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ACUME - Advancing cross CUltural MEdiation
2011-1-IT1-LEO05-01899

Riflessioni sul Profilo del Mediatore Interculturale
Il partneriato
2

Il consorzio è stato costituito da 6 partner:
l'applicant è l’Università per Stranieri di Siena in particolare il Centro FAST,
un'Università privata (FH Joanneum di Graz in Austria),
un ente pubblico (Junta de Andalucìa),
una ONG (associazione CReA) e
due imprese (Dida e Incoma).

Sono rappresentati, attraverso tali partner, 3 Paesi europei:
Italia, Spagna e Austria.
il concetto base intorno al quale si è concordato
3

Se definiamo la mediazione interculturale come :
un processo di creazione e riparazione del legame sociale e di regolazione dei
conflitti di vita quotidiani, all’interno dei quali, un terzo imparziale e
indipendente tenta, attraverso l’organizzazione di scambi fra le persone o le
istituzioni di aiutarli a migliorare una relazione o a regolare un conflitto che li
oppone per ragioni culturali
allora il mediatore tenterà di esercitare tale funzione di ponte, facilitatore di
dialogo e di avvicinamento.
Da un Colloquio di esperti a Creteil nel 2000
Progetto ACUME
4

Il progetto si è proposto di permettere ai Mediatori interculturali, lavoratori
della lingua e della relazione, l'acquisizione di 4 delle competenze chiave
identificate dall’Unione Europea nella raccomandazione del 2006 sulle
competenze chiave per l'apprendimento permanente ed in particolare:
la comunicazione nella madrelingua, nelle lingue straniere,
le competenze sociali e civiche,
la consapevolezza
l'espressione culturale.
Principali boiettivi
5

IL progetto nasce per consentire al Mediatore interculturale e linguistico
culturale di :
- di superare le difficoltà nella produzione dello scritto della L2;
- di sviluppare un'idonea capacità di ascolto e di empatia (competenze
interculturali), pur nel rispetto dei limiti deontologici (neutralità, equidistanza
fra operatore pubblico e utente immigrato, segreto professionale);
- di collaborare in équipe con gli altri professionisti dell'ambito educativo e dei
servizi sociali.
Progetto ACUME
6

Nel delineare la qualifica di mediatore interculturale è stato preso a modello il
percorso che viene utilizzato nella VAE.
In Francia è possibile che femmes rélais, ovvero donne che volontariamente
svolgono il ruolo di mediatori sociali e culturali nel proprio quartiere,
organizzate da associazioni locali, in accordo con la Prefettura, possano far
valere l’esperienza acquisita per ottenere un titolo riconosciuto dallo Stato, che
è quello di Tecnico di mediazione nei servizi.
Questo procedimento valuta, ad opera di un Jury, le esperienze e competenze
acquisite da ciascun candidato e le valida, indicando eventuali ulteriori
integrazioni necessarie
VAE= Validation des Acquis d’expérience
Progetto ACUME
7

ACUME, seppur in scala ridotta, propone un’analoga valutazione delle
competenze in ingresso e in uscita, proponendo un rinforzo in tre aree,
personalizzando l’erogazione formativa, secondo necessità individuali.

L’approccio pedagogico didattico sottostante alla realizzazione dei moduli
formativi prende infatti in considerazione tre segmenti che vanno ad
implementare il profilo professionale del Mediatore interculturale:
quello comunicativo-relazionale,
quello linguistico e
la capacità del lavoro in équipe.
Progetto ACUME
8

La componente comunicativo relazionale viene sviluppata attraverso moduli
didattici che prevedono esercizi e pratiche riguardanti la revisione delle proprie
modalità di lavoro, dei propri approcci culturali e dei pregiudizi connessi con
ciascuna cultura.
Si basa su approcci antropologici e metodi interattivi e maieutici.
Parte dalla dimensione personale e individuale di ciascun discente.
Unità Didattica 1.3
ELEMENTI CULTURALI ANTROPOLOGICI (L’ETNIA, LA PARENTELA, VALORI E NORME COME BASI
DELLA CULTURA)
Consta di 4 ore in aula e 4 in auto apprendimento

Ore
Obiettivi Specifici

Principali
contenuti

Metodologie
Letture
necessarie
Letture
raccomandate

Web links

Il mediatore interculturale è un professionista che opera nell’ambito interlinguistico e interculturale
ricoprendo principalmente la funzione di facilitatore nel contatto fra persone che trovano ostacoli
nella comunicazione a causa di differenti origini culturali.
L’unità didattica sviluppa pertanto lo specifico obiettivo di rendere consapevole il mediatore di
pregiudizi culturali e malintesi linguistici che si frappongono fra interlocutori appartenenti ad una
diversa cultura. Evidenzia chiavi di lettura antropologica del conflitto.

Le società attuali sono stabilmente multiculturali ed il fenomeno migratorio nei paesi occidentali è ormai
•
il concetto di cultura e le sue definizioni
una caratteristica fissa. I contatti fra persone di diversa cultura possono essere all’origine di nuove soluzioni
•
cultura egemonica e culture subalterne
di convivenza e trasformazione sociale ma anche di incomprensioni e conflitti. Le fonti di questi malintesi
•
la parentela, lo spazio il tempo
sono talvolta causati da incomprensioni linguistiche, altre da equivoci basati su comportamenti interpretati
•
cultura e lingua, diverse società , altri da differenti abitudini e concezioni rispetto ai valori
in modo differente da membri di bilinguismo sottrattivo e additivo
e le norme della propria società di riferimento. Quel che è certo che la ilfunzione del mediatore
•
elementi identificativi dell'etnicità e dell'etnocentrismo, concetto di etnia
interculturale è quella di cercare di prevenire conflitti e incomprensioni favorendo lo scambio fra persone
appartenenti a differenti origini linguistiche e culturali.
lezione frontale, esercitazioni, studi di caso, test socio metrico

Nessuna
C.T. Altan Antropologia, storia e problemi, Feltrinelli Milano 1983
R. Beals H. Hoijer Introduzione all’antropologia, vol 2 Antropologia culturale, Il Mulino, Bologna
1970
R. Benedict Modelli di cultura ed it. Feltrinelli Milano 1960
P. Berbeglia Intercultura l’arte di vivere insieme , Edizioni interculturali, Roma 1998
T. Burckhardt Simboli Edizioni all’insegna del Veltro , Parma 1983
P.Rossi Cultura e Antropologia , Einaudi, Torino 1983

Nessuno

9
STRUTTURA DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE
10
SESSIONE 1

N°

Contenuti

Soggetti coinvolti

Durata
(minuti)

Attività

Supporti

Docente Allievi
1

Somministrazione
socio-test

del

15

Cartaceo, lavagna

x
Compilazione del test per la
verifica delle relazioni e dei legami
esistenti all’interno del gruppo

Presentazione
degli
obiettivi
e
dell’
articolazione
dell’unità
didattica

10

3

Presentazione
discussione collettiva
contenuti

100

4

Pausa

10

5

Gioco interattivo sulle
società calde e fredde

105

2

e
dei

Slides Elementi
antropologici

x

culturali

culturali

x

x

Visione e commento slides, Slides Elementi
paragone con le varie culture di antropologici
provenienza dei discenti

x

x

Lavoro
in
sottogruppi:
ai Esercitazione 1: “le società
partecipanti viene chiesto di calde e fredde”
costruire due immaginarie società
con caratteristiche antitetiche,
descriverle ed ipotizzare una
settimana di scambio. I contributi
vengono trascritti su fogli ed i
risultati sono discussi in plenaria.
Es: Come si contraddistingue una cultura?
11

Brainstorming: in qualità di mediatori quali sono gli elementi che
contrassegnano una cultura e quali gli aspetti ai quali culturalmente pensate di
dover fare maggior attenzione?

Risposte:
Valori
Ruoli nell’organizzazione sociale
Organizzazione familiare
Modalità comunicative
Habitat
Tratti somatici e abbigliamento (innati o provocati)
Storia e Patrimonio artistico
Lingua
ESERCITAZIONE1: Società calde e fredde
12

OBIETTIVI DELL’ESERCITAZIONE
L’esercitazione è finalizzata a:
favorire la riflessione sulle proprie culture ed i loro presupposti
promuovere la capacità di lavorare in gruppo per arrivare alla definizione di soluzioni negoziate e condivise
MODALITÀ DI SVOLGIMENTO
Nella prima parte della sessione, condotta in plenaria, il docente divide l’aula in due sottogruppi e presenta ai
corsisti la lista di aggettivi in base ai quali ipotizzare la costruzione di scenari di ipotetiche società: collocazione
geografica, leggi, attività economiche e produttive, rapporti familiari.
Nella seconda parte il docente propone di immaginare una visita di scambio della durata di una settimana .
La discussione finale verte sui principi dell’accoglienza reciproca e sui parametri utilizzati per realizzarla,
riflettendo su somiglianze e differenze e su quanto si desideri essere stimolati dalle novità o rassicurati da
consuetudini note.
ISTRUZIONI
Ciascun gruppo di lavoro dovrà:
costruire la propria società in base all’appartenenza alla società A, basata sulle seguenti caratteristiche: caldo
leggero piccolo lento chiuso o alla società B basata sui seguenti aggettivi: freddo pesante grande veloce aperto
raffigurare per iscritto le società identificate e le loro caratteristiche
individuare un programma di accoglienza
verificare con una discussione collettiva i criteri dell’accoglienza stessa sulla base delle proprie caratteristiche
personali
APPROFONDIMENTO:Il socio test
13

Il socio test è uno strumento di facile applicabilità in qualunque contesto formativo
ed educativo, che permette di visualizzare i rapporti fra le persone componenti il
gruppo di lavoro o di apprendimento. Standardizzato da Mary Norway negli Stati
Uniti nel primo novecento, è ancora di larghissimo uso . La modalità utilizzabile per
la realizzazione può essere quella scritta ma anche quella grafico-pittorica o verbale.
Vengono poste tre semplici domande a cui ciascuno deve rispondere per iscritto:
Con chi studieresti?
A chi faresti una confidenza?
Con chi usciresti?
Ogni domanda prevede l’individuazione di un solo nominativo fra i partecipanti al
gruppo.
Vengono analizzati due tipi di parametri: il leader del gruppo, che è quello che
raccoglie il maggior numero di preferenze sulla base di ciascuna delle domande;
l’espansione emotiva di ciascuno scrivente, per vedere se ha variato preferenza di
“compagno” a seconda del criterio (domanda).
La classe analizza i risultati e li commenta.
Progetto ACUME
14

La componente linguistica è basata prioritariamente sui moduli FAD, prodotti
dall’Università per Stranieri di Siena tramite FAST adattati allo specifico target
group del progetto.
Lavoro in équipe
15

La componente del lavoro in équipe è basata sulla riflessione sulle pratiche di
mediazione e del lavoro in ambito sociale. Indirizza la propria attenzione
all’analisi e implementazione della capacità di costruire ambienti cooperativi e
socializzanti di apprendimento.
Es.: Cosa s’intende per lavoro di rete?
16

L'intervento di rete ipotizza un'azione sulle reti sociali primarie (capitale
umano) e sulle reti secondarie (capitale sociale = facoltà delle persone di
relazionarsi, di sperimentare un senso di fiducia e di comunanza per dar vita a
scambi e perseguire azioni comuni che consentano, nella situazione di disagio,
di rompere il proprio isolamento trovando sostegno e collaborazione -Raineri,
2004) per riequilibrare la relazione sfide-risorse, spostando la dinamica sociale
dall'individuo al collettivo, dalla dipendenza all'autonomia, riducendo così il
grado di vulnerabilità delle singole persone e dei gruppi(Sanicola).
Le reti sociali primarie e secondarie vengono mobilizzate:
•lavorando sull’empowerment
•valorizzando il positivo nelle azioni e nelle relazioni
•sostenendo la condivisione
•creando sinergie tra operatori
•stimolando una progettazione partecipata ed una presa in carico condivisa
•mettendo in rete attori,obiettivi e risorse integrando gli interventi
Kick-off meeting a Palestrina
17
Eventi
18
19

Un momento di tirocinio collettivo
al campo nomadi di Castel Romano
20
21
22

GRAZIE!

paolaberbeglia@associazionecrea.org

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Conferenza Finale Progetto ACUME | Intervento Crea

  • 1. 1 ACUME - Advancing cross CUltural MEdiation 2011-1-IT1-LEO05-01899 Riflessioni sul Profilo del Mediatore Interculturale
  • 2. Il partneriato 2 Il consorzio è stato costituito da 6 partner: l'applicant è l’Università per Stranieri di Siena in particolare il Centro FAST, un'Università privata (FH Joanneum di Graz in Austria), un ente pubblico (Junta de Andalucìa), una ONG (associazione CReA) e due imprese (Dida e Incoma). Sono rappresentati, attraverso tali partner, 3 Paesi europei: Italia, Spagna e Austria.
  • 3. il concetto base intorno al quale si è concordato 3 Se definiamo la mediazione interculturale come : un processo di creazione e riparazione del legame sociale e di regolazione dei conflitti di vita quotidiani, all’interno dei quali, un terzo imparziale e indipendente tenta, attraverso l’organizzazione di scambi fra le persone o le istituzioni di aiutarli a migliorare una relazione o a regolare un conflitto che li oppone per ragioni culturali allora il mediatore tenterà di esercitare tale funzione di ponte, facilitatore di dialogo e di avvicinamento. Da un Colloquio di esperti a Creteil nel 2000
  • 4. Progetto ACUME 4 Il progetto si è proposto di permettere ai Mediatori interculturali, lavoratori della lingua e della relazione, l'acquisizione di 4 delle competenze chiave identificate dall’Unione Europea nella raccomandazione del 2006 sulle competenze chiave per l'apprendimento permanente ed in particolare: la comunicazione nella madrelingua, nelle lingue straniere, le competenze sociali e civiche, la consapevolezza l'espressione culturale.
  • 5. Principali boiettivi 5 IL progetto nasce per consentire al Mediatore interculturale e linguistico culturale di : - di superare le difficoltà nella produzione dello scritto della L2; - di sviluppare un'idonea capacità di ascolto e di empatia (competenze interculturali), pur nel rispetto dei limiti deontologici (neutralità, equidistanza fra operatore pubblico e utente immigrato, segreto professionale); - di collaborare in équipe con gli altri professionisti dell'ambito educativo e dei servizi sociali.
  • 6. Progetto ACUME 6 Nel delineare la qualifica di mediatore interculturale è stato preso a modello il percorso che viene utilizzato nella VAE. In Francia è possibile che femmes rélais, ovvero donne che volontariamente svolgono il ruolo di mediatori sociali e culturali nel proprio quartiere, organizzate da associazioni locali, in accordo con la Prefettura, possano far valere l’esperienza acquisita per ottenere un titolo riconosciuto dallo Stato, che è quello di Tecnico di mediazione nei servizi. Questo procedimento valuta, ad opera di un Jury, le esperienze e competenze acquisite da ciascun candidato e le valida, indicando eventuali ulteriori integrazioni necessarie VAE= Validation des Acquis d’expérience
  • 7. Progetto ACUME 7 ACUME, seppur in scala ridotta, propone un’analoga valutazione delle competenze in ingresso e in uscita, proponendo un rinforzo in tre aree, personalizzando l’erogazione formativa, secondo necessità individuali. L’approccio pedagogico didattico sottostante alla realizzazione dei moduli formativi prende infatti in considerazione tre segmenti che vanno ad implementare il profilo professionale del Mediatore interculturale: quello comunicativo-relazionale, quello linguistico e la capacità del lavoro in équipe.
  • 8. Progetto ACUME 8 La componente comunicativo relazionale viene sviluppata attraverso moduli didattici che prevedono esercizi e pratiche riguardanti la revisione delle proprie modalità di lavoro, dei propri approcci culturali e dei pregiudizi connessi con ciascuna cultura. Si basa su approcci antropologici e metodi interattivi e maieutici. Parte dalla dimensione personale e individuale di ciascun discente.
  • 9. Unità Didattica 1.3 ELEMENTI CULTURALI ANTROPOLOGICI (L’ETNIA, LA PARENTELA, VALORI E NORME COME BASI DELLA CULTURA) Consta di 4 ore in aula e 4 in auto apprendimento Ore Obiettivi Specifici Principali contenuti Metodologie Letture necessarie Letture raccomandate Web links Il mediatore interculturale è un professionista che opera nell’ambito interlinguistico e interculturale ricoprendo principalmente la funzione di facilitatore nel contatto fra persone che trovano ostacoli nella comunicazione a causa di differenti origini culturali. L’unità didattica sviluppa pertanto lo specifico obiettivo di rendere consapevole il mediatore di pregiudizi culturali e malintesi linguistici che si frappongono fra interlocutori appartenenti ad una diversa cultura. Evidenzia chiavi di lettura antropologica del conflitto. Le società attuali sono stabilmente multiculturali ed il fenomeno migratorio nei paesi occidentali è ormai • il concetto di cultura e le sue definizioni una caratteristica fissa. I contatti fra persone di diversa cultura possono essere all’origine di nuove soluzioni • cultura egemonica e culture subalterne di convivenza e trasformazione sociale ma anche di incomprensioni e conflitti. Le fonti di questi malintesi • la parentela, lo spazio il tempo sono talvolta causati da incomprensioni linguistiche, altre da equivoci basati su comportamenti interpretati • cultura e lingua, diverse società , altri da differenti abitudini e concezioni rispetto ai valori in modo differente da membri di bilinguismo sottrattivo e additivo e le norme della propria società di riferimento. Quel che è certo che la ilfunzione del mediatore • elementi identificativi dell'etnicità e dell'etnocentrismo, concetto di etnia interculturale è quella di cercare di prevenire conflitti e incomprensioni favorendo lo scambio fra persone appartenenti a differenti origini linguistiche e culturali. lezione frontale, esercitazioni, studi di caso, test socio metrico Nessuna C.T. Altan Antropologia, storia e problemi, Feltrinelli Milano 1983 R. Beals H. Hoijer Introduzione all’antropologia, vol 2 Antropologia culturale, Il Mulino, Bologna 1970 R. Benedict Modelli di cultura ed it. Feltrinelli Milano 1960 P. Berbeglia Intercultura l’arte di vivere insieme , Edizioni interculturali, Roma 1998 T. Burckhardt Simboli Edizioni all’insegna del Veltro , Parma 1983 P.Rossi Cultura e Antropologia , Einaudi, Torino 1983 Nessuno 9
  • 10. STRUTTURA DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE 10 SESSIONE 1 N° Contenuti Soggetti coinvolti Durata (minuti) Attività Supporti Docente Allievi 1 Somministrazione socio-test del 15 Cartaceo, lavagna x Compilazione del test per la verifica delle relazioni e dei legami esistenti all’interno del gruppo Presentazione degli obiettivi e dell’ articolazione dell’unità didattica 10 3 Presentazione discussione collettiva contenuti 100 4 Pausa 10 5 Gioco interattivo sulle società calde e fredde 105 2 e dei Slides Elementi antropologici x culturali culturali x x Visione e commento slides, Slides Elementi paragone con le varie culture di antropologici provenienza dei discenti x x Lavoro in sottogruppi: ai Esercitazione 1: “le società partecipanti viene chiesto di calde e fredde” costruire due immaginarie società con caratteristiche antitetiche, descriverle ed ipotizzare una settimana di scambio. I contributi vengono trascritti su fogli ed i risultati sono discussi in plenaria.
  • 11. Es: Come si contraddistingue una cultura? 11 Brainstorming: in qualità di mediatori quali sono gli elementi che contrassegnano una cultura e quali gli aspetti ai quali culturalmente pensate di dover fare maggior attenzione? Risposte: Valori Ruoli nell’organizzazione sociale Organizzazione familiare Modalità comunicative Habitat Tratti somatici e abbigliamento (innati o provocati) Storia e Patrimonio artistico Lingua
  • 12. ESERCITAZIONE1: Società calde e fredde 12 OBIETTIVI DELL’ESERCITAZIONE L’esercitazione è finalizzata a: favorire la riflessione sulle proprie culture ed i loro presupposti promuovere la capacità di lavorare in gruppo per arrivare alla definizione di soluzioni negoziate e condivise MODALITÀ DI SVOLGIMENTO Nella prima parte della sessione, condotta in plenaria, il docente divide l’aula in due sottogruppi e presenta ai corsisti la lista di aggettivi in base ai quali ipotizzare la costruzione di scenari di ipotetiche società: collocazione geografica, leggi, attività economiche e produttive, rapporti familiari. Nella seconda parte il docente propone di immaginare una visita di scambio della durata di una settimana . La discussione finale verte sui principi dell’accoglienza reciproca e sui parametri utilizzati per realizzarla, riflettendo su somiglianze e differenze e su quanto si desideri essere stimolati dalle novità o rassicurati da consuetudini note. ISTRUZIONI Ciascun gruppo di lavoro dovrà: costruire la propria società in base all’appartenenza alla società A, basata sulle seguenti caratteristiche: caldo leggero piccolo lento chiuso o alla società B basata sui seguenti aggettivi: freddo pesante grande veloce aperto raffigurare per iscritto le società identificate e le loro caratteristiche individuare un programma di accoglienza verificare con una discussione collettiva i criteri dell’accoglienza stessa sulla base delle proprie caratteristiche personali
  • 13. APPROFONDIMENTO:Il socio test 13 Il socio test è uno strumento di facile applicabilità in qualunque contesto formativo ed educativo, che permette di visualizzare i rapporti fra le persone componenti il gruppo di lavoro o di apprendimento. Standardizzato da Mary Norway negli Stati Uniti nel primo novecento, è ancora di larghissimo uso . La modalità utilizzabile per la realizzazione può essere quella scritta ma anche quella grafico-pittorica o verbale. Vengono poste tre semplici domande a cui ciascuno deve rispondere per iscritto: Con chi studieresti? A chi faresti una confidenza? Con chi usciresti? Ogni domanda prevede l’individuazione di un solo nominativo fra i partecipanti al gruppo. Vengono analizzati due tipi di parametri: il leader del gruppo, che è quello che raccoglie il maggior numero di preferenze sulla base di ciascuna delle domande; l’espansione emotiva di ciascuno scrivente, per vedere se ha variato preferenza di “compagno” a seconda del criterio (domanda). La classe analizza i risultati e li commenta.
  • 14. Progetto ACUME 14 La componente linguistica è basata prioritariamente sui moduli FAD, prodotti dall’Università per Stranieri di Siena tramite FAST adattati allo specifico target group del progetto.
  • 15. Lavoro in équipe 15 La componente del lavoro in équipe è basata sulla riflessione sulle pratiche di mediazione e del lavoro in ambito sociale. Indirizza la propria attenzione all’analisi e implementazione della capacità di costruire ambienti cooperativi e socializzanti di apprendimento.
  • 16. Es.: Cosa s’intende per lavoro di rete? 16 L'intervento di rete ipotizza un'azione sulle reti sociali primarie (capitale umano) e sulle reti secondarie (capitale sociale = facoltà delle persone di relazionarsi, di sperimentare un senso di fiducia e di comunanza per dar vita a scambi e perseguire azioni comuni che consentano, nella situazione di disagio, di rompere il proprio isolamento trovando sostegno e collaborazione -Raineri, 2004) per riequilibrare la relazione sfide-risorse, spostando la dinamica sociale dall'individuo al collettivo, dalla dipendenza all'autonomia, riducendo così il grado di vulnerabilità delle singole persone e dei gruppi(Sanicola). Le reti sociali primarie e secondarie vengono mobilizzate: •lavorando sull’empowerment •valorizzando il positivo nelle azioni e nelle relazioni •sostenendo la condivisione •creando sinergie tra operatori •stimolando una progettazione partecipata ed una presa in carico condivisa •mettendo in rete attori,obiettivi e risorse integrando gli interventi
  • 17. Kick-off meeting a Palestrina 17
  • 19. 19 Un momento di tirocinio collettivo al campo nomadi di Castel Romano
  • 20. 20
  • 21. 21