5. INDEX
7. Conclusioni.
9. Quaero, ergo sum.
11. DME Award.
15. Project Management.
17. Panton Art.
21. Pack&Play.
23. AA.
25. Display furniture.
26. Game Design.
27. Home appliances.
29. Grafica e sportività.
31. Green home experience.
33. Vending machines.
35. Social communication.
37. Brand Design.
39. Intensive.
40. Design2tech.
41. Web Design.
43. Retail Design.
45. New Interaction.
47. Industrial Design.
49. Techiba.
51. DAB Design.
53. Io sorridevo.
55. Aprire gli occhi.
57. Premessa.
59. TNX.
5
6.
7. CONCLUSIONI
Puoi leggere queste pagine partendo da qui, oppure iniziare dalla fine.
Io ti offro la mia storia, decidi tu in che direzione viaggiare... perché la
mia mente è rigorosa, ma la mia anima è in bilico sui bordi frastagliati
di una nuvola... un ossimoro, in equilibrio instabile tra iperuranio e
realtà, immagini e parole, inizio e fine, sogno progettato, immagine
invisibile, comunicazione silenziosa, parola profumata, contrasto e
assonanza, ghiaccio e nebbia, fango e roccia, luce e ombra, sinapsi e
forbici. Raccolgo in queste pagine i miei primi quattro anni di design,
e, in qualche modo, i miei primi trentatrè anni di esistenza.
abitudini creative, e design è vita.
7
8.
9. QUAERO, ERGO SUM.
Gennaio 2010. Mi guardo allo specchio, e sorrido. Indossiamo
maschere quotidiane. Ci nascondiamo ogni giorno, mostrando tutto di
noi. Ho dimenticato me stesso, per un po’. Ora so chi sono. Se mi
nascondo è soltanto per farvi venire voglia di me. Voi sapete chi siete?
Non è importante la risposta. Chiedetevelo, e basta. Io mi guardo
allo specchio, e sorrido. Chi sono? Non lo so con certezza. Posso
raccontarvi come mi sento, un convogliatore creativo.
9
10.
11. DME AWARD.
Ottobre 2009. Eindhoven è immersa in un timido sole. Dutch
Design Week, e tutto intorno trasuda creatività, idee, freschezza. De
Machinekamer e il quartiere Strijp-S, i vecchi capannoni industriali
Philips, sono fantastici. Ti vien voglia di trasferirti in questo angolo di
mondo che profuma di storia e di possibilità. Inizia la serata, l’atmosfera
è cordiale, si condividono idee tra professionisti creativi provenienti da
tutta Europa. La cerimonia è informale e l’emozione si fa sentire solo
all’ultimo istante, quando fai un passo avanti verso il palco, accanto
alla balaustra. Una stretta di mano, qualche foto, ed è tutto finito. In
pochi istanti si celebra il primo passo fuori dal guscio, il primo salto
senza rete. Menzione d’Onore della Giuria per il Design Management
nella micro impresa. Oggi, forse per la prima volta, mi sento davvero
un designer.
11
12.
13.
14.
15. PROJECT MANAGEMENT.
Settembre 2009. Con Emmesystem il percorso progettuale è molto
interessante e complesso, unisce competenze gestionali, produttive,
creative. La mia esperienza di imprenditore è fondamentale per
affrontare al meglio questa sfida. Una selezione di oggetti d’arredo
metallico di fabbricazione artigianale. Oggetti senza tempo, dove ogni
singolo pezzo mantiene la propria unicità grazie ad interventi artigianali
sapientemente inseriti nei processi industriali. La gestione del Design
Management, l’ideazione del logo, la gestione della brand identity, la
supervisione progettuale e il coordinamento produttivo. Il primo passo
alla ricerca della mia identità di professionista. La consapevolezza
dei propri limiti e delle proprie qualità aiuta a fare un buon lavoro.
Lo pensano anche a Roma, al Designer After School, e perfino ad
Eindhoven, al DME Award.
15
16.
17. PANTON ART.
Luglio 2009. Un manipolo di studenti e designer neo diplomati si
confronta sulla seduta Panton Chair. Immersi nel corroborante paesaggio
collinare euganeo, liberi di viaggiare con il corpo e con la mente tra
i prati, baciati dal sole e rinfrescati dalle fronde, saziati dai bigoli al
sugo, dalla grigliata, dalla polenta e dal buon vino. Divertimento, aria
aperta, condivisione culturale, progettuale e sociale, sfociano come
da tradizione in concept di alto valore innovativo grazie all’approccio
creativo che caratterizza la metodologia formativa di Scuola Italiana
Design. Panton Art Workshop è l’occasione per una nuova esperienza
personale, la guida di un gruppo di lavoro, affiancando la collega
Angela Ferrari come tutor di uno dei team creativi selezionati dal
coordinatore Andrea Busato. I concept selezionati diventano prototipi
e banner grafici, per essere poi esposti alla manifestazione Casa su
Misura. Guidare un gruppo di lavoro è un esperienza straordinaria,
gestire il confronto, la sintesi, la responsabilità delle idee di tutti, non
solo della tua.
17
18.
19.
20.
21. PACK&PLAY.
Giugno 2009. Rovigno. E’ la mia terza partecipazione ad un Rovinj
Workshop di Scuola Italiana Design, è la prima volta da designer.
Il gruppo di lavoro guidato dal docente Cesar Arroyo di cui faccio
parte affronta il tema del packaging per Ferrero analizzando i trend
esistenti e proponendo nuovi stimoli per il packaging del futuro. Il
gruppo raggiunge in breve tempo un affiatamento invidiabile, arricchito
anche dalle due colleghe fashion designer Rita e YoYo provenienti
dalla lontana Taiwan. Raggiungiamo livelli innovativi molto elevati,
prontamente confermati dalla estrema soddisfazione del committente al
termine della presentazione finale. Progettare circondati da sole, mare,
piscina. Una matita, qualche colore, fogli di carta. Tornare a Rovigno è
come una droga. Non puoi farne a meno. Guardo fuori dalla finestra
dell’albergo e sono consapevole di vivere un utopia. Non ritroverò mai
questa atmosfera oltre l’orizzonte, dove si è convinti di lavorare davvero.
Qui lavoro, passione e vita sono la stessa cosa, interrotte e scandite
soltanto da colazione, pranzo e cena.
21
22.
23. AA.
Maggio 2009. Sono un designer. Certe volte le coincidenze sono
davvero strane. E’ il mio compleanno e ricevo il diploma in Design
Creativo. Da domani avrò un anno in più. Da domani dovrò mettere
alla prova la mia professionalità. Ce l’ho fatta. Ho concluso questa
prima parte di cammino. La segreteria di Scuola Italiana Design è
deserta. Guardo la bacheca e con il dito seguo la riga col mio nome.
Non posso sbagliare, sono il primo della lista. Eppure ripeto questo
gesto due o tre volte almeno. L’esame è passato, col massimo dei voti.
Doppia A. Sono stato fortunato, il tema d’esame chiede un concept di
sistema d’arredo. Certe volte le coincidenze sono davvero strane. E’ il
mio campo. Da oltre dieci anni faccio l’imprenditore nel settore arredo
ufficio. Esprimo tutto me stesso in questo esame, come imprenditore,
come designer, come uomo.
23
24.
25. DISPLAY FURNITURE.
Maggio 2009. Intrac, divisione specializzata nelle scaffalature e nel
dispaly commerciale del gruppo internazionale Arneg, ha affidato alla
nostra classe Master un tema progettuale molto tecnico e complesso,
un nuovo approccio alle scaffalature per la grande distribuzione
organizzata, con particolare attenzione ai prodotti espositivi di supporto
alla vendita di elettronica , audio, video e informatica. Grazie alla guida
competente e ricca di energia del coordinatore Giulio Simeone e alla
costante presenza dell’azienda, nulla è lasciato al caso, affrontando ogni
aspetto del progetto in maniera puntuale, sia dal punto di vista creativo,
che tecnico, stilistico, ergonomico e produttivo. La collaborazione con
le colleghe Martina Bonamigo e Laura Toso porta ad ottimi risultati. Tre
professionalità diverse che si completano e si arrischiscono a vicenda.
25
26. GAME DESIGN.
Aprile 2009. Lavorare con pubcompany è un esperienza unica e
singolare, oltre che profondamente formativa. L’approccio ai progetti è
tra i più precisi e puntuali e i temi assegnati affascinanti e inaspettati.
Progettare accessori da integrare ad una nuova serie di giochi per
nintendo wii sviluppati dalla stessa pub company. Il secondo progetto
invece ha come briefing lo sviluppo integrale di un gioco per piattaforma
nintendo wii con la stesura di un game design document completo. Il
concept di base assegnato dall’azienda è davvero una sfida: sviluppare
un gioco con una filosofia “real play with my real dog”.
26
27. HOME APPLIANCES.
Marzo 2009. L’azienda DeLonghi, conosciuta in tutto il mondo per i suoi
elettrodomestici di qualità Made in Italy, ci richiede progetti riguardanti
la futura friggitrice destinata al mercato continentale. Grazie ad una
continua collaborazione fin dai primi step progettuali tra gli studenti, il
coordinatore fabio verdelli e l’azienda, il progetto raggiunge elevati
livelli di eccellenza. A conferma di questo importante risultato, i dati
dei focus group presentati dall’azienda, che sottolineano il carattere
innovativo, creativo e stilistico dei concept targati Scuola Italiana Design.
In particolare la mia ricerca progettuale si concentra sulle interfacce tra
elettrodomestico e utente.
27
28.
29. GRAFICA E SPORTIVITA’.
Gennaio 2009. Come cornice i padiglioni del centro stile Aprilia, come
sottofondo il sound del reparto corse. Immersi in questa affascinante
atmosfera, alla presenza di un gigante del design internazionale come
Miguel Galluzzi, padre della capostipite di tutte le naked, ducati
monster, Scuola Italiana Design e Aprilia presentano il loro progetto
di ricerca su grafica e sportività nel mondo della moto, come cavie i
modelli SR50 e RS125, come ispirazione il prototipo FV2 della casa
motociclistica noalese del gruppo Piaggio. Esperienza di ricerca non
solo estetica, ma anche tecnica, materica, espressiva molto interessante,
grazie anche alla grande libertà creativa concessa da aprilia e grazie
alla guida di Sonia Tasca di Joevelluto studio. Un progetto di ricerca
con intrinseche caratteristiche di focus group, un esperienza progettuale
inconsueta e fuori dagli schemi, come tradizione di Scuola Italiana
Design, che porta a punti di arrivo inaspettati e visionari uniti a concrete
proposte produttive.
29
30.
31. GREEN HOME EXPERIENCE.
Gennaio 2009. Esperienza indimenticabile progettare con Scuola
Italiana Design per Global Consumer Design di Whirlpool.
Interessantissima la visita ai loro stabilimenti di Varese, seguire l’intera
catena di montaggio di un frigorifero di alta gamma toccando con
mano una realtà produttiva indiscutibilmente all’avanguardia. Il tema
progettuale assegnato dal colosso internazionale delle home appliances
è veramente affascinante. Proseguire nel sentiero tracciato con il loro
concept greenkitchen progettando green home experiences per l’abitare
del futuro. Ho seguito personalmente il tema della green attitude e
dello sharing appliances. Un emozionante avventura, affronata con la
supervisione del docente Eugenio Farina, che mi permette di progettare
a contatto con professionisti di rilevanza mondiale.
31
32.
33. VENDING MACHINES.
Dicembre 2008. La mia prima esperienza con Scuola Italiana Design.
Un progetto molto interessante di industrial design applicato ai lettori
di banconote per il vending di Coges spa. I limiti dimensionali e
operativi assegnati dall’azienda sono di grande stimolo nello sviluppo
dei processi creativi. Guida autorevole del gruppo di lavoro è Andrea
Maragno di Joevelluto studio, dal quale prendo in prestito una citazione
di Italo Calvino, una visione della vita che è anche visione progettuale:
Mi capitò una volta, a un crocevia, in mezzo alla folla, all’andirivieni. Mi fermai,
battei le palpebre: non capivo niente. niente, niente del tutto: non capivo le ragioni
delle cose, degli uomini, era tutto senza senso, assurdo. E mi misi a ridere. E lo strano
era per me allora che non me ne fossi accorto prima. E avessi fin’allora accettato tutto:
semafori, veicoli, manifesti, divise, monumenti, quelle cose così staccate dal senso
del mondo, come se ci fosse una necessità, una conseguenza che le legasse l’una
all’altra. allora il riso mi morì in gola, arrossii di vergogna. Gesticolai per richiamare
l’attenzione dei passanti e - fermatevi un momento ! - gridai - c’è qualcosa che non
va! Tutto è sbagliato! Facciamo cose assurde! Questa non può essere la strada giusta!
Dove si va a finire?
33
34.
35. SOCIAL COMMUNICATION.
Ottobre 2008. Nel corso in comunicazione e adv, docente Giovanni
Zambon, affrontiamo il tema della comunicazione sociale. Il problema
dei rifiuti e della raccolta differenziata acquisisce oltre che un valore
ecologico un valore sociale di indubbia importanza. Ho deciso di
modificare la classica icona dell’omino che getta il rifiuto nel cestino,
presente nella quasi totalità dei packaging commerciali, creando un
omino la cui aureola è composta dal simbolo del riciclabile. Ho trovato
ispirazione da un immagine in cui una chiesa e dei cassonetti erano
affiancati. Ho pensato al peso del giudizio divino innato nella cultura
cattolica, quindi al peccato. Ho sviluppato quindi il tema comunicativo
sulla base del rapporto azione, giudizio, punizione, in ambito religioso,
trasponendolo in ambito sociale. La trasgressione civica viene parificata
al peccato. Da questo tema di base ho ideato lo slogan: “Raccolta
differenziata: peccato non farla...”
35
36.
37. BRAND DESIGN.
Ottobre 2008. Descrivere me stesso in un logo. Le mie caratteristiche,
caratteriali e professionali, sono spesso contraddittorie ma comunque
coerenti, una dicotomia imperfetta, incompleta ma strutturalmente
solida. Ho sintetizzato il mio essere in due parole: abitudini creative.
Due parole che si sopportano, si capiscono, si scontrano, quasi a
formare un ossimoro. Un sostantivo, abitudini, che contiene le mie
iniziali e richiama affidabilità e sicurezza, quotidianità e fisicità; un
aggettivo, creative, che sottolinea la propensione all’immaginazione,
all’astratto, al sogno. La ricerca del font più adeguato mi ha portato alla
scelta del carattere futura, disegnato da Paul Renner negli anni venti del
Bauhaus. Semplice, geometrico, rotondo, leggero, chiaro, intuitivo. Il
marchio abitudinicreative è depositato presso la camera di commercio
di Padova.
37
38.
39. INTENSIVE.
Agosto 2008. La decisione è presa, torno dietro ai banchi di scuola,
dopo dieci anni di inattività. Entusiasmo e paura si mescolano. Per
poter affrontare nel miglior modo possibile un Master impegnativo
come quello di Scuola Italiana Design, dedico la mia estate a sessanta
ore di corsi intensivi personalizzati in software grafica bidimensionale
e modellazione software tridimensionale. Il mio tutor è Lisa Pravato.
A seguire il corso di disegno e rendering a mano libera per il design
creativo, docente Giulio Simeone. Infine, contemporaneamente al corso
di disegno, seguo il corso in storia del design, docente Eugenio Farina.
Tutti i mezzi espressivi affrontati sono nuovi e complessi, ma estremamente
affascinanti e arricchiscono sensibilmente le mie capacità comunicative.
Non c’è molto tempo per poterle affinare. Il Master oramai è iniziato.
39
40. DESIGN2TECH.
Giugno 2008. Rovigno. E’ la mia seconda partecipazione ad un Rovinj
Workshop di Scuola Italiana Design. Il tema progettuale riguarda una
lavorazione d’avanguardia come l’idroformatura del metallo. Partner di
questa iniziativa l’azienda Inoxveneta e il Centro Ricerche Fiat. Ancora
una volta la settimana di progettazione ad alta tensione creativa nello
straordinario contesto della cittadina croata porta buoni frutti. Interessante
esplorazione del metallo e delle sue caratteristiche, indimenticabile
esplorazione sociale nel lavoro di gruppo, guidato dal docente Cesar
Arroyo. Nel corso di questa settimana matura la decisione di mettermi
in gioco e di non limitare le mie incursioni nel mondo del design a corsi
tematici e workshop. Voglio diventare un designer.
40
41. WEB DESIGN.
Maggio 2008. Il corso di web design di Scuola Italiana Design,
docente Cesar Arroyo, affronta il tema del sito internet personale. Oltre
alle tematiche tecniche, alla gestione dei software per la creazione
di siti web e per l’animazione e ai linguaggi di programmazione
principali, ampio spazio è dedicato ancora una volta alla ricerca
di stimoli emozionali, tecnici, creativi. un percorso mai casuale e
contemporaneamente mai vincolato da barriere troppo ingombranti e
limitanti. Grazie alle competenze acquisite ho affrontato la progettazione
e realizzazione del mio sito web con la semplicità mentale e creativa
che mi contraddistingue, riflettendo nella vetrina virtuale il mio essere.
Geometrie semplici, sfondi uniformi, contenuti raccontati con un testo
non invadente ma leggibile, accompagnato da immagini proposte
sottovoce.
41
42.
43. RETAIL DESIGN.
Maggio 2007. Il corso di retail design di Scuola Italiana Design, docente
Architetto Michele Trevisan, affronta il tema del progettare la shopping
experience. Grazie alla lunga esperienza internazionale del docente
come Interior Designer per il gruppo Diesel, il corso riguarda le numerose
problematiche di un punto vendita, dalla circolazione ai flussi, dai focus
point agli allestimenti sensoriali. Il tutto completato da uno sgurado
generale sul mondo del retail, accompagnato da un analisi puntuale
delle specifiche tecniche e architettoniche, quali l’illuminotecnica, a
valorizzare la shopping experience del cliente. Nello specifico il mio
gruppo di lavoro realizza uno studio per la realizzazione di un punto
vendita di abbigliamento sportivo di gamma media.
43
44.
45. NEW INTERACTION.
Giugno 2006. Rovigno è la capitale indiscussa dei workshop di
Scuola Italiana Design. E’ la mia prima partecipazione, e il tema
progettuale è il bagaglio del futuro, in collaborazione con la prestigiosa
Valigeria Roncato. Esperienza inimitabile e difficilmente spiegabile
a parole quella dei Rovinj workshop, una full immersion creativa, il
cervello viaggia a velocità pazzesche con una produttività inaspettata.
Nascono nuove amicizie, si consolidano quelle esistenti, si cresce in
capacità organizzative e progettuali. La concetrazione è alta, i risultati
inaspettati. Tutto questo in un atmosfera leggera e informale, ma non
per questo dispersiva. Partecipare ad un Rovinj workshop è una di
quelle esperienze che non si può spiegare. E’ una di quelle cose che
puoi solo vivere.
45
46.
47. INDUSTRIAL DESIGN.
Maggio 2006. Inizia la mia vera avventura nel design. La mia decennale
attività di imprenditore nel campo dell’arredo ufficio mi ha portato a
frequenti contatti col mondo del design. Il mio spirito sognatore e la
mia curiosità mi hanno portato a frequenti contatti col mondo della
creatività. I corsi tematici organizzati da Scuola Italiana Design hanno
messo assieme queste mie due anime dando nuova linfa alla voglia di
mettermi in gioco. Nel duemilasei il corso di basic industrial design e
l’incontro con il docente Architetto Eugenio Farina mi aprono lo sguardo
sul mondo del design creativo, ed è amore a prima vista...
47
48.
49. TECHIBA.
Febbraio 2006. Tre amici riuniti nella stanza verde. Un computer, qualche
matita, molte idee. Così nasce Techiba. Matteo Tessari, Enrico Chiaretto,
Alessandro Barison. Un giovane architetto, un giovane progettista, un
giovane imprenditore. In comune la passione per il design. Iniza così
la mia prima esperienza creativa in team. Nascono numerosi progetti,
alcuni dei quali concettualmente molto interessanti, come la sedia SML,
ribattezzata Salsicciona, oppure ISS, sistema d’arredo integrato per la
socializzazione. Utopia, sogno, gioco, passione, amicizia. Ma tutto
questo non mi basta. Voglio guardare, ascoltare, toccare, assaporare,
respirare design.
49
50.
51. DAB DESIGN.
Marzo 2006. Galleria Civica di Modena. Passeggio lentamente tra
le piccole sale del museo e riconosco il mio oggetto, timidamente
appollaiato in una vetrina poco illuminata. La fortuna dei principianti.
See Delight, il mio oggetto ready made fa bella mostra di se tra i prototipi
selezionati per il primo concorso Design for Artshop e Bookshop. Una
lampada costruita con un vecchio cd, un porta lampada da cantiere
e una lampadina a goccia. Tra i selezionatori degli oggetti c’è anche
Aldo Cibic. Ero abituato a leggere il suo nome nei libri, non in un
catalogo che contiene un mio progetto. La vita è fatta di segni. Se al
primo tentativo una mia idea merita di prendere posto in una mostra,
forse ci devo provare seriamente. Il bis nel 2008, al secondo concorso
DAB Design, con Molly. Altro oggetto ready made. Un badge holder
fatto semplicemente con un pezzo di spago e una molletta. Questa volta
alla mostra di Modena segue una mostra al Palazzo delle Esposizioni di
Roma. E’ un successo. La vita è fatta di segni. Ci devo provare. Forse la
mia vita deve esser fatta di design. Forse la mia vita è design.
51
52.
53. IO SORRIDEVO.
Dicembre 2004. Stanco, affamato, assetato e sporco. Sono davanti allo
specchio e quello che vedo mi fa venire in mente solo queste quattro parole.
Anche questa giornata se ne scappa via veloce e corre incontro al passato. E’
giovedì, ma potrebbe essere qualsiasi altro giorno della settimana. Potrebbe
anche essere sabato, o domenica, sarei comunque stanco, affamato, assetato
e sporco. Sono stanco, stanco di sopravvivere. Sono affamato; affamato di
pane e salame, di pizza, di nutella, di gelato alla menta e stracciatella, di
coccole e amore. Sono assetato; assetato di acqua fresca, di vino rosso, di coca
cola, di sesso e perversione. Sono sporco; sporco di sudore, di viltà e silenzi.
Sono davanti allo specchio e non mi riconosco. Sono davanti allo specchio
e mi immagino diverso. Mi immergo nella solitudine, che valorosamente mi
difende dal mondo, che vilmente mi nasconde le occasioni della vita. Lascio
scivolare il mio pensiero e immagino vite mai vissute, luoghi mai visti, donne
mai possedute. Chiudo gli occhi, e nel sogno fuggo la pazzia. Apro gli occhi,
di fronte a me un giovane ragazzo stanco, affamato, assetato e sporco. Mi
guardo negli occhi, penso al passato, al presente, al futuro.
Io morirò, io sopravvivo, io sorridevo.
53
54.
55. APRIRE GLI OCCHI.
Dicembre 2002. Contare i minuti. Sono tanti, pochi, corti, interminabili. Come
ho usato i minuti che mi sono stati regalati? Quanti minuti in questa vita posso
ancora sperare di avere? Di fronte alla luce timida di questa mattina d’inverno
mi sento piccolo, triste. Che tutto di me sia ricordo, vita, speranza d’amore,
d’amicizia, d’odio. Non sopporterei l’indifferenza. Aprire gli occhi, lentamente.
Un soffitto grigio, semplice, pulito, immutabile. Una lampada al neon che vibra
lentamente, fredda, distante. Un soffio leggero di aria pura e fredda che ti
scuoia la gola. Il gracidare sommesso delle macchine. L’interminabile scorrere
dei secondi L’impalpabile sommarsi dei minuti. L’impercettibile susseguirsi
delle ore. Desiderare una goccia d’acqua che scivola giù per la gola. Chiudi
gli occhi nella speranza che il peggio sia passato. Riapri gli occhi con la
sensazione che il peggio debba ancora venire.
55
56.
57. PREMESSA.
Maggio 1976. Nasco a Padova, dove tuttora vivo e lavoro. Nel 1998
la maturità scientifica. Dal 1997 collaboro con Emme Italia srl, azienda
specializzata in arredo ufficio. Nel 2002, a seguito di un neurinoma al nervo
acustico, subisco un intervento intracranico che mi costringe a lunghi anni di
intense terapie mediche riabilitative. Un esperienza che segna la mia vita.
Sperimento numerose tecniche espressive, quali la poesia, la fotografia, il
design. Dal 2006 al 2008 frequento corsi, workshop e il Master in Design
creativo presso Scuola Italiana Design. Dal 2010 affianco alla mia attività
primaria di imprenditore, quella di Designer freelance. Amo lo sport, la
bicicletta, la pizza, la nutella, e guidare la mia ducati.
Design è vita.
57
58.
59. TNX.
Ringrazio la mia famiglia e i miei amici che mi sono stati vicini nei momenti
più duri. Ringrazio Scuola Italiana Design, tutti i docenti, in particolar modo il
Dott.Pellizzaro ed Eugenio Farina, che più di tutti mi hanno spinto ad affrontare
questa affascinante avventura nel mondo del design. Ringrazio tutte le aziende
con cui ho avuto il piacere e l’onore di collaborare. Ringrazio la mia famiglia
e tutte le persone che fanno parte della mia azienda per l’esperienza umana
e professionale di cui mi circondano ogni giorno da oltre dieci anni. Voglio
inoltre ringraziare tutti gli studenti SID, in particolare i colleghi e gli amici
dei corsi, dei workshop, e del Master. Su tutti un saluto e un ringraziamento
personale va a Cecilia, Barbara, Elena, Susanna, Lisa, Giovanni, Rémi, Laura
e Martina, Angela. Con voi ho vissuto e condiviso momenti di studio, creatività,
ma soprattutto amicizia.
59