In un ecosistema dell'informazione colmo di distorsioni, è possibile comunicare distinguendosi dal rumore di fondo o inevitabilmente si finisce con accrescerlo?
In un ecosistema dell'informazione colmo di distorsioni, è possibile comunicare distinguendosi dal rumore di fondo o inevitabilmente si finisce con accrescerlo?
1. CHI SIAMO, POESIE E AFORISMI Ultima pagina VIGNETTE Pagina 14
Cultura & Societa‟
A cura di Nino Bellinvia
Pagine centrali 8/9
L’Angolino della Poesia
Ca 'e droghe accidene se sape...
ma nisciuno 'e vvò fa scumparè...
pecchè?
Pecchè, chello dò spaccio é nu
"buono businness"
pè chi venne fumo a più non posso?
Songo sul 'e fesse ca nc'è cadono dint'a
rete dè boss?
Nisciuno pò fa niente...o nisciuno vò fa
niente?
Nisciuno pò cumbattere chesti "maitress e
chistu gas"...pure sapenne ca chisto nun é
nu spasso?
Pecchè attuorn'a essa nc'è sta tanto inter-
esse?
'E mmorte "d'overdose" 'e tanta ggiuvane,
inosservate passano!
Forse, pure a chi accide n'animale dint'o
maciello...llè scennarrà
na lacremella dint'o mumento ca sta acced-
enne...pur sapenne ca è ppè bbuona causa
'o sta facenne!
Pecchè nu debbellà chisti veleni ca già
stamm'avvelenate cu inquinamento e
stress dint'a sta vita?
Pecchè nun fa vivere a chisti figli
nu munno migliore cu ggenitore ca se
rispettano e se vonno bbene?
Pecchè scombussolà 'a vita a chisti ggiu-
vene cu 'e prubbleme ca nun ll'ap-
partenene?
Secondo me si stesse cchiù rispetto pè
ffamiglie...e nu poco d'attenzione pè chisti
figlie...lloro nun fossene accussì fesse a ghi
a truvà rifugio dint'a sta sfaccimm'e droga e
dint'a malavita
addò 'a morte é 'a cosa cchiù sicura ca nc'è
sta...vuje nun credite?
'E Guverne...'e State, se cumbattene
pè ati nteresse...chill"e accaparrà sorde
ncopp'a ssorde pè s'arricchì sulamente...
senza penzà 'o valore 'e chisti ggiuvene, ca
avessena essere
il nostro buon futuro!
'A droga 'e chisti poveri guagliune, avessa
essere na carezza,
nu surriso, na passjata e nu lavoro sicuro
pe se guaragnà dint'a jurnata...
ovvero, vivere cu dignità,
chesta benedetta vita!
'A droga...chella pòvera schifosa...
é chella ca accide overo...
É giuventù bruciata e si sulo 'a pruvata,
'e scelle vvè abbruciate!
COMUNICATI
Palmerini
Pagine 10/11
CRONACA
Doriana Goracci
Pagina 4
Dall‟ Italia e dall‟ Estero
A cura di Giorgio Brignola
Pagina 3
Ilario Mario
Ponzi
Collaboratore,
Fotografo
Socio onorario
(La Voce Alternativa)
Da: “Autaforismo”
Di Carmine Gonnella
Il mio peggior difetto e’ sempre
stato quello di capire quell che
uno dice e di carpire quell che
non vorrebbe mai dire
Il pensiero unico del genere
umano e’ quello di vivere
in eterno, altrimenti nessuno
crederebbe in un’ altra vita dopo
la morte
L’ unica razza umana a cui
credere, e’ quella composta da
mille etnie e culture diverse
I soldi li fanno anche i criminali
e non solo le persone intelligenti
La donna inizia a pensare ai figli
sin dall’ impollinazione, l’ uomo
invece se ne rendo conto solo a
fatto compiuto
Quando l' uomo si rendera' conto
che non esiste nessun potere sul
pensiero, iniziera' a pregare e
disfarsi dei suoi possessi
materiali
Se a volte la giustizia prende il
sopravvento sulla politica, e’
perche’ quest’ ultima non e’ in
grado di legiferare nell’ interesse
esclusivo della Nazione
In democrazia anche il popolo ha
la sovranita' limitata e chi si
appella al sovranismo, e' in
malafede, perche' solo la
Costituzione e' sovrana
Il razzismo in qualsiasi forma si
manifesti, e’ sempre e comunque
il male assoluto di questa
umanita’
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce
nel 2005 da una idea
Innovatrice di Carmine Gonnella
(G.B) .
Siamo picccoli operatori dell‟ In-
formazione libera, approfondita e
gratuita, non abbiamo soluzioni, solo
alternative !
Analizziamo e approfondiamo le
tematiche sociopolitiche e cul-
turali scientemente con metodo
imparziale, senza urlare. Nel nostro
piccolo, non facciamo giornalismo
ma informazione. In una democrazia
avanzata, sensibizzare e indirizzare il
legislatore. E‟ compito di tutti I cit-
tadini
Siamo online, su vari motori di ricer-
ca e social
nerworks
Il format Pdf e‟ in A2 , per averne
una copia scrivere a:
lavocealternativa@gmail.com
Collaboratori :Cronaca, Doriana Go-
racci (Italia) Alle politiche in Italia e
all‟ Estero , il Comm. Giorno Brigno-
la (Italia) Cultura e Societa‟ Nino
Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Gof-
fredo Palmerini (Italia) alla diffusione
online , Mario Ponzi. (G.B.) Arnaldo
De Porti ( Italia) DAN-
IELA RUBINO (Giornalista pubbli-
cista Itaalia ) Poeie Marynzia Panico
Borrelli (Italia)
Edito e pubblicato da :
Carmine Gonnella
Sede: 32 Fletcher Close ,
Bromley , BR2 9JD. Kent
Periodico gratuito di libere e approfondite informazioni sociopolitiche Fondato ed edito da Carmine Gonnella Londra (2005/2019 )
IV edizione N. 46 Febbraio 2019 . Siamo su molti social networks. e arriva a circa 3000 contatti in formato Pdf
CULTURA
Daniela Rubino
Pagine 7
Denuncia i boss,
lo Stato lo punisce:
Suicida
'imprenditore
antiracket
(Ultima pagina )
UN‟ ALTRA MMAGINE
EMBLEMATICA DI QUESTO
NOSTRO ERZO MILLENNIO
Ho sempre avuto paura di tutto cio' che
appare perfetto [Autocitazione]
IL BUON
PARLAMENTO SI VEDE
DAL MATTINO
“Occorre elaborare un meccanismo ele-
torale meritocratico in tutti i sensi,
perche’ dal mattarellum al rosatellum in
parlamento e’ stato eletto il peggio del
peggio.
Noi quell meccanismo l‟ ho abbiamo
elaborato alcuni anni fa” :
L‟ UNIVERSALUM
Meta‟ collegi uninominali e meta‟ pro-
porzionali con due preferenze.
Nei collegi uninominali vanno candidati
gli eletti, ritorneranno in Parlamento solo
solo coloro che durante la legislatura han-
no dato il meglio di se stessi alla politica
nazionale.Meritocrazia at it is best (come
disciamo noi "anglosassoni"
Nei collegi proporzionali con due prefer-
enze, possono candidarsi i nuovi e I vec-
chi eletti. Il cittadino deve avere anzitutto
la scelta e in secondo luogo la liberta‟ di
voto libero e personale. Si chiama cambi-
amento culturale e generazionale !
La scelta dei candidati avviene con le
cittadinarie. Il partito , associazione o
movimento prima di mandare le liste per
la verifica delle firme alle autorita‟ com-
petenti, le presenta insieme ai programmi
elettorali al popolo in ogni collegio per la
sottoscrizione. Lasciando ai cittadini con-
correre liberamente e con metodo demo-
cratico a determinare la politica nazionale
e locale del prorio paese; aldila‟ del nu-
mero di parlamentari o consiglieri
Tutto cio‟ pero‟ non basta ad avere un
buon Parlamento senza un minimo di
disciplina e onorabilita‟ legislativa. Ecco
perche‟ l‟ Universalum, prevede anche l‟
estensione della mozione di sfiducia per-
sonale a tutti I parlamentari e consiglieri
amministativi, chi sbaglia va a casa.
Il tutto rispetta I dettami costituzionali sul
voto a suffragio universale e diretto per-
sonale uguale e libero, tranne per la ridu-
zione del numero dei parlamenatri, non
occorre cambiare la Costituzione, nem-
meno per la mozione di sfiducia peronale,
perche‟ non esistono commi o articoli al
riguardo, ma lascia al legislatore au-
toregolarsi; come e‟ avvenuto per la
mozione di sfiducia per I ministri e subal-
terni.
Qui londra segue a pagina 2
16 VARIE Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019
Berlino, trasformano le
svastiche in coniglietti:
i graffiti dei writer
anti-nazi
BERLINO - Là dove c'era una svas-
tica ora c'è un coniglietto, para-
frasando Celentano. O un cubo Ru-
bik. O una zanzara. E la firma è
diventata contagiosa: "paint back",
qualcosa come "restituisci il colpo
con un disegno". Ormai è un piccolo
movimento. Cominciato con una
reazione snervata all'ennesima ban-
diera del Reich scarabocchiata sul
muro di un parco per bambini. Ibo
Omari ha preso le sue bombolette
spray e l'ha coperta con un disegno
gentile. Fa graffiti da quando è bam-
bino e il suo negozio di colori nel
quartiere di Schoeneberg è un punto
di riferimento per molti writer ber-
linesi.
La sua piccola rivolta contro rune,
croci uncinate, disegni razzisti e
inneggianti all'odio è cominciata
così, per caso, per un moto di rabbia.
Ma "non è stato difficile trovare
alleati, in tempi in cui 'Mein Kampf'
è tornato un best seller", ha rac-
contato alla rivista Bento. All'inizio
sono partiti in sette e hanno girato il
suo quartiere, Schoeneberg, nella ex
Berlino ovest, che ha dato i natali a
Marlene Dietrich e dove negli anni
Settanta abitavano David Bowe e
Iggy Pop. Omari e i suoi alleati han-
no trasformato una quindicina di
scritte barbariche in farfalle, fiori,
quadrifogli e gufi. Adesso persino i
proprietari di casa chiedono ai writer
anti nazi di sovrascrivere le
svastiche con disegni.
Un movimento come "paint back"
non poteva che nascere nella capi-
tale dei graffiti: si stima siano cin-
quantamila i writer berlinesi. Esis-
tono persino visite guidate alle opere
più famose. Ma non sempre i loro
disegni piacciono, non sempre si
accetta il fatto che si tratti di una
contro-cultura e che i disegni siano
per definizione politici. Uno stupen-
do murales alto 42 metri a Reinick-
endorf che mostra un profugo bam-
bino ricoperto di sangue ha
provocato una raccolta di firme nel
quartiere perché venga rimosso.
Evidentemente ci vuole troppa co-
scienza per sopportarlo ogni giorno
. Da Repubblica
GLOBALIZZAZIONE
Tutto il mondo vuole il
cobalto, tutto il cobalto è
in Congo: perché quindi
in Congo muoiono di
fame? Pagina 15
Denuncia i boss, lo Stato lo punisce: suicida
l'imprenditore antiracket
Gela, Greco era stato accusato dagli estorsori di avere rapporti con la mafia: assolto in tribu-
nale. Ma dal prefetto arriva l'interdittiva e lui perde gli appalti. "Oppormi al pizzo mi è costato
caro di SALVO PALAZZOLO E FRANCESCO PATANÈ( Repubblica)
mavera di Gela - dice oggi il figlio - mio padre ne
andava orgoglioso. Ma non era stato affatto semplice.
All'epoca, però, si respirava un'aria nuova in questa
parte di Sicilia, anche grazie all'allora sindaco Ro-
sario Crocetta". Le denunce di quegli imprenditori
fecero scattare undici arresti nel blitz ribattezzato
"Munda mundi". E dopo gli arresti, le condanne per
134 anni. Una sentenza che anche la Cassazione ha
confermato. Ma nelle vene dei processi sono rimaste
le accuse degli imputati, che hanno sempre cercato di
gettare ombre su chi li aveva portati in carcere. "Ma
quale pizzo, gli imprenditori pagavano il nostro soste-
gno. E spartivamo gli utili".
Una tesi smentita in tutti i gradi di giudizio. Gli im-
prenditori erano vittime. Ma vittime - osserva il Vimi-
nale - che si erano relazionate con i boss, che avevano
accettato il prezzo del pizzo. "C'è il rischio di infiltra-
zioni mafiose nell'azienda". Parole pesanti. Ma il
figlio di Rocco Greco ribadisce l'importanza di quella
denuncia fatta dal padre: "Non dobbiamo dimenticare
cos'era Gela all'epoca. Più di cento morti in un anno.
E veniva ucciso anche chi non pagava il pizzo".
Dopo l'ultima interdittiva antimafia, un mese fa, sono
arrivate le revoche di tutte le commesse pubbliche e
private per la ditta di Greco, che si occupa di lavori
edili. "Sono stati licenziati 50 operai", dice Francesco
Greco. Intanto, l'imprenditore provava a ribadire le
sue ragioni con una serie di ricorsi. Ma il Tar di Pa-
lermo non ha concesso la sospensiva dell'interdittiva
(anche il Tar Lazio aveva dato disco verde al Vimi-
nale). "Il giorno dopo, il 26, siamo andati
dall'avvocato per un ulteriore ricorso", racconta an-
cora il figlio. "La sera, papà era euforico. Mi sembrò
strano. Diceva: che bella serata stiamo trascorrendo.
Non capivo".
Mercoledì mattina, Rocco Greco si è svegliato alle
5,30. Ha detto alla moglie che andava in azienda per
guardare alcune carte. Tre ore dopo, sono arrivati
Francesco e gli altri dipendenti. "Mio padre non era in
ufficio. Mi sono insospettito. Anche perché aveva
lasciato la fede e l'orologio a casa. Abbiamo iniziato a
cercarlo. Era dentro un container, poco distante, in
una pozza di sangue". Rocco Greco non ha lasciato
neanche un biglietto. Dice il figlio: "Qualche giorno
fa, aveva ripetuto a mia madre: "Ormai, il problema
sono io. Se vado via, i miei figli sono a posto".
PALERMO - "Denunciare i boss del pizzo mi è
costato caro", ripeteva alla moglie negli ultimi
tempi. Rocco Greco, l'imprenditore simbolo della
lotta al racket nella frontiera di Gela, si è sparato un
colpo di pistola alla tempia. "Era finito dentro una
storia paradossale", sussurra il figlio Francesco. "I
mafiosi che aveva fatto condannare lo avevano
denunciato. Ma, poi, ovviamente, era arrivata
l'assoluzione. Il giudice aveva ribadito che Rocco
Greco era stato vittima della mafia, non socio in
affari dei boss". Ma non è bastata una sentenza di
assoluzione.
Nell'ottobre scorso, il ministero dell'Interno ha
negato alla ditta dell'imprenditore gelese, la
"Cosiam srl", l'iscrizione nella white list per i lavori
di ricostruzione dopo il terremoto in centro Italia.
"Nel corso degli anni ha avuto atteggiamenti di
supina condiscendenza nei confronti di esponenti di
spicco della criminalità organizzata gelese". Questo
ha scritto la "Struttura di missione antimafia sis-
ma". "Ma come si fa a dimenticare che aveva de-
nunciato?", ripete l'avvocato Alfredo Galasso, stori-
co legale di tante parti civili a Palermo. "Proprio
con la denuncia aveva scelto di non essere più su-
pino a quel sistema che vigeva a Gela".
Nel 2007, Rocco Greco non solo aveva denunciato
i boss della Stidda e di Cosa nostra che si divide-
vano il pizzo. Aveva anche convinto altri sette
imprenditori a fare la sua stessa scelta. "Era la pri-
Alluvione di Messina |
Per non dimenticare
Doriana Goracci
Pagina 4
Milano: corteo 'People,
prima le persone', in
tantissimi contro la politica
della paura Pagina 13
Prove tecniche della
ricostruzione del ponte
Morandi, prototipo realizzato
nel cantiere di Castellammare
La ricostruzione costerà 200 milioni di euro,
progetto firmato da Renzo Piano
Un prototipo del ponte Morandi nel cantiere di
Castellammare. Lo stabilimento stabiese di Fin-
cantieri ha realizzato una riproduzione del ponte
crollato lo scorso 14 agosto a Genova, causando
la morte di 43 persone. Manca ancora l‟ufficial-
ità, ma è pressoché certo che a Castellammare di
Stabia sarà realizzata una parte consistente del
ponte Morandi, la cui ricostruzione costerà 200
milioni di euro sulla scorta del progetto messo a
punto da Renzo Piano e affidato a Fincantieri,
ormai all‟avanguardia non solo nella costruzione
di navi sul territorio nazionale.
Per ora a Castellammare è stata effettuata una
riproduzione che servirà agli ingegneri per veri-
ficare la resistenza del ponte e testare i materiali.
Un segnale piuttosto evidente delle nuove com-
petenze da sviluppare nel cantiere stabiese, che
per la prima volta cambia la sua destinazione. Il
ponte Morandi, con ogni probabilità, sarà real-
izzato tra Castellammare, Genova e lo stabili-
mento Fincantieri Infrastructure di Verona. Ma
intanto nello stabilimento stabiese è prossima
alla conclusione la realizzazione di un‟unità del-
la Marina Militare il cui varo avverrà in pri-
mavera. E Fincantieri si appresta anche a ri-
cevere la cittadinanza onoraria di Castellam-
mare. ( Fonte: Napoli-Repubblica)
Pakistan, abbattuti due jet indiani, quasi
guerra nel Kashmir
Ennio Remondino Pagina 5
Theresa May is set to
RULE OUT No-Deal
Brexit after 15
ministers threaten to
quit in
extraordinary mass
revolt at secret
meeting - as three
„implore‟ the PM to
extend the deadline to
„prevent disaster‟
letter to the Mail
Pagina 12
Savona compra 300 copie del suo
libro con i soldi del suo ex ministero
Si tratta di una spesa di 3500 euro per l'acquisto da parte del dicastero degli Affari europei di trecento copie
del volume "Una politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa", scritto dall'economista diretto verso la
presidenza Consob
Una spesa modesta - 3500 euro - ma pur sempre a carico delle casse dello Stato e piuttosto fuori luogo. È la
cifra stanziata dal ministero degli Affari europei- come rivela il Fatto quotidiano - per l'acquisto dalla casa
editrice Rubbettino di 300 copie di un libro scritto dall'ormai ex ministro ora diretto alla presidenza della
Consob Paolo Savona Il volume in questione si intitola "Una politeia per un'Europa diversa, più forte e più
equa". Un testo nato da un documento firmato dall'ex ministro molto vicino a Salvini e diventato poi un
saggio, arricchito dalle firme del consigliere economico Alberto Heimler, e dall'economista post-keynesiano
Jan Kregel. Sul sito di Palazzo Chigi compare un appalto in affidamento diretto del ministero di Paolo Savo-
na proprio con Rubbettino. Il tutto risponde al titolo di "servizio di acquisto e consegna del volume" scritto
dall'economista, nel periodo che va dal 16 gennaio al 31 luglio di quest'anno.
Dal Repubblica
IL NUOVO PETROLIO
SI CHIAMA COLTAN
E IL VENEZUELA NE
È CASUALMENTE
PIENO
Pagina 6
Savona
compra 300
copie del suo
libro con i
soldi del suo
ex ministero
Ultima pagina
L‟ Italia
spezzettata e
senza Stato
Pagina 2
2. Scavare una latrina nel cortile di casa e
trovare un tesoro. Non è una favola di altri
tempi. È quello che può accadere nella
Repubblica democratica del Congo. Un
Paese, uno scandalo geologico come lo
definiscono in molti, dove puoi trovare
tutto quello che ti serve, in termini di ma-
terie prime. Un territorio popolato da circa
80 milioni di persone che vivono, per oltre
il 50% in stato di povertà assoluta, ma così
ricco da potesfamare l‟Europa intera e non
riuscirebbe, neppure così, ad esaurire le
sue scorte di riserve naturali.
Costruire una latrina e trovare un tesoro.
E‟ quando è accaduto a un poliziotto di
Kolwezi, una città mineraria abitata da
mezzo milione di persone, nella parte me-
ridionale del paese. L‟ufficiale di polizia,
come racconta Michael J. Kavanagh sul
New Tork Times, nel 2014 ha deciso che
la sua famiglia aveva bisogno di una
nuova latrina.
I bambini che scavano a mani nude, la
città svuotata
Pala in mano inizia a scavare nel cortile di
casa e poco sotto, nemmeno tanti metri
sotto, trova qualcosa che potrebbe cam-
biargli la vita. La terra scintilla: un cumolo
di cobalto si presenta ai suoi occhi. Uno
dei minerali più importanti al mondo. Ka-
vanagh torna in quei luoghi nel 2015 e lo
scenario che ha di fronte è di tutt‟altra
natura. Non più una città tranquilla dove
ognuno degli abitanti si ingegnava con il
proprio mestiere. No, le case cadevano a
pezzi, e il territorio sembrava essere stato
bombardato, crivellato, ferito. Un‟immen-
sa area di buchi profondi fino a 25 metri.
Un luogo dove, tutti, si sono ingegnati a
trovare fortuna con la ricerca del cobalto e
del rame. I bambini non hanno altra attivi-
tà se non quella di scavare a mani nude la
cruda terra, entrare in questi buchi per
portare alla luce un minerale che, appena
estratto non ha nessun valore, non lo ha
per quei bambini che scavano senza
sicurezza, che spesso vengono inghiottiti
dagli smottamenti della terra senza che
nessuno se ne accorga o li reclami. Un
minerale, tuttavia, che acquista valore ap-
pena arriva a un porto internazionale che
ma darebbe anche all‟ opposizioni voce in capi-
tol!
SALVINI HA VIOLATO
COMUNQUE LA COSTITUZIONE.
L' accoglienza dello straniero, e' uno dei 12 prin-
cipi fondamentali della NOSTRA Costituzione, il
decimo, per l‟ esattezza.."Lo straniero, al quale
sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio
delle libertà democratiche garantite dalla Cos-
tituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio
della Repubblica, secondo le condizioni stabilite
dalla legge."
La domanda che nessuno in mesi si e' mai posto
(tanto meno lo stesso Salvini o chi per lui) e' : "
Ma se si chiude la porta in faccia allo staniero a
prescindere, come si puo' verificare se nel suo
paese gli sia stato impedito l'effettivo esercizio
delle libertà democratiche garantite dalla Cos-
tituzione italiana, per garantirgli asilo ?
Altra osservazione, fatta dopo aver scandinato a
fondo la Costituzione (sempre quella italiana),
non esiste nessun‟ articolo, comma o se vogliamo,
interpretazione che contemplano la frase salvin-
iana: “ Prima gli italiani” Ho detto in poche pa-
role !
IL CROCIFISSO NEI LUOGLI
PUBBLICI, NON RAPPRESENTA
NE‟ LE LEGGI, NE‟ L‟
UGUAGLIANZA
Dicevamo: “I credi mitologici, religiosi e meta-
fisici, non dovrebbe mai ingerire con le leggi
dello Stato (Autocit.)
C‟e‟ il secondo comma del terzo principio fon-
damentare della nostra Costituzione, che sino
adesso nessuno ha preso in seria cosiderazione:
“Il compito di rinuovere gli ostacoli di ordine
economico e “SOCIALE” spetta alla Repubblica,
quindi allo STATO e alla POLITICA. Fran-
camente , io non vedo come un simbolo religioso
e forse anche mitologico, rappresentante un‟
uomo autoproclamatosi Dio sulla Terra e ucciso
poi in modo ambiguo su di una croce, possa avere
qualcosa a che vedere con il principio egualitaris-
ta. Poi, il fatto che sia stato solo in grado di risus-
citare dalla morte il suo amico Lazzaro e se stesso
non aiuta certamente il principio. Spesso la politi-
ca dimentica che, I giudici sono soggetti soltando
alle legge e in ogni caso che si voglia il crocifisso
potrebbe “ostacolare” la decisione delle sentenze,
questo vale anche per tutti I luoghi pubblici,
anzitutto le scuole. Riguardo alla scuole poi c‟e‟
da dire che l‟ articolo 8 della Costituzione e‟ chia-
ro a tutti:” Tutte le confessioni religiose sono
egualmente libere davanti alla legge e visto che in
questa nostra giovane Repubblica, non esiste una
religione di Stato, o si espongono tutti I simboli
religiosi o nessuno !
In quanto alle religioni, una vale l' altra
IL CROCIFISSO NEI LUOGLI PUBBICI,
NON RAPPRESENTA NE‟ LA LEGGE,
NE‟ L‟ UGUAGILANZA TRE I
CITTADINI
I credi mitologici, religiosi e metafisici, non dov-
rebbe mai ingerire con le leggi, perche (da: Au-
taforismo IV)
In poche parole, la legge e non solo quella ital-
iana, non ha niente a che vedere con personaggio
religiose o mitologico, ucciso poi in modo ambig-
uo su di una croce. Se poi esaminiamo I Vangeli ,
Gesu‟ risuscito‟ dalla morte solo il suo amico
Lazzaro e se stesso. Guari‟ tanti , ma al cospetto
delle delle leggi ingiuste e conflitti sociopolitici
fu assolutamente impotente.
ANCHE LE PIU‟ VECCHIE
DEMOCRAZIE AL MONDO, A VOLTE SI
LASCIANO SOPRAFFARE
“Hard Brexit”….
Come quella anglosassone per esempio. Ul-
timamente mi chiedo spesso, se : “ Se per una
democrazia diretta e compiuta, non dovremmo
aspettare ancora qualche anno luce?”. Quella
inglese dopo quella greca, e‟ la “democrazia”
piu‟ vecchia al mondo. Abbiamo spesso ribadito,
che: “ In ogni democrazia compiuta che si voglia,
il popolo indirizza non delega poteri” Eppure qui
in Inglilterra, si e‟ verificato il contrario . Nel
referendum sull‟ uscita dall‟ Unione Europea, al
Popolo e‟ stato chiesto” Dentro o fuori” e non
come, se con o senza accordi ! I risultati si cono-
scono, il 51% a favore dell‟ uscita. Quello che
pero‟ sfugge o e‟ sfuggito alla politica, e‟ che il
49% dei remains erano compatti nel restarci senza
se e senza ma. Invece la stragrante maggioranza
di coloro che volevano uscire, era composta da un
20% di uscirne e basta, il romanente 80%, era
composto invece da indecisi o male informati sui
I reali rischi, per esempio il mercato commune.
La politica dopo due anni circa non e‟ riuscita a
trovare soluzioni pragmatiche (quando si dice il
pragmatismo anglosassone) L‟ altro ieri mi trova-
vo nelle “vicinanza” del Parlamento, ho avuto
modo di contare sul palmo della mano, quell
20%, Quattro amici al pub. La politica e non solo,
deve trovare soluzioni, sopratutto quando si tratta
della vita di 60 miioni di anime, invece di
“strumentalizzare” sia nel bene, sia nel male, il
popolo. E‟ chiaro che dopo un referendum, lad-
dove la politica fallisce nell‟ elaborare misure
efficaci nell‟ interesse della Nazione, il popolo
andrebbe ri-consultato, anzitutto in quelle Nazioni
dove non esistono referendum abrogative, per
ammendare gli errori della politica. Ridadiamo la
nostra scelta: Referendun finale , se rimanere
oppure lasciare senza nessuno accordo : Hard
Brexit”
BREXIT O NO BREXIT, THAT IS THE
QUESTION
Ovvviamente la politica fa fallito in un accordo
ragionevole e accettabile da tutte le forze
politiche e dai cittadini anzitutto. Adesso l' unica
cosa "doverosa" da fare e' ripassare la palla al
popolo. Un referendum finale " Brexit without
deal or to remain. E tutti vissero felici e contenti
Obviously politics fails in a reasonable and ac-
ceptable agreement from political forces and citi-
zens above all. Now the only "dutiful" thing to do
give the ball back to the people. A final referen-
dum: "Brexit without deal or to remain. And eve-
ryone lived happily ever after
TIME BOMB
Il decreto sicrezza e solo una questione di etica
razziale e non politica. Il vero boom e non quello
economico profetizzato da Di Maio, avverra‟ con
quata 100 e il reddito di cittadinanza. I numeri ci
dicono che, molto probabilmente solo chi sa di
ottenere una pensione di 1500 euro al mese las-
cia il lavoro a 60 anni, sappiamo che la stragrande
maggioranza dei oltre 20 mulioni dei lavoratori ha
uno stipendio lordo di 1000 euro, se non di meno
e ancora con qualche figlio senza lavoro. Il red-
dito di cittadinanza, non e‟ altro che un reddito di
inclusione potenziato, al massimo creera‟ qualche
posto nei centri di lavoro. Tutto a discapito del
debito pubblico. Una vera e propria bomba ad
orologeria per questo governo. Parola di un non
economista !
IN OGNI DEMOCRAZIA CHE SI
VOGLIA, IL POPOLO INDIRIZZA NON
DELEGA POTERI
Antipolitica o apolitica ? That is the question,
direbbe l‟ amico William !
Sin da ragazzo la politica mi e‟ sempre interessa-
ta, a partire dal 68. Quella politica, per indenterci
che si faceva con dedicazione, impegno e parteci-
pazione diretta. Nel 68 c‟erano ancora le ideolo-
gie, con piattaforme stabili su cui basare l‟ ap-
partenza, cosa che oggi non esiste piu‟, Il tras-
formismo e‟ dietro ogni angolo e in ogni partito,
movimento o associazione sociopolitica. Politica
oggi significa solo potere, pur sapendo che , in
ogni democrazia che si voglia, il popolo indirizza
non degega poteri a nessuno. Il pluralismo soci-
opolico e‟ il sale di ogni democrazia. Eppure e‟
da piu‟ di un ventennio, che il legislatore di turno,
sta cercando in tutti I modi di riportatre indietro l‟
orologio e forse l‟ orologio non si e‟ mai mosso !
Per uno che vede la politica come dedicazione e
partecipazione, non restano che due scelte, essere
apolitico o antipolitico ! C‟e‟ da dire e senza mez-
zi termini che: “ La politica ormai e‟ un potere
forte , manovrato da poteri occulti “ ( autocit.)
Questo comunque e‟ io mio caso …
CON LA REPUBBLICA,
OCCORREVA INVESTIRE SUL
LAVORO E NON SUL CAPITALE
A dettarlo e‟ la Costituzione : “ La Repubblica
italiana e‟ fondata sul lavoro e l‟ inizativa eco-
nomica privata e‟ libera, ammesso che non sia in
contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare
danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità uma-
na” In altre parole se il legislatore nel corso dei
decenni avesse fatto delle leggi adeguate per
adempiere a questo principio costituzionale, oggi
non saremmo qui a parlare di delocalizzazioni di
impese e aziende fallite, con lavoratori in mezzo
alle strade dalla mattina alla sera. Anzitutto per
quelle imprese e aziende che hanno ricevuto fior
di quattrini dalla Stato, in aiuti a fondo perduto,
come la Fiat o l‟ Alitalia.
Soldi anche di quei lavoratori che una volta delo-
calizzato si trovano la propria dignita‟ calpestata.
Una delle misure per un uno Stato se vuole essere
ancora fondato sul lavoro, potrebbe essere quella
di non chiedere la restituizione dei fondi, ma di
lasciare l‟ impresa o l‟ azienda in mano ai lavora-
tori. Sappiamo dalla Svezia che si puo‟ produrre
bene anche senza padrone, se non meglio. Il fatto
che nel mondo esista ancora molto sfruttamento
dell‟ uomo sull‟ uomo e nuove forme di
schiavismo e‟ perche‟ la politica ha sempre valor-
izzato piu‟ il prodotto e il capitale, che la dignita‟
umana
IL ROSATELLUM INCOMPATIBILE
CON IL POLARISMO
Tutti stiamo constatando che questo governo e'
per dir poco "anomalo", pochi invece sanno che
e' il prodotto del rosatellum. Un meccanismo
elettorale incompatibile con il polarismo, con piu'
coalizioni di partiti e partitini, anche fra 100 anni
si avranno gli stessi risultati, se fossi in voi non
mi illuderei di ritornare alle urne, senza aver
rivisto la legge elettorale. Per il semplice fatto,
che il popolo repubblicano nasce pluralista e non
puo' morire maggiorista, non dara' mai la maggi-
oranza assoluta ad un partito , polo o coalizione.
Dove sta l' anomalia ? Al governo abbiamo il
primo partito con un terzo di senatori e deputati
alleati con una parte del centrodestra uscito vin-
cente dall' elezioni senza la maggioramza assolu-
ta, ma in condizioni di farla da padre padrone; ed
e' esattamente quello che sta avvenendo. Anche
un Primo Ministro "fantoccio" fa parte del mec-
canismo.
SINDROME DI PILATO
Gesu‟ o Barabba ? Politica o Popolo ?
“E‟ il morbo che spinge a delegare a terzi deci-
sioni importanti che spetterebbero esclusivamen-
te alla poltica.”
Lo so non esiste una syndrome del genere, ma
anche Ponzio Pilato davanti ad un popolo in-
cazzato, scelse di non giudicare Cristo e delego‟
il popolo, pur sapendo gia‟ I risultati; perche‟ il
popolo sceglie sempre un suo Barabba. Il M5
stelle, facendo sceglire ai suoi iscritti, se Salvare
o non il soldato Salvini dal processo, delega a
terzi una decisione che anche per Costituzione
spetta esclusivamente alla politica ( art. Cost. 94
“Mozione di sfiducia”. Nel caso di Pilato pero‟ I
risulati erano ovvii, il popolo era presente, nel
caso del M5Stelle con la consultazione online, I
risultati si possono anche falsificare. Personal-
mente , sono sicuro che I grillini voteranno per la
non autorizzazione a procedure. Scomettiamo ?
IL REDDITO DI CITTADINANZA VIO-
LA L‟ ARTICOLO 38 DELLA COS-
TITUZIONE ITALIANA
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei
mezzi necessari per vivere ha diritto al manten-
imento e all'assistenza sociale.(primo comma art.
Cost. 38)
Il “cosidetto” reddito di cittadinanza” dovrebbe
spettare ad ogni cittadino inabile al lavoro e
sprovveduto dei mezzi necessary per vivere una
vita dignitosa, come avviene in tutte le democra-
zie moderne.
E aggiungerei un comma bis: “ I politici inabili a
creare lavoro o spovvisti di competenze e non
piu‟ in grado nemmeno di tutela il lavoro in tutte
le sue forme ed applicazioni; non dovrebbero
avere il diritto di governare”
SOVRANISTI A CASA LORO
Quello dei “nuovi “sovranisti gialloverdi italiani
e‟ un caso a parte. Non vogliono avere interferen-
ze da altri stati europei, ma vanno a ficcare il
naso negli affari della Francia. E‟ un po‟ come se
negli anni di piombo , un Macron francese
“simpatizzasse” con un Battisti italiano. In Fran-
cia da alcuni mesi come sappiamo c‟e‟ una
“rivolta urbana” in corso, non spetta certamente a
Salvini , Di Maio o chi per loro interfererire in
alcun modo, perche‟ non e‟ una minaccia per l‟
Italia, qui siamo all‟ infantilismo politico, per on
parlare poi della loro capacita‟ o non di risolvere
la crisi economica e sociale del pianeta Italia.
AUTORIZZAZIONE A NON
PROCEDERE SOLO CON I DUE TERZI
DEL PARLAMENTO
Una riforma costituzionale che risolverebbe un
conflitto istituzionale, per quanto riguarda l'au-
torizzazione a procedere, per I casi dei reati
commessi da parlamentari e ministry. Al momen-
to l‟ autorizzazione se processare o non un par-
lamentare o un ministro spetta ancora all‟ assem-
blea d‟ appartenenza, votata con la maggioranza
assoluta, anche se I giudici dopo la riforma dell‟
articolo 68 del1993 possono indagare senza
chiederne l‟ autorizzazone al Parlamento. L‟
articolo secondo il nostro “modesto” parere, rian-
drebbe modificato in,
68-Bis: “68 bis: Non si fa luogo all‟ au-
torizzazione a non procedere nei casi di imputa-
zioni dei parlamentari, solo se si raggiungono i
due terzi del Parlamento”
Un po‟ come avviene per riforme costituzionali.
Questo non solo rimetterebbe un po‟ di disciplina
lo trasporta nel mondo civilizzato. La dove
serve. E a farla dai padroni, in questa attivi-
tà, sono le aziende cinesi che si sono ac-
caparrate i diritti di estrazione senza assicu-
rare un salario giusto ai minatori, privi di
ogni diritto che lavorano sette giorni su
sette, che piova o ci sia il sole.
Perché tutti vogliono il cobalto
Il cobalto è un componente essenziale delle
batterie ricaricabili delle automobili e nei
telefoni cellulari. La rivoluzione dell‟auto
elettrica può essere grazie a quel minerale.
La Repubblica democratica del Congo è il
più grande produttore al mondo, con circa
la metà di tutte le riserve conosciute. Ep-
pure questo minerale finisce nelle mani di
Pechino con ricadute per la popolazione che
lo estrae praticamente nulle. Ad avvantag-
giarsene, oltre alla Cina, sono i governanti
del Congo che, in una sorta di bulimia di
denaro, se ne spartiscono i profitti.
Quello che è capitato al poliziotto, può cap-
itare a chiunque. Magari invece del cobalto
trova un filone d‟oro, oppure un giacimento
di diamanti. Magari di uranio. E, come per
la corsa all‟oro, le aeree dei ritrovamenti
diventano la meta di disperati in cerca di
fortuna. Ma non solo. Sono la meta delle
multinazionali, degli stati di mezzo mondo
che vogliono approfittare delle risorse del
Congo. La Repubblica democratica del
Congo è un non luogo.
O meglio, è il luogo delle guerre fratricide,
vendute come tribali, ma combattute pro-
prio per le risorse minerarie. Come è stata
la guerra che ha portato al potere Desiré
Kabila padre, a cui è succeduto il figlio,
denominata la prima Guerra Mondiale
d‟Africa. In sette paesi africani si sono
contesi pezzi di territorio. Le aeree di più
intenso conflitto corrispondevano a quelle
più ricche di risorse naturali. Una guerra
che ha provocato più di 4 milioni di morti,
la maggior parte per fame e non per armi da
fuoco. Il paese è arretrato di 100 anni.
La Repubblica democratica del Congo è un
non luogo
Alla fine della guerra sono stato in questo
paese e ho potuto constatare che la popola-
zione non aveva nulla. Molte organizzazio-
ni hanno cominciato a ripristinare, in-
nanzitutto, dispensari e ospedali, ma nessu-
no vi accedeva. Mi sono chiesto il perché.
Sono andato nella boscaglia per capire ed
ecco il risultato: la gente si vergognava ad
andare in ospedale perché non aveva di che
coprirsi, i vestiti erano un lusso. In quello
stesso viaggio, nel 2003, ho incontrato un
vecchio amico, Lino, nella capitale Kinsha-
sa.
Era appena arrivato dalla città di Kikiwit.
La strada che porta da Kinshasa a Kikiwit,
circa 600 chilometri, l‟avevamo percorsa
insieme nel 1993 e ci avevamo impiegato
circa 8 ore. Dieci anni dopo Lino ha impie-
gato 15 giorni per lo stesso percorso. La
rete viaria completamente distrutta. Ma alle
aziende minerarie non servono le strade, si
muovono con aerei e elicotteri. Non solo.
Paesi come l‟Uganda sono diventati im-
provvisamente esportatori di oro. Il Ruanda
del preziosissimo coltan che si trova solo in
Congo.
Nella Repubblica democratica del Congo si
trova di tutto: legno, rame, cobalto, coltan,
diamanti, oro, zinco, uranio, stagno, ar-
gento, carbone, manganese, tugsteno, cad-
mio, petrolio. Materie prime che fanno gola
a mezzo modo e che rappresentano una
“condanna a morte” per molti degli abitanti
del paese.
Ricchissimo di materie prime, e povero
Solo se i governanti investissero le royalty
ricavate dalle estrazioni minerarie del pae-
se, gli oltre 80 milioni di abitanti potreb-
bero vivere nel benessere, invece no. L‟au-
tosufficienza alimentare in molte aeree del
paese è un miraggio. Le terre coltivate rap-
presentano solo il 4% del totale, nonostante
il 75% della popolazione attiva si occupa di
agricoltura, per lo più di sussistenza. Invece
l‟economia del paese è tradizionalmente
orientata alle esportazioni, fortemente di-
pendente dalle commodities primarie.
Quello che interessa davvero è l‟enorme
ricchezza costudita dal sottosuolo congo-
lese. Quello che vi cammina sopra un po‟
meno. E, del resto, questo è un vecchio
adagio del dittatore Mobutu Sese Seko, che
in un‟intervista a un quotidiano francese
diceva: “Quello che c‟è sotto terra è mio,
quello che si muove sulla terra è mio,
quello che c‟è nelle acque è mio, quello che
vola nel cielo è mio, l‟intervistatore os-
servava: “Cosa rimane al popolo?, e Mobu-
tu divertito rispondeva: “Il multiparti-
tismo”, diremmo noi la democrazia. Ma con
quella non si mangia: il pil pro-capite è di
circa 450 dollari, uno tra i più bassi al mon-
do, e l‟indice di sviluppo umano è 0,433
che colloca la Repubblica democratica del
Congo al 176esimo posto al mondo.
Da: /www.agi.it
2 IN POCHE PAROLE ... Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019 15 GLOBALIZZAZIONE Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019
Queste nuove classi politiche di questo terzo millennio,
non sono piu’in gardo di gestire una democrazia
A cura di
Carmine Gonnella
Tutto il mondo vuole il cobalto, tutto il cobalto è in
Congo: perché quindi in Congo muoiono di fame?
Il paradosso di uno dei Paesi più ricchi di materie prime al mondo, con una ricchezza enorme e una popolazione allo stremo. ndi ANGELO FERRARI
L’ Italia spezzettata e senza Stato.
LA QUESTIONE AUTONOMISTA
Secondo l‟ articolo 5 della nostra Costituzione l‟ Italia e‟ una e indivisibile e narra cosi: “ La Repubbli-
ca, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo
Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione
alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.”
Ripeto io sono solo un Cultore e non un Costituzinalista, anche se purtroppo ultimamente quest‟ ultimi,
si sono dati alla latitanza. Diciavamo, una e indivisibile , decentramento amministrativo e la legisla-
zione spetta alla Stato e non agl‟ enti amministrativi come comuni, province e regioni; lerrore fatto nel
1970 e‟ stato quello di garantire loro troppi poteri legislativi. Oggi con le cosidette “autonomie differ-
enziate”, proposta dale regioni dell‟ Italia del Nord, stiamo continuando a sbagliare. Il decentramento
amministrativo e‟ contemplato dalla Costituzione e qui non ci piove, ma spetta allo Stato adeguare prin-
cipi e metodi alla questione autonimista. Dando troppi poteri legislativi agl‟ enti amministativi locali, lo
Stato si spezzetta, fino a scomparire del tutto. La soluzione secondo il mio modesto parere e‟ piu‟ auto-
nomia amministativa, ma senza poteri legislativi regionali e provinciali In altre parole, saranno I co-
muni a votare coloro che amministranno il territorio, secondo le leggi unitarie dello Stato.
Sono un uomo di
sinistra perche‟
progressista
3. DI NECESSITA’ VIRTU’
Non è facile fornire rapporti rassicuranti sul
fronte politico nazionale. In ultima analisi, ci
si continua a muovere per tentare di dare un
futuro migliore al Paese. Della sua ripresa,
se e quando ci sarà, tratteremo in seguito.
Ciò che, invece, è da affrontare, da subito,
restano i contenuti politici che questo
Governo. Anche se i “silenzi” d’alcuni hanno
creato risposte in negativo che non
pensavamo neppure con la fantasia. Anche
fuori dei confini nazionali, dove la passione
politica per i fatti del Bel Paese non è mai
stata “vertiginosa”, l’UE ha espresso un suo
giudizio sfavorevole sulla manovra
economica nazionale.
Questa effettività potrebbe, però, essere
base di partenza per raggiungere un fine
differente. Torniamo, quindi, a chiedere un
impegno per non inficiare i propositi di
Esecutivo ancora tutto da testare. Anche
l’Opposizione dovrebbe mettere in campo le
sue strategie. Fermo il concetto che sia
miglio”proporre” che “subire”. Si sente,
comunque, la necessità di mutamento.
Le riforme che supponiamo dovrebbero
andare oltre le logiche che, per il passato,
sono state vincolate dalla nascita di nuovi
partiti e per il ridimensionamento di altri.
Il fronte politico italiano dovrebbe trovare
una nuova ragion d’essere. Ora si potrebbe
operare per una Repubblica veramente
nuova; fondata sui principi immutabili della
nostra Costituzione e monda da tutti quei
compromessi che hanno gravato sulla nostra
esistenza anche dai primi anni del Nuovo
Millennio. Chi intende offrire un contributo
parlamentare, faccia un passo avanti e si
muova per garantire i fondamentali diritti a
tutti gli italiani. Fuori e dentro i confini
nazionali. Insomma, una volta per tutte, si
faccia di “necessità” virtù
VERIFICHE
La stabilità di questo Esecutivo resta un
enigma del quale non s’identificano le reali
dimensioni. Ora, trovare la strada del dialogo
ampliato, non è ancora possibile fare delle
previsioni politiche serie. Sono gli altri Partiti
italiani che non ci convincono. Non ci
sentiamo sicuri sulle promesse di una ripresa
sempre più di facciata. Del resto, ma già lo
abbiamo scritto, resta la faccenda di una
stabilità politica della quale il Paese ha
estremo bisogno.
L’attuale Governo, consciamente o meno, ha
mutato le strategie parlamentari alle quali
c’eravamo adattati. Non rimpiangiamo, per
carità, i politici del passato, ma siamo
preoccupati per l’assenza d’uomini capaci di
proposte più attuabili per il futuro. I signori
Parlamentari sono rimasti tutti. Magari hanno
saltato il fosso dal partito d’origine, ma si
sono ben guardati dal defilarsi. Per male che
vada, c’è sempre il gruppo parlamentare
“misto”. Insomma, la strategia del “rimanere”
resta sempre vincente. L’obiettivo rimane
quello del “vitalizio per tutti”. Almeno per ora.
Insomma, servirebbero meno parole, meno
promesse e più fatti. Di tutte le altre
esteriorità possiamo fare, volentieri, a meno.
Intanto, il futuro d’Italia resta in “forse”.
Prenderne atto non è più sufficiente per
impedire una”tirata d’orecchie” da un’UE che
non ha compreso dove intendiamo andare.
Sarà l’Asse Di Maio/Salvini a sollevarci
dall’ambascia? L’evoluzione politica ha
bisogno di ben altro per essere attendibile.
Anche se la cronaca nazionale è funestata da
gravi eventi anche imprevedibili, restano le
preoccupazioni sul futuro socio/economico
della Penisola. Proprio perché, alcune si
potevano evitare.
TEMPI CAMBIATI?
Mentre il nostro profilo economico è in calo, le
stonature politiche non mancano. A dispetto
di tante parole, essere operativi ha un costo
non solo morale. Rispettare un programma,
poi, è difficile, più di ieri, proprio perché
l’Italia ha dei limiti politici. Da noi, il costo
della vita è tra i più “tribolati” del Vecchio
Continente. Insomma, l’economia nazionale
non “regge” al confronto con quello di altri
Paesi dell’Europa Stellata. Fare dei distinguo
tra situazione interna e internazionale resta
un dilemma.
Da noi, pur se sono passati lustri, si continua
a “lanciare il sasso e nascondere il braccio”.
Come a scrivere che nessuno si muove nel
senso razionale senza pretendere una
contropartita politica da far valere al
momento opportuno. Anche questo Esecutivo
dovrà tenerne conto. Allora, quali saranno le
nuove prospettive sulle quali si dovrebbe
rifondare la Repubblica? Alla luce dei fatti, pur
con tutte le possibili cautele, non rileviamo
segnali d’effettivo mutamento. Gli “incontri” e,
spesso, gli “scontri” di chi vorrebbe un’Italia
“diversa” naufragano nell’incomprensione.
Sara’, forse, il “centro” a supportare una
formula governativa praticabile? Certo è che
sino agli anni’90, quando la partecipazione
alla vita politica nazionale era una realtà
diversa, certi obiettivi riuscivano a maturare.
Da allora, sono passati tanti anni. Una
generazione ha lasciato il posto a un’altra. Ma
i problemi non si sono ridimensionati come
avrebbero dovuto. La politica “nuova” non è
stata presentata neppure in teoria. Sono
cambiati gli uomini dei partiti e le
maggioranze politiche, ma le finalità sono
rimaste, in sostanza, le stesse. Allora, cosa c’è
di nuovo sul fronte istituzionale del Bel Paese
a un anno dalle elezioni politiche?
L’interrogativo, a nostro avviso, rimane senza
confronto. Insomma, i “tempi” della politica
sono cambiati. Non siamo, però, in grado
d’affermare se in meglio
GOVERNO DIFFICILE
Riteniamo che, col nuovo anno, sia logico
formulare delle ipotesi sull’evoluzione di
questo Esecutivo. Certo è che l’attuale
Governo continuerà a muoversi in salita.
Minimizzarlo, sarebbe inutile. Chiaro è che
rimangono a rischio quelle riforme che
riteniamo fondamentali per la ripresa
d’Italia. Oggi, come ieri, fare delle critiche è
facile; ma sin troppo scontato. L’importante
sarebbe, invece, proporre un programma
realizzabile. Ci sembra, al contrario, che i
Signori della Politica non siano nelle
condizioni per garantire un’evoluzione
concreta per la Penisola.
A questo punto, ci sembra fondamentale
esaminare le situazioni politiche nazionali.
Pur con le preoccupazioni dei partiti che
costruiscono l’Esecutivo, non intravediamo,
per ora, doti di particolari rilievo. Molte
aspirazioni vanno a cozzare tra loro. Una
maggioranza qualificata resta tale solo se le
alleanze hanno un programma coerente. Il
“Contratto di Governo” resta tutt’altra cosa.
Sono, infatti, le “interferenze” che ci
preoccupano. Ci siamo resi conto che
riformare non è facile. Come non lo è
governare. Eppure, gli italiani avrebbero
bisogno di un Esecutivo capace d’esistere
oltre il fronte riformista che, per il passato,
sembrava il frutto “proibito” del centro/
sinistra nazionale. Ora, è la volta del
“centro/destra”. Sperando in migliori
risultati.
Quindi, senza disconoscere interamente il
passato, dobbiamo convenire che anche le
nuove “ciambelle” non sono riuscite col
buco. A buon intenditore bastano poche
parole: questo Esecutivo dovrà prenderne
atto. Esserne consapevoli, da subito,
eviterà amare sorprese per il dopo.
ECONOMIA ITALIANA
Che cosa farà per il Paese questo
Parlamento e il Potere Esecutivo che ne è
nato? Come mai le Forze Sociali non
avanzano soluzioni alternative che non
siano i soliti scioperi che non hanno, al
momento, nessun futuro contrattuale? Con
il calo del tenore esistenziale, da noi si è
innescata una spirale che coinvolge
negativamente anche i , pochi, segnali di
stabilità che l’imprenditoria ha cercato di
mantenere. Al punto in cui siamo, non ci
sono molte scelte da mettere in campo. A
ridosso dei sacrifici non vediamo nessun
valido corrispettivo. Né una “cura” politica
d’emergenza.
Il risanamento economico nazionale non
può gravare unicamente da una”parte". E
la politica dovrebbe essere propinata a
“piccole” dosi. Stiamo vivendo, in questo
primo periodo del nuovo Millennio, in un
acuirsi dell’insoddisfazione della classe
lavoratrice che non ci sta a un altro calo
della redditività. Ci sembra chiaro che
l’occupazione, a qualsiasi livello, dipenda da
molti parametri che ne possono
determinare un incremento o un’inesorabile
riduzione. Il nostro Paese è entrato in una
spirale che la società tecnologica rifiuta.
Come già abbiamo scritto, il problema
dell’occupazione non sarà risolto a breve.
Questo Esecutivo non potrà recuperare le
posizioni perdute. Economia e Lavoro
sono due aspetti inscindibili di uno stesso
problema. La politica, per noi, si trova al
“piano” inferiore. Se non si scoprirà un
mezzo per potenziare l’occupazione,
anche sul piano della competitività, non ci
sarà l’opportunità di nuovi sviluppi.
Semmai, avverrà il contrario.
C’è solo da verificare come evolverà la
strategia di questo Governo. Certo è che
una soluzione, pur se temporanea, è
indispensabile. L’economia dello Stivale
non può reggersi sui sacrifici a senso
unico. L’Italia ha da fare delle scelte. Il
primo semestre del nuovo anno sarà
importante per l’evoluzione del Paese e
per l’affidabilità politica che, per ora, ci
manca. Senza facili entusiasmi, ci
prepariamo ad andare oltre. Al punto in
cui siamo, la verità politica appare,
certamente, il male minore.
DISUGUAGLIANZE
L’Italia s’è smarrita. Nei meandri di una
politica incerta e con una manovra
economica ancora tutta da verificare In
un Paese dove due partiti intendono
governare il Paese, c’è poco da contare
sul futuro di questa Penisola. I risultati di
una politica perplessa, a ben osservare, ci
hanno posto tutti da una stessa parte:
quella del malcontento. Si percepisce una
sensazione di malessere che ci tormenta e
che, assai spesso, influenza il modo
d’interpretare gli eventi di casa nostra. Le
differenze di “casta”, tuttavia, ci sono
ancora tutte.
Ora si è inserita, a pieno titolo, la
questione dell’attendibilità. Ci siamo
trasformati in ”italiani contro”. Soprattutto
quando i nostri diritti sembrano lesi più di
quelli degli altri. Italiani “contro” tra
occupati e disoccupati. Tra dipendenti
pubblici e privati. Tra furbetti e vittime di
uno stesso sistema. ”Contro” le riforme
che l’apparato ha snaturato. Non sono
solo le diverse ideologie sociali che ci
preoccupano, ma il contrasto in cui
viviamo o, meglio, ci fanno vivere. Nelle
Grandi Democrazie, c’è una Maggioranza
e un’Opposizione. Una Governa e l’altra
verifica le decisioni della prima. Da noi è
tutta un’altra storia. I Partiti sì
“scompongono” in più correnti e si
moltiplicano come succede nel ciclo
biologico cellulare.
Intanto, l’Italia stenta a trovare la via per
una “ripresa”. Se bastasse ipotizzare dei
“progetti” per uscire dalla crisi, ne
saremmo fuori da tempo. Però, non
servono teorie che non siano seguite dai
fatti. Da noi, la politica funziona ancora
così. Alla ribalta c’è sempre un “metodo”
che non riesce a decollare.
Del resto, le “disuguaglianze” non sono
una novità. Le rimorchiamo da sempre.
Un altro segno che ci sarebbe da capire le
argomentazioni fattibili di questo
Esecutivo
Giorgio Brignola
DALL‟ ITALIA E DALL‟ ESTERO
14 VIGNETTE Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019 3 POLITICA E NON SOLO Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019
4. di religiosi cattolici della sua arcidioce-
si. Inoltre, Pell avrebbe messo in atto il
cosiddetto "Melbourne Response", uno
schema di risarcimenti piuttosto bassip-
er le vittime volto a disincentivare on-
erose cause giudiziarie contro la dioce-
si. Pell si è difeso negando la re-
sponsabilità dell'arcidiocesi nei casi di
pedofilia.Durante la trasmissione tele-
visiva 60 Minutes, Peter Saunders,
nominato da papa Francesco consulente
della Pontificia commissione per la
tutela dei minori, accusa pubblicamente
Pell di essersi preso gioco della Com-
missione nazionale d'inchiesta, negan-
do la collaborazione con gli inquirenti,
e afferma che il cardinale avrebbe
dimostrato disprezzo nei confronti dei
bambini vittime di abusi sessuali ad
opera dei preti pedofili[7]. Saunders,
per alcuni con evidente malanimo,
chiede inoltre le dimissioni del cardi-
nale perché avrebbe fallito nel proteg-
gere i bambini dagli abusi[8].
L'accusa di "gravi reati sessuali" sui
minori e la condanna
Il 29 giugno 2017 la polizia australiana
conferma l'imminente stato d'accusa
per il cardinale Pell per "gravi reati ses-
suali" sui minori, fra i quali quello di
uno stupro; essi sarebbero stati
commessi negli anni settanta, quando
Pell era parroco nella sua città natale.
La Santa Sede contestualmente rilascia
una dichiarazionenella quale conferma
la notizia del rinvio a giudizio del car-
dinale Pell e la sua partenza per l'Aus-
tralia «per affrontare le accuse che gli
sono state mosse».
L'11 dicembre 2018 all'unanimità Pell
viene dichiarato colpevole di abusi ses-
suali su due minori di 13 anni dalla giu-
ria della County Court dello stato di
Victoria in Australia, mentre il cardi-
nale, che si è sempre dichiarato inno-
cente, annuncia il ricorso in appello…
https://it.wikipedia.org/wiki/George_Pell
https://www.huffingtonpost.it/…/carcere-
per-george-pell-c…/…
Fuori il vaticano dalla
storia delle donne...e dei
bambini.
Leggo stamattina: "non era più di un
semplice episodio di penetrazione ses-
suale (plain vanilla sex, l'espressione
usata, ndr) in cui il bambino non par-
tecipava attivamente"parola del princi-
pe del Foro australiano Robert Richter
in difesa di George Pell, cardinale e
arcivescovo cattolico australiano, dal
24 febbraio 2019 prefetto emerito della
Segreteria per l'economia. Gran Priore
per l'Australia - Nuovo Galles del Sud
e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine
Equestre del Santo Sepolcro di Gerusa-
lemme,Compagno dell'Ordine
dell'Australia - nastrino per uniforme
ordinaria Compagno dell'Ordine
dell'Australia«Per il servizio alla
Chiesa cattolica in Australia e a livello
internazionale, aumentando il dibattito
sulle questioni di natura etica e spir-
ituale, all'educazione e alla giustizia
sociale.»
"Nel 2010, durante il pontificato di
Benedetto XVI, il cardinale australiano
viene proposto dal cardinale Segretario
di Stato Tarcisio Bertone come nuovo
prefetto della Congregazione per i
vescovi. Tuttavia la candidatura viene
meno – il pontefice sceglie infatti il
cardinale Marc Ouellet – a seguito di
una pressione internazionale a sfavore
di Pell. Questi viene veementemente
criticato per la gestione di alcuni casi
di pedofilia, da parte di un'associazione
irlandese di vittime di abusi sessuali
Pell è stato al centro di un'indagine
della Commissione nazionale d'inchi-
esta australiana sulle risposte delle isti-
tuzioni agli abusi sessuali sui minori a
causa della gestione dei numerosi casi
di pedofilia avvenuti nell'arcidiocesi di
Melbourne all'epoca in cui era ar-
civescovo, dal 1996 al 2001. Secondo
l'accusa Pell avrebbe omesso di collab-
orare con le forze dell'ordine insabbi-
ando i casi di violenze sessuali perpe-
trati nei confronti dei minori da parte
Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte
del mio tempo nel giornalismo partecipativo, usando il cestino-come
mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita,
spesso sotto traccia. www.agoravox.it
.Non c'è niente di più naturale, per Rebec-
ca: aiutare chi è in difficoltà. Un gesto sem-
plice, per lei bambina, che per gli adulti è
diventato straordinario. E così Rebecca
Maria Abate è una dei 29 alfieri nominati
dal presidente della Repubblica Sergio
Matterella, distintisi come "costruttori di
comunità". Il motivo? "L'aiuto che è riusci-
ta a dare a una compagna di scuola con
grave disabilità ha consentito a questa di
uscire dal silenzio e di aprire una comuni-
cazione con l'intera classe", si legge nella
scheda ufficiale del Quirinale.
E ancora: "Grazie alla sua sensibilità e al
suo affetto è riuscita a interpretare e com-
prendere i pochi segnali dell'amica, creando
in questo modo nella classe un ambiente
più aperto e inclusivo, dove la diversità è
divenuta occasione di crescita per tutti".
Rebecca Maria Abate ha 10 anni ed è la più
giovane dei 29 alfieri, e dietro la sua spon-
taneità c'è una storia bellissima, che va
avanti da anni. La racconta il papà Stefano:
"Rebecca e la sua amica si conoscono da
quando erano piccole, hanno frequentato la
stessa classe dalla seconda alla quinta ele-
mentare. E da quando aveva sei anni Re-
becca ha creato un ponte fra lei e il resto
della comunità scolastica: accudiva la sua
compagna, mangiava con lei".
Per Rebecca era istintivo: quando vedeva la
sua compagna in difficoltà si alzava dal suo
banco e andava da lei, le puliva le labbra, la
aiutava a mangiare e pian piano anche a
comunicare. Nonostante ci fosse l'insegnate
di sostegno, nonostante all'inizio i docenti
tentassero di bloccarla dicendole di stare
seduta al suo posto. La sua piccola ribel-
lione è diventata la prassi: nessuno poteva
vietare quell'avvicinamento, e i docenti
stessi si sono resi conto del legame che si
era creato fra le due bimbe, tanto da se-
gnalarlo al preside, che a sua volta l'ha fatto
presente al presidente della Repubblica.
"Fra loro due si era creata subito simpatia -
ricorda Stefano - la sua amica la riconosce-
va, e nonostante fosse aiutata a scuola, pre-
feriva sempre la vicinanza della sua coeta-
nea". Ora Rebecca è passata alle scuole
medie, la sua amica è rimasta alle elemen-
tari ma il rapporto non si è interrotto:
"Quando possono si vedono, accompagno
spesso mia figlia dalla sua amica". E anzi,
Rebecca ha fatto di più: oltre a quei quattro
anni insieme, ha fatto in modo che le sue
amichette storiche, quelle che si porta
avanti dalla scuola materna, conoscessero
l'altra. "Per gli adulti è un gesto straordinar-
io - continua papà Stefano - per Rebecca è
stato naturale entrare in contatto con lei e
capirla".
Ha aperto la sua amica al mondo, Rebecca,
aveva le chiavi giuste. Il 13 marzo sarà al
Quirinale con gli altri premiati, per ora non
si rende conto dell'importanza del ricono-
scimento: "Non riesce a focalizzare, il rap-
porto che ha con i media non è quello di un
adulto. Ha notato il clamore, ma continua a
fare la sua vita". La scuola, dove i risultati
sono ottimi, poi il nuoto e il pianoforte. La
famiglia e il fratello più piccolo -
"speriamo di poter andare tutti con lei a
Roma a marzo" - le uscite nei campi con il
padre, che è agronomo e ora si chiede se
magari è stato proprio il contatto con la
natura e con chi lavora in agricoltura a ren-
dere sua figlia così aperta, serena e sensi-
bile. Ovviamente l'amica c'è sempre. Come
l'hanno presa, i genitori della bambina che
lei ha aiutato per tanti anni? "Ci hanno
ringraziato, si sentono lusingati - continua
Stefano - anche perché sono di origine ma-
rocchina, e in una realtà piccola come
quella di Lucera non è sempre facile inte-
grarsi".
di ANNA PURICELLA
Bari-Repubblica
13 ATTUALITA’ Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 20194 CRONACA Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019
Nessun colpevole e nessuna responsabil-
ità se il 1 ottobre del 2009 un alluvione
"naturale" provocò 37 morti tra gli abit-
anti di Giampilieri, Scaletta, Briga e Mo-
lino, nel Messinese.
Il disastro avvenne in una zona a elevato
rischio idrogeologico, che era stata già
colpita in precedenza da eventi franosi e
alluvionali. Furono 18 gli accusati di
disastro colposo e omicidio colposo plu-
rimo: fra loro l'ex sindaco, Giuseppe
Buzzanca, l'ex commissario straordinario
del Comune di Messina, Gaspare Sina-
tra, il sindaco di Scaletta Mario Brigug-
lio e l'ex responsabile della Protezione
Civile regionale, Salvatore Cocina.
La Procura fece sapere che aveva fonda-
to la sua richiesta sulla scorta delle in-
dicazioni fornite dalla consulenza tec-
nica, basata soprattutto su rilievi ambien-
tali, e dopo l'informativa depositata dai
carabinieri. I familiari delle vittime
chiedevano giustizia anche perché
avevano fatto emergere che già nel 2007,
due anni prima dell'alluvione, era stato
denunciato il dissesto idrogeologico del
territorio e le istituzioni non erano inter-
venute.
Dopo 10 anni, DIECI ANNI, la quarta
sezione penale della Cassazione ha
rigettato i ricorsi della procura generale
di Messina e delle parti civili, rendendo
definitiva la sentenza con cui la corte
d'Appello ha assolto l'ex sindaco di Mes-
sina Giuseppe Buzzanca e dell'ex sinda-
co di Scaletta Zanclea, Mario Briguglio.
I due ex primi cittadini erano stati con-
dannati a 6 anni in primo grado, ma poi
la Corte d'Appello di Messina aveva ribal-
tato la sentenza, assolvendoli "perché il
fatto non sussiste" e revocando i risarci-
menti.
Nell'udienza di ieri, la procura generale
della Cassazione aveva aperto la porta
almeno ai risarcimenti, chiedendo alla
Corte di dichiarare la prescrizione, ma di
accogliere gran parte dei ricorsi delle parti
civili. I giudici hanno, invece, chiuso de-
finitivamente quella vicenda giudiziaria.
Ci fu anche un eroe, si chiamava Simone
Neri, morto quel primo ottobre durante la
tragica alluvione del Messinese Jonico, tra
le case di Giampilieri, trascinato dal fango
dopo aver salvato nove persone, di cui 5
bambini.
Hanno anche la faccia di far passare la
TAV come opera indispensabile, quando
sono decine le linee ferroviarie incompi-
ute o mai attivate.E nessuno al governo,
compresi quei Signori che all'epoca ci
stavano...prova un minimo di vergogna, si
indigna, reclama Giammai! Si scaldano
sui futuri referendum, sulle prossime
elezioni.. .in una Italia dove ancora ci
sono 2 700 km a binario unico.
Vergogna
Vergogna
Vergogna.
Per non dimenticare dice un video di quei
giorni. Per non dimenticare ne scrivo e
condivido, questa lenta profonda ingi-
ustizia che lascia una ferita che non
guarirà mai.
Alluvione di Messina |
Per non dimenticare, "A 10 anni ha
fatto uscire dal
silenzio la
compagna di
classe disabile",
la storia di
Rebecca
A 10 anni la bambina di Lucera (Foggia) è stata nominata 'Alfiere della
Repubblica'. Il papà: "Da quando aveva sei anni Rebecca ha creato un ponte fra
lei e il resto della comunità scolastica: accudiva la sua compagna, mangiava con
lei"
Milano: corteo 'People, prima le
persone', in tantissimi contro la po-
litica della paura
02 MARZO 2019 "Una grande iniziativa pubblica per dire che vogliamo un mondo che met-
ta al centro le persone. La politica della paura e la cultura della discriminazione viene siste-
maticamente perseguita per alimentare l'odio e creare cittadini e cittadine di serie A e di serie
B. Per noi, invece, il nemico è la diseguaglianza, lo sfruttamento, la condizione di precarie-
tà". Questo l'appello di 'People - prima le persone', la manifestazione per i diritti che si
tiene a Milano promossa da 30 realtà, dall'Arci ai sindacati alle organizzazioni antirazziste,
cui hanno aderito oltre 1000 associazioni. Un corteo colorato accompagnato da musica e
balli è partito da corso Venezia angolo via Palestro. Tantissimi i partecipanti al corteo con-
tro tutte le discriminazioni: decine di migliaia le persone. L'arrivo in piazza Duomo dove non sono perevisti comizi ma un 'afro street party' guidato dal dj nigeriano Simon Samaki
Osagie venuto appositamente da Londra e famoso per avere inventato i flash mob musicali a tema politico. Sala, momento di cambiamento, è spartiacque Sfila insieme ai bambini
scout alla marcia 'People-prima le persone', il sindaco di Milano Giuseppe Sala. In un "momento di grande cambiamento" per il Paese "è questa la nostra visione di Italia" dice primo
cittadino di Milano per il quale in questo momento "ci troviamo a uno spartiacque" a livello di società. Fra i presenti i segretari della Cgil Landini, della Uil Barbagallo, i governatori
della Toscana Rossi e del Lazio Zingaretti. Molte le famiglie con bambini arrivate alla coloratissima manifestazione. Bisio e tanti volti noti contro le discriminazioni Al corteo
'People prima le persone' contro le discriminazioni stanno partecipando numerosi volti noti del mondo della cultura e dello spettacolo. Tra questi, Malika Ayane, Lella Costa, Giobbe
Covatta, Claudio Bisio, Ornella Vanoni. Il fiume di persone partito da Palestro si sta avvicinando a piazza Duomo tra musica, canti e balli in un'atmosfera di festa. Pullman e delega-
zioni sono arrivate da tutta Italia e i numeri sono da record: 1.200 fra enti e associazioni presenti con striscioni loro, 40mila adesioni solo su Facebook, 700 Comuni aderenti, 20 pre-
senti in piazza anche con il gonfalone e gli assessori, fra questi quello di Riace
Da RaiNews (Foto da Il Manisesto )
5. Pakistan, abbattuti due jet indiani, quasi
guerra nel Kashmir
Botta e risposta col rischio esploda tutto. Islamabad
ha annunciato di aver abbattuto due jet indiani en-
trati nel proprio spazio aereo, dopo una successio-
ne di incursioni aeree contrapposte per gli scontri
in corso tra opposti schieramenti nel Kashmir pa-
chistano.
Di Remocontro27 Febbraio 2019
Attacchi e contrattacchi aerei
e la guerra rischia di scendere a
terra
Botta e risposta armata, al momento solo per aria. Islama-
bad annuncia di aver abbattuto due jet indiani entrati nel
proprio spazio aereo, dopo una successione di incursioni
aeree contrapposte per gli scontri in corso tra opposti
schieramenti nel Kashmir pachistano. Nuova Delhi a sua
volta rivendica e in parte riconosce: abbattuto un jet pa-
chistano, nello scontro abbiamo perso un caccia e un pi-
lota è scomparso. La contesa aerea sul Kashmir indiano e
pachistano con attacchi anche da terra.
Ricostruzioni diverse
I due Paesi divisi anche nella ricostruzione di quanto acca-
duto ieri. L‟esercito indiano che sferra un attacco contro
una postazione dei miliziani „Jaish e-Mohammad‟, a di-
verse miglia dalla linea di confine che di fatto separa il
Kashmir indiano da quello pachistano, è la versione di
Islamabad. Versione indiana, «Abbiamo ricevuto informa-
zioni credibili secondo cui JeM stava pianificando ulterio-
ri attacchi suicidi in India e, a fronte di un pericolo imminen-
te, si è reso necessario un attacco preventivo».
Le ragioni dell’attacco
New Delhi ha motivato la sua incursione aerea come risposta all‟at-
tentato che due settimane fa aveva provocato la morte di una
quarantina di soldati indiani. La ministra degli Esteri indi-
ana: «non si è trattato di un‟operazione militare ma di un
attacco preventivo contro la base dei terroristi Jaish-e-
Mohammed». Versione pakistana: «Questa azione è stata
fatta a uso e consumo interno, la campagna elettorale sta
mettendo la pace e la stabilità regionale in grave pericolo».
Le elezioni in India sono previste entro il prossimo maggio.
Prima volta da quasi 50 anni
I blitz aerei sono i primi dalla guerra tra India e Pakistan del
1971, nuova escalation tra New Delhi e Islamabad per il
Kashmir conteso. La tensione tra i due Paesi „arci nemici‟ è
tornata alta dopo che lo scorso 14 febbraio i miliziani pa-
chistani che si battono per il controllo della regione hanno
compiuto un attentato contro un convoglio di militari indiani
che transitava nella parte controllata dall‟India, uccidendone
46. Il governo del premier Modi ha accusato nuovamente il
Pakistan di sostenere il gruppo armato, accuse che il primo
ministro pachistano Imran Khan da sempre respinge
4 guerre e tante bombe atomiche
Negli ultimi 71 anni India e Pakistan hanno combattuto 4
guerre di cui 3 nella regione del Kashmir. Potenze nucleari
con negli arsenali circa 250 testate complessivamente, suffi-
cienti per la totale distruzione di entrambi i Paesi. Preoccu-
pazioni nel mondo, e superpotenze in crisi. L‟influenza di
Washington verso Islamabad indebolita, con il Pakistan che
ha ormai nella Cina il suo partner privilegiato. Mentre New
Delhi, guarda a Mosca come partner militare e commerciale,
ma resta vicina agli Usa per contrastare l‟espansionismo
cinese nell‟area indo-pacifica.
Le ragioni storiche dello scontro
Il Kashmir è una regione divisa in tre parti amministrate
dall‟India, dal Pakistan e dalla Cina. I conflitti per il suo con-
trollo iniziarono dopo il 1947, anno in cui la colonia britan-
nica indiana fu riconosciuta indipendente dal Regno Unito e
si divise in due stati indipendenti, l‟India (a maggioranza
induista) e il Pakistan (a maggioranza musulmana), che
cominciarono a competere per il controllo sul Kashmir. Da
allora i due paesi hanno combattuto tre guerre, nelle quali
sono morte decine di migliaia di persone: l‟ultima si con-
cluse nel 2003. Dopo gli incidenti di questa mattina, il Paki-
stan ha detto di aver chiuso il suo spazio aereo, mentre
l‟India ha temporaneamente sospeso arrivi e partenze da al-
cuni aeroporti nel nord del paese.
Theresa May is ready to rule out a No Deal Brexit after
an extraordinary mass revolt by ministers, the Daily
Mail can reveal. A group of 23 dissidents met secretly
at the Commons last night to discuss how to stop Brit-
ain leaving the EU without an agreement on March 29,
with as many as 15 said to be ready to resign. In an
article for the Mail today, three of the ministers involved
say they are prepared to back a Commons move by
rebel MPs tomorrow to force the Prime Minister to seek
a Brexit delay if her deal is voted down.Industry minister
Richard Harrington, digital minister Margot James and
energy minister Claire Perry „implore‟ Mrs May to say
that if there is no deal agreed by Parliament by March
13 then she must seek a way to extend Article 50. If
she fails to do so they warn bluntly they „will have no
choice other than to join MPs of all parties and fellow
ministers in acting in the national interest to prevent a
disaster in less than five weeks that we may regret for-
ever‟.
And in a dramatic development last night, it appeared
the Prime Minister was preparing to bow to their de-
mands and rule out a No Deal Brexit. It came as Labour
Theresa May is set to RULE OUT No-Deal Brexit after 15 ministers threaten to quit in
extraordinary mass revolt at secret meeting - as three ‘implore’ the PM to extend the deadline to
‘prevent disaster’ in letter to the Mail
Ennio Remondino
leader Jeremy Corbyn was accused of „cynical betray-
al‟ after performing a U-turn and backing a second ref-
erendum – breaking a manifesto vow by his party. Al-
lies of the Prime Minister revealed that the Cabinet will
discuss proposals this morning that could see the UK
request a short extension of Article 50 of around two
months if the PM‟s deal is voted down by MPs again,
for a second time, on March 12. If ministers back the
plan Mrs May could float the idea in a statement to
Parliament as early as this afternoon. The idea is a
desperate bid to stave off the mass rebellion by minis-
ters and avert a looming Commons defeat tomorrow
over the motion put forward by Labour‟s Yvette Cooper
and Tory Sir Oliver Letwin that would empower Parlia-
ment to force a Brexit delay on the Government. As
many as 15 ministers could resign and vote for the mo-
tion unless Mrs May provides assurances on No Deal
today, including anti-Brexit Cabinet ministers Amber
Rudd, David Gauke and Greg Clark. Other Tories be-
lieved to be on the brink of resigning to stop No Deal
include Scottish Secretary David Mundell, Defence
minister Tobias Ellwood, Solicitor General Robert
Buckland and Disabilities minister Sarah Newton. All
are thought to have attended yesterday‟s Commons
meeting. Up to 25 Tory backbenchers are also threat-
ening to back tomorrow‟s revolt. It means around 40
Tory rebels could vote against the Government which,
with Opposition support, is more than enough to defeat
Mrs May.
The developments came on an extraordinary day when
Mr Corbyn stunned Westminster by indicating he was
ready to back a second referendum. In a string of other
Brexit developments: The Labour leader was accused
of a „cowardly‟ betrayal of Labour‟s promises to honour
the referendum result, with one Labour MP telling him:
„In the Midlands and north of England this decision to-
day will stop you from being Prime Minister.‟ The Mail
saw leaked Whitehall papers suggesting that attempts
by rebel MPs to delay Brexit posed a „clear and pre-
sent danger‟ to the government. Business leaders de-
clared a no-deal Brexit could trigger a „full-blown eco-
nomic crisis‟ and food shortages. A leading medical
journal warned a deal is desperately needed to avoid
disastrous consequences for the NHS. Consumer ex-
perts said families face chaos and long delays at Euro-
pean airports - particularly in Spain - if the country
leaves the EU without an agreement.
Former Brexit secretary David Davis boasted that he
has the credentials to be leader of the Conservative
Party Ex-deputy prime minister Lord Heseltine called
for a second referendum because the „almighty‟ had
intervened and many of those who voted Brexit in 2016
have died At the weekend, Miss Rudd, Mr Clark and
Mr Gauke made clear in the Mail that they opposed a
No Deal departure and Brexit must be delayed unless
there was a breakthrough on Mrs May‟s deal this week.
Tomorrow‟s vote would empower Parliament to force a
Brexit delay on the Government if Mrs May has failed
to get a deal passed by March 13. The Prime Minister
remains unconvinced that a delay to Brexit will help the
process, warning yesterday that an extension of Article
50 „doesn‟t deliver a decision in Parliament and it
doesn‟t deliver a deal.‟ Speaking at an EU summit in
Egypt where she held emergency Brexit talks with fel-
low leaders, Mrs May said progress was being made
and a deal to take the UK out on March 29 remained
„within our grasp‟. But she refused to explicitly rule out
a Brexit delay. One ally of the PM said: „It‟s either ac-
cept the possibility of a delay or face a potentially
heavy defeat in parliament and have it forced on you
anyway. „It isn‟t taking No Deal off the table – you still
have to get a deal to do that.‟ Another senior Tory said:
„If 20 ministers have to resign to force this through then
they will, but it would have a catastrophic impact on the
Government.‟ One leading Remainer last night said: „I
don‟t want to resign but if I don‟t get the assurances I
need from the PM then I will. The Government is not
ready to leave without a deal next month – it would be
irresponsible. „There are enough of us who feel that
way to get the Cooper amendment through and every-
one knows that.
We can't simply have No Deal, There-
sa - a new devastating intervention
by ministers Richard Harrington, Claire
Perry and Margot James
Now that we know that there will be no parlia-
mentary vote on a deal for Britain to exit the Eu-
ropean Union until March 12 three things are
clear. First, if an agreement is not reached and
endorsed by then, Britain would crash out on the
most basic and disruptive terms on March 29.
Second, even if an agreement were to be
reached by March 12, it would be too late to
have it ratified by the European Council of Minis-
ters, the UK Parliament and the European Parlia-
ment before Brexit day, just over a fortnight later
Third, British businesses have been plunged into
depths of uncertainty and dismay that is ruinous
for the interests of the millions of working men
and women whose livelihoods depend on the
confidence of their employers. The British Cham-
bers of Commerce, representing small firms in
every part of the UK said it is “unbelievable” that
there is just “17 days‟ notice for businesses, em-
ployees, investors and communities on what may
be the biggest economic and trading change
they face in a generation”. We can‟t go on like
this. All three facts point to the same conclusion:
we must act immediately to ensure that we are
not swept over the precipice on March 29. The
way to do that is to seek a short extension to
Article 50 to allow the negotiations to be complet-
ed, the legislation to pass and for the panic that
businesses face to subside. It would not take No
Deal off the table – only an agreed deal can do
that. It would not affect the conduct of the negoti-
ation – both sides are fully aware of the impossi-
bility of ratifying a deal done after this week with-
out an extension to Article 50. But what it would
do is to help save the jobs of thousands of peo-
ple whose employers risk taking flight rather than
putting up any longer with the enforced igno-
rance they have of how to trade with their most
important suppliers and customers The best way
to do this is for the Government to take a cool-
headed, sensible step
It should say that if there is no deal agreed, it will
seek a way to extend Article 50 to avoid leaving
with No Deal on March 29. It is a commitment
that would be greeted with relief by the vast ma-
jority of MPs, businesses and their employees.
We implore the Government to take that step this
week. But if the Prime Minister is not able to
make this commitment, we will have no choice
other than to join MPs of all parties in the House
of Commons, including fellow ministers, in acting
in the national interest to prevent a disaster in
less than five weeks‟ time that we may regret
forever.
Da Dailymail.co.uk
5 GEOPOLITICA Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019 12 BREXIT O NOT BREXIT Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019
6. di dollari al giorno di introiti a beneficio della nazione,
rilanciando l‟importanza del Paese bolivariano sullo
scacchiere energetico globale. Coltan, petrolio e oro:
sono materie prime che fanno gola e l‟instabilità politica
del Venezuela rende il Paese una preda appetibile.
L‟11 gennaio 2019 Nicolas Maduro si è insediato per il
suo secondo mandato come presidente del Venezuela.
Maduro è in carica dal 2013, da quando il Presidente
Hugo Chavez morì in circostanze per alcuni poco chi-
are, ed è un prosecutore della politica chavista, versione
venezuelana della rivoluzione bolivariana: un socialis-
mo del XXI secolo di ispirazione marxista, caratter-
izzato da uno spiccato anti-imperialismo e con il fine
ultimo di realizzare un‟esperienza socialista in senso
democratico. La rielezione di Maduro è stata la conclu-
sione di una campagna elettorale oggetto di numerose
polemiche interne e internazionali, costellata di denunce
di irregolarità. Questo clima di tensione ha portato l‟As-
semblea nazionale, il Parlamento unicamerale controlla-
to dall‟opposizione, a dichiarare nulle le elezioni e il
suo presidente, Juan Guaidó, si è autoproclamato presi-
dente del Venezuela ad interim mentre Maduro è ancora
riconosciuto come legittimo leader dall‟Assemblea na-
zionale costituente.
Oggi Caracas ha due presidenti, mentre le violenze nelle
strade si moltiplicano, il popolo è affamato a causa di
anni di embarghi e il resto del mondo si schiera tra i due
contendenti. Cina, Russia e Turchia riconoscono la le-
gittimità di Maduro mentre la quasi totalità del mondo
occidentale si allinea con le ragioni di Guaidó. In Euro-
pa, la maggioranza degli Stati membri dell‟Unione ap-
poggia la linea dell‟opposizione venezuelana, tranne
l‟Italia che non si è ancora espressa a causa delle di-
verse correnti che attraversano il governo, diviso tra la
Lega che vorrebbe uniformarsi alla presa di posizione
dell‟Europa e il M5S che non vuole riconoscere Guaidó.
Juan Guaidó
Non è passato inosservato il tempestivo appoggio degli
Stati Uniti all‟autoproclamazione a presidente di Guaidó
ve che tra le prime dichiarazioni pubbliche del giovane
deputato sia comparsa l‟intenzione di privatizzare la po-
tentissima compagnia petrolifera statale, la Pdvsa, ris-
crivendo le leggi del Venezuela sugli idrocarburi e dis-
tribuendo contratti per consentire alle multinazionali di
accedere alle più grandi riserve di petrolio del pianeta.
Anche l‟oro del Venezuela è stato oggetto di disposizioni
immediate: la Banca di Inghilterra, dove sono custoditi una
quantità di lingotti di proprietà dello Stato venezuelano
pari a 8 miliardi di dollari, ha rifiutato a Maduro il prelievo
di 1,2 miliardi. Negli stessi giorni è arrivato il supporto del
governo britannico tramite il ministro per gli Affari euro-
pei Alan Duncan che ha detto: “Siamo fianco a fianco con
gli Stati Uniti nel dire che l‟Assemblea nazionale e il suo
presidente Juan Guaidó sono nella posizione migliore per
guidare il Venezuela al ripristino della sua democrazia,
della sua economia e della sua libertà”.
Anche il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha reso
noto il suo appoggio a Guaidó dichiarando che utilizzerà
tutti gli strumenti economici e diplomatici per garantire
che qualsiasi transazione commerciale con il governo ven-
ezuelano avvenga solo in funzione del suo riconoscimento
come presidente. Il dubbio che questa instabilità politica
non sia causata da problematiche esclusivamente interne al
Paese, ma sia il prodotto di interessi esterni molto lontani
dal benessere del popolo venezuelano è legittimo. Non
sarebbe la prima volta che un governo degli Stati Uniti
influenza la politica interna di un Paese sudamericano –
l‟esempio più eclatante è il golpe cileno del 1973 – per
trarne direttamente o indirettamente un vantaggio econom-
ico e politico.
In un mondo orientato all‟abbandono del petrolio come
fonte primaria di energia, la nuova ricchezza sono materi-
ali come il coltan. Stati Uniti e Cina sono in aperta guerra
commerciale anche su questo fronte: il colosso asiatico ha
già conquistato posizioni di predominio in ogni fase della
filiera produttiva, anche grazie ai suoi accordi commerciali
con l‟Australia. Dall‟estrazione mineraria agli impianti di
lavorazione dei metalli, dalle Gigafactories, che producono
batterie per le auto e per le reti elettriche, fino alla com-
mercializzazione dei veicoli a zero emissioni, la Cina ha
distaccato di diverse lunghezze gli Stati Uniti nella corsa
per il predominio dei settori strategici del futuro. La posta
in gioco è talmente alta che gli Usa hanno preferito siglare
un accordo di pace con i talebani in Afghanistan, pur di
impedire alla Cina di mettere le mani anche sui giacimenti
di coltan presenti sul territorio afghano.
Senza cedere al cospirazionismo, molte dinamiche esterne
influenzano le tensioni che oggi attraversano la Repubblica
del Venezuela, instaurando un clima da guerra civile. È
molto probabile che in Venezuela, così come in Afghani-
stan e in Congo, si stia giocando una partita fondamentale
per il futuro delle nuove risorse energetiche. Con la quarta
rivoluzione industriale sono cambiate le tecnologie, i po-
teri che se ne divideranno i guadagni e la fonte energetica
che muoverà il suo motore. Ma che si tratti di oro nero o
blu, il prezzo lo pagheranno sempre le popolazioni civili
dei Paesi più ricchi di queste risorse.
Da: thevision.com/
Da mesi ci viene descritto un Paese sull‟orlo del col-
lasso, eppure le ricchezze della Repubblica bolivariana
del Venezuela sono invidiabili: il Paese sudamericano
conserva nel suo sottosuolo cospicue quantità di oro (le
riserve stimate sono intorno alle 15 tonnellate), possiede
le più grandi scorte petrolifere del pianeta e negli ultimi
anni ha scoperto di avere giacimenti ricchissimi di col-
tan, un minerale destinato a diventare il petrolio del
futuro.
Il coltan è una combinazione di columbite, manganesio
e tantalite, e contiene un‟alta percentuale di tantalio, un
superconduttore che sopporta elevate temperature, re-
siste alla corrosione e possiede una grande capacità di
immagazzinare cariche elettriche. Il coltan è il materiale
fondamentale per la fabbricazione di condensatori, mi-
crochip, console per videogiochi, sistemi di posiziona-
mento globale, satelliti, missili telediretti, apparati di
microelettronica e nella chirurgia estetica viene uti-
lizzato per gli impianti mammari. Per il suo utilizzo
sempre più massiccio in diversi settori strategici, gli
esperti prevedono un‟impennata nella richiesta globale
che potrebbe triplicare entro il 2025
Nicolas Maduro
L‟inaugurazione del più grande stabilimento per la la-
vorazione di Coltan dell‟America Latina, Ciudad Piar,
Venezuela
Fino all‟anno scorso, si pensava che i giacimenti di col-
tan si trovassero in consistenti quantità solo in Congo,
Ruanda e Burundi, ma nell‟ottobre 2018 il Venezuela
ha inaugurato il più grande impianto di estrazione di
coltan di tutto il Sudamerica. Al momento dell‟inaugu-
razione, il leader venezuelano Nicolas Maduro, ha
dichiarato che l‟impianto avrebbe prodotto 7,8 milioni
I più recenti dati sulla situazione econom-
ica del paese dal punto di vista produttivo
e delle esportazioni e quelli sull‟an-
damento del mercato del lavoro italiano
non sembrano lasciare molto spazio ai
giovani che, emigrati all‟estero, vor-
rebbero oggi tornare per lavorare e vivere
nel proprio paese. D‟altro canto le recen-
tissime scelte del governo in tema di oc-
cupazione, legate al reddito di cittadinan-
za lasciano non pochi dubbi anche sulla
possibilità a breve di dare risposte per i
giovani inoccupati che non hanno lasciato
l‟Italia. .Contestualmente, a tutto campo,
vi è la questione di come il governo in-
tenda affrontare la questione delle cen-
tinaia di migliaia di giovani italiani, laure-
ati e non, che sono emigrati all‟estero per
sfuggire alla inoccupazione e alla precari-
età dei rapporti di lavoro e che trovano
nei paesi di accoglienza più spesso lavori
a bassa contenuto professionale, precari-
età non solo determinata dai diseguali
rapporti con gli imprenditori ma anche da
normative che sfavoriscono i giovani im-
migrati anche in tema di diritti welfaristici.
Il fenomeno dei giovani “in movimento” alla
ricerca del meglio nell‟area Schenghen, i
“cervelli in fuga” testimonianza di un ascensore
sociale ad alta velocità per pochi bravi e fortu-
nati, i giovani di “Erasmus plus”, sono una parte
limitata di un fenomeno che nella fase attuale
della globalizzazione e della rincorsa in atto alle
chiusure nazionali e nazionalistiche, del “prima
noi e poi gli altri” è rappresentato da tantissimi
altri giovani di una emigrazione ”proletaria” che
ha tratti e contorni simili a quella che li ha
preceduti negli anni. Come dare tutele a questi
italiani fuori dalla madrepatria che verosimil-
mente non torneranno presto in Italia è la do-
manda oggi senza sufficienti risposte. E‟ questo
un nodo che seguita ad aggrovigliarsi pur rap-
presentando una assoluta priorità della quale il
governo non si fa carico.
Fra il 2006 e il 2016 sono stati quasi due milioni
i nostri connazionali usciti per costruire il pro-
prio futuro altrove. Giovani che all'interno dei
confini nazionali si sono formati ma che poi
sono stati costretti a emigrare per trovare una
occupazione in linea con le loro aspirazioni.
Una perdita secca per l‟Italia e un vantaggio per
i paesi di accoglienza (che sono soprattutto
Germania, Regno Unito e Francia). L‟obiettivo
significativo ma non risolutivo del problema
aperto.
Per i più la spinta a rientrare non è data
soltanto da queste forme di agevolazioni o
dai contributi a fondo perduto. Occorrono
maggiori certezze che solo un quadro di
ripresa del paese è in grado di determinare.
Sarebbe interessante avere un bilancio
comparato di tutte le esperienze regionali
finanziate a tal fine per valutarne con i risul-
tati le criticità spesso dichiarate o denunci-
ate. La vera sfida tuttavia è che il governo
sia in grado di promuovere un mercato del
lavoro che funzioni con trasparenza e che
sia aperto a tutti, con le stesse regole di
accesso per chi è italiano e per chi italiano
non è e che lo stesso prenda misure
adeguate per dare slancio all‟occupazione.
Su questo punto i partiti di governo sono
conviti di aver trovato la soluzione che non
immediata arriverà con il tempo mentre le
opposizioni al governo restano convinte
della totale inefficacia della manovra finan-
ziaria fatta rispetto al fine di far crescere
l‟occupazione.
Di certo i prossimi mesi di un paese in re-
cessione non vedranno nuova occupa-
zione. Oltre all'impegno delle istituzioni, che
oggi è solo annunciato, serve anche un
mutamento della qualità della domanda di
lavoro da parte delle imprese, e condizioni
più favorevoli per i giovani intenzionati a
fare impresa. E‟ il tema della innovazione e
degli investimenti in innovazione. Quando
una grande struttura territoriale della Con-
findustria critica fortemente il governo,
quando quella emiliano- romagnola decide
di manifestare contro il governo (cosa fatta
da CGIL CISL UIL il 9 febbraio scorso po-
nendo al centro sviluppo e occupazione)
significa che nel rapporto una volta fisiologi-
co della ricerca di una intesa fra parti sociali
e istituzioni qualcosa non funziona. Il che
però è anche un indicatore dello stato di
salute della democrazia.
Rino Giuliani - Portavoce FAIM
di far tornare i giovani in Italia resi anche più
competitivi dopo un periodo all‟estero nel
quale, almeno alcuni, (quelli laureati e fortu-
nati si sono potuti costruire una utile rete
professionale internazionale) può essere
perseguito se il sistema produttivo, di beni e
servizi riprende a espandersi, se si allarga
anzichè ridursi, cosa che sta avvenendo an-
che in questi primi mesi del 2019.
Questo obiettivo impegnativo deve essere
assunto in primo luogo a livello nazionale dai
protagonisti interessati, istituzioni, rap-
presentanze imprenditoriali e organizzazioni
sindacali. Serve una proposta ed una pro-
grammazione ma anche vi è bisogno di un
contesto favorevole in cui il paese sia messo
in condizioni di crescere. Non si vedono a
breve i segni di una volontà di tal genere né
le forze politiche concentrate su prossimo
voto europeo mostrano di prendersi in carico
convintamente tale ragionevole obiettivo.
Dalla legge 238 a altri successivi
provvedimenti di legge sono stati dati bonus
fiscali (crescenti) per avviare un processo di
ritorno dei giovani. Il ruolo delle Regioni è
stato ampio e diretto.
Negli ultimi 5 anni in specie si è provato a
dare il via a borse di rientro, variamente de-
nominate per finanziare proposte e progetti
che potessero favorire il ritorno in patria, nel-
la propria regione (ma anche di ritorno da
altre regioni italiane) dei giovani lavoratori più
qualificati con particolare attenzione ai gio-
vani laureati e diplomati. E‟ il caso di “torno
subito” della R Lazio (4 volte riproposto dal
2014 al 2018), che ha finanziato attività di
formazione fuori regione dedicata a laureandi
o dottorandi che, arricchito il proprio curricu-
lum con esperienze nuove, fossero inten-
zionati a mettere a frutto la loro esperienza
ritornando nel territorio regionale. La deci-
sione sul piano nazionale (quale quella presa
con la legge di bilancio del 2017) di dare
agevolazioni fiscali a chi, molto qualificato,
riporta la propria residenza in Italia è un dato
6 VENEZUELA DOMANI Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019 11 COMUNICATI Britalyca La Voce Alternativa Febbraio 2019
I giovani emigrano: tutelarli all‟estero, creare occupazione per farli tornareIL NUOVO PETROLIO SI CHIAMA COLTAN E
IL VENEZUELA NE È CASUALMENTE PIENO
Un soldato dell‟esercito Venezuelano tiene in
mano una pepita di Coltan Coltan
Il direttore de L’ideale è fiero di essere un "rompicoglioni"
Un’ondata di nuovi gesti antisemiti invade l’Europa
Il direttore de L‟ideale è fiero di essere un
"rompicoglioni"
Un‟ondata di nuovi gesti antisemiti invade l‟Europa
Una settimana piena di scelleratezze, iniziate con il bru-
tale assassinio di una ragazza a Gerusalemme, poi prose-
guite in Europa. Come se non fosse bastato
il senatore Lannutti (M5s) e le “Banche controllate dai
Savi di Sion”, anche in Gran Bretagna il partito di Jeremy
Corbyn viene accusato di posizioni antisemite da alcuni
“suoi” deputati che lasciano il Labour. In Francia, dove nel
2018 le azioni antisemite hanno registrato un aumento del
74%, due adolescenti hanno azionato un fucile a piombini
davanti a una sinagoga di Sarcelles, vicino a Parigi, ferendo
un uomo al polpaccio.
Quasi contemporaneamente è arrivata la notizia di un‟ottan-
tina di tombe profanate – venerdì scorso ma resa pubblico
solo oggi - al cimitero ebraico di Strasburgo. All‟inizio
della settimana, alcune svastiche hanno imbrattato alcune
cassette delle lettere in abitazioni della capitale francese.
Vi è stata poi l‟aggressione al filosofo Alain Fink-
ielkraut da parte dei gilet gialli, al grido di “Palestina! Dio
ti punirà! Torna a Tel Aviv!”. Uno di questi
“galantuomini” era stato catalogato dai servizi francesi
come un radicalizzato formatasi all‟interno del
“movimento islamista” nel 2014.
Sull‟accaduto segnaliamo un‟intervista rilasciata a Rain-
ews dal professor David Meghnagi non solo in qualità di
esperto della materia, ma anche come amico personale di
Finkielkraut. (https://twitter.com/RaiNews/
status/1097562147268296705). Ci dispiace che i politici
italiani simpatizzanti dei gilet gialli non si siano espressi
riguardo alla vile aggressione. Il prossimo 18 marzo,
l‟ONU (quali sarebbero le Nazioni Unite?) condannerà
nuovamente Israele. Articolo di Joel Terracina pubblicato
ieri su “L‟ideale”. (http://www.lideale.info/
doAnteprimaConfTot.php?ArticleAn=2436).
Fra i tanti comunicati stampa ricevuti recentemente, mi
inquieta quello relativo al “Gemellaggio di Cori (comune
nella provincia di Latina con poco più di diecimila abit-
anti), e Betlemme”, non perché vi sia stato il gemellaggio
con Betlemme, quanto per il motivo di segnalare che la
“Dichiarazione di Intenti” si sia svolta in “Palestina”. Per
di più Cori vanta nel comunicato l‟altro suo gemellaggio
con “Oswiecim/Auschwitz”. Inquietante se la città polac-
ca ha gradito il nome anche in tedesco e definirei perversa
la scelta dei gemellaggi della cittadella laziale.
Vorrei infine rivolgermi al collega Vittorio Feltri – e mi
scuso per la volgarità del titolo dell‟articolo da lui
“suggerito” -: sei nato nel 1943 e se avessi perduto dei
familiari o fossi stato tra i milioni di persone innocenti
deportate ed uccise, ti assicuro che anche tu ancora oggi,
“romperesti i cosiddetti” (sempre parole tue), esattamente
come tutte le persone di buona volontà o coloro che, come
gli ebrei, come i martiri delle Foibe, come chi ricorda le
vittime delle Brigate Rosse o della Mafia, intendono
trasmettere la storia come monito, affinché possa non
ripetersi. Buona giornata “Feltri senza filtri”.
Alan Davìd Baumann