare le risorse necessarie
ad iniziare una qualsiasi azione.
Si realizza indipendentemente da
sollecitazioni esterne (volontà).
E’ coinvolto nei compiti di shifting.
Volontario
Decido di fare
Risposta riflessa
uno stimolo mi avvia automaticamente
Semi-automatico
Decido di avviarmi prima che
uno stimolo appaia
ALLERTA
QUALI SONO?
Allerta fasico
Intervallo di preparazione “breve ma intenso!”
che predispone ad effettuare un’adeguata
risposta (“pronti?...Via!”)
Allerta tonico
Attenzione sostenuta
ATTENZIONE SOSTENUTA
Attenzione selettiva
Processo attraverso il quale riusciamo a selezionare
gli stimoli rilevanti per un dato compito
QUALI SONO?
Shifting
Capacità di spostare l’attenzione fra compiti o fra
componenti diverse all’interno di uno stesso
compito
QUALI SONO?
Il sistema attentivo può essere attivato da
Stimoli esterni (bottom up)
Catturano l’attenzione ma non
la sollecitano né rinforzano
Stimoli interni (top down)
Attenzione attivata volontariamente
Scelgo quanto quando e dove porla
Karmiloff-Smith , 1992 “padronanza comportamentale” : le f. più
complesse possono svilupparsi solo se quelle di base sono consolidate
FLESSIBILITA’ COGNITIVA
QUALI SONO?
Flessibilità cognitiva
Processi cognitivi che consentono di
cambiare schema comportamentale in
base ad un feedback ricevuto:
 controllare le perseverazioni
 cambiare rapidamente la risposta in base
ad uno stimolo esterno
MEMORIA DI LAVORO
QUALI SONO?
Memoria di lavoro e inibizione
sistema multi-componenziale che immagazzina in
modo temporaneo una limitata quantità di
informazioni.
o Updating  aggiornamento e controllo
(manipolazione) dei dati contenuti in WM
o Scarto le informazioni irrilevanti per lasciare
spazio a quelli rilevanti, step in compiti
sequenziali
Controllo inibitorio
capacità di controllare l’interferenza di stimoli
irrilevanti al fine di perseguire l’obiettivo
prefissato
 Inibizione delle risposte conflittuali
Es: Schiacciare il tasto dx se la freccia indica sx, dire “nero” se la
carta è rossa e viceversa (cond. Stroop)
 Inibizione delle risposte in corso
Es: Frenare al comparire improvviso del semaforo giallo
Gestione dell’interferenza!!!!!
PIANIFICAZIONE
QUALI SONO?
Pianificazione:
di una sequenza di compiti per il raggiungimento
di un determinato scopo
 prevedere l’obiettivo da raggiungere, scomporre
l’azione in step intermedi, mantenere tali step in
memoria di lavoro, monitorare l’esecuzione del
compito rispetto all’obiettivo prefissato
 esempi di compiti: Torre di Hanoi, Zoo Map (BADS-C), Test
di Pianificazione Quotidiana (Schweiger & Marzocchi,
2008), fare la cartella, preparare una torta…
Da Benso rif
COMPORTAMENTI OSSERVATI IN BAMBINI
CON DEFICIT DELLE FUNZIONI ESECUTIVE
Difficoltà nel mantenere l’attenzione
(specie in compiti noiosi/frustranti)
Procrastinazione e/o difficoltà ad
intraprendere compiti nuovi o impegnativi
Perdita della cognizione
del tempo, lentezza cronica
Difficoltà nello stabilire
Priorità e rispettare i tempi
Difficoltà nel passare
da un’attività all’altra
Sbadataggine
Incapacità ricordare i luoghi
e i tempi degli eventi accaduti
o di imparare dall’esperienza Grande distraibilità
Difficoltà nell’eseguire più
compiti contemporaneamente
Difficoltà nel controllare
le risposte automatiche
Noncuranza,
disorganizzazione
Marcata altalenanza nelle
prestazioni accademiche
Ipercinesi,
marcata loquacità
Difficoltà nella regolazione
degli stati emotivi, impazienza,
scarsa tolleranza della frustrazione
Ipoattivazione
Scarsa consapevolezza dei sentimenti
altrui e delle convenienze sociali
Cenni di neuroanatomia
Le funzioni esecutive erano in
precedenza nominate “funzioni
frontali” per via della loro
localizzazione
 Aree Orbitali Prefrontali sono associate a
Inibizione, Controllo Emotivo, Iniziativa
 Aree Dorsolaterali Prefrontali sono associate a
Pianificazione, Organizzazione temporale di
comportamenti, Ragionamento concettuale
 Giro Cingolato Anteriore coinvolto in
automonitoraggio
 Il giro del cingolo è parte del sistema limbico (parte
“arcaica” del nostro cervello): elabora le EMOZIONI e
comportamenti correlati alla sopravvivenza della
specie
 Nelle aree cerebrali c’è un continuo
bilanciamento tra cognitivo ed emotivo che
permette l’autoregolazione. In questo circuito
sono implicati l’amigdala che risulta un centro
emotivo e l’ippocampo area fondamentale per la
codifica e il recupero delle tracce di memoria.
Modelli neuropsicologici di
riferimento
MOLTI MODELLI HANNO DESCRITTO LE
F.E.
 Modelli unitari: descrivono le f.e. come costrutto
unitario
 Modelli frazionati: descrivono le f.e. come diverse
componenti differenti ma interrelate tra loro
 Modelli sequenziali: f.e. descritte in funzione
della modalità con cui contribuiscono al
superamento di un compito complesso
 Modello del continuum: multicomponenziale
(Benso 2007)
MODELLI UNITARI
 Il S.A.S (Shallice e Norman, 1986): sistema di
controllo delle operazioni cognitive, disloca
selettivamente l’attenzione su un processo a
spese di un altro.
Sas: Pianificazione e presa di decisioni,
correzione di un errore, risposta nuova o
comportamento non bene appreso, evitamento
risposte abituali
MODELLI UNITARI
L’esecutivo Centrale (Baddeley, 1974,2000,
2002, 2006): sistema di controllo che opera
sui dati provenienti dai due sottosistemi,
integra le informazioni con quelle
contenute in MLT.
Esecutivo centrale
Loop fonologico
Taccuino visuo spaziale
Buffer episodico
Recupero
temporaneo di
informazioni
contenute in MLT
Esecutivo centrale
Esclude stimoli
irrilevanti
(Attenzione
selettiva)
Ripartisce risorse attentive
(attenzione divisa)
Flessibilità cognitiva
Meno impegnato
in situazioni
automatizzate
Permette di automatizzare azioni nuove
MODELLI UNITARI
Modello di Moscovitch e Umiltà ( 1990): il
Processore Centrale controlla le operazioni
cognitive
MODELLI UNITARI
Processore Centrale, Sistema
Esecutivo, Sistema Attentivo
Supervisore (SAS) sono, di fatto,
sistemi sovrapponibili!
MODELLI FRAZIONATI
 Modello fattoriale di Welsh (1991) : identifica 3
fattori:
 Rapidità della risposta: attenzione selettiva – 6
anni
 Generazione di ipotesi e controllo
dell’impulsività: flessibilità cognitiva – 10 anni
 Pianificazione: programmare strategie utili alla
all’esecuzione di un compito - adolescenza
MODELLI FRAZIONATI
 Modello di Levin (1991) : identifica 3 fattori:
• Controllo delle perseverazioni: flessibilità
cognitiva
• Formazione dei concetti: flessibilità mentale e
apprendimento verbale
• Pianificazione: decisione strategica
MODELLI FRAZIONATI
 Modello di Lezak (1995): comprende 4 ampi
domini:
• Volizione (decisione consapevole di mettere in
atto un’azione; danni a questo livello si traducono
nell’incapacità di dare inizio ad attività)
• Pianificazione: sequenza di step che garantisca la
risoluzione di un problema
• Intenzione ad agire: flessibilità che mi permette
di cambiare la mia azione se il feedback è
negativo
• Azione
o NO MEMORIA DI LAVORO!
MODELLI FRAZIONATI
 Modello di Roberts e Pennington (1996):
interazione tra memoria di lavoro e inibizione
• WM e inibizione sono quindi funzioni
indipendenti ma funzionalmente in interazione
o Modello dell’autoregolazione di Barkley (1997):
f.e. indispensabili per l’autoregolazione 
capacità di esercitare un controllo sul
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inibitorio)
MODELLI FRAZIONATI
 Modello di Miyake (2000): shifting, WM:
updating, inibizione come processi basilari
differenti ma interrelati.
 Sistema del controllo esecutivo (Anderson, 2002):
modello che parte da analisi statistica degli studi
presenti in letteratura e individua le f.e.
maggiormente citate ed individuate:
pianificazione, attenzione selettiva, controllo
degli impulsi, ragionamento concettuale,
flessibilità, WM, fluenza verbale. Partendo da
questa analisi, gli autori concettualizzano le f.e.
come sistema di controllo globale che comprende
4 grandi domini indipendenti ma altamente
integrati
Modello di Anderson 2002: il controllo attentivo influisce sugli
altri domini, i quali comunicano tra loro ma sono indipendenti
MODELLI SEQUENZIALI
 Le f.e. sono descritte in funzione della modalità
con cui contribuiscono alla risoluzione di
problemi o al superamento di un compito
complesso. Modelli economici ed ECOLOGICI
 Modello del problem solving di Zelazo (1997):
rappresentazione del problema  pianificazione
(selezione di azioni in sequenza) esecuzione
(intenzione e uso delle regole) valutazione
(l’outcome è stato raggiunto?)
MODELLI SEQUENZIALI
 Modello di Burgess e collaboratori( 2000):
descrivono le f.e. come processi sequenziali
durante compiti complessi: apprendimento regole
del compito, pianificazione, esecuzione, coerenza
tra pianificazione ed esecuzione, rievocazione
della qualità dell’esecuzione al fine di intervenire
con opportune correzioni. Coinvolgimento della
memoria retrospettiva e prospettica.
MODELLO DEL CONTINUUM – BENSO 2007
 Processore centrale: controllo attentivo
 passaggio continuo involontario di energia tra il
modulo e sistemi centrali
 Emozioni e motivazioni vanno ad influire su
involontario e volontario
IN SINTESI…..
 Evoluzione dei modelli
 La vastità dei modelli  complessità delle f.e!
Lo sviluppo delle funzioni
esecutive
Lo sviluppo delle f.e. è strettamente
legato ai cambiamenti a carico delle
strutture cerebrali corticali e
sottocorticali che si suppone fungano
da substrato neurale di tali abilità.
Gli studi effettuati negli anni non
sono in grado di darci una posizione
univoca in merito alle traiettorie di
sviluppo delle f.e; tuttavia i vari
studi hanno identificato delle linee
comuni…
PERIODO NEONATALE
 12 settimane: il bambino conserva in memoria la
struttura comportamentale di un evento che lo
ha visto protagonista per utilizzarlo in un
secondo momento in situazioni analoghe
 7/8 mesi: visibili primi segni di memoria di lavoro
e controllo inibitorio
PERIODO PRESCOLARE
 Tra i 3 e 5 anni: aumento del controllo inibitorio
 4/5 anni: comparsa controllo attentivo, aumento
flessibilità cognitiva e formulazione di strategie,
 5 anni: incremento delle abilità di WM
 Emergono comportamenti finalizzati agli obiettivi
e la capacità di pianificare
 Prendere decisioni in situazioni in cui entrano in
gioco gratificazioni e punizioni
PERIODO SCOLARE
 8/10 anni: flessibilità cognitiva (come negli
adulti)
 8/11 anni: controllo inibitorio, vigilanza,
attenzione sostenuta
 9/12 anni: WM quantità ed efficienza e maggior
capacità di resistere alle interferenze esterne ed
interne
 Dai 12 anni: pianificazione
 Miglioramento delle capacità di metter in atto
comportamenti finalizzati al raggiungimento di
uno scopo
ADOLESCENZA
 I cambiamenti in questo periodo fanno fronte alle
nuove richieste ambientali e sociali; crescente
senso di indipendenza, di responsabilità e
consapevolezza sociale.
 Miglioramento del controllo attenzionale e della
velocità di processamento , livelli maturi di
controllo inibitorio
 16/19 anni: ulteriore progresso a livello di WM,
pianificazione strategica e problem solving.
ETA’ ADULTA E ANZIANO
 20/29 anni: WM, pianificazione strategica,
problem solving, messa in atto di comportamenti
finalizzati ad uno scopo raggiungono livelli
superiori di funzionamento.
 Con l’invecchiamento si osserva un graduale
deterioramento (la degenerazione cerebrale ha
inizio dalla terza decade!!!)
ETA’ ADULTA E ANZIANO
 30/49 anni: riduzione delle competenze di
immagazzinamento e gestione delle sequenze
temporali delle informazioni
 50/60 anni: peggioramento nella generazione di
concetti, pianificazione e shifting
 Dai 64 anni: progressiva compromissione delle
competenze mnestiche, perdita delle informazioni
Le F.E. nei disturbi dello
sviluppo…alcune ricerche
ci dicono che…
RICERCHE
ADHD
DOP E DC
AUTISMO
SINDROME DI
TOURETTE
PRETERMINE
FENILCHETONURIA
DSA
……
ADHD (DEFICIT DI ATTENZIONE E
IPERATTIVITA’)
 Alti livelli di disattenzione, iperattività e
impulsività non appropriati rispetto alla fase di
sviluppo in cui il soggetto si trova.
 Alcuni dei sintomi principali devono avere
esordio prima dei 7 anni e manifestarsi in almeno
due diversi contesti di vita.
 Può essere differenziato in: sottotipo inattento,
sottotipo iperattivo e impulsivo o entrambi
ADHD (DEFICIT DI ATTENZIONE E
IPERATTIVITA’)
 Compromissione a livello di competenze
inibitorie, pianificazione e flessibilità cognitiva
(pennington e Ozonoff – 1996)
 Willcutt e collaboratori- 2005- comparano otto
ricerche: compromissione a livello di memoria di
lavoro visuo spaziale, pianificazione, capacità di
inibizione di una risposta preponderante o
automatica, attenzione selettiva e sostenuta
MENTRE RISULTA NON PROBLEMATICA
L’ABILITA’ DI CONTROLLO DELLE
INTERFERENZE (stroop)
 No ricerche sulle differenze tra sottotipi
DISTURBO OPPOSITIVO PROVICATORIO (DOP),
DISTURBO DELLE CONDOTTA (DC) E
COMPORTAMENTI ANTISOCIALI
 DOP: modalità di comportamento negativo, ostile
e provocatorio; frequenti scatti d’ira, sfidano e/o
litigano frequentemente con adulti e/o pari,
rabbiosi e rancorosi.
 DC: variante più estesa e severa del DOP.
Modalità di comportamento ripetitivo e
persistente in cui i diritti fondamentali degli altri
oppure le norma o le regole sociali appropriate
vengono violate.
DISTURBO OPPOSITIVO PROVICATORIO (DOP),
DISTURBO DELLE CONDOTTA (DC) E
COMPORTAMENTI ANTISOCIALI
 Molte ricerche non identificano danni esecutivi
come peculiari per Dop e Dc (Broocki e collab-
2007- Clarck- 2000- Mc Burnett e Lahey – 1995-
Moffit e Henry – 1989- Nigg- 1998)
 In particolare le competenze mnestiche e
inibitorie sembrano essere preservate.
 Altre ricerche (Gianicola e collab- 1994-1998)
mettono in evidenza una problematica esecutiva
(inibizione, controllo esecutivo e flessibilità
cognitiva)
 Ad oggi non si possiedono dati sufficienti: la
domanda resta aperta!
AUTISMO
 Disordine evolutivo caratterizzato da
compromissione abilità sociali e di
comunicazione, comportamenti ripetitivi e
interessi limitati e circoscritti.
 Soggetti con profilo molto eterogeneo : ostacoli a
livello di ricerca.
AUTISMO
 Lo studio del funzionamento esecutivo in soggetti
autistici inizia negli anni ‘40 : “stimulus
overselectivity” = tendenza a rispondere in modo
selettivo ad una determinata tipologia di stimoli
ambientali (Kanner – 1943- Scheerer e collab –
1945- Hermelin e collab- 1970- Frith- 1972-
Boucher – 1977- Lovass- 1979); risposte
perseverative e uso rigido delle regole, limiti
nella flessibilità mentale (facilmente osservabile
nelle stereotipie e nelle perseverazioni)
 Il WCST misura bene la compromissione
esecutiva nei sogg. Autistici ( Nelson- 1976-
Ozonoff- 1994-1997 Huges- 1994- Shu e collab-
2001)
AUTISMO
 Altri studi hanno riscontrato cadute a livello di
pianificazione (con Tol o torre di Hanoi- Prior e
Hoffman – 1985- Ozonoff – 1991- 1994),
inibizione ( con Go- No Go- Ozonoff- 1994- )
 Mancano dati risolutivi in merito alla WM
SINDROME DI TOURETTE
 Disordine neuropsicologico diagnosticato durante
l’infanzia e la prima adolescenza
 Presenza di tic motori multipli e di uno o più tic
vocali/verbali che perdurano per anni
 Tic variano per numero, frequenza, e severità nel
tempo
 Può essere in comorbilità con disturbi ansiosi,
ossessivi-compulsivi, depressivi, del sonno,
dell’attenzione e dell’iperattività
 Cambiamenti strutturali ai gangli della base?
SINDROME DI TOURETTE
 I lavori pubblicati fino al 1996: dati contradditori;
molti studi escludono una compromissione di tipo
esecutivo
MA
 Eventuali comorbilità con ADHD  lieve
compromissione a livello di WM visuo spaziale
(Crawford- 2005- Goudriaan- 2006-)
 Pianificazione: OK! (Goudriaan – 2006- Ozonoff e
Jensen – 1999)
 Shifting: OK! (Chang – 2006- Channon- 2003 e 2006-
Shuterland- 1982- Cirino- 2000- Ozonoff e Jensen-
1999)
 Inibizione risposte motorie: dati contrastanti
Roessner e collab (2008) e Ozonoff (1994) pz senza tali
difficoltà MENTRE Muller e collab (2003) rilevano
cadute!
BAMBINI NATI PRETERMINE
 Prima della 32° settimana
 Conseguenze: disabilità neuromotorie, sensoriali,
cognitive, dell’apprendimento e del
comportamento
 Disturbi a carico del sistema esecutivo (Anderson
e Doyle, 2004): difficoltà nell’aspettare il proprio
turno, nel restare seduti a lungo, nel seguire le
istruzioni date
 In letteratura pochi lavori e con diverse
metodologie: difficile trarre conclusioni definitive!
BAMBINI NATI PRETERMINE
 Mulder e collaboratori (2009) esaminano lavori
tra il 1990 e 2008 e riscontrano:
 cadute in WM (in particolare spaziale);
 Dati su flessibilità cognitiva sono contrastanti
(influenzati dalla tipologia di prova)
 Cadute a livello di inibizione motoria
 Peso alla nascita= impulsività (con il trascorrere
degli anni il deficit si attenua fino ad estinguersi
– Elgen- 2004-)
 Difficoltà di pianificazione : difficoltà ad ideare
un piano, definire scopi a breve, medio e lungo
termine, difficoltà nell’organizzazione delle
risorse temporali e spaziali
BAMBINI NATI PRETERMINE
 IN SINTESI: le differenze ottenute sono
influenzate da età di valutazione, entità della
nascita pretermine, tipologie di prove,
complicazioni prenatali MA lo studio conferma
comunque che le F.E. sono nodi critici per i bimbi
nati pretermine!
FENILCHETONURIA
 Patologia metabolica: incapacità ad assorbire e
metabolizzare fenilalanina (aminoacido).
 Alti livelli di fenilalanina: incidono
negativamente su sviluppo cerebrale!
 Adeguato intervento alimentare può arginare lo
sviluppo di un ritardo mentale
 Problemi attentivi, visuo-spaziali, di
organizzazione e pianificazione, di articolazione
del linguaggio, di problem solving.
FENILCHETONURIA
 Poche ricerche
 Profilo esecutivo deficitario, cadute in WM e
inibizione (Smith e collaboratori, 2000)
DSA
 Disfuzioni metaboliche del SNC
 Difficoltà nell’acquisizione o automatizzazione di
una o più abilità scolastiche con QI in norma e
senza deficit sensoriali
 Dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia
DSA
 Studi principalmente con soggetti con dislessia
 Cadute in WM e inibizione (Semrud- Clikeman-
2008)
 Le cadute a livello di F.E ci sono ma di grado
lieve (Pennington- 1993)
 WM verbale e fluenza (Willcutt- 2001-2005-
Bental e Tiroch – 2007-)
 Flessibilità cognitiva e fluenza verbale
(Mazzocchi- 2008-)
Strumenti di valutazione
LE F.E SONO STRETTAMENTE
CORRELATE TRA LORO!
Difficoltà di valutazione delle FE
Si valuta un costrutto prevalente
con una data prova!
La valutazione indiretta:
questionari e osservazioni
La valutazione diretta: l’uso dei test
LIMITI METODOLOGICI DEGLI
STRUMENTI
 Alcuni soggetti vanno bene ai test ma
hanno problemi nella vita quotidiana
 Il rapporto 1-1 nella situazione di testing
non è ecologico
 I test sono troppo strutturati e
semplificati rispetto alle situazioni della
vita quotidiana
 I test per i bambini sono adattamenti di
quelli per adulti
TEST: ATTENZIONE SELETTIVA E
SOSTENUTA
 Prove di cancellazione
 TAU: test attenzione
uditiva (BVN)
TEST: FLESSIBILITA’ COGNITIVA
 Wisconsin card sorting test (WCST)
 Dimensional Change Card Sort
 Five points Test
 TMT
 Fluenza verbale
TEST: WORKING MEMORY
• BVS- Corsi
• Span cifre indietro (BVN)
• Alpha Span
gatto topo pipa mare: metti in ordine alfabetico
• Pasat
• Segmentazione e fusione (CMF)
TEST: INIBIZIONE E CONTROLLO
DELL’INTERFERENZA
• Test di Stroop ROSSO ROSSO
• Go No-Go task (Test delle ranette- BIA)
• Day Night Stroop
• MF (BIA)
• Stroop numerico (BIA)
• CAF (BIA)
• Flanker
 
 
 
• Navon
H H HHHH
HH H HH
H H H
TEST: PIANIFICAZIONE
 TPQ
 TOL
 Labirinti (WISC III)
 Figura di Rey
GRAZIE PER ….L’ATTENZIONE!

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dott.ssa e. benso-dott.ssa l. masoero-dott.ssa c. pacilli - funzioni esecutive

  • 1. FUNZIONI ESECUTIVE E RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA 23 e 24 maggio 2014 Eva Benso Lara Masoero Caterina Pacilli
  • 2. oCosa sono le funzioni esecutive oCenni di neuroanatomia oModelli neuropsicologici di riferimento oLo sviluppo delle funzioni esecutive oFunzioni esecutive e disturbi dello sviluppo oStrumenti di valutazione
  • 3. Cosa sono le funzioni esecutive?
  • 4. FUNZIONI ESECUTIVE…DEFINIZIONE?!  Identificate generalmente da un complesso sistema di processi cognitivi flessibili e necessari a programmare, mettere in atto e portare a termine con successo un comportamento finalizzato ad uno scopo.  L’insieme di quei processi psicologici coinvolti nel controllo volontario di pensieri e azioni (Zelazo & Müller,2002).  Processi cognitivi alla base di risposte flessibili e finalizzate al raggiungimento di uno scopo in situazioni nuove o difficili (Shallice e Burgess, 1991).
  • 5.  Welsh e Pennington (1988) hanno identificato tre elementi per loro fondamentali nel definire le funzioni esecutive: rappresentazione mentale del compito, dell’obiettivo da raggiungere e delle informazioni rilevanti, sforzo di inibire o rimandare nel tempo una risposta impulsiva e pianificazione strategica di una sequenza di azioni da svolgere.  Il termine FE si riferisce a un insieme di abilità che consente il controllo volontario dei processi cognitivi e del comportamento (Lehto, 1996; Pennington & Ozonoff, 1996; Tagliabue et al., 1998; Stablum, 1998).
  • 6. In letteratura esistono molte definizioni differenti: Ad oggi, non c’è ancora un accordo unanime sul costrutto e di conseguenza non esiste una definizione unanime del termine!
  • 7. Le FE vanno considerate come un insieme di processi di controllo volontario indipendenti ma in interazione tra loro (Allport et al., 1994; Lehto, 1996; Shallice e Burgess, 1993) Tuttavia non esiste ancora accordo unanime sull’organizzazione delle F.E.
  • 8. QUANDO SONO COINVOLTE LE F.E?  Apprendimento di nuove azioni  Azioni che implicano pianificazione e processi decisionali  Azioni in cui è necessario correggere gli errori  Comportamenti nuovi che richiedono l’esecuzione di una nuova sequenza di azioni  Azioni difficili o pericolose  Attività in cui è necessario un costante monitoraggio del proprio comportamento  Azioni in cui in cui bisogna superare forti risposte abituali NO AUTOMATISMO!!
  • 9. IN GENERALE POSSIAMO DIRE CHE….  Processi necessari a programmare, mettere in atto e portare a termine con successo un comportamento finalizzato ad uno scopo  Scopo = carica emotiva e motivazionale  Sistema attentivo  agisce sui processi sensoriali di input; sistema di controllo esecutivoagisce sul comportamento (output)  Con il termine “funzioni esecutive” indichiamo molteplici domini interrelati tra loro! Per chiarezza espositiva parleremo di una f.e. piuttosto che di un’altra
  • 10. AVVIO
  • 11. QUALI SONO? Avvio capacità di richiamare le risorse necessarie ad iniziare una qualsiasi azione. Si realizza indipendentemente da sollecitazioni esterne (volontà). E’ coinvolto nei compiti di shifting. Volontario Decido di fare Risposta riflessa uno stimolo mi avvia automaticamente Semi-automatico Decido di avviarmi prima che uno stimolo appaia
  • 13. QUALI SONO? Allerta fasico Intervallo di preparazione “breve ma intenso!” che predispone ad effettuare un’adeguata risposta (“pronti?...Via!”) Allerta tonico Attenzione sostenuta
  • 15. Attenzione selettiva Processo attraverso il quale riusciamo a selezionare gli stimoli rilevanti per un dato compito QUALI SONO?
  • 16. Shifting Capacità di spostare l’attenzione fra compiti o fra componenti diverse all’interno di uno stesso compito
  • 17. QUALI SONO? Il sistema attentivo può essere attivato da Stimoli esterni (bottom up) Catturano l’attenzione ma non la sollecitano né rinforzano Stimoli interni (top down) Attenzione attivata volontariamente Scelgo quanto quando e dove porla Karmiloff-Smith , 1992 “padronanza comportamentale” : le f. più complesse possono svilupparsi solo se quelle di base sono consolidate
  • 19. QUALI SONO? Flessibilità cognitiva Processi cognitivi che consentono di cambiare schema comportamentale in base ad un feedback ricevuto:  controllare le perseverazioni  cambiare rapidamente la risposta in base ad uno stimolo esterno
  • 21. QUALI SONO? Memoria di lavoro e inibizione sistema multi-componenziale che immagazzina in modo temporaneo una limitata quantità di informazioni. o Updating  aggiornamento e controllo (manipolazione) dei dati contenuti in WM o Scarto le informazioni irrilevanti per lasciare spazio a quelli rilevanti, step in compiti sequenziali
  • 22. Controllo inibitorio capacità di controllare l’interferenza di stimoli irrilevanti al fine di perseguire l’obiettivo prefissato  Inibizione delle risposte conflittuali Es: Schiacciare il tasto dx se la freccia indica sx, dire “nero” se la carta è rossa e viceversa (cond. Stroop)  Inibizione delle risposte in corso Es: Frenare al comparire improvviso del semaforo giallo Gestione dell’interferenza!!!!!
  • 24. QUALI SONO? Pianificazione: di una sequenza di compiti per il raggiungimento di un determinato scopo  prevedere l’obiettivo da raggiungere, scomporre l’azione in step intermedi, mantenere tali step in memoria di lavoro, monitorare l’esecuzione del compito rispetto all’obiettivo prefissato  esempi di compiti: Torre di Hanoi, Zoo Map (BADS-C), Test di Pianificazione Quotidiana (Schweiger & Marzocchi, 2008), fare la cartella, preparare una torta…
  • 26. COMPORTAMENTI OSSERVATI IN BAMBINI CON DEFICIT DELLE FUNZIONI ESECUTIVE Difficoltà nel mantenere l’attenzione (specie in compiti noiosi/frustranti) Procrastinazione e/o difficoltà ad intraprendere compiti nuovi o impegnativi Perdita della cognizione del tempo, lentezza cronica Difficoltà nello stabilire Priorità e rispettare i tempi Difficoltà nel passare da un’attività all’altra Sbadataggine Incapacità ricordare i luoghi e i tempi degli eventi accaduti o di imparare dall’esperienza Grande distraibilità Difficoltà nell’eseguire più compiti contemporaneamente Difficoltà nel controllare le risposte automatiche Noncuranza, disorganizzazione Marcata altalenanza nelle prestazioni accademiche Ipercinesi, marcata loquacità Difficoltà nella regolazione degli stati emotivi, impazienza, scarsa tolleranza della frustrazione Ipoattivazione Scarsa consapevolezza dei sentimenti altrui e delle convenienze sociali
  • 28. Le funzioni esecutive erano in precedenza nominate “funzioni frontali” per via della loro localizzazione
  • 29.  Aree Orbitali Prefrontali sono associate a Inibizione, Controllo Emotivo, Iniziativa  Aree Dorsolaterali Prefrontali sono associate a Pianificazione, Organizzazione temporale di comportamenti, Ragionamento concettuale
  • 30.  Giro Cingolato Anteriore coinvolto in automonitoraggio  Il giro del cingolo è parte del sistema limbico (parte “arcaica” del nostro cervello): elabora le EMOZIONI e comportamenti correlati alla sopravvivenza della specie
  • 31.  Nelle aree cerebrali c’è un continuo bilanciamento tra cognitivo ed emotivo che permette l’autoregolazione. In questo circuito sono implicati l’amigdala che risulta un centro emotivo e l’ippocampo area fondamentale per la codifica e il recupero delle tracce di memoria.
  • 33. MOLTI MODELLI HANNO DESCRITTO LE F.E.  Modelli unitari: descrivono le f.e. come costrutto unitario  Modelli frazionati: descrivono le f.e. come diverse componenti differenti ma interrelate tra loro  Modelli sequenziali: f.e. descritte in funzione della modalità con cui contribuiscono al superamento di un compito complesso  Modello del continuum: multicomponenziale (Benso 2007)
  • 34. MODELLI UNITARI  Il S.A.S (Shallice e Norman, 1986): sistema di controllo delle operazioni cognitive, disloca selettivamente l’attenzione su un processo a spese di un altro. Sas: Pianificazione e presa di decisioni, correzione di un errore, risposta nuova o comportamento non bene appreso, evitamento risposte abituali
  • 35. MODELLI UNITARI L’esecutivo Centrale (Baddeley, 1974,2000, 2002, 2006): sistema di controllo che opera sui dati provenienti dai due sottosistemi, integra le informazioni con quelle contenute in MLT.
  • 36. Esecutivo centrale Loop fonologico Taccuino visuo spaziale Buffer episodico
  • 37. Recupero temporaneo di informazioni contenute in MLT Esecutivo centrale Esclude stimoli irrilevanti (Attenzione selettiva) Ripartisce risorse attentive (attenzione divisa) Flessibilità cognitiva Meno impegnato in situazioni automatizzate Permette di automatizzare azioni nuove
  • 38. MODELLI UNITARI Modello di Moscovitch e Umiltà ( 1990): il Processore Centrale controlla le operazioni cognitive
  • 39. MODELLI UNITARI Processore Centrale, Sistema Esecutivo, Sistema Attentivo Supervisore (SAS) sono, di fatto, sistemi sovrapponibili!
  • 40. MODELLI FRAZIONATI  Modello fattoriale di Welsh (1991) : identifica 3 fattori:  Rapidità della risposta: attenzione selettiva – 6 anni  Generazione di ipotesi e controllo dell’impulsività: flessibilità cognitiva – 10 anni  Pianificazione: programmare strategie utili alla all’esecuzione di un compito - adolescenza
  • 41. MODELLI FRAZIONATI  Modello di Levin (1991) : identifica 3 fattori: • Controllo delle perseverazioni: flessibilità cognitiva • Formazione dei concetti: flessibilità mentale e apprendimento verbale • Pianificazione: decisione strategica
  • 42. MODELLI FRAZIONATI  Modello di Lezak (1995): comprende 4 ampi domini: • Volizione (decisione consapevole di mettere in atto un’azione; danni a questo livello si traducono nell’incapacità di dare inizio ad attività) • Pianificazione: sequenza di step che garantisca la risoluzione di un problema • Intenzione ad agire: flessibilità che mi permette di cambiare la mia azione se il feedback è negativo • Azione o NO MEMORIA DI LAVORO!
  • 43. MODELLI FRAZIONATI  Modello di Roberts e Pennington (1996): interazione tra memoria di lavoro e inibizione • WM e inibizione sono quindi funzioni indipendenti ma funzionalmente in interazione o Modello dell’autoregolazione di Barkley (1997): f.e. indispensabili per l’autoregolazione  capacità di esercitare un controllo sul comportamento ( importanza del controllo inibitorio)
  • 44. MODELLI FRAZIONATI  Modello di Miyake (2000): shifting, WM: updating, inibizione come processi basilari differenti ma interrelati.  Sistema del controllo esecutivo (Anderson, 2002): modello che parte da analisi statistica degli studi presenti in letteratura e individua le f.e. maggiormente citate ed individuate: pianificazione, attenzione selettiva, controllo degli impulsi, ragionamento concettuale, flessibilità, WM, fluenza verbale. Partendo da questa analisi, gli autori concettualizzano le f.e. come sistema di controllo globale che comprende 4 grandi domini indipendenti ma altamente integrati
  • 45. Modello di Anderson 2002: il controllo attentivo influisce sugli altri domini, i quali comunicano tra loro ma sono indipendenti
  • 46. MODELLI SEQUENZIALI  Le f.e. sono descritte in funzione della modalità con cui contribuiscono alla risoluzione di problemi o al superamento di un compito complesso. Modelli economici ed ECOLOGICI  Modello del problem solving di Zelazo (1997): rappresentazione del problema  pianificazione (selezione di azioni in sequenza) esecuzione (intenzione e uso delle regole) valutazione (l’outcome è stato raggiunto?)
  • 47. MODELLI SEQUENZIALI  Modello di Burgess e collaboratori( 2000): descrivono le f.e. come processi sequenziali durante compiti complessi: apprendimento regole del compito, pianificazione, esecuzione, coerenza tra pianificazione ed esecuzione, rievocazione della qualità dell’esecuzione al fine di intervenire con opportune correzioni. Coinvolgimento della memoria retrospettiva e prospettica.
  • 48. MODELLO DEL CONTINUUM – BENSO 2007
  • 49.  Processore centrale: controllo attentivo  passaggio continuo involontario di energia tra il modulo e sistemi centrali  Emozioni e motivazioni vanno ad influire su involontario e volontario
  • 50.
  • 51.
  • 52. IN SINTESI…..  Evoluzione dei modelli  La vastità dei modelli  complessità delle f.e!
  • 53. Lo sviluppo delle funzioni esecutive
  • 54. Lo sviluppo delle f.e. è strettamente legato ai cambiamenti a carico delle strutture cerebrali corticali e sottocorticali che si suppone fungano da substrato neurale di tali abilità. Gli studi effettuati negli anni non sono in grado di darci una posizione univoca in merito alle traiettorie di sviluppo delle f.e; tuttavia i vari studi hanno identificato delle linee comuni…
  • 55. PERIODO NEONATALE  12 settimane: il bambino conserva in memoria la struttura comportamentale di un evento che lo ha visto protagonista per utilizzarlo in un secondo momento in situazioni analoghe  7/8 mesi: visibili primi segni di memoria di lavoro e controllo inibitorio
  • 56. PERIODO PRESCOLARE  Tra i 3 e 5 anni: aumento del controllo inibitorio  4/5 anni: comparsa controllo attentivo, aumento flessibilità cognitiva e formulazione di strategie,  5 anni: incremento delle abilità di WM  Emergono comportamenti finalizzati agli obiettivi e la capacità di pianificare  Prendere decisioni in situazioni in cui entrano in gioco gratificazioni e punizioni
  • 57. PERIODO SCOLARE  8/10 anni: flessibilità cognitiva (come negli adulti)  8/11 anni: controllo inibitorio, vigilanza, attenzione sostenuta  9/12 anni: WM quantità ed efficienza e maggior capacità di resistere alle interferenze esterne ed interne  Dai 12 anni: pianificazione  Miglioramento delle capacità di metter in atto comportamenti finalizzati al raggiungimento di uno scopo
  • 58. ADOLESCENZA  I cambiamenti in questo periodo fanno fronte alle nuove richieste ambientali e sociali; crescente senso di indipendenza, di responsabilità e consapevolezza sociale.  Miglioramento del controllo attenzionale e della velocità di processamento , livelli maturi di controllo inibitorio  16/19 anni: ulteriore progresso a livello di WM, pianificazione strategica e problem solving.
  • 59. ETA’ ADULTA E ANZIANO  20/29 anni: WM, pianificazione strategica, problem solving, messa in atto di comportamenti finalizzati ad uno scopo raggiungono livelli superiori di funzionamento.  Con l’invecchiamento si osserva un graduale deterioramento (la degenerazione cerebrale ha inizio dalla terza decade!!!)
  • 60. ETA’ ADULTA E ANZIANO  30/49 anni: riduzione delle competenze di immagazzinamento e gestione delle sequenze temporali delle informazioni  50/60 anni: peggioramento nella generazione di concetti, pianificazione e shifting  Dai 64 anni: progressiva compromissione delle competenze mnestiche, perdita delle informazioni
  • 61. Le F.E. nei disturbi dello sviluppo…alcune ricerche ci dicono che…
  • 62. RICERCHE ADHD DOP E DC AUTISMO SINDROME DI TOURETTE PRETERMINE FENILCHETONURIA DSA ……
  • 63. ADHD (DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’)  Alti livelli di disattenzione, iperattività e impulsività non appropriati rispetto alla fase di sviluppo in cui il soggetto si trova.  Alcuni dei sintomi principali devono avere esordio prima dei 7 anni e manifestarsi in almeno due diversi contesti di vita.  Può essere differenziato in: sottotipo inattento, sottotipo iperattivo e impulsivo o entrambi
  • 64. ADHD (DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’)  Compromissione a livello di competenze inibitorie, pianificazione e flessibilità cognitiva (pennington e Ozonoff – 1996)  Willcutt e collaboratori- 2005- comparano otto ricerche: compromissione a livello di memoria di lavoro visuo spaziale, pianificazione, capacità di inibizione di una risposta preponderante o automatica, attenzione selettiva e sostenuta MENTRE RISULTA NON PROBLEMATICA L’ABILITA’ DI CONTROLLO DELLE INTERFERENZE (stroop)  No ricerche sulle differenze tra sottotipi
  • 65. DISTURBO OPPOSITIVO PROVICATORIO (DOP), DISTURBO DELLE CONDOTTA (DC) E COMPORTAMENTI ANTISOCIALI  DOP: modalità di comportamento negativo, ostile e provocatorio; frequenti scatti d’ira, sfidano e/o litigano frequentemente con adulti e/o pari, rabbiosi e rancorosi.  DC: variante più estesa e severa del DOP. Modalità di comportamento ripetitivo e persistente in cui i diritti fondamentali degli altri oppure le norma o le regole sociali appropriate vengono violate.
  • 66. DISTURBO OPPOSITIVO PROVICATORIO (DOP), DISTURBO DELLE CONDOTTA (DC) E COMPORTAMENTI ANTISOCIALI  Molte ricerche non identificano danni esecutivi come peculiari per Dop e Dc (Broocki e collab- 2007- Clarck- 2000- Mc Burnett e Lahey – 1995- Moffit e Henry – 1989- Nigg- 1998)  In particolare le competenze mnestiche e inibitorie sembrano essere preservate.  Altre ricerche (Gianicola e collab- 1994-1998) mettono in evidenza una problematica esecutiva (inibizione, controllo esecutivo e flessibilità cognitiva)  Ad oggi non si possiedono dati sufficienti: la domanda resta aperta!
  • 67. AUTISMO  Disordine evolutivo caratterizzato da compromissione abilità sociali e di comunicazione, comportamenti ripetitivi e interessi limitati e circoscritti.  Soggetti con profilo molto eterogeneo : ostacoli a livello di ricerca.
  • 68. AUTISMO  Lo studio del funzionamento esecutivo in soggetti autistici inizia negli anni ‘40 : “stimulus overselectivity” = tendenza a rispondere in modo selettivo ad una determinata tipologia di stimoli ambientali (Kanner – 1943- Scheerer e collab – 1945- Hermelin e collab- 1970- Frith- 1972- Boucher – 1977- Lovass- 1979); risposte perseverative e uso rigido delle regole, limiti nella flessibilità mentale (facilmente osservabile nelle stereotipie e nelle perseverazioni)  Il WCST misura bene la compromissione esecutiva nei sogg. Autistici ( Nelson- 1976- Ozonoff- 1994-1997 Huges- 1994- Shu e collab- 2001)
  • 69. AUTISMO  Altri studi hanno riscontrato cadute a livello di pianificazione (con Tol o torre di Hanoi- Prior e Hoffman – 1985- Ozonoff – 1991- 1994), inibizione ( con Go- No Go- Ozonoff- 1994- )  Mancano dati risolutivi in merito alla WM
  • 70. SINDROME DI TOURETTE  Disordine neuropsicologico diagnosticato durante l’infanzia e la prima adolescenza  Presenza di tic motori multipli e di uno o più tic vocali/verbali che perdurano per anni  Tic variano per numero, frequenza, e severità nel tempo  Può essere in comorbilità con disturbi ansiosi, ossessivi-compulsivi, depressivi, del sonno, dell’attenzione e dell’iperattività  Cambiamenti strutturali ai gangli della base?
  • 71. SINDROME DI TOURETTE  I lavori pubblicati fino al 1996: dati contradditori; molti studi escludono una compromissione di tipo esecutivo MA  Eventuali comorbilità con ADHD  lieve compromissione a livello di WM visuo spaziale (Crawford- 2005- Goudriaan- 2006-)  Pianificazione: OK! (Goudriaan – 2006- Ozonoff e Jensen – 1999)  Shifting: OK! (Chang – 2006- Channon- 2003 e 2006- Shuterland- 1982- Cirino- 2000- Ozonoff e Jensen- 1999)  Inibizione risposte motorie: dati contrastanti Roessner e collab (2008) e Ozonoff (1994) pz senza tali difficoltà MENTRE Muller e collab (2003) rilevano cadute!
  • 72. BAMBINI NATI PRETERMINE  Prima della 32° settimana  Conseguenze: disabilità neuromotorie, sensoriali, cognitive, dell’apprendimento e del comportamento  Disturbi a carico del sistema esecutivo (Anderson e Doyle, 2004): difficoltà nell’aspettare il proprio turno, nel restare seduti a lungo, nel seguire le istruzioni date  In letteratura pochi lavori e con diverse metodologie: difficile trarre conclusioni definitive!
  • 73. BAMBINI NATI PRETERMINE  Mulder e collaboratori (2009) esaminano lavori tra il 1990 e 2008 e riscontrano:  cadute in WM (in particolare spaziale);  Dati su flessibilità cognitiva sono contrastanti (influenzati dalla tipologia di prova)  Cadute a livello di inibizione motoria  Peso alla nascita= impulsività (con il trascorrere degli anni il deficit si attenua fino ad estinguersi – Elgen- 2004-)  Difficoltà di pianificazione : difficoltà ad ideare un piano, definire scopi a breve, medio e lungo termine, difficoltà nell’organizzazione delle risorse temporali e spaziali
  • 74. BAMBINI NATI PRETERMINE  IN SINTESI: le differenze ottenute sono influenzate da età di valutazione, entità della nascita pretermine, tipologie di prove, complicazioni prenatali MA lo studio conferma comunque che le F.E. sono nodi critici per i bimbi nati pretermine!
  • 75. FENILCHETONURIA  Patologia metabolica: incapacità ad assorbire e metabolizzare fenilalanina (aminoacido).  Alti livelli di fenilalanina: incidono negativamente su sviluppo cerebrale!  Adeguato intervento alimentare può arginare lo sviluppo di un ritardo mentale  Problemi attentivi, visuo-spaziali, di organizzazione e pianificazione, di articolazione del linguaggio, di problem solving.
  • 76. FENILCHETONURIA  Poche ricerche  Profilo esecutivo deficitario, cadute in WM e inibizione (Smith e collaboratori, 2000)
  • 77. DSA  Disfuzioni metaboliche del SNC  Difficoltà nell’acquisizione o automatizzazione di una o più abilità scolastiche con QI in norma e senza deficit sensoriali  Dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia
  • 78. DSA  Studi principalmente con soggetti con dislessia  Cadute in WM e inibizione (Semrud- Clikeman- 2008)  Le cadute a livello di F.E ci sono ma di grado lieve (Pennington- 1993)  WM verbale e fluenza (Willcutt- 2001-2005- Bental e Tiroch – 2007-)  Flessibilità cognitiva e fluenza verbale (Mazzocchi- 2008-)
  • 80. LE F.E SONO STRETTAMENTE CORRELATE TRA LORO! Difficoltà di valutazione delle FE Si valuta un costrutto prevalente con una data prova! La valutazione indiretta: questionari e osservazioni La valutazione diretta: l’uso dei test
  • 81. LIMITI METODOLOGICI DEGLI STRUMENTI  Alcuni soggetti vanno bene ai test ma hanno problemi nella vita quotidiana  Il rapporto 1-1 nella situazione di testing non è ecologico  I test sono troppo strutturati e semplificati rispetto alle situazioni della vita quotidiana  I test per i bambini sono adattamenti di quelli per adulti
  • 82. TEST: ATTENZIONE SELETTIVA E SOSTENUTA  Prove di cancellazione  TAU: test attenzione uditiva (BVN)
  • 83. TEST: FLESSIBILITA’ COGNITIVA  Wisconsin card sorting test (WCST)  Dimensional Change Card Sort  Five points Test  TMT  Fluenza verbale
  • 84. TEST: WORKING MEMORY • BVS- Corsi • Span cifre indietro (BVN) • Alpha Span gatto topo pipa mare: metti in ordine alfabetico • Pasat • Segmentazione e fusione (CMF)
  • 85. TEST: INIBIZIONE E CONTROLLO DELL’INTERFERENZA • Test di Stroop ROSSO ROSSO • Go No-Go task (Test delle ranette- BIA) • Day Night Stroop • MF (BIA) • Stroop numerico (BIA) • CAF (BIA) • Flanker       • Navon H H HHHH HH H HH H H H
  • 86. TEST: PIANIFICAZIONE  TPQ  TOL  Labirinti (WISC III)  Figura di Rey