Alla luce della sempre maggiore rilevanza che il tema ricopre in termini di miglioramento della motivazione e del sostegno ai lavoratori, SCS ha voluto capire a che punto è il mondo cooperativo regionale nella diffusione di servizi di welfare aziendale a favore delle esigenze, della soddisfazione e della produttività dei lavoratori.
La survey, destinata a circa 130 cooperative regionali di varie dimensioni e settori, ha mostrato che le aziende hanno chiarezza rispetto alla necessità di ottimizzare e sviluppare i sistemi di welfare, mettendo però in risalto ampi spazi di miglioramento sia nell’impostazione dei sistemi sia nelle competenze ad essi dedicate.
Meno sensibili al tema le piccole aziende (solo il 10% dei rispondenti), un dato che evidenzia la presenza di spazi aperti per azioni di sistema che coinvolgano gli interlocutori che possono favorire l’incontro tra domanda e offerta di servizi, in un’ottica di rete
Infine è emerso che le azioni realizzate dalle aziende sono fortemente correlate alle agevolazioni fiscali consentite, ciò a sottolineare il possibile contributo che la normativa in merito potrebbe dare allo sviluppo dei sistemi aziendali di welfare.
La ricerca è stata coordinata da Anna Lisa Balestra, Manager responsabile dell’area People & Change Management di SCS
Rassegna convegno 'WelFare che fare' e risultati ricerca "Il futuro del Welfa...Gregorio Fogliani
Estratto della rassegna stampa relativa al convegno "WelFare che fare", durante il quale sono stati presentati in anteprima i risultati della ricerca "Il futuro del welfare aziendale dopo la legge di Stabilità 2016", realizzata da Luca Pesenti in collaborazione con Welfare Company (QUI! Group) e AIDP.
Gli approcci alla sostenibilità della GDO italianaAccenture Italia
Il tema della sostenibilità è cruciale per le aziende della grande distribuzione organizzata, che stanno superando il vecchio approccio del greenwashing a favore di interventi più solidi e strutturati. Questo è il dato positivo che emerge dalla ricerca “Gli approcci alla sostenibilità della GDO italiana” condotta da Accenture insieme a JEME, Junior Enterprise dell’Università Bocconi.
Dall’analisi si nota come le insegne inizino a muoversi in modo strutturato al loro interno, tuttavia, se è vero che la pianificazione non manca, ci sono ancora incertezze nell’allocare un budget chiaro a inizio anno e nel definire KPI misurabili.
Welfare e Ben-essere: il ruolo delle imprese nello sviluppo della comunitàaiccon
Presentazione di Paolo Venturi in occasione del convegno "Welfare e (ben) essere: il ruolo delle imprese nello sviluppo della comunità” realizzata dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna con il supporto scientifico di AICCON Ricerca.
Per ulteriori info: http://www.aiccon.it/WELFAREEBENESSEREREGIONEEMILIAROMAGNA.html
Alla luce della sempre maggiore rilevanza che il tema ricopre in termini di miglioramento della motivazione e del sostegno ai lavoratori, SCS ha voluto capire a che punto è il mondo cooperativo regionale nella diffusione di servizi di welfare aziendale a favore delle esigenze, della soddisfazione e della produttività dei lavoratori.
La survey, destinata a circa 130 cooperative regionali di varie dimensioni e settori, ha mostrato che le aziende hanno chiarezza rispetto alla necessità di ottimizzare e sviluppare i sistemi di welfare, mettendo però in risalto ampi spazi di miglioramento sia nell’impostazione dei sistemi sia nelle competenze ad essi dedicate.
Meno sensibili al tema le piccole aziende (solo il 10% dei rispondenti), un dato che evidenzia la presenza di spazi aperti per azioni di sistema che coinvolgano gli interlocutori che possono favorire l’incontro tra domanda e offerta di servizi, in un’ottica di rete
Infine è emerso che le azioni realizzate dalle aziende sono fortemente correlate alle agevolazioni fiscali consentite, ciò a sottolineare il possibile contributo che la normativa in merito potrebbe dare allo sviluppo dei sistemi aziendali di welfare.
La ricerca è stata coordinata da Anna Lisa Balestra, Manager responsabile dell’area People & Change Management di SCS
Rassegna convegno 'WelFare che fare' e risultati ricerca "Il futuro del Welfa...Gregorio Fogliani
Estratto della rassegna stampa relativa al convegno "WelFare che fare", durante il quale sono stati presentati in anteprima i risultati della ricerca "Il futuro del welfare aziendale dopo la legge di Stabilità 2016", realizzata da Luca Pesenti in collaborazione con Welfare Company (QUI! Group) e AIDP.
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Il tema della sostenibilità è cruciale per le aziende della grande distribuzione organizzata, che stanno superando il vecchio approccio del greenwashing a favore di interventi più solidi e strutturati. Questo è il dato positivo che emerge dalla ricerca “Gli approcci alla sostenibilità della GDO italiana” condotta da Accenture insieme a JEME, Junior Enterprise dell’Università Bocconi.
Dall’analisi si nota come le insegne inizino a muoversi in modo strutturato al loro interno, tuttavia, se è vero che la pianificazione non manca, ci sono ancora incertezze nell’allocare un budget chiaro a inizio anno e nel definire KPI misurabili.
Welfare e Ben-essere: il ruolo delle imprese nello sviluppo della comunitàaiccon
Presentazione di Paolo Venturi in occasione del convegno "Welfare e (ben) essere: il ruolo delle imprese nello sviluppo della comunità” realizzata dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna con il supporto scientifico di AICCON Ricerca.
Per ulteriori info: http://www.aiccon.it/WELFAREEBENESSEREREGIONEEMILIAROMAGNA.html
La salute dei dipendenti, fisica e mentale, vede un ruolo dei responsabili delle risorse umane (Hr) sempre più importante come figure chiave per promuovere il concetto di salute a tutto
tondo all'interno dell'azienda. Attrarre e mantenere talenti sembra, inoltre, essere tra le sfide più importanti. Uno degli strumenti sempre più utilizzati è sicuramente il welfare aziendale, un
complesso di attività e servizi che il mondo delle imprese assicura ai propri dipendenti con lo scopo di migliorarne la vita, sia privata sia lavorativa.
È anche quanto emerge dalla Littlers Executive Employer Survey, ricerca condotta dallo studio legale Littler su circa 600 Hr in Europa.
CoopUp di Social Hub Genova - Impresa sociale 4.0 – Dalle SIAVS alle B Corp ...Social Hub Genova
Con la riforma del Terzo Settore che entrerà in vigore a Gennaio del 2019 si aprono nuovi scenari di economia sostenibile con la nascita di imprese eticamente responsabili. Maurizio Astuni nel corso dell’incontro dal titolo “IMPRESA SOCIALE 4.0 dalle SIAVS alle B CORPORATION: tutte le forme delle imprese sociali” illustrerà il testo della riforma ponendo l’attenzione sulle nuove forme di impresa sociale.
Ecco i temi che verranno approfonditi nel corso dell’incontro:
L’impresa sociale ai sensi della legge 112/2017
Le SIAVS
Le Benefit corporation e le B Corp
Evidenziando differenze e opportunità.
L’evento si inserisce nell’ambito dei “Workshop per costruire ed innovare la tua impresa” realizzati in collaborazione con i partners di Smartcup Liguria 2018.
Social Media: da passatempo a strumenti per il business - CMI luglio 2012Social Media Easy
Una recente indagine commissionata da Google evidenzia come sta cambiando la percezione dei social media nel management.
E non è da sottovalutare il loro impatto sulle opportunità di crescita professionale.
Social Media: da passatempo a strumenti per il business - CMI luglio 2012Roberto Grossi
Una indagine commissionata da Google evidenzia come sta cambiando la percezione dei social media nel management.
E non è da sottovalutare il loro impatto sulle opportunità di crescita professionale.
La presentazione di Arsenàl.IT come modello che utilizza l'innovazione istituzionale, organizzativa e tecnologica per garantire una sanità più efficiente e sostenibile
La corporate social responsibility vista da opinione pubblica Nando Pagnoncelli
La parola Corporate Social Responsibility è ancora poco conosciuta dal grande pubblico, in particolare in Italia, ma gli effetti positivi delle politiche di sostenibilità sui consumatori e sulle imprese sono sempre più tangibili. È quanto emerge dalla ricerca IPSOS, “La Corporate Social Responsibility vista da opinione pubblica e imprese”, presentata in occasione dell’evento organizzato da Autogrill il 17 e 18 settembre, a Milano, per celebrare il 10° anniversario del Rapporto di Sostenibilità: “Autogrill 10 – Ten Years of Sustainability Looking at the Future. Business and Sustainability: Opportunities and Developments”.
Marcella Marletta - Intervento sulla "Sostenibilità del sistema sanitario, in...Marcella Marletta
"Sostenibilità del sistema sanitario, innovazione e dispositivi medici": l'intervento della dottoressa Marcella Marletta in qualità di Direttore Generale della Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico
Marketing Social Good. Citizen Centric Social Policy DesignGiuseppe Fattori
This paper sets out are some of the key insights and principles about why effective social behavioural design needs to incorporate marketing principles. The paper explores how social marketers, politicians and other stakeholders can build strategies that are enhanced by marketing principles and methodology into all social policy.
The key thesis of the paper is that social marketing can help inform social policy strategy, selection and implementation through a process of citizen centric policy development and delivery.
Without this understanding social interventions risk continued sub optimal delivery and a growing tendency of total rejection by citizens.
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Come si riduce il costo del lavoro_Rapporto Welfare
1. DI TOMMASO MARCHI
Come si configura, quan-
to è diffuso e quali sono
le prospettive del welfare dal
punto di vista dei professio-
nisti delle risorse umane? È
il tema al centro della ricerca
che Welfare Company, società
di QUI!Group specializzata in
soluzioni di welfare aziendale
e pubblico, ha commissiona-
to a Luca Pesenti, docente di
sistemi di welfare comparati
dell’Università Cattolica di
Milano.
L’indagine, condotta su un
campione di 326 direttori e ma-
nager del settore HR di aziende
di tutta Italia, fornito da Aidp
(Associazione italiana direzio-
ne personale), ha rivelato che il
67% delle imprese fa welfare
e, in ogni caso, il 18,4% del
campione ha introdotto welfa-
re negli ultimi dodici mesi. Il
37% delle aziende ritiene che
le agevolazioni fiscali previste
dalle nuove normative abbia-
no incentivato l’attivazione
di piani di welfare aziendale,
ma non in modo decisivo. La
maggior parte delle aziende,
infatti, ha puntato sul welfare
non solo per ridurre il costo del
lavoro (70,6%), ma anche per
migliorare il clima aziendale
(81%), attrarre talenti (62,7%)
e incrementare la produttività
dei dipendenti (57,1%).
Inmediaibenefitpiùdiffusiso-
no le mense aziendali e i buoni
pasto (60%), la flessibilità degli
orari (46%), le polizze sanitarie
(41,4%), le convenzioni per il
consumo (38,2%), l’assistenza
sanitaria (36,8%) e i benefit
per lo studio dei figli (30%).
«La presenza dei provider di
servizi di welfare è in aumen-
to. Erano il 18% nel 2016, oggi
sono presenti nel 25,5% delle
aziende», commenta Chia-
ra Fogliani, ceo di Welfare
Company. «Le imprese hanno
capito che il provider non è un
semplice fornitore di servizi,
ma un vero e proprio partner
capace di costruire un piano di
welfare su misura delle aziende
e dei dipendenti. Dalla ricerca
emerge che in un’azienda su
tre il tasso di conversione del
premio di produttività in ser-
vizi di welfare risulta inferiore
al 30%, ma un buon piano di
comunicazione può aumentare
la percentuale di conversione
anche fino all’80%, con van-
taggi per tutti: per i dipendenti,
che vedono aumentare il pro-
prio potere di acquisto; per le
imprese, che possono avere dei
risparmi fiscali; per gli eroga-
tori di servizi, perché il welfare
genera un indotto positivo su
tutta la comunità; per i sinda-
cati, perché vedono aumentare
i benefici per i lavoratori; per
lo stato, perché i servizi di
welfare garantiscono la tra-
sparenza e la tracciabilità». In
effetti, solo nel 18% dei casi il
sindacato ha mostrato un atteg-
giamento oppositivo o non in-
teressato. Per quanto riguarda
la modalità di introduzione del
piano di welfare, il campione
si divide tra chi lo ha fatto con
modalità unilaterali (48,3%) e
chi invece ha invece ha siglato
un contratto aziendale (49,7%).
Ancora poco diffuso l’utilizzo
della contrattazione territoriale
(2%). Un punto critico è invece
la mancata diffusione di moda-
lità condivise e in rete di wel-
fare tra imprese. Solo l’8% del
campione ne fa già uso.
Il welfare aziendale è destinato
a crescere. La ricerca mostra
che il 41% del campione si sta
attivando per l’introduzione di
un piano di welfare o amplia-
re quello esistente, mentre un
ulteriore 27% ha intenzione
di lavorarci. In particolare, il
28,2% del campione sta lavo-
rando sui benefit materiali, il
22,7% sull’assistenza sanita-
ria, il 21,8% sui benefit per lo
studio dei figli e il 21,4% sulla
polizza sanitaria, mentre per il
33,6% del campione lo smart
working è un ambito che an-
drebbe sviluppato.
«La ricerca segnala uno svilup-
po culturale rilevante nelle re-
lazioni industriali», commen-
ta il prof. Luca Pesenti. «Le
aziende che fanno welfare sono
anche quelle che lavorano per
trovare nuovi sbocchi di mer-
cato, che innovano i processi
organizzativi, che investono su
logistica, marketing e distribu-
zione. Dunque il welfare non
è episodico, ma parte di una
strategia di modernizzazione
dell’impresa».
Piani evoluti per attrarre talenti e incrementare la produttività
«La filantropia aziendale è avviata
a un forte sviluppo nel mondo
e anche in Italia: dopo l’approvazione
del decreto che obbliga i maggiori en-
ti di interesse pubblico a comunicare
informazioni sui risultati aziendali in
termini di impatto ambientale, sociali
e di welfare». A dirlo è Maria Serena
Porcari presidente DynamoAcademy,
ente che ha appena presentato la prima
ricerca sul Corporate Giving mai fatta
in Italia, svolta con la supervisione del
Sustainability Lab di Sda Bocconi. Le
attività filantropiche entrano così di
diritto e con una certa rilevanza nel
sempre più ampio paniere del welfare
aziendale, visto che una parte cospicua
delle attività di corporate giving riguar-
da il volontariato prestato dai dipen-
denti, come attesta l’indagine: il
67% delle imprese campione
hanno offerto programmi di
volontariato aziendale, con
un monte ore complessi-
vo di 42mila e un tasso
medio di partecipazione
dell’81% tra i lavorato-
ri delle 25 più impegnate.
Realizzata su un campione
di 52 imprese di vari rami che,
insieme, rappresentano una quota di
PIL del 7%, l’indagine è il tentativo di
analizzare nel dettaglio la filantropia
corporate in tutti suoi aspetti: nel 2016,
le aziende interpellate hanno destinato
al corporate giving un totale di 153,4
milioni di euro, di cui circa il 90% co-
stituito da erogazioni in denaro, con un
valore medio per azienda di 340.709
euro. Ancora limitato in Italia, rispet-
to ad esempio agli Usa, il valore delle
donazioni in-kind (beni e servizi) che,
a livello mediano arriva a 84 mila euro.
Positivo in generale il trend, visto che
il 48% degli interpellati ha risposto di
aver incrementato il budget filantropi-
co nello scorso anno,
con l’altra metà che
comunque non l’ha
ridotto. Dando un’oc-
chiata ai settori d’inter-
vento, al vertice (28%)
ci sono Cultura, sport
e ricreazione, seguiti
da Assistenza socia-
le e protezione civile
(14,49%), Emergenza
catastrofi (11,32%) e
Sanità (10,29%). Più
bassi gli interventi le-
gati a Ricerca (5,33%)
e Istruzione superiore (4,48%) a con-
ferma che nel Paese la sensibilità per
questi temi è ancora agli albori. La
filantropia corporate piace anche in
Italia perché migliora l’immagine
aziendale ma non solo, consente
anche di aprire un dialogo con
i cittadini/clienti, le comunità
e i territori e, non ultimo,
rappresenta una nuova for-
ma di investimento e di leva
strategica. E in ottica welfare
risulta premiante la crescita di
una cultura aziendale orientata al
volontariato, consentendo di miglio-
rare il clima organizzativo, il morale
dei dipendenti e, non ultimo, la per-
cezione del valore del brand: il dato
dell’81% di partecipazione citato sopra
è innegabile al riguar-
do. Tra le modalità di
volontariato utilizzate
c’è l’impiego di Inter-
nal Ambassador, che
alimentano lo storytel-
ling corporate sui pro-
getti sociali, ma piace
anche la creazione di
unità inter-funzionali
ad hoc, insieme al
coinvolgimento dei di-
pendenti nella defini-
zione e sviluppo delle
iniziative da realizza-
re. Infine, la ricerca mette in luce co-
me il volontariato aziendale skill-based
rappresenti la modalità preferita (69%)
del cosiddetto «volontariato pro-bono»,
ovvero quei servizi che consentono al
dipendente di donare le proprie compe-
tenze e gli skill utilizzati abitualmente
a enti no profit in sostituzione di analo-
ghe prestazioni che altrimenti andreb-
bero pagate. Sulla stessa linea, ci sono i
Premi ai dipendenti volontari, il Retiree
Volunteer per i lavoratori in pensione
e il Family Volunteer che coinvolge i
famigliari. Ma vengono utilizzati an-
che Bonus e incentivi salariali legati
alle attività di volontariato, a conferma
che si tratta di una leva importante del
nuovo welfare.
Michele Weiss
La filantropia aziendale nel paniere welfare. Bonus e incentivi per il volontariato
DISTRIBUZIONE DEI BENEFIT PIÙ DIFFUSI
Fonte: Welfare Company/AIDP
Chiara Fogliani,
ceo di Welfare Company
Maria Serena Porcari,
pres. Dynamo Academy
VOLONTARIATO AZIENDALE
Campione italiano
Il 67%
delle imprese hanno
offerto programmi
di volontariato
aziendale
Il 31,6%
dei dipendenti
ha partecipato
in media a programmi
di volontariato aziendale
(media CECP
USA: 34%)
81%
il tasso mediano
di partecipazione
dei dipendenti
delle 25 imprese
top giver
41.663
le ore di volontariato
svolte complessivamente
nelle aziende campione
durante l’orario
di lavoro
Fonte: SDA Bocconi/Dynamo Academy
31Martedì 28 Novembre 2017 Rapporto Welfare Aziendale