convegno “Laboratori nella Nuova Scuola Italiana”, Roma 07/05/2010, intervento scritto Prof. Miriam Teci, docente laboratorio I.T.I. G. Bruno di Budrio,Bologna
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Convengo ITP 7/05/2010 Roma contributo Bologna
1. Al Prof Paolo Grillo
Segretario Generale dell'AID
Essendo impossibilitata a partecipare personalmente al Convegno Nazionale "Laboratori nella Nuova
Scuola Italiana" che si sta svolgendo oggi a Roma, desidero comunque portare un contributo oltre ad alcune
richieste di approfondimento su problematiche legate alla presenza degli ITP nella Nuova Scuola.
Sono attualmente Delegata di Sede di un Istituto Tecnico Industriale della provincia di Bologna (Giordano
Bruno di Budrio), abilitata in laboratorio di Fisica e esercitante Laboratorio di Elettrotecnica da più di 15
anni. Ho partecipato ai lavori dei Convegni organizzati dalla Commissione Ministeriale coordinata dal Prof.
Berlinguer (e rete LST), e mi sono
particolarmente interessata negli studi universitari a ciò che fa
riferimento alla trasmissione e l'istruzione delle conoscenze scientifiche. Negli istituti nei quali ho insegnato,
ho sempre cercato di qualificare le mie prestazioni professionali caratterizzandole di quella specificità che
contraddistingue il ruolo dell'insegnante tecnico pratico sia in co-presenza che come unico docente di
materia. Non nascondo le difficoltà incontrate nel cercare di salvaguardare la dignità di tale servizio che
richiede di esercitare tutte le funzioni di un qualsiasi altro docente , con l'aggravante di dover coordinare il
proprio lavoro con un altro docente per garantire la completezza della formazione. E' decisamente
impegnativo anche perché lo stile di relazione con il docente copresente costituisce esso stesso messaggio
educativo per gli studenti.
Tra i nodi problematici che creano difficoltà , che sono già presenti nel sistema scolastico , che temo si
trascineranno anche nella nuova scuola ,che spero emergano al convegno che si sta svolgendo sui diversi
ambiti della professionalità degli ITP e che mi auguro siano affrontati, vorrei farne presente alcuni che
riguardano:
-la FUNZIONE DOCENTE dell'ITP, quali le sue specificità e caratteristiche e come salvaguardarla dalla
prospettiva di relegarla ad assistenza tecnica;
-il know-out dell'insegnante di laboratorio e le metodologie di insegnamento specifiche;
-il ruolo del docente in copresenza e i compiti legati alla certificazione del lavoro svolto;
-il ruolo dell'ITP in tutti gli organismi scolastici e nelle commissioni di esame;
-l'ufficio tecnico come possibilità per gli ITP (assegnati con classi di concorso della specializzazione
dell'istituto dove sono situate, mi auguro) di mettere a frutto le competenze legate alla conoscenza di
programmi e metodi (per una organizzazione razionale e funzionale al POF dei materiali dei laboratori) oltre
che alle competenze tecniche legate alla conoscenza di strumenti e dispositivi;
-Il riconoscimento dell'ITP come esperto: se nella legislazione passata per qualificarsi come esperto esterno,
insegnare e partecipare ai consigli di classe con scrutinio era sufficiente essere esperto cioè avere svolto
continuativamente per 5 anni la stessa funzione lavorativa, ci si chiede perché non si debba dare questo
riconoscimento anche all'ITP, un docente che essendo tale e a differenza dell'esperto esterno oltre alla
competenza specifica di materia è qualificato ed è capace di VALUTARE GLI APPRENDIMENTI quindi
progettare interventi formativi personalizzati durante l'insegnamento e non solo addestrare ad abilità e
compiti (che tra l'altro conosce). Ciò gli consentirebbe di essere presente nei nuovi organismi scolastici che
prevedono rappresentanti di categorie e dell'industria e la cui presenza non è nemmeno citata;
- la possibilità di carriera a partire dalla posizione di ITP;
2. -quale formazione (e riconoscimento di funzione) per esercitare il coordinamento dell'insegnamento di
diversi gruppi di studenti/classi;
-il come proporsi nei confronti di albi professionali per docenti, percorsi formativi universitari, ecc che
automaticamente escludono chi oggi insegna con diploma perché come criterio selettivo unico viene
considerato il titolo di studio di accesso al ruolo;
- il dove, chi e come sarà deputato a qualificare e/o riqualificare gli ITP e se ci sono prospettive di nuovo
reclutamento .
Nella nuova scuola gli ITP dovranno ancora una volta fare i conti con un numero ridotto di ore per molte
classi, col dover diventare specialisti in materie certo affini, ma diverse nei contenuti e nei metodi con lo
spreco di professionalità acquisite nel corso degli anni e ancora riconosciute utili guardando ai nuovi
programmi; con sindacati che promuovendo per i loro specifici interessi le categorie con il maggior numero di
iscritti in questi anni hanno abbandonato se non impedito qualsiasi riconoscimento di riqualificazione degli
ITP a favore degli assistenti tecnici che all'amministrazione risultano meno costosi; con lo scarso
riconoscimento da parte dei copresenti di una paritaria dignità professionale e l'ignoranza più totale dei
dirigenti scolastici che non avendo nella maggior parte formazione scientifica , non hanno minima
concezione della specificità dell’importanza dell’insegnamento nel laboratorio nella validazione in materie
tecnico- scientifiche e conseguentemente vedono la presenza dell'ITP solo come una complicazione nella
gestione delle risorse umane dell'Istituto. Ma si avrà anche a che fare con chi purtroppo in questi anni ha
caratterizzato l'esercizio di questa professione con la non esistenza e/o un ruolo di servilismo e di
incompetenza. In Emilia Romagna i tecnici hanno costituito il tessuto della produzione artigianale , con le
loro abilità e competenze sono stati capaci di produrre ricchezza, vorremmo continuare a mantenere e
promuovere questa figura anche all'interno della nuova scuola valorizzandone le potenzialità ma soprattutto
riconoscendole a chi già esercita in modo qualificato.
Queste e molte altre riflessioni si possono fare. Spero che ci sia l'occasione di un confronto e un
approfondimento su/di queste tematiche.
Porgo distinti e cordiali saluti e mi rammarico di non essere personalmente presente al Convegno.
Imola, 7 maggio 2010
Prof. Miriam Teci, docente laboratorio I.T.I. G. Bruno di Budrio, Bologna.