DIRITTO ALLA
PACEDiritto:
-Qualcosa che ci
spetta
-Qualcosa che
dobbiamo avere
tutti;
-Tutti,
indipendenteme
nte dalla classe
sociale e dalle
etnie
- Leggi.
Pace:
-Tranquillità;
-Amore;
-Guerra;
-Fratellanza;
-Diritto;
-Stabilità.
Guerra:
-Preistoria:
Istinto;
-Prime civiltà:
potere e
sopravvivenza;
-Lotta;
-Guerre
moderne;
-Guerre
contemporanee.
«L'Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in
condizioni di parità con gli altri
Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le
L'Italia rifiuta la guerra come strumento di offesa e come
modo per risolvere le controversie internazionali, quindi non
ammette che si possa attaccare un altro popolo, nè per limitare
la sua libertà, nè per risolvere le controversie.
La guerra dunque è ammessa solo per difesa e in nessun caso
per attacco.
"l'Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e
favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo"L'Italia accetta di limitare la propria sovranità a favore
delle organizzazioni internazionali che promuovono la pace e la
giustizia (come l'ONU).
Ogni Stato è sovrano, ma quando si tratta di questioni
internazionali, l'Italia aderisce alle decisioni delle
organizzazioni internazionali che mirano alla pace perciò
L'Organizzazione delle Nazioni Unite, in sigla ONU, spesso abbreviata in
Nazioni Unite, è la più importante ed estesa organizzazione
intergovernativa: sono infatti suoi membri 193 Stati del mondo su un
totale di 202.
SCOPI E PRINCIPI:
L'articolo 1 e 2 della Statuto delle Nazioni Unite riassumono gli scopi e i
principi che l'organizzazione internazionale si è prefissata :
mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere
pacificamente le situazioni che potrebbero portare ad una rottura della
pace;
sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del
principio di uguaglianza tra gli Stati e l'autodeterminazione dei popoli;
promuovere la cooperazione economica e sociale;
promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a
vantaggio di tutti gli individui;
promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
L’Organizzazione Mondiale per la Pace è un’organizzazione
senza fini di lucro, la cui funzione è quella di preservare la
vita umana nel pianeta e fuori di esso.
Questa Organizzazione Mondiale, OMPP/WOFP, seguirà le
linee tracciate dalle Nazioni Unite, Società madre e di
riferimento che, assieme ai suoi Stati membri, deciderà e
proporrà il futuro della nostra umanità.
Gli scopi principali dell’OMPP saranno proporre un cessate il
fuoco in tutto il pianeta e promuovere il dialogo pacifico
attraverso gl’infiniti cammini che conducono a una cultura di
Pace durevole e al benessere generale.
Oggi, la pace è raggiunta dallo sforzo dei nostri cari soldati, che sono pronti a
lottare, per la raggiunta di un sogno che vorrebbero tutti.
Loro ci credono sempre, con tutto il cuore, e molte volte danno la loro vita per la
raggiunta di questo.
il terrorismo può essere definito un tipo di lotta politica in
cui vengono messe in atto o paventate azioni clamorose e
cruente contro istituzioni, persone o simboli sociali.
l'obiettivo primario di un terrorista, tuttavia, non è mettere
in atto delle minacce ma renderle pubbliche per creare un
clima di "terrore" e incertezza nella popolazione per poter
minare le basi sociali e civili della stessa. Bin laden è uno dei
tanti terroristi in circolazione, al soldo della Cia per diverso
tempo, egli poi si votò alla causa antioccidentale continuando
però ad investire massicciamente negli usa e in altri Stati.
La sua morte non cambia la situazione attuale in cui crescono
e prolificano gruppi terroristici. le motivazioni del
terrorismo possono essere politiche, sociali o religiose. Il
terrorismo prolifica laddove ci sono condizioni sociali
precarie, laddove ci sono tensioni sociali e laddove la povertà
e la disperazione regnano sovrane. Fino a quando esisteranno
Le sommosse popolari in Egitto del 2011, anche note con
il nome di rivolta egiziana del 2011, rivoluzione del Nilo o,
dagli stessi interessati, rivoluzione egiziana del 2011,
rappresentano un vasto movimento di protesta che ha visto
il succedersi di episodi di disobbedienza civile, atti di
contestazione e insurrezioni, verificatisi in Egitto a partire
dal 25 gennaio del 2011.
Il moto di protesta popolare egiziano, imperniato sul
desiderio di rinnovamento politico e sociale contro il
trentennale regime del presidente Hosni Mubarak, si è
inizialmente manifestato con mezzi pacifici, ispirati alle
proteste organizzate in Tunisia e in altri paesi arabi che
hanno portato alla destituzione del capo dello stato Zine
Le sommosse popolari in Siria del 2011 sono un moto di
contestazione, simile a quelli che si svolgono nel resto mondo
arabo nello stesso periodo, che interessa numerose città
della Siria dal mese di febbraio del 2011.
Le proteste, che hanno assunto connotati violenti sfociando
in sanguinosi scontri tra polizia e manifestanti, hanno
l'obiettivo di spingere il presidente siriano Bashar al-Asad
ad attuare le riforme necessarie a dare un'impronta
democratica allo stato.
In virtù di una legge del 1963 che impedisce le
manifestazioni di piazza (solo dopo di diverse settimane di
scontri formalmente revocata), il regime ha proceduto a
L'intervento militare in Libia del 2011 è iniziato il 19 marzo ad opera di
alcuni paesi aderenti all'Organizzazione delle Nazioni Unite autorizzati
dalla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza che, nel marzo dello
stesso anno, ha istituito una zona d'interdizione al volo sul Paese
nordafricano ufficialmente per tutelare l'incolumità della popolazione
civile dai combattimenti tra le forze lealiste a Mu'ammar Gheddafi e le
forze ribelli nell'ambito della guerra civile libica. L'intervento è stato
inaugurato dalla Francia con un attacco aereo diretto contro le forze
terrestri di Gheddafi attorno a Bengasi, attacco seguito, qualche ora più
tardi, dal lancio di missili da crociera tipo "Tomahawk" da navi militari
statunitensi e britanniche su obiettivi strategici in tutta la Libia. Gli
attacchi, inizialmente portati avanti autonomamente dai vari paesi che
intendevano far rispettare il divieto di sorvolo, sono stati unificati il 25
marzo sotto l'operazione Unified Protector a guida NATO. La coalizione,
composta inizialmente da Belgio, Canada, Danimarca, Italia, Francia,
Norvegia, Qatar, Spagna, Regno Unito e USA, si è espansa nel tempo fino
a comprendere 19 stati, tutti impegnati nel blocco navale delle acque
libiche o nel far rispettare la zona d'interdizione al volo. I combattimenti
sul suolo libico tra il Consiglio nazionale di transizione e le forze di
Diritto alla pace

Diritto alla pace

  • 2.
    DIRITTO ALLA PACEDiritto: -Qualcosa checi spetta -Qualcosa che dobbiamo avere tutti; -Tutti, indipendenteme nte dalla classe sociale e dalle etnie - Leggi. Pace: -Tranquillità; -Amore; -Guerra; -Fratellanza; -Diritto; -Stabilità. Guerra: -Preistoria: Istinto; -Prime civiltà: potere e sopravvivenza; -Lotta; -Guerre moderne; -Guerre contemporanee.
  • 3.
    «L'Italia ripudia laguerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
  • 4.
    L'Italia rifiuta laguerra come strumento di offesa e come modo per risolvere le controversie internazionali, quindi non ammette che si possa attaccare un altro popolo, nè per limitare la sua libertà, nè per risolvere le controversie. La guerra dunque è ammessa solo per difesa e in nessun caso per attacco. "l'Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo"L'Italia accetta di limitare la propria sovranità a favore delle organizzazioni internazionali che promuovono la pace e la giustizia (come l'ONU). Ogni Stato è sovrano, ma quando si tratta di questioni internazionali, l'Italia aderisce alle decisioni delle organizzazioni internazionali che mirano alla pace perciò
  • 5.
    L'Organizzazione delle NazioniUnite, in sigla ONU, spesso abbreviata in Nazioni Unite, è la più importante ed estesa organizzazione intergovernativa: sono infatti suoi membri 193 Stati del mondo su un totale di 202. SCOPI E PRINCIPI: L'articolo 1 e 2 della Statuto delle Nazioni Unite riassumono gli scopi e i principi che l'organizzazione internazionale si è prefissata : mantenere la pace e la sicurezza internazionale; promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le situazioni che potrebbero portare ad una rottura della pace; sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di uguaglianza tra gli Stati e l'autodeterminazione dei popoli; promuovere la cooperazione economica e sociale; promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui; promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
  • 6.
    L’Organizzazione Mondiale perla Pace è un’organizzazione senza fini di lucro, la cui funzione è quella di preservare la vita umana nel pianeta e fuori di esso. Questa Organizzazione Mondiale, OMPP/WOFP, seguirà le linee tracciate dalle Nazioni Unite, Società madre e di riferimento che, assieme ai suoi Stati membri, deciderà e proporrà il futuro della nostra umanità. Gli scopi principali dell’OMPP saranno proporre un cessate il fuoco in tutto il pianeta e promuovere il dialogo pacifico attraverso gl’infiniti cammini che conducono a una cultura di Pace durevole e al benessere generale.
  • 7.
    Oggi, la paceè raggiunta dallo sforzo dei nostri cari soldati, che sono pronti a lottare, per la raggiunta di un sogno che vorrebbero tutti. Loro ci credono sempre, con tutto il cuore, e molte volte danno la loro vita per la raggiunta di questo.
  • 8.
    il terrorismo puòessere definito un tipo di lotta politica in cui vengono messe in atto o paventate azioni clamorose e cruente contro istituzioni, persone o simboli sociali. l'obiettivo primario di un terrorista, tuttavia, non è mettere in atto delle minacce ma renderle pubbliche per creare un clima di "terrore" e incertezza nella popolazione per poter minare le basi sociali e civili della stessa. Bin laden è uno dei tanti terroristi in circolazione, al soldo della Cia per diverso tempo, egli poi si votò alla causa antioccidentale continuando però ad investire massicciamente negli usa e in altri Stati. La sua morte non cambia la situazione attuale in cui crescono e prolificano gruppi terroristici. le motivazioni del terrorismo possono essere politiche, sociali o religiose. Il terrorismo prolifica laddove ci sono condizioni sociali precarie, laddove ci sono tensioni sociali e laddove la povertà e la disperazione regnano sovrane. Fino a quando esisteranno
  • 9.
    Le sommosse popolariin Egitto del 2011, anche note con il nome di rivolta egiziana del 2011, rivoluzione del Nilo o, dagli stessi interessati, rivoluzione egiziana del 2011, rappresentano un vasto movimento di protesta che ha visto il succedersi di episodi di disobbedienza civile, atti di contestazione e insurrezioni, verificatisi in Egitto a partire dal 25 gennaio del 2011. Il moto di protesta popolare egiziano, imperniato sul desiderio di rinnovamento politico e sociale contro il trentennale regime del presidente Hosni Mubarak, si è inizialmente manifestato con mezzi pacifici, ispirati alle proteste organizzate in Tunisia e in altri paesi arabi che hanno portato alla destituzione del capo dello stato Zine
  • 10.
    Le sommosse popolariin Siria del 2011 sono un moto di contestazione, simile a quelli che si svolgono nel resto mondo arabo nello stesso periodo, che interessa numerose città della Siria dal mese di febbraio del 2011. Le proteste, che hanno assunto connotati violenti sfociando in sanguinosi scontri tra polizia e manifestanti, hanno l'obiettivo di spingere il presidente siriano Bashar al-Asad ad attuare le riforme necessarie a dare un'impronta democratica allo stato. In virtù di una legge del 1963 che impedisce le manifestazioni di piazza (solo dopo di diverse settimane di scontri formalmente revocata), il regime ha proceduto a
  • 11.
    L'intervento militare inLibia del 2011 è iniziato il 19 marzo ad opera di alcuni paesi aderenti all'Organizzazione delle Nazioni Unite autorizzati dalla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza che, nel marzo dello stesso anno, ha istituito una zona d'interdizione al volo sul Paese nordafricano ufficialmente per tutelare l'incolumità della popolazione civile dai combattimenti tra le forze lealiste a Mu'ammar Gheddafi e le forze ribelli nell'ambito della guerra civile libica. L'intervento è stato inaugurato dalla Francia con un attacco aereo diretto contro le forze terrestri di Gheddafi attorno a Bengasi, attacco seguito, qualche ora più tardi, dal lancio di missili da crociera tipo "Tomahawk" da navi militari statunitensi e britanniche su obiettivi strategici in tutta la Libia. Gli attacchi, inizialmente portati avanti autonomamente dai vari paesi che intendevano far rispettare il divieto di sorvolo, sono stati unificati il 25 marzo sotto l'operazione Unified Protector a guida NATO. La coalizione, composta inizialmente da Belgio, Canada, Danimarca, Italia, Francia, Norvegia, Qatar, Spagna, Regno Unito e USA, si è espansa nel tempo fino a comprendere 19 stati, tutti impegnati nel blocco navale delle acque libiche o nel far rispettare la zona d'interdizione al volo. I combattimenti sul suolo libico tra il Consiglio nazionale di transizione e le forze di