Stefano Eleuteri - Sviluppare l’immunità psicologica all’epidemia del Coronav...Stefano Saladino
Per aiutarvi a sostenervi durante questo periodo, questa sessione online si concentra sui modi in cui è possibile “Costruire l’immunità psicologica durante l’epidemia del virus COVID-19”. Identificheremo e riconosceremo le emozioni che potreste provare e vi daremo suggerimenti pratici per affrontare la situazione durante questo periodo.
L’esperienza dimostra purtroppo che non basta elencare i possibili “effetti indesiderati“ dell’assunzione di sostanze, né la motivazione sopravviene automaticamente al manifestarsi di danni non sempre e non solo transitori. È necessario che chi consuma, e non intende smettere, apprenda anzitutto la capacità di riconoscere i segni dell’alterazione, non solo rispetto agli effetti attesi ma anche inattesi, e i sintomi di malessere che si possono manifestare a medio-lungo termine.
Cercare di creare una coscienza critica rispetto ai limiti del proprio stato psico-fisico, può costituire una importante linea di difesa per chi non intende cessare l’assunzione.
Questa brochure, curata da SEM Organizzazione Soc. Coop., nasce all’interno del Progetto “Programma regionale di prevenzione e diagnosi precoce delle dipendenze da droghe e comportamentali” (sigla “Prevenzione Sardoegna.it”) commissionato dalla Presidenza del Consiglio desi Ministri - Dipartimento Politiche Antidroga all’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Sardegna e dato in gestione, per la realizzazione, all’Azienda Sanitaria Locale di Cagliari.
È obiettivo del progetto coinvolgere la comunità sarda nel contrasto alle dipendenze da sostanze o comportamentali attraverso una capillare e corretta informazione, sulle sostanze utilizzate, sugli effetti, sui rischi, sugli stili di consumo, sulle conseguenze sanitarie, legali e sociali, suggerendo anche atteggiamenti relazionali più funzionali ed efficaci ad un primo approccio al fenomeno e indicando modalità e sedi in cui affrontare dubbi e problemi, con la creazione di una rete di contatto informale e precoce per un primo orientamento.
Stefano Eleuteri - Sviluppare l’immunità psicologica all’epidemia del Coronav...Stefano Saladino
Per aiutarvi a sostenervi durante questo periodo, questa sessione online si concentra sui modi in cui è possibile “Costruire l’immunità psicologica durante l’epidemia del virus COVID-19”. Identificheremo e riconosceremo le emozioni che potreste provare e vi daremo suggerimenti pratici per affrontare la situazione durante questo periodo.
L’esperienza dimostra purtroppo che non basta elencare i possibili “effetti indesiderati“ dell’assunzione di sostanze, né la motivazione sopravviene automaticamente al manifestarsi di danni non sempre e non solo transitori. È necessario che chi consuma, e non intende smettere, apprenda anzitutto la capacità di riconoscere i segni dell’alterazione, non solo rispetto agli effetti attesi ma anche inattesi, e i sintomi di malessere che si possono manifestare a medio-lungo termine.
Cercare di creare una coscienza critica rispetto ai limiti del proprio stato psico-fisico, può costituire una importante linea di difesa per chi non intende cessare l’assunzione.
Questa brochure, curata da SEM Organizzazione Soc. Coop., nasce all’interno del Progetto “Programma regionale di prevenzione e diagnosi precoce delle dipendenze da droghe e comportamentali” (sigla “Prevenzione Sardoegna.it”) commissionato dalla Presidenza del Consiglio desi Ministri - Dipartimento Politiche Antidroga all’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Sardegna e dato in gestione, per la realizzazione, all’Azienda Sanitaria Locale di Cagliari.
È obiettivo del progetto coinvolgere la comunità sarda nel contrasto alle dipendenze da sostanze o comportamentali attraverso una capillare e corretta informazione, sulle sostanze utilizzate, sugli effetti, sui rischi, sugli stili di consumo, sulle conseguenze sanitarie, legali e sociali, suggerendo anche atteggiamenti relazionali più funzionali ed efficaci ad un primo approccio al fenomeno e indicando modalità e sedi in cui affrontare dubbi e problemi, con la creazione di una rete di contatto informale e precoce per un primo orientamento.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
Sviluppo cerebrale e rischi da digitale di Ilaria PorroBraglia
La rete neurale si forma nel periodo
fetale e nei primi due tre anni, con due
processi chiave: la neurogenesi e la sinaptogenesi,
entrambe massime in questa
prima epoca della vita.
Si individuano 4 fasi dello sviluppo cerebrale:
- Proliferazione: fase in cui si generano
nuovi neuroni
- Sinaptogenesi: fase in cui avviene la
formazione di nuove connessioni (sinapsi)
tra neuroni
- Prunning o sfoltimento sinaptico: è
il processo in cui vengono eliminate
dal cervello le connessioni meno importanti
o poco utilizzate
- Mielinizzazione: processo in cui gli
assoni delle vie neurali importanti
vengono ricoperti da una guaina
isolante, la mielina, che li rende più
veloci e stabili.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
L’obesità infantile è un problema globale di salute pubblica e rappresenta uno dei principali disturbi nutritivi nei bambini e negli adolescenti nei paesi occidentali. L’obesità si sviluppa all’interno di specifici modelli alimentari e di culture delle famiglie, con un’incidenza maggiore fra i soggetti economicamente più svantaggiati. Sono rilevanti gli stili di vita e il peso dei mass media sull’incremento di tale problema definito come una «nuova epidemia». L’ approccio integrato deve tenere conto della “complessità” nell’ambito della unità mente-corpo.
La formazione in Mindful parenting permette di andare al di là delle formazioni educative rivolte ai genitori, sostenendo il cambiamento e la guarigione del "trasmission gap" ossia delle esperienze di attaccamento irrisolte del passato
#Iorestoacasa….con le mie emozioni è un service per la comunità volto a diffondere alcune indicazioni utili per proteggere il nostro benessere psico-emotivo in questo momento di emergenza e di forte stress quotidiano.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
Sviluppo cerebrale e rischi da digitale di Ilaria PorroBraglia
La rete neurale si forma nel periodo
fetale e nei primi due tre anni, con due
processi chiave: la neurogenesi e la sinaptogenesi,
entrambe massime in questa
prima epoca della vita.
Si individuano 4 fasi dello sviluppo cerebrale:
- Proliferazione: fase in cui si generano
nuovi neuroni
- Sinaptogenesi: fase in cui avviene la
formazione di nuove connessioni (sinapsi)
tra neuroni
- Prunning o sfoltimento sinaptico: è
il processo in cui vengono eliminate
dal cervello le connessioni meno importanti
o poco utilizzate
- Mielinizzazione: processo in cui gli
assoni delle vie neurali importanti
vengono ricoperti da una guaina
isolante, la mielina, che li rende più
veloci e stabili.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
L’obesità infantile è un problema globale di salute pubblica e rappresenta uno dei principali disturbi nutritivi nei bambini e negli adolescenti nei paesi occidentali. L’obesità si sviluppa all’interno di specifici modelli alimentari e di culture delle famiglie, con un’incidenza maggiore fra i soggetti economicamente più svantaggiati. Sono rilevanti gli stili di vita e il peso dei mass media sull’incremento di tale problema definito come una «nuova epidemia». L’ approccio integrato deve tenere conto della “complessità” nell’ambito della unità mente-corpo.
La formazione in Mindful parenting permette di andare al di là delle formazioni educative rivolte ai genitori, sostenendo il cambiamento e la guarigione del "trasmission gap" ossia delle esperienze di attaccamento irrisolte del passato
#Iorestoacasa….con le mie emozioni è un service per la comunità volto a diffondere alcune indicazioni utili per proteggere il nostro benessere psico-emotivo in questo momento di emergenza e di forte stress quotidiano.
1. PER RIPARTIRE #INSIEME
Dieci suggerimenti per i genitori per aiutare i più piccoli ad affrontare la ripresa
In questi giorni, il tema del Covid-19 è ancora al centro delle cronache. Nonostante la fase di ripresa
si sia avviata da alcune settimane, gli effetti del lockdown e del distanziamento personale sono
tuttora presenti. Il periodo che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo ha alterato le nostre
abitudini e il nostro stile di vita. Le misure restrittive di isolamento personale hanno avuto - e
continuano ad avere - effetti anche a livello psicologico, in particolare sul nostro benessere percepito,
che è stato fortemente messo a dura prova. Uno dei primi marcati effetti psicologici è l’impatto
sull’umore e sugli stati emozionali: di fronte a certezze messe in discussione, abitudini da modificare,
un crescente stress percepito. Per molte persone l’ansia ha superato livelli di guardia. Il senso di
malessere e di ansia generalizzata che possono vivere gli adulti, può essere ulteriore fonte di
difficoltà per i più piccoli. Per dare ai genitori alcuni suggerimenti per aiutare i più piccoli ad
affrontare la ripresa, FIR con la collaborazione di Save the Children - in virtù dell’esperienza maturata
negli anni nella protezione dei minori in contesti di emergenza - ha messo a punto alcuni
suggerimenti, attraverso i quali i genitori possono dare sostegno ai più piccoli ad affrontare le proprie
preoccupazioni e a riprendere le attività sportive con sicurezza.
1. ASCOLTARE. L’ascolto dei bambini è il primo passo per comprendere il loro stato
emotivo: supportare emotivamente e psicologicamente bambini e ragazzi vuol dire
prima di tutto stare loro vicino, accogliendo preoccupazioni e paure. È fondamentale
capire i bisogni per poter dare risposte adeguate alle loro richieste.
2. FORNIRE INFORMAZIONI SEMPLICI E CHIARE. Dire la verità nel modo più semplice è
sempre la cosa migliore da fare. Per farlo al meglio ciascun adulto può fare
riferimento a fonti ufficiali, come ad esempio il Ministero della salute o il Portale
Covid-19 della FIR. Dare le informazioni con un linguaggio semplice e adatto alla loro
età è il modo migliore per tranquillizzarli e facilitare la comprensione di ciò che sta
accadendo intorno a loro.
3. NO ALLA SOVRAESPOSIZIONE ALLE INFORMAZIONI. Evitare di far trascorrere troppo
tempo davanti ai media e ai social media, evitando di amplificare la confusione
rispetto a ciò che vedono e ascoltano. L’eccessiva esposizione rischia inoltre di
essere controproducente e innescare meccanismi di rifiuto o di minimizzazione
eccessiva della situazione. Continuare a mostrare immagini di ospedali, mascherine e
il costante aggiornamento del numero dei contagi e delle morti, non può che
incrementare fantasie e pensieri negativi.
4. RASSICURARLI SULLE MISURE DI PROTEZIONE ADOTTATE. Spiegare ai bambini che
gli adulti e soprattutto le istituzioni, come FIR, stanno facendo di tutto per
proteggere loro e le persone che gli sono vicine e poter riprendere le attività
sportive in sicurezza. È essenziale far comprendere a bambini e ragazzi che i
comportamenti preventivi come la chiusura delle scuole e la sospensione delle attività
sportive sono state misure necessarie per avere maggiore controllo e garantire alla
popolazione una protezione adeguata. Ora, rispettando prescrizioni e indicazioni, si
può riprendere in sicurezza l’attività sportiva.
2. 5. APPROFONDIRE LA CONOSCENZA. Proporre momenti di approfondimento, anche
attraverso il gioco, per parlare di temi scientifici legati alle caratteristiche del virus
aiuterà bambini e ragazzi a sentirsi più consapevoli e comprendere maggiormente
anche le indicazioni dei comportamenti da adottare in questa fase di ripresa che sono
state indicate dalle autorità sanitarie e dalla FIR;
6. ESSERE DI ESEMPIO. I primi a dover seguire i comportamenti corretti devono essere
gli adulti: è fondamentale essere attenti ad esprimere le proprie emozioni negative di
fronte ai bambini e ragazzi, che potrebbero essere influenzati dagli adulti che li
circondano. È inoltre cruciale che siano proprio gli adulti a seguire con scrupolo le
regole e i comportamenti indicati dalle istituzioni competenti, coinvolgendo i bambini a
fare altrettanto.
7. MANTENERE LA QUOTIDIANITA’. Non cambiare i propri comportamenti e le proprie
abitudini, se non richiesto dalle autorità competenti, è importante anche in fase di
ripresa per non creare ulteriori fonti di ansia e stress. Riprendere l’attività sportiva e
frequentare le normali attività ricreative a cui erano abituati, è importante per
mantenere un senso di normalità attraverso il gioco, lo sport, gli amici;
8. NON DISCRIMINARE. Evitare comportamenti o affermazioni che siano
discriminatorie nei confronti dei contagiati o delle persone che provengono da una
determinata area geografica. Anche in questo caso è necessario che gli adulti siano
da esempio e siano capaci di spiegare ai bambini che commettono atti discriminatori,
che si tratta di un comportamento sbagliato. Di fronte a un bambino che dovesse
essere invece vittima di discriminazione è importante cercare di coinvolgere gli altri
genitori, gli insegnanti e coloro che sono vicini al bambino, per non farlo sentire
escluso, condividendo le informazioni corrette.
9. VALORIZZARE LE OPPORTUNITA’ CHE ARRIVANO DAI NUOVI MEDIA. Per ridurre il
senso di isolamento, soprattutto laddove i bambini siano costretti in casa, le
tecnologie digitali possono essere uno strumento utile alla socializzazione e
all’apprendimento. È però necessario che i genitori e gli adulti promuovano un utilizzo
consapevole e corretto di questi strumenti da parte dei più piccoli.
10. PICCOLI GESTI CHE POSSONO FARE LA DIFFERENZA. Trovare modalità nuove e
divertenti per invogliare i bambini ad avere comportamenti corretti può aiutarli a
rendere abituali dei piccoli gesti. A volte anche una semplice filastrocca può essere di
aiuto per insegnare ai bambini che le mani vanno lavate per almeno 20 secondi, così
come non mettersi le mani in bocca o starnutire nell’incavo del braccio. Un po’ alla
volta queste piccole attenzioni, creando anche occasioni di divertimento, si
trasformeranno in sane abitudini.