L'intervento di Daniele Franco, capo del Servizio Studi di struttura economica e finanziaria della Banca d'Italia, in occasione della presentazione del Rapporto "L'economia del Veneto nel 2009" presso Fondazione CUOA, venerdì 18 giugno 2010
Atti conferenza la gioielleria_nel_made_in_italy_fra _crisi_dei_consumi_interniCentro Produttività Veneto
CONFERENZA organizzata dal Gruppo di Studio Settore Orafo su Analisi della situazione economica e aspetti tariffari nei
principali mercati di riferimento'
Atti conferenza la gioielleria_nel_made_in_italy_fra _crisi_dei_consumi_interniCentro Produttività Veneto
CONFERENZA organizzata dal Gruppo di Studio Settore Orafo su Analisi della situazione economica e aspetti tariffari nei
principali mercati di riferimento'
Jobs Act: cosa cambia per davvero nella gestione del lavoro? Punto per punto,...Fondazione CUOA
Le slide dell'intervento di Simone Baghin, Docente Faculty MBA Imprenditori CUOA Business School e Consulente del lavoro al seminario "Jobs Act: cosa cambia per davvero nella gestione del lavoro?"
10 dicembre 2014, Fondazione CUOA
I consumi alimentari in Italia e all’estero. Tendenze evolutive, criticità ed...Fondazione CUOA
Intervento di Paolo Bono, Economista NOMISMA
all'evento Consumi alimentari e relazioni di filiera: il
contributo dei fornitori locali al successo della GDO.
In collaborazione con Largo Consumo.
13 novembre 2014, Villa Valmarana Morosini, Altavilla Vicentina (VI).
Consumi alimentari e relazioni di filiera: il contributo dei fornitori locali...Fondazione CUOA
Introduzione di Corrado Giacomini, Responsabile scientifico Corso Executive in Management aziende agroalimentari
all'evento Consumi alimentari e relazioni di filiera: il
contributo dei fornitori locali al successo della GDO.
In collaborazione con Largo Consumo.
13 novembre 2014, Villa Valmarana Morosini, Altavilla Vicentina (VI).
Identikit del Credit Manager: ruolo, competenze, relazioniFondazione CUOA
Cos’è il Credit Management?
Qual è il ruolo del Credit Manager all’interno dell’azienda?
Quali devono essere le competenze specifiche di un Credit Manager?
Come si interfaccia il Credit Manager all’interno dell’azienda?
L'identikit del Credit Manager secondo Fabio Galli, Credit Manager Gruppo Manni HP S.p.A., Verona
I 5 benefici di un MBA - Master of Business AdministrationFondazione CUOA
Ma frequentare un MBA serve davvero? Sulla base delle esperienze dei partecipanti e di ricerche scientifiche sul tema, si può affermare che frequentare un MBA determina un rilevante miglioramento sulle competenze possedute dai partecipanti e sulla loro carriera, e si riscontra un legame significativo fra lo sviluppo competenze trasversali (i.e. soft skills) e l’efficacia professionale degli allievi.
I 5 benefici di un MBA sintetizzati da Andrea Vinelli, Direttore scientifico Programmi MBA Fondazione CUOA
Sandra Puicher Soravia, Project Leader CUOA Executive Education
3. Il commercio mondiale è crollato tra 2008 e 2009, è
in ripresa da un anno (soprattutto in Asia)
Esportazioni Importazioni
30 30
20 20
10 10
0 0
-10 -10
-20 -20
-30 -30
-40 -40
2008 2009 2008 2009
UE N Am
ord erica Asia (paesi avanzati) Asia (paesi emergenti)
Commercio internazionale di beni (variazioni percentuali; in quantità)
4. La produzione industriale in Europa:
in lenta ripresa dopo il crollo
120 120
115 Italia Germania Francia 115
Spagna Area dell'euro (2)
110 110
105 105
100 100
95 95
90 90
85 85
80 80
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Produzione industriale nei maggiori paesi dell’area dell’euro
(medie mobili dei 3 mesi terminanti nel mese di riferimento)
6. I disavanzi di bilancio sono aumentati molto
14 14
Stati Uniti Regno Unito Canada
12 12
Area dell'euro Giappone
10 10
8 8
6 6
4 4
2 2
0 0
-2 -2
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Indebitamento netto dell'amministrazione pubblica
(dati in percentuale del PIL)
7. Il debito pubblico aumenta ovunque
100 250
90 240
80 230
70 220
60 210
50 200
40 190
30 180
20 Stati Uniti Regno Unito 170
Canada Area dell'euro
10 Giappone (scala dx) 160
0 150
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Debito lordo dell'amministrazione pubblica
(dati in percentuale del PIL)
8. Un mondo difficile per chi non è (o non sembra) molto “solido”
(differenziali di rendimento a dieci anni rispetto alla Germania - punti base)
680 680
640 640
600 600
560 560
520 520
Grecia
480 480
440 440
400 400
360 360
320 320
280 280
240 240
200 200
160 160
Irlanda
120 120
Italia Portogallo
80 80
Spagna
40 40
Francia
0 0
Germania
-40 - 40
2008 2009 2010
* Valori aggiornati al 31/05/2010
Germania Francia Grecia Italia Irlanda Spagna Portogallo
9. Tensioni sui titoli di Stato di alcuni paesi europei:
l’appartenenza all’euro offre tempo, ma non evita le crisi
L’imponente creazione di debito pubblico ha improvvisamente accresciuto il premio
di rischio di alcuni stati: al sollievo per la catastrofe evitata è subentrata nei mercati
finanziari l’ansia improvvisa per la sostenibilità di debiti pubblici crescenti
La Grecia è il caso limite: deficit e debito elevati, conti pubblici non trasparenti, alto
disavanzo della bilancia dei pagamenti, debole struttura industriale, dinamiche
salariali insostenibili crisi fiscale che le autorità greche tardavano a percepire
Le tensioni coinvolgono anche paesi che non avevano grandi squilibri nei conti
pubblici (Irlanda e Spagna). Rilevano gli squilibri macroeconomici (espansione
del settore immobiliare) e la perdita di competitività (Portogallo)
nell’Unione monetaria stagnazione, disoccupazione e, alla lunga, tensioni nel bilancio
pubblico sono l’inevitabile conseguenza della perdita di competitività
10. La reazione europea: di grandi proporzioni,
soluzioni nuove e inattese
Timore che la crisi dello Stato greco si traducesse in un collasso del suo sistema
bancario. Timori per le banche di altri paesi più esposte verso controparti greche. Il
rischio diveniva sistemico: la liquidità interbancaria si inaridiva
La BCE riteneva che la stabilità del sistema finanziario fosse a rischio: accettava
collaterale con rating basso; riattivava l’offerta illimitata di liquidità nelle
operazioni di rifinanziamento; acquistava titoli per ripristinare mercati divenuti
illiquidi
L’UE stanziava 110 miliardi per finanziamenti alla Grecia; predisponeva uno
schema di assistenza ai debitori sovrani dell’area in caso di crisi di liquidità, fino
a 750 miliardi (con il FMI). I paesi beneficiari dovranno predisporre programmi
di risanamento sottoposti a verifiche periodiche
12. Un’economia in recessione
Nel biennio 2008-09 il PIL è sceso di 6 punti e mezzo (quasi metà della crescita
dei 10 anni precedenti). Il reddito reale delle famiglie è sceso del 3,4%, i consumi
del 2,5%. Le esportazioni sono cadute del 22%, gli investimenti del 16%
I fallimenti d’impresa sono stati 9.400 nel 2009, un quarto in più rispetto all’anno
precedente. Stanno soffrendo soprattutto le imprese più piccole, spesso
dipendenti da rapporti di subfornitura
Le aziende che avevano avviato processi di ristrutturazione prima della crisi
hanno retto meglio l’urto; oggi presentano le prospettive migliori; anche le
imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo sopportano meglio la crisi
13. Una politica economica cauta, una ripresa graduale
La politica economica ha limitato il danno per circa due punti di PIL: un
punto la politica monetaria, un punto la politica di bilancio. L’estensione
degli ammortizzatori sociali ha attenuato i costi della crisi
La crescita del disavanzo pubblico è risultata inferiore a quella delle altre
principali economie avanzate. La solidità del nostro sistema bancario, che non
ha richiesto interventi pubblici significativi, ha aiutato
All’inizio di quest’anno si stimava che l’economia italiana sarebbe tornata a
crescere. Nel 1° trimestre il PIL aumentava dello 0,5% sul trim precedente;
miglioravano le aspettative delle imprese (soprattutto le esportatrici); la fase
di decumulo delle scorte sembrava essersi esaurita
14. Si anticipa la manovra per ridurre il disavanzo
L’esplodere della crisi greca potrebbe cambiare il quadro di riferimento.
Vari governi europei hanno preso misure dirette al rientro del disavanzo.
Il Governo italiano ha anticipato la definizione delle misure correttive per il
biennio 2011-12: mirano a ridurre il disavanzo di 24,9 miliardi nel 2012;
riguardano le principali voci di spesa e la lotta all’evasione fiscale
La manovra riduce la crescita, ma è necessaria. Rischi: i tagli alla finanza
decentrata, il recupero di evasione, le ipotesi macroeconomiche
La manovra mira a portare la crescita della spesa primaria corrente al di
sotto dell’1% annuo nel biennio 2011-12. Negli ultimi 10 anni è cresciuta in
media del 4,6% l’anno. È necessario un attento scrutinio degli effetti della
manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi.
15. Ma siamo lontani dalle condizioni della Grecia
2009 (% del PIL)
Italia Grecia
Indebitamento netto 5,3% 13,6%
Disavanzo primario 0,6% 8,5%
Aumento spesa age-related 2010-60 1,6% 10,8%
La ricchezza accumulata dalle famiglie è pari, al netto dei debiti, a quasi 2 volte
il PIL nella sola componente finanziaria, a circa 5 volte e mezzo includendo le
proprietà immobiliari, livelli fra i più alti nell’area dell’euro.
I debiti delle famiglie sono fra i più bassi dell’area, quelli delle imprese sono
inferiori alla media
17. L’occupazione scende, soprattutto nel Mezzogiorno
(Numeri indice; 2004=100)
110
108
106
104
102
100
98
96
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole
18. Occupazione e disoccupazione:
i giovani soffrono di più
65 20-34 Tasso di occupazione
64 35-64
63
62
61
60
59
58
15
Tasso di disoccupazione
10
5
0
2007 2008 2009
20. Il rapporto debito/PIL torna ai livelli dei primi anni ‘90
125 125
120 120
115 115
110 110
105 105
100 100
95 95
'90 '91 '92 '93 '94 '95 '96 '97 '98 '99 '00 '01 '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 '11 '12
Debito Amministrazioni pubbliche Previsione RUEF (05/2010)
21. La pressione fiscale italiana supera di oltre 2 punti
la media dell’area e quella della Germania
48 48
45 45
42 42
39 39
36 36
33 33
30 30
'99 '00 '01 '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10
Italy France Germany Spain Euro area excluding Itlay
Ma la differenza tra le aliquote è ancora maggiore: il cuneo fiscale sul lavoro è di circa 5
punti superiore alla media degli altri paesi dell’area dell’euro, il prelievo sui redditi da
lavoro più bassi e quello sulle imprese, includendo l’Irap, sono più elevati di 6 punti.
Influisce la diffusione dell’evasione
22. La spesa primaria corrente è sui massimi storici:
come ridurla?
50 50
46 46
42 42
38 38
34 34
30 30
'99 '00 '01 '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10
Italy France Germany Spain Euro area excluding Itlay
23. Due obiettivi per la politica economica:
riequilibrio dei conti e crescita
24. La competitività: abbiamo perso terreno rispetto a
Germania e Francia
120 120
Italia
Germania
115 Francia 115
Spagna
tasso di cambio effettivo reale dell'euro
110 110
105 105
100 100
95 95
90 90
85 85
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Indicatori di competitività e tasso di cambio effettivo reale dell’euro basati sui prezzi alla
produzione dei manufatti (indici: 1999=100) Un aumento segnala una perdita di competitività.
25. La dinamica della produttività rimane peggiore di quella
dei principali paesi europei
26. Una politica economica per il dopo crisi
nei 10 anni precedenti la crisi, la produttività di un’ora lavorata è salita del
3% in Italia, del 14% nell’area dell’euro; l’economia italiana è cresciuta del
15%, contro il 25% dell’area. Il tasso di occupazione è basso: 57% nel 2009,
7% meno che nell’area; il divario è più ampio per i giovani e le donne (12%)
superata la crisi il nostro paese si ritroverà con più debito pubblico e con un
capitale privato – fisico e umano – depauperato dal calo degli investimenti e
dall’aumento della disoccupazione
se dovessimo tornare sul sentiero di bassa crescita degli ultimi 15 anni sarebbe
arduo riassorbire il debito pubblico
due priorità:
- assicurare il riequilibrio prospettico dei conti pubblici
- attuare riforme che consentano al nostro sistema produttivo di essere parte
attiva della ripresa economica mondiale. Occorre riallocare le risorse verso
settori e imprese con maggior potenziale di espansione
27. Il riequilibrio dei conti pubblici
la spesa pubblica complessiva nel 2010 superera il 50% del PIL; vi è il rischio che
sull’economia gravi a lungo una pressione fiscale molto elevata
il piano di riduzione del deficit e del debito deve necessariamente fondarsi sul
contenimento della spesa primaria corrente (nel 2009 superiore di 5 p.p. alla media
degli anni ’90): lo sforzo sarà probabilmente molto pesante
il tasso di attività nella fascia 55-64 anni è al 36%, contro il 56% della Germania. È
indispensabile proseguire nel graduale incremento dell’età media di pensionamento.
Si innalzeranno il reddito disponibile delle famiglie e il potenziale produttivo
dell’economia. Le innovazioni introdotte nell’ultimo anno vanno in questa direzione
saranno cruciali le modalità di attuazione del federalismo fiscale; deve rendere più
efficiente l’utilizzo delle risorse pubbliche, creando uno stretto collegamento tra le
decisioni di spesa e di prelievo. È importante accorpare gli enti pubblici
28. Le riforme strutturali necessarie sono note …
la riforma della pubblica amministrazione potrà dare un contributo rilevante. Per
migliorare la qualità dei servizi forniti da ciascuna scuola, ospedale, tribunale, ente
amministrativo, ecc. si può partire da indicatori già disponibili (istruzione, sanità) o
sviluppabili senza grandi costi (giustizia civile)
progressi nel contrasto alle attività irregolari consentirebbero di ridurre le aliquote
legali. L’economia irregolare è un sesto del PIL. L’evasione accresce l’onere imposto
alle attività regolari, riduce la competitività di larga parte delle imprese, ecc.
il divario tra le nostre infrastrutture e quelle degli altri principali paesi UE è
aumentato. I tempi e i costi di completamento sono elevati. Cause: attribuzione delle
competenze, carenze nelle valutazioni ex-ante e nei rendiconti, cambiamenti di
progetto
il processo di liberalizzazione deve proseguire. Nei paesi in cui i servizi sono meno
liberalizzati lo sviluppo dei settori tecnologicamente più avanzati è minore. Occorre
non solo introdurre maggiore concorrenza, ma regolare i mercati correttamente
29. Il rilancio del sistema produttivo è ostacolato dall’eccessiva
regolamentazione di alcuni mercati e da carenze nelle
condizioni del fare impresa