2. Cos'è l'Unione
Europea?
L'Unione Europea (UE) è un'unione
politica ed economica a carattere
sovranazionale, che comprende 27
stati membri. L'UE è stata creata in
seguito alla seconda guerra mondiale
con l'obiettivo di promuovere
innanzitutto una maggiore
cooperazione tra gli stati membri,
partendo dal principio che il
commercio produce
un'interdipendenza tra i paesi
riducendo i rischi di conflitti.
3. Quali sono gli Stati
membri dell'UE?
Gli Stati membri dell'UE sono 27: Austria Belgio,
Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia,
Finlandia, Francia, Germania, Grecia,
Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo,
Malta, Paesi-Bassi, Polonia, Portogallo,
Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.
4. Cos’è la NATO?
L’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico è
una delle principali istituzioni internazionali del
mondo. È un’alleanza politica e militare che
riunisce 29 paesi membri dell’Europa e
dell’America settentrionale. Questi paesi si
riuniscono per consultarsi e cooperare nel
campo della sicurezza e della difesa. A tale
riguardo, la NATO costituisce un legame unico
tra questi due continenti quanto alla
cooperazione politica e nel campo della
sicurezza.
5. Quali sono gli Stati membri della NATO?
Gli Stati membri della Nato sono 31:
• 19 Nazioni sono entrate a far parte della NATO dalla sua fondazione nel 1949 da 12 Paesi
(Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi
Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti d'America); nessun Paese è mai uscito.
• Il più grande incremento dei membri si è verificato nel 2004, quando 7 paesi hanno aderito.
• Le aggiunte del 20º secolo includevano la Grecia e la Turchia nel 1952, la Germania occidentale nel
1955 e la Spagna nel 1982. Tre paesi che in precedenza facevano parte del Patto di Varsavia,
l'Ungheria, la Repubblica Ceca e la Polonia nel 1999. Nel 1990, con la Riunificazione tedesca, il territorio
che prima faceva parte della Germania dell'Est entrò nella NATO.
• Nel 2004 sette Nazioni entrarono a far parte della
NATO: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia. Nel 2009 entrarono
l'Albania e la Croazia, nel 2017 Montenegro e nel 2020 la Macedonia del Nord.
• Il 31 marzo 2023, la Finlandia è stata ufficialmente approvata come nuovo membro della NATO dopo
aver firmato il Protocollo di adesione alla NATO e al termine della procedura di ratifica da parte di tutti i
30 Stati membri. Il 4 aprile 2023, è pertanto entrata ufficialmente nella NATO come 31° membro di questa
organizzazione.
6. Cos'è l'ONU
La sigla ONU sta per Organizzazione delle
Nazioni Unite ed è un'unione di Stati a carattere
mondiale che ha l'obiettivo di mantenere la pace e
la sicurezza, sviluppare relazioni amichevoli tra le
nazioni, promuovere la cooperazione
internazionale tra nazioni e il rispetto dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché
dell'autodeterminazione dei popoli.
7. Gli organi principali dell'ONU
Consiglio di sicurezza: è l’organo più rilevante dell’organizzazione e quello a cui è riconosciuto un potere
maggiore. Comprende 15 membri: cinque sono fissi e rappresentano le nazioni vincitrici della Seconda Guerra
Mondiale, mentre gli altri ne fanno parte a rotazione;
Assemblea generale: non può imporre decisioni agli Stati, limitandosi a dare pareri e consigli;
Segretariato generale: è l’organo che gestisce la struttura dell’ONU. È impegnato nel coordinamento della
struttura generale e nella gestione di tutte le agenzie che dipendono da esso;
Corte Internazionale di Giustizia: esercita il potere giudiziario. Se nell’organizzazione ci sono Stati che non
rispettano gli accordi presi, essa può applicare sanzioni economiche, può rompere le relazioni diplomatiche e
può mandare i Caschi Blu, un esercito formato da soldati di ogni paese membro dell’ONU.
8. Gli obiettivi
principali
dell'ONU
• Lo scopo principale dell’ONU era, ed è
ancora, evitare ogni scontro armato per mezzo
diplomatico e mantenere la pace nel mondo.
Specificatamente, i suoi obiettivi sono:
• Proteggere le future generazioni dalla
distruzione causata dalla guerra;
• Garantire i diritti fondamentali dell'uomo;
• Fare in modo che la giustizia ed il rispetto degli
obblighi fissati dai trattati e dalle altre fonti del
diritto internazionale possano essere garantiti;
• Stimolare il progresso sociale ed un migliore
tenore di vita;
• Assicurare la tolleranza;
• Garantire la pace e la sicurezza internazionale;
• Garantire che si ricorrerà alla forza delle armi
non sarà usata solo nell'interesse comune;
• Utilizzare strumenti internazionali per
incentivare il progresso economico e sociale.
9. Il Sistema elettorale in Gran
Bretagna del XVIII
I problemi del sistema elettorale stanno proprio nelle condizioni di accesso al
voto e nel modo stesso in cui si vota. La prima grande riforma sarà solo nel
1832, ma fino a quel momento ci si basa su decisioni prese secoli prima e
rimaste immutate nel tempo. Prima di tutto l’elettorato, anziché aumentare, era
andato nel tempo diminuendo, proprio per via delle regole alla base del
sistema elettorale: nel Seicento votava il 4,6% della popolazione, nel 1831 si è
al 2,6%.
10. Il Parlamento
Britannico
Il Parlamento britannico è diviso
in "curie", cioè gruppi che
dovevano/potevano eleggere un
determinato numero di
parlamentari:
• Contee (circa 40), cioè circoscrizione in
cui è diviso il territorio, ognuna delle
quali poteva eleggere 2 deputati,
indipendentemente dalla sua grandezza
e popolazione.
• Boroughs (circa 220), cioè i borghi,
considerando tutti gli agglomerati a cui il
sovrano aveva concesso il privilegio di
mandare dei rappresentanti, massimo
1.
• Università (5), curia più tarda, che
esprimono ciascuna 1 deputato. Non
sono quindi determinati.
11. La Camera dei comuni è quindi un Parlamento che riflette ben
poco gli interessi, il territorio, la popolazione. Era un collegio
di privilegiati, con il voto che non è tanto un diritto da
rivendicare, quanto un privilegio che distingue, penalizzando
talvolta. Naturale che fosse molto diffuso il voto di scambio: è
facile cedere un privilegio per qualcosa d’altro, molto meno lo
è cedere un diritto politico.
Nel 1801, su 658 deputati, 186 sono dalle contee, 467 dai
borghi.. Mettendo insieme questi dati, si comprende che tra
gli aventi diritto al voto, la metà dei seggi parlamentari era
decisa dal 5% degli elettori. Una grande massa di deputati
proveniva di borghi, in alcuni dei quali c’erano anche soltanto
250 aventi diritto, o meno. Inoltre erano quasi tutti concentrati
nel sud del Paese (Cornovaglia) Mentre fenomeni come
l’industrializzazione avevano fatto espandere enormemente
altre città, che magari nemmeno avevano la possibilità di
rappresentanza.
12. La divisione dei poteri di Montesquieu
L'opera "Lo spirito delle leggi" di Montesquieu polemizza contro gli arbìtri delle leggi
riguardo a questioni come la schiavitù, la tortura, la guerra, ma, soprattutto, teorizza,
per la prima volta, la separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), un
principio della moderna democrazia. Partendo dall'assunto che "il potere assoluto
corrompe assolutamente", egli afferma la necessità di porre dei limiti ai singoli poteri.
Secondo Montesquieu, infatti, può dirsi libera solo quella società in cui nessun
governante può abusare del proprio ruolo; l'unico rimedio contro questa possibile
degenerazione è la separazione dei tre poteri fondamentali, che devono essere affidati
a persone diverse, in modo che uno possa impedire gli eccessi degli altri. Al contrario,
in una società in cui i tre poteri sono in mano a una sola persona, non è garantita la
libertà per la mancanza della "bilancia dei poteri". Si può quindi capire facilmente come
Lo spirito delle leggi abbia aperto la strada a molte rivendicazioni sociali e politiche nel
suo secolo e in quelli successivi.
13. Cesare Beccaria e la pena di morte
Il trattato di Beccaria Dei delitti e delle pene critica un sistema giudiziario,
assolutamente non imparziale, condizionato da interessi e privilegi. La crudeltà
dell'applicazione della pena capitale, poi, rende l'apparato governativo e giudiziario
dello Stato colpevole esso stesso dell'omicidio di un suo cittadino. La riflessione di
Beccaria suggerisce pene detentive più lunghe, ma più moderate. Egli è infatti convinto
che una soluzione drastica, come la pena di morte, non ha troppo impatto sulla
sensibilità umana, poiché la macabra esibizione pubblica della vendetta delle istituzioni
– le condanne venivano eseguite nelle piazze – lascia scarsa traccia del suo intento
educativo. Inoltre, egli ribadisce la necessità che i cittadini siano a conoscenza dei
princìpi della legge e siano garantiti da equi procedimenti processuali.