Quando nel 2010 ci siamo lanciati nel progetto “Emporio Solidale” eravamo consapevoli che stavamo accettando due sfide terribili: la prima connessa al dilagare delle povertà nel territorio anche come conseguenza della crisi economica; la seconda connessa ad un ridimensionamento delle risorse pubbliche nazionali e locali disponibili per interventi nel settore sociale. A tre anni di distanza dobbiamo constatare che la situazione è ulteriormente peggiorata: la crisi ha continuato a produrre effetti nefasti ed i fenomeni di impoverimento riguardano ormai fasce così ampie di popolazione da far ritenere che l’intera Italia si stia ormai avviando ad una fase di inesorabile declino. Nel contempo la capacità delle amministrazioni pubbliche si è ulteriormente ridotta per vari fattori: dal fallimento dei partiti politici nel fare da interfaccia fra la cittadinanza e la società civile e le istituzioni, alla paralisi degli apparati burocratici a tutti i livelli (centrali, regionali e locali) a causa di “vincoli di bilancio”, normative e regolamentazioni asfissianti, tagli di risorse. Nonostante le premesse fossero già fosche e nonostante le condizioni di contesto siano andate sempre più peggiorando, possiamo oggi legittimamente vantare il risultato straordinario dell’aver attivato a Lecce il primo Emporio Solidale di tutto il Mezzogiorno. Ma dobbiamo anche riconoscere che quell’intuizione, quella scommessa accettata 3 anni fa, ci pone oggi di fronte a responsabilità ancora maggiori. Anche e soprattutto alla luce delle scelte e delle parole con cui Papa Francesco ha voluto caratterizzare fin da subito il suo Pontificato: “Una chiesa povera per i poveri” ed una “chiesa che dialoga con le altre religioni ed anche con i non credenti”. La chiesa, dunque, riportata alla sua origine di comunità, assemblea, consesso di concittadini che condividono lo stesso destino e si associano per affrontare insieme le stesse sfide, sviluppando progetti comuni fondati su valori morali e spirituali condivisi. Anche prescindendo dal credo religioso o dalla mancanza di un credo. In questo l’esperienza fatta con l’Emporio è stata entusiasmante. Per la prima volta, infatti, la realizzazione del progetto non è dipeso tanto dalla responsabilità di un soggetto promotore (nel caso specifico la Comunità Emmanuel) o dalla disponibilità di risorse pubbliche dedicate allo scopo. Viceversa sono stati proprio i cittadini salentini, le aziende e le scuole del territorio, le tante persone di buona volontà che, abbracciando ognuna nel suo “piccolo” una quota del progetto, hanno permesso di raccogliere i fondi necessari per avviare il servizio.
Con presentazione di Mons. Prof. Raffaele Ferriero, Penitenziere del Duomo di Napoli e Rettore della Chiesa di San Ferdinando di Napoli; con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e di Chiron dpt Hystart. Secondo S.E. Ven. Balì Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz VON LOBSTEIN, già Gran Priore di Roma e Membro del Sovrano Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita informazione e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili, religiose e melitensi, tra cui: il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran Maestro del SMOM, vari regnanti d’Europa e Alti Prelati. È in varie prestigiose istituzioni governative, scientifiche, storiche, professionali, in molti Istituti Italiani di Cultura, in diverse istituzioni religiose, pontificie e vaticane, in molte Biblioteche specialistiche, civiche e nazionali in Italia e all’estero
Dalla caritas al diritto di sergio ciroldinovellara
Un lungo percorso di carità, partecipazione e civiltà.
Gli anni della trasformazione - innovazione.
Cronologia politico amministrativa dal 1970.
Considerazione e condivisione dei bisogni della collettività.
A colloquio con Edda e Tonino Mariani Cerati.
Intervista a Luigi Pederzoli.
Il progetto del centro socio sanitario.
Quando nel 2010 ci siamo lanciati nel progetto “Emporio Solidale” eravamo consapevoli che stavamo accettando due sfide terribili: la prima connessa al dilagare delle povertà nel territorio anche come conseguenza della crisi economica; la seconda connessa ad un ridimensionamento delle risorse pubbliche nazionali e locali disponibili per interventi nel settore sociale. A tre anni di distanza dobbiamo constatare che la situazione è ulteriormente peggiorata: la crisi ha continuato a produrre effetti nefasti ed i fenomeni di impoverimento riguardano ormai fasce così ampie di popolazione da far ritenere che l’intera Italia si stia ormai avviando ad una fase di inesorabile declino. Nel contempo la capacità delle amministrazioni pubbliche si è ulteriormente ridotta per vari fattori: dal fallimento dei partiti politici nel fare da interfaccia fra la cittadinanza e la società civile e le istituzioni, alla paralisi degli apparati burocratici a tutti i livelli (centrali, regionali e locali) a causa di “vincoli di bilancio”, normative e regolamentazioni asfissianti, tagli di risorse. Nonostante le premesse fossero già fosche e nonostante le condizioni di contesto siano andate sempre più peggiorando, possiamo oggi legittimamente vantare il risultato straordinario dell’aver attivato a Lecce il primo Emporio Solidale di tutto il Mezzogiorno. Ma dobbiamo anche riconoscere che quell’intuizione, quella scommessa accettata 3 anni fa, ci pone oggi di fronte a responsabilità ancora maggiori. Anche e soprattutto alla luce delle scelte e delle parole con cui Papa Francesco ha voluto caratterizzare fin da subito il suo Pontificato: “Una chiesa povera per i poveri” ed una “chiesa che dialoga con le altre religioni ed anche con i non credenti”. La chiesa, dunque, riportata alla sua origine di comunità, assemblea, consesso di concittadini che condividono lo stesso destino e si associano per affrontare insieme le stesse sfide, sviluppando progetti comuni fondati su valori morali e spirituali condivisi. Anche prescindendo dal credo religioso o dalla mancanza di un credo. In questo l’esperienza fatta con l’Emporio è stata entusiasmante. Per la prima volta, infatti, la realizzazione del progetto non è dipeso tanto dalla responsabilità di un soggetto promotore (nel caso specifico la Comunità Emmanuel) o dalla disponibilità di risorse pubbliche dedicate allo scopo. Viceversa sono stati proprio i cittadini salentini, le aziende e le scuole del territorio, le tante persone di buona volontà che, abbracciando ognuna nel suo “piccolo” una quota del progetto, hanno permesso di raccogliere i fondi necessari per avviare il servizio.
Con presentazione di Mons. Prof. Raffaele Ferriero, Penitenziere del Duomo di Napoli e Rettore della Chiesa di San Ferdinando di Napoli; con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e di Chiron dpt Hystart. Secondo S.E. Ven. Balì Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz VON LOBSTEIN, già Gran Priore di Roma e Membro del Sovrano Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita informazione e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili, religiose e melitensi, tra cui: il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran Maestro del SMOM, vari regnanti d’Europa e Alti Prelati. È in varie prestigiose istituzioni governative, scientifiche, storiche, professionali, in molti Istituti Italiani di Cultura, in diverse istituzioni religiose, pontificie e vaticane, in molte Biblioteche specialistiche, civiche e nazionali in Italia e all’estero
Dalla caritas al diritto di sergio ciroldinovellara
Un lungo percorso di carità, partecipazione e civiltà.
Gli anni della trasformazione - innovazione.
Cronologia politico amministrativa dal 1970.
Considerazione e condivisione dei bisogni della collettività.
A colloquio con Edda e Tonino Mariani Cerati.
Intervista a Luigi Pederzoli.
Il progetto del centro socio sanitario.
RAIMONDO VILLANO - Sovrano Militare Ordine di Malta: cenni sull'attivita' s...Raimondo Villano
Abs. da: 24. R. Villano “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum. Storia, spiritualità e sovranità nelle tradizioni e nella modernità del Sovrano Militare Ordine di Malta” con presentazione di Mons. Prof. Raffaele Ferriero (Penitenziere del Duomo di Napoli e Rettore della Chiesa di San Ferdinando di Napoli) - (sotto l’Alto Patronato dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e con il patrocinio Chiron dpt Hystart, Ed. Digitall, pag. 335, 1^ edizione febbraio 2008; 2^ ed. Pergamena, marzo 2008; 3^ ed., pag. 360, Pergamena, dicembre 2008; 4^ ed., ISBN 978-88-904235-43, LCC DG 831, CDD 900 VIL tui 2008, pp. 390, Pergamena, ottobre 2009).
Strutture socio sanitarie dati attività e prestazioni-associate aris_2013Nevio Boscariol
I numeri rappresentati in questo volume non hanno la pretesa di descrivere, in modo esaustivo, la presenza e le attività delle strutture socio-sanitarie di ispirazione cristiana, ma semplicemente quello di dare una prima conoscenza delle differenti tipologie, cercando di uniformare le diversità regionali e locali, e le effettive ma- nifestazioni nella prestazione socio-sanitaria che tali strutture offrono sul territorio. E' una prima base di lavoro oramai necessaria risalendo l'ultima al 1997, che servirà per ulteriori raffinamenti.
Nell’evoluzione della normativa nazionale, regionale e locale e degli scenari economico-finanziari, dove per es. i budget diventano il metro delle effettive possibilità realizzative della missione socio-sanitaria, alcune variabili di riferimento delle tabelle stanno progressivamente perdendo parte della loro capacità descrittiva.
Non solo, stanno anche rapidamente cambiando le modalit̀à del fare e dell'organizzare in sanit̀a, sotto la spinta dello sviluppo della scienza e pratica medica, della tecnologia, dei vincoli economico-finanziari e della necessit̀a di integrazione dei percorsi diagnostico terapeutici per un miglioramento della continuit̀à dei livelli di assistenza per adeguarsi alla tipologia di domanda di salute attuale e futura.
Ciò nonostante, nell’attesa dell'utilizzo condiviso di nuovi, complessi e integrati paradigmi e parametri di riferimento, quelli qui utilizzati sono parametri di minima, che cercano di rendere i numeri che esprimono comparabili con quelli utilizzati nelle analisi e studi più approfonditi, prodotti dagli organi istituzionali e di riferimento per il settore.
Nuovo centro dentistico a Forte dei Marmi in via Padre Ignazio da Carrara 37. La partnership fra la Fondazione Opera San Camillo e Welfare Italia porta all'apertura di un centro odontoiatrico a tariffe sociali, pensato per il sorriso di TUTTI.
Assistenza agli anziani con il profumo della carità - Francesco Facci di Uneb...Uneba
Intervento di Francesco Facci di Uneba Veneto al convegno "Anziani, risorse, fragilità, attenzioni" della Pastorale della Salute - Vittorio Veneto, 17 febbraio 2018
R. Villano - Magistero ecclesiastico ai f.sti da Pio XII a Benedetto XVIRaimondo Villano
58. R. Villano “Magistero ecclesiastico ai farmacisti da Pio XII a Benedetto XVI”. La Chiesa, partendo da un’attenta considerazione sulle Scritture e tenendo presente le situazioni concrete vissute dagli uomini, aiuta la comunità credente a vivere con sapienza e spirito di fede. Nella seconda metà del XX secolo e agli inizi del XXI la Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha continuato ad offrire numerosi contributi di rilevante portata al Mondo e a dare notevole impulso alla Pastorale della Salute, tanto nei documenti quanto nella prassi, ed ha riservato un’attenzione oggettivamente molto significativa anche alla professione del farmacista. (Chiron, ISBN 978-88-97303-31-2, CDD 614 VIL mag 2019 it, LCC RA418-418.5, pp. 132, gennaio 2019).
Ci sono due modi per accostarsi a questo articolo. Il primo è quello di sfruttarlo, per penetrare in un ambito del magistero della Chiesa, quello specificamente rivolto ai farmacisti, di significativo rilievo, ma ancora poco conosciuto e divulgato. Credo che Raimondo Villano sia stato il primo a raccogliere, in questo ambito, materiali importanti, sofisticati, ma non di facile accessibilità. Li ha raccolti con estrema precisione e attenzione, li ha ampiamente trascritti e citati e soprattutto li ha sottoposti a commenti non solo intelligenti e rispettosi, ma soprattutto esegeticamente rigorosi e corretti. Villano guida il lettore ad apprezzare come negli anni gli interventi magisteriali si arricchiscono, si precisano, acquistano valenze nuove, anche linguisticamente, e soprattutto entrano in un contatto sempre più stretto con la realtà della modernità, con le grandi questioni dottrinali e pratiche che siamo ormai avvezzi a ricomprendere sotto la denominazione complessiva (e forse non del tutto corretta) di Bioetica. Il senso ultimo della sua fatica viene quasi subito colto dal lettore di buona volontà: da Papa a Papa, da Pio XII a Papa Giovanni, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, fino a Benedetto XVI l’impegno dottrinale e pastorale della Chiesa si fa sempre più evidente, sempre più teoreticamente calibrato, sempre più immerso in un orizzonte di complessità davvero inquietante. Quella di Villano non è una cronaca e meno che mai una generica esaltazione della Chiesa docente: è un’occasione per ribadire una verità che molti oggi vorrebbero mettere in un angolo per meglio marginalizzarla. Una verità che si traduce in una provocazione: gli insegnamenti della Chiesa, in ogni ambito (e per ciò che qui rileva, nell’ambito bioetico), non solo fanno parte costitutiva della storia, ma la orientano, la indirizzano e (arriverei a dire, esasperando un poco il mio discorso) le fanno violenza, le impongono cioè di tematizzare ciò che altrimenti verrebbe escluso da qualsivoglia riflessione di etica pubblica. Villano ha saputo cogliere questo punto e dobbiamo essergliene grati. C’è però anche un altro modo per trarre profitto dalla lettura di questo libro. Da esso infatti emerge il grande, e per molti forse inaspettato, rilievo del farmaco come vero e proprio problema bioetico. Il tema dell’obiezione di coscienza dei farmacisti, che è andato lentamente crescendo in questi ultimi decenni, è solo uno tra i tanti temi che rivelano non solo la complessità, ma soprattutto la nobiltà di questa professione. È un tema tuttora tragicamente aperto e controverso: chi vorrà leggere con attenzione quanto il Magistero pontificio si sia impegnato in tal senso e con quanta intelligenza critica, non potrà che essere ulteriormente grato a Raimondo Villano per il lavoro da lui fatto e che ha messo a nostra disposizione (Giuseppe D'AGOSTINO, Bioeticista di rango internazionale)
Con l’approvazione della legge Gadda (L. 166/16) si è realizzato nel corso del 2016 uno
dei grandi auspici che avevamo come Emporio della Solidarietà: una normativa chiara ed
efficace per contrastare lo spreco alimentare e la distruzione di generi di prima necessità e
per sostenere la redistribuzione delle derrate recuperate a favore delle persone indigenti.
Per altro tale norma nazionale si va ad inserire oggi in un quadro normativo che si
completa con analoga legge regionale (approvata nel maggio 2017 dalla Puglia) promossa
dal Consigliere Ruggiero Mennea e con un procedimento legislativo in corso di emanazione
a livello di Unione Europea. Ma il 2016 è stato importante sotto il profilo normativo anche
per un secondo provvedimento che è stato a lungo discusso nelle varie sedi competenti fino
ad essere approvato a marzo 2017: il DdL Delega sul contrasto alla povertà. Attraverso il ReI
(Reddito di Inclusione) è stato introdotta finalmente in Italia una misura universale fondata
sulle condizioni economiche (colmando un vuoto che ci vedeva, insieme alla Grecia, privi di
una misura strutturale di contrasto alla povertà).
Tale norma istituisce non solo una misura di sostegno economico, ma soprattutto prevede
l’attivazione di una rete di servizi a supporto delle persone fragili per permettere loro di
affrancarsi dalle condizioni che hanno determinato l’impoverimento progressivo fino
all’indigenza assoluta. A supporto di questa strategia sono state destinate anche le risorse
comunitarie dei fondi strutturali destinati alla lotta alla povertà sia attraverso il PON
Inclusione che attraverso il PO Puglia 2014-2020 (in particolare con l’attivazione del ReD
- Reddito di Dignità). L’insieme di queste normative ha avuto un impatto immediato sulle
attività del nostro Emporio della Solidarietà: ci ha indotti ad incrementare il programma di
investimenti sia per accrescere le capacità di raccolta e stoccaggio di derrate ed eccedenze
alimentari, sia per incrementare la rete dei servizi di accoglienza, ascolto, supporto e
inclusione attiva dedicati agli utenti.
Questi investimenti sono stati possibili grazie al sostegno di due importanti enti erogatori
italiani: la Fondazione Prosolidar ci ha infatti concesso un contributo per la realizzazione di
celle frigo e l’acquisto di un furgone refrigerato per la raccolta e lo stoccaggio del prodotto
fresco; mentre il “Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa
Sanpaolo” ha sostenuto la spesa necessaria per l’ampliamento dei servizi di accompagnamento
attivati presso l’Emporio (CAF, Patronato, assistenza sociale, counselling e orientamento al lavoro, bilancio di competenze ...).
L’Emporio della Solidarietà, promosso dalla Comunità Emmanuel e inaugurato nel 2012
con la Caritas diocesana, rappresenta sul nostro territorio un indiscutibile ed affidabile
punto di riferimento per decine di famiglie che vivono una situazione di particolare disagio
economico.
L’opera encomiabile di tutti coloro che quotidianamente offrono il proprio impegno per
far funzionare questo valido modello di sostegno consente, infatti, di garantire attente e
tempestive risposte ai bisogni e alle istanze provenienti delle fasce sociali più povere, sempre
più in aumento a causa della dilagante crisi economico-finanziaria che continua ad esporre
un sempre crescente numero di individui a condizioni di impoverimento e vulnerabilità.
L’esperienza dell’Emporio, oltre a coinvolgere un gran numero di volontari, impegnati
ogni giorno sul campo della solidarietà, ha saputo stimolare e coinvolgere anche una rete di
soggetti pubblici e privati che, con grande senso di responsabilità, collaborano al progetto
per contrastare il problema della povertà e dell’esclusione sociale.
In tale contesto, un particolare significato in termini di maggiore e ulteriore supporto
all’attività dell’Emporio, assume la recente proposta di legge, attualmente all’esame del
Parlamento, finalizzata a contrastare lo spreco alimentare e farmaceutico attraverso la
donazione e la distribuzione dei prodotti invenduti ad associazioni senza fini di lucro che
effettuano la raccolta di alimenti per fini benefici.
Anno pastorale 2011-12
Parrocchia Sant' Antonino Martire di Castelbuono (PA)
Parroco Don Mimmo Sideli
Ciclo di conferenze "I mendicanti dell'Assoluto" tenuto da P. Filippo S. Cucinotta, OFM; docente di Teologia orientale della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo
Incontro su Carlo Maria Martini
R. Villano - La morale cristiana nella professione farmaceutica Raimondo Villano
Abs “Cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica”; LXV Premio Stramezzi Mi.BAC. Il Presidente Farmacisti italiani LEOPARDI scrive: “ho metaforicamente attraversato la cruna del Tuo ago, trovando riflessioni che illuminano di senso e prospettive altre e alte la professione farmaceutica. Che, una volta di più, Ti è riconoscente per il Tuo sforzo continuo e concreto per accrescerne contenuti e profondità, in una visione che correttamente si preoccupa di andare ben oltre gli aspetti commerciali purtroppo più immediatamente e banalmente percepibili”. È in varie istituzioni, tra cui: Quirinale; Vaticano; Accad. Naz.le Scienze XL. Chiron, 978-88-904235-09, p 398, 2009
Impegno degli exallievi don bosco in questo periodo di crisi economica e di v...alumnidonbosco
L'impegno degli exallievi don bosco in questo periodo di crisi economica e di valori di don Giovanni Russo delegato nazionale Exallievi don Bosco (9 marzo 2014)
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RAIMONDO VILLANO - Sovrano Militare Ordine di Malta: cenni sull'attivita' s...Raimondo Villano
Abs. da: 24. R. Villano “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum. Storia, spiritualità e sovranità nelle tradizioni e nella modernità del Sovrano Militare Ordine di Malta” con presentazione di Mons. Prof. Raffaele Ferriero (Penitenziere del Duomo di Napoli e Rettore della Chiesa di San Ferdinando di Napoli) - (sotto l’Alto Patronato dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e con il patrocinio Chiron dpt Hystart, Ed. Digitall, pag. 335, 1^ edizione febbraio 2008; 2^ ed. Pergamena, marzo 2008; 3^ ed., pag. 360, Pergamena, dicembre 2008; 4^ ed., ISBN 978-88-904235-43, LCC DG 831, CDD 900 VIL tui 2008, pp. 390, Pergamena, ottobre 2009).
Strutture socio sanitarie dati attività e prestazioni-associate aris_2013Nevio Boscariol
I numeri rappresentati in questo volume non hanno la pretesa di descrivere, in modo esaustivo, la presenza e le attività delle strutture socio-sanitarie di ispirazione cristiana, ma semplicemente quello di dare una prima conoscenza delle differenti tipologie, cercando di uniformare le diversità regionali e locali, e le effettive ma- nifestazioni nella prestazione socio-sanitaria che tali strutture offrono sul territorio. E' una prima base di lavoro oramai necessaria risalendo l'ultima al 1997, che servirà per ulteriori raffinamenti.
Nell’evoluzione della normativa nazionale, regionale e locale e degli scenari economico-finanziari, dove per es. i budget diventano il metro delle effettive possibilità realizzative della missione socio-sanitaria, alcune variabili di riferimento delle tabelle stanno progressivamente perdendo parte della loro capacità descrittiva.
Non solo, stanno anche rapidamente cambiando le modalit̀à del fare e dell'organizzare in sanit̀a, sotto la spinta dello sviluppo della scienza e pratica medica, della tecnologia, dei vincoli economico-finanziari e della necessit̀a di integrazione dei percorsi diagnostico terapeutici per un miglioramento della continuit̀à dei livelli di assistenza per adeguarsi alla tipologia di domanda di salute attuale e futura.
Ciò nonostante, nell’attesa dell'utilizzo condiviso di nuovi, complessi e integrati paradigmi e parametri di riferimento, quelli qui utilizzati sono parametri di minima, che cercano di rendere i numeri che esprimono comparabili con quelli utilizzati nelle analisi e studi più approfonditi, prodotti dagli organi istituzionali e di riferimento per il settore.
Nuovo centro dentistico a Forte dei Marmi in via Padre Ignazio da Carrara 37. La partnership fra la Fondazione Opera San Camillo e Welfare Italia porta all'apertura di un centro odontoiatrico a tariffe sociali, pensato per il sorriso di TUTTI.
Assistenza agli anziani con il profumo della carità - Francesco Facci di Uneb...Uneba
Intervento di Francesco Facci di Uneba Veneto al convegno "Anziani, risorse, fragilità, attenzioni" della Pastorale della Salute - Vittorio Veneto, 17 febbraio 2018
R. Villano - Magistero ecclesiastico ai f.sti da Pio XII a Benedetto XVIRaimondo Villano
58. R. Villano “Magistero ecclesiastico ai farmacisti da Pio XII a Benedetto XVI”. La Chiesa, partendo da un’attenta considerazione sulle Scritture e tenendo presente le situazioni concrete vissute dagli uomini, aiuta la comunità credente a vivere con sapienza e spirito di fede. Nella seconda metà del XX secolo e agli inizi del XXI la Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha continuato ad offrire numerosi contributi di rilevante portata al Mondo e a dare notevole impulso alla Pastorale della Salute, tanto nei documenti quanto nella prassi, ed ha riservato un’attenzione oggettivamente molto significativa anche alla professione del farmacista. (Chiron, ISBN 978-88-97303-31-2, CDD 614 VIL mag 2019 it, LCC RA418-418.5, pp. 132, gennaio 2019).
Ci sono due modi per accostarsi a questo articolo. Il primo è quello di sfruttarlo, per penetrare in un ambito del magistero della Chiesa, quello specificamente rivolto ai farmacisti, di significativo rilievo, ma ancora poco conosciuto e divulgato. Credo che Raimondo Villano sia stato il primo a raccogliere, in questo ambito, materiali importanti, sofisticati, ma non di facile accessibilità. Li ha raccolti con estrema precisione e attenzione, li ha ampiamente trascritti e citati e soprattutto li ha sottoposti a commenti non solo intelligenti e rispettosi, ma soprattutto esegeticamente rigorosi e corretti. Villano guida il lettore ad apprezzare come negli anni gli interventi magisteriali si arricchiscono, si precisano, acquistano valenze nuove, anche linguisticamente, e soprattutto entrano in un contatto sempre più stretto con la realtà della modernità, con le grandi questioni dottrinali e pratiche che siamo ormai avvezzi a ricomprendere sotto la denominazione complessiva (e forse non del tutto corretta) di Bioetica. Il senso ultimo della sua fatica viene quasi subito colto dal lettore di buona volontà: da Papa a Papa, da Pio XII a Papa Giovanni, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, fino a Benedetto XVI l’impegno dottrinale e pastorale della Chiesa si fa sempre più evidente, sempre più teoreticamente calibrato, sempre più immerso in un orizzonte di complessità davvero inquietante. Quella di Villano non è una cronaca e meno che mai una generica esaltazione della Chiesa docente: è un’occasione per ribadire una verità che molti oggi vorrebbero mettere in un angolo per meglio marginalizzarla. Una verità che si traduce in una provocazione: gli insegnamenti della Chiesa, in ogni ambito (e per ciò che qui rileva, nell’ambito bioetico), non solo fanno parte costitutiva della storia, ma la orientano, la indirizzano e (arriverei a dire, esasperando un poco il mio discorso) le fanno violenza, le impongono cioè di tematizzare ciò che altrimenti verrebbe escluso da qualsivoglia riflessione di etica pubblica. Villano ha saputo cogliere questo punto e dobbiamo essergliene grati. C’è però anche un altro modo per trarre profitto dalla lettura di questo libro. Da esso infatti emerge il grande, e per molti forse inaspettato, rilievo del farmaco come vero e proprio problema bioetico. Il tema dell’obiezione di coscienza dei farmacisti, che è andato lentamente crescendo in questi ultimi decenni, è solo uno tra i tanti temi che rivelano non solo la complessità, ma soprattutto la nobiltà di questa professione. È un tema tuttora tragicamente aperto e controverso: chi vorrà leggere con attenzione quanto il Magistero pontificio si sia impegnato in tal senso e con quanta intelligenza critica, non potrà che essere ulteriormente grato a Raimondo Villano per il lavoro da lui fatto e che ha messo a nostra disposizione (Giuseppe D'AGOSTINO, Bioeticista di rango internazionale)
Con l’approvazione della legge Gadda (L. 166/16) si è realizzato nel corso del 2016 uno
dei grandi auspici che avevamo come Emporio della Solidarietà: una normativa chiara ed
efficace per contrastare lo spreco alimentare e la distruzione di generi di prima necessità e
per sostenere la redistribuzione delle derrate recuperate a favore delle persone indigenti.
Per altro tale norma nazionale si va ad inserire oggi in un quadro normativo che si
completa con analoga legge regionale (approvata nel maggio 2017 dalla Puglia) promossa
dal Consigliere Ruggiero Mennea e con un procedimento legislativo in corso di emanazione
a livello di Unione Europea. Ma il 2016 è stato importante sotto il profilo normativo anche
per un secondo provvedimento che è stato a lungo discusso nelle varie sedi competenti fino
ad essere approvato a marzo 2017: il DdL Delega sul contrasto alla povertà. Attraverso il ReI
(Reddito di Inclusione) è stato introdotta finalmente in Italia una misura universale fondata
sulle condizioni economiche (colmando un vuoto che ci vedeva, insieme alla Grecia, privi di
una misura strutturale di contrasto alla povertà).
Tale norma istituisce non solo una misura di sostegno economico, ma soprattutto prevede
l’attivazione di una rete di servizi a supporto delle persone fragili per permettere loro di
affrancarsi dalle condizioni che hanno determinato l’impoverimento progressivo fino
all’indigenza assoluta. A supporto di questa strategia sono state destinate anche le risorse
comunitarie dei fondi strutturali destinati alla lotta alla povertà sia attraverso il PON
Inclusione che attraverso il PO Puglia 2014-2020 (in particolare con l’attivazione del ReD
- Reddito di Dignità). L’insieme di queste normative ha avuto un impatto immediato sulle
attività del nostro Emporio della Solidarietà: ci ha indotti ad incrementare il programma di
investimenti sia per accrescere le capacità di raccolta e stoccaggio di derrate ed eccedenze
alimentari, sia per incrementare la rete dei servizi di accoglienza, ascolto, supporto e
inclusione attiva dedicati agli utenti.
Questi investimenti sono stati possibili grazie al sostegno di due importanti enti erogatori
italiani: la Fondazione Prosolidar ci ha infatti concesso un contributo per la realizzazione di
celle frigo e l’acquisto di un furgone refrigerato per la raccolta e lo stoccaggio del prodotto
fresco; mentre il “Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa
Sanpaolo” ha sostenuto la spesa necessaria per l’ampliamento dei servizi di accompagnamento
attivati presso l’Emporio (CAF, Patronato, assistenza sociale, counselling e orientamento al lavoro, bilancio di competenze ...).
L’Emporio della Solidarietà, promosso dalla Comunità Emmanuel e inaugurato nel 2012
con la Caritas diocesana, rappresenta sul nostro territorio un indiscutibile ed affidabile
punto di riferimento per decine di famiglie che vivono una situazione di particolare disagio
economico.
L’opera encomiabile di tutti coloro che quotidianamente offrono il proprio impegno per
far funzionare questo valido modello di sostegno consente, infatti, di garantire attente e
tempestive risposte ai bisogni e alle istanze provenienti delle fasce sociali più povere, sempre
più in aumento a causa della dilagante crisi economico-finanziaria che continua ad esporre
un sempre crescente numero di individui a condizioni di impoverimento e vulnerabilità.
L’esperienza dell’Emporio, oltre a coinvolgere un gran numero di volontari, impegnati
ogni giorno sul campo della solidarietà, ha saputo stimolare e coinvolgere anche una rete di
soggetti pubblici e privati che, con grande senso di responsabilità, collaborano al progetto
per contrastare il problema della povertà e dell’esclusione sociale.
In tale contesto, un particolare significato in termini di maggiore e ulteriore supporto
all’attività dell’Emporio, assume la recente proposta di legge, attualmente all’esame del
Parlamento, finalizzata a contrastare lo spreco alimentare e farmaceutico attraverso la
donazione e la distribuzione dei prodotti invenduti ad associazioni senza fini di lucro che
effettuano la raccolta di alimenti per fini benefici.
Anno pastorale 2011-12
Parrocchia Sant' Antonino Martire di Castelbuono (PA)
Parroco Don Mimmo Sideli
Ciclo di conferenze "I mendicanti dell'Assoluto" tenuto da P. Filippo S. Cucinotta, OFM; docente di Teologia orientale della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo
Incontro su Carlo Maria Martini
R. Villano - La morale cristiana nella professione farmaceutica Raimondo Villano
Abs “Cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica”; LXV Premio Stramezzi Mi.BAC. Il Presidente Farmacisti italiani LEOPARDI scrive: “ho metaforicamente attraversato la cruna del Tuo ago, trovando riflessioni che illuminano di senso e prospettive altre e alte la professione farmaceutica. Che, una volta di più, Ti è riconoscente per il Tuo sforzo continuo e concreto per accrescerne contenuti e profondità, in una visione che correttamente si preoccupa di andare ben oltre gli aspetti commerciali purtroppo più immediatamente e banalmente percepibili”. È in varie istituzioni, tra cui: Quirinale; Vaticano; Accad. Naz.le Scienze XL. Chiron, 978-88-904235-09, p 398, 2009
Impegno degli exallievi don bosco in questo periodo di crisi economica e di v...alumnidonbosco
L'impegno degli exallievi don bosco in questo periodo di crisi economica e di valori di don Giovanni Russo delegato nazionale Exallievi don Bosco (9 marzo 2014)
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A causa della crisi un cittadino su tre rinuncia alle cure odontoiatriche. La clinica San Camillo di Cremona è i controtendenza rispetto tutti gli altri centri odontoiatrici di Cremona. Pazienti in aumento grazie ad una politica di prezzi sociali che permette a tutti cure d'eccellenza.
DOMENICA MATTINA 10 NOVEMBRE 2013,
dalle ore 9 alle 13
GIORNATA DI PREVENZIONE DEL DIABETE CON ESECUZIONE DI TEST GRATUITI
CREMONA: PIAZZA DEL DUOMO- LOGGIA DEI MILITI
Con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona
SARANNO ESEGUITI GRATUITAMENTE:
-esame capillare dello zucchero nel sangue (glicemia);
-valutazione del peso e della circonferenza vita;
-sarà somministrato un questionario specifico per valutare
il rischio di sviluppare diabete;
-saranno dati consigli dietetici e comportamentali per la
prevenzione del diabete;
-a tutti sarà consegnato lo schema alimentare per la
prevenzione delle malattie metaboliche.
Il diabete è una malattia in continua crescente espansione.
Se non riconosciuto tempestivamente e adeguatamente curato può colpire il cuore,i reni, gli occhi, i nervi, il cervello con gravi conseguenze per la qualità e l’attesa di vita.
Purtroppo molto spesso il diabete non dà segno di sé, e quindi la persona che ne è inconsapevolmente affetta può convivere anche per anni con la malattia senza alcuna cura. Ed ecco allora l’importanza di riconoscere precocemente e tempestivamente il diabete per poterlo curare in modo appropriato, come pure fondamentale è adottare i comportamenti corretti per la sua prevenzione.
Gli hospice della Fondazione Opera San Camillo: Capriate san Gervasio e Forte dei Marmi. Pazienza, cura e attenzione per un sostegno forte alla vita fragile.
Prostata: ce ne parla giovedì 10 Ottobre Gianni Cancarini, chirurgo della Casa di Cura San Camillo di Cremona. Sala Conferenze Circolo Filodrammatici di Cremona - ingresso libero. http://www.laprovinciacr.it/userUpload/FILOsalute_2.pdf
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SAN CAMILLO IN MUSICA - Presidio Sanitario San Camillo di Torino
Padre Vittorio Paleari: quale futuro per le opere religiose
1. Leazionidioggiegliorizzontididomani
DI PIETRO BALLOTTA
al carisma dell’Ordine dei Camilliani,
che da sempre incontrano i malati, al
futuro delle strutture sanitarie religio-
se, al sostegno degli ultimi: parla padre Vitto-
rio Paleari, Superiore Maggiore della Provin-
cia Italiana dell’Ordine del Ministri degli In-
fermi (conosciuti come Camilliani).
Padre Paleari, qual è oggi la missione dei
Camilliani e delle loro opere?
Il Carisma, dono di Dio a san Camillo e al-
l’Ordine da lui fondato, è chiaro e specifico:
la misericordia verso i malati e in particolare
verso i più bisognosi. Non una misericordia
qualsiasi, ma quella stessa che Dio usa verso
di noi, paterna e materna, senza giudizio, af-
fettuosa e premurosa, attenta alla nostra li-
bertà, gratuita. I religiosi Camilliani esprimo-
no la loro consacrazione a Dio attraverso la
professione di un quarto voto, dopo la po-
vertà, la castità e l’obbedienza, che è appunto
il servizio agli infermi, senza scopo di lucro e
totale, fino alla morte. D’altronde se un uomo
si vota a Dio, la vita la mette nelle Sue mani.
Obbedendo poi al nostro vero e unico datore
di lavoro, praticando le opere di misericordia
incontriamo "Il figlio del Padrone" diventato
nostro fratello e amico, proprio nell’approc-
cio con il malato, l’af-
famato e il forestiero.
Cito le parole di Gesù
"qualunque cosa fate a
questi miei fratelli più
piccoli la fate a me".
Dunquel’incontrocon
Lui nell’uomo biso-
gnoso, ci porta oltre la
vita terrena, entriamo
già da ora in un ambi-
to eterno.
Storicamente i Ca-
milliani attraverso quali strumenti hanno
praticato la loro missione di servizio al
malato?
Fin dagli albori dell’Ordine religioso i Camil-
liani hanno sempre "incontrato" il malato e il
povero sia laddove le istituzioni cercavano di
curarli, perlomeno di radunarli, sia nelle case
private o dove riuscivano a campare: sotto i
ponti, lungo gli argini del Tevere. Il nostro Or-
dine, nato a Roma verso la fine del ’500, è un
Ordine da Controriforma: i primi confratelli
la vita l’hanno messa a repentaglio senza tan-
ti tentennamenti. Erano tempi di repentine e-
pidemie pestilenziali e assenza di procedure
precauzionalisenonilazzaretti:inostri"mar-
tiri della carità" vi entravano per il servizio e
vi morivano (nei primi 50 anni dell’Ordine
sono morti circa 250 religiosi per questo mo-
tivo). Abbiamo sempre esercitato secondo il
Carisma di san Camillo nelle grandi istituzio-
ni ospedaliere pubbliche e nelle case private.
Nel ’900 c’è stato un cambio di rotta che ha
dato notevole impulso alla crescita dell’Ordi-
ne: è nato il pensiero di avere strutture proprie
affinché si potessero realizzare luoghi di cura
dovetuttal’organizzazionedipendessedalCa-
risma, quindi dalla centralità del malato, dal-
lo stile materno dell’attenzione e del servizio.
Lestrutturesanitariepropriesonocostatemol-
to care e non intendo parlare in senso econo-
micofinanziario.Ireligiosiimpegnatiperilser-
vizio davano di certo una connotazione pre-
cisa e marcata: uno stile "camilliano". A poco
a poco però sono stati sottratti dal "servizio a
domicilio",cheèandatoquasisparendo,eso-
no rimasti nelle strutture pubbliche solo co-
me cappellani. Il servizio religioso è una per-
D
on è possibile avere una ricetta per
il vasto campo di presenza opera-
tivadellaChiesaperl’uomo,inpar-
ticolare per il malato»: ne è certo padre Vitto-
rio Paleari quando parla di cosa stiano realiz-
zando i Camilliani in Italia. «Abbiamo costi-
tuito due Fondazioni per separare nettamen-
te la gestione delle opere sanitarie e socio-as-
sistenziali dall’Istituto religioso. Alle Fonda-
zioni il compito amministrativo e ai religiosi
i compiti pastorali. A una grande "liberazio-
ne" dei religiosi corrisponda un profondo ri-
torno alla diretta attenzione all’uomo, senza
confini istituzionali».
«Unasecondaazione–riprende–èstatalacen-
tralizzazioneeunificazionegestionale-ammi-
nistrativa per concentrare risorse, controllare
la spesa, ottimizzare le competenze e fare e-
conomia di scala. Purtroppo il risparmio im-
posto dalle circostanze o dalla politica è an-
dato a discapito degli utenti. La nostra è stata
N«
una vera riforma organizzativa dove si è visto
diminuireilpoteredeidirettorilocaliaffinché
tuttipartecipasseroconsapevolmenteallescel-
te strategiche».
«Tra le azioni svolte, la trasparenza dei bilan-
ci è un altro passaggio importante. Una seria
certificazione dei conti economico-finanziari
è il minimo per una presentazione delle Fon-
dazionicomecredibilieaffidabili.Ilnostrobi-
lancio è chiaro, aperto, rispettoso delle neces-
sità dei cittadini e di chi ancora lotta per una
granderesponsabilitàsocialecomeillavorodei
propri dipendenti.
Un ultimo punto a cui tengo particolarmente
èlacollaborazioneconglialtriIstituitireligiosi
che operano nei servizi socio-sanitari. Mag-
gior collaborazione o addirittura confedera-
zione tra gli istituti della Chiesa è una realtà
che si imporrà da sé. Oggi gli Istituti religiosi
nel campo sanitario ed assistenziale sono ra-
dunatinell’associazioneAris(Associazionere-
ligiosi istituti spedalieri) la quale però è uno
strumentochevarifondatonelladirezionedo-
ve gli associati non si accontentano dei servi-
zi che possono ricevere bensì accomunano e
affidano anche il campo gestionale in modo
d’aver un peso maggiore come parte sociale
imprenditoriale a difesa del bene più prezio-
so che ci passa tra le mani: il paziente, l’uomo.
La riconversione dell’impegno verso il biso-
gno reale è fondamentale. Oggi le Asl chiedo-
no molto più supporto nei servizi socio-sani-
tari-assistenziali che in quelli sanitari puri. In
altreparoleilnostroserviziocorrispondemol-
todipiùaibisognidelterritorioquandoside-
clina in hospice o comunità psichiatriche an-
ziché nelle Case di cura, soprattutto là dove è
già fortemente presente il pubblico e il priva-
to for profit».
Bisogna concentrare le risorse solo sulle ec-
cellenze e sulle strutture davvero necessarie –
conclude Paleari –. Il resto sia dedicato a co-
Ilservizioaimalatiintempodicrisi,
trabisogniemergentienuoveattenzioni
ggi in Italia molte opere apostoliche
ospitano e curano i poveri
gratuitamente anche con la partecipazione di
personale medico e infermieristico», sostiene il
Superiore della Provincia italiana dell’Ordine dei
Camilliani, padre Vittorio Paleari, tuttavia, mette
in guardia: «Se decenni fa le opere religiose
hanno avuto qualche vantaggio economico da
eventuali guadagni e si è potuto investirli in
progetti per altre tipologie di difficoltà umane a
carattere sociale e missionario, da oltre dieci
anni ciò non è più possibile. Siamo arrivati a un
punto di oggettiva insostenibilità. In questa crisi
però la generosità della gente semplice continua
imperterrita permettendoci di mantenere i
nostri sforzi missionari senza i proventi delle
strutture, che dunque hanno perso anche il loro
valore aggiunto di supporto alle missioni». Come
sosteniamo allora le missioni? Per padre Paleari
«Grazie al trionfo dei poveri che si aiutano tra
loro con sacrifici di solidarietà. Guardate
all’esempio di fratel Ettore che a Milano
O« conoscono tutti: ha forse avuto qualche struttura
sanitaria dietro a sostenere il servizio per i suoi
senza tetto? Nulla di tutto ciò, eppure la sua
carità attira ancora altrettanta carità da gente
semplice e umile per quel tanto che basta ad
andare avanti con dignità». Un’altra via allora
potrebbe essere quella della sanità low cost? «Le
prestazioni mediche a tariffe ridotte sono
tentativi di rispondere ai bisogni creati dalla crisi
– prosegue il Camilliano – e di rendere
accessibili a molti alcuni servizi medici basilari.
Tuttavia non sono le azioni delle singole
strutture, ma la sussidiarietà pubblico-privata e
fra Istituti religiosi che può dare una risposta
concreta e su grande scala ai bisogni delle fasce
deboli. È necessario agire di concerto con la
pubblica amministrazione per intercettare i reali
bisogni della cittadinanza e del territorio. La
nostra missione è di servire i dimenticati, coloro
di cui nessuno ancora si sta prendendo cura o
coloro che devono essere serviti
pazientemente».
Unireleforzeperservirechistamale
Mossastrategicaedibuonsenso
na maggiore collaborazione tra sanità
pubblica e privata e fra Istituti religiosi.
È quanto si augura padre Vittorio Paleari
anche se indispensabili sono dialogo e
disponibilità a lavorare per l’uomo e il bene
sociale. «Se le intenzioni sono affini –
sottolinea con forza il Padre – e tutte le
parti vogliono il bene per l’umanità, allora
il dialogo porterà dei frutti. Da parte nostra
non possiamo accontentarci del nostro
lavoro così come è, senza adattarci ai
bisogni socio-assistenziali. Nessuno come le
istituzioni ecclesiastiche lavora e
accompagna la storia dell’uomo, nel suo
evolversi imprevedibile e prorompente ma
a volte anche discriminante o indifferente
verso categorie di persone che non ce la
fanno, o popoli interi stretti da morse di
mercati non rispettosi delle persone,
miranti solo al profitto e insensibili verso i
più deboli».
«Nell’accompagnamento dell’uomo credo
U sia necessario adattare il nostro apostolato,
il nostro ministero, la nostra
organizzazione.
Unire le forze tra chi crede nelle stesse
motivazioni per servire l’uomo mi sembra
perfino banale sostenerlo. Non c’è un altro
futuro se vogliamo rimanere presenti e
significativi nell’ambito della cura. Unire
dunque le forze a livello di istituti e Ordini
religiosi, ma io aggiungo, ivi compresa la
Chiesa diocesana e soprattutto la
Conferenza episcopale italiana. È una mossa
strategica che deriva dal buon senso.
Significherebbe dar peso e consistenza alle
opinioni e alle scelte, e immagine di unità e
di serietà di servizio durevole nel tempo.
Certo è che ogni istituzione ecclesiastica
deve saper mettere in comune ciò che ha,
attenersi alle strategie di un organismo
centrale che, alleggerendo i vari istituti, si
assume responsabilità civili, finanziarie e
manageriali».
la preziosa negli ospedali
pubblici,tuttaviaèsolouna
parte del nostro Carisma.
Oggi in Italia il contesto è
sicuramente cambiato, co-
sì come i bisogni sanitari
delle persone. Ritiene che
le opere religiose stiano
perseguendo i principi del
proprio apostolato?
Per non perdere le peculia-
ritàdelCarismacamilliano,
cheèdedicatoalserviziodei
più poveri, abbiamo tra-
sformato case di cura priva-
teinstruttureaccreditate.La
collaborazione con il pub-
bliconell’accreditamentoci
hariportatoallivellodeibi-
sogni del popolo. Tuttavia
le strutture ospedaliere reli-
giose faticano, ancor più in
tempo di crisi, a esprimere
un livello di qualità e attenzione al malato a-
deguato alla missione. Perlomeno in Italia, ri-
schiamo di offrire un servizio che non è una
risposta alla realizzazione del Carisma. Con-
siderando quella che è la nostra missione ori-
ginaria, le opere apostoliche sanitarie sono ar-
rivate a un capolinea
per cui si rendono
obbligatorie alcune
scelte.
Come ritiene si sia
arrivati negli anni a
questa situazione?
Le principali cause
sono due: la prima è
stata l’omogeneizza-
zione del servizio,
forzatadall’accredita-
mento al Sistema sa-
nitario nazionale; la seconda causa è la diffi-
coltà a esprimere una qualità peculiare del ser-
vizio rispetto le altre strutture sanitarie private
e pubbliche. Se da un lato sono diminuite le
risorse (lo Stato non è solo in crisi finanziaria,
ma sembra non tenerci in specifica considera-
zione),dall’altrolaqualitàtecnicaemedicaha
raggiunto buoni livelli diffusi. Benché partia-
modaprincipievangeliciche
ci distinguono, oggi i risulta-
ti concreti delle opere reli-
giose non hanno sostanziali
differenze dalle altre struttu-
re. Le nostre strutture hanno
davvero un incredibile valo-
re storico di servizio, basti
pensare a come eroicamente
abbiano supplito fin dal do-
poguerra alla debolezza del
sistema sanitario. Ora però
queste opere hanno com-
piuto la loro età e allo stato
attuale è difficile trovarle
sempre all’avanguardia, ri-
schianoquindididivenireu-
na negazione del principio
pastorale dell’apostolato: "Il
servizio all’uomo a secondo
del suo tempo e delle sue ne-
cessità". Il rischio è quello di
affezionarsiedifenderetrop-
po ciò che si è creato, consumando ogni ri-
sorsa dell’Istituto religioso e perdendo la cen-
tralità dell’uomo, motivazione fondamentale
per ogni "investimento pastorale".
Le sue sono parole forti. Ritiene che le ope-
re possano divenire per gli Ordini religiosi
un ostacolo alla propria missione?
Assolutamente sì. C’è bisogno di non sentirsi
soffocati dalle macerie dei monumenti seco-
lari realizzati ieri e che oggi rischiano di di-
ventare "pietre tombali" degli istituti religiosi
stessi. Il bene fatto in passato è un’eredità pre-
ziosa, ma difficile poiché può inibire l’azione
caritativa nel presente. È lo stare a diretto con-
tatto con il povero e l’ammalato che ricarica la
vocazione e l’entusiasmo missionario; altri-
menti il rischio è che subentri un senso di i-
nutilità dettato proprio dal fatto di non servi-
re le persone con i bisogni più gravi e che tro-
vano poca attenzione altrove. Le strutture o-
spedaliere degli Ordini religiosi non sono più
valide e rispondenti alle necessità come lo so-
nostatenelpassato.Nonparlodituttelestrut-
ture ovviamente, ma di quelle presenti dove
l’offerta sanitaria è già alta o che si acconten-
tano di offrire servizi medici diffusi. La cen-
tralitàdiognisforzoormaisembraessereladi-
fesa della struttura stessa. La linea pastorale
della centralità dell’uomo scricchiola sotto i
colpi della necessità di far quadrare i bilanci.
Sostanzialmente stiamo perdendo tempo in
una resistenza inutile.
Che scelte devono compiere le opere reli-
giose per riavvicinarsi alla missione origi-
naria di servizio del malato e dei suoi biso-
gni concreti?
Non ho ancora citato una distinzione fonda-
mentale fra le opere religiose, quella fra le o-
pere sanitarie e le opere socio-assistenziali. Fi-
nora abbiamo parlato delle difficoltà solo nel
campo sanitario, ma negli ultimi anni l’atten-
zione che l’ammini-
strazione pubblica ci
rivolge riguarda so-
prattutto il nostro o-
perato socio-assisten-
ziale. Nel pubblico
stiamoassistendoaun
forte processo di deo-
spedalizzazione: in o-
spedale si riducono il
più possibile i tempi e
i costi di degenza affi-
dando alle case di ri-
poso quelli che erano i molteplici servizi del-
le antiche lungodegenze. Le stesse Rsa (Resi-
denzesocio-assistenziali)sonochiamateaspe-
cializzarsi per hospice, stati vegetativi persi-
stenti, cure palliative, country hospital, post-
acuzie, neuropatie degenerative... Il cosiddet-
to "sociale" riguarda una gamma di servizi al-
l’uomo molto vasta ma sempre nell’idea delle
comunità d’accoglienza o delle comunità-fa-
miglie (cioè con ospiti non oltre un numero
plausibile) per malati psichici o psichiatrici,
perrecuperoumanoesocialedifratellidrogati,
alcolizzati o dipendenti da altri disturbi, per
bambini con problemi d’inserimento, per di-
versamente abili, per profughi o stranieri in
cerca di lavoro. Mi pare che un vasto campo
davanti a noi rimanga ancora aperto; la cosa
più interessante è vedere chi resta rigido a di-
fendere ciò che ha, centrando i suoi sforzi sul-
lastruttura,echiinveceaccettalasfidaediventa
elastico intercettando la domanda, concen-
trandolasuaattenzionesuibisognidell’uomo
inunterritoriospecifi-
co,conorganismipre-
posti e che ancora
chiedono collabora-
zione. Quindi per ri-
spondere direttamen-
te alla domanda dico:
discernere se e quali
strutturesonodavvero
necessarie in uno spe-
cifico territorio e dia-
logare con la pubblica
amministrazione per
accordarci sulla eventuale trasformazione-ri-
conversione delle strutture in favore dei biso-
gni reali. La pubblica amministrazione ci de-
ve vedere come un interlocutore da un lato in-
teressato all’uomo nelle sue necessità, dall’al-
tro interessante per la nostra sensibilità e pre-
mura nella cura, oltre che per la competitività
del nostro costo.
loro che lo Stato non riesce più a servire, alle
necessitàdelterritorio,allerealiemergenzeso-
ciali, alle nuove povertà. D’altronde se voglia-
mo vita nuova bisogna che qualche semente
accetti di morire. Capisco che è molto diffici-
le staccarsi da strutture che sono costate care
in risorse affettive, umane e finanziarie e che
ci hanno accompagnato e aiutato tanto nella
storia recente ma bisogna rendersi conto che
ètuttoesoloministero,nulladiassoluto.Dob-
biamo fare uno sforzo per restare meno lega-
ti a forme di ministero che in definitiva fanno
solo il percorso della loro storia che non è e-
terna, per essere disponibili alla provvisorietà
e più a contatto diretto con l’uomo, specie se
precario. Siamo chiamati ad essere lievito con
opere di misericordia nella massa del mondo,
collaborando con chi ha a cuore l’uomo, non
pretendendo d’essere assicurati da ferrei con-
tratti, ma seguendo le indicazioni della Divi-
naProvvidenzadisponibiliallaprovvisorietà».
Operereligiose,
èoradicambiare?
La casa di cura San Pio X di Milano
DOMENICA
22 SETTEMBRE 201324 speciale FONDAZIONE OPERA SAN CAMILLO
Parla padre Vittorio Paleari
«I Camilliani hanno sempre
"incontrato" il malato e il
povero fino a creare strutture
dove si potessero curare,
realizzando il proprio carisma»
«Considerando quella che è
la nostra missione originaria,
le opere apostoliche sanitarie
sono arrivate a un capolinea
per cui si rendono oggi
obbligatorie alcune scelte»
Fratel Ettore Boschini con alcuni ospiti del Rifugio di via Sammartini a Milano
Pagina a cura di padre Vittorio Paleari,
Superiore Maggiore della Provincia Italiana
dell'Ordine Religioso dei Ministri degli Infermi - Camilliani
Presidente delle Fondazioni Opera e Ospedale San Camillo
via Vittorio Veneto 47, 24042 Capriate San Gervasio (BG)
tel. : 02.69515200
AcolloquioconilSuperioreMaggioredei
Camillianitrastoria,missioneediscernimento
Padre Vittorio Paleari